Ecco Il Disco Dal Vivo Che Aspettavamo Da 46 Anni! Neil Young & Stray Gators – Tuscaloosa

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Neil Young & Stray Gators – Tuscaloosa – Reprise/Warner CD

Mentre scrivo queste righe mancano pochissimi giorni all’inizio dell’estate, e come volevasi dimostrare anche questa volta il secondo volume degli archivi di Neil Young non si è visto (se vi ricordate, lo scorso anno il musicista canadese aveva ipotizzato una pubblicazione primaverile). In compenso però il “Bisonte” non manca mai di far filtrare comunque qualcosa dalla sterminata quantità di registrazioni inedite del suo passato: questa volta è il turno di Tuscaloosa, un CD dal vivo che documenta parte di un concerto di Neil con gli Stray Gators durante la tournée di Harvest, inciso nel 1973 al Memorial Auditorium della località del titolo, in Alabama. A quell’epoca la popolarità di Young era ai massimi livelli, in quanto Harvest, uscito nel 1972, era fino a quel momento il suo album più famoso e più venduto in assoluto (e lo è ancora oggi), e quindi c’era parecchia trepidazione alla notizia che l’anno seguente l’ex Buffalo Springfield avrebbe pubblicato il suo primo live album ufficiale tratto dal tour promozionale seguente.

In quegli anni purtroppo non era ancora nota una delle caratteristiche principali del nostro, cioè la sua tendenza a non dare (quasi) mai al pubblico quello che vuole, e così il disco che era uscito, Time Fades Away, non era risultato per nulla rappresentativo del rassicurante suono country-rock di Harvest: non solo non conteneva nessun pezzo da quel disco, ma neppure da quelli precedenti. Infatti Time Fades Away era composto esclusivamente da brani inediti (cosa inaudita per l’epoca), ed in più caratterizzati da un suono duro e spigoloso, per nulla adatto ai passaggi radiofonici: nessuno allora sapeva che quell’album sarebbe stato il primo tassello della cosiddetta “trilogia del dolore”, un anno prima di On The Beach e due prima di Tonight’s The Night (Neil forse si pentì di quella mossa, ed in un certo senso la rinnegò dato che Time Fades Away vedrà solo nel 2017 la sua prima edizione in CD). Ora, dopo 46 anni, Neil rimette le cose a posto con Tuscaloosa, un live album strepitoso con un Bisonte in forma smagliante, che esegue alla perfezione una scaletta stavolta perfettamente equilibrata tra brani oscuri e pezzi famosi, ma con una performance rilassata e ricca di feeling, e non nervosa e scorbutica come nel disco del 1973.

Ad accompagnarlo sono i già citati Stray Gators, un gruppo formidabile che non ha il suono roboante dei Crazy Horse ma una maggiore duttilità e disponibilità ad adattare lo stile anche a brani più roots: Ben Keith alla steel guitar, Jack Nitzsche al piano e la sezione ritmica formata da Tim Drummond al basso e Kenny Buttrey alla batteria. Undici canzoni per 52 minuti di musica (avrei anche accettato qualcosa in più, non mi offendevo di certo), con tutti i dischi pubblicati fino ad allora da Neil gratificati da almeno una canzone, con l’eccezione di Everybody Knows This Is Nowhere. La serata si apre con un brano tratto dal primo album di Young, una versione intima e molto intensa di Here We Are In The Years, eseguita da Neil in perfetta solitudine con la chitarra acustica; After The Gold Rush è rappresentata proprio dalla title track, suonata come al solito al pianoforte: rilettura strepitosa, tra le più belle mai sentite, resa ancora più toccante dalla voce fragile del nostro che pare sul punto di spezzarsi in un paio di passaggi. Ecco salire sul palco gli Stray Gators, ed ovviamente viene dato grande spazio a Harvest (a differenza di quanto accadde su Time Fades Away), a partire da una vibrante Out On The Weekend, praticamente perfetta e forse ancora più convinta che in studio, per proseguire con due splendide versioni della title track e del super classico Heart Of Gold (e la reazione del pubblico fa venire giù il teatro).

E poi una Old Man da brividi lungo la schiena (con Keith grande protagonista alla steel) e, nel finale, una grandissima Alabama (non poteva mancare vista la location), tra le ballate rock più belle del songbook del canadese, interpretazione lirica e piena di pathos. Infine abbiamo quattro brani all’epoca inediti, due che finiranno su Time Fades Away (la frenetica ed elettrica title track, eseguita con grinta ed un approccio quasi dylaniano e di gran lunga migliore di quella uscita nel 1973, e la conclusiva Don’t Be Denied, cadenzata e chitarristica ma anche fluida e rilassata, ed anche inspiegabilmente sfumata nel finale) e due che andranno addirittura su Tonight’s The Night due anni dopo, cioè il sanguigno country-rock Lookout Joe (che in realtà anche in origine era una outtake di Harvest, e quindi con gli Stray Gators al posto dei Crazy Horse) ed una roboante New Mama, rock song elettrica e spigolosa ma coinvolgente. Tuscaloosa è uno dei migliori live album di Neil Young, tra archivi ed uscite “normali”: peccato solo che non sia doppio.

Marco Verdi