Un Altro Bel Disco Targato “Auerbach Productions”, Forse Fin Troppo Falsetto. Aaron Frazer – Introducing…

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Aaron Frazer – Introducing… – Dead Oceans/Easy Eye Sound CD

Negli ultimi tempi Dan Auerbach è molto più impegnato come produttore che in qualità di leader dei Black Keys, anche se l’ultimo Let’s Rock del 2019 è uno dei lavori migliori del duo di Akron. Personaggio con un fiuto sopraffino per il talento, Auerbach negli ultimi anni ha patrocinato ottimi album di giovani artisti all’esordio (Dee White, Yola), riesumato oscuri musicisti del passato (Robert Finley, Leo “Bud” Welch, Jimmy “Duck” Holmes) e, lo scorso anno, ha prima assistito Marcus King nel bel debutto da solista El Dorado e poi ha rilanciato la carriera del noto countryman John Anderson con il bellissimo Years. Il 2021 è appena iniziato e già uno degli album più piacevoli tra i pochi usciti vede il nome di Auerbach nella casella del produttore: si tratta di Introducing…, primo disco di Aaron Frazer, musicista originario di Brooklyn ma cresciuto a Baltimore che Dan ha conosciuto come membro di Durand Jones & The Indications, di cui Aaron è il batterista ed una delle voci nonché uno dei principali compositori.

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In particolare Auerbach è rimasto colpito dal timbro particolare di Frazer, un falsetto decisamente melodico e soulful, una voce che Dan ha dichiarato di non aver mai sentito prima in un batterista: i due, dopo essersi conosciuti, hanno cominciato a scrivere insieme una serie di brani che poi sono andati ad incidere negli Easy Eye Sound Studios di Nashville (di proprietà di Auerbach), con la solita serie di musicisti dal nobile pedigree come Bobby Wood, Mike Rojas, Russ Pahl, Pat McLaughlin, il percussionista di Nashville Sam Bacco, mentre Frazer si è occupato della batteria e, soprattutto, della voce solista. Introducing…è quindi un bel disco di puro blue-eyed soul con elementi errebi e funky, dal suono moderno ma con gli arrangiamenti vintage che tanto piacciono ad Auerbach, e che possiamo trovare anche nei dischi di Yola, Marcus King nonché nel secondo solo album dello stesso Dan, Waiting On A Song. Ma se il leader dei Black Keys ha i suoi meriti, il vero protagonista è proprio Frazer, con la sua voce melliflua e vellutata ma anche con la sua abilità come compositore: la stampa internazionale lo ha paragonato a Curtis Mayfield, ma Aaron ha una personalità sua ed uno stile d’altri tempi che lo colloca idealmente nel passato della nostra musica (anche fisicamente, dato che sembra uscito dagli anni cinquanta).

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Si parte con la raffinatissima You Don’t Wanna Be My Baby, elegante pop song in cui la voce quasi femminile del leader funge da strumento aggiunto: il suono è forte e centrale con un arrangiamento deliziosamente anni 70, grazie anche all’uso particolare degli archi https://www.youtube.com/watch?v=SIvJ1xv9Mx8 . La cadenzata If I Got It (Your Love Brought It) è puro errebi, con il pianoforte in evidenza ed una melodia diretta completata da un refrain vincente, più una sezione fiati a colorare il tutto https://www.youtube.com/watch?v=6MdYYOtgwM8 ; Can’t Leave It Alone è un bel funkettone dal suono decisamente potente ammorbidito dalla voce gentile di Frazer, con un breve ma incisivo assolo chitarristico di Auerbach, mentre Bad News è ancora al 100% una funky song che sembra presa da un LP uscito 50 anni fa in piena “Blaxploitation Era” https://www.youtube.com/watch?v=G8OCGoDmnAI . Have Mercy è una ballatona estremamente raffinata al limite della zuccherosità, ma comunque al di sopra del livello di guardia (anche perché Auerbach è un dosatore di suoni formidabile), con il falsetto di Aaron doppiato da un coro in sottofondo https://www.youtube.com/watch?v=E1sJfi8ltek .

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Done Lyin’ è un blue-eyed soul fiatistico dall’arrangiamento piuttosto “rotondo” perfetto per una serata romantica, Lover Girl è pop-errebi di gran classe che ricorda un po’ i Simply Red ma con sonorità più classiche https://www.youtube.com/watch?v=Wo5G-CAs918 . Con la ritmata Ride With Me il CD prende una direzione quasi “disco” con il basso che pompa come se non ci fosse un domani, ma il sapore vintage la rende comunque piacevole, a differenza di Girl On The Phone che è una gustosissima ballad ancora col piano in prima fila ed un notevole muro del suono alle spalle. Love Is è soffusa, intrigante e possiede una delle migliori linee melodiche dell’album, ed è seguita dalle conclusive Over You, frenetica, danzereccia e dal ritornello coinvolgente https://www.youtube.com/watch?v=YBi4P0aZnsg , e Leanin’ On Everlasting Love, bellissimo lentone anni sessanta che paga un chiaro tributo al grande Sam Cooke, a parte il timbro vocale. Siccome non si vive di solo rock, Introducing…Aaron Frazer può essere il disco adatto da ascoltare quando vi viene voglia di musica ricercata ed elegante.

Marco Verdi