Non E’ Nuovo, Ma E’ Comunque Un Recupero Dovuto. Tyler Childers – Live On Red Barn Radio I & II

tyler childers live on red barn radio I & II

Tyler Childers – Live On Red Barn Radio I & II – Hickman Holler/Thirty Tigers CD

Tyler Childers, cantautore del Kentucky consigliato da Colter Wall, e che ci aveva ben impressionato lo scorso anno con il suo secondo lavoro Purgatory https://discoclub.myblog.it/2017/09/04/eccone-un-altro-bravo-questa-volta-dal-kentucky-e-lo-manda-sturgill-simpson-tyler-childers-purgatory/ , ha deciso di battere il ferro finché è caldo, e ha quindi deciso di rendere disponibile su supporto digitale i due live EP che erano usciti solo per il download nel 2013 e 2014, intitolati entrambi Live At Red Barn Radio, dal nome di un programma musicale molto popolare nella sua regione d’origine. A quell’epoca Tyler era ancora praticamente sconosciuto, aveva all’attivo solo un album uscito nel 2011, Bottles And Bibles, passato quasi inosservato, e si dava un gran da fare esibendosi dal vivo, e questi due EP di quattro canzoni ciascuno sono un valido esempio dei primi passi del nostro.

La cosa interessante è che, delle otto canzoni totali, soltanto due provengono dai due album di Childers, ed altre quattro sono totalmente inedite (mentre le restanti due sono cover). I primi quattro pezzi, incisi nel Maggio del 2013, vedono Tyler e la sua chitarra accompagnati da un gruppo ristretto formato da Jesse Wells al violino, Scott Wilmoth al basso, Scott Napier al mandolino e Arthur Hancock al banjo, un combo dal suono molto tradizionale che si adatta benissimo alle canzoni del leader. Apre Shake The Frost, ballata malinconica dominata dal mandolino e dal languido violino di Wells, con la voce di Tyler che qui appare quasi fragile. Più vivace Deadman’s Curve, ancora con un ottimo lavoro strumentale in sottofondo ed un motivo che profuma di tradizione lontano un miglio (ed invece è di Childers, anche se il titolo potrebbe far pensare ad un noto brano di Jan & Dean); in Charleston Girl spunta il banjo, ed il brano è giusto a metà tra folk e country, mentre Whitehouse Road, che finirà quattro anni dopo su Purgatory, è un valido pezzo dal sapore appalachiano, con Childers che canta in maniera forte e convinta.

Il secondo volume, inciso nel Novembre dello stesso anno, vede il nostro in perfetta solitudine, ma la qualità della performance non ne risente: si parte con le due cover, la splendida Rock Salt And Nails (di Bruce “Utah” Phillips, resa nota da Steve Young), che Tyler riesce ad interpretare con la giusta dose di pathos nonostante l’accompagnamento spoglio, e Coming Down, del semisconosciuto cantautore contemporaneo John R. Miller, lenta e malinconica, con il pubblico che segue in rigoroso silenzio. Chiudono il CD (che con la sua mezz’ora scarsa può essere considerato anch’esso un EP) la bella Follow You To Virgie, folk song pura da cantautore classico, e la title track del suo primo album, Bottles And Bibles. Se Purgatory vi è piaciuto, questo piccolo dischetto live può essere una valida aggiunta nella discografia ancora scarna di Tyler Childers, in attesa, speriamo, che confermi con il prossimo full length quanto di buono ci aveva fatto sentire lo scorso anno.

Marco Verdi

Non E’ Nuovo, Ma E’ Comunque Un Recupero Dovuto. Tyler Childers – Live On Red Barn Radio I & IIultima modifica: 2018-09-18T09:16:50+02:00da bruno_conti
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