“Nuovi” Dischi Live Dal Passato 5. Good Old Boys – Live: Drink Up And Go Home

good old boys

Good Old Boys – Live: Drink Up And Go Home – RockBeat 2CD

E’ ben noto che Jerry Garcia non amasse starsene con le mani in mano, e anche quando era in pausa dai Grateful Dead riusciva a trovare il tempo per suonare ed incidere con altri musicisti, fossero essi Merl Saunders, Howard Wales, i New Riders Of The Purple Sage, gli Old And In The Way o più semplicemente quando era a capo della Jerry Garcia Band, sia acustica che elettrica. Un episodio meno conosciuto della carriera del chitarrista californiano è però quello dei Good Old Boys, un gruppo estemporaneo a carattere bluegrass guidato da David Nelson, leader dei già citati New Riders Of The Purple Sage, e dal fenomenale mandolinista Frank Wakefield, ai quali Jerry produsse l’unico album, Pistol Packin’ Mama, inciso nel ranch del drummer dei Dead Mickey Hart e pubblicato nel 1976. Prima di quel disco però i Good Old Boys fecero qualche serata in piccoli locali, non una vera e propria tournée ma pochi concerti in posti selezionati, dove alla chitarra di Nelson ed al mandolino di Wakefield, si univano il violinista Brantley Kearns, già con David Bromberg ed in seguito con Dwight Yoakam e Marty Stuart, il bassista Pat Campbell e lo stesso Garcia al banjo (e tutti quanti cantavano anche, come nella vera tradizione della mountain music).

Ora esce per la RockBeat un documento che non esiterei a definire eccezionale, cioè un live registrato dai nostri nel 1975 al Margarita’s Cantina di Santa Cruz in California da John Cutler utilizzando un registratore a due piste appartenente a Owsley Stanley (il mitico sound engineer meglio noto come “Bear”): Live: Drink Up And Go Home è un doppio CD inciso in maniera decisamente buona e godibile dalla prima all’ultima canzone, un documento ripeto notevole perché ha il merito di farci ascoltare una band durata pochissimo. Il repertorio è composto quasi unicamente da cover, siano essi brani tradizionali o appartenenti ai songbook di leggende del bluegrass (e non solo) come Bill Monroe, Roy Acuff, Kitty Wells, i McCoury Brothers, la Carter Family, Flatt & Scruggs, Jimmie Rodgers, Charlie Poole e gli Everly Brothers. Musica gioiosa, fatta per il piacere di suonare, spontanea, con qualche imperfezione tecnica ma vera, reale, non costruita. Prendete l’iniziale Ashes Of Love, si percepisce la voglia di suonare del quintetto e di dare il meglio, non importa se qualcuno a volte stona, sbaglia un’entrata o perde una battuta: il pubblico lo capisce e si lascia coinvolgere senza problemi. Deep Elem Blues la facevano anche i Dead (ma qui non canta Garcia), un bluegrass che più tradizionale non si può, con assoli continui tra i quali spiccano banjo e mandolino; Dim Lights, Thick Smoke (And Loud Loud Music) è un classico del country che hanno fatto in cento, ed i nostri la propongono in maniera rilassata e fluida, facendo risaltare la nota melodia.

Non sto a citare tutti i 24 pezzi della raccolta, mi limito a segnalarne alcuni lasciando a voi il piacere di scoprire il resto: la lenta I’ll Never Make You Blue, con un fantasmagorico Wakefield, la deliziosa She’s No Angel, una monumentale Wildwood Flower (sentite come suonano), l’irresistibile Long Gone, con Jerry che strimpella il banjo come se non ci fosse domani, una saltellante versione del superclassico T For Texas, i bluegrass-gospel Jerusalem Moan ed il gran finale con la famosa Orange Blossom Special, quasi sei minuti tiratissimi all’insegna del ritmo e con il mandolino di Wakefield suonato in maniera incredibile. Lo stesso Wakefield porta in dote due brani scritti da lui, Jesus Loves His Mandolin Player e New Camptown Races, due strumentali in cui il suo strumento è letteralmente in trance agonistica. Anche Garcia ha i suoi momenti: canta da solista nella splendida All The Good Times (una hit per Flatt & Scruggs) e nella pura e limpida Drink Up And Go Home, e si scatena al banjo nello strumentale di Roy Acuff Fireball Mail, una forza della natura. In uno degli ultimi post ho bacchettato la RockBeat, rea di aver fatto la “furba” con il live Late At Night di Mike Bloomfield, ma per questa doppia testimonianza dei Good Old Boys non posso che farle i complimenti.

Marco Verdi

“Nuovi” Dischi Live Dal Passato 5. Good Old Boys – Live: Drink Up And Go Homeultima modifica: 2019-02-13T20:58:42+01:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo