Ma Quanti Ne Fa? Un Cantautore Molto Prolifico! Bill Mallonee – Amber Waves

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Bill Mallonee – Amber Waves – Self Released 2012/2013 amber-waves

Secondo i calcoli del diretto interessato, Bill Mallonee (un musicista che non riesce proprio a stare fermo un secondo), questo Amber Waves sarebbe il 50° album della sua ventennale carriera, prima con la sua storica band i Vigilantes Of Love (di cui era l’indiscusso leader), poi come solista e partecipazioni varie (considerando gli 11 EP venduti in 4 anni tramite il Web). Premessa: i Vigilantes Of Love li adoravo, erano un gruppo in costante e inesorabile crescita, sin dall’album d’esordio Killing Floor (90), seguito da Welcome To Struggleville (94), lo splendido Blister Soul (95) per ricordare la “triade” iniziale, e Bill la vera mente della formazione, è cresciuto con la musica di Kinks, Who e simili che gli ronzava nelle orecchie, ed è straordinario che oggi come allora, le sue canzoni siano ricche di “riffs” secchi, chitarre brillanti, armonie pop, per brani pensati e arrangiati nella tipica chiave rock e che puntualmente si riscontrano anche in questo ultimo lavoro dopo The Power & The Glory dello scorso anno (che ho recensito su queste pagine virtuali bill+mallonee). Con Mallonee chitarra e armonica, suonano nel disco Bert Shoaff al basso in Break In The Clouds, Nathan Wall al piano elettrico e i suoi fidati compagni di merende, Jake Bradley e Kevin Heuer (la sezione ritmica dei V.O.L.), mentre Muriah Rose collabora nei testi e negli arrangiamenti.

Amber Waves si presenta subito con la title track che è un gran ballata tesa, e prosegue con To The Nines che sembra uscita dai solchi di Phychedelic Pill di Neil Young & Crazy Horse, e siamo solo all’inizio. One Kiss At A Time è più normale, mentre Faith (Comes Soaked in Gasoline) si muove su terreni cari ai riformati Jayhawks. Con Long Since Gone il tono si fa più intimistico, brano che si sviluppa su un tappeto di chitarre acustiche, e poi a seguire Pillow Of Stars un country-rock cadenzato dal ritornello orecchiabile, mentre It Was Always Autumn In My Heart è forse il brano più “normale”. Si riparte con l’ariosa Once Your Heart Gets Broken, che piacerebbe di sicuro a Tom Petty, cui fa seguito una folkeggiante Yeah, Yeah, Yeah, dall’andamento incalzante, mentre Break In The Clouds si snoda su un accompagnamento molto classico, chitarra, organo, basso e batteria pulsante. Si torna dalle parti di Young con What You Take & What You Leave e Walking Disaster, cui fa seguito una splendida Into God Knows What, una ballatona affascinante, dove chitarra e piano dispensano note di pura goduria. Si chiude con la riproposta di Yeah, Yeah, Yeah fatta in una versione alternata.  

Anche se i Vigilantes Of Love si sono sciolti nel 2001, Bill ha continuato a scrivere, cantare e suonare la sua musica, e molte delle sue canzoni sono concentrate sulla sua fede cristiana e la sua famiglia, e sarebbe un peccato non dare il giusto credito a questo autore, inserito dalla rivista musicale Paste nella loro Top 100 dei più grandi songwriters viventi, al 65° posto.

Tino Montanari

NDT: Si accettano scommesse sull’uscita entro l’anno del 51° album di Bill Mallonee !!!