Soprattutto Per Strettissimi Osservanti Del Garage Rock. The Shadows Of Knight – Alive In ’65

shadows of knight alive in '65

The Shadows Of Knight – Alive In 1965! – BlueRocket/Sundazed Music Mono

In questo continuo viaggio a ritroso nella musica degli Shadows Of Knight arriviamo ai primordi della band di Chicago. Nonostante la provenienza non parliamo di blues, qui siamo più in ambito garage rock, antesignano della musica psichedelica (e infatti li troviamo tra i protagonisti dei vari Nuggets), ma anche di omaggio alla musica della British Invasion e al primo rock and roll. E infatti in Alive in 1965! siamo all’incirca un anno prima della pubblicazione del loro primo album Gloria e la formazione quindi non è ancora quella definitiva. Il repertorio è composto solo di cover, dove non appare ancora il classico di Van Morrison e neppure i molti brani blues che caratterizzeranno il disco di esordio, ma nel tourbillon di canzoni che si susseguono nel concerto al Cellar Door di Arlington troviamo un piccolo Bignami della musica dell’epoca, tanto british beat ruvido e gagliardo, grinta “punk” e le prime avvisaglie di quello poi diverrà rock. La qualità del suono,  primitiva e ruvida, è comunque accettabile, direi quasi buona per un live del 1965, come in tutti i prodotti Sundazed, peccato per la voce un po’ lontana, quasi in cantina, forse perché è in Mono, ma gli strumenti sono ben definiti.

E’ ovvio che un prodotto del genere è molto di nicchia, indirizzato soprattutto agli appassionati di garage e psych, per quanto si ascolti in modo piacevole: la band è ancora embrionale, non ha sviluppato del tutto la potenza del successivo biennio 1966-1967, però  le canzoni scorrono pimpanti e veloci, 12 brani, 30 minuti scarsi in totale, ma un concerto a quei tempi durava così. Si parte con una interlocutoria Not Fade Away che finisce un po’ bruscamente, il pubblico che si intuisce pare veramente sparuto, ma la band li ripaga con una gagliarda Money (That’s What I Want) a metà strada tra Beatles e Stones, e a seguire una You Really Got Me molto fedele all’originale dei Kinks, peccato per le voci non perfettamente microfonate. Segue la presentazione della band che allora si chiamava ancora soltanto Shadows, e avrebbe cambiato nome per non confondersi con l’omonimo gruppo inglese, ottima versione a tutto riff di Carol , e una cover tra surf e garage della popolare Rawhide, ancora Chuck Berry di cui riprendono pure Memphis, Tennessee, non manca la intermission con breve sigletta musicale, prima di riprendere a darci dentro di gusto con It’s All Right.

Diciamo che la tecnica non è il loro forte ma l’entusiasmo non manca, e rispetto ai due Live del 1966 non c’è nessun brano in comune. Heart Of Stone è un altro brano degli amati Rolling Stones, uno dei rari momenti in cui il ritmo rallenta e ci scappa anche un assolo di chitarra di Warren Rogers, mentre anche i Kinks vengono nuovamente saccheggiati con All Day And All The Night. A voler proprio essere pignoli nessuno dei brani proposti si avvicina alla qualità degli originali, tutto molto minimale per quanto selvaggio, come conferma il finale con I’m A King Bee, l’unica concessione ad un blues “bastardo” e dove fa capolino perfino una slide appena accennata, nonché uno degli inni del movimento garage-psych ovvero Louie Louie che precede la stonesiana (Get Your Kicks On) Route 66 di nuovo carpita dal maestro Chuck Berry. Saluti frettolosi al pubblico, ma zero applausi e fine delle trasmissioni: un CD, lo ribadisco, indirizzato soprattutto agli stretti osservanti del garage rock.

Bruno Conti

Chitarre Acide E Vecchi Organetti! The Standells – Live On Tour 1966!

standells live on tour

The Standells – Live On Tour -1966! – Sundazed Music

Nello scorcio di poco più di un anno sono stati pubblicati ben tre “nuovi” CD degli Standells: prima, a dicembre 2013, usciva, molto a sorpresa, un nuovo album, Bomp (45 anni circa dopo il loro periodo d’oro), poi, qualche mese fa, la Rockbeat Records ha edito una versione doppia, potenziata e rivisitata, del classico Riot On Sunset Strip (Revisited appunto, dal vivo, nel 1999), disco attribuito sia agli Standells come alla Chocolate Watchband, e ora la Sundazed pubblica questo concerto “inedito”, registrato nell’ottobre del 1966 all’Hill Auditorium dell’Università del Michigan, ad Ann Arbor, nel corso del tour per promuovere quello che all’epoca era il loro terzo album, Why Pick On Me Sometimes Good Guys Don’t Wear White (che non possiamo dimenticare includeva quella “straordinaria” canzone in italiano Mi hai fatto innamorare, un connubio fra mandolini napoletani e beat, giuro, verificate https://www.youtube.com/watch?v=d13xW6-GG8E!).

