100 Anni + Uno! Woody Guthrie At 100! Live At The Kennedy Center

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Woody Guthrie At 100! Live At The Kennedy Center – CD+DVD – Sony Legacy

Lo scorso anno, il 14 luglio, si festeggiavano 100 anni dalla nascita di Woody Guthrie e il 14 ottobre al Kennedy Center di Washington, DC, si è tenuto un concerto per ricordare l’Anniversario. Hanno partecipato alcuni dei nomi più importanti della musica americana (ed uno scozzese in trasferta), folk, country, blues e bluegrass, di qualità in generale. Questo è il resoconto, track-by-track, del DVD che è stato ricavato dall’avvenimento, il CD dura 77 minuti, il DVD, una ventina di di più, ma visto che vengono venduti insieme, al prezzo di poco più di uno, vale lo sforzo dell’acquisto anche per coloro che sono contrari per principio all’acquisto dei DVD musicali, in fondo qui c’è anche il CD.

1. Howdi Do — Old Crow Medicine Show Vestiti come dei sopravvissuti al periodo della depressione i primi a presentarsi sul palco sono gli Old Crow Medicine Show di Ketch Secor, il sestetto procede a dimostrare perchè sono una delle migliori string bands in circolazione, in bilico tra country e bluegrass, come nella indiavolata 2. Union Maid — Old Crow Medicine Show

3. This Is Our Country Here — Jeff Daniels Il primo intermezzo parlato da parte di uno degli ospiti della serata viene seguito da quello che viene indicato come uno degli eredi migliori di Woody Guthrie (e di Bob Dylan), 4. Ramblin’ Reckless Hobo — Joel Rafael è un bellissimo bravo, reso in modo dylaniano come pochi altri sapranno fare nel corso della serata.

5. Hard Travelin’ – Jimmy LaFave Questo signore texano, in trio, con mandolino e fisarmonica si conferma uno dei migliori cantautori del panorama americana.

6. Riding In My Car — Donovan Visto che il bardo di Duluth non era disponibile per la serata la cosa più vicina era il menestrello scozzese, Donovan Leitch si conferma ancora una volta animale da palcoscenico facendo cantare il pubblico con la sua disincantata simpatia e una canzone presa dal repertorio di Woody per bambini, incisa per la prima volta nel 1965.

7. I Ain’t Got No Home — Rosanne Cash with John Leventhal In rappresentanza della famiglia Cash, Rosanne, accompagnata dal marito John Leventhal e dalla sua bellissima voce regala una dei momenti salienti della serata con una canzone che lei stessa definisce perfetta, e quella che segue 8. Pretty Boy Floyd — Rosanne Cash with John Leventhal non è da meno, uno dei capolavori assoluti di Guthrie, con un po’ del boom chicka boom di babbo John nella chitarra di Leventhal

9. I’ve Got To Know — Sweet Honey In The Rock In rappresentanza del gospel e della città di Washington, con i loro intrecci vocali ancora integri dopo una lunghissima carriera.

10. House Of Earth — Lucinda Williams Alle prese con un inedito consegnatole da Nora Guthrie pochi mesi prima e completato per l’occasione, il brano viene eseguito dal vivo per l’occasione e per la prima volta dalla Williams, bella versione, anche se molti non amano Lucinda!

11. Pastures Of Plenty — Judy Collins Un altro dei brani folk più celebri di Woody Guthrie eseguito da una delle leggende di questa musica e da una delle voci più incredibili mai espresse dal genere ancora stupenda dopo tutti questi anni, solo piano, chitarra acustica e voce, grande versione.

12. Ease My Revolutionary Mind — Tom Morello Ovviamente il chitarrista dei Rage Against The Machine, grande amico e collaboratore di Springsteen e cantante folk, non necessariamente nell’ordine, sceglie uno dei brani più politici e di “battaglia politica” del cantante di Okemah e si presenta sul palco con una band “springsteeniana” composta da molti dei protagonisti della serata, in particolare molti Old Crow Medicine Show e Jackson Browne che tornerà più tardi, un altro dei momenti migliori della serata. 

