Toh…Un Altro Live Della Band Americana (Che Annuncia Finalmente Il Nuovo Album)! Blue Oyster Cult – 45th Anniversary Live In London

blue oyster cult live in london

Blue Oyster Cult – 45th Anniversary Live In London – Frontiers CD/DVD

Prosegue senza interruzioni quello che ho personalmente ribattezzato “The Year Of The Oyster”, cioè la massiccia campagna di rilancio dei Blue Oyster Cult, storico gruppo rock newyorkese degli anni settanta/ottanta, a cura dell’etichetta nostrana Frontiers. Da gennaio ad oggi la label napoletana ha infatti pubblicato ben tre album live inediti della famosa band (Hard Rock Live Cleveland 2014, Agents Of Fortune Live 2016 e IHeart Radio Theater NYC 2012), oltre a ristampare i loro due ultimi dischi di studio Heaven Forbid e Curse Of The Hidden Mirror. Oggi vi parlo del quarto album dal vivo inedito dei nostri uscito da pochi giorni (e non è finita, in quanto dovrebbe essere in programma anche un quinto live, registrato in Germania nel 2016, e la ristampa di A Long Day’s Night del 2002, tanto per cambiare inciso on stage), ma prima vorrei spendere due parole sul fatto che il gruppo di Eric Bloom e Donald “Buck Dharma” Roeser, unici due membri originali ancora presenti, ha finalmente annunciato il tanto atteso nuovo disco di inediti, che uscirà in ottobre (al momento non c’è una data precisa), si intitolerà The Symbol Remains e conterrà le seguenti canzoni:

1.”That Was Me”
2. “Box in My Head”
3. “Tainted Blood”
4. “Nightmare Epiphany”
5. “Edge of the World”
6. “The Machine”
7. “Train True (Lennie’s Song)”
8. “The Return of St. Cecilia”
9. “Stand and Fight”
10. “Florida Man”
11. “The Alchemist”
12. “Secret Road”
13. “There’s a Crime”
14. “Fight”

Ma come dicevo poc’anzi, oggi mi occupo di 45th Anniversary Live In London, registrazione di un concerto del 17 giugno 2017 all’Indigo At The 02 Theatre in cui il quintetto (oltre a Bloom e Roeser abbiamo Richie Castellano alla chitarra e tastiere, Danny Miranda al basso e Jules Radino alla batteria) celebra appunto le quattro decadi e mezza del loro album d’esordio, l’omonimo Blue Oyster Cult, suonandolo per intero ed aggiungendo alla fine una manciata di classici. Blue Oyster Cult, l’album, diede il via nel 1972 in maniera eccellente alla carriera del gruppo (ed anche alla cosiddetta “Black & White Trilogy”, così chiamata per l’uniformità cromatica delle copertine dei primi tre dischi) all’insegna di un hard rock estremamente elegante ma grintoso al tempo stesso, canzoni dirette e chitarristiche contraddistinte in gran parte dai testi letterari tra l’horror ed il fantascientifico dello scrittore Sandy Pearlman. Questo show londinese del 2017, presentato sia in versione audio che video, vede i BOC in ottima forma rilasciare una performance decisamente energica e coinvolgente (e l’incisione è spettacolare), al punto da convincermi ad affermare che siamo forse di fronte al migliore tra i quattro live inediti usciti finora nel 2020.

Tra le dieci canzoni dell’album del 1972 ci sono almeno due brani che negli anni sono diventati dei classici dei nostri, e cioè la bellissima rock ballad Then Came The Last Days Of May, qui presente in una sontuosa versione che aggiunge sette minuti ai tre e mezzo dell’originale e che vede una formidabile prestazione chitarristica di Roeser, e la trascinante Cities On Flame With Rock And Roll, anch’essa dilatata a più di sei minuti. Ma tutto l’album brilla in questa eccellente rilettura, dall’apertura potente di Transmaniacon MC alla ruspante e sanguigna I’m The Lamb But I Ain’t No Sheep, passando per il notevole boogie Stairway To The Stars, il rock’n’roll sotto steroidi di Before The Kiss, A Redcap, la guizzante Screams e la divertente e “poppeggiante” She’s As Beautiful As A Foot. Il tributo al debut album dei nostri si chiude con la cadenzata ed orecchiabile Workshop Of The Telescopes e con la fluida e tersa Redeemed; come bis, dopo il consueto tour de force chitarristico della strepitosa Buck’s Boogie, abbiamo i due pezzi più noti dei BOC, ovvero Godzilla e (Don’t Fear) The Reaper (gran bella versione, altri sette minuti), ed un finale a tutto hard rock con le vibranti Tattoo Vampire e Hot Rails To Hell.

Come avrete capito l’appuntamento periodico con i Blue Oyster Cult sarà una costante anche per la restante parte del 2020, e quindi…alla prossima!

