85 E Non Sentirli: Il Suo Miglior Album Da Oltre 40 Anni. John Mayall – Nobody Told Me

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John Mayall – Nobody Told Me – Forty Below Records

John Mayall a novembre ha compiuto 85 anni, ma sembra non avere alcuna intenzione di chiudere la sua carriera: da qualche anno, più o meno in coincidenza con il 70th Birthday Concert, dove a festeggiare con lui l’avvenimento c’erano Eric Clapton e Mick Taylor, due dei suoi “alunni” preferiti nei Bluesbreakers, il musicista di Macclesfield, ha ripreso – ma aveva mai smesso? Sì, direi dalla metà anni ’70 e per buona parte degli ’80 – a macinare dischi di buona fattura, e soprattutto dal 2014, anno in cui ha firmato con la Forty Below Records, l’etichetta di Los Angeles fondata da Eric Corne (che produce con Mayall, anche questo Nobody Told Me), sta pubblicando una serie di album di buona fattura, inframmezzati anche dalla pubblicazione di materiale dal vivo d’archivio, come i due Live In 1967 https://discoclub.myblog.it/2016/05/10/chi-si-accontenta-gode-john-mayalls-bluesbreakers-live-1967-volume-two/ . Lo scorso anno era uscito pure un Three For Road, sempre Live, dove il nostro amico si esibiva appunto dal vivo, rivisitando il suo vecchio materiale, in una formazione priva , per la prima volta da molti anni, della chitarra solista, ed il risultato, come testimoniato su queste pagine virtuali, era stato più che soddisfacente https://discoclub.myblog.it/2018/04/05/quasi-85-anni-ma-ancora-in-gran-forma-john-mayall-three-for-the-road/ . Però già nel corso dello stesso 2018 aveva reintrodotto un (anzi una, per la prima volta una donna) chitarrista, la bravissima Carolyn Wonderland. 

Il nuovo disco in studio (se ho fatto bene i conti, dovrebbe essere il numero 36, a fronte più o meno di altrettanti Live e anche come raccolte ed antologie varie siamo su quella cifra, superando quindi i cento album complessivi in una discografia monumentale) è stato registrato tra gennaio e febbraio del 2018 allo studio 606 di Nothridge, California, di proprietà dei Foo Fighters, e per ribadire il concetto espresso dal buon John che” era tempo ancora una volta di utilizzare il fuoco di una chitarra elettrica” nella propria musica, e per non farsi mancare nulla, oltre alla Wonderland, ci sono ben cinque altri solisti impiegati come ospiti nel nuovo album, che risulta essere addirittura uno dei  più belli in assoluto della sua lunga carriera, a tratti in grado di rivaleggiare, come impeto e forza, con gli album classici degli anni ’60 e primissimi anni ’70. Lo stesso Mayall, a dispetto dell’età. è in grande spolvero a livello vocale, la sezione ritmica, con Greg Rzab al basso e Jay Davenport alla batteria, non fa rimpiangere quelle dei suddetti album, e poi gli ospiti, che ora vediamo, aggiungono proprio “fuoco”e fiamme, senza mai andare sopra le righe, nelle varie esibizioni, con il bonus in alcuni pezzi anche di una sezione fiati guidata da Ron Dziubla al sax.

Sarà anche “solo” un disco di blues elettrico, ma fatto da uno dei maestri assoluti del genere, che pare avere azzeccato, con l’aiuto di Corne,anche la scelta del materiale: What Have I Done Wrong, il celebre brano di Magic Sam, con uso della pimpante sezione fiati, presenta Joe Bonamassa come chitarra solista a fianco della Wonderland, perfetto in un misurato e reiterato assolo che ricorda molto il suo idolo Eric Clapton, ma anche, visto l’uso dei fiati, il suono dell’album Crusade, con Mayall che canta veramente alla grande. The Moon Is Full è un pezzo scritto da Gwendolyn, la moglie di Albert Collins, ed ha la forza dirompente dei migliori brani del chitarrista nero, grazie ad una prestazione sontuosa di Larry McCray alla solista, inconsueta la scelta del brano dove appare il canadese Alex Lifeson dei Rush (bellissimo il suo assolo peraltro), per un omaggio al compatriota Jeff Healey, in un brano dal suono classicheggiante Evil And Here To Stay, con la prima apparizione dell’armonica di Mayall, ottimo anche il lavoro al piano.

Anche Todd Rundgren, che dimostra di saper maneggiare il blues, pesca nel passato un brano di Little Milton, la fiatistica e gagliarda That’s What Love Will Make You Do; il primo dei tre brani dove Carolyn Wonderland è la chitarra solista, stranamente è un pezzo scritto proprio da Joe Bonamassa, una sinuosa Distant Lonesome Train a tutta slide, seguita da Delta Hurricane, un pezzo degli Uptown Horns, quindi con uso fiati, già nel repertorio di Larry McCray, dove per gli interscambi la chitarra solista è proprio quella di Bonamassa, sempre molto misurato ma anche decisamente “vigoroso”. Larry McCray torna per un omaggio al blues-rock di Gary Moore, con un brano del chitarrista irlandese, la flessuosa The Hurt Inside dalla solista fluente, anche in modalità wah-wah. L’ultimo ospite in ordine di apparizione è Steven Van Zandt, alle prese con un pezzo nuovo di Mayall, It’s So Tough, un brano a tempo di shuffle, puro Chicago blues, ma non mancano altre due canzoni scritte da Mayall, entrambe con la Wonderland come chitarra solista, la mossa  e brillante Like It Like You Do, e l’unico lento dell’album Nobody Told Me, un intenso slow cantato con gran classe da Mayall, con la Wonderland a centellinare note, per chiudere un album veramente splendido e sorprendente. Non lasciatevelo sfuggire. Esce domani 22 febbraio.

Bruno Conti