Due Giorni Con Gli Stones. Parte 2: Bridges To Bremen

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The Rolling Stones – Bridges To Bremen – Eagle Rock/Universal DVD – BluRay – 3LP – 2CD/DVD – 2CD/BluRay

Nel 1994 i Rolling Stones erano tornati alla grande dopo le incertezze degli anni ottanta (e senza Bill Wyman, dimissionario dopo il tour di Steel Wheels) con Voodoo Lounge, un grande album di rock’n’roll come ai bei tempi, al quale era seguita una tournée monumentale che aveva riportato i nostri ai fasti degli anni settanta, e dalla quale era stato tratto lo strepitoso live Stripped (e di recente la sua versione “completa”, l’imperdibile Totally Stripped https://discoclub.myblog.it/2016/06/24/21-anni-fa-era-imperdibile-ora-indispensabile-the-rolling-stones-totally-stripped/ , oltre al bellissimo doppio Voodoo Lounge Uncut dello scorso anno, tratto dal concerto di Miami https://discoclub.myblog.it/2018/11/22/ed-anche-questanno-si-conferma-lequazione-natale-live-degli-stones-the-rolling-stones-voodoo-lounge-uncut/ ). Nel 1997 i quattro (Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts, ma che ve lo dico a fa?) tornarono a sorpresa con Bridges To Babylon, un altro ottimo lavoro che non eguagliava in bellezza il predecessore ma si rivelava un disco intrigante che cresceva alla distanza. Altro mega tour ed altro live album (No Security, 1998) che però era singolo e preso da date diverse, e quindi non dava l’idea al 100% di un concerto delle Pietre. A rimediare alla mancanza provvede oggi ancora la Eagle Rock, responsabile sia di Voodoo Lounge Uncut sia di tutti i live d’archivio degli Stones usciti negli ultimi anni, con questo magnifico Bridges To Bremen, testimonianza dello spettacolo tenutosi il 2 Settembre 1998 nella città tedesca del titolo, al Weserstadion.

Ed il concerto (che esce nella solita quantità di configurazioni, dove come al solito manca quella solo audio a meno che non vogliate accaparrarvi il vinile) è davvero splendido, forse anche meglio di quello di Miami uscito lo scorso anno: Jagger e soci sono perfettamente rodati da un anno abbondante di tour alle spalle, ed offrono uno show pirotecnico, più di due ore di formidabile rock’n’roll come se non ci fosse domani, coadiuvati dalla solita band che li accompagna dagli anni novanta (Darryl Jones al basso, Chuck Leavell alle tastiere, la sezione fiati comandata da Bobby Keys, che era ancora tra noi, ed i cori di Lisa Fischer, Bernard Fowler e Blondie Chaplin). Lo show inizia subito in maniera potentissima con (I Can’t Get No) Satisfaction, brano che solitamente veniva posto in chiusura ma che funziona magnificamente anche come opener, subito seguita dal una scintillante Let’s Spend The Night Together e dall’allora nuova Flip The Switch, puro rock’n’roll tutto ritmo e chitarre, con poco spazio per tirare il fiato. Bridges To Babylon è rappresentato nella prima parte con l’accattivante (e funkeggiante) singolo Anybody Seen My Baby?, la vibrante Saint Of Me e soprattutto Out Of Control, il brano migliore dell’album del 1997, rock song sontuosa e dal crescendo trascinante. In quel tour i nostri inaugurarono la possibilità per i fans di votare un brano per ogni serata sul sito web della band, brano che poi sarebbe stato puntualmente eseguito: a Brema tocca alla splendida ballata Memory Motel, molto poco eseguita nel corso degli anni, un pezzo toccante che è anche uno dei rari casi (a memoria mi viene in mente solo Salt Of The Earth) in cui Jagger e Richards si alternano alle lead vocals.

A proposito di Richards, il solito spazio di due brani in cui Keith assume la leadership è qui occupato dalla nuova e cadenzata Thief In The Night e dalla rara Wanna Hold You (proviene da Undercover, ed è meglio di molto del materiale contenuto in quel disco); c’è poi un unico omaggio a Voodoo Lounge con la potente You Got Me Rocking, un muro del suono rock incredibile, ed una luccicante Like A Rolling Stone, classico di Bob Dylan che a quei tempi trovava spesso e volentieri spazio in scaletta. Ma un concerto degli Stones che si rispetti è anche una sorta di greatest hits, ed anche qui abbiamo riletture piene di grinta ed energia di una serie di evergreen che letti uno di fila all’altro fanno venire i brividi ancora oggi: Gimme Shelter (strepitosa), Paint It Black (grandissima versione anche questa), Miss You (12 minuti), una It’s Only Rock’n’Roll con l’ombra di Chuck Berry ed un finale da paura con Sympathy For The Devil, Tumbling Dice, Honky Tonk Women, Start Me Up, Jumpin’ Jack Flash, You Can’t Always Get What You Want e Brown Sugar una dopo l’altra, una raffica che lascia senza respiro anche a 21 anni di distanza. La parte video contiene quattro canzoni in più, registrate al Soldier Field di Chicago nell’ambito dello stesso tour: Rock And A Hard Place, Under My Thumb, Let It Bleed e la rara All About You.

Altro grande live album quindi, ennesima imperdibile gemma che entra a far parte della discografia di un gruppo di fenomeni veri, la più grande rock’n’roll band di tutti i tempi.

Marco Verdi