Soddisfacente! Brandi Carlile – Bear Creek

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Brandi Carlile – Bear Creek – Columbia Records

Ci sono degli artisti che si ascoltano, ed eventualmente si acquistano, a prescindere! Perché sono bravi e quindi sai già che sui loro dischi troverai buona musica e Brandi Carlile fa parte di questa categoria. Bella voce, facilità di scrivere canzoni, un genere che abbraccia il meglio di quello che la musica di qualità ha prodotto nell’era dei cosiddetti singer-songwriters, poi, volendo, uno può discutere la sua discografia disco per disco e financo canzone per canzone, ma prima si vanno a vedere e sentire i contenuti poi eventualmente li si discute e alla fine non si rimane mai completamente delusi o perché no, a seconda dei casi, soddisfatti in quanto “un comunque sì” lo meritano solo quelli di talento e in questo caso ce n’è in abbondanza!

Dopo l’inizio in sordina (ma buono, per i tipi di All Music Guide addiritttura il  suo migliore) dell’esordio omonimo Brandi Carlile del 2005, la nostra amica ha fatto il botto, a livello di critica e di successo, con il secondo album The Story, prodotto da T-Bone Burnett, che viene considerato all’unanimità il suo “capolavoro”. Poi da quel punto i pareri si dividono: la sua casa discografica ci crede e le affianca un altro pezzo da 90 come Rick Rubin (per la verità meno efficace del suo predessore), per produrre il successivo Give Up The Ghost che spacca la critica musicale. Chi lo considera una (parziale) delusione, chi lo osanna forse perfino troppo, ma il disco, sicuramente più discontinuo del precedente, ha in ogni caso alcune belle canzoni e la conferma come una della cantautrici migliori delle ultime generazioni, forse quella in grado di incarnare meglio lo spirito dei grandi del passato, eclettica e non etichettabile in un genere specifico. Anche il successivo Live At Benaroya Hall With The Seattle Symphony è stato soggetto di pareri diversi (e comunque un disco con un’orchestra sinfonica che è arrivato fino al 14° posto delle classifiche americane non deve essere proprio malvagio): chi lo ha definito “pomposo” e magniloquente, troppo ridondante nei suoi arrangiamenti orchestrali ed altri, compreso il sottoscritto, a cui è piaciuto sia per i contenuti che come una sorta di riassunto riveduto e corretto della prima parte della sua carriera from-seattle-with-love-brandi-carlile-live-at-benaroya-hall.html, che non comprende solo i tre album citati, ma nella prima parte degli anni 2000 ha prodotto una serie di EP, dal vivo e in studio, ricchi di cover e sorprese.

Anche per questo nuovo album Brandi Carlile si è ispirata, almeno per la scelta dell titolo, a uno dei suo idoli assoluti, Elton John, che quando registrò ai Chateau d’Hèrouville Studios chiamò quel disco Honky Chateau (é quello con Rocket man); Brandi si è detta, visto che è una delle poche scelte che la casa discografica mi lascia fare, scegliere il titolo, perché non chiamarlo Bear Creek, dal nome dello studio di registrazione vicino a Seattle dove è stato realizzato l’album, suona anche bene! Quindi, in compagnia della nuova produttrice (e ingegnere del suono) Trina Shoemaker (vincitrice anche di Grammy con Sheryl Crow)  e di 13 nuove canzoni, molte rodate da una lunga frequentazione dei palchi americani (nel resto del mondo purtroppo la si vede poco), dalla permanenza in quegli studi questo è il risultato che ne è scaturito.

E’ un capolavoro? Probabilmente no, a parte per i fans e le fans più accanite! Forse neppure un grandissimo disco (lo diranno il tempo e ascolti più approfonditi) ma, di primo acchito, sicuramente, nel piattume generale (illuminato più spesso di quello che si pensa da improvvisi lampi di classe, intesa come buona musica, parlo in generale) fa la sua più che onesta figura. Brandi Carlile è accompagnata come sempre dai fidati gemelli Phil & Tim Hanseroth che scrivono con e senza di lei la quasi totalità dei brani, la batterista Allison Miller (con l’aggiunta di Matt Chamberlain in alcuni brani) e il cellista Josh Neumann a cui si aggiungono per l’occasione Dave Palmer alle tastiere e Jeb Bows della band di Gregory Alan Isakov al violino e mandolino.  

