C’era Una Volta Nel New Hampshire! Okkervil River – The Silver Gymnasium

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Okkervil River – The Silver Gymnasium –  Ato Records 03-09-2013

Premetto che sono di parte, ma se mi trovassi a dover fornire il nome di una sola indie-rock band a dover rappresentare la categoria nell’ultima decade, la mia scelta cadrebbe inevitabilmente sugli Okkervil River (arrivano da Austin, Texas). Formatisi sul finire degli anni ’90 per mano del cantante e chitarrista Will Sheff e di un pugno di altri ottimi musicisti, tra cui Johnathan Meiburg (leader, agli inizi anche con Sheff, di un altro ottimo gruppo, gli Shearwater), la musica della band si muove dalle parti di una forma (inizialmente) di rock-ballad, ma capace di inglobare al suo interno elementi folk e country e un’anima pop dal retroterra “indie”. Dopo un paio di EP Bedroom) e Stars Too Small To Use (98), esordiscono per la Jagjaguwar (un sodalizio durato fino al precedente album di studio) con Don’t Fall In Love With Everyone You See (2002), a cui fanno seguire il capolavoro Down The River Of Golden Dreams (2003), Black Sheep Boy (2005), completato dall’EP Black Sheep Boy Appendix (2006). Con The Stage Names (2007) e The Stand Ins (2008), il gruppo intraprende una nuova rotta con delle tonalità rock più lievi, che si manifestano anche in I Am Very Far (2011), intervallato dalla splendida collaborazione con Roky Erickson in True Love Cast Out All Evil (2010).  

Questo ultimo lavoro The Silver Gymnasium (è una rappresentazione autobiografica dell’adolescenza di Sheff nella sua città natale, Meriden, New Hampshire), vede l’attuale line-up del gruppo oltre allo storico fondatore e leader (voce, chitarre e armonica), composta da Brian Cassidy alla chitarra elettrica, Jonathan Meiburg al banjo, Patrick Pestorius al basso, Lauren Gurgiolo alla lap steel, Justin Sherburn al piano e tastiere e Cully Symington alla batteria e percussioni, alle prese con cinquanta minuti di musica stringata, solida e diretta, con la giusta alternanza tra ballate, brani alt-country e rock.

Un pianoforte introduce l’iniziale It Was My Season, passando poi ai riff di On a Balcony, per arrivare al saltellante ritmo di Down Down The Deep River. La prima ballata,arriva come da prassi col quarto pezzo Pink-Slips, mentre Lido Pier Suicide Car è uno di quei brani folk-rock in cui gli Okkervil River sono maestri, seguita da una Where The Spirit Left Us dall’andamento cadenzato e pulsante, mentre White è una rock song dall’ineffabile melodia pop, che si realizza attraverso un crescendo emozionale nel finale. Con Stay Young i toni cambiano attraverso una melodia dal passo svelto ed efficace (che mi pare rimandi ai Counting Crows), seguita dalla martellante Walking Without Frankie, dall’arrangiamento ricchissimo di chitarre e tastiere, con venature quasi “psichedeliche”. Il brano seguente (che da sola varrebbe il prezzo del CD) All The Time Every Day, è una di quelle rock song dalla melodia e dall’andamento irresistibile (alla Waterboys), che nel crescendo finale arriva all’apoteosi con un suono di trombe. E non poteva esserci chiusura migliore con una Black Nemo dai forti sapori pop, post Beach Boys.

Gli Okkervil River sono ragazzi che credono in quello che fanno, e sanno imprimere una passione ed un entusiasmo che non è poi così comune trovare nel panorama musicale odierno, passione ed entusiasmo certificata anche in questo The Silver Gymnasium, un disco di rara bellezza, confezionato con grazia e cura, a partire dall’artwork come sempre affascinante di William Schaff, che si prenota (mi ripeto, sono di parte) per un posticino tra i migliori dell’anno, e che non posso far altro che consigliare a tutti i lettori di questo “Blog”.

Esce martedì 3 settembre.

Tino Montanari

Novità Di Febbraio Parte II Bis. Otis Taylor, Audra Mae, Heartless Bastards, Neil Young, Howlin’ Rain, Rosie Thomas, Shearwater

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Seconda parte delle uscite del 14 febbraio.

Torna Otis Taylor con un nuovo lavoro di “gruppo” sempre per la Telarc. Il CD si chiama Otis Taylor’s Contraband e vede il barbuto Bluesman americano alle prese con un nutrito gruppo di musicisti. Oltre alla sua band abituale, con la figlia Cassie che si alterna con Todd Edmunds al basso, Larry Thomas alla batteria, Jon Paul Johnson alla chitarra e Brian Juan all’organo nonché lo stesso Taylor all’immancabile banjo (e alla chitarra), ci sono vari ospiti che conferiscono ulteriore spessore al suono che ogni tanto vira decisamente al rock, ma non manca la solita brillantezza fornita dalla cornetta di Ron Miles, dal violino di Annie Harris, le sonorità esotiche del djembe di Fara Tolno, dalla Guinea, la pedal steel guitar dell’eccellente Chuck Campbell e lo Sheryl Renee Choir per una patina gospel. A un primo ascolto mi sembra uno dei suoi migliori album.

