Dan Stuart Speaks – 1

Dan.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Eccoci qua, come promesso. Intervista con Mr. Dan Stuart, tramite i buoni auspici del suo compagno di avventure negli Slummers, Antonio Gramentieri, produttore, musicista e chitarrista di grande pregio che aveva apprezzato quanto scritto dal sottoscritto in merito al loro disco Love Of The Amateur ( e, che volendo vi potete leggere o rileggere qui peccato-non-parlarne-slummers-love-of-the-amateur.html) e che mi ha messo in contatto con Dan, poi da cosa nasce cosa e gentilmente ha risposto ad alcune domande che gli ho posto. Il resoconto completo dovrebbe uscire nel numero di ottobre del Buscadero ma per i lettori del Blog una piccola anticipazione della parte iniziale dell’intervista.

Per motivi di fascino ho lasciato sia la parte inglese che la traduzione in italiano (mentre sulla rivista per motivi di spazio sarà, ovviamente, solo in italiano). Quello che parla bene l’inglese naturalmente è il sottoscritto, mentre l’altro è un modesto comprimario. Purtroppo scherzo, con lui mi sono già scusato, mi scuso anche con chi leggerà questa intervista in inglese, ma vuoi mettere l’internazionalità e l’immediatezza del tutto.

Una piccola chicca che vi anticipo è che gli slummers (minuscolo, visto che preferiscono così) sono già in studio a registrare il nuovo album, ma la promozione per quello attuale prosegue.

Un’ultima cosa, dato che l’intervista è un work in progress e ci sono ancora alcune settimane prima che il prossimo numero vada alle stampe se avete nel frattempo qualche domanda o curiosità che volete che io porga a Dan Stuart mettetele pure nei commenti a questo post ed io proverò a girargliele, poi vedremo se gentilmente (ma credo di sì, visto che siamo rimasti in contatto e ci scambiamo link su nuovi musicisti) vorrà rispondere. Chiaramente non sapendo le altre domande che gli ho fatto dovete un po’ tirare ad indovinare ma poi provvede il sottoscritto a fare un riassunto, quindi procediamo pure:

<< Let’s begin with the beginnings or we start from the end?

Cominciamo dagli “inizi” o partiamo dalla fine?

Life is uncertain, eat dessert first..

.La vita è incerta, mangiamo il dessert per cominciare

…<< Some curiosity for starting out. Where you live at the moment and are you still involved as an editor with the Brinkmag? It’s that you day job or have you found out something else?

Qualche curiosità per cominciare. Dove vivi al momento e sei ancora coinvolto come “editore” con il sito Brinkmag? E’ il tuo lavoro attuale oppure hai trovato qualcos’altro da fare?

You can put a fork in the Brink. The age of free content has brought us first rate mediocrity, and I’m being kind. I live on “Satan” Island, the forgotten borough of New York City. I live in Jimmy Knepper’s old house, pretty much on the harbor. Knepper played trombone in Charlie Mingus’ band.  Knepper’s Puerto Rican common law wife was friends with Pete Seeger. Pete’s sailboat used to dock down below and she would bring him homemade pies. Up the street from me is the very tough neighbourhood of Park Hill where Wu Tan Clan came out of, now it’s full of West Africans, you can buy smoked bush meat in the delis. As for work, I’m just another starving writer…

“Puoi infilare una forchetta sul Bordo” (Nda. Ogni tanto il buon Dan non può trattenere la sua ironia e amarezza e ci regala qualche battuta e perla di saggezza che nella traduzione in italiano si perdono un poco). Questa epoca di contenuti liberi ci ha regalato anche mediocrità di prima categoria e sono molto gentile. Vivo a “Satan” Island nei sobborghi di New York City, Nella vecchia casa che fu di Jimmy Knepper, praticamente vicino al porto. Knepper suonava il trombone nella band di Charles Mingus. La compagna (convivente) Portoricana di Knepper era amica di Pete Seeger. La barca di Pete era ormeggiata nel molo vicino e lei spesso gli portava delle torte fatte in casa. All’altro lato della strada dove vivo c’è il vicinato tosto di Park Hill da dove sono usciti i Wu-tang Clan, ora è pieno di Africani Occidentali, puoi comprare carne affumicata di animali selvatici nelle bancarelle.
Riguardo al lavoro al momento sono un “autore affamato in difficoltà”…

<< The second is a consequence. You’ve said that, at the moment, you’re an amateur musician, what’s changed over the years? And are you’re still happy with music, touring, promotion and all the usual suspects?