Marco Verdi

Una Delle Ristampe Del 2013 (Anche Se Manca Un Disco)! The Clash – Sound System

clash_soundsystem.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The Clash – Sound System – Sony Legacy Box Set 11CD/1DVD

Vengo subito al punto: il disco mancante è Cut The Crap, l’ultimo album, uscito nel 1985, dei londinesi Clash, disco rinnegato da tempo dagli ex componenti del gruppo (e non soltanto perché c’erano solo due membri originali), e perfino tolto dalla loro discografia ufficiale.

Ma si sa, il fan completista la vede in maniera diversa, e quindi io penso che per questa volta, dato che comunque il leader Joe Strummer faceva parte di questo ultimo album (quindi non si possono fare paragoni con i dischi dei Doors senza Jim Morrison o dei Velvet Underground di Doug Yule), si potesse fare un’eccezione. Ma poi scopro che il curatore del box è Mick Jones (cioè uno dei due assenti in Cut The Crap, l’altro era il batterista Topper Headon) e allora comincio a darmi delle risposte.

A parte questi discorsi da maniaco, Sound System è indubbiamente, come da titolo del post, una delle ristampe dell’anno, in quanto presenta l’opera (quasi) omnia dei Clash, con in più un triplo CD ed un DVD di rarità, il tutto corredato da una splendida confezione a forma di ghetto blaster (o boombox, insomma lo stereo “da passeggio” tipico degli anni ottanta), pieno di gadgets e cosucce varie che delizieranno sia i neofiti che i fans della prima ora (imperdibile il poster contenuto in un tubo rappresentante una maxi-sigaretta).

(NDM: per chi ha meno soldi da spendere e meno spazio sugli scaffali la Sony ha previsto anche il mini-box 5 Albums Studio Set, che contiene soltanto la discografia ufficiale nuda e cruda, e The Clash Hits Back, un’antologia su due CD).

Non credo certo di dovervi dire qua chi erano i Clash: troppo frettolosamente bollati come gruppo punk, il quartetto formato da Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Nicky “Topper” Headon furono una delle band cardine degli anni a cavallo tra settanta ed ottanta, e la loro musica andava ben oltre il punk degli esordi, toccando rock, reggae, rock’n’roll, rap e dub, il tutto accompagnato a testi corrosivi, ironici, spesso polemici o politicamente impegnati, ed una scarsa, per non dire nulla, predisposizione al compromesso.

Sound System ripercorre quindi la carriera dei Clash passo dopo passo, con tutti i CD in una elegante confezione a libretto che rispecchia gli album originali (quindi London Calling è un doppio CD, Sandinista! un triplo), rimasterizzati in maniera davvero spettacolare.

Si va quindi dall’omonimo esordio The Clash, ancora grezzo e questo sì, chiaramente punk, a Give ‘em Enough Rope, con la produzione più rotonda e rock ad opera di Sandy Pearlman (già mentore dei Blue Oyster Cult), al mitico London Calling, il loro capolavoro, uno dei dischi più influential (come dicono gli anglosassoni) degli anni settanta, all’ambizioso Sandinista!, che se invece di triplo fosse stato doppio poteva stare sullo stesso livello del precedente, a Combat Rock, il loro album più venduto, grazie anche a brani come Should I Stay Or Should I Go e Rock The Casbah.

Il triplo CD di extra contiene tutta una serie di sciccherie miste, come i singoli non finiti su album, i lati B, gli EP The Cost Of Living e Capital Radio, diverse outtakes e versioni alternate e, nel terzo dischetto, le loro prime due sessioni di registrazione del 1976, che mostrano un gruppo ancora acerbo ma con una grinta ed una voglia di spaccare il mondo da paura, e sei brani dal vivo al Lyceum di Londra nel 1978.

Il DVD mostra invece interviste inedite, quattro pezzi live del 1977 alla Sussex University, filmati mai visti girati da Don Letts e Julian Temple, oltre a tutti i videoclip ufficiali.

(NDM , part 2: la versione su ITunes del box include anche i due live albums postumi, Live At Shea Stadium e From Here To Eternity, ma certo che chi lo acquista sulla piattaforma della Apple si perde la confezione…).

In pratica, se non avete nulla o poco dei Clash, questo è un cofanetto imperdibile, se avete tutto…fateci lo stesso un pensierino, in quanto è rimasterizzato veramente alla grande.

Marco Verdi

Peccato Averlo Già! Una Fantastica Ristampa! The Dream Syndicate – Medicine Show

dream syndicate medicine show.jpg

 

 

 

 

 

 

 

The Dream Syndicate – Medicine Show – Water 2010

Per chi non lo possedesse già (io sono fortunato possessore del CD originale A&M uscito nel 1984, autografato da Steve Wynn) questo è uno dei dischi imprescindibili degli anni ’80.

Rock chitarristico tra psichedelia “vecchia e nuova” e una manciata di canzoni scritte col vetriolo. Con l’aggiunta di 5 tracce dal vivo che facevano parte di This Is Not The New Dream Syndicate Album…Live! Non dovrebbe mancare in nessuna discoteca che si rispetti.

Un breve reminder ma, per chi vuole approfondire, giustamente, ne hanno parlato tutte le riviste specializzate.

Bruno Conti