13. Deportee — Ani DiFranco with Ry Cooder and Dan Gellert Altro grandissimo chitarrista al servizio di una delle cantautrici più valide delle ultime generazioni alle prese con un’altra canzone bellissima (ma ce ne sono di brutte) e forse la preferita in assoluto di chi scrive del repertorio di Guthrie. Il violino di Gellert e la chitarra “discreata” di Cooder aggiungono magia ad una canzone che Ani DiFranco canta benissimo, con rispetto e partecipazione, come è giusto che sua.  

14. I Hate A Song (spoken word) — Jeff Daniels Secondo ed ultimo intervento parlato da parte del noto attore americano

15. You Know The Night — Jackson Browne Un altro degli highlights della serata, Jackson è già apparso in altri tributi alla musica di Woody Guthrie e anche in questa serata conferma la sua classe, un altro brano “inedito” completato da Browne, con il grande Rob Wasserman al contrabbasso, che per ragioni televisive non appare nella versione monstre da 20 minuti che era stata pubblicata su Note Of Hope, bellissima comunque!

16. So Long, It’s Been Good To Know Yuh — Del McCoury Band with Tim O’Brien Di nuovo country e bluegrass per una delle migliori formazione nel genere, aumentata per l’occasione da Tim O’Brien nel primo brano e da Tony Trischka per lo strumentale 17. Woody’s Rag.

18. Do Re Mi — John Mellencamp C’era già 25 anni in A Vision Shared e canta di nuovo lo stesso brano, ma è uno dei più celebri e coinvolgenti del repertorio di Guthrie, chi meglio dell’ex “Coguaro” Mellencamp per eseguirlo?

19. 1913 Massacre — Ramblin’ Jack Elliott Altro pezzo da 90 sul palco per un altro dei cavalli di battaglia del repertorio di entrambi, la cui melodia venne usata da Dylan per scrivere la prima canzone da lui incisa, Song For Woody. Ramblin’ Jack Elliott gli 80 li ha passati da un pezzo e non si direbbe (o forse sì?) ma rimane un grande e merita rispetto.

20. Nora Guthrie (spoken word) Un breve saluto dalla figlia e poi tutti insieme appassionatamente sul palco per il gran finale con i due brani più celebri, tra cui il secondo inno americano.

21. This Train Is Bound For Glory — All Performers

22. This Land Is Your Land — All Performers

Bella serata, da avere!

Bruno Conti

Proseguono I Festeggiamenti! Better World Coming – Lowlands & Friends Play Woody

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Better World Coming – Lowlands & Friends Play Woody

Una decina di giorni fa ricevo una mail da Edward Abbiati che mi annuncia che l’album dedicato a Woody Guthrie per festeggiare l’anniversario del centenario della nascita (il prossimo 14 luglio) è pronto. “Però aspetta a parlarne così creiamo un po’ di rumore a ridosso dell’uscita” (si svelano gli altarini di “massicce” manovre di marketing): non c’è problema aspettiamo, questo è un Blog, un diario, come dice la parola, con cadenza giornaliera (come dovrebbe essere per tutti, se no che “Diario” è). Poi arriva il contrordine, guarda che il disco è pronto, ma attenzione, aggiungo io, non è facile da trovare, se siete nella zona di Pavia (patria di Ed e dei Lowlands) dovreste trovarlo da questa settimana, se vi trovate nel resto d’Italia, a parte qualche negozio specializzato, lo troverete ai loro concerti (ma purtroppo ultimamente non ne fanno molti) oppure, per tagliare la testa al topo, lo prenotate sul loro sito e vi arriva comodamente a casa  http://www.lowlandsband.com/.