La seconda domanda è una conseguenza della prima. Hai detto che al momento sei un musicista “dilettante”, cosa è cambiato con lo scorrere del tempo? Sei ancora felice della solita trafila, musica, tournée, promozione, le solite cose?

An amateur in the classic sense, doing things out of love and passion, for their own reward.  JD feels the same. In the slummers, he doesn’t produce, doesn’t engineer, he just writes, sings and plays along with me. Two middle aged kids. We’re too old to care about things like “success”, I never enjoyed it when I had it anyway. We’ll tour at the drop of a hat, we really want to play more shows. We both are trying to reach back to why it all mattered in the first place.

Un dilettante nel senso più nobile del termine, facendo le cose per amore e passione, per quello che ti regalano. JD (Foster. Nda) la pensa allo stesso modo. Negli “slummers”, non produce, non fa l’ingegnere del suono, scrive I brani, canta e suona con me. Due bambini di mezza età. Siamo troppo vecchi per curarci di cose come il “successo”, che non ho mai goduto neppure quando lo avevo, comunque. Siamo pronti a partire in tour in un batter d’occhio, vorremmo fare molti più concerti. Stiamo entrambi cercando di tornare al perché tutto era importante all’inizio.

<< I’ve read in an interview that you have, if counts are rights, a 12 year old kid. Which kind of father are you and which kind of music he loves? And, that’s very, very important, he likes your music, that it’s not the typical 12 years old kids music (even if I hoped and still hope that it will be)?

Ho letto in una intervista che hai, se ho fatto I conti giusti, un figlio di dodici anni. Che tipo di padre sei per lui e che tipo di musica gli piace? E, questo è molto, molto importante, gli piace la tua musica che non è proprio quella per ragazzini di 12 anni (anche se, per il sottoscritto, dovrebbe essere così)?

Well he’s a much better musician than me, he gets that from his Andalucian grandfather. We recently went to see my old friend and bandmate Jack Waterson play drums for the “Black Dynamite Sound Orchestra” and after the gig Jack gave him the drum set! Pretty cool for a 12 year old, no? I’m a good father in the sense that he knows how to bodysurf, how to wing a Frisbee or hit a baseball. As for music, he likes a lot of the modern punk stuff that I like to remind him is not punk rock at all. He can’t say much to that since I’m a 1977 veteran. We talk a lot about John Bonham’s drumming versus Charlie Watts or whoever, you know, musician talk. Our current car’s stereo has only one side working so we’re only getting half the stereo mix on a lot of old classic rock stuff… I love that, don’t even want to fix it. I tell him he’s gonna grow up and mix records like that… just like Brian Wilson being deaf in one ear!

Beh, intanto è un musicista molto più bravo di me e gli viene dal nonnno Andaluso. Recentemente siamo andati a vedere il mio vecchio amico Jack Waterson suonare la batteria per la “Black Dynamite Sound Orchestra” (Nda. Non Conosco ma investigherò, come altri nomi che farà più avanti nell’intervista) e dopo il concerto Jack gli ha dato la batteria. Non male per uno di 12 anni? Sono un buon padre nel senso che conosce come fare del Surf, lanciare un frisbee o colpire una palla da baseball. Per quello che riguarda la musica, gli piace un casino il punk moderno e mi piace ricordargli che non si tratta di punk rock per niente. Non può dirmi nulla visto che sono stato un veterano del punk nel 1977. Parliamo molto del modo di suonare la batteria di John Bonham confrontato con quello di Charlie Watts o chiunque altro, capisci, dialogo tra musicisti. Lo stereo della nostra macchina attuale ha solo un canale che funziona così sentiamo solo metà del missaggio stereo del vecchio materiale rock. E devo dire che mi piace, non vorrei neppure farlo riparare. Gli dico che quando sarà grande dovrà mixare i dischi così…come Brian Wilson che era sordo da un orecchio!

Come direbbe il baffuto, il resto è vita.