Di Audra Mae vi avevo parlato in termini più che positivi che-storia-audra-mae-the-happiest-lamb.html, un paio di anni fa in occasione dell’uscita del precedente album. Appurato che è sempre la pronipote di Judy Garland, la nostra amica continua ad avere delle frequentazioni inconsuete: se nel passato aveva composto l’unico brano inedito nel 1° album di Susan Boyle, nel frattempo ha scritto anche una canzone per una cantante tedesca che partecipava all’Eurofestival del 2011. In questo nuovo Audra Mae And The Almighty Sound che esce sempre per la Side One Dummy, l’etichetta di Gaslight Anthem e Flogging Molly ma anche di Chuck Ragan, il suono ha connotazioni più rock vista la presenza di un nuovo gruppo fisso di musicisti oltre all’immancabile contrabassista Joe Ginsberg con lei da inizio carriera. Non mancano le belle ballate e il rock è diciamo “acustico” e roots. Voce particolare e interessante come sempre.

Gli Heartless Bastards sono un gruppo rock che ruota attorno alla personalità della cantante Erika Wennerstrom e dopo tre buoni album per la Fat Possum con questo nuovo Arrow approdano alla Partisan Records (quella dei Deer Tick e dei Middle Brother) e realizzano quello che è il loro miglior disco. Una sorta di incrocio tra Grace Potter, Aimee Mann e Chrissie Hynde come attitudine se non come voce, la Wennerstrom fa dell’ottimo rock classico con ampie spruzzate roots (quello sano e ruvido senza deviazioni tamarre) ed è proprio una di quelle brave. Se volete sentire del grande rock al femminile non cercate lontano, gli Heartless Bastards sono il vostro gruppo e anche nelle ballate e nei midtempo si difendono alla grande.

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Sempre per la serie “minori ma bravi” ecco il nuovo album degli Howlin Rain, The Russian Wilds, il quinto disco per la band rock californiana sotto contratto per la Columbia/American Recordings di Rick Rubin. Tra rock classico, rock blues e psichedelia, la band di Ethan Miller che milita anche nei Comets On Fire ha un tiro chitarristico tra i migliori delle “nuove” bands emergenti.

Rosie Thomas è una di quelle voci femminili che in mancanza di meglio definiremo indie-folk-rock; With Love è il suo sesto CD, il primo dopo una pausa di alcuni anni, prima per problemi di salute dovuti alla tiroide e poi per “problemi” d’amore (si è sposata). Una bella voce, magari non originalissima ma molto piacevole, indicata per chi ama le cantanti “classiche” anni ’70 con uso di piano (ma non solo).  La sua etichetta è la Sing-a-long Records 101 Distr. Non il massimo della reperibilità.

Esce anche il nuovo CD degli Shearwater uno dei gruppi storici dell’indie-rock americano. Arrivano dalla Matador Records e approdano alla Sub Pop per il loro ottavo album, Animal Joy, che mi sembra uno dei loro migliori in assoluto, tra canzoni raffinate e brani rock più ardenti. Se conoscete le due etichette sapete cosa aspettarvi con in più l’atout della voce molto espressiva di Jonathan Meiburg una delle più originali in circolazioni.

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Per finire le uscite di questa settimana la Left Field Media ci regala un altro dei loro Live di provenienza da Broadcasts radiofonici. Questa volta è il turno di Neil Young & Crazy Horse Cow Palace 1986 trasmesso in origine dalla KLOS FM di San Francisco il 21 novembre: un doppio CD con il concerto completo che, dopo una prima parte non esaltante degli anni ’80, segnalava con il Rusted Garage Crazy Horse Tour il ritorno del grande canadese ai suoi migliori livelli. Ovviamente era già uscito sottobanco come Bootleg ma questa nuova edizione è sicuramente di più facile reperibilità e ai collezionisti non si comanda!

Contenuto:

1. Introduction
2. Mr. Soul
3. When You Dance, I Can Really Love
4. Down by the River
5. Too Lonely
6. Neil s Mom Calls
7. Heart of Gold
8. After the Goldrush
9. Inca Queen
10. Drive Back
11. Opera Star
12. Sam Kinison Calls
13. Cortez the Killer
Disc: 2
1. Sample and Hold
2. Computer Age
3. Violent Side
4. Mideast Vacation
5. Long Walk Home
6. The Needle and the Damage Done
7. When Your Lonely Heart Breaks
8. Around the World
9. Powderfinger
10. Like a Hurricane
11. Hey Hey, My My
12. Prisoners of Rock n Roll

Anche per questa settimana è tutto.

Bruno Conti