Chitarrista E Cantante: Un Veterano Che Il Blues Lo Conosce A Menadito. Chris Cain – Raisin’ Cain

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Chris Cain – Raisin’ Cain – Alligator Records/IRD

Per certi versi era quasi inevitabile che le strade di Chris Cain e della Alligator Records si sarebbero prima o poi incrociate, visto che l’etichetta di Chicago è sempre alla ricerca di nuovi nomi da inserire nel proprio roster di artisti, e già in passato il musicista californiano aveva inviato la propria musica al management Alligator ma non se ne era fatto nulla. Tanto che comunque dai tempi del suo esordio del 1987 Late City Night Blues, pubblicato nel 1987 dalla Blue Rock’it, l’etichetta del fratello di Robben Ford, Pat, poi Chris ha fatto in tempo a pubblicare altri 14 album, alcuni per la Blind Pig, poi altri per l’etichetta della famiglia Ford, e anche uno a livello indipendente, qualcuno l’ho anche recensito per il Buscadero ai tempi. Cain è un discepolo di B.B. King, nel 2001 ha pubblicato un CD dedicato all’omone di Indianola Cain Does King, ma tra le sue influenze ci sono anche Albert King, Albert Collins, con i quali ha diviso anche i palchi, passando per Ray Charles e Mike Bloomfield, che la mamma di origini greche gli faceva ascoltare fin dagli inizi (alcuni crescendo hanno questi genitori illuminati), mentre il padre afro-americano gli inculcava anche la passione per certo jazz. I risultati sono da sempre presenti nella musica del nostro, che se la cava all’occorrenza anche alle tastiere e pure al sax: con elementi appunto jazz e R&B che confluiscono nel blues spesso fiatistico del musicista di San Jose, vicino al filone delle 12 battute della Bay Area.

Proprio ai Greaseland Studios della città appena citata è stato registrato questo Raisin’ Cain, prodotto dall’ottimo Kid Andersen, che suona in alcuni pezzi, mentre nella metà dei 12 brani, tutti a firma Cain, appare anche una sezione fiati che aggiunge swing ai brani più mossi, senza dimenticare gli slow che da sempre sono uno dei suoi cavalli di battaglia, in grado di convogliare la sua notevole tecnica chitarristica e il pathos che richiedono, ma anche sostenuti dalla bella voce baritonale, ispirata da gente come Witherspoon e Big Joe Turner, come pure da Curtis Salgado, potente e calda, raramente infervorata, con elementi dei King citati, come è possibile riscontrare subito nell’apertura affidata ad Hush Money, dove i fiati swingano alla grande, mentre la Gibson di Chris rilascia lunghe e fluide linee soliste e anche le tastiere affidate a Greg Rahn sono elemento essenziale del sound, soprattutto il piano elettrico, mentre nel poderoso shuffle della grintosa You Won’t Have A Problem When I’m Gone la chitarra è sempre in spolvero con la sua tecnica sopraffina https://www.youtube.com/watch?v=Ws9wRhaJpEE . Too Many Problems con il basso funky di Steve Evans in evidenza e i fiati all’unisono, unisce nuovamente con gli stili anni ‘70 dei due King, Albert e B.B., mentre il piano elettrico aggiunge elementi che ricordano i primi Crusaders e la chitarra disegna linee raffinate, ma è nelle ballate malinconiche e intense come Down On The Ground che il nostro eccelle, niente fiati, ma piano e organo a sottolineare un assolo di gran classe.

I Believe I Got Off Cheap, sempre con vocione pronto alla bisogna, fiati di nuovo in sella e la solista devastante di Cain a dettare i tempi mentre se la gode, è ancora eccellente https://www.youtube.com/watch?v=JREOmSVyv5o , come pure la successiva I Can’t Find A Good Reason, più vicina al R&B o la vibrante Found A Way To Make Me Say Goodbye di nuovo vicina allo stile più jazzy del B.B. King primi anni’70, con il solito piano elettrico di supporto alla chitarra https://www.youtube.com/watch?v=Qsq4z5iUF1s . La ballatona mid-tempo I Don’t Know Exactlly What’s Wrong With My Baby è sempre sofisticata e notturna, meno impetuosa e più rilassata, con solista e piano elettrico ancora al lavoro; in Out Of My Head ritornano di nuovo i fiati per un vibrante shuffle californiano che rimanda al Witherspoon più jazzato e poi tocca ancora al B.B. King light funky-jazz di As Long As You Get What You Want, con la voce di Lisa Andersen di supporto, brano che però non convince del tutto, al di là del solito mirabile lavoro della solista, che viene accantonata per lo strano esperimento della conclusiva Space Force, dove impazza l’ARP Synth suonato dallo stesso Cain, con un funkettino alquanto superfluo che abbassa il livello complessivo del disco, quindi buono ma senza lode.

Bruno Conti

Chitarrista E Cantante: Un Veterano Che Il Blues Lo Conosce A Menadito. Chris Cain – Raisin’ Cainultima modifica: 2021-04-14T09:41:03+02:00da bruno_conti
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