I tredici brani spaziano dal country-folk speziato ed intenso dell’iniziale Hard Way Home che doveva essere il primo singolo, seguita da Raise hell, un brano che la Carlile esegue da molto tempo in concerto e quindi mi era già capitato di ascoltarlo in varie esibizioni su YouTube ma la versione in studio ha quel qualcosa in più fornito dal contrasto tra il mandolino, la struttura elettrica del brano, il battito di mani e quella coloritura quasi country-gospel fornita dalla bella voce di Brandi, definita dalla rivista Paste “The Best Voice in Indie Rock”, ma io direi del rock in generale perché restringere le categorie. Save Part Of Yourself ha ancora questo spirito gospel fornito dai cori e dal ritmo marciante delle percussioni con il mandolino sempre in evidenza e qualche spruzzata di archi qui e là.

That Wasn’t Me è il primo singolo tratto dall’album: si tratta dell’unica ballata pianistica scritta dalla sola Carlile e prende lo spunto da quelle classiche di Elton John del periodo di Tumbleweed Connection ed è inteso come un complimento perché il brano ha la maestosa serenità malinconica del grande cantautore inglese all’apice della sua carriera. Anche Keep Your Heart Young già un must delle esibizioni live qui acquista quell’aria country e paesana mutuata forse dalle frequentazioni con Kris Kristofferson che appare nel video di That Wasn’t Me. 100 è un pezzo classico del suo repertorio, un brano rock dal ritmo incalzante (con echi alla U2) percorso anche dal suono del cello (e qualche violino) e dalle tastiere che coloriscono un suono più moderno e meno roots rispetto al resto dell’album. A Promise To keep con un bel fingerpicking acustico che mi ha ricordato il Paul McCartney acustico è una ballata malinconica dove piano e violoncello sono ancora in primo piano e si dividono gli spazi con la sua bella voce. I’ll still be there è un altro brano tipico del suo repertorio, con aperture melodiche caratterizzate dal falsetto in alcuni momenti e con un bel assolo di fratello Tim.

What Did I Ever Come Here For è l’altra ballata pianistica del disco (ho mentito prima) ma scritta in questo caso non da Brandi ma dall’altro gemello Phil: si sente una ulteriore voce femminile di supporto che non so se è quella doppiata della stessa Carlile (il multitracking grande invenzione) o di qualche ospite (le sue amiche Indigo Girls?) mentre il cello si ritaglia uno spazio solista nella intensa parte centrale prima del gran finale. Piano e cello rimangono anche per la dolce e orecchiabile Heart’s content forse un brano minore ma sempre piacevole, adatta ad eventuali usi per futuri spot o in serie televisive che spesso nel passato hanno utilizzato la musica della cantante americana. Rise Again è uno dei brani dalla struttura più rock, ancorché con la presenza del mandolino, già ascoltato spesso nelle esibizioni live, ricorda qualcosa degli U2 meno pomposi per il riff ricorrente e pressante della chitarra elettrica. In The Morrow ci riporta alle sonorità più rootsy dei primi brani di questo CD anche se con quel timbro antemico e corale che hanno molti brani di Brandi con il mandolino nuovamente in evidenza nella coda strumentale. Il finale è affidato a Just Kids una sorta di ghost-track esplicita, nel senso che non è una traccia nascosta ma appare dopo qualche decina di secondi di silenzio e poi si esplicita in una lunga introduzione strumentale “spettrale” tra tastiere e archi che introducono la voce “trattata” e ricca di eco e riverbero per questo omaggio alla nostalgia dei “vecchi tempi” (a 31 anni!) giovanili con un omaggio al melodramma sonoro di cantanti come Roy Orbison o Patsy Cline, qui modernizzati ma che sono nel DNA di Brandi Carlile.

