Anche Senza Fratelli Ed Amici E’ Sempre Grande Musica! Gregg Allman – Live: Back To Macon, GA

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Gregg Allman – Live: Back To Macon, GA – Rounder/Universal 2CD + DVD

Mandati definitivamente in pensione gli Allman Brothers Band (anche se nel mondo della musica non è mai detta l’ultima parola, basti vedere i Grateful Dead che, dopo i concerti d’addio, ci hanno preso gusto e hanno deciso di proseguire con l’aiuto di John Mayer) Gregg Allman ha oramai soltanto più la carriera solista della quale prendersi cura, anche se l’età avanzata e la salute non proprio di ferro lasciano più di un dubbio per il futuro (anche se ha già programmato concerti fino al 2016). Il suo ultimo disco di studio, Low Country Blues (del 2011) http://discoclub.myblog.it/2011/01/12/il-notaio-conferma-grande-disco-gregg-allman-low-country-blu/  era forse il suo lavoro migliore insieme all’esordio solista Laid Back, un solido disco di rock-blues nel quale il vecchio Gregg dimostrava di non aver perso un’oncia né dell’antico magic touch né della sua proverbiale maestria (oltre a mostrare una grinta invidiabile per un quasi settantenne). Ora il nostro pubblica questo doppio Back To Macon, GA, registrato nella cittadina dove tutto ebbe inizio (ma anche dove finirono in maniera tragica le vite prima del fratello Duane e poi di Berry Oakley) il 14 Gennaio dello scorso anno nella suggestiva cornice della Grand Opera House, un teatro di appena mille posti costruito nel lontano 1884.

Nel corso del concerto Gregg ripercorre un po’ tutta la carriera, inserendo naturalmente anche parecchi brani della band che gli ha dato la popolarità (ma evitando fortunatamente Two the Hard Way, il disco inciso nei settanta con l’allora fidanzata Cher), fornendo una performance solida e vibrante, lontana dell’essere solamente un pretesto per autocelebrarsi come hanno fatto di recente, peraltro molto bene, i Lynyrd Skynyrd con One More For The Fans (nel quale compare pure Allman stesso con la splendida Tuesday’s Gone), anche perché un progetto analogo dedicato a Gregg era già uscito lo scorso anno, il bellissimo All My Friends. In Back To Macon vediamo quindi Gregg accompagnato solo dalla sua road band (oltre al figlio Devon ospite alla chitarra e l’ex Allman Brothers Marc Quinones alle percussioni, abbiamo Scott Sharrard alle chitarre, Ron Johnson al basso, Ben Stivers alle tastiere, Steve Potts alla batteria, Jay Collins al sassofono, Art Edmaiston e Dennis Marion alla tromba, mentre Gregg si divide tra piano, organo e chitarra), senza neppure mezzo ospite (Warren Haynes in almeno una canzone potevo anche aspettarmelo, Dickey Betts no dato che non si parlano da anni), ma il risultato finale è forse ancora più compatto ed unitario, in quanto c’è solo Gregg con le sue canzoni, senza gli alti e bassi tipici dei tributi.

Inutile dire che nei  sedici brani del doppio CD (nel DVD, o BluRay, ce ne sono due in più, Stormy Monday e Floating Bridge) c’è di che godere, grazie ad una serie formidabile di pezzi che, anche se in molti casi si conoscono a menadito, fa sempre un immenso piacere riascoltare, anche se in versioni più sintetiche e meno dilatate di quelle proposte dagli Allman Brothers. Circa un’ora e mezza (nel CD) di grandissima musica, durante la quale Gregg, che è ancora in possesso di una formidabile voce, ci delizia con una serie di performance elettriche e ad alto tasso emozionale, ben seguito da un ensemble di musicisti che non ha paura di nessuno.

Il primo CD si apre, forse non a caso, nello stesso modo del mitico Live At Fillmore East, cioè con il classico di Blind Willie McTell Statesboro Blues, potente come sempre, con Sharrard che cerca di non far rimpiangere Duane (compito assai arduo), Gregg che canta subito alla grande e piano e fiati che girano a mille. Poi il nostro alterna classici degli Allman ad episodi del suo passato solista (qui presenti in misura maggiore): tra i primi troviamo una grintosa Ain’t Wastin’ Time No More, con un grande assolo chitarristico, e soprattutto la strumentale Hot’Lanta, infuocata come nelle migliori serate degli ABB, mentre tra i secondi la fluida I’m No Angel, tipica southern ballad, calda e profonda (e che voce), il blues lento e notturno con accenni jazzati Queen Of Hearts, eseguito con classe sopraffina, lo scattante blues di Muddy Waters I Can’t Be Satisfied, unico estratto da Low Country Blues a parte Floating Bridge sul DVD, la cover di These Days di Jackson Browne (era su Laid Back), che ci fa apprezzare il Gregg Allman balladeer, lo scintillante slow Brightest Smile In Town, introducendo il quale Gregg ricorda con orgoglio che è stato inciso anche da Ray Charles, per terminare con una squisita cover di I’ve Found A Love di Wilson Pickett, piena di anima, con Gregg che canta come se non ci fosse domani e la band che suona da Dio.

Nel secondo dischetto si ribaltano le gerarchie, in quanto del repertorio solista di Gregg sono presenti soltanto la solida Before The Bullets Fly e l’inedita Love Like Kerosene, un veloce rock-blues scritto da Sharrard, buono ma non trascendentale. Poi è tutto ABB, a partire da quella che è erroneamente considerata la canzone più popolare del Gregg Allman solista, cioè Midnight Rider: la versione famosa è infatti quella su Laid Back, ma Gregg l’aveva già “provata” qualche anno prima con i Brothers su Idlewild South; a seguire abbiamo una tostissima Don’t Keep Me Wonderin’, la leggendaria Melissa, una ballata che non ha bisogno di presentazioni ma va solo ascoltata in religioso silenzio, la mitica Whipping Post, che qua non è forse nella sua versione definitiva (è molto più corta di come la facevano gli ABB) ma è sempre un gran bel sentire, ed il classico di Sonny Boy Williamson One Way Out (che chiude il concerto), un pezzo che Gregg secondo me riuscirebbe anche a suonare bendato e con una mano sola.

Un bellissimo live album, che chiude, forse, il cerchio di una splendida carriera, con il rimpianto di non aver mai visto passare dalle nostre parti un musicista di questo calibro.

Marco Verdi