Cofanetti Autunno-Inverno 1. Uno Dei Più Grandi Live Album Degli Anni Settanta Si Fa In Quattro! Ramones – It’s Alive 40th Anniversary

ramones it's laive

Ramones – It’s Alive 40th Anniversary – Rhino/Warner 4CD/2LP Box Set

A grande richiesta riprende dopo il successo dello scorso anno (non è vero, ma mi piace crederlo) la rubrica “Cofanetti Autunno-Inverno”, che ci darà tante soddisfazioni nei prossimi mesi. In realtà c’è stata anche la classica “puntata zero”, o episodio pilota, che ha riguardato il box di Abbey Road, ma siccome i Beatles erano (e sono ancora) in un’altra galassia rispetto a tutti, Stones forse esclusi, non lo abbiamo fatto ricadere nella serie (mentre il Fillmore West ’71 degli Allman non rispondeva alle caratteristiche “fisiche” di un cofanetto, essendo tecnicamente un formato digipak quadruplo). Ma diamo il via alla recensione odierna.

ramones it's alive front

In questo blog non ci siamo mai occupati molto dei Ramones, ed è un peccato in quanto il quartetto originario di New York (per l’esattezza di Forest Hills, nei Queens) è stato uno dei gruppi più influenti della seconda metà degli anni settanta e la loro musica, una miscela al fulmicotone di punk e rock’n’roll condita spesso con melodie di estrazione pop, è ancora originalissima ed ineguagliata ai nostri giorni. Il nucleo originale nella loro “golden age” era formato dai fratelli “fittizi” Johnny, Dee Dee, Joey e Tommy Ramone (in realtà rispettivamente John Cummings, chitarra, Douglas Colvin, basso, Jeffrey Hyman, voce solista, e Thomas Erdelyi, batteria: non erano quindi nemmeno parenti – parlo al passato dato che sono tutti quanti passati a miglior vita), e la band  negli anni dal 1976 al 1978 diede un tremendo scossone alla scena musicale newyorkese (e non solo) con quattro album di punk-rock ad altissima velocità, al punto di guadagnarsi il soprannome di “Fast Four”:

Ramones, Leave Home, Rocket To Russia e Road To Ruin. Quattro dischi fatti di brani di inaudita potenza, ritmo e chitarre suonate a velocità supersonica per canzoni che duravano non più di due minuti (ed infatti ogni album difficilmente superava la mezzora), il tutto accompagnato però da ritornelli e coretti accattivanti e di presa immediata, influenzati dalle pop band degli anni sessanta, Beatles in testa (il cognome finto che si erano scelti i quattro era un omaggio a Paul McCartney, che quando agli inizi della carriera si registrava in incognito negli hotel usava il nomignolo Paul Ramone). Dal 2016 fino allo scorso anno la Rhino ha cominciato a ripubblicare gli LP “storici” dei Ramones in edizione deluxe, CD quadruplo con vinile allegato, ed ora è la volta di It’s Alive, primo album dal vivo ufficiale uscito originariamente nel 1979 e registrato il 31 Dicembre del 1977 al Rainbow Theatre di Londra: la nuova versione comprende il disco originale sul primo CD (e nel doppio LP), mentre negli altri tre dischetti trovano posto altrettanti concerti inediti, che si tennero le serate precedenti (quindi 28, 29 e 30 Dicembre), rispettivamente a Birmingham, Stoke-On –Trent ed Aylesbury. Quattro concerti su quattro CD? Ebbene sì, dato che i nostri come ho accennato prima suonavano canzoni brevi e ficcanti, badando al sodo e non perdendosi in assoli o improvvisazioni varie, il che rendeva ancora più infuocata la performance: pensate che l’originale It’s Alive ha 28 canzoni e dura meno di 54 minuti! Ed il disco anche a distanza di 40 anni si conferma una vera bomba, un concentrato di potenza e vigore coniugato però ad un’estrema orecchiabilità, con canzoni che entrano una dentro l’altra senza soluzione di continuità, al punto che a volte non ci si accorge che il brano è cambiato: il suono è poi migliorato alla grande, grazie alla rimasterizzazione del “mitico” Greg Calbi.

L’inizio è fulminante con l’irresistibile Rockaway Beach, un condensato di punk’n’roll di inaudita forza che continua senza sosta nella roboante Teenage Lobotomy e nella coinvolgente Blitzkrieg Bop, in assoluto uno dei loro pezzi più popolari. Le ballate i nostri non sapevano neanche cosa fossero, ed il concerto è una sorta di lunga suite elettrica che lascia senza fiato l’ascoltatore, con brani che uniscono divertimento, ritmo forsennato e chitarre in tiro come I Wanna Be Well, Gimme Gimme Shock Treatment, You’re Gonna Kill That Girl (che sembra musica beat sotto steroidi), I Don’t Care, dal riff godurioso, Sheena Is A Punk Rocker, bombastica e dal ritornello vincente. Il gruppo era anche palesemente influenzato dalla surf music, come nelle cover tutte all’insegna del divertimento e dell’energia di Surfin’ Bird (The Trashmen), California Sun (The Rivieras) e della splendida e travolgente Do You Wanna Dance (scritta da Bobby Freeman ma portata al successo dai Beach Boys). Altri titoli di brani difficili da ignorare sono la cadenzata Here Today, Gone Tomorrow, che molla un po’ la presa rivelando l’amore dei quattro per il pop dei sixties (ma il ritmo non manca), le furiose Listen To My Heart e Pinhead e le altrettanto vigorose (ma sempre con un occhio alla fruibilità) Suzy Is A Headbanger e Oh Oh I Love Her So, fino al finale ai mille all’ora di We’re A Happy Family. I concerti presenti sui tre CD inediti sono praticamente identici all’originale (le setlist sono solo più corte di un brano, Judy Is A Punk), e non ci sono grandi differenze di qualità tra le varie performance: se la cosa vi spaventa, basta che non ascoltiate i quattro dischetti uno in fila all’altro (anche se io l’ho fatto e sono ancora vivo ed in salute).

Ristampa assolutamente imperdibile (costo elevato a parte, ma si sa che i cofanetti non li regalano), specialmente se non possedete il disco originale.

Marco Verdi