Un Regista-Cantautore Di Belle Speranze! C.M. Talkington – Not Exactly Nashville

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C.M. Talkington – Not Exactly Nashville – Birs CD

Il titolo del post può anche essere letto come leggermente ironico, dato che stiamo parlando di un musicista (texano di Dallas) che esordisce alla “tenera” età di 53 anni. Ma se cercate informazioni su C.M. Talkington (le iniziali stanno per Clement McCarty) scoprirete che alla voce professione viene classificato come “regista”: infatti il nostro ha un passato dietro la macchina da presa, anche se la sua unica opera di un certo spessore è un film del 1994 intitolato Love And A 45, un road movie sulla scia di Pulp Fiction interpretato da Renée Zellweger e Peter Fonda. Il film non è famosissimo presso il grande pubblico, ma è presto diventato una sorta di cult movie grazie anche all’apprezzamento di Quentin Tarantino (cioè la principale fonte di ispirazione di Talkington), che in più di un’intervista ha citato il collega come “suo miglior imitatore”. E l’influenza tarantiniana si sente anche nell’album di debutto di C.M. Not Exactly Nashville, un disco che già dal titolo prende le distanze dal country classico, ma suona esattamente come se anche il buon Quentin si mettesse in testa di fare musica.

Quindi un lavoro dove il country & western non è totalmente estraneo, ma è presente al minimo sindacale lasciando spazio a ballate rock elettriche e “desertiche”, non lontane dal suono di gruppi come Calexico o Giant Sand, ma che a volte assumono anche tonalità urbane ed ancora più dure, in puro stile Dream Syndicate. Talkington non è un cantante professionista, in quanto ha una voce bassa e molto arrochita, ma il suo timbro è perfettamente adeguato al tipo di musica proposta: semmai la sorpresa riguarda il songwriting, che risulta di qualità medio-alta in almeno sei degli otto brani presenti nel CD. La produzione è affidata a Cisco Deluna, che suona anche la maggior parte degli strumenti tranne la sezione ritmica che è nelle mani del bassista James Carter della blues band The Imperial Crowns e del batterista John Hofer, membro dei Mother Hips. L’album inizia con Watching The Blind, una ballata elettrica e desertica dominata dalle chitarre e dalla voce non bella ma particolare del leader, e con un’atmosfera di fondo che richiama appunto i paesaggi sonori dei Calexico. La title track è l’unico pezzo veramente country del disco, ed è un delizioso brano dalla musicalità tersa e limpida dove l’unica cosa dissonante è il timbro cupo della voce di Talkington, che qui assume tonalità quasi dylaniane: intro di armonica, tempo cadenzato, chitarre acustiche, organo ed un motivo accattivante.

Brand New Skin è dura e spigolosa, una rock’n’roll song asciutta contraddistinta da un drumming secco ed una chitarra pulsante: un brano comunque coinvolgente grazie ad un approccio strumentale e vocale degno dei Replacements https://www.youtube.com/watch?v=tsAEb6kh4W0 . Non manca al nostro regista-cantante la versatilità, né la capacità di scrivere canzoni valide: Gonna Rain è una suggestiva ballata dal passo lento ma con le chitarre sempre in primo piano, e Clement che declama il testo in una sorta di talking urbano vicino allo stile di Steve Wynn e soci, mentre Ghost mantiene inizialmente l’atmosfera notturna, ma poi la sezione ritmica prende il sopravvento trasformando il pezzo in una rock ballad di tutto rispetto, con la voce che alterna canto e parlato in maniera decisamente efficace ed una slide che ricama alle spalle, uno dei momenti migliori del CD https://www.youtube.com/watch?v=VJcnfzh0Ndo . Le chitarre, sia slide che non, dominano anche la potente Are You Coming, rock song tesa e tagliente dai toni bluesati che non fa prigionieri https://www.youtube.com/watch?v=gJex07J8J4k ; il finale è riservato alla tenue ed interiore Don’t Be Late, in cui Talkington più che cantare racconta (un brano comunque minore, nonostante l’accompagnmento al solito impeccabile), ed a Given Sight, ballatona pianistica intensa ed ancora con un mood che richiama atmosfere western moderne e non convenzionali, pura “desert rock music”.

Not Exactly Nashville è quindi un buon dischetto, forse non per tutti ma che verrà senz’altro apprezzato dagli estimatori dei gruppi citati nel corso della recensione. Ed ovviamente anche dai fans di Tarantino.

Marco Verdi