Steve Cropper lo presenta come il suo secondo album solista dopo With A Little From My Friends,uscito nel 1969. Non è l’esatta realtà dei fatti, prima e dopo c’è stato moltissimo altro: prima ci sono stati i Mar-Keys, nati nel 1958 a Memphis, e che poi con la scissione di Steve e Donald “Duck” Dunn diventano Booker T. & The Mg’s, entrambi i gruppi fondamentali nella storia della soul music e della Stax in particolare. Steve Cropper ha scritto molto materiale strumentale, ma ha anche firmato alcune delle pagine indimenticabili del soul per Otis Redding, Wilson Pickett, Eddie Floyd, Sam & Dave e ha suonato in un numero colossale di dischi usciti con il marchio Stax/Volt. Dagli inizi ‘70 intensifica la sua attività di produttore anche al di fuori della Stax, con Jeff Beck, José Feliciano, John Prine (per citarne alcuni), oltre a suonare la chitarra in una miriade di dischi: poi nel 1978 inizia anche l’avventura con i Blues Brothers. In seguito pubblica tra ‘80 e ‘82 due album solisti che ricorda malvolentieri, mentre nel 1969 era uscito anche Jammed Together, una collaborazione con Pop Staples e Albert King,poi un lungo silenzio fino al 2008 quando viene pubblicato il primo di due album collaborativi con Felix Cavaliere dei Rascals, che ricordiamo, perché in quelle sessions vengono messe le basi per alcune idee e canzoni, accantonate ma salvate, per essere completate e riutilizzate, proprio per Fire It Up, insieme al produttoreJon Tiven, “vicino di casa” di Steve a Nashville, e con il quale è continuamente in contatto per interscambi di idee musicali.
Questa quindi è la genesi del nuovo album: non so dirvi molto altro, ci sono due chitarristi, un tastierista, e un cantante, che francamente non avevo mai sentito nominare prima, taleRoger C. Reale, peraltro in possesso di una bella voce, amico di Tiven ma anche di Steve. Il tutto perché ho scritto la recensione molto prima e l’album è in uscita per il 23 aprile. Però le canzoni le ho ascoltate e quindi vi illustro i contenuti,non senza prima ricordare che nel 2011 è uscito anche un disco All-Stars Dedicated, basato sulla musica dei 5 Royaleshttps://discoclub.myblog.it/2011/08/04/il-migliore-del-colonnello-steve-cropper-dedicated/ , e nel 2017 la eccellente reunion e celebrazione della Blues Brothers Band The Last Shade Of Blue Before Blackhttps://discoclub.myblog.it/2017/11/15/il-tempo-passa-per-tutti-ma-non-per-loro-the-original-blues-brothers-band-the-last-shade-of-blue-before-black/ . Il nuovo disco vede la presenza di un solo brano strumentale Bush Hog, che però è ricorrente. Parte 1 e 2, più in chiusura il pezzo completo, e ascoltandolo non si direbbe che che Cropper sia un brillante diversamente giovane che a ottobre compirà 80 anni, il tocco di chitarra è sempre inconfondibile, un chitarrista ritmico creatore di riff, come lui ama definirsi, ma in grado di suonare anche da solista, tanto da essere considerato un maestro da gente come Brian May, Jeff Beck, Eric Clapton.
Sembra di ascoltare un pezzo dei Mar-Keys o di Booker T. & The Mg’s, le mani che volano sul manico della chitarra, un ritmo incalzante con fiati e organo di supporto, un timbro della solista limpido e geniale, ribadisco, uno degli inventori degli strumentali di marca R&B, ma anche con un rimando al riff di Soul Man, come nella grintosa e deliziosa title track, dove si autocita, mentre Reale canta con voce vissuta, e fiati, organo e una armonica imperversano sullo sfondo. E non manca una deep soul ballad in mid-tempo come One Good Turn, con assolo breve, ma limpido e cristallino, o il funky ribaldo e reiterato di I’m Not Havin’ It, con Reale sempre ottimo anche nei pezzi più mossi, vedi Out Of Love, cadenzata come richiede la materia e la solista di Cropper sempre in spolvero; la trascinante Far Away sta alla intersezione tra R&B e R&R e ci sono anche delle coriste che aizzano Reale, mentre la chitarra di Steve punteggia l’arrangiamento corale.Say Don’t You Know Me sembra uno di quei brani danzabili dell’epoca d’oro del R&B, ruvido ma dal ritmo irresistibile, mentre She’s So Fine sarebbe piaciuta moltissimo a Sam & Dave e Two Wrongs al grande Otis, Reale non è ovviamente a quei livelli, ma ci mette comunque impegno e grinta, come dimostra anche la successiva Hearbreak Street, e poi si riabilita nella conclusiva The Go-Getter Is Gone, scritta a due mani con Cropper, che viene spronato a pescare nel meglio del suo repertorio in questo robusto R&B dove maltratta anche la sua chitarra con libidine.
in fondo è pur sempre “The Colonel” della truppa, lui guida e gli altri lo seguono, in questo solido sforzo complessivo che lo mostra di nuovo vitale e all’altezza della sua fama.
Teskey Brothers – Live At The Forum – Half Mile Records/Decca/Universal
In questi difficili tempi che stiamo vivendo ogni disco che viene ad alleviare e a ristorare il nostro umore è bene accetto, se poi arriva da una formazione come i Teskey Brothers, alfieri australiani di quella nuova onda di soul music genuina che sta percorrendo le strade parallele di certo rock (e blues) classico, lo è ancora di più. Il quartetto down under ha esordito nel 2017 in Australia con Half Mile Harvest, poi arrivato l’anno successivo nel resto del mondo in una versione ampliata https://discoclub.myblog.it/tag/teskey-brothers/ ed hanno confermato quanto di buono avevano lasciato trapelare, con il successivo Run Home Slow, pubblicato ad agosto del 2019. Si trattava di dischi che avrebbero potuto essere usciti nell’epoca d’oro della Stax, ma anche negli anni successivi del soul bianco targato Muscle Shoals, e ancora con echi della musica sudista di uno come Eddie Hinton che esteriormente era bianco, ma dentro ribolliva di musica nera (senza citare, ma lo sto facendo, gente come Frankie Miller, Joe Cocker, Van The Man, tutti personaggi cresciuti a pane, Nutella, Otis Redding, Solomon Burke, aggiungete voi nomi a piacere).
Da qualche anno sembra comunque che ci sia una rinascita di questo filone, e penso a Anderson East, Nathaniel Rateliff, Black Pumas, ma sono solo alcuni, la punta dell’iceberg. Questo disco esce (?) a sorpresa in piena era coronavirus: dovrebbe essere in circolazione a metà maggio in vinile e download e al 29 maggio in CD, ma visto che l’ho parecchio tempo prima non garantisco (ma ora confermo), visto che gli album vengono annunciati e poi rinviati a getto continuo. Noi facciamo conto che tutto vada bene, notizie non ne servono molte altre: l’album si intitola Live At The Forum, quello di Melbourne, Australia, siamo nell’estate 2019, e avrebbe dovuto essere replicato nel Stay Home Slow Virtual Tour, per presentare in streaming l’album, che però non vi so dire come sia andato, perché nel momento in cui scrivo dovrebbe essere ancora in corso. Sul palco ci sono certamente i due fratelli Teskey, Josh voce sublime e chitarra e Sam, lead guitar e voce, con gli amici Brendon Love al basso e Liam Gough alla batteria, poi nei filmati che circolano in rete si vedono anche un tastierista e un musicista alla pedal steel guitar, più sei backing vocalist e una sezione fiati, per completare il loro caratteristico sound con corpose manciate di gospel, abbondante blues e pizzichi di country, e tanta sweet soul music.
La dimensione concertistica è ovviamente ideale e i quattordici brani sono tutti da godere:JoshTeskey, come Hinton, è un discepolo diretto di Otis Redding, voce accorata e declamatoria nella iniziale ed intensa Let Me Let You Down che ci trasporta nel profondo Sud (ovunque voi lo vogliate, anche dell’Australia), con organo e chitarra e fiati, a celebrare il rito del soul. Carry You, il secondo brano di Run Home Slow, è un’altra deep soul ballad che sembra uscire da un vecchio vinile Stax, con la voce di Josh roca, viscerale, quasi fervente, con il pubblico che si agita sullo sfondo, i fiati e le voci all’unisono e la chitarra di Sam che lavora di fino; Crying Shame era il brano che apriva il primo album Half Mile Harvest, subito riconosciuta dai presenti, è un’altra iniezione di emozione allo stato puro, emozionale e vivida nel suo sincero dipanarsi, con il primo vero assolo di chitarra di Sam, mentre Say You’ll Do dalla Deluxe edition del primo disco, è uno slow blues di grande potenza, quasi febbrile, con il call and response con gli altri vocalists e un altro assolo di fratello Sam ricco di feeling e tecnica. So Caught Up, dall’allora nuovo album è un brano più leggero e sbarazzino, sempre delizioso per la sua innocente aria vintage, I Get Up torna allo stile declamatorio, quasi gospel, di gran parte delle canzoni, con un’altra prestazione vocale da manuale di Josh, ben spalleggiato dal fratello Sam, che è comunque elemento focale del sound della band con il suo lavoro anche in sordina.
Rain è Otis Redding allo stato puro, sospesa e al tempo stesso veemente, poi a sorpresa arriva la cover di Jealous Guy di John Lennon, ispirata dalla versione soul presente nel live di Donny Hathaway, splendida. San Francisco segnala una prima variazione sul tema sonoro dell’album, una canzone che rimanda al suono della Band, con piano, organo e la pedal steel che le conferiscono una ambientazione di genere Americana; Honeymoon, di nuovo dal 1° album, è il momento della jam, oltre dieci minuti di grande intensità, ancora un blues lento di grande impatto, costruito nella prima parte sulla voce di Josh, che poi lascia spazio alla chitarra del fratello che imbastisce una lunga improvvisazione, soprattutto nella parte centrale e finale, quando il ritmo accelera in modo inesorabile e poi rallenta di nuovo, mentre il gruppo si lascia andare in piena libertà. AnchePaint My Heart, con Sam e Josh che duettano a chitarra ed armonica è un grande blues fiatistico, quasi nove minuti che rimandano al migliore Joe Cocker, quello della soul revue di Mad Dogs And Englishmen, con citazione di With A Little Help From My Friends nell’incipit e nell’assolo finale di chitarra. Ormai i nostri sono entrati in modalità improvvisativa ed ecco arrivare una versione di nove minuti di Louisa, uno dei rari brani mossi del loro repertorio, con un riff alla Baby Please Don’t Go, il train time dell’armonica e un’altra esplosione di energia e gioia allo stato puro, con assolo di batteria di Liam Cough, che è l’autore del pezzo.
Ci si avvia alla conclusione con i bis, Pain And Misery, la canzone che li ha fatti conoscere, che fin dal titolo ricorda la loro fonte di ispirazione primaria, Mr. Pitiful Otis Redding e Hold Me, altra struggente ballata di impianto gospel, che prevede tutti gli ingredienti del genere, battito di mani, singalong corale e grande partecipazione collettiva, una vera meraviglia. Con questo disco dal vivo i Teskey Brothers si confermano una certezza assoluta nell’ambito della musica di qualità.
