Un Album Molto Bello…E Facciamo Finta Che Sia Anche Nuovo! John Wort Hannam – Love Lives On

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John Wort Hannam – Love Lives On – Rebeltone CD

Se non avevate mai sentito nominare John Wort Hannam state tranquilli, non siete i soli. Quando ho avuto in mano questo Love Lives On da recensire ho provato ad indagare online, e ho scoperto che trattasi di un ex insegnante canadese (originario dell’Alberta, ma nato in UK)) che nel 2001 ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla sua vera passione: la musica. Una scelta rischiosa quella di mollare un lavoro sicuro per una professione oggi purtroppo effimera se non hai l’appoggio di una major, ma Hannam è andato dritto per la sua strada, facendo sacrifici ma riuscendo a pubblicare ben sette CD da allora ad oggi, uno dei quali ha addirittura vinto un Canadian Folk Music Award come album dell’anno. Hannam è quindi uno dei segreti meglio custoditi in Canada, ed i suoi dischi non sono facilissimi da reperire: addirittura il lavoro di cui mi occupo oggi, Love Lives On appunto, è datato 2015, e nel frattempo il nostro ha pubblicato nel 2018 Acres Of Elbow Room (finanziato con il crowdfunding, distribuito in proprio e candidato ai Juno Awards, i Grammy canadesi)), che a tutt’oggi è il suo ultimo album https://www.youtube.com/watch?v=Ff9E5ERa6NU .

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Siccome però fino a ieri John era per me un totale sconosciuto, faccio finta che Love Lives On sia nuovo, e devo dire con mia gradita sorpresa che mi sono trovato di fronte ad un artista vero, un songwriter dalla penna sopraffina e decisamente bravo anche come performer. La scuola è quella classica canadese, un songwriting puro e classico di matrice folk, ma il nostro è anche capace di gradite incursioni nel country e nel rock, grazie anche ad una serie di sessionmen (non li nomino, tanto sono altre carneadi) di ottimo livello che cuciono intorno alla voce di John un ricco accompagnamento a base di chitarre acustiche ed elettriche, mandolino, dobro, steel guitar, violino, organo, pianoforte e fiati (oltre ovviamente alla sezione ritmica), un suono coinvolgente ben prodotto da Leeroy Stagger, che è anch’egli un cantautore canadese però maggiormente conosciuto rispetto a Hannam.

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L’album parte bene con Roll Roll Roll, una deliziosa folk song elettrificata con implicazioni tradizionali nella melodia, pochi strumenti, un tamburello a tenere il ritmo ed il violino a doppiare la voce del leader. La mossa Over The Moon è più elettrica, e possiede una melodia limpida che contrasta piacevolmente con una slide che macina riffs sullo sfondo (ed il refrain è di quelli vincenti), Labrador è una ballata fluida basata su voce, chitarra e poco altro, con una bella armonia vocale femminile ed un feeling non comune, a differenza della title track che è un godurioso country-rock chitarristico dalla melodia tersa e decisamente orecchiabile, un brano che ci fa capire che John è un cantautore completo e versatile https://www.youtube.com/watch?v=QgXkH5cn6Fc . Chasing The Song ha il passo lento ma un motivo di base profondo che si sviluppa su più livelli fino all’ingresso spettacolare ed inatteso di una sezione fiati che fa tanto The Band, mentre l’intensa Man Of God è puro folk cantautorale che, vista la terra d’origine del suo autore, paga il giusto tributo all’influenza di Bruce Cockburn, un songwriter del quale ci si dimentica sistematicamente quando si indicano i grandi del pentagramma.

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Gonna See My Love, tesa ed affilata, sta a metà tra folk e blues ed è dotata di un background sonoro che la rende una della più accattivanti del CD, ed ancora più bella è Write Me Back In, una country ballad elettroacustica dalla linea melodica splendida ed un sound molto californiano. Il disco si avvia al termine in deciso crescendo: Heart For Sale è vintage honky-tonk, un brano acustico ma dal ritmo coinvolgente e con un delizioso assolo pianistico da saloon, Molly & Me è un’altra bellissima ballata con organo e fiati che le danno un sapore sudista (e qui l’influenza del leggendario ex gruppo di Robbie Robertson è abbastanza evidente), e la conclusiva Good Nite Nova Scotia è un folk tune puro e cristallino. Quindi un dischetto bello ed inatteso questo Love Lives On, anche se non nuovissimo…ma d’altronde non abbiamo sempre detto che la buona musica è senza tempo?

Marco Verdi

Tra Canada E Texas Ancora Della Ottima Musica. Craig Moreau – A Different Kind Of Train

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Craig Moreau – A Different Kind Of Train – Craig Moreau Music

Craig Moreau è un artista canadese, viene da Calgary, Alberta, ma ha svolto parte della sua (breve) carriera discografica anche negli Stati Uniti, soprattutto nell’area di Nashville, come autore di canzoni prima, e poi come interprete anche ad Austin, Texas e dintorni. Si diceva di una carriera breve, perché il nostro amico aveva esordito discograficamente nel lontano 2001 con un disco, Every Now And Then, che aveva anche avuto buone critiche, ma poi per formare una famiglia e mantenerla si era ritirato quasi subito dalle scene, tornando solo nel 2014 con l’ottimo The Daredevil Kid, registrato in quel di Austin, con la produzione di Mark Hallman, pure lui eccellente cantautore in proprio, e la partecipazione, tra gli altri di  Kevin Welch, Gurf Morlix, Kimmie Rhodes, Kim Deschamps, Ben Tagseth e Andre Moran, un disco dove i profumi del country texano si sposavano con quello meno becero di Nashville, grazie anche alla voce di Moreau che è stata avvicinata come timbro ed approccio musicale a quella di George Strait.

Per questo nuovo A Different Kind Of Train si è pensato di ripetere l’operazione, e anche se i nomi più noti non sono presenti, Hallman, che suona anche quasi tutti gli strumenti, Moran e Deschamps sono ancora della partita, mentre per alcuni brani, quelli più elettrici, registrati live in studio a Lehtbridge, Alberta, e suonati con la Craig Moreau Band, la produzione è affidata al compatriota Leeroy Stagger, altro profondo conoscitore del country, con un risultato finale più che soddisfacente sia per chi ama il buon country che l’Americana di pregio, sia per chi apprezza i suoni cantautorali , mediati con lo spirito texano. Proprio Off The Rack, la canzone che apre l’album è uno dei pezzi più rockeggianti, con la band che sciorina un rockin’ country vibrante, ma anche elegante, con fini intrecci vocali e le due chitarre di Ben Tagseth e Orlando Agostino (è uno dei nostri?) che interagiscono gustosamente tra loro e con il piano di Michael Ayotte. I brani sono tutti firmati dallo stesso Moreau (meno uno), e The Best Of Me, il primo di quelli prodotti da Hallman, ha un sound decisamente più raffinato, da cantautore classico, una bella ballata dal suono avvolgente, dove si apprezzano  le delicate armonie vocali di Barbara Nesbitt e le chitarre di Andre Moran, oltre alle tastiere di Hallman, veramente una splendida canzone da gustare appieno https://www.youtube.com/watch?v=fQLHLytaaq0 .

Molto bella anche l’elettroacustica Another Fence To Mend, più intimista e raccolta, sempre con una piacevole melodia cantabile, con quelle atmosfere tra roots e vecchi e nuovi outlaws (Guy Clark, Tom Russell, Billy Joe Shaver, Waylon Jennings e Darrell Scott vengono citati tra le sue influenze, mica male); l’unica cover, The L & N Don’t Stop Here Anymore di Jean Ritchie, è un altro dei pezzi “canadesi”, e viene presentato in un incalzante arrangiamento elettrico che rimanda a Lee Clayton o al JJ Cale più mosso, tra chitarre e batteria che viaggiano alla grande, sorprendente e decisamente riuscito, lui poi la canta veramente bene https://www.youtube.com/watch?v=HhQNM8P9Sdo . A Different Kind Of Train Song è aperta dal suono di una malinconica armonica, poi entra il vocione di Moreau accompagnato solo dall’arpeggio di una chitarra acustica e di un dobro appena accennato, con risultati ancora una volta vincenti, The Muse, sulle ali della pedal steel di Kim Deschamps, è una radiosa country ballad che ricorda quelle migliori di Michael Martin Murphey https://www.youtube.com/watch?v=eO4X01ItpTk , mentre la lunga The Old Man And The Fiver, l’ultimo brano “canadese” è un southern boogie blues di notevole intensità, giocato sugli intrecci tra organo e chitarre, con eccellenti parti strumentali https://www.youtube.com/watch?v=4s7GPrpa9NE . Shadows Left Behind è un’altra ballata sontuosa, stile nel quale il nostro eccelle, con Thirsty Soul che vira verso un outlaw honky-tonk energico, con pedal steel in spolvero e le ottime armonie della Nesbitt, per andare a chiudere con una ulteriore ballata di splendida fattura come Missing You In Texas, con vaghi rimandi anche ai brani di Jim Croce, a conferma della bravura di Craig Moreau: se lo trovate potrebbe essere veramente una bella sorpresa.

Bruno Conti