Con Il Terzo Cinquantenario Arriva Anche Qualche (Misero) Inedito! The Doors – Waiting For The Sun 50th Anniversary

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The Doors – Waiting For The Sun 50th Anniversary – Rhino/Warner 2CD/LP

Quando nell’Aprile del 2017, alla fine della recensione del box commemorativo uscito per i cinquant’anni dell’album d’esordio dei Doors https://discoclub.myblog.it/2017/04/23/la-versione-deluxe-di-un-album-leggendarioma-si-poteva-fare-meglio-the-doors-the-doors/ , avevo auspicato la presenza di qualche inedito nella (allora) futura ristampa del loro secondo album Strange Days (dato che nella riedizione del debutto era presente  lo stesso lavoro sia nel missaggio originale sia a velocità reale, più un concerto già uscito anni prima, e per di più monco), non avrei pensato che la Rhino ci avrebbe dato ancora meno: semplicemente un doppio CD con lo stesso album in stereo e mono (e quindi lo scorso Novembre non avevo nemmeno ritenuto opportuno parlarne). Ora è la volta del terzo album del quartetto formato da Jim Morrison, Ray Manzarek, Robbie Krieger e John Densmore, quel Waiting For The Sun che fu anche il loro lavoro più venduto, ed unico ad andare al numero uno in America: qui la Rhino si è sprecata, in quanto, oltre al solito ed inutile LP (ma venderlo a parte no?) ed al disco originale con il missaggio stereo dell’epoca sul primo CD, abbiamo un secondo dischetto con nove “rough mix” degli undici pezzi dell’album, ritrovati da poco tempo dal produttore Bruce Botnick (che si occupa del remastering, mentre il disco originale era prodotto da Paul Rothchild), cioè praticamente le stesse takes prima degli aggiustamenti (quindi tecnicamente non sono inediti) e, udite udite, ben cinque pezzi (!) tratti da un concerto a Copenhagen del Settembre 1968, mai sentiti finora.

Ho detto cinque pezzi ma in realtà sono quattro, in quanto il primo è una sorta di introduzione parlata di Morrison…ma perché allora non mettere tutto il concerto? Lasciamo da parte un attimo questi quesiti e parliamo del disco originale: Waiting For The Sun fu, come ho già detto, il best seller per il gruppo di Venice Beach, ed all’epoca fu anche criticato per certe sonorità ammorbidite e “pop”, che poco avevano da spartire secondo i fans con la crudezza degli esordi. Io tutta questa commercialità non ce la vedo, anche perché i nostri hanno sempre sfornato negli anni singoli brevi ed orecchiabili quando volevano, ed in Waiting For The Sun i momenti più complessi e poco “radiofonici” non mancano di certo (ed i testi sono poetici e visionari come sempre). Il brano più celebre è sicuramente il singolo Hello, I Love You, uno dei pezzi più noti dei Doors, una pop song orecchiabile e saltellante trainata dall’organo di Manzarek, che per l’occasione sembra quasi un prototipo di synth. Love Street è una deliziosa canzone pop, insolitamente solare per i nostri, che contrasta nettamente con l’inquietante Not To Touch The Earth, che in realtà è un frammento della chilometrica Celebration Of The Lizard, che Morrison e compagni all’epoca non riuscirono a portare a termine e proporranno solo in seguito dal vivo (troverà posto in Absolutely Live). Summer’s Almost Gone è una bella ballata, pacata ed eterea, con Ray al piano e Krieger che ricama ottimamente alla slide, la breve Wintertime Love è dotata di una melodia avvolgente e ha come protagonista un suggestivo clavicembalo, mentre The Unknown Soldier è un pezzo antimilitarista, una rock song che ci fa ritrovare i Doors più familiari, quelli “arrabbiati” dei primi due dischi.

Spanish Caravan è uno squisito brano acustico caratterizzato da una splendida chitarra flamenco, prima del finale a tutto rock psichedelico; My Wild Love è una bizzarria, una canzone quasi a cappella piuttosto ripetitiva e con un coro tribale, mentre We Could Be So Good Together è un pop-rock gradevole ma abbastanza nella media. Il disco originale si chiude con la pianistica Yes, The River Knows, e con la drammatica e misteriosa (il suo significato non è mai stato chiarito) Five To One, il brano centrale dell’album, punteggiato dal ritmo marziale dato da Densmore, con una notevole performance chitarristica di Krieger e Jim che gigioneggia in lungo e in largo. Nessuna bonus track, nemmeno quelle incluse nella versione del quarantennale (tra cui Celebration Of The Lizard incisa in studio, anche se incompleta). Il secondo CD come dicevo prima presenta nove rough mix (mancano The Unknown Soldier e We Could Be So Good Together), e per notare le differenze bisogna essere degli audiofili, anche se Hello, I Love You, Not To Touch The Earth e Five To One hanno comunque un suono più diretto e potente. Poi, come abbiamo visto, la miseria di quattro pezzi dal concerto di Copenhagen, incisi tra l’altro con la qualità sonora di un buon bootleg: tre brani da Waiting For The Sun (un’energica Hello, I Love You e due eccellenti Five To One e The Unknown Soldier), completati da una tonante Back Door Man di Howlin’ Wolf, da sempre un cavallo di battaglia per Morrison e soci. Quindi un’altra ristampa dai contenuti discutibili per quanto riguarda i Doors, anche se non siamo ai livelli bassissimi di Strange Days: speriamo in qualcosa di più l’anno prossimo quando toccherà a The Soft Parade, anche se è meglio non farsi troppe illusioni.

Marco Verdi

Con Il Terzo Cinquantenario Arriva Anche Qualche (Misero) Inedito! The Doors – Waiting For The Sun 50th Anniversaryultima modifica: 2018-10-02T08:42:02+02:00da bruno_conti
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