VV.AA. – Stax ’68: A Memphis Story – Craft/Concord 5CD Box Set
A pochi mesi di distanza dal bellissimo Rarities: The Best Of The Rest, quarto e probabilmente ultimo episodio della serie di cofanetti Stax Singleshttps://discoclub.myblog.it/2018/02/04/torna-a-sorpresa-una-delle-piu-belle-serie-dedicate-alla-black-music-stax-singles-rarities-and-the-best-of-the-rest/, la Concord (proprietaria del marchio della storica etichetta discografica) pubblica quasi a sorpresa un volume “spin-off”: Stax ’68: A Memphis Story, che raccoglie in cinque CD tutti i singoli, lati A e B, usciti nell’anno solare del titolo, quindi mezzo secolo fa. Il 1968 fu un anno importantissimo per la Stax, label nata a Memphis nel 1957 ed in pochi anni diventata leader nella diffusione della musica soul ed errebi ad opera di artisti perlopiù di colore (in concorrenza con la Motown di Detroit): infatti in quel periodo l’America era percorsa dai tumulti e dalle manifestazioni per l’affermazione dei diritti civili e dell’uguaglianza tra neri e bianchi (il cui culmine si ebbe proprio nel 1968 con l’assassinio di Martin Luther King), e Memphis era una delle città nelle quali la lotta era più sentita.
In tutto questo la Stax era vista un po’ come una sorta di “rifugio sicuro”, ed altre volte come una specie di zona franca che non veniva toccata dagli episodi di violenza che a quell’epoca non mancavano: questo perché gli studi dell’etichetta erano già da anni un esempio di integrazione razziale, dato che bianchi e neri vi lavoravano fianco a fianco in perfetta armonia, sia che facessero parte dello staff che del roster di artisti che vi andavano ad incidere. Infatti già da qualche tempo la musica che veniva pubblicata sotto il marchio Stax non era più solo soul, rhythm’n’blues e funky, ma si cominciava ad intravedere anche qualche “intrusione” del rock e perfino di country e psichedelia, e diversi artisti sotto contratto avevano la pelle bianca. Tutto ciò è testimoniato dunque in questo splendido cofanetto quintuplo (pubblicato in un formato simile alla dimensione di un 45 giri, con un bel libro rilegato ricco di informazioni e note ed i CD inseriti separatamente sul fondo), che raggruppa tutti i singoli pubblicati da Gennaio a Dicembre del 1968 all’interno dei quali, oltre alla maggioranza di canzoni a tema amoroso, si cominciavano a far largo brani che parlavano di libertà ed uguaglianza, come nel caso degli Staple Singers: non ci sono inediti, ma parecchie rarità questo sì.
Ma andiamo con ordine, esaminando gli episodi salienti dei cinque dischetti, dato che una recensione brano per brano delle 134 canzoni totali richiederebbe una rubrica settimanale. Il box parte con il botto, ovvero con la mitica (Sittin’ On) The Dock Of The Bay di Otis Redding, canzone uscita postuma a causa della tragica scomparsa a fine 1967 di quello che era l’artista di punta del catalogo Stax (la B-side è la vivace Sweet Lorene): Otis è presente anche più avanti nel primo CD, in duetto con Carla Thomas, con Lovey Dovey e New Year’s Resolution. Altri highlights del dischetto sono Sam & Dave con le energiche I Thank You e Wrap It Up, il blue-eyed soul dei misconosciuti Memphis Nomads (le gradevolissime Don’t Pass Your Judgement e I Wanna Be Your Lover & Your Honey), la deliziosa I Got A Sure Thing di Ollie & The Nightingales, la grande voce di Johnnie Taylor che giganteggia in Next Time e nel blues afterhours Sundown. Eddie Floyd era un grandissimo, e lo dimostra con le strepitose Big Bird e Holding On With Both Hands, potenti e ricche di feeling, ma non sono da meno né William Bell con le toccanti Every Man Oughta Have A Woman e Tribute To A King (nonostante qualche sviolinata di troppo) né Rufus Thomas con il luccicante errebi di The Memphis Train. Il secondo CD inizia con la vibrante Soul Power, un titolo che è tutto un programma, ad opera di Derek Martin, e prosegue con lo splendido white soul di Bring Your Love Back To Me e Here I Am di Linda Lyndell (che voce) e con la sempre impeccabile Carla Thomas (le coinvolgenti A Dime A Dozen e I Want You Back, cantate entrambe splendidamente).
Il CD alterna nomi noti come Isaac Hayes (con le peraltro non eccelse Precious Precious e Going To Chicago Blues, in cui sembra essersi appena svegliato dopo una serata di bagordi) ed il grande bluesman Albert King (alle prese con (I Love) Lucy e You’re Gonna Need Me) ad altri meno conosciuti come i Kangaroo’s (belle sia la corale Groovy Day che il quasi rock’n’roll di Every Man Needs A Woman), i Mad Lads con la romantica Whatever Hurts You e la mossa No Time Is Better Than Now, per concludere con la classe dell’Eddie Henderson Quintet (Georgy Girl e A Million Or More Times, due raffinati strumentali jazz) e con la stupenda ed emozionante Send Peace And Harmony Home di Shirley Walton, una delle più belle canzoni del box. Il terzo dischetto parte con i grandi Booker T. & The MG’s (la deliziosa e solare Soul-Limbo, dal sapore caraibico) ed ancora Eddie Floyd con le calde soul ballads I’ve Never Found A Girl e I’m Just The Kind Of Fool. Qui troviamo anche l’unico singolo targato Stax da parte di Delaney & Bonnie, contenente le ottime It’s Been A Long Time Coming e We’ve Just Been Feeling Bad, due pezzi tra rock ed errebi cantati e suonati in maniera perfetta, e c’è anche il loro amico Bobby Whitlock con la saltellante pop song Raspberry Rug ed il ficcante soul con fiati di And I Love You.
Per il resto abbiamo tanta gente meno famosa, tra cui si distinguono ancora la brava Linda Lyndell con le strepitose What A Man e I Don’t Know (Linda si conferma una vocalist eccezionale), due splendidi duetti tra Judy Clay ed il più noto William Bell (Private Number e Love-Eye-Tis), l’energica Broadway Freeze di Harvey Scales & The Seven Sounds, un brano funkeggiante alla James Brown, Lindell Hill con l’intensa Remone, il garage rock psichedelico degli Aardvarks (Subconcious Train Of Thought), ancora Judy Clay e la sua straordinaria voce in Bed Of Roses e Remove These Clouds, per finire in crescendo con i grandi Staple Singers alle prese con la trascinante Long Walk To D.C., un gospel elettrico dal ritmo decisamente sostenuto. Nel quarto CD troviamo la fulgida Who’s Making Love di Johnnie Taylor, uno dei più grandi successi della label, il solito Eddie Floyd con una scintillante cover, molto più ritmata dell’originale, di Bring It On Home To Me di Sam Cooke, Jeanne & The Darlings con la squisita It’s Unbelievable, i poco noti Southwest F.O.B. con la vibrante Smell Of Incense, una rock song con organo alla Doors (e con la beatlesiana ed orecchiabile Green Skies), ancora Booker T. & The MG’s con una splendida rivisitazione del tema western Hang’em High, ed il divertente country-pop Sally’s Got A Good Thing dei Village Sound.
Il quinto ed ultimo dischetto si apre con la bella Mighty Cold Winter di Dino & Doc, e poi ci fa incontrare di nuovo sia William Bell (da solo con la soulful e romantica I Forgot To Be Your Lover ed in duo ancora con Judy Clay per la sontuosa My Baby Specializes), sia Albert King e la sua inimitabile chitarra che arrota da par suo in Night Stomp, sia ancora gli Staple Singers, sempre impeccabili in The Ghetto e Got To Be Some Changes Made. Da citare infine The Goodies con il pop-rock West Coast di Didn’t Love Was So Good (lato B di Condition Red ma nettamente migliore), la bravissima Mable John, una voce degna di Aretha Franklin, con Running Out e Shouldn’t I Love Him, il rocker Billy Lee Riley con l vigorose Family Portrait e Going Back To Memphis, e le deliziose country ballads Who’s Making Love (la stessa di Johnnie Taylor, ma in un arrangiamento molto diverso) e Long Black Train, cantate da Daaron Lee.
Stax ’68 è quindi l’ennesimo cofanetto di quest’annata al quale è difficile dire di no, e questo vale anche se avete già le precedenti raccolte di singoli della leggendaria etichetta di Memphis.
Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Tearing At The Seams – Stax/Universal CD
I due album del 2015 di Anderson East e Nathaniel Rateliff sono stati le due più brillanti sorprese di quell’annata musicale, due artisti che condividono lo stesso genere musicale, una miscela di rhythm’n’blues e blue-eyed soul, pur con le differenze del caso (East è molto più raffinato e melodico, mentre l’approccio di Rateliff è molto più grintoso e muscolare, quasi rock). Rateliff ha poi preso un certo vantaggio nel 2016 con l’EP A Little Something More From e soprattutto lo scorso anno con il fantastico Live At Red Rockshttp://discoclub.myblog.it/2017/12/11/un-live-prematuro-al-contrario-formidabile-nathaniel-rateliff-the-night-sweats-live-at-red-rocks/. Quest’anno il “duello” tra i due si è rinnovato, in quanto a Gennaio East ha pubblicato Encore, in cui ha in pratica ripetuto lo schema di Delilah (ma senza l’effetto sorpresa di quest’ultimo) http://discoclub.myblog.it/2018/01/14/forse-e-un-disco-un-po-prevedibile-ma-il-livello-e-sempre-alto-anderson-east-encore/ , ed ora Rateliff ha fatto uscire Tearing At The Seams, sempre con la collaborazione dei suoi Night Sweats (ed ancora con la produzione di Richard Swift). Ed anche Nathaniel non si distacca molto dal suono del disco precedente, non manca il solito cocktail di errebi vigoroso mischiato con robuste dosi di rock, tanto ritmo ed un suono nel quale i fiati sono grandi protagonisti, ma in questo caso ci sono anche delle ballate, o dei brani più spostati verso il southern soul, che danno una maggiore varietà ed aggiungono sfumature che prima mancavano.
Forse non ci sarà una nuova S.O.B. (e neppure un’altra I Need Never Get Old), ma alla fine Tearing At The Seams forse risulta ancora più completo del lavoro di tre anni orsono. I Night Sweats (Luke Mossman, chitarre, Joseph Pope III, basso, Patrick Meese, batteria, Mark Schusterman, piano e organo, e la sezione fiati formata da Jeff Dazey, Scott Frock ed Andreas Wild, sono solo in tre ma sembrano in dieci) sono comunque la solita macchina da guerra, Rateliff si conferma un vocalist potente ma pieno di feeling, e l’album si ascolta tutto d’un fiato con estremo godimento. Tutti i brani sono di Nathaniel tranne tre, che non sono cover ma scritti ognuno da un membro della band (per l’esattezza Mossman, Meese e Schusterman): si parte con la vigorosa Shoe Boot, un brano molto annerito e funkeggiante, con i fiati in primo piano ed il classico muro del suono dei nostri già all’opera, anche se forse come inizio non è così trascinante come uno poteva aspettarsi. Be There ci fa ritrovare il Rateliff che ci aveva entusiasmato tre anni fa, un ottimo errebi che risente della lezione di Otis Redding, gran ritmo, suono forte e deciso ed un motivo diretto; A Little Honey è una ballata che scorre in maniera fluida, con la sezione ritmica sempre ben evidenziata, un organo caldo che porta nel brano l’elemento southern ed un bel refrain. La saltellante Say It Louder è una deliziosa canzone soul di sicuro impatto, melodia orecchiabile e mood solare, mentre Hey Mama è una squisita ed ancora calda ballad sudista, molto classica, cantata al solito davvero bene, con un accompagnamento praticamente perfetto ed un crescendo notevole.