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Una frequenza di uscite che rivaleggia con l’output discografico di quel fertile periodo, ricco di successi per la band californiana, vessillifera di un garage proto punk e beat con ampie connotazioni psichedeliche che spopolava all’epoca https://www.youtube.com/watch?v=qdaavm_fVEA , e tra l’altro aveva proprio esordito nel 1964 con un album dal vivo, The Standells In Person at P.J.’s https://www.youtube.com/watch?v=Pu4gTvWvuYA , ma questo Live On Tour-1966 che esce solo oggi per la prima volta nella sua interezza, è nettamente superiore sia a livello qualitativo (ci sono tutti i successi), come a livello sonoro, dove gli specialisti della Sundazed hanno effettuato un ottimo lavoro di restauro dei nastri originali. In questo concerto del 1966, come ci ricorda lo speaker della serata nella presentazione, gli Standells aprono per i Beach Boys, e, come era usanza nell’epoca pre-rock, il tutto dura poco meno di 35 minuti, ricchi di intensità, come evidenzia subito l’intenso interplay tra l’organo di Larry Tamblyn (anche alla chitarra) e l’acida chitarra di Tony Valentino, in una Mr. Nobody https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  che unisce mirabilmente il suono della british invasion con il primo rock californiano di band di Doors, Jefferson, pre-Grace Slick e le sonorità di band come i citati Chocolate Watchband, Thirteen Floor Elevators, Seeds e molti altri che costituiranno il “cuore” del celebre Nuggets di Lenny Kaye.

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Ma il gruppo, già in pista nei clubs di tutti gli States dal lontano 1962, aveva, come altri, anche una forte componente R&B, più “sbiancata” forse, come dimostra una vivace cover del classico degli Young Rascals, Good Lovin’, uscito proprio in quei mesi, con gli immancabili yeah-yeah vocali del periodo e le mani di Tamblyn che volano sulla rudimentale tastiera dell’organo. Why Did You Hurt Me, una composizione del chitarrista Valentino con il batterista Dick Dodd, è intrisa del grintoso beat sound che imperversava all’epoca, mentre la cover di Lazy Summer Afternoon (così presentata, manco i titoli sapevano!), sarebbe la bellissima Sunny Afternoon dei Kinks di Ray Davies, tuttavia in una versione che non perde la pigra e sorniona aria dell’originale, con l’organo di Tamblyn che aggiunge un tocco alla Lovin’ Spoonful; sempre dalla british invasion viene una Gloria che in America era più nota nella versione dei soci Shadows Of Knight che nell’originale dei Them di Van Morrison, il brano è l’occasione per il gruppo per dimostrare una grinta notevole https://www.youtube.com/watch?v=uJErk-wwEOo , e anche una capacità di improvvisazione, che si divide tra sketches rumoristici ed umoristici che divertono molto il pubblico presente, tanto che la canzone si protrae, forse troppo, oltre i 5 minuti, ingenua, pure se sono i primi esempi di quello che diventerà il rock da lì a poco, spettacolo ma anche impeto dirompente.

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Why Pick On Me, title-track del nuovo album, firmata da Ed Cobb, eminenza grigia, sia come autore che come musicista e produttore della scena garage psichedelica, è un’altra piccola pepita tipica del periodo, mentre il lato soul/R&B viene illustrato da una Please, Please, Please dove il batterista Dobb ci offre la sua versione di James Brown, più bianco e molto meno esplosivo dell’originale, comunque segno di un sentito amore per la musica black, come ribadito nella successiva Midnight Hour, preceduta dal solito siparietto comico, il sound non è travolgente come nell’originale di Wilson Pickett e Steve Cropper, ma ricorda un beat-pop-rock à la Sir Douglas Quintet, con ampio uso d’organo. La conclusione è affidata ai loro cavalli di battaglia più psych-rock, prima Sometimes Good Guys Don’t Wear White (dedicata ironicamente a Lindon B. Johnson, non particolarmente popolare all’epoca) e poi l’inno generazionale Dirty Water (sempre di Cobb), tra i più bei singoli di quell’epoca irripetibile e uno dei riff indimenticabili del rock all-time https://www.youtube.com/watch?v=5apEctKwiD8 , che conclude degnamente questo piacevole reperto discografico, riemerso dalle nebbie del tempo per il nostro piacere.

