Il Ritorno Del Funky Classico, Capitolo Secondo. Tower Of Power – Step Up

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Tower Of Power – Step Up – Artistry Music/Mack Avenue Records

Circa un paio di anni fa i Tower Of Power avevano festeggiato, una prima volta, il loro 50° Anniversario di carriera con l’ottimo https://discoclub.myblog.it/2018/07/02/per-festeggiare-il-loro-50-anniversario-torna-alla-grande-uno-dei-gruppi-funky-soul-piu-gagliardi-di-sempre-tower-of-power-soul-side-of-town/, ma visto che è nel 2020 che effettivamente ricorre l’uscita del primo album della band East Bay Grease, ci voleva un altro album per ricordare l’avvenimento. E dato che sono delle persone previdenti, nelle stesse sessions di registrazione di quel disco, avevano inciso altri 14 brani che ora vengono pubblicati sotto il titolo di Step Up. Ovviamente la produzione è sempre affidata al leader storico Emilio Castillo e a Joe Vannelli (fratello del più famoso Gino), mentre nel disco suonano una dozzina tra musicisti e cantanti, oltre ad arrangiatori e suonatori di fiati e archi, nonché alcune vocalist di supporto.

D’altronde il funky-soul corposo e scoppiettante della band lo richiede: East Bay, All The Way, il breve strumentale che introduce l’album, è sia un omaggio al titolo del primo album del 1970, quanto una dimostrazione del frizzante stile della band, con la sezione fiati guidata da Castillo e Stephen “Doc” Kupka in grande spolvero. Anche Roger Smith, il tastierista, che firma con Castillo la title track, è uno degli elementi essenziali e portanti del sound della band, che quindi rilascia un bel “funkettone” old school, affidato alla voce potente di Ray Greene, uno dei due vocalist impegnati nel disco e che si alternano nei vari brani, con le coriste e i fiati che imperversano alla grande, mentre Smith accarezza con voluttà la tastiera del suo organo (niente doppi sensi); The Story Of You And I, cantata dall’altro vocalist Marcus Scott, e scritta dalla accoppiata Castillo/Kupka è classico Tower Of Power sound, ritmato e sanguigno R&B e funky con David Garibaldi alla batteria e Jerry Cortez alla chitarra solista in evidenza https://www.youtube.com/watch?v=z2hicDGhH1k .

Who Would Have Thought? è il classico “lentone” cantato da Greene, con tanto di electric sitar, forse un filo “leccato” come suono, ma estremamente godibile, mentre Addicted To You, ancora cantata da Greene, vira verso una sorta di 70’s disco-lite. Castillo con il suo vocione è la voce guida nella ritmatissima e corale Look My Eyes, dove tutta la band funziona come una macchina oliatissima e qualcuno ci ha visto addirittura delle analogie con gli Steely Dan, come pure in Any Excuse Will Do, l’altro brano “cantato” da Castillo, e qualche punto di contatto nel suono in effetti c’è https://www.youtube.com/watch?v=-XS0s3vpNh4 . You Da One, cantata dal tastierista Smith, è un super funky quasi da Blaxploitation o vicino al giro Parliament/Funkadelic, con fiati e ritmica rotondissimi, molto bravo, peraltro anche nel resto delle canzoni, il bassista Francis Rocco Prestia, un altro dei “nostri https://www.youtube.com/watch?v=ov0DJO9DOjc ; la morbida Sleeping With You Baby, cantata da Scott tra arditi falsetti, è più sul versante smooth soul anni ‘70, con la parte strumentale comunque sempre impeccabile, assolo di flicorno incluso.

If It’s Tea, Give Me Coffee è un errebì molto sincopato, sempre con tutti i solisti, incluso il cantante Ray Greene, impegnati in complessi e raffinati interscambi di grande precisione, senza perdere l’impeto di una musica che fa muovere inesorabilmente i piedi; Beyond My Wildest Dreams con il chitarrista Cortez in primo piano è sempre portatrice sana di musica ideale per una classic soul revue di grandi professionisti, ovviamente se amate il genere. If You Wanna Be A Winner, con wah-wah innestato e un fantastico lavoro da funky drummer di Garibaldi, è sempre esuberante nel suo dipanarsi irresistibile, Let’s Celebrate Our Love è uno dei rari momenti “romantici” con Scott che libera ancora una volta il suo falsetto in un brano che ricorda Earth, Wind & Fire, Stylistics, Commodores, Kool & The Gang e altre band del soul fine anni ‘70. La breve outro strumentale di East Bay! Oaktown All The Way! Chiude le procedure di un album che festeggia in modo disimpegnato ma assai efficace, ancora una volta, in modo più che degno i 50 anni di carriera dei Tower Of Power.

Bruno Conti