Splendida Babe I Know, un altro slow toccante che risente dell’influenza di Sam Cooke, un pezzo in puro stile sixties, con un motivo toccante e bellissimo: Nathaniel dimostra con brani come questo che si può conservare lo stesso stile senza per forza rifare il medesimo disco. Intro nonostante il titolo è una canzone a sé stante, un trascinante cocktail di suoni e colori che ci fa ritrovare il Rateliff scatenato e tutto feeling ed energia, un pezzo che dal vivo farà faville. Decisamente riuscita anche Coolin’ Out, ritmo ancora alto, gran voce, una band che suona in maniera sopraffina e l’ennesima linea melodica di livello eccelso; Baby I Lost My Way (But I’m Comin’ Home) sta a metà tra funky, blues e soul, e si ascolta sempre con il consueto piacere, la diretta e pimpante You Worry Me sembra uscita dal disco precedente, ed è un gustoso soul-pop dal ritmo acceso ed un bel lavoro di piano (i fiati non li cito più, tanto sono protagonisti sempre). Still Out There Running è una superba ballata ancora contraddistinta da una melodia di prim’ordine ed un sapore d’altri tempi, una delle più belle, ed è seguita dalla title track, altro splendido brano con Cooke in mente, che chiude la versione “normale” del CD. Sì perché esiste anche un’edizione deluxe, con due canzoni in più: I’ll Be Damned, energica e vibrante, e la romantica Boiled Over, due pezzi discreti ma che non aggiungono molto al disco principale.
Quindi un’ottima conferma, un altro gran bel disco da parte di un combo formidabile guidato da un artista che, per il momento, non sa cosa sia la parola “routine”.
Stax Singles – Rarities And The Best Of The Rest – 6 CD Stax/Craft/Universal
A distanza di parecchi anni dall’ultimo volume, parliamo ormai del 1994, torna assolutamente a sorpresa un nuovo capitolo della bellissima serie di cofanetti dedicati al catalogo dei singoli tratti dal materiale pubblicato su etichetta Stax/Volt e tutte le loro sussidiarie: uno dei compendi dedicati alla soul music, al r&b e alla musica nera in generale più esaltanti nella storia della musica. Giusto per rinfrescare la memoria, vi ricordo che i primi tre volumi sono usciti rispettivamente nel 1991, nel 1993 e, come detto, nel 1994, tutti in box formato grande tipo LP (ma in CD comunque) e poi ristampati varie volte nel corso degli anni, con formati e costi decisamente più ridotti. In effetti la parabola sembrava conclusa, visto che i tre box avevano coperto i tre periodi di vita della etichetta di Memphis, 1959-1968 nel primo volume, 1969-1971 nel secondo e 1972-1975 nel terzo, coprendo tutta la storia della Stax, dalle origini R&B, passando per il soul del periodo classico, fino al soul e funky degli anni ’70, attraverso una serie di canzoni, raccolte in modo certosino, che spaziavano dai maggiori successi fino ad una serie di chicche e rarità che poche se non nessun altra etichetta ha potuto pareggiare.
Quindi questo quarto volume arriva come una sorpresa totale, anche se fa parte dei festeggiamenti per il 60° Anniversario della etichetta di Jim Stewart, iniziati lo scorso anno (per esempio con il bellissimo box su Isaac Hayes), a 60 anni dalla nascita della etichetta come Satellite Records nel 1957 e poi diventata Stax nel 1961, dalla unione dei nomi dei due fondatori, oltre a Stewart anche la sorella Extelle Axton (STewart/AXton = Stax), entrambi bianchi ovviamente, come era tipico della storia di altre race label nate nel corso degli anni, e tuttora in vita alla rispettabile età di 87 anni (ma senza dimenticare Al Bell che invece era il produttore nero della label), come pure la sua etichetta, che è stata rilanciata nel 2006 dalla Universal, anche con una serie di nuove uscite. Il cofanetto è corredato come al solito da un esaustivo libretto, che vedete sopra, ricco di foto, informazioni e alcuni saggi dei curatori dell’opera: visto che una recensione track-by-track sarebbe ovviamente troppo lunga, vediamo almeno di segnalare le cose più interessanti e sfiziose contenute in ogni dischetto. I primi 3 CD come al solito sono prevalentemente dedicati al soul, al funky, con escursioni anche nel R&B e nel blues, i successivi 3 CD toccano anche generi che gli altri box avevano solo sfiorato, tipo gospel, country, rock e di nuovo blues, con materiale estratto anche da etichette associate alla Stax come Truth, Chalice, Enterprise, Hip e Ardent.
Il primo CD parte con Deep Down Inside di Carla & Rufus, lato B del primo singolo di Rufus Thomas, uscito nell’agosto ’60 per la Satellite e poi ci sono altri 7 brani di Thomas, da solo o con la figlia Carla, tra cui una deliziosa versione di Fine And Mellow di Billie Holiday, e altri lati B di singoli (ma che qualità) di altri artisti che testimoniano il passaggio dal R&B, dal doo wop, al blues e poi al soul, alcuni come All The Way di Prince Conley (qualche eco di Sam Cooke), Just Enough To Hurt Me degli Astors, I Found A Brand New Love di Eddie Kirk, assolutamente deliziosi. Tra le chicche anche il lato B di Green Onions di Booker T. & The Mg’s Fannie Mae, oppure Sassy di Floyd Newman, altro strumentale strepitoso, e siamo già al 1963. Dal 1964 arriva That’s The Way It Goes di Bobby Marchan (che annuncia la svolta di Sam & Dave, Wilson Pickett e Otis Redding, della cui Revue Marchan faceva parte); molti brani sono firmati da Steve Cropper, con i pezzi grossi della Stax, Shake Up dei Cobras, Watchdog di Dorothy Williams, Weak Spot di Ruby Johnson, ma c’è anche un pezzo di Sam & Dave A Small Portion Of Your Love, firmato da Porter/Hayes, meno esplosivo del solito, ma sempre di gran classe, e siamo arrivati al 1968, e ci sarebbero altri brani da citare, quasi tutti.
Il secondo CD parte con I’m So Glad You’re Back cantata da Shirley Walton, uscita ancora nel 1968, come pure il lato B dell’unico singolo di Delaney & Bonnie per la Stax, We’ve Just Been Feeling Bad, scritta da Steve Cropper ed Eddie Floyd, bellissimi pure i brani cantati da Judy Clay, uno da sola e due in duetto con William Bell. Il 1968 è un anno magico, e così troviamo anche Stay With Us degli Staples Singers, ancora un paio di brani di Booker T., mentre Consider Me di Eddie Floyd è del 1969, e la versione poderosa di I Thank You dei Bar-Kays, con i fiati che impazzano, del 1970. Tra le curiosità, una maturata Carla Thomas che fa Hi De Ho di Carole King e i Newcomers che fanno Mannish Boys di Muddy Waters in puro stile deep soul.
Il 3° CD che parte dal 1971 si apre con Ilana che canta una melodrammatica Let Love Fill Your Heart, prodotta da Van McCoy, gli ottimi Soul Children, per certi versi rivali dei Jackson 5 della Motown, se fossero stati fronteggiati da uno dei Temptations, David Porter e Isaac Hayes appaiono come cantanti in una melliflua versione di Baby I’m-A Want you dei Bread, che inaugura il futuro stile orchestrale di Hayes, che appare anche con Type Thang, un pezzo a tutto wah-wah che era anche nel secondo Shaft del 1972, come pure la bravissima e poco considerata Jean Knight alle prese con Pick Up The Pieces, il grande Johnnie Taylor con Stop Teasing Me un fantastico funky che sfida James Brown sul suo territorio, e ancora Major Lance che chiude il 1972 con una brillante Since I Lost My Baby’s Love.
Ribadisco che in teoria tutti questi brani erano “scarti”, destinati ai lati B o agli album, si potrebbe dire che hanno raschiato il fondo del barile, e un po’ così è stato, ma ascoltando la musica non si direbbe: per esempio una eccellente What’s Your Thing degli Staples Singers cantata alla grande da Mavis, ma anche una piacevolissima Yes Sir Brothers, entrambe pubblicate nel 1974, in quello che viene considerato il declino dell’epoca e l’ultimo brano del maggio 1975 Just Ain’t No Love di John Gary Williams che chiude la storia.
Che comunque riparte dal 1969, almeno nei contenuti, nel quarto CD, con il materiale della etichetta Enterprise: per iniziare una drammatica ballata orchestrale quasi da crooner, cantata da Sil Selvidge, The Ballad of Otis B. Watson, scritta e prodotta da Don Nix, Black Hands White Cotton dei Caboose (?), sembra un pezzo dei Creedence cantato da Elvis o da Johnny Rivers, con molti elementi gospel e rock, sempre in questo filone di country got soul commerciale troviamo anche Love’s Not Hard To Find di Dallas County, sempre con Don Nix alla guida; ci sono altri oscuri ma piacevoli cantanti dell’epoca che non citiamo, ma anche Billy Eckstine, grande cantante jazz e pop che incise tre album per la Enterprise, che è presente con I Wanna Be Your Baby, fin troppo arrangiata, diciamo non memorabile, come parte del contenuto di questo CD, anche la versione di Slip Away di O.B. McClinton non sfida gli originali, nonostante l’aria country grazie all’uso della pedal steel.
Meglio la versione di When Something Is Wrong With My Baby di nuovo di Eckstine, e ottima una tirata Some Other Man della River City Band, che sembra quasi un pezzo dei primi Chicago, con una chitarra pungente nell’arrangiamento, per non dire di Black Cat Moan, uno dei super classici di Don Nix (nel disco suonavano, tra i tanti, Barry Beckett, Claudia Lennear, David Hood, Eddie Hinton, Furry Lewis, Klaus Voorman, Pete Carr, Roger Hawkins), sia pure qui nella versione breve da 45 giri e fa capolino anche un tocco jazz e latin rock con Conquistadores ’74 del batterista Chicho Hamilton., quasi alla Santana.
Il quinto CD è dedicato alla Hip Records, una storia non di grande successo commerciale, 3 dozzine di singoli e quattro album in tutto, ma ci sono anche alcune perle del catalogo Ardent, quello dei Big Star di Alex Chilton per intenderci, che era stato tra gli originatori di questo filone “bianco/nero” con i suoi Box Tops: non per nulla questo dischetto è prodotto da Alec Palao, che ha scritto anche le note, grande esperto di garage e psych. A livello storico-collezionistico questo è forse il CD più interessante, ricco anche di materiale inedito, canzoni mai pubblicate, solo arrivate a noi sotto forma di demo, comunque molto curati a livello sonoro: si passa dal beat/garage dei Poor Little Kids, un pezzo delizioso come Stop – Quit It, tra Beau Brummels e il sound di Memphis.
Niente male anche Cigarettes di Lonnie Duvall, che ha una voce che mi ha ricordato il primo Mal, quello dei Primitives, molto british sound 1967, che è l’anno di uscita del singolo, e squisita anche It’s Mighty Clear di nuovo dei Poor Little Kids, con intricate armonie vocali, come pure Warm City Baby dei Jugs, con elementi alla Box Tops, che fanno pure una rallentata e psych For Your Love, e ancora le Goodees con For A Little Wheel, girl group misto a Motown del 1967 scritta da Hayes/Porter, ma c’è una canzone loro del 1969 Goodies di Dan Penn e Spooner Oldham.
Tutto il dischetto è una miniera di sorprese, da Groovy Day dei Kangaroo’s a And ILove You del futuro Derek & The Dominos Bobby Whitlock, che è soul fiatistico del 1968, scritto e prodotto da Don Nix e Duck Dunn, un paio di lati B di Billie Lee Riley, il vecchio rockabilly man degli anni ’50, convertito nel ’68-’69 in blue eyed soul alla Box Tops. Nell’ultima parte del CD ci sono alcuni pezzi dal catalogo Ardent, Feel Alright e I Love You Anyway dei Cargoe, grande power rock chitarristico con elementi degli Who, e tre brani dei Big Star, In The Street, Oh My Soul e la splendida September Gurls, piacevoli pure gli Hot Dogs con la loro versione rock/punk di I Walk The Line.
