Una Vigorosa E Roboante Conferma! Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Tearing At The Seams

nathaniel rateliff tearing at the seams

Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Tearing At The Seams – Stax/Universal CD

I due album del 2015 di Anderson East e Nathaniel Rateliff sono stati le due più brillanti sorprese di quell’annata musicale, due artisti che condividono lo stesso genere musicale, una miscela di rhythm’n’blues e blue-eyed soul, pur con le differenze del caso (East è molto più raffinato e melodico, mentre l’approccio di Rateliff è molto più grintoso e muscolare, quasi rock). Rateliff ha poi preso un certo vantaggio nel 2016 con l’EP A Little Something More From e soprattutto lo scorso anno con il fantastico Live At Red Rocks http://discoclub.myblog.it/2017/12/11/un-live-prematuro-al-contrario-formidabile-nathaniel-rateliff-the-night-sweats-live-at-red-rocks/ . Quest’anno il “duello” tra i due si è rinnovato, in quanto a Gennaio East ha pubblicato Encore, in cui ha in pratica ripetuto lo schema di Delilah (ma senza l’effetto sorpresa di quest’ultimo) http://discoclub.myblog.it/2018/01/14/forse-e-un-disco-un-po-prevedibile-ma-il-livello-e-sempre-alto-anderson-east-encore/ , ed ora Rateliff ha fatto uscire Tearing At The Seams, sempre con la collaborazione dei suoi Night Sweats (ed ancora con la produzione di Richard Swift). Ed anche Nathaniel non si distacca molto dal suono del disco precedente, non manca il solito cocktail di errebi vigoroso mischiato con robuste dosi di rock, tanto ritmo ed un suono nel quale i fiati sono grandi protagonisti, ma in questo caso ci sono anche delle ballate, o dei brani più spostati verso il southern soul, che danno una maggiore varietà ed aggiungono sfumature che prima mancavano.

Forse non ci sarà una nuova S.O.B. (e neppure un’altra I Need Never Get Old), ma alla fine Tearing At The Seams forse risulta ancora più completo del lavoro di tre anni orsono. I Night Sweats (Luke Mossman, chitarre, Joseph Pope III, basso, Patrick Meese, batteria, Mark Schusterman, piano e organo, e la sezione fiati formata da Jeff Dazey, Scott Frock ed Andreas Wild, sono solo in tre ma sembrano in dieci) sono comunque la solita macchina da guerra, Rateliff si conferma un vocalist potente ma pieno di feeling, e l’album si ascolta tutto d’un fiato con estremo godimento. Tutti i brani sono di Nathaniel tranne tre, che non sono cover ma scritti ognuno da un membro della band (per l’esattezza Mossman, Meese e Schusterman): si parte con la vigorosa Shoe Boot, un brano molto annerito e funkeggiante, con i fiati in primo piano ed il classico muro del suono dei nostri già all’opera, anche se forse come inizio non è così trascinante come uno poteva aspettarsi. Be There ci fa ritrovare il Rateliff che ci aveva entusiasmato tre anni fa, un ottimo errebi che risente della lezione di Otis Redding, gran ritmo, suono forte e deciso ed un motivo diretto; A Little Honey è una ballata che scorre in maniera fluida, con la sezione ritmica sempre ben evidenziata, un organo caldo che porta nel brano l’elemento southern ed un bel refrain. La saltellante Say It Louder è una deliziosa canzone soul di sicuro impatto, melodia orecchiabile e mood solare, mentre Hey Mama è una squisita ed ancora calda ballad sudista, molto classica, cantata al solito davvero bene, con un accompagnamento praticamente perfetto ed un crescendo notevole.

Splendida Babe I Know, un altro slow toccante che risente dell’influenza di Sam Cooke, un pezzo in puro stile sixties, con un motivo toccante e bellissimo: Nathaniel dimostra con brani come questo che si può conservare lo stesso stile senza per forza rifare il medesimo disco. Intro nonostante il titolo è una canzone a sé stante, un trascinante cocktail di suoni e colori che ci fa ritrovare il Rateliff scatenato e tutto feeling ed energia, un pezzo che dal vivo farà faville. Decisamente riuscita anche Coolin’ Out, ritmo ancora alto, gran voce, una band che suona in maniera sopraffina e l’ennesima linea melodica di livello eccelso; Baby I Lost My Way (But I’m Comin’ Home) sta a metà tra funky, blues e soul, e si ascolta sempre con il consueto piacere, la diretta e pimpante You Worry Me sembra uscita dal disco precedente, ed è un gustoso soul-pop dal ritmo acceso ed un bel lavoro di piano (i fiati non li cito più, tanto sono protagonisti sempre). Still Out There Running è una superba ballata ancora contraddistinta da una melodia di prim’ordine ed un sapore d’altri tempi, una delle più belle, ed è seguita dalla title track, altro splendido brano con Cooke in mente, che chiude la versione “normale” del CD. Sì perché esiste anche un’edizione deluxe, con due canzoni in più: I’ll Be Damned, energica e vibrante, e la romantica Boiled Over, due pezzi discreti ma che non aggiungono molto al disco principale.

Quindi un’ottima conferma, un altro gran bel disco da parte di un combo formidabile guidato da un artista che, per il momento, non sa cosa sia la parola “routine”.

