Il Titolo Del Disco Dice Tutto! Keb’ Mo’ – Bluesamericana

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Keb’ Mo’ – BLUESAMERICANA – Kind Of Blue Music

Se dovessi indicare un erede di Taj Mahal, anche se il buon Taj è tuttora vivo e vegeto, diciamo un epigono, un “seguace”, forse ancora meglio, vi farei sicuramente il nome di Keb’ Mo’. Entrambi eclettici polistrumentisti, Taj se la cava discretamente a chitarra, armonica, banjo, piano e ukulele, Kevin Moore, più virtuoso del “maestro”, suona chitarra, acustica, elettrica e slide, banjo, tastiere, basso, armonica, bravissimo pure alla resonator (e in questo album li suona tutti), come tecnica musicale è sicuramente superiore a Mahal, che però dalla sua ha una voce straordinaria, in grado di districarsi in tutti i generi, dal blues al soul e R&B, la musica reggae e caraibica in generale, naturalmente world music e tutti i sottogeneri, blues-rock, jazz blues, blues del delta, country music. Anche Keb’ Mo’ spazia attraverso vari stili, non per nulla, per ribadire questa caratteristica, ha voluto chiamare questo disco BluesAmericana, per ribattere a chi definisce la sua musica semplicemente Blues, mentre nei suoi dischi, fin dagli esordi ufficiali, con il disco omonimo del ‘94 (anche per lui, come per altri, forse il migliore, ma la qualità nel corso degli anni è rimasta sempre elevata, con qualche calo di tensione http://discoclub.myblog.it/2011/09/10/non-ci-ha-riflettuto-abbastanza-keb-mo-the-reflection/), ci sono sempre stati anche gli elementi della cosiddetta “Americana”: country, folk, rock, roots music, musica nera in generale e pure questo CD, al di là del titolo, si allinea su questi stilemi https://www.youtube.com/watch?v=jCXEv_1LavU .

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La voce di Keb’ Mo’ è pure notevole, calda e suadente, meno “vissuta” forse di quella di Taj Mahal, più pulita, ma non priva di forza e grinta, come testimoniano anche i recenti tributi a Jackson Browne e Gregg Allman.Tra i tanti con cui ha collaborato in questo album troviamo Colin Linden, che per non entrare in rotta di collisione con il virtuosismo di Moore, si cimenta qui al mandolino in The Worst Is Yet To Come, il brano che apre questo CD e che ben evidenzia la musica che poi troveremo a dipanarsi nei successivi pezzi: c’è il blues, il rock, un tocco di gospel, che non avevamo citato (nei cori), e il risultato, per certi versi, può ricordare alcunii episodi della Band, con banjo e mandolino che si inseguono armoniosamente in questo divertente inventario di piccole disgrazie che si succedono senza soluzione di continuità, “il peggio deve ancora arrivare”, recita il titolo https://www.youtube.com/watch?v=1hul1kuWDKE . Keb’ Mo’ parte sempre da una base acustica, che doveva essere nelle intenzioni, il fil rouge del disco, ma poi, grazie all’intervento di molti ospiti e all’ottimo lavoro del co-produttore Casey Warner, che suona anche la batteria in alcune canzoni, ottiene un suono più ricco e complesso. Ad esempio in Somebody Hurt You, che è un blues intriso di spiritual, con un bel call and response con i quattro vocalists che curano le armonie vocali nel brano, impreziosito dalle chitarre elettriche del titolare, un organo suonato da Michael Hicks e una tenue speziatura di fiati.

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Come è successo a molti artisti prima di lui, tutti direi, la vita scorre e quindi Keb’ Mo’ non è più di primo pelo, va per i 63 anni, con una lunga gavetta alle spalle, ha acquisito una esperienza che gli permette di districarsi nei vari umori che compongono questo BluesAmericana, ad esempio Do It Right, dove banjo e armonica colorano le tessiture armoniche del brano che viene attraversato da una delicata slide acustica che caratterizza questo brano. I’m Gonna Be Your Man è un blues più canonico, anche se citazioni di celebri frasi di altre canzoni e quell’aria tra soul e gospel sono sempre presenti, come l’immancabile slide acustica e la resonator, mentre una sezione ritmica, precisa e presente comunque in quasi tutti i brani, lascia spazio nel finale anche ai fiati. Move è il brano più elettrico della raccolta, Tom Hambridge siede dietro i tamburi, Paul Franklin aggiunge la sua pedal steel al corpo musicale della canzone e il risultato potrebbe ricordare le cose migliori di Robert Cray https://www.youtube.com/watch?v=ejm-js8JW9c .