Come direbbe Nero Wolfe (il ritorno televisivo mi ha stimolato vecchie ri-letture di Rex Stout): “Soddisfacente, Brandi!”.

Bruno Conti

Novità Di Giugno Parte I. Dexys, Chris Robinson, Squackett, Paul Simon, Heart, Hives, Rodney Crowell, Alan Jackson, Joe Walsh, Rhett Miller, Albert King, Box Vanguard

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Iniziamo un ulteriore mese di novità discografiche con le uscite di martedì 5 giugno: di molti vi ho già parlato con molto anticipo e confermo le uscite di Neil Young, Beach Boys, Patti Smith, Brandi Carlile, Alejandro Escovedo, Shawn Colvin e molti altri che non sto a citare, ma questa settimana è ricca di altre novità e ristampe.

Partiamo con un clamoroso ritorno. Si chiamano Dexys semplicemente, perché Kevin Rowland ha detto che sono simili ma non del tutto al vecchio gruppo, qualsiasi cosa voglia significare questa affermazione. Comunque dei vecchi Dexys Midnight Runners, inattivi dal 1985 dell’ottimo Don’t Stand Me Down, ci sono solo Pete Williams, il bassista e il trombonista Big Jim Paterson. Inoltre c’è Mick Talbot, il tastierista dei Merton Parkas e degli Style Council che ad inizio carriera aveva gravitato intorno al primo nucleo dei Dexys. Il nuovo album del gruppo si chiama One Day I’m Going To Soar, esce per la BMG Right’s Management e si dice sia un ritorno ai fasti del passato, sentiremo! A giudicare dal video è sempre classico Celtic Pop Soul.

Nuova formazione che onomatopeicamente in italiano ricorda movimenti spiacevoli di pancia (” ho un po’ di squackett!”) ma molto più prosaicamente è la somma dei due cognomi: Chris Squire e Steve Hackett, gli Squackett. Il bassista degli Yes e il chitarrista dei Genesis che genere faranno? A Life Within A Day esce per la Antenna/Esoteric e non manca una costosa edizione CD+DVD che in più ha “solo” l’album ripetuto in versione 5.1 Dolby Surround e la copertina cartonata.

Questo Kin, Songs By Mary Karr & Rodney Crowell, è in effetti il nuovo album (molto bello) di quest’ultimo con i testi firmati da una scrittrice americana. Oltre alla bravura di Crowell, uno dei migliori songwriters americani in assoluto, quello che lo rende interessante è la presenza di Norah Jones, Vince Gill, Lucinda Williams, Lee Ann Womack, Rosanne Cash, Kris Kristofferson & Emmylou Harris, in ordine di apparizione sulla copertina. Non sono duetti,  spesso gli ospiti sono le voci soliste nelle canzoni scritte da Crowell e Mary Karr!

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Tre musicisti che approfittano delle pause sabbatiche dei rispettivi gruppi.

Chris Robinson Brotherhood presenta un’altra “fratellanza” dopo quella di Devon Allman & Co. Il disco dell’ex (?) Black Crowes si chiama Big Moon Ritual esce per la Silver Arrow/megaforce ed è un disco di rock classico. Solo sette brani ma ciascuno sui sette minuti e oltre con Neal Casal alla chitarra solista e armonie vocali. Ma non poteva fare un disco a nome del gruppo? SSQM, Sono Strani Questi Musicisti! Comunque il disco è buono.

Anche Rhett Miller, dopo The Interpreter questa volta The Dreamer, lasciati momentaneamente gli Old 97’s, pubblica per la Maximun Sunshine un album che per l’occasione ricorda molto il suono del suo gruppo, country-rock e americana. C’è un bel duetto con Rosanne Cash, As Close As I Came To Being Right. Si sente pure un’altra voce femminile nel disco, quella di Rachael Yamagata e alla batteria appare come ospite Jerry Marotta e tanta pedal steel, mi pare niente male anche questo ad un primo ascolto.