Finite le “incombenze promozionali” passiamo al dischetto. I “festeggiamenti”, come dico nel titolo, sono iniziati ormai dallo scorso novembre, prima con l’uscita di Note Of Hope, poi il disco New Multitudes di Farrar, Yames, Johnson & Parker, ad aprile la ri-pubblicazione ampliata di Mermaid Avenue di Billy Bragg & Wilco, l’EP dei Lowlands per il Record Store Day, ne ha parlato (e suonato) Bruce al South By Southwest di Austin: se volete approfondire anch’io ne ho parlato più volte, usate la funzione “cerca” nel Blog e scrivete Woody Guthrie e qualcosa troverete.

Nel CD c’è un track by track, brano per brano, scritto da Ed, mi sono detto, “perché non fare un track-by-track del track by track?” Perché no! L’album inizia con un Intro, un breve brano strumentale per piano solo che al primo ascolto (prima di leggere le note) suonava familiare: in effetti si tratta di This Land Is Your Land ,che i più attenti, scorrendo la lista dei brani, noteranno non c’è tra le canzoni riprese, anche se…

Quindi l’album si apre con This Train, un brano sui treni, quasi inevitabile se si vuole parlare della musica e della vita di Guthrie. Ed dice di essersi ispirato alla versione di Johnny Cash e alla famosa biografia Bound For Glory, il cui titolo è citato nel testo del brano. Nel disco i “Friends” sono tanti, cominciamo ad introdurli: Roberto Diana alla chitarra e Francesco Bonfiglio al piano sono i due Lowlands superstiti, Maurizio Gnola Glielmo alla national guitar e Francesco Limido all’armonica sono i due “macchinisti” per il ritmo del treno, il mandolino di Alex Cambise e il banjo di Nicola Crivelli (che si dedica anche alle armonie vocali) provvedono ad aumentare la quota – com’è quella parola di quattro lettere che piace molto? – ah sì, Folk! Il ritmo, quello vero, è dato dagli shakers di Fabrizio Cassani e dai “sacchetti di plastica” di Furio Sollazzi. Heaven My Home, oltre a molti dei musicisti già citati, introduce anche il dobro di Marco Rovino e la voce di Lisa Liz Petty che aggiunge una quota femminile più gentile alle procedure oltre a quella più ruvida di Ivano Grasselli. Inutile dire che i vari musicisti si adoperano anche ad altri strumenti nel corso del disco, aggiungerei che questa versione, sempre nelle parole di Edward, è modellata su quella di Joel Rafael.

I Ain’t Got No Home è una delle più celebri e belle canzoni di Guthrie, anzi di Springsteen, infatti se fate una ricerca su Google vi viene come risultato (in moltissimi casi), testo di I Ain’t Got No Home Bruce Springsteen, Lyrics (in effetti era in quel disco e VHS, altri tempi, uscito negli anni ’90, chiamato Folkways A Vision Shared)…La versione Lowlands è molto raccolta, solo i tre del gruppo più l’armonica che aggiunge profondità al suono. All’attacco della successiva More Pretty Girls, dopo una fascinosa introduzione per piano e trombone (Daniele Zanenga) mi sono chiesto come aveva fatto Ed a coinvolgere Tom Waits, invece è il vocione di Sergio “Tamboo” Tamburelli. Better World Coming, la title-track, voce e chitarra, è affidata in questo caso al solo Edward Abbiati, niente Roberto Diana, questa è la “prova”, no è la versione definitiva, vai tu! Two Good Meen racconta la famosa storia di Sacco e Vanzettti vista da Woody Guthrie, rivista dai Lowlands unisce Italia e Irlanda, mandolini e bodhran, chitarre e fisarmoniche, e per gradire, qualche “schiaffeggiamento di cosce”.

