Giovani Talenti Si Affermano! Samantha Fish – Wild Heart

samantha fish wild heart

Samantha Fish – Wild Heart – Ruf Records/Ird 07-07-2015

Recentemente, recensendo l’ultimo disco di Laurence Jones http://discoclub.myblog.it/2015/05/05/lo-shakespeare-del-blues-magari-laurence-jones-whats-it-gonna-be/ , avevo tirato in ballo anche tutti gli altri giovani, perlopiù inglesi, che sono suoi compagni di etichetta alla Ruf, ma il nome di Samantha Fish, in parte a ragione, visto che è americana, Kansas City, la sua città di origine, non era stato fatto tra i talenti da tenere d’occhio https://www.youtube.com/watch?v=zDvhSGtaRBs . Rimedio, subito dopo l’ascolto di questo Wild Heart, che mi pare veramente un ottimo disco di rock-blues e dintorni. Già i primi due, Runaway (http://discoclub.myblog.it/2011/09/14/giovani-talenti-crescono-samantha-fish-runaway/)  e Black Wind Howlin’, entrambi prodotti da Mike Zito https://www.youtube.com/watch?v=0dO0tmBO9vQ , sembravano dei buoni dischi, ma, sempre per citarmi, concludevo la recensione del primo disco (che leggete al link) così: “ Globalmente la ragazza se la cava brillantemente e le consiglierei di insistere su quello stile rock and soul dei due brani citati all’inizio” (uno dei due, una cover di Lousiana rain di Tom Petty). Non solo la brava Samantha ha insistito ma ha allargato la sua linea d’orizzonte sonoro a ballate alla Susan Tedeschi e Bonnie Raitt, ma anche a brani decisamente tirati, che suonano molto rock & roll, grazie alla presenza della seconda solista di Luther Dickinson, che è pure il bassista e produttore di Wild Heart, ed in alcuni brani rispolvera il vecchio gusto per il rock-blues del periodo in cui suonava con i Black Crowes (e quindi per proprietà transitiva un sound à la Stones e Led Zeppelin). Sicuramente contribuisce pure la presenza alla batteria di Brady Blade, uno che ha una lista di collaborazioni impressionante, dai Dukes di Steve Earle agli Spyboy di Emmylou Harris, ma anche Indigo Girls, Buddy Miller, Anders Osborne e Tab Benoit.

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Proprio con quest’ultimo e Tommy Castro, la Fish ha condiviso il Six Strings Down Tour, vera palestra di miglioramento per lei e alla riuscita del disco contribuiscono anche le locations dove sono stati incisi i vari brani, dai Brady Studios di Shreveport, Lousiana, gli Ardent e i Royal Studios di Memphis; Tennesse, nonché il Zebra Ranch dei North Mississippi Allstars, ognuno ha contribuito a donare quell’atmosfera che caratterizza i vari brani. Si parte sparatissimi con Road Runner, con un dualismo slide/solista che spinge subito il brano verso una grinta rock-blues che mancava nei dischi precedenti, grazie anche alle ottime armonie vocali di Shontelle Norman-Beatty e Risse Norman, di nuovo presenti con belle armonizzazioni nella ballata sudista Place To Fall, che non ha nulla da invidiare a certi brani di Susan Tedeschi (forse solo la voce, certo  la Fish è migliorata, ma non fino a quel punto, il resto è un dono di natura) e anche la lap steel di Dickinson è fondamentale nell’atmosfera sonora della canzone, di grande coinvolgimento emotivo https://www.youtube.com/watch?v=an9g70oklvk . Blame In On The Moon, con un ritmo diddleyano, le solite slide e steel di Luther, aggiunte alla solista della Fish, confermano la qualità di questo brano, grande impianto sudista ribadito nella jam finale, mentre Highway’s Holding Me Now, con il basso pompato di Dickinson, una chitarra acidissima e la voce grintosa, ha quello spirito rock tra Crowes e Zeppelin citato prima.

Go Home viceversa è una bellissima ballata di stampo quasi acustico, ricca di belle melodie e con un arrangiamento sontuoso, tipo le cose migliori della Raitt, che ribadisce la crescita della Fish anche come autrice (tutti suoi i brani, meno le due cover): una Jim Lee’s Blues Pt.1, a firma Charley Patton, un blues arricchito dal mandolino di Dickinson e dalla seconda chitarra di Lightnin’ Malcolm, altro compagno di avventura della brava Samantha. Turn It Up, con il volume delle chitarre alzato a manetta, ricorda quel sound alla Black Crowes citato in apertura, con le due soliste che si fronteggiano gagliardamente su un groove quasi kudzu blues https://www.youtube.com/watch?v=VBi-JvFvlaw . Anche Show Me, l’unico brano dove non c’è Dickinson, non abbassa la tensione sonora, sempre quasi minacciosa e pronta ad esplodere in scariche chitarristiche micidiali alla Jimmy Page https://www.youtube.com/watch?v=8jlmEw2FALE . Poi riaffiora il lato più gentile e ricercato, nella lunga Lost Myself, nuovamente impreziosita dalla lap steel del NMA nel finale in crescendo del brano, con la title-track Wild Heart, di nuovo un violentissimo boogie-rock zeppeliniano di grande impatto e ricco di riff,  con accenni di jam chitarristiche, riservate per l’eccellente Bitch On The Run, altro ottimo esempio di rock-blues quasi stonesiano con i due che si lasciano andare https://www.youtube.com/watch?v=31Tg95EuDTA . L’ultimo brano è l’altra cover, I’m In Love With You, scritta da Junior Kimbrough, un insolita ballata acustica e gentile per l’inventore dell’Hill Country Blues, assolutamente deliziosa e che chiude in gloria un disco veramente bello. Esce ufficialmente il 7 luglio, ma lo trovate già in circolazione.

Bruno Conti

Giovani Talenti Si Affermano! Samantha Fish – Wild Heartultima modifica: 2015-06-10T13:07:26+02:00da bruno_conti
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