Bruno Conti   

Novità Di Gennaio, Parte IIB. John Martyn, Standells, Shadows Of Knight, Winter/Cotton/Waters, Lone Bellow, Scott Kempner, Bettye Lavette, Howlin’ Rain

john martyn piece by piece john martyn sapphire

Continuiamo a oltranza con le uscite discografiche di questa ultima settimana di Gennaio 2015. Ancora alcune ristampe e pubblicazioni di materiale inedito pescato da polverosi archivi. Partiamo da John Martyn: la Universal, dopo il box integrale degli Island Years e il cofanetto quadruplo, The Best Of Island Years, con una selezione del materiale inedito contenuto in quello da 18 dischetti, ora continua a pubblicare i singoli album nelle versioni doppie Deluxe:

Sapphire è il disco del 1984, potenziato da un secondo CD di Alternate Takes, un brano non presente nell’album originale e tre brani dal vivo a Amburgo nel 1986 https://www.youtube.com/watch?v=wsFO-FVjpEc .

CD1
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d

CD2
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d
11. Love In Your Life
12. Fisherman’s Dream
13. Mad Dog Days
14. Fisherman’s Dream

Piece By Piece è il disco del 1986 e contiene nel secondo CD sette versioni alternate, una traccia non presente nell’originale e altri sette brani dal vivo del concerto ad Amburgo del 1986 https://www.youtube.com/watch?v=rvqTUhovRaU .

CD1
1. Nightline
2. Lonely Love
3. Angeline
4. One Step Too Far
5. Piece By Piece
6. Serendipity
7. Who Believes In Angels
8. Love Of Mine
9. John Wayne

CD2
1. Lonely Love
2. Angeline
3. Piece By Piece
4. Serendipity
5. Who Believes In Angels
6. Love Of Mine
7. John Wayne
8. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)
9. Piece By Piece
10. Love Of Mine
11. Nightline
12. Serendipity
13. Angeline
14. John Wayne
15. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)

Il suono è quello terribile anni ’80, ma la classe di John Martyn a tratti si percepisce comunque.

standells live on tour shadows of knight live 1966

Sempre per i completisti, la Sundazed pubblica due CD di materiale dal vivo, mai pubblicato prima, registrato nei lontani anni ’60. The Standells Live On Tour ’66 viene da un concerto registrato alla Università del Michigan, con attrezzature professionali (per l’epoca) https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  e ha il seguente contenuto:

1. Introduction
2. Mr. Nobody
3. Good Lovin’
4. Why Did You Hurt Me
5. Sunny Afternoon
6. Gloria
7. Why Pick On Me
8. Please, Please, Please
9. Midnight Hour
10. Sometimes Good Guys Don’t Wear White
11. Dirty Water

Il materiale degli Shadows Of Knight viene da un concerto registrato al Cellar di Chicago, rimasterizzato da due bobine d’epoca miracolosamente riapparse a quasi 50 anni dalla data dell’esibizione (qualcosa era già apparso nel 1992 sempre la Sundazed, ma qui è stato aggiunto altro materiale. Questo il contenuto:

1. Everybody Needs Somebody to Love

https://www.youtube.com/watch?v=7DaHSnTFa8w
2. Don’t Fight It
3. Got My Mojo Working
4. Any Way That You Want Me
5. Gospel Zone
6. Got To Get You Off My Mind
7. It Takes A Long Time Comin’
8. Hey Joe

https://www.youtube.com/watch?v=AShfPk2w3Xg
9. Tomorrow’s Gonna Be Another Day
10. Peepin’ and Hidin’
11. Let It Rock
12. Willie Jean
13. Spoonful
14. Oh Yeah

https://www.youtube.com/watch?v=zVSCD57U2UY
15. Dark Side
16. Gloria

Le due band americane erano tra le migliori nel garage psichedelico di quell’epoca (come testimoniato nel celebre Nuggets) per cui i collezionisti avranno di che gioire.

winter cotton-waters

Questo doppio, infine, viene da quei concerti semiufficiali, tratti da broadcast radiofonici, in particolare questo concerto tenuto alla Boston Music Hall nel 1977, tratto dal tour di Muddy Waters per promuovere l’album Hard Again, il primo pubblicato dalla Blue Sky, lo vede affiancato dal suo “produttore” Johnny Winter e da James Cotton all’armonica, senza dimenticare Pinetop Perkins Bob Margolin https://www.youtube.com/watch?v=zcG4rNrbKQM . Con qualche intervista aggiunta questo è il resoconto della serata radiofonica:

Tracklist
CD1:
1. The Blues Had A Baby And TheyNamed It Rock ‘N’ Roll
2. Deep Down In Florida
3. Hideaway
4. You’ve Got To Love Her With A Feeling
5. Sweet Home Chicago
6. Rocket 88
7. Help Me
8. How Long?