Il 6° e ultimo disco si tuffa nel gospel/soul delle etichette Chalice e Gospel Truth, con un brano di Roebuck “Pops” Staples Tryin’ Time che è un incantevole blues scritto da Donny Hathaway, uscito per la Stax nel 1970. Poi ci sono quattro brani dei formidabili Dixie Nightingales, molto bella Wade In The Water di The Stars Of Virginia prodotta dal grande Al Bell nel 1966, un paio di brani dei Jubilee Hummingbirds, uno dei bravissimi Pattersonaires, la splendida God’s Promise. Ci sono anche diversi brani cantati da Cori a me sconosciuti ma che mandano brividi lungo la schiena, oltre a quattro brani “divini” (scusate), in tutti i sensi, del mitico Rance Allen Group, usciti tra il 1972 e 1974, nonché due/tre vocalist femminili fantastiche, Terry Lynn e Louise McCord e Annette May Thomas di scuola Aretha gospel. Che altro dire? Globalmente una vera goduria, da non perdere, per appassionati, ma non solo!
Stax Singles Rarities And The Best Of The Rest – 6 CD Stax/Craft/Universal – 09-02-2018 USA/2-03-2018 Europe
A distanza di parecchi anni dall’ultimo volume, parliamo ormai del 1994, torna assolutamente a sorpresa un nuovo capitolo della bellissima serie di cofanetti dedicati al catalogo dei singoli tratti dal materiale pubblicato su etichetta Stax/Volt e tutte le loro sussidiarie: uno dei compendi dedicati alla soul music, al r&b e alla musica nera in generale più esaltanti nella storia della musica. Giusto per rinfrescare la memoria, questi sono i primi tre volumi, usciti rispettivamente nel 1991, nel 1993 e, come detto, nel 1994, tutti in box formato grande tipo LP (ma in CD comunque) e poi ristampati varie volte nel corso degli anni, con formati e costi decisamente più ridotti.
In effetti la parabola sembrava conclusa, visto che i tre box avevano coperto i tre periodi di vita della etichetta di Memphis, 1959-1968 nel primo volume, 1969-1971 nel secondo e 1972-1975 nel terzo, coprendo tutta la storia della Stax, dalle origini R&B, passando per il soul del periodo classico, fino al soul e funky degli anni ’70, attraverso una serie di canzoni, raccolte in molto certosino, che spaziavano dai maggiori successi fino ad una serie di chicche e rarità che poche se non nessun altra etichetta ha potuto pareggiare. Quindi questo quarto volume arriva come una sorpresa totale, anche se fa parte dei festeggiamenti per il 60° Anniversario della etichetta di Jim Stewart,iniziati lo scorso anno (per esempio con il bellissimo box su Isaac Hayes), a 60 anni dalla nascita della etichetta come Satellite Records nel 1957 e poi diventata Stax nel 1961, dalla unione dei nomi dei due fondatori, oltre a Stewart anche la sorella Extelle Axton (STewart/AXton = Stax), entrambi bianchi ovviamente, come tipico della storia di altre race label nate nel corso degli anni, e tuttora in vita alla rispettabile età di 87 anni, come pure la sua etichetta, che è stata rilanciata nel 2006 dalla Universal anche con una serie di nuove uscite.
.Agli inizi c’era anche la Volt, e poi sono arrivate tutte una serie di label associate, che sono tra la maggiori fonti del materiale che è stato raccolto in questo quarto volume e che va a pescare anche tra gospel, funky, country, rock e blues, attraverso varie canzoni pubblicate in origine come Truth, Chalice, Enterprise, Hip e Ardent, soprattutto negli ultimi anni di vita della Stax. Infatti, per la prima volta dopo il primo volume, è sparita la definizione Soul nel titolo di questa raccolta, che si chiama semplicemente Stax Singles Rarities, anche se i primi 3 CD dell’antologia trattano comunque quell’argomento, attraverso una sequenza di brani dove non è difficile trovare una ulteriore serie di piccole gemme, soprattutto lati B di singoli (Carla e Rufus Thomas, Booker T. & The MG’s, Sam And Dave, Judy Clay, Delaney & Bonnie, Staple Singers, Eddie Floyd, William Bell, Bar-Kays, Isaac Hayes, David Porter e una nutrita serie di sconosciuti, quanto eccellenti interpreti) destinati ad allietare le giornate degli appassionati del genere. E negli altri tre CD si trovano anche brani, tra i tanti, dei Big Star e Don Nix, che neri non erano di sicuro, anche se pure loro pescavano a piene mani dal soul e dal blues, oltre che dal rock.
Comunque ecco la lista completa dei contenuti.
[CD1] 1. Carla & Rufus: Deep Down Inside 2:20 2. Rufus And Friend: Yeah, Yea – Ah 2:15 3. Prince Conley: All The Way 2:41 4. The Canes: I’ll Never Give Her Up 2:25 5. The Astors: Just Enough To Hurt Me 2:24 6. Eddie Kirk: I Found A Brand New Love 2:45 7. Rufus Thomas: Fine And Mellow 2:56 8. Booker T. & The MG’s: Fannie Mae 2:05 9. Floyd Newman: Sassy 2:05 10. Rufus Thomas: I Want To Get Married 2:20 11. Bobby Marchan: That’s The Way It Goes 2:36 12. The Cobras: Shake Up 2:10 13. Barbara And The Browns: You Belong To Her 2:30 14. Dorothy Williams: Watchdog 2:30 15. Barracudas: Free For All 2:18 16. Barbara & The Browns: I Don’t Want Trouble 2:00 17. Gorgeous George: Sweet Thing 2:38 18. The Astors: I Found Out 2:42 19. Rufus & Carla Thomas: We’re Tight 2:10 20. Rufus Thomas: Chicken Scratch 2:20 21. Ruby Johnson: Weak Spot 2:30 22. Rufus Thomas: Talkin’ Bout True Love 2:40 23. Mable John: If You Give Up What You Got (You’ll See What You Lost) 2:27 24. Sam And Dave: A Small Portion Of Your Love 2:35 25. Ruby Johnson: Keep On Keeping On 2:20 26. Rufus Thomas: Greasy Spoon 2:32 27. Mable John: Left Over Love 2:31 28. Ollie & The Nightingales: Girl, You Have My Heart Singing 2:02 29. Mable John: Don’t Get Caught 2:33
[CD2] 1. Shirley Walton: I’m So Glad You’re Back 2:37 2. Delaney & Bonnie: We’ve Just Been Feeling Bad 2:34 3. Linda Lyndell: I Don’t Know 2:27 4. Judy Clay & William Bell: Love – Eye 5. Judy Clay: Remove These Clouds 3:10 6. The Staple Singers: Stay With Us 2:32 7. Rufus Thomas: So Hard To Get Along With 2:57 8. Jeanne & The Darlings: I Like What You’re Doing To Me 2:41 9. Booker T. & The MG’s: Over Easy 4:05 10. Mable John: Shouldn’t I Love Him 2:31 11. William Bell & Judy Clay: Left Over Love 2:51 12. Jimmy Hughes: Sweet Things You Do 2:14 13. Art Jerry Miller: Grab A Handful 2:06 14. Eddie Floyd: Consider Me 3:26 15. Booker T. & The MG’s: Soul Clap ’69 2:40 16. Jeanne & The Darlings: Standing In The Need Of Your Love 2:42 17. The Bar – Kays: I Thank You 3:25 18. The Soul Children: Make It Good 3:06 19. Ollie & The Nightingales: I’ll Be Your Everything 3:54 20. William Bell: Let Me Ride 2:51 21. Booker T. & The MG’s: Sunday Sermon 4:10 22. Carla Thomas: Hi De Ho (That Old Sweet Roll) 2:20 23. Shack: A Love Affair That Bears No Pain 3:54 24. The Nightingales: Just A Little Overcome 3:48 25. The Newcomers: Mannish Boy 3:02
[CD3] 1. Ilana: Let Love Fill Your Heart 3:03 2. The Soul Children: Ridin’ On Love’s Merry – Go 3. Hot Sauce: I Can’t Win For Losing 2:45 4. Lee Sain: Ain’t Nobody Like Me Baby 3:39 5. Hot Sauce: Echoes From The Past 2:47 6. The Mad Lads: Did My Baby Call 2:55 7. Isaac Hayes & David Porter: Baby I’m – A Want You 4:38 8. Jean Knight: Pick Up The Pieces 2:33 9. Johnnie Taylor: Stop Teasing Me 4:28 10. Isaac Hayes: Type Thang 3:54 11. John Gary Williams: In Love With You 3:27 12. Major Lance: Since I Lost My Baby’s Love 3:19 13. Hot Sauce: Mama’s Baby (Daddy’s Maybe) 3:15 14. The Soul Children: Poem On The School House Door 4:27 15. Rufus Thomas: That Makes Christmas Day 4:40 16. The Staple Singers: What’s Your Thing 4:19 17. Shirley Brown: Yes Sir Brother 3:54 18. Hot Sauce: Funny 3:56 19. Frederick Knight: Let’s Make A Deal 3:26 20. The Green Brothers: Can’t Give You Up (I Love You Too Much) 3:15 21. John Gary Williams: Just Ain’t No Love (Without You Here) 3:28
[CD4] 1. Sid Selvidge: The Ballad Of Otis B. Watson 3:20 2. The Caboose: Black Hands White Cotton 3:48 3. Dallas County: Love’s Not Hard To Find 3:10 4. Casper Peters: April 3:54 5. Clark Sullivan: Reaching For A Rainbow 2:25 6. Billy Eckstine: I Wanna Be Your Baby 3:00 7. Chuck Boris: Why Did It Take So Long 2:45 8. Barbara Lewis: Why Did It Take So Long 2:44 9. Finley Brown: Gypsy 2:45 10. O.B. Mcclinton: Slip Away 2:07 11. Billy Eckstine: When Something Is Wrong 5:21 12. Ben Atkins: Good Times Are Coming 3:19 13. River City Band: Some Other Man 2:11 14. O.B. Mcclinton: Don’t Let The Green Grass Fool You 2:34 15. Big Ben: Would I Be Better Gone? 3:08 16. Don Nix: Black Cat Moan 3:06 17. Don Nix: She’s A Friend Of Mine 3:39 18. Larry Raspberry And The Highsteppers: Rock ‘N Roll Warning 2:40 19. Chico Hamilton: Conquistadores ’74 3:34 20. Cliff Cochran: The Way I’m Needing You 3:08 21. Connie Eaton: Let’s Get Together 3:02 22. Karen Casey: The Way I’m Needing You 3:21
[CD5] 1. Poor Little Rich Kids: Stop It, Quit It 2:27 2. Lonnie Duvall: Cigarettes 2:40 3. Poor Little Rich Kids: It’s Mighty Clear 2:21 4. The Honey Jug: Warm City Baby 2:00 5. The Goodees: For A Little While 2:17 6. The Honey Jug: For Your Love 2:50 7. Kangaroo’s: Groovy Day 2:45 8. Bobby Whitlock: And I Love You 2:04 9. Southwest F.O.B.: Smell Of Incense 2:40 10. The Goodees: Condition Red 2:52 11. Billy Lee Riley: Family Portrait 2:43 12. This Generation: The Children Have Your Tongue 2:48 13. Billy Lee Riley: Show Me Your Soul 2:51 14. The Waters: Day In And Out 2:06 15. The Village Sound: Hey Jack (Don’t Hijack My Plane) 2:37 16. The Cheques: Cool My Desire 1:36 17. The Goodees: Goodies 2:32 18. Paris Pilot: Miss Rita Famous 2:44 19. The Knowbody Else: Someone Something 3:12 20. Cargoe: Feel Alright 2:33 21. Big Star: In The Street 2:53 22. Cargoe: I Love You Anyway 3:01 23. The Hot Dogs: Say What You Mean 4:13 24. Big Star: O My Soul 2:47 25. The Hot Dogs: I Walk The Line 3:19 26. Big Star: September Gurls 2:41
[CD6] 1. The Dixie Nightingales: The Assassination 2:56 2. The Dixie Nightingales: Hush Hush 2:50 3. The Dixie Nightingales: I Don’t Know 2:53 4. The Stars Of Virginia: Wade In The Water 3:05 5. The Dixie Nightingales: Forgive These Fools 3:00 6. The Jubilee Hummingbirds: Our Freedom Song (Free At Last) 3:17 7. The Jubilee Hummingbirds: Press My Dying Pillow 3:10 8. The Pattersonaires: God’s Promise 2:15 9. Rev. Maceo Woods And The Christian Tabernacle Baptist Church Choir: Hello Sunshine 2:35 10. Roebuck “Pop” Staples: Tryin’ Time 5:10 11. Terry Lynn Community Choir: His Love Will Always Be 3:15 12. Reverend W. Bernard Avant Jr. & The St. James Gospel Choir: Don’t Let The Green Grass Fool You (Don’t Let The Devil Fool You) 3:26 13. The Rance Allen Group: There’s Gonna Be A Showdown 2:46 14. The Rance Allen Group: That Will Be Good Enough For Me 4:30 15. Reverend Maceo Woods & The Christian Tabernacle Concert Choir: The Magnificent Sanctuary Band (Marching For The Man) 3:40 16. Louise Mccord: Better Get A Move On 3:47 17. Charles May & Annette May Thomas: Satisfied 3:02 18. The Rance Allen Group: I Got To Be Myself 2:51 19. The People’s Choir Of Operation Push Under The Direction Of Reverend Marvin Yancy: He Included Me 3:42 20. The Rance Allen Group: We’re The Salt Of The Earth 3:30 21. Louise Mccord: Reflections 3:12 22. The Rance Allen Group: Ain’t No Need Of Crying 3:39
Il cofanetto, corredato come al solito da un esaustivo libretto, esce il 9 febbraio sul mercato statunitense e poi sarà pubblicato anche il 2 marzo su quello europeo (e pure in Italia), evitando di dovere effettuare costosi acquisti oltreoceano dove le spese doganali sono sempre in agguato.
