Una Doppia Razione Di Country-Rock Come Si Deve: Parte Prima. Cody Jinks – After The Fire

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Cody Jinks – After The Fire – Late August CD

Se fossimo ancora negli anni settanta, uno come Cody Jinks apparterrebbe senz’altro al movimento degli Outlaws. Texano, Jinks è infatti un countryman di quelli duri e puri, che non scendono a compromessi ma fanno la loro musica, infischiandosene se il risultato finale è buono per le radio oppure no: dotato di un’ottima voce e di una altrettanto valida capacità di scrittura, Cody ha il ritmo ed il rock’n’roll nel sangue, e la sua musica è sempre molto elettrica e decisa. Attivo da più di dieci anni, Jinks ha avuto una carriera che è cresciuta disco dopo disco, sia in qualità che in popolarità, ed i suoi ultimi due lavori, gli eccellenti I’m Not The Devil (2016) e Lifers (2018) https://discoclub.myblog.it/2018/07/31/almeno-per-ora-il-disco-country-rock-dellanno-cody-jinks-lifers/ , sono entrambi saliti nella Top Five della classifica country, e tutto senza modificare di una virgola il suono. Il nostro è anche un musicista incredibilmente prolifico, e lo dimostra ora pubblicando ben due album quasi in contemporanea, After The Fire e, ad una settimana di distanza, The Wanting.

Qui mi occupo del primo dei due lavori, un album di puro country-rock texano come d’abitudine, che non mancherà di soddisfare gli estimatori del musicista di Haltom City. A differenza dei dischi precedenti After The Fire ha però una netta prevalenza di ballate rispetto ai pezzi più mossi, mentre The Wanting come vedremo è più spostato sul versante rock. Niente paura però, in quanto Jinks non ha perso la bravura di scrivere belle canzoni (spesso collaborando con altri autori, tra cui Paul Cauthen, Josh Morningstar, Larry Hooper e la moglie Rebecca Jinks), né di rivestirle con un sound robusto e vigoroso: la noia è quindi bandita in queste dieci canzoni, anche grazie alla durata contenuta dell’album (32 minuti). Cody è accompagnato da una rodata band che sa il fatto suo, che comprende Chris Claridy  alla chitarra solista, Joshua Thompson al basso (e produzione del disco), David Colvin alla batteria, il bravissimo Austin Tripp alla steel, Drew Harakal al pianoforte e Billy Contreras al violino. Un drumming potente introduce la title track, un brano cadenzato ma dal passo lento, con chitarre arpeggiate ed una melodia profonda e diretta: il suono si apre a poco a poco e la ballata si rivela di ottimo livello, grazie anche alla bella steel in sottofondo.

Ain’t A Train ha un ritmo pulsante, un dobro che lavora nell’ombra ed il pezzo procede spedito verso il refrain, che è seguito da uno spettacolare cambio di tempo sottolineato da un vibrante assolo di violino: puro rockin’ country di alto livello. Yesterday Again è uno slow elettroacustico e disteso, ancora con la splendida steel di Tripp a punteggiare la melodia ed elevare il brano dalla media, Tell’em What It’s Like è puro country texano, un lento decisamente ben eseguito e con il consueto motivo avvolgente e piacevole fin dal primo ascolto: Cody in questo album è più balladeer del solito, ma la grinta non viene di certo messa da parte. Think Like You Think è ancora uno slow cadenzato di ottima fattura, country al 100% e con un uso ispirato degli strumenti (con steel e chitarra twang in evidenza); William And Wanda è toccante, suonata benissimo e cantata ancora meglio, mentre One Good Decision movimenta il disco con un godibilissimo honky-tonk elettrico dal gran ritmo, texano fino al midollo. La delicata ed acustica Dreamed With One è quasi folk, con Cody che ci mette tutto il feeling in suo possesso, ed anche Someone To You prosegue sul tema delle country ballads evocative; il CD termina con la coinvolgente Tonedeaf Boogie, un irresistibile western swing strumentale suonato come si faceva ai tempi di Bob Wills, con assoli a ripetizione dei vari strumenti, un divertissement che chiude l’album all’insegna di ritmo ed allegria.

After The Fire ci presenta quindi un Cody Jinks diverso e più meditativo, ma non per questo meno interessante.

Marco Verdi