Bruno Conti

Peccato Non Parlarne!The Slummers – Love Of The Amateur

slummers.jpg

 

 

 

 

 

 

 

The Slummers – Love Of The Amateur – Blue Rose Records

Sono stato alla finestra un po’ di giorni: mi sono detto, ne parlerà qualcuno, è troppo bello per tacerne, e invece, passa un giorno, passa l’altro e non succede nulla, quindi è d’uopo parlarne e in termini più che favorevoli.

Di cosa si tratta innanzittutto?

E’ il nuovo gruppo di Dan Stuart, l’ex leader dei Green on Red, ma dire così è riduttivo, in effetti si tratta di una joint venture italo-americana con Stuart che viene affiancato dal produttore e musicista JD Foster, qui in veste di musicista e cantante (sorprendente), i due compongono musica e parole, suonano le chitarre e si fanno accompagnare dal batterista e percussionista Diego Sapignoli e dal polistrumentista e produttore di questo disco Antonio Gramentieri, che rappresentano il lato italiano di questa formazione.

A parte Stuart che tutti conoscono oltre che per i Green On Red per il progetto Danny And Dusty, gli altri, due parole le meritano: JD Foster in Italia è conosciuto soprattutto per avere prodotto Da Solo di Vinicio Capossela, ma ha collaborato anche con Calexico, Richmond Fontaine, Richard Buckner, Giant Sand, Green On Red, gli italiani Second Grace di cui ha prodotto il secondo album in uscita a dicembre e tanti altri musicisti di qualità. Diego Sapignoli suona in molti dei progetti di Antonio Gramentieri, Slummers inclusi, mentre quest’ultimo ha suonato la chitarra (e altro) con una miriade di musicisti, Howe Gelb, Steve Wynn, Chris Cacavas, Hugo Race, Kellie Rucker oltre a gran parte di quelli citati per Foster. Inoltre ha prodotto questo Love Of The Amateur.

Il sound è quanto di più eclettico ci si possa aspettare: partendo da un fondo di roots e Americana, si toccano un po’ tutti i generi dello scibile rock.

Dal rock chitarristico e dissonante dell’iniziale Rift valley evolutionary blues dove Dan Stuart estrae dall’ugola una tonalità veramente “nasty” quasi alla Beefheart, le chitarre ululano e i ritmi sono feroci, nel battito di un ciglio si passa alla melodica Lost One Out dove i Beatles psichedelici ma a guida Harrison incontrano la musica pop in uno strano connubio futuribile ma rivolto ai suoni del passato, non si è capito? Una bella canzone pop molto melodica ma anche raffinata, va bene così?

East Broadway è una bella ballata malinconica, molto coinvolgente, U2 anni ’80, One Tree Hill ma con Neil Young alla voce, evocativa e di grande qualità. In questi brani, come nella successiva All About You, canta anche Jd Foster, ma dove l’avevano tenuto nascosto tutti questi anni, bravissimo! Tra l’altro All About You è un’altra ballata alt-country di una bellezza stravolgente.

Bowery Boy con un riff alla Keith Richards era Exile ci riporta al Dan Stuart più ribaldo dell’era Green on Red, con un vibrafono per sovrappiù ma le chitarre dominano sgraziate e distorte come rock comanda. Tell Me I’m Crazy è il più bel pezzo psichedelico che Tom Petty non abbia mai scritto, armonie vocali celestiali, morbidezze pop deliziose, chitarre in excelsis, una piccola goduria sonora.

Ironbound, acustica e pastorale sempre con la bella voce di Foster in evidenza è un ottimo esempio del folk desertico frequentato anche da Calexico e Giant Sand, molto raffinata e delicata. Who knows fa rivivere il vecchio suono Paisley Underground a sua volta figlio della psichedelia californiana dei Quicksilver, pane per i denti di un Dan Stuart di nuovo ispirato e che nella gagliarda Bread And Water addirittura riesuma il migliore spirito sonoro dei gloriosi Green On Red, al top della loro forma. In mezzo, Jd Foster ci regala un’altra perla di psichedelia pop sognante con l’ottima Finally… dagli arrangiamenti raffinatissimi.

Another Manhattan è una ballata notturna vagamente jazzata non particolarmente memorabile mentre la conclusiva Waiting For You mi pare il brano migliore di un album già di notevole consistenza, un gran finale con un brano ancora una volta dalle melodie avvolgenti e memorabili.

Una bella sorpresa, un peccato non comprarlo.

Bruno Conti