Non escludo all’uscita di tornarci sopra per un excursus più approfondito sui contenuti.
Melissa Etheridge – MEmphis Rock And Soul – Stax/Concord
Quando nella seconda metà degli anni ‘80 fece la sua apparizione sulle scene musicali Melissa Etheridge venne salutata come una delle prime rocker donne che si impossessava di nuovo del vocabolario del rock classico, sia pure mediato da innesti folk e da cantautrice pura: gli album, dal primo omonimo fino a Yes I Am del 1993 (e forse anche Your Little Secret del 1995) erano degli ottimi album. Energici e tirati, godibili ancora oggi, ma poi, a parere di chi scrive, si è persa un po’ per strada, piegandosi alle esigenze, e al suono, del mercato mainstream, infilando una serie di album mai brutti (per quanto), anche con alcune belle canzoni, ma complessivamente poco soddisfacenti. Forse con l’eccezione dei Live, comunque non memorabili (però dal vivo è rimasta sempre una performer brillante ed energica, grazie anche alla propensione a sorprendere il pubblico con cover mirate e che denotavano i suoi buoni gusti musicali) e anche se qualcuno (anche su questo Blog http://discoclub.myblog.it/2014/11/01/passano-gli-anni-la-grinta-rimane-melissa-etheridge-this-is-m/) aveva segnalato una sorta di ritorno alla miglior forma con l’album del 2014 This Is M.E e il successivo disco dal vivo A Little Bit Of Me: Live In L.A., che per quanto migliori di tutto ciò che era uscito nella decade precedente, avevano comunque, per chi scrive, quella tendenza “insana” per un suono bombastico, pompato ed esagerato, pur se con evidenti segni di miglioramento in alcune canzoni.
Forse è anche per questo che la Etheridge di solito non viene più inserita nelle liste di donne che fanno del rock ( e del soul, e pure blues) come Bett Hart, Susan Tedeschi, Dana Fuchs, Grace Potter, Joss Stone in ambito soul,ed altre che non citiamo per brevità, che mantengono alto il vessillo delle sonorità classiche: tutto questo pur riconoscendo a Melissa la sua indubbia grinta, grazie anche a quella voce roca e fumosa (in inglese “raspy & smoky” fa più figo) che è sempre stata il suo marchio di fabbrica. Ora Melissa Etheridge ha deciso di pubblicare un disco interamente dedicato ai classici del Memphis Rock And Soul, come proclama il titolo dell’album, e per farlo è andata direttamente, a marzo di quest’anno, nella tana del leone, ai Royal Studios di Memphis, quelli storici di Willie Mitchell, ora gestiti dal figlio Lawrence “Boo” Mitchell (e che ultimamente sono abbastanza “visitati”, a giudicare dai dischi usciti di recente, registrati in loco, da Solomon Burke a Bobby Rush, passando per Jim Lauderdale, Paul Rodgers, William Bell, Boz Scaggs e parecchi altri), che ha curato la registrazione del CD, anche se i produttori accreditati sono la stessa Melissa e John Burk. Però i musicisti che suonano nel disco sono quelli leggendari dell’epoca ( o i loro discendenti), la famiglia Hodges, con Charles all’organo e LeRoy al basso, James Robertson alla batteria, Michael Toles alla chitarra, Archie Turner alle tastiere aggiunte, oltre al corollario indispensabile di sezione fiati, coriste d’ordinanza e tutto quello che serve per fare un lavoro con i fiocchi, il suo migliore da lunga pezza.
Particolare non trascurabile la presenza di una dozzina di canzoni scelte con cura nell’immenso patrimonio del grande soul (e anche un paio di brani blues): e quindi scorrono, in ottime versioni, Memphis Train di Rufus Thomas,Respect Yourself degli Staples Singers ( a cui la Etheridge ha aggiunto dei versi nel testo, aggiungendo anche un People Stand Up, tra parentesi nel titolo, ma mantenendo inalterato il senso del brano) https://www.youtube.com/watch?v=rSi039HRn_A , una scintillante Who’s Making Love di Johnnie Taylor, e ancora, il super classico di Sam & Dave Hold On, I’m Coming, tutto fiati sincopati, cori coinvolgenti e ritmi rock aggiunti per dare ulteriore vigore alla ottima interpretazione della Etheridge ,che poi si ripete in una bellissima versione della ballata soul per antonomasia I’ve BeenLoving You TooLong (To Stop Now), una delle perle assolute di Otis Redding. Perfino Any Other Way di William Bell, una scelta inaspettata come pure l’iniziale Memphis Train, fa il suo figurone, grazie a quel groove magico di casa Stax (e zone limitrofe) creato da organo e chitarra e che, come ricorda lei stessa in una intervista per il disco, ricorda molto le canzoni di Springsteen.
I’m A Lover è un composito del brano di Lowell Fulsom e Jimmy Cracklin, e di Tramp di Otis Redding e Carla Thomas, dal riff inconfondibile e con nuove liriche della Etherdige. Non manca il blues sapido, sanguigno ed intenso di una eccellente Rock Me Baby di B.B. King, con John Mayer eccellente aggiunto alla solista. Di nuovo William Bell (ri)scoperto di recente, con una dolcissima ballata come I Forgot To Be Your Lover, il cui testo inizia come in una celebre canzone di Van Morrison, e poi Wait A Minute di Barbara Stephens che mi sono dovuto andare a controllare nei miei cofanetti della Stax, perché non la ricordavo, c’è! Ed è pure bella, sembra un pezzo Motown, ma viene dell’altra sponda. Tra blues e soul, di nuovo con Mayer aggiunto alla chitarra, brilla anche una ottima Born Under A Bad Sign, legata ad Albert King, ma pure questa scritta da William Bell, insieme a Booker T Jones. A chiudere il cerchio di un album veramente bello, una notevole I’ve Got Dreams To Remember, la quintessenza della soul music firmata Otis Redding. E brava, Melissa!
Per parafrasare una volta di più il titolo di un disco, non pensavo fosse “così forte”!! Di nuovo alla guida della sua creatura i Fabulous Thunderbirds, Kim Wilson colpisce ancora: passano gli anni ma la vecchia band texana non accenna a mollare, Jimmie Vaughan non c’è più dal 1990, proprio ad agosto è stato annunciato che Preston Hubbard, uno dei bassisti storici della formazione è stato trovato morto nella sua casa di St Louis. E considerando che Wilson è originario di Detroit, Michigan, l’attuale chitarrista Johnny Moeller (bravissimo) credo sia l’unico texano rimasto in formazione, con Kevin Anker (che viene dall’Indiana), tastierista e co-produttore, una delle tre punte della attuale formazione. Steve Gomes, il bassista (a lungo con Ronnie Earl), e Wes Watkins, il batterista, non so da dove vengano, ma non credo dal Texas, comunque sono entrambi bravissimi e contribuiscono al miglioramento già iniziato con il precedente, seppur buono On The Verge, del 2013. In questo Strong Like That c’è una ulteriore decisa virata verso il soul e il R&B, grazie anche alla massiccia presenza dei fiati, Wilson canta decisamente bene, come forse non aveva mai fatto durante la sua carriera, e il disco, grazie anche alla presenza di alcune di cover mirate, si gusta veramente tutto d’un fiato.
L’armonica forse si sente meno rispetto al passato, ma quella Wilson la riserva maggiormente per i suoi dischi solisti, più tesi verso il blues, come dimostrato nel disco in coppia con Barrelhouse Chuck e nel tributo a Muddy Waters, registrato con il figlio Mud. Qui siamo più orientati verso una soul music di stampo Stax, ma anche con puntatine verso la Motown, come dimostra l’eccellente cover iniziale di un brano dei Temptations (I Know) I’m Losing You (ma la facevano anche Rod Stewart e i Rare Earth), versione sapida e grintosa, con Gomes, prodigioso al basso e Watkins, eccellente alla batteria, che trovano un groove di quelli “grassi” che ti colpiscono allo sterno, il resto lo fanno le linee del piano elettrico, e soprattutto l’armonica di Wilson e le evoluzioni della steel dell’ospite Roosevelt Collier, un altro virtuoso sulla lunghezza d’onda di Robert Randolph: Kim canta anche veramente bene e il brano è indiscutibilmente una goduria nell’insieme. La successiva Don’t Burn Me vede la presenza di un altro ospite, Anson Funderburgh, alla solista, per un’altra capatina nel psychedelic soul di inizio anni ’70, con coretti deliziosi, tocchi funky delle due chitarre, Anson e Moeller, un organo Hammond d’ordinanza e di nuovo un suono d’assieme veramente godibile. You’re Gonna Miss Me ci permette di gustare appieno l’armonica di Wilson, ma anche il suo cantato assolutamente ispirato come poche altre volte, molto smooth, nella migliore accezione del termine, una perfetta fusione di blues e soul, grazie anche al prezioso lavoro dell’ottimo Moeller alla chitarra.
Un organo “scivolante” e i fiati guidati da Kenny Rittenhouse ci introducono al sound quasi Muscle Shoals della gagliarda Drowning On Dry Land, un vecchio brano di O.V. Wright se non vado errando, quindi lato Memphis Hi Records, ma la faceva anche Albert King, bella in ogni caso https://www.youtube.com/watch?v=qXE1WkHk4S0 . Mentre Smooth è fermamente l’epitome di quello stile profondamente soul, classico, che percorre molti dei brani presenti in questo album, con fiati sincopati, una sezione ritmica perfetta, le tastiere di Anker, la chitarra di Moeller e l’armonica di Wilson a cesellare e il buon Kim che canta da blue-eyed soul man fatto e finito. Massicci cori gospel-R&B per una intensa Somebody’s Getting It cantata in modo decisamente centrato da un appassionato Kim Wilson, che poi ci regala un ritorno alle classiche atmosfere più bluesate tipiche dei migliori Fabulous Thunderbirds in Meet Me On The Corner, eccellente ancora Gomes al basso e lo stesso Kim che si spende con vigore all’armonica; Where’s Your Love Been, con l’acida chitarra di Moeller ripetutamente in azione, è un esempio di rock-blues moderno che poi grazie all’ingresso dei fiati vira velocemente di nuovo verso il soul, per poi tornare al blues (rock), mentre la cover del brano di Eddie Floyd I’ve Never Found A Girl (To Love Me Like You Do) è un vero tuffo nella musica soul del profondo sud, quella targata Stax, e Wilson e soci non la eseguono come un compitino, ma la vivono davvero, con tutti i crismi del genere, fiati, coretti, chitarrine insinuanti, tastiere d’ordinanza, perfetto. Si conclude con la title-track, un funky-blues sinuoso e turgido https://www.youtube.com/watch?v=BaL_AzMe1Nw che conclude alla grande un album che, sia pure con uno stile decisamente diverso, ci riporta ai fasti dei migliori Fabulous Thunderbirds.
Ci eravamo lasciati con la prima parte di questa rubrica nella prima decade di gennaio, in cui promettevo che ci sarebbero state altre due puntate dedicate alle anticipazioni discografiche sulle uscite del mese. In seguito, come avrete notato, molti album in uscita hanno avuto, e avranno, dei Post specifici a loro dedicati; domani penso Eleanor Friedberger, nei prossimi giorni a seguire Ben Caplan, Tedeschi Trucks Band e altri. Ovviamente comunque non si riesce a recensire tutto, per cui questa rubrica rimane utile per tratteggiare e segnalare in breve le novità più importanti, cercando di tornare, ove possibile, su quelle più interessanti, sempre, più o meno, secondo i nostri gusti. Oggi tocca ad alcuni cofanetti in uscita in questo mese di gennaio.
Iniziamo con il box di 4 CD dedicato ai Long Ryders, titolo Final Wild Songs, etichetta Cherry Red Records, riporta la discografia completa della band di Sid Griffin e Stephen McCarthy, quindi tutti gli EP ed album originali, periodo storico anni 80, rimasterizzati ed arricchiti da bonus copiose, più un concerto inedito Live ‘T Beest, Goes, The Netherlands.
Grande band!
Ecco la lista completa dei contenuti:
CD1: 1983-1984] Original 10/5/60 EP: 1. Join My Gang 2. You Don’t Know What’s Right… 3. 10/5/60 4. And She Rides 5. Born To Believe In You Native Sons: 6. Final Wild Son 7. Ivory Tower 8. Run Dusty Run 9. (Sweet) Mental Revenge 10. Fair Game 11. Tell It To The Judge On Sunday 12. Wreck Of The 809 13. Too Close To The Light 14. Never Got To Meet The Mom 15. I Had A Dream 16. Masters Of War 17. Black Girl – Acoustic May-June 1984 18. Wreck Of The 809 – Acoustic May-June 1984 19. Further Along – Acoustic May-June 1984 20. The Rains Came – CBGBs April 1984 21. You Can’t Judge A Book By The Cover – West End, Chicago Nov 1984
[CD2: 1985] State Of Our Union: 1. Looking For Lewis And Clark 2. Lights Of Downtown 3. WDIA 4. Mason-Dixon Line 5. Here Comes That Train Again 6. Years Long Ago 7. Good Times Tomorrow, Hard Times Today 8. Two Kinds Of Love 9. You Can’t Ride The Boxcars Anymore 10. Capturing The Flag 11. State Of My Union 12. Southside Of The Story 13. Child Bride 14. If I Were A Bramble And You Were A Rose 15. Looking For Lewis And Clark – OGWT 16. Lights Of Downtown – Captain’s Mix, Island Studios 17. Capturing The Flag – Captain’s Mix, Island Studios 18. Christmas In New Zealand – State Of Our Union 19. Encore From Hell
[CD3: 1986] Two Fisted Tales: 1. Gunslinger Man 2. I Want You Bad 3. A Stitch In Time 4. The Light Gets In The Way 5. Prairie Fire 6. Baby’s In Toyland 7. Long Story Short 8. Man Of Misery 9. Harriet Tubman’s Gonna Carry Me Home 10. For The Rest Of My Days 11. Spectacular Fall 12. Ring Bells Demos: 13. 17 Ways 14. Basic Black 15. Pushin’ Uphill 16. How Do We Feel What’s Real 17. He’s Got Himself A Young Girl (And He Can’t Keep Up) 18. He Can Hear His Brother Calling 19. Sad Sad Songs 20. Flak Jacket 21. Blues Theme
[CD4: Live ‘T Beest, Goes, The Netherlands] 1. Mason Dixon Line 2. Time Keeps Traveling 3. (Sweet) Mental Revenge 4. Run Dusty Run 5. You Don’t Know What’s Right… 6. As God Is My Witness 7. Ivory Tower 8. I Can’t Hide 9. Masters Of War 10. Wreck Of The 809 11. Good Times Tomorrow, Hard Times Today 12. Six Days On The Road 13. Southside Of The Story 14. Still Get By 15. Tell It To The Judge On Sunday
In questo caso basta solo la parola, si tratta della ristampa in versione budget (prezzo tra i 35 e 40 euro, indicativamente) del mitico cofanetto volume 1 dedicato ai singoli in ordine cronologico della Stax Volt: Singles 1959-1968 è il titolo di questo box da 9 CD, il vero Santo Graal della soul music, assolutamente da avere, imperdibile. Basta leggere i titoli sotto, tra noti ed ignoti una vera enciclopedia della musica soul:
CD1] 1. Fool In Love – The Veltones 2. ‘Cause I Love You – Carla & Rufus 3. Gee Whiz, Look At His Eyes – Carla Thomas 4. You Make Me Feel So Good – The Chips 5. A Love Of My Own – Carla Thomas 6. Last Night – The Mar-Keys 7. I Didn’t Believe – Rufus & Friend 8. I’m Going Home – Prince Conley 9. (Mama, Mama) Wish Me Good Luck – Carla Thomas 10. Morning After – The Mar-Keys 11. The Life I Live – Barbara Stephens 12. About Noon – The Mar-Keys 13. Burnt Biscuits – Triumphs 14. I Kinda Think He Does – Carla Thomas 15. Foxy – Mar-Keys 16. You Don’t Miss Your Water (Extended) – William Bell 17. Formula Of Love – William Bell 18. Goofin’ Off – Macy Skipper 19. Wait A Minute – Barbara Stephens 20. Sunday Jealous – Nick Charles 21. That’s The Way It Is With Me – Barbara Stephens 22. No Tears – The Tonettes 23. Pop-Eye Stroll – The Mar-Keys 24. The Three Dogwoods – Nick Charles 25. Why Should I Suffer With The Blues – The Canes 26. Whot’s Happenin’ – The Mar-Keys 27. Just Across The Street – The Del-Rios 28. There’s A Love – The Del-Rios 29. Can’t Ever Let You Go – Rufus Thomas
[CD2] 1. Green Onions – Booker T. & The MG’s 2. Behave Yourself – Booker T. & The MG’s 3. Any Other Way – William Bell 4. I’ll Bring It Home To You – Carla Thomas 5. Sack O’ Woe – The Mar-Keys 6. These Arms Of Mine – Otis Redding 7. Teardrop Sea – The Tonettes 8. The Dog – Rufus Thomas 9. Jelly Bread – Booker T. & The MG’s 10. I Told You So – William Bell 11. Bo-Time – The Mar-Keys 12. Home Grown – Booker T. & The MG’s 13. My Imaginary Guy – Deanie Parker & The Valadors 14. Just As I Thought – William Bell 15. What A Fool I’ve Been – Carla Thomas 16. The Hawg, Part I – Eddie Kirk 17. Don’t Be Afraid Of Love – Oscar Mack 18. That’s My Guy – Cheryl & Pam Johnson 19. Chinese Checkers – Booker T. & The MG’s 20. Somebody Mentioned Your Name – William Bell 21. What Can I Do – Bobby Marchan 22. That’s What My Heart Needs – Otis Redding 23. What Can It Be – The Astors 24. Bango – Billy & The King Bees 25. Them Bones – Eddie Kirk 26. Walking The Dog – Rufus Thomas 27. I’ll Show You – William Bell
[CD3] 1. Pain In My Heart – Otis Redding 2. Gee Whiz, It’s Christmas – Carla Thomas 3. Mo’ Onions – Booker T. & The MG’s 4. Frog Stomp – Floyd Newman 5. Can You Monkey Do The Dog – Rufus Thomas 6. You Won’t Do Right – Bobby Marchan 7. Wondering (When My Love Is Coming Home) – The Drapels 8. Each Step I Take – Deanie Parker 9. Honeydripper – The Van-Dells 10. Who Will It Be Tomorrow – William Bell 11. Come To Me – Otis Redding 12. Don’t Leave Me This Way – Otis Redding 13. I Don’t Want You Anymore – Eddie Jefferson 14. Restless – The Cobra’s 15. Somebody Stole My Dog – Rufus Thomas 16. Big Party – Barbara & The Browns 17. That’s Really Some Good – Rufus and Carla Thomas 18. Night Time Is The Right Time – Rufus and Carla Thomas 19. Security – Otis Redding 20. Dream Girl – Oscar Mack 21. Closer To My Baby – Dorothy Williams 22. I’ve Got No Time To Lose – Carla Thomas 23. Young Man – The Drapels 24. Soul Dressing – Booker T. & The MG’s 25. After Laughter (Comes Tears) – Wendy Rene 26. Can’t Explain How It Happened – Ivory Joe Hunter 27. Bush Bash – The Mar-Keys 28. Please Return To Me – The Fleets
[CD4] 1. Jump Back – Rufus Thomas 2. Chained And Bound – Otis Redding 3. In My Heart – Barbara & The Browns 4. Spunky – Johnny Jenkins 5. Bar-B-Q – Wendy Rene 6. The Sidewalk Surf – The Mad Lads 7. Can’t Be Still – Booker T. & The MG’s 8. A Woman’s Love – Carla Thomas 9. Yank Me (Doodle) – Baracudas 10. That’s How Strong My Love Is – Otis Redding 11. Mr. Pitiful – Otis Redding 12. Don’t Let Her Be Your Baby – Del-Rays 13. Can’t See You When I Want To – David Porter 14. My Lover – Barbara & The Browns 15. Got You On My Mind – The Admirals 16. How Do You Quit (Someone You Love) – Carla Thomas 17. Biggest Fool In Town – Gorgoeus George 18. Banana Juice – The Mar-Keys 19. Little Sally Walker – Rufus Thomas 20. A Place Nobody Can Find – Sam & Dave 21. Goodnight Baby – Sam & Dave 22. Boot-Leg – Booker T. & The MG’s 23. Outrage – Booker T. & The MG’s 24. I’ve Been Loving You Too Long – Otis Redding 25. I’m Depending On You – Otis Redding 26. Candy – The Astors 27. Give You What I Got – Wendy Rene