Joe Walsh, diciamo che ufficialmente fa parte sempre degli Eagles, ma sono quei 40 anni che periodicamente pubblica anche album solisti. Questo Analog Man però è una primizia, prodotto da Jeff Lynne sembra un ritorno ai tempi belli dei vecchi dischi (quelli degli uomini “analogici” contro i “digitali”). Della prima categoria è presente anche il cognato di Joe Walsh, tale Ringo Starr, alla batteria: hanno sposato le sorelle Bach. Non manca la versione CD+DVD che per una volta ha senso perché oltre al consueto Making of e track-by-track ci sono anche i video di tre brani registrati dal vivo.

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Per la serie “Ristampe e Box, che passione”, tre cofanetti interessanti.

Il primo è la ristampa per il 25° anniversario di Graceland di Paul Simon, stranamente esce per la Sony, visto che in origine era stato pubblicato dalla Warner. C’è il CD, che si trova anche da solo:

1. The Boy In The Bubble
2. Graceland
3. I Know What I Know
4. Gumboots
5. Diamonds On The Soles Of Her Shoes
6. You Can Call Me Al
7. Under African Skies
8. Homeless
9. Crazy Love, Vol II
10. That Was Your Mother
11. All Around The World Or The Myth Of Fingerprints
12. Homeless (Demo)
13. Diamond on the Soles of Her Shoes (Alternate version)
14. All Around the World or The Myth of Fingerprints (Early version)
15. You Can Call Me Al (Demo)
16. Crazy Love (Demo)
17. The Story of Graceland as told by Paul Simon

E il DVD del documentario Under African Skies che racconta la storia di questo bellissimo album. Presentato al Sundance Film Festival, il documentario esce anche da solo, come BluRay e contiene varie chicche, tra cui tre video dei tempi, l’apparizione al Saturday Night Live e molte interviste. Il CD come vedete ha anche una traccia audio con Paul Simon che racconta la storia del disco. Per i fan più incalliti ci sarebbe anche una versione Superdeluxe con due CD in più (ma uno è semplicemente lo sdoppiamento in due del CD da 17 brani, per lasciare l’album originale com’era). il quarto dischetto contiene 5 brani registrati dal vivo a San Sebastiano in Spagna nel 1989. Oltre ai soliti memorabilia che fanno lievitare il prezzo alle solite cifre stratosferiche.

Il secondo cofanetto che vi presento oggi, dedicato alle Heart, ovvero le sorelle Ann & Nancy Wilson, comprende tre CD più un DVD ricchi di inediti e rarità. Si chiama Strange Euphoria ed esce per la Sony Legacy. Per rompere i “maroni”, in esclusiva per Amazon USA, c’è un quinto CD con 5 cover di brani dei Led Zeppelin. Questo è il contenuto della parte audio:

Disc: 1
1. Through Eyes And Glass (by Ann Wilson & The Daybreaks)
2. Magic Man (demo)
3. How Deep It Goes (demo)
4. Crazy On You (demo)
5. Dreamboat Annie (Fantasy Child) + Dreamboat Annie Reprise (edit)
6. Love Alive
7. Sylvan Song
8. Dream Of The Archer
9. White Lightning And Wine (live at the Aquarius)
10. Barracuda (live from BBC Radio Concert)
11. Little Queen
12. Kick It Out
13. Here Song (demo)
14. Heartless (demo)
15. Dog & Butterfly (acoustic demo)
16. Straight On
17. Nada One

Disc: 2
1. Bebe le Strange
2. Silver Wheels II
3. Even It Up
4. Sweet Darlin’
5. City’s Burning
6. Angels
7. Love Mistake
8. Lucky Day (demo)
9. Never (live, with John Paul Jones)
10. These Dreams
11. Nobody Home
12. Alone
13. Wait For An Answer
14. Unconditional Love (demo)
15. High Romance (demo)
16. Under The Sky (demo)
17. Desire Walks On (“Beach demo” version)

Disