Tra Country-Rock E Psichedelia, Un Brillante E Creativo Tuffo Nel Passato! Rose City Band – Summerlong

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Rose City Band – Summerlong – Thrill Jockey

Rinviato nella sua versione fisica per le note problematiche legate al Covid, ma disponibile da qualche tempo nella versione download, ecco Summerlong il nuovo album, il secondo in meno di un anno, per la Rose City Band. Se il nome non vi dice nulla si tratta del side project, del progetto parallelo se preferite, di Ripley Johnson, leader dei Wooden Shjips, con cinque album all’attivo, una delle band contemporanee più importanti nell’ambito neo psichedelico della Bay Area, anche se magari più orientati a tratti verso un suono sperimentale che fonde per certi versi Grateful Dead, Doors e soci, a Velvet Underground, Kraut Rock e gruppi più sperimentali: Johnson ha anche un’altra band, il Moon Duo, che a sua volta ha già pubblicato ben sette lavori, quindi sicuramente non è un personaggio poco prolifico o soggetto a blocchi creativi.

La Rose City Band si rivolge comunque quasi con devozione sempre al suono dei Grateful Dead, magari però quelli più languidi e con forti componenti country, folk e West Coast di Workingman’s Dead, come anche ai New Riders Of The Purple Sage e altri viaggiatori cosmici, con pedal steel guizzanti, mandolini e chitarre acustiche, nonché cori celestiali e deliziosi, come nella bellissima e malinconica, pur se mossa e brillante, iniziale Only Lonely, una piccola perla country-rock. Johnson suona tutti gli strumenti, a parte la batteria affidata a John Jeffrey, socio di Ripley anche nei Moon Duo. Empty Bottles rallenta i ritmi ma rimane sempre in questi territori dove i suoni del Laurel Canyon rimangono la stella polare di Johnson, con acustiche ed elettriche che si muovono felpate, quasi narcolettiche nel loro dipanarsi, a parte nel finale strumentale dove le elettriche anche in modalità wah-wah inscenano una breve e brillante jam.

Modalità improvvisativa che rimane anche nella successiva Real Long Gone, un altro brano spedito tra country e rock and roll, dove Johnson si sdoppia alle chitarre per un pezzo ancora assai godibile e che ricorda il country cosmico dei primi anni ‘70. Floating Out è una solenne ballata dove si apprezza anche il gusto per la melodia del buon Ripley, in grado di maneggiare perfettamente pure questa materia senza dimenticare le derive psych sempre presenti nei suoi album, mentre la breve Morning Light ricorda appunto i Dead di Workingman’s Dead o i New Riders, tra incroci sublimi di pedal steel e chitarre elettriche. Reno Shuflle viceversa è uno dei pezzi più vicini allo stile dei Wooden Shjips, dopo un inizio sempre in territori country, nella parte successiva si torna alle lunghe jam chitarristiche da sempre marchio di fabbrica della band, e anche Wee Hours mantiene questo spirito alla Grateful Dead con le chitarre libere di galleggiare in pieno trip psichedelico, tra profumi di patchouli, barbe e capelli lunghi, quelli di Ripley Johnson, che sembra veramente un figlio illegittimo di Jerry Garcia, anche sul lato artistico, parliamo di un brano veramente splendido, che senza soluzione di continuità poi si riversa nelle volute ancora più intricate dell’altrettanto intrigante Wildflowers.

Tanta “nostalgia” quindi tra i solchi virtuali di questo Summerlong, ma anche tanta buona musica. Esce domani 17 luglio.

Bruno Conti