[CD5] 1. Stop! Look What You’re Doin – Carla Thomas 2. Willy Nilly – Rufus Thomas 3. Don’t Have To Shop Around – The Mad Lads 4. Crying All By Myself – William Bell 5. I Take What I Want – Sam & Dave 6. When You Move You Loose – Rufus and Carla Thomas 7. Respect – Otis Redding 8. Make It Me – The Premiers 9. The World Is Round – Rufus Thomas 10. In The Twilight Zone – The Astors 11. Blue Groove – Sir Isaac & The Do-Dads 12. You Don’t Know Like I Know – Sam & Dave 13. Grab This Thing (Part 1) – The Mar-Keys 14. Be My Lady – Booker T. & The MG’s 15. Comfort Me – Carla Thomas 16. I Can’t Turn You Loose – Otis Redding 17. Just One More Day – Otis Redding 18. I Want Someone – The Mad Lads 19. Birds & Bees – Rufus and Carla Thomas 20. Philly Dog – The Mar-Keys 21. I Had A Dream – Johnnie Taylor 22. Satisfaction – Otis Redding 23. Things Get Better – Eddie Floyd 24. I’ll Run Your Hurt Away – Ruby Johnson 25. Hot Dog – The Four Shells 26. Let Me Be Good To You – Carla Thomas 27. Hold On, I’m Comin’ – Sam & Dave
[CD6] 1. Laundromat Blues – Albert King 2. Sugar Sugar – The Mad Lads 3. Share What You Got (But Keep What You Need) – William Bell 4. Marching Off To War – William Bell 5. My Lover’s Prayer – Otis Redding 6. Your Good Thing (Is About To End) – Mable John 7. I Got To Love Somebody’s Baby – Johnnie Taylor 8. I Want A Girl – The Mad Lads 9. Knock On Wood – Eddie Floyd 10. B-A-B-Y – Carla Thomas 11. My Sweet Potato – Booker T. & The MG’s 12. Booker-Loo – Booker T. & The MG’s 13. Oh, Pretty Woman (Can’t Make You Love Me) (Single) – Albert King 14. Said I Wasn’t Gonna Tell Nobody (LP/Single Version) – Sam & Dave 15. Never Like This Before – William Bell 16. Fa-Fa-Fa-Fa-Fa [Sad Song] – Otis Redding 17. Patch My Heart – The Mad Lads 18. Sister’s Got A Boyfriend – Rufus Thomas 19. Come To Me My Darling (Single Version) – Ruby Johnson 20. When My Love Comes Down – Ruby Johnson 21. Try A Little Tenderness – Otis Redding 22. Crosscut Saw – Albert King 23. Little Bluebird – Johnnie Taylor 24. Toe-Hold – Johnnie Taylor 25. Jingle Bells – Booker T. & The MG’s
[CD7] 1. You Got Me Hummin’ (LP/Single Version) – Sam & Dave 2. You’re Taking Up Another Man’s Place – Mable John 3. All I Want For Christmas Is You – Carla Thomas 4. Please Uncle Sam (Send Back My Man) (Single Version) – The Charmels 5. Something Good Is Going To Happen To You – Carla Thomas 6. Raise Your Hand – Eddie Floyd 7. Ain’t That Loving You – Johnnie Taylor 8. I Don’t Want To Lose Your Love – The Mad Lads 9. When Something Is Wrong With My Baby – Sam & Dave 10. Let Me Slow Down – Bobby Wilson 11. Hip Hug-Her – Booker T. & The MG’s 12. Everybody Loves A Winner – William Bell 13. Mini-Skirt Minnie – Sir Mack Rice 14. When Tomorrow Comes – Carla Thomas 15. The Spoiler – Eddie Purell 16. I Love You More Than Words Can Say – Otis Redding 17. If I Ever Needed Love (I Sure Do Need It Now) – Ruby Johnson 18. Same Time, Same Place – Mable John 19. Tramp – Otis Redding & Carla Thomas 20. Soul Finger – The Bar-Kays 21. Knucklehead – The Bar-kays 22. Shake [Live Europe Version] – Otis Redding 23. Born Under A Bad Sign – Albert King 24. Soothe Me (LP/Single Version) – Sam & Dave 25. I Can’t Stand Up For Falling Down – Sam & Dave 26. Don’t Rock The Boat – Eddie Floyd
[CD8] 1. My Inspiration – The Mad Lads 2. Love Sickness – Sir Mack Rice 3. Sophisticated Sissy – Rufus Thomas 4. I’ll Always Have Faith In You – Carla Thomas 5. How Can You Mistreat The One You Love – Jeanne & The Darlings 6. Love Is A Doggone Good Thing – Eddie Floyd 7. Groovin’ – Booker T. & The MG’s 8. Slim Jenkins Place (aka Slim Jenkins’ Joint) – Booker T. & The MG’s 9. The Glory Of Love – Otis Redding 10. I’m A Big Girl Now – Mable John 11. Wait You Dog – Mable John 12. You Can’t Get Away From It – Johnnie Taylor 13. Eloise (Hang On In There) – William Bell 14. Knock On Wood – Otis Redding & Carla Thomas 15. I’m Glad To Do It – C.L. Blast 16. Double Up – C.L. Blast 17. You Can’t Run Away From Your Heart – Judy Clay 18. I’ll Gladly Take You Back (Single Version) – The Charmels 19. Soul Man – Sam & Dave 20. Daddy Didn’t Tell Me – The Astors 21. Give Everybody Some – The Bar-kays 22. On A Saturday Night – Eddie Floyd 23. Don’t Hit Me No More – Mable John 24. Somebody’s Sleeping In My Bed – Johnnie Taylor 25. Winter Snow – Booker T. & The MG’s 26. Every Day Will Be Like A Holiday – William Bell 27. What’ll I Do For Satisfaction – Johnny Daye 28. Pick Up The Pieces – Carla Thomas
[CD9] 1. Down Ta My House – Rufus Thomas 2. As Long As I’ve Got You – The Charmels 3. Soul Girl – Jeanne & The Darlings 4. Cold Feet – Albert King 5. I Thank You – Sam & Dave 6. Wrap It Up – Sam & Dave 7. (Sittin’ On) The Dock Of The Bay – Otis Redding 8. Don’t Pass Your Judgement – Memphis Nomads 9. Lovey Dovey – Otis Redding & Carla Thomas 10. I Got A Sure Thing – Ollie & The Nightengales 11. Big Bird – Eddie Floyd 12. A Hard Day’s Night – The Bar-kays 13. Next Time – Johnnie Taylor 14. A Tribute To A King – William Bell 15. Every Man Oughta Have A Woman – William Bell 16. Able Mable – Mable John 17. The Memphis Train – Rufus Thomas 18. I Think I Made A Boo Boo – Rufus Thomas 19. What Will Later On Be Like – Jeanne & The Darlings 20. Hang Me Now – Jeanne & The Darlings 21. Soul Power – Derek Martin 22. Bring Your Love Back To Me – Linda Lyndell 23. A Dime A Dozen – Carla Thomas 24. Whatever Hurts You – The Mad Lads 25. The Happy Song (Dum-Dum-De-De-De-Dum-Dum) – Otis Redding 26. I Love Lucy – Albert King 27. I Ain’t Particular – Johnnie Taylor
E anche i due cofanetti successivi, già ristampati, che completano la trilogia, sarebbero da avere. Meglio di quella di “Guerre Stellari”, la prima serie!
Se vi eravate persi le precedenti ristampe di questo Live At Max’s Kansas City dei Velvet Underground, compresa quella doppia uscita nel 2004, potreste approfittare di questa ennesima versione uscita di recente nel box multiplo di Re-Loaded della band di Lou Reed. In questa edizione con masterizzazione targata 2015 abbiamo 15 brani tratti dal famoso concerto dell’agosto 1970 che testimonia l’ultima apparizione di Lou con il gruppo, prima della reunion del 1993.
1. I’m Waiting For The Man 2. White Light White Heat 3. I’m Set Free 4. Sweet Jane 5. Lonesome Cowboy Bill 6. New Age 7. Beginning To See The Light 8. I’ll Be Your Mirror 9. Pale Blue Eyes 10. Candy Says 11. Sunday Morning 12. After Hours 13. Femme Fatale 14. Some Kinda Love 15. Lonesome Cowboy Bill (Version 2)
Altro cofanetto uscito di recente (tutti comunque pubblicati ieri 22 gennaio) è questo decuplo, su etichetta Rhino/Warner, che festeggia 50 anni di Monkees che con Classic Album Collection vedono ristampati in un colpo solo, a prezzo speciale, tutti i nove album della loro carriera The Monkees; More of the Monkees; Headquarters; Pieces, Aquarius, Capricorn & Jones Ltd .; The Birds, The Bees & the Monkees; Head; Instant Replay; Present; Changes, più un decimo CD che raccoglie singoli, rarità e remix
1. A Little Bit Me, A Little Bit You (Single/Album Version) 2. She Hangs Out 3. The Girl I Knew Somewhere (Mono Single Mix) 4. All Of Your Toys 5. Goin’ Down (2007 Remastered Stereo Mix) 6. D.W. Washburn 7. It’s Nice To Be With You 8. Porpoise Song (Theme from “Head”) (Single Version) 9. Someday Man 10. Do It In The Name Of Love (Single / Deluxe Reissue Album Version) – Micky Dolenz & Davy Jones/The Monkees 11. Lady Jane 12. That Was Then, This Is Now (Single Version) 13. Daydream Believer (1986 Remix)
La band di Michael Nesmith, nata quasi per scherzo a seguito di un audizione per creare un gruppo creato a tavolino che doveva essere la risposta americana ai Beatles, in seguito, per certi versi, lo è stata davvero, lasciando una notevole quantità di belle canzoni e una serie di album che sentiti ancora oggi non hanno perso una briciola della freschezza che avevano ai tempi.
L’americana Rockbeat, che di solito si occupa della pubblicazione di dischi con concerti inediti, spesso di provenienza radiofonica, questa volta edita un doppio CD, Critic’s Choice 1947-1971, che attraverso le 46 canzoni contenute nei due dischetti ripercorre la carriera di Muddy Waters. Non credo che ci sia materiale inedito, comunque se non avete nulla, ad un rapido esame della tracklist riportata qui sopra, trovate tutti i grandi classici di McKinley Morganfield, tratti dal periodo passato alla Chess Records, anche se esistono già altre mille antologie.
Viceversa dei The Truth in CD esisteva poco o nulla, anzi di loro si erano perse le tracce e credo che il nome dica poco a quasi tutti. Si tratta della band formata da Dennis Greaves, il bravissimo cantante e chitarrista dei Nine Below Zero, dopo lo scioglimento della propria band nel 1982, e che pubblicò tre album in quegli anni (di cui gli ultimi due, fine anni ’80, con buon successo negli States, ma con un sound che virava pericolosamente verso un AOR tamarro come pochi), peraltro non compresi in questo cofanetto da 3 CD, che infatti giustamente si chiama A Step In The Right Direction Singles Demos BBC Sessions 1983-1984, e che vede Greaves affiancato dall’altro chitarrista Mick Lister, per una versione più leggera, tra R&B, soul e Mod dei NBZ, sulla scia dello scioglimento dei Jam di Paul Weller.
