Un Gradito Ritorno Da Parte Di Un Vecchio Amico. Jesse Colin Young – Dreamers

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Jesse Colin Young – Dreamers – BMG CD

La fama di Jesse Colin Young, cantautore originario di New York ma californiano d’adozione, sarà per sempre legata alla stupenda Get Together, inno pacifista scritto da Chet Powers e portato al successo nel 1966 dagli Youngbloods, gruppo del quale Jesse era all’epoca leader.  Pensavo che Young (nato Perry Miller) si stesse ormai godendo una meritata pensione alle Hawaii, dove si è trasferito da diversi anni per coltivare piantagioni di caffé (dopo che la sua casa californiana bruciò in un tremendo incendio nel 1995) e per curarsi dalla malattia di Lyme, un morbo di origine batterica per fortuna curabile che provoca continui eritemi della pelle, infezioni o lesioni. Il suo ultimo album, il dimenticato Celtic Mambo, risale ormai al 2006, ma Young non ha ancora voglia di appendere la chitarra al chiodo, e con questo nuovissimo Dreamers ha voluto regalarci quella che potrebbe essere  la sua ultima testimonianza, 14 canzoni tra brani nuovi e rifatti che ci mostrano un artista ancora in sorprendente forma. Jesse, quasi 78 anni portati splendidamente (nonostante i lunghi capelli ed i folti baffi neri siano ormai un ricordo), ha ancora la stessa voce di un tempo, e non ha assolutamente perso il suo tocco: forse non è mai stato un fuoriclasse all’altezza dei grandi nomi del cantautorato mondiale, ma un musicista sincero, serio e preparato questo sì, e Dreamers è con tutta probabilità il suo miglior lavoro solista dagli anni settanta in poi.

Young non è uno che si arrende facilmente, ha ancora voglia di scrivere canzoni di attualità come ai vecchi tempi, ed in questo disco c’è più di un esempio in tal senso (come They Were Dreamers, dedicato ai figli degli immigrati clandestini rimpatriati dall’amministrazione Trump, o For My Sisters, ispirato al movimento femminista MeToo). Jesse si fa accompagnare da una band di giovani musicisti diretti dal figlio Tristan Young (che suona il basso), in cui spiccano Aleif Hamdan alla chitarra solista, Jenn Hwan Wong al piano ed organo e Donnie Hogue alla batteria, con in più un ospite del calibro di Colin Linden presente in tutte le canzoni tranne tre. E se vi aspettate un tipico disco da cantautore, voce, chitarra e poco altro (che pure sarebbe stato ben accetto) dovete riformulare il vostro pensiero, in quanto Dreamers è un disco di puro pop-rock di stampo californiano dal suono elettrico e pimpante, in alcuni casi decisamente rock, ma caratterizzato comunque dalla indiscutibile classe ed esperienza del leader. Cast A Stone fa iniziare il CD in maniera grintosa e potente, direi sorprendente per uno che da anni non metteva piede in uno studio: brano rock elettrico e coinvolgente con più di un elemento folk e sapori d’Irlanda, grazie anche al violino suonato da Rhiannon Giddens (che però non canta). Shape Shifters è pure meglio, una rock song distesa e fluida, sfiorata dal blues ed impreziosita dalla slide di Linden (ed un ottimo assolo da parte di Hamdan), e Jesse che canta con la sua famosa voce vellutata ma con piglio deciso.

Walk The Talk è un pop-rock cadenzato dal sapore californiano e con ottimi intrecci chitarristici, anch’esso servito da un motivo di quelli che piacciono al primo ascolto. For Orlando è una ballata sofisticata e raffinata strumentata con gusto e che profuma ancora di California lontano un miglio, Take Me To The River è pop-rock di classe, ricorda certe cose del David Crosby meno etereo e più diretto e si ascolta con piacere, They Were Dreamers è uno slow pianistico dal motivo toccante, sempre sostenuto da una strumentazione vigorosa alle spalle. Cruising At Sunset è un pezzo ritmato e delizioso tra blues e jazz, ben suonato e con un bel piano elettrico, Lyme Life uno scintillante folk-rock in cui Jesse affronta con leggerezza l’argomento della malattia che lo affligge, ed è tra le più belle del lavoro (solo a me qui ricorda Ian Hunter?) https://www.youtube.com/watch?v=1MVnJFixl1A , mentre Here Comes The Night (Van Morrison non c’entra) vede il nostro ancora alle prese con un pop-rock diretto e vibrante. For My Sisters è una rock ballad sontuosa e melodicamente impeccabile (e Jesse canta benissimo), While Texas Is Drowning è uno splendido slow tra country ed un pizzico di soul, con la partecipazione in duetto di Rosanne Cash https://www.youtube.com/watch?v=9Q84WjqwamY , One More Time è invece una rock’n’roll song coinvolgente ed orecchiabile. Il CD si chiude con la tenue ed acustica On And On e con Look Over Yonder, trascinante rock-blues che curiosamente ha un attacco identico a quello di Proud Mary.

Sinceramente mi ero un po’ dimenticato di Jesse Colin Young, ma per fortuna lui non si è dimenticato di noi: bentornato.

Marco Verdi