Una Etnomusicologa Canadese Dalla Voce Sopraffina Per Un Album Eclettico E Di Grande Spessore. Kat Danser – One Eye Open

kat danser one eye open

Kat Danser – One Eye Open – Black Hen Music

Accidempoli, ma questi canadesi non finiscono mai di stupirci: d’altronde qualcosa devono pur fare per scaldarsi da quel freddo “sbarbino” che imperversa dalle loro parti. Prendiamo Kat Danser da Edmonton, stato di Alberta, nel momento in cui sto scrivendo questa recensione la temperatura lassù è a  -12, ma questo non preclude agli indaffarati abitanti della città di indulgere nelle loro attività: per esempio Kat Danser, anzi la dottoressa Danser, visto che ha un master in etnomusicologia e lavori sociali, insegna pure, è una esperta di musica latina, cubana in particolare, grazie ai suoi viaggi in loco, ha realizzato già sei album, vincitrici di svariati premi nelle più disparate categorie e anche candidata ai Juno Awards. Ma quello che conta al di là del CV è la musica che si sprigiona da questi album, il nuovo One Eye Open incluso: un mèlange, un frullato di stili, che includono Mississippi Delta blues da cui si parte. che sfuma in quello di New Orleans, soul e gumbo locali inclusi, profumati ed arricchiti da sfumature molto evidenti di musica cubana e per non farsi mancare nulla anche un po’ di sano R&R https://www.youtube.com/watch?v=gumNFlLnvsc . Se aggiungiamo che la produzione del tutto è stata affidata a Steve Dawson, che da Nashville ha assemblato tutto quello che gli arrivava da Edmonton, Vancouver e Toronto, visto che durante la pandemia non ci si poteva muovere, facendo sembrare il risultato organico e vitale, e regalando anche la sua maestria alle chitarre, spesso in modalità slide, come un novello Ry Cooder, alle tastiere il grande Kevin McKendree, una sezione fiati composta da Dominic Conway, Jeremy Cooke e Malcolm Aiken, ai quali si aggiunge Daniel Lapp, che suona violino, tromba e tenor guitar, e la sezione ritmica con Jeremy Holmes al basso e il bravissimo Gary Craig alla batteria, che ricordiamo con Blackie And The Rodeo Kings e Bruce Cockburn, giusto per citarne un paio.

kat danser one eye open 1

Il risultato finale, se non prodigioso, per non fare le solite inutili esagerazioni, è comunque eccellente, con materiale in gran parte originale, con un paio di cover scelte con cura. Way I Like It Done, è un midtempo delizioso, con McKendree che con il suo pianino intrigante, dà poi stura alla slide di Dawson, mentre i fiati imperversano tra blues e moderato R&R e lei canta in assoluta souplesse, come se passasse di lì per caso, ma non fatevi ingannare https://www.youtube.com/watch?v=gqYHEM1mWu4 . E siamo solo all’inizio: Lonely And The Dragon è un “lentone”malinconico, un blues intriso di umori sudisti, con chitarre, organo e fiati che sorreggono in modo robusto il cantato quasi sussurrato di Kat, che porge le 12 battute con garbo e classe senza forzare il suo timbro vocale comunque affascinante https://www.youtube.com/watch?v=dsUeiNJoXCw , poi ci trasporta con la cover di Bring It With You When You Come di Gus Cannon nel blues arcano degli anni ‘20, però quelli del secolo scorso, con chitarrine accarezzate, fiati e ritmi discreti, lei che gigioneggia appena il giusto, perché il brano lo richiede, ma è pronta a tuffarsi nel R&B ribaldo di Frenchman Street Shake, quando i suoi musicisti alzano i ritmi, la voce si fa più limpida e scherzosa, la solita chitarra slide di Dawson volteggia, la ritmica si fa più complessa e coinvolgente, i fiati sempre più coinvolti e non mancano dei tocchi latini https://www.youtube.com/watch?v=GJ_cFtJ5Abk .

kat danser one eye open 2

steve dawson photo

steve dawson photo

Get Right Church è l’altra cover, dal repertorio di Jessie Mae Hemphill, una delle regine pellerossa del blues del secolo scorso, grande brano, cantato con passione e “anima”, nel quale lentamente andiamo sulle rive del Mississippi, sempre grazie al lavoro essenziale delle chitarre di Dawson, doppiato anche da un assolo di trombone https://www.youtube.com/watch?v=buW1IoxqpKI ; non dico che One Eye Closed viri addirittura verso il punk come qualcuno ha detto, ma la Danser in questa canzone si infervora e si arrochisce, il rock’n’roll raggiunge quasi una intensità alla Patti Smith dei tempi che furono, assolo tiratissimo della solista incluso, si chiude un occhio ma l’altro è decisamente aperto https://www.youtube.com/watch?v=gumNFlLnvsc . Ottima anche Trainwreck, altra canzone dai tempi mossi dove rock (delle radici) e blues, incrociano le loro traiettorie, con Dawson che aggiunge il solito tappeto sonoro per le evoluzioni vocali, misurate ma impetuose della brava Kat https://www.youtube.com/watch?v=dtkLZZ7dh4Y ; Please Don’t Cry è una struggente ballata, con qualche tocco country, grazie all’uso del violino di Lapp, ma senza mai dimenticare blues e anche un pizzico di jazz notturno e demodé https://www.youtube.com/watch?v=gXkI1ggLKW0 . Molto bella anche End Of Days, dove blues e canzone d’autore convergono sulla melodia superba del brano, con assolo di organo strappamutande di McKendree che sottolinea il cantato soave della Danser, che mi ha ricordato quasi la Christine McVie dei tempi d’oro https://www.youtube.com/watch?v=7RsUAa-AONM . E last but not least Mi Corazon, convoglia pulsioni cubane, tex-mex, dolci trasporti amorosi a tempo di valzer e carezzevoli sentimenti tutti insiti nella voce leggiadra di Kat https://www.youtube.com/watch?v=kjbIOehnz2Q . Well Done Mrs, Danser.

Bruno Conti