Il triplo esce per la Cherry Red Records inglese e ha questo contenuto:
[CD1: The Formation Singles] 1. Confusion (Hits Us Everytime) 2. Me And My Girl 3. A Step In The Right Direction 4. Beat Generation 5. What You Want Me To Say 6. Second Time Lucky 7. No Stone Unturned 8. Flesh And Fantasy 9. Don’t Tell Me 10. Love A Go-Go (Live) 11. From The Heart (Live) 12. Nothing’s Too Good For My Baby (Live) 13. I Get So Excited (Live) Bonus Tracks: 14. Come On (Demo) * 15. If I Ever Find Love (Demo) * 16. Instrumental (Demo) * 17. Look My Way (Demo) 18. Sweet Sensation (Demo) *
* Previously unissued
[CD2: Live At The BBC] In Concert At The Paris Theatre, London 19/11/83: 1. Exception Of Love 2. Listen To What I Say 3. Always On My Mind 4. Is There A Solution? 5. Beat Generation 6. The Sweetest Feeling 7. You Play With My Emotions 8. Second Time Lucky 9. A Step In The Right Direction 10. Just Can’t Seem To Stop Live At Goldiggers, Chippenham 14/1/84: 11. Confusion (Hits Us Everytime) (Excerpt) 12. Exception Of Love 13. Listen To What I Say 14. Always On My Mind 15. Is There A Solution? 16. No Stone Unturned 17. A Step In The Right Direction 18. Second Time Lucky 19. It’s A Miracle 20. You Play With My Emotions 21. Just Can’t Seem To Stop 22. Flesh & Fantasy
All tracks previously unissued
[CD3: Live At The Marquee] 1. Love A Go Go 2. Listen To What I Say 3. Me And My Girl 4. Out Of The Darkness 5. Always On My Mind 6. Is There A Solution 7. Confusion (Hits Us Everytime) 8. You Play With My Emotions 9. What You Want Me To Say 10. It’s A Miracle 11. Don’t You Just Know It 12. Come On 13. Just Can’t Seem To Stop 14. Nothing’s Too Good For My Baby (Live) 15. Reach Out I’ll Be There 16. I’m In Tune Bonus Tracks: 17. House Party (Live) 18. I Get So Excited (Live)
All tracks previously unissued
Come vedete moltissimo materiale inedito, tra cui un poderoso Live At The Marquee che quasi rivaleggia con quello della band originale di Greaves. Le note del libretto contenuto nel box sono firmate da Lois Wilson di Mojo, con la diretta collaborazione di Greaves e Lister.
Un’altra etichetta inglese, la RPM, pubblica questo triplo cofanetto, Looking Stateside, sottotitolato 80 US R&B Mod, Soul And Garage Nuggets, che raccoglie una serie di brani rari e oscuri, spesso inediti su CD, ancor di più di quelli contenuti nei famosi box di Nuggets. Quindi se amate garage, psych-rock, frat -rock, ma anche soul e R&B, qui c’è veramente trippa per gatti. Il cofanetto è il seguito di tre compilations, sempre di questa serie “Looking…”uscite negli scorsi anni, più orientare verso materiale di provenienza britannica. Alcuni gruppi sono anche “famosi” ( i Brogues erano quelli di I Ain’t No Miracle Worker, per noi italiani Sono Un Ragazzo Di Strada dei Corvi, i Champs quelli di Tequila, in Gotta Have A New Dress di Curtis Knight, c’è Jimi Hendrix alla chitarra, Timi Yuro era quella di Hurt, sempre per noi italici, A Chi di Fausto Leali) ma in questo caso si tratta di brani veramente sconosciuti anche per gli appassionati.
[CD1] 1. Sugar Shack Queen – Georgia Lynn 2. Hey Sah Lo Ney – Mickey Lee Lane 3. Where’s My Money – Willie Jones 4. Buzzzzzz – Jimmy Gordon 5. Love Wheel – Millie Foster 6. Gotta Have New Dress – Curtis Knight 7. I Feel So Bad – Earl Wade 8. Bongo Talk – Jimmy Mcquade & The Unique Echoes 9. Take The Bitter With The Sweet – Little Gigi 10. I’m Gonna Get You – Kansas City 11. Now Let’s Popeye – Eddie Bo 12. Snow Surfin’ – Zeke Sheppard 13. Mogul Monster – The Rangers 14. You Copped My Soul – The Demetrons 15. Two Steps Ahead (Of A Woman) – Herb Johnson 16. Make It Saturday Night – The Locomotions 17. The Push And Kick – Mark Valentino 18. Tnt – The Buena Vistas 19. He’s Mine – The Swans 20. The Sweetest Boy – The Kittens 21. Switzerland – The Champs 22. I’d Rather Fight Than Switch – The Tomboys 23. Just In The Nick Of Time – Billy Lee 24. South Swell – Little Joe And The Mustangs 25. Running Around Town – Teddy & Twilights 26. I Just Want To Know – The Delacardos 27. Passing Thru Music City – Music City Swingers
[CD2] 1. I Will Love You – Richie Barrett 2. Gone – Timi Yuro 3. Tear Stained Face – Don Varner 4. The Yesterday Of Our Love – Jimmy Seals 5. These Chains Of Love (Are Breaking Me Down) – Chuck Jackson 6. Take It Baby – The Showmen 7. I Can Take Care Of Myself – The Spyders 8. Are You Satisfied – Sheila Ferguson 9. I’ll Forgive And Forget – Ron Holden 10. Never Too Young (To Fall In Love) – The Modern Redcaps 11. Has It Happened To You Yet – The Falcons 12. Put That Woman Down – John Leach 13. I’ve Got To Keep Movin’ – Charles Lamont & The Extremes 14. Can’t Live Without You – The Jay Walkers 15. Hard Hard Way – Silent Glo 16. The Boston Monkey – Richard Anthony & The Blue Notes 17. Double Life – Jerry Fuller 18. Here She Comes – Sonny Stiles and his King Men 19. It Will Be Done – Eddie Carlton 20. You’ve Got It Bad – The Kampells 21. I Wanna Be Free – Joe Tex 22. Baby I’m Coming Home – Mack Rice 23. Everybody Crossfire – Sammy Stevens 24. Yesterday Today And Tomorrow – Linda Cumbo 25. I’m A Teardrop – The Newbeats 26. Soulville – Jimmy Radcliffe 27. Some Kind Of Fever (Pray For Rain) – Maxine Sellers
[CD3] 1. Don’t Shoot Me Down – The Brogues 2. 99th Floor – The Moving Sidewalks 3. Fat City – Sons Of Champlin 4. Bird-Doggin’ – Gene Vincent 5. You Got Yours – The US Male 6. As A Matter Of Fact – The Knickerbockers (featuring Jimmy Walker) 7. It Won’t Be Long Now – The Rivals 8. Out Of Our Tree – The Wailers 9. Boss Hoss – The Sonics 10. Show Me The Way – The Free For All 11. Girl Can’t Take A Joke – The Druids 12. Crazy World – Peck’s Bad Boys 13. You Ain’t Tuff – Lindy Blaskey & The Lavells 14. Leaving Here – The Rationals 15. I Want The Rain Pt 1 – The Executioners 16. Harlem Shuffle – The Traits 17. Congo – International Bongo Band 18. Shame Shame Shame – Hal & The Prophets 19. Lazy – Georgy & The Velvet Illusions 20. Midnight Hour – The Berrys 21. Mirror Of Your Mind – We The People 22. Tobacco Road – Love Society 23. Feedback – Culver Street Playground 24. Tomorrow’s Gonna Be Another Day – Sir Raleigh & The Cupons 25. Endless Search – The Centurys 26. My Mind – The Misunderstood
*NDB Ovviamente il titolo della rubrica con l’avvento del nuovo anno cambia, ma il compito di recuperare dischi “interessanti” non recensiti lo scorso anno rimane, la parola a Marco.
Anderson East – Delilah – Elektra/Warner CD
Il 2015 è stato a mio parere l’anno della riscossa del cosiddetto blue-eyed soul, dato che due dei miei dischi preferiti tra quelli usciti sono quello omonimo di Nathaniel Rateliff & The Night Sweats e questo Delilah ad opera del giovane Anderson East di Athens, Alabama (ed aggiungerei il ritorno di Darlene Love, che non è molto blue-eyed ma soul sì, e tanto). Vi dirò di più: se Warren Haynes non avesse tirato fuori quel mezzo capolavoro di Americana che risponde al titolo di Ashes & Dust e Tom Russell non mi avesse entusiasmato con l’epopea western di The Rose Of Roscrae, i due album di East e Rateliff avrebbero probabilmente occupato le prime due posizioni della mia classifica (ma attenzione anche a Richard Thompson ed al suo Still).I due dischi in questione hanno in comune solo il genere, oltre che la bellezza, in quanto Rateliff è autore di un soul molto più diretto e strettamente imparentato con il rock (avete presente i Box Tops di Alex Chilton?), e fornisce delle interpretazioni molto più “muscolari”, mentre East (vero nome Michael Anderson) si ispira direttamente al suono degli Studios della Fame e della Stax, oltre a monumenti quali Otis Redding, Sam Cooke e Wilson Pickett, complice anche la sua voce negroide, impressionante se rapportata al suo aspetto fisico di bravo ragazzo della porta accanto.
Delilah è il suo esordio su major (ma i primi due album sono autodistribuiti ed introvabili, pare che neppure lui ne abbia una copia) e, anche se dura solo 32 minuti, è un grandissimo album di soul bianco come si usava fare a cavallo tra gli anni sessanta ed i settanta, un disco che al primo ascolto mi ha lasciato letteralmente di stucco. Buona parte del merito va senz’altro al produttore del 2015, cioè Mr. Dave Cobb, uno che pare infallibile (gli ultimi lavori di Chris Stapleton, Christian Lopez Band, Jason Isbell, Sturgill Simpson, A Thousand Horses, Shooter Jennings e Corb Lund hanno lui in consolle), e che ha costruito attorno alla voce di Anderson un suono vintage che pare preso pari pari da un disco dell’epoca d’oro della nostra musica: il resto lo fanno però le canzoni, nove su dieci scritte da East stesso (in collaborazione con altri), una più bella dell’altra, che ad ogni ascolto rivelano sempre qualche sfumatura nuova, con fiati, organo, cori femminili ad impreziosire il tutto e melodie che nulla hanno da invidiare ai classici del genere.
Only You ci fa entrare già con le prime note nell’atmosfera del disco: uno squisito pop-soul guidato dalla voce “nera” di Anderson, pieno di sonorità classiche ed un motivo orecchiabilissimo, al quale i fiati ed i controcanti di Kirsten Rogers danno ulteriore colore. Satisfy Me è forse ancora meglio: ritmata, calda, avvolgente, con un suono che viene direttamente dai sixties, come se fosse una outtake di qualche oscuro soul man del periodo; Find ‘Em, Fool ‘Em And Forget ‘Em è l’unica cover del CD (un brano non molto conosciuto di George Jackson, un grande artista nero della Fame), introdotta dal piano e da un lick di chitarra che fanno molto blaxploitation, un errebi di gran classe, suonato e cantato in maniera sopraffina.
Devil In Me è più lenta, ma il suono è sempre caldo, Anderson canta alla grande ed il feeling assume dimensioni quasi imbarazzanti (ed il ritornello è uno dei più belli del disco); la romantica All I’ll Ever Need è un delizioso country-got-soul (chi ha detto Jim Ford ed Eddie Hinton?), mentre con Quit You (scritta insieme a Chris Stapleton) è come se Sam Cooke fosse ancora tra noi (o forse è il tipo di canzone che Rod Stewart vorrebbe tornare a fare, ma proprio non ci riesce). L’intensa What A Woman Wants To Hear, guidata dalla chitarra acustica, è più sul versante cantautorale che su quello soul, ma l’esito è comunque eccellente, mentre con Lonely torniamo dalle parti di Otis, con una ballata di notevole impatto emotivo ed un ottimo tappeto sonoro di fiati ed organo. L’album si chiude con Keep The Fire Burining, rhythm’n’blues in puro stile Stax, e con la splendida Lying In Her Arms, un altro slow da pelle d’oca, cantato divinamente e con un arrangiamento geniale.
Un album per me semplicemente imperdibile: è uscito da pochi mesi e già non vedo l’ora di ascoltare il seguito.