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La pedal steel rimane anche per la successiva For Better Or Worse, una di quelle ballate struggenti, sulle pene d’amore in questo caso, che di tanto in tanto il nostro amico ci regala, cantata con grande partecipazione e suonata in modo compiuto, con slide e steel che si integrano perfettamente, avete presente il Ry Cooder più ispirato?   That’s Alright è una cover di un brano di Jimmy Rogers, il bluesman, Moore suona tutti https://www.youtube.com/watch?v=vtTxLIrumSYgli strumenti, lasciando solo la batteria a Steve Jordan, in un blues elettrico, di quelli duri e puri, molto bello, tipo il ricordato Taj Mahal dei primi dischi https://www.youtube.com/watch?v=sh16F0PguE0 . The Old Me Better, firmata con John Lewis Parker, è un perfetto esempio di Crescent City sound, con tanto di marching band aggiunta, i California Feet Warmers, che aggiungono autenticità al brano, difficile tenere fermi i piedi. Altro brano che giustifica l’Americana nel titolo è More For Your Money, scritta con Gary Nicholson, spesso pard di Delbert McClinton, una sorta di moderno ragtime elettroacustico sulla falsariga di certe cose di David Bromberg, come pure So Long Goodbye altra ballatona amorosa, dolce il giusto, senza essere troppo zuccherosa. Un buon album, tra i migliori della sua discografia.

Bruno Conti    

Novità Di Agosto Parte Ia. Civil Wars, Vince Gill & Paul Franklin, Explosions In The Sky, Frankie Miller, David Clayton-Thomas

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Riprendiamo la rubrica delle anticipazioni discografiche (a breve scadenza, le altre, le più importanti e sfiziose, arrivano a raffica, con molto anticipo) con le uscite del 5 agosto e un CD che era sfuggito,  pubblicato qualche tempo fa, molti altri titoli hanno avuto e avranno un loro spazio a parte specifico e poi ci sarà una sorta di “ripasso” delle vacanze con alcuni dischi interessanti di cui non ero riuscito ad occuparmi, ma che penso meritino una recensione più approndita.

Come potete notare, sui mercati intermazionali le pubblicazioni di novità, a differenza dell’Italia, dove tutto tace, si intensificano e nelle prossime settimane usciranno, ad esempio, anche Jimmy Buffett, Tedeschi Trucks band e altro materiale interessante, ma ne parliamo al momento opportuno, ossia nei prossimi giorni.

Partiamo con un terzetto eterogeneo di novità.

I Civil Wars lo scorso anno vinsero due Grammy per il loro primo album Barton Hollow, peraltro già uscito una prima volta nel 2011 e poi ripubblicato nel 2012 dalla Sony, che aveva rilevato il loro contratto, con alcune tracce aggiunte. Poi, a novembre, nel bel mezzo di una tournéè promozionale e della registrazione del secondo album, il duo annunciò che si prendeva una pausa a tempo indefinito per “inconciliabili differenze di ambizione”. Considerando che i due, Joy Williams e John Paul White erano stati anche una coppia a livello sentimentale non era difficile capire da potevano provenire queste frizioni. Poi però, nel corso del 2013, prima è uscita una colonna sonora prodotta da T-Bone Burnett con la loro partecipazione e ora questo album eponimo, “postumo”? Il disco, che è prodotto in parte da Rick Rubin e in parte da Charlie Peacock, il loro primo produttore, è comunque bello, come si evince da altri album nati da separazioni e rotture come Rumors dei Fleetwood Mac o l’ultimo di Richard & Linda Thompson (nel primo album c’era già un brano che si chiamava Poison and Wine, una premonizione?).  Esce per la Sony, che, evidentemente, per evitare di rimanere con il cerino in mano, lo mette comunque sul mercato. Lo sto ascoltando in questi giorni, recensione a breve.

