Finalmente Anche I Dead Pubblicano Un Bel Disco Dal Vivo! Grateful Dead – Pacific Northwest ’73-’74: Believe It If You Need It

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Grateful Dead – Pacific Northwest ’73-’74: Believe It If You Need It – Rhino/Warner 3CD

Il titolo del post odierno è chiaramente ironico, in quanto sul mercato esistono più dischi dal vivo dei Grateful Dead di quanti uno possa ragionevolmente riuscire ad ascoltare in un anno intero (con pause per i pasti ed almeno otto ore di sonno per notte). Però quando una proposta discografica è targata Rhino, state certi che il contenuto è meritevole di attenzione. Non fa eccezione questo Believe It If You Need It, triplo CD che è in realtà un condensato del solito mega-cofanetto in tiratura limitata (e parecchio costoso), cioè Pacific Northwest ’73-’74, un box di 19 CD che presenta sei concerti completi che lo storico gruppo di San Francisco tenne nel Maggio e Giugno del 1973 e 1974 in Oregon (a Portland), nello stato di Washington (a Seattle) e nella British Columbia canadese (a Vancouver): Believe It If You Need It è quindi costituito dalle migliori performances di quelle serate, ed è compilato come se si trattasse di un concerto a sé stante (solo Truckin’ è presente due volte). I Dead sono in sei (l’unico batterista è Bill Kreutzmann, Mickey Hart in quel periodo era fuori dalla band), ma sarebbero andati bene anche in cinque, dato che i gorgheggi di Donna Jean Godchaux sono più di danno che di utilità, e vedono Jerry Garcia in forma strepitosa, protagonista di una serie di assoli di rara bellezza, sia nei momenti più “roots” che in quelli più acidi, ed una sorpresa è anche la performance di Keith Godchaux, mai troppo considerato come pianista, ma che qui suona con una liquidità notevole.

E’ noto che la prima metà degli anni settanta è stato forse il periodo migliore per quanto riguarda le prove dal vivo dei nostri, e questo album lo conferma appieno: in più, l’incisione è davvero spettacolare, nitida, pulita e forte, come se si trattasse di musica registrata solo qualche mese fa. Si capisce che Garcia e soci sono in palla già dall’iniziale China Cat Sunflower (brano che molto spesso apriva i loro concerti), con la chitarra di Jerry subito protagonista in maniera magistrale con una serie di fraseggi distesi, ben assecondato da un Godchaux in gran spolvero. I Know You Rider vede i nostri lanciati come un treno, Bird Song arriva ad un quarto d’ora, una ballata melodicamente impeccabile, suonata in maniera spettacolare (e perdoniamo pure a Jerry una prestazione vocale appena sufficiente), mentre Box Of Rain è da sempre una gran bella canzone, e qui Phil Lesh la canta un po’ meglio del solito. Brown-Eyed Women è splendida, una delle più dirette ed orecchiabili del songbook di Garcia e Hunter; poi abbiamo una monumentale jam che parte da una travolgente Truckin’ e confluisce in Not Fade Away e nella travolgente Goin’ Down The Road Feeling Bad, prima del rock’n’roll di One More Saturday Night, che chiude la prima parte.

Il secondo CD è composto da sole quattro canzoni, ma il vero highlight è una leggendaria Playing In The Band, che con i suoi 46 minuti di durata è il brano singolo (quindi non mescolato con altri) più lungo mai suonato dal gruppo: una versione apocalittica, un’esperienza quasi extrasensoriale (o come dicono in America, una “mind left body jam”), nella quale i nostri toccano vette di pura psichedelia che neanche negli anni sessanta durante gli acid test. Il resto del CD vede una rara Here Comes Sunshine (ma sentite Garcia, un fenomeno) ed una sempre eccellente Eyes Of The World, che si fonde con la lenta China Doll. Nel terzo dischetto i Dead tornano con i piedi per terra (più o meno), iniziando in maniera sublime con la splendida Sugaree, tra le più belle composizioni di Garcia, e poi con un super medley (registrato a Vancouver) formato dalla cristallina He’s Gone, un’altra grandiosa Truckin’ (26 minuti solo questa, compreso una lunga improvvisazione con il basso di Lesh come strumento solista), una rimembranza dei sixties con The Other One, la solida ballata Wharf Rat e gran finale con la sempre coinvolgente Sugar Magnolia, in assoluto uno dei pezzi migliori di Bob Weir. Altra ottima proposta dunque dagli infiniti archivi live dei Grateful Dead, e stavolta direi che è sufficiente questo estratto in tre CD rispetto al mega-box (ammesso che sia ancora disponibile), dato che nei mesi di Ottobre e Novembre, tra box di Dylan, Petty, Lennon, Beatles, Kinks e Hendrix le vostre (anzi, nostre) tasche saranno messe a durissima prova.

Marco Verdi

Finalmente Anche I Dead Pubblicano Un Bel Disco Dal Vivo! Grateful Dead – Pacific Northwest ’73-’74: Believe It If You Need Itultima modifica: 2018-10-03T09:51:38+02:00da bruno_conti
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