Torna Lo Springsteen Della Domenica: Una Full Immersion Nella Leggenda! Bruce Springsteen & The E Street Band – London 11/24/1975

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Bruce Springsteen & The E Street Band – London 11/24/1975 – live.brucespringsteen.net/nugs.net 2CD – Download

Il fatto che Bruce Springsteen sia uno dei migliori performer dal vivo nella storia della nostra musica è un fatto che si dà ormai per acquisito, ma c’era un tempo in cui il rocker del New Jersey era ancora un artista emergente che cercava di affermarsi con tanta fatica e tanto sudore. Se il tour del 1978 è giustamente diventato leggendario, stiamo comunque parlando di un musicista che era già famoso (almeno nel suo paese d’origine), e sono quindi gli show del 1975 quelli che hanno contribuito più di tutti a creare tale leggenda. In quell’anno Bruce era impegnato in una lunga ed estenuante tournée americana a supporto del suo terzo album Born To Run, ed aveva da poco avuto l’onore della famosa doppia copertina su Time e Newsweek, ma in novembre aveva fatto una breve puntatina in Europa per quattro concerti, due all’Hammersmith Odeon di Londra, uno a Stoccolma e l’altro ad Amsterdam, show che rimarranno gli unici in tutta la decade nel Vecchio Continente (infatti tornerà solo nel 1981).

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Lo show londinese del 18 novembre era già uscito nel 2005 come DVD (ed in seguito anche in doppio CD) all’interno del box set del trentennale di Born To Run, ma la seconda serata di sei giorni dopo era ancora inedita, almeno fino ad oggi,  visto che è stata scelta come nuova pubblicazione nell’ambito della benemerita serie di concerti live del Boss. E non si sarebbe potuto fare scelta migliore, in quanto London 11/24/1975 ci riporta letteralmente indietro con la macchina del tempo in un periodo in cui Bruce e la sua E Street Band avevano veramente i proverbiali occhi della tigre ed erano già un gruppo formidabile di musicisti, “il futuro del rock’n’roll” come aveva dichiarato nel ’74 il critico musicale e futuro produttore proprio del Boss Jon Landau. Non solo, ma questo secondo spettacolo londinese, oltre ad essere molto più lungo del primo (22 canzoni contro 16), è sempre stato ritenuto migliore sia dai fans che dallo stesso Springsteen, che il 18 novembre aveva a suo dire fornito una performance non del tutto soddisfacente innervosito dalla presenza delle telecamere. A me il doppio CD che documentava la prima serata era comunque piaciuto molto, ma questo del 24/11 è una vera bomba, con un Boss che regala ai presenti una performance fenomenale ben coadiuvato da un gruppo che era già una macchina da guerra, con la ciliegina di una setlist pazzesca specie nella parte finale.

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Un cocktail irresistibile di rock’n’roll, rhythm’n’blues e lunghe e fluide ballate pianistiche, con i nostri che rivisitano il meglio dei primi tre album di Bruce ed aggiungono una serie di cover da paura. Dopo un inizio con due pezzi dal nuovo disco (Thunder Road per sola voce, armonica, piano di Roy Bittan e glockenspiel di Danny Federici ed una Tenth Avenue Freeze-Out potente e concisa), il nostro guarda al suo passato prossimo con la soulful Spirit In The Night ed una drammatica e struggente Lost In The Flood https://www.youtube.com/watch?v=8DvTeI7-kLM , per poi tornare ai tempi recenti con l’uno-due formato da She’s The One e Born To Run (che non aveva ancora preso posto tra i bis). Dopo una sorprendente versione di undici minuti della hit dei Manfred Mann Pretty Flamingo https://www.youtube.com/watch?v=2OMF9B-UnLc  (che comunque ai tempi, a sua volta, con la Earth Band aveva inciso alcune eccellenti cover di Springsteen, contribuendo a spargere il verbo)), ecco un altro tuffo negli esordi con una breve ma sentita Growin’ Up ed una It’s Hard To Be A Saint In The City più vibrante che mai. A seguire, uno dei magic moments della serata, che vede i nostri (con Bittan su tutti) proporre due spettacolari riletture degli inni pianistici Backstreets e Jungleland, separati dai tre minuti scarsi della coinvolgente Sha-La-La delle Shirelles https://www.youtube.com/watch?v=8vWOaFPRXAo .

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Dopo le prevedibili ma sempre gradite Rosalita e 4th Of July, Asbury Park (Sandy) ecco il momento in cui lo show da grandissimo diventa leggendario: si parte con un raro omaggio ad Elvis con Wear My Ring Around Your Neck (suonata del Boss solo 14 volte in carriera), a cui fanno seguito i dieci fantastici minuti del Detroit Medley ed i nove di una commovente For You con Bruce da solo al pianoforte. Ma questo è solo l’antipasto, in quanto subito dopo arriva la classica When You Walk In The Room dei Searchers https://www.youtube.com/watch?v=qqJfsa1_wZg , una sontuosa Quarter To Three di Gary U.S. Bonds, i quasi undici minuti della sempre travolgente Twist And Shout ed un doppio tributo finale a Chuck Berry (ed al rock’n’roll) con Carol https://www.youtube.com/watch?v=dD7meTrv7YY  e Little Queenie. Un concerto che anche a distanza di 46 anni è in grado di mettere k.o. una mandria di tori, ed in più avrete la piacevole sensazione di rivivere in prima persona la nascita di un mito del palcoscenico. Alla prossima uscita, che riguarderà uno show newyorkese molto più recente (2009), ma con una notevole sorpresa in scaletta.