Per me il “centrepiece” del disco (se guardate la traduzione di centrepiece potreste trovare centrotavola o trionfo, propenderei per la seconda) è Plane Wreck At Los Gatos (Deportees), uno dei primi brani che ho sentito di Guthrie, al di fuori dell’inevitabile Dylan, qualche annetto fa, in una magnifica versione dei Byrds contenuta in The ballad of Easy Rider, e che per me rimane insuperabile, con la voce di Roger McGuinn e la string bender di Clarence White  che convogliano tutta la desolante malinconia e tristezza contenuta in questo brano. Ma Ed e amici hanno tentato la strada della versione corale, cantata a più voci, verso dopo verso, un po’ alla This Land Is Your Land, che non c’è (o sì?): e allora si susseguono le voci di Edward Abbiati, Franco Limido, Paolo Terlingo, Jimmy Regazzon, Maurizio Gnola Glielmo e le armonie di Nicola Crivelli, Betty Verri e Claudio Raschini, con l’assolo di armonica di Ragazzon, il mandolino di Cambise e la fisarmonica di Bonfiglio ad aggiungere emozioni a questa canzone ispano-americana che già di suo è bellissima, se la fai bene diventa devastante e qui ci siamo!

Stepstone è l’altro brano di Guthrie, rifatto nella “versione” di Joel Rafael, con un bel organo, sia Vox che Hammond ad aggiungersi all’ottimo dobro di Rovino, la batteria dal battito “militare” di Sollazzi e la voce di supporto della Verri aggiungono fascino ad una eccellente versione dove svetta anche la solista acustica di Roberto Diana, fedele compagno di molte avventure musicali. Going Down The Road è un altro bellissimo brano del songbook di Guthrie e Ed racconta di averla vista suonare nel 1996 a Dublino da Joe Ely e Bruce Springsteen. La versione qui presente si appoggia ancora una volta sui tre Lowlands, acustica, fisarmonica e dobro, che rimangono anche per la successiva Lonesome Valley, molto evocativa. Ci avviamo alla conclusione e quindi un altro brano di quelli corali è ideale per concludere il disco, Hard Travelin’ è un altro dei brani classici “di viaggio” di Woody Guthrie e se alla fine non resisti e ci attacchi una coda con This Land Is Your Land dove tutti cantano e suonano fino a che… “Til We Outnumber Them”. Un po’ di sana “retorica” non guasta mai. L’Outro è sempre la versione strumentale del celeberrimo brano.

Bruno Conti

P.S. Per chi fosse interessato ho visto che il 9 luglio la Smithsonian Folkways pubblicherà questo triplo CD con allegato libro di 150 pagine dal titolo di Woody At 100 -The Woody Guthrie Centennial Collection che è quello che vedete qui sotto in versione gigante.

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Sulle Tracce Di Woody Guthrie. This Train Is Bound For Glory. Un Tributo!

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WOODY GUTHRIE Tribute Night | The Gang + Joel Rafael + A. Parodi

THIS TRAIN IS BOUND FOR GLORY

Sulle tracce di Woody Guthrie

 

Giovedì 17 maggio               TEATRO SAN TEODORO

CANTU’(CO) – Via Corbetta 7

Ore 21

Ingresso 15 euro

www.teatrosanteodoro.it

Tel: 031 717573 – 338 2170275

 

JOEL RAFAEL

THE GANG

ANDREA PARODI

Insieme per celebrare i 100 anni di Woody Guthrie

Presenta Alessio Brunialti

 

 

 

Con il patrocinio dell’Associazione Italiana Corea di Huntington (AICH) Milano onlus


Anche In Italia continuano a fervere i festeggiamenti per l’imminente (14 luglio) centenario dalla nascita di Woody Guthrie, per cui avendo ricevuto quanto sopra mi limito a publicare e ad invitarvi a partecipare numerosi!

Mi sembrava doveroso! nel Blog trovate altri Post dedicati a questo storico Centenario. E quest’anno ricorrono anche i 45 anni dalla morte di Guthrie avvenuta nel 1967.

Bruno Conti