Marco Verdi

Un Live Prematuro? Al Contrario, Formidabile! Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Live At Red Rocks

nathaniel rateliff and the night sweats live at red rock

Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Live At Red Rocks – Stax/Concord CD

Fino ad un paio di anni fa la carriera di Nathaniel Rateliff, singer-songwriter di Denver, si stava trascinando abbastanza stancamente in un anonimato che sembrava non avere un futuro. Poi, nel 2015, il colpo di genio: Nathaniel forma i Night Sweats, un combo formidabile che suona una miscela di soul e rhythm’n’blues ma con la potenza di una rock band, un mix esplosivo che ha reso l’album di due anni fa Nathaniel Rateliff & The Night Sweats un grande successo di pubblico e critica, oltre che uno dei dischi più belli dell’anno, con canzoni strepitose del calibro di S.O.B., I Need Never Get Old e Howling At Nothing e diversi altri brani di altissimo livello. Dopo aver tenuto caldi i fans lo scorso anno con l’EP Something Else From, ora Nathaniel ed i suoi ragazzi pubblicano questo Live At Red Rocks, un CD registrato nella suggestiva cornice del titolo (proprio vicino a Denver) il 21 Agosto del 2016: una mossa che potrebbe sembrare prematura, anche se dopo un solo ascolto devo dire…meno male che lo hanno fatto! L’album infatti è semplicemente splendido, uno dei più bei live di un’annata devo dire molto generosa con i dischi registrati on stage: Rateliff è una autentica forza della natura ed un frontman straordinario, ed i suoi “sudori notturni” (Joseph Pope III al basso, Patrick Meese alla batteria, Mark Shusterman al piano ed organo, Luke Mossman alla chitarra, Andreas Wild al sax, Nick Etwell alla tromba, Julie Davis al basso acustico e voce e Joe Richmond alle percussioni) sono un gruppo di rara potenza, ma con un feeling mostruoso, al punto che le canzoni del disco di due anni orsono, che già erano una goduria, suonano completamente trasformate.

Merito notevole va anche alla presenza in diversi pezzi della Preservation Hall Jazz Band, leggendario gruppo di New Orleans composto da sette elementi (quasi tutti fiati), che unita ai nove Night Sweats (anche Nathaniel suona ogni tanto la chitarra) formano un muro del suono di inaudita forza. L’album del 2015 viene suonato interamente, ed in più ci sono due pezzi dall’EP dell’anno scorso ed altri due dal passato discografico di Rateliff, più una cover finale da urlo, ed il disco è talmente bello che quasi ci si rammarica che sia solo singolo. Dopo un’introduzione strumentale in puro stile “Funerale a New Orleans” il concerto inizia con la tonante I’ve Been Failing, un’esplosione di suoni e colori, showcase introduttivo perfetto per ogni membro del gruppo, con menzione particolare per i fiati, il piano e la sezione ritmica. E poi c’è Rateliff, che non è da meno della sua band in quanto a potenza (vocale). Con Look It Here Nathaniel ha già il pubblico (casalingo) in pugno: bellissima canzone, coinvolgente e brillante, suonata in maniera strepitosa e con uno spirito rock che esce da ogni nota, mentre l’introduzione al brano successivo (Howling At Nothing) è una vera e propria canzone improvvisata, un errebi nero fino al midollo dal ritmo forsennato e con un organo caldissimo alle spalle. L’appena citata Howling At Nothing è una soul song dal motivo splendido, che sembra quasi un inedito del grande Sam Cooke, mentre Wasting Time è una ballata decisamente melodica e piena di pathos, con la grande voce del nostro ed i fiati sugli scudi.

La saltellante e gradevole Mellow Out porta ai due brani meno conosciuti, in quanto originariamente contenuti nell’album del 2011 di Rateliff, In Memory Of Loss: Early Spring Till e You Should’ve Seen The Other Guy sono due ballate acustiche e cantautorali davvero intense, che rivelano un altro lato del nostro (e che voce). Lo sballo riprende con la meravigliosa I Need Never Get Old, una delle più belle canzoni del 2015, travolgente ed irresistibile (sentite la reazione del pubblico quando la riconosce dopo due minuti di introduzione https://www.youtube.com/watch?v=61_lewBMWVk ), con la lunga Shake, più di otto minuti di soul-rock insinuante e dal sapore sudista (grandissimi organo e chitarra) e con la fluida e guizzante Out On The Weekend, altro travolgente momento di solido ed energico errebi (e qui è il piano a fare i numeri). Dopo Thank You, vigorosa e saltellante, e I Did It, annerita, roccata e molto anni settanta, arriva il gran finale con la roboante Trying So Hard Not To Know, cantata come al solito da manuale, e soprattutto la strepitosa S.O.B., che è a tutti gli effetti la signature song del nostro https://www.youtube.com/watch?v=Vg4_BRiuvFU , in una versione ancora più potente ed irresistibile di quella in studio (e qui il binomio Night Sweats/Preservation Hall è da applausi a scena aperta). Il pubblico ormai è k.o., ma c’è ancora tempo per una rilettura tutta ritmo, suoni e colori del classico di Sam Cooke Having A Party, ancora una volta dalla forza incredibile. Nathaniel Rateliff non è un fuoco di paglia, ma un musicista vero e terribilmente serio, e questo Live At Red Rocks ne è la splendida conferma: non lasciatevelo sfuggire.

Marco Verdi