Dal Country Al Pop Senza Passare Dal Via! Kacey Musgraves – Golden Hour

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Kacey Musgraves – Golden Hour – MCA/Universal CD

Terzo album, quarto se contiamo il CD natalizio, per la cantautrice Kacey Musgraves, gran bella ragazza ma anche brava artista, che di lavoro in lavoro mostra indubbi segni di crescita: Golden Hour dovrebbe nelle sue intenzioni essere il disco della definitiva affermazione, dopo che Pageant Material nel 2015 aveva fatto drizzare le orecchie a molti https://discoclub.myblog.it/2015/09/18/ultimi-ripassi-fine-estate-bella-brava-texana-kacey-musgraves-pageant-material/ . E con questa sua nuova fatica  Kacey spariglia le carte in tavola e cambia quasi completamente genere: infatti se prima la sua musica poteva essere definita country di qualità, con più di un rimando a sonorità vintage, con questo album la bruna cantante texana si reinventa come pop singer, ma un pop non da classifica (tranne un paio di casi), ma dai suoni raffinati, ben costruiti e spesso anche intriganti. Certo, tutti i brani presenti sul disco sono adattissimi al passaggio in radio, ma nel 90% dei casi sono in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. Gran parte del merito va ai due produttori, Daniel Tashian (leader dei Silver Seas) e Ian Fitchuck, che hanno costruito intorno alla bella voce della Musgraves il vestito sonoro giusto, con un piccolo ma misurato (e non invasivo) aiuto dell’elettronica, hanno scelto musicisti solitamente country (tra cui Dan Dugmore e Russ Pahl) adattando il loro sound a quello del disco.

Il resto lo ha fatto Kacey, che ha scritto in collaborazione con i due produttori una serie di canzoni molto piacevoli e le ha interpretate al meglio, riuscendo secondo me a non far pesare più di tanto il cambiamento stilistico. Slow Burn è un inizio attendista (come da titolo), una ballata di ampio respiro che parte solo con voce e chitarra, poi ad uno ad uno entrano tutti gli strumenti ed il suono si fa pieno ma non ridondante: di country non c’è nulla, ma piuttosto siamo nel pop di fine anni sessanta, tipo i primi Bee Gees. Niente male Lonely Weekend, una pop song solare, quasi californiana, dal refrain orecchiabile e cori che rimandano ai Fleetwood Mac classici https://www.youtube.com/watch?v=Zr3gscRpAhA , ed anche Butterflies prosegue il discorso, un brano semplice e ben costruito, con Kacey che canta benissimo e dimostra anche una certa classe (e l’accompagnamento a base di piano, chitarre e steel è perfetto). L’eterea Oh, What A World è affrontata dalla nostra con il consueto approccio gentile, e l’arrangiamento pop le dona particolarmente, mentre Mother è bellissima, una toccante ballata pianistica che però dura poco più di un minuto; anche Love Is A Wild Thing non è da meno, un intenso slow acustico (spunta anche un banjo), che dopo la prima strofa acquista ritmo anche se sempre all’insegna della leggerezza.

Space Cowboy, ancora lenta e meditata, è un’altra ballata di gran classe, Happy & Sad è dotata di uno dei migliori ritornelli del CD, mentre Velvet Elvis è fin troppo radio friendly per i miei gusti, ma comunque non da buttare. Wonder Woman è tersa, limpida e solare, ed anche qui sulla melodia niente da dire, ma High Horse è l’unico pezzo veramente da pollice verso, un misto tra pop e dance piuttosto indigesto che andrebbe bene per Madonna o Taylor Swift, e che non rende giustizia a Kacey. Per fortuna sul finale il CD torna su lidi più vicini ai nostri gusti, con la fluida e raffinata Golden Hour https://www.youtube.com/watch?v=maONL_HfI20  e la bella Rainbow, solo voce e piano ma con una notevole carica emotiva. Forse non arrivo ad affermare che la Kacey Musgraves in versione pop mi piaccia di più di quella country, ma di certo la bella cantante con Golden Hour per il momento è rimasta più o meno dalla parte giusta della città.

Marco Verdi