CD2:
1. Instrumental
2. Mama Talk To Your Daughter
3. Mannish Boy
[Encore]
4. WBCN DJ Talks and Interviews Pinetop Perkins
5. You Don’t Have To Go
6. Got My Mojo Working
7. WBCN DJ Interview w/ Waters, Cotton and Winter

https://www.youtube.com/watch?v=zFEWn602qwE

lone bellow then came the morning

Veniamo ad un po’ di altre novità discografiche (non ristampe), in uscita sempre da domani martedì 27. I Lone Bellow avevano pubblicato un ottimo album omonimo d’esordio un paio di anni, ora tornano con questo secondo disco Then Came The Morning, sempre per la Descendant Records, che conferma quanto di buono si era detto per il precedente https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk . La formazione è sempre la solita: Zach Williams (guitar, lead vocals), Kanene Donehey Pipkin (mandolin, vocals), Brian Elmquist (guitar, vocals), con molti musicisti aggiunti ed il disco è prodotto da Aaron Dessner dei National, qui lo potete ascoltare http://www.npr.org/2015/01/18/377502471/first-listen-the-lone-bellow-then-came-the-morning (fino a che non lo tolgono) . Poi https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk. Mi sembra molto bello: in Europa esce il 3 febbraio.

scott kempner live on blueberry hill

La discografia solista di Scott Kempner (ex Dictators e Del-Lordsè veramente scarna: un disco nel 1992, Tenement Angels, ristampato nel 2011, e uno, Saving Grace, nel 2008, da allora c’è stata la reunion dei Del-Lords che ha fruttato un album Elvis Club, uscito nel 2013. Quindi i fans di Scott leggeranno con piacere dell’uscita di questo Live On Blueberry Hill (dalla zona di St. Louis in cui è stato registrato il concerto, il locale in effetti si chiama Cicero’s): l’altra notizia è che però la serata a cui risale la registrazione è del 1993, anche se vede la luce solo oggi per la prima volta, su etichetta MRI Music. Quindi non di facile reperibilità.

bettye lavette worthy

Nuovo album anche per Bettye LaVette, esce in Inghilterra per la Cherry Red Records, e vede ricostituirsi il sodalizio con Joe Henry (che aveva già prodotto nel 2005 il bellissimo I’ve Got My Own Hell To Raise): tra gli autori dei brani Dylan che firma Unbelievable, in origine su Under The Red Sky, Jagger-Richards Complicated, i Beatles Wait, oltre allo stesso Joe Henry, Mickey Newbury e la coppia Beth Nielsen Chapman/Mary Gauthier che firma la title-track. Questa è la lista completa dei brani:

DISC ONE: CD
1. UNBELIEVABLE
2. WHEN I WAS A YOUNG GIRL 
3. BLESS US ALL 
4. STOP 
5. UNDAMNED 
6. COMPLICATED 
7. WHERE A LIFE GOES 
8. JUST BETWEEN YOU AND ME AND THE WALL YOU’RE A FOOL 
9. WAIT
10. STEP AWAY 
11. WORTHY
Per la gioia di grandi e piccini (ma non dei nostri portafogli, visto che si parla di un prezzo intorno ai 30 euro) ne esiste anche una versione Deluxe doppia, con un DVD allegato, che riporta un concerto registrato al Jazz Café di Londra nel luglio 2014, e si tratta di un set completo, come potete leggere qui sotto:
DISC TWO: DVD
1. THE WORD 
2. EVERYTHING IS BROKEN
3. YOUR TIME TO CRY
4. THEY CALL IT LOVE 
5. JOY
6. HEART OF GOLD
7. DON’T LET ME BE MISUNDERSTOOD 
8. EITHER WAY WE LOSE 
9. BLACKBIRD 
10. MY MAN – HE’S A LOVING MAN 
11. LIKE A ROCK 
12. HEAVEN (THE CLOSEST I’LL GET) 
13. SLEEP TO DREAM 
14. I DO NOT WANT WHAT I HAVEN’T GOT
Sembra che, nonostante il prezzo, valga la pena di cercare questa edizione, considerando che in DVD della grande cantante soul non esiste nulla.
howlin rain mansion songs
Loro, gli Howlin Rain, un disco dal vivo, Live Rain, l’hanno appena pubblicato nel 2014, ma a sorpresa esce subito un nuovo disco di studio, Mansion Songs, etichetta Easy Sounds (anche questo quindi non sarà facilissimo da trovare) e nelle parole del leader della band Ethan Miller (nonché l’unico che appare in tutti i dischi della formazione) dovrebbe essere il primo di una trilogia. Attualmente gli Howlin Rain, visto che i Black Crowes sono in pausa indefinita, sono una delle migliori band americane di rock classico, magari insieme ai Drive-by-Truckers, e da quello che ho ascoltato il disco mi sembra ottimo. Verificate… https://www.youtube.com/watch?v=zrMb-4KhsIE e  https://www.youtube.com/watch?v=sX_JK1CtK3c

Per oggi è tutto, ma domani si continua.

Bruno Conti