Marco Verdi

Torna Lo Springsteen Della Domenica: Giovane, Affamato E Già Grandissimo! Bruce Springsteen & The E Street Band – The Roxy 1975

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Bruce Springsteen & The E Street Band – The Roxy, West Hollywood, CA October 18, 1975 – live.brucespringsteen.net/nugs.net 2CD – Download

Le scorse feste natalizie hanno rallentato le spedizioni e gli arrivi dei nuovi volumi degli archivi live di Bruce Springsteen (io non scarico, ordino ancora il caro vecchio CD), al punto che mi sono ritrovato in arretrato di quattro pubblicazioni, che recupererò tra oggi e le prossime settimane. La prima di esse è anche quella con la data di performance più “antica” di tutta la serie finora, e cioè il concerto del 18 Ottobre 1975 al Roxy di Los Angeles: era già uscito un live del ’75, ma si riferiva allo show di Capodanno a Philadelphia, e quindi successivo. All’epoca di questi sei concerti al Roxy (in quattro serate, quello di cui mi accingo a parlare è il primo dei due spettacoli della terza sera) Springsteen era considerato non più il futuro del rock’n’roll ma già il presente, avendo stupito l’America pochi mesi prima con la pubblicazione di Born To Run, ed essendo a pochi giorni dalla celeberrima simultanea apparizione sulle copertine di Time e Newsweek.

Gli show del Roxy sono sempre stati tra i più amati dai fans del Boss, e dopo l’ascolto di questo doppio CD (14 brani, poco meno di due ore) mi è facile capire il perché, in quanto ci troviamo di fronte ad una di quelle prestazioni che hanno creato la leggenda del nostro come live performer, una festa musicale fatta di grande rock’n’roll e di struggenti ballate, con la E Street Band che girava già a mille (erano solo in sei più Bruce, sia Patti Scialfa che Nils Lofgren sarebbero arrivati molto dopo). La serata è subito magica, con una versione intima di Thunder Road, solo Bruce alla voce e armonica e Roy Bittan al piano: è anche l’unica canzone già nota del concerto, essendo quella che apriva il famoso cofanetto quintuplo Live 1975/85; la band al completo entra per una spumeggiante ancorché sintetica (quattro minuti) Tenth Avenue Freeze-Out, per poi intrattenere il pubblico già caldo con due rimandi ai suoi esordi, una fulgida Spirit In The Night dal primo album e soprattutto, dal secondo, una splendida The E Street Shuffle di ben 14 minuti e dal mood quasi southern soul, specialmente grazie all’organo di Danny Federici ed alla slide di Little Steven, e con un finale in cui viene accennato il tema di Havin’ A Party di Sam Cooke.

Scintillante è la parola giusta per definire la cover di When You Walk In The Room (scritta da Jackie DeShannon e portata al successo dai Searchers), complice una chitarra jingle-jangle che la fa sembrare suonata dai Byrds: davvero bellissima. Dopo una fluida e coinvolgente She’s The One, brano chiaramente influenzato da Bo Diddley, il primo CD si chiude con Born To Run, che seppur con pochi mese sulle spalle è già un classico (e fa un certo effetto non trovarlo tra i bis), e con la sempre toccante 4th Of July, Asbury Park (Sandy), contraddistinta come di consueto dalla splendida fisarmonica di “Phantom Dan” Federici. Il secondo dischetto presenta le performance che rendono il concerto imperdibile: le straordinarie e potenti Backstreets e Jungleland, entrambe con uno strepitoso Bittan, già basterebbero, ma in mezzo c’è l’highlight della serata, e cioè una monumentale Kitty’s Back di ben 17 minuti, in assoluto la più bella versione da me mai sentita di questo classico minore del Boss, elettrica, pulsante, trascinante e magnifica. Finale con la poderosa Rosalita, 12 minuti, e con altre due cover che chiudono lo show: una rarissima Goin’ Back (di Carole King e Gerry Goffin), mai più suonata da Bruce dopo questi show al Roxy, e lo scatenato rock’n’roll Carol (dedicato al suo autore Chuck Berry dato che era il suo compleanno), altri sette minuti irresistibili.

Ancora un live imperdibile dunque per Bruce Springsteen: nella prossima puntata andrò avanti di qualche anno, non molti per la verità, e mi occuperò di due show che potrei definire “nucleari”.

Marco Verdi