Vince Gill ha una produzione alquanto ondivaga che alterna buoni album a dischi decisamente più commerciali. Gli ultimi due, Guitar Slinger e ora questo Bakersfield in coppia con Paul Franklin, fanno parte di quelli buoni. Si tratta di un disco di materiale tratto dal repertorio di Buck Owens e Merle Haggard che facevano parte del cosiddetto “Bakersfield Sound” rivale, negli anni ’60, del suono più caramelloso e commerciale che veniva da Nashville. Franklin è quel bravissimo musicista che suona la pedal steel guitar, slide e dobro in qualche migliaio di dischi di musica country registrati nelle ultime decadi, Gill pure, ma questa volta, anche in virtù del repertorio scelto, tra i classici Together Again e The Bottle Let Me Down, hanno centrato decisamente l’obiettivo: se amate il genere, ovviamente! Distribuzione MCA Nashville/Universal.

Prince Avalanche è un film di cui non so molto, se non che, su suggerimento di Chris Hrasky degli Explosions In The Sky è ambientato in Texas, Bastrop State Park. La colonna sonora è stata scritta da David Wingo, appunto con gli Explosions In The Sky, è totalmente strumentale, esce domani in America per la Temporary Residence e, a differenza dei dischi precedenti del gruppo, ha un sound meno elettrico, più “bucolico”, sempre leggermente psichedelico ma tipo i Pink Floyd primi anni ’70, con inserti orchestrali in una struttura prevalentemente acustica. Comunque non mi sembra male da quello che ho sentito.

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Un paio di personaggi dal passato.

Il primo è uno dei miei cantanti preferiti, Frankie Miller, e questo cofanetto, triplo CD o doppio DVD è una piacevolissima sorpresa. Esce per la Mig Music si chiama Live At Rockpalast e contiene tre concerti:

DVD 1 Traclisting:
Ain’t Got No Money
Zap Zap
Be Good To Yourself
A Fool In Love
It’s All Coming Down Tonight
Angels With Dirty Faces
To Dream The Dream
Danger Danger
Standing On The Edge
The Jealous Kind
A Woman To Love
Down The Honky Tonk
Bad Case Of Loving You
Don’t Stop
Let’s Spend The Night Together

DVD 2 Tracklisting:
Rockpalast Capture (Peter Ruchel)
A Fool In Love
Brickyard Blues
Papa Don’t Know
When I’m Away From You
A Woman To Love
Cold Turkey
Ann Elisabeth Jane
Fallin’ In Love
When Something Is Wrong With My Baby
Be Good To Yourself
Ain’t Got No Money
The Fire Down Below
Down The Honky Tonk
Little Queenie
Let’s Spend The Night Together

Il CD triplo è anche meglio perché contiene ancora più materiale, questo è il retro della copertina, dove potete leggere titoli dei brani, anni di registrazione e musicisti utilizzati:

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Inutile dire, grandissimo cantante, alla pari con i primi Eric Burdon, Joe Cocker, Rod Stewart e, aggiungerei, Paul Rodgers e il primissimo Robert Palmer, quello di Alan Bown Set e Vinegar Joe con Elkie Brooks, nonché dei primi album solisti Sneakin’ Sally Through The Alley, registrato in quel di New Orleans con Meters e Lowell George, e che sembra un disco dei Little Feat e Pressure Drop, con tutti i Little Feat, che verranno ristampati in un doppio dalla Edsel a fine mese. Notizia nella notizia. Rock Got Soul!

Anche David Clayton-Thomas viene dal passato, altra voce formidabile, è stato per moltissimi anni il cantante dei Blood, Sweat And Tears. Il nuovo album, A Blues For The New World, è già uscito da qualche tempo, su Antoinette Records distr. Universal Music Canada, quindi non di facile reperibilità, per usare il solito eufemismo. Blues con fiati di buona fattura, come di consueto.

Fine della prima parte, domani gli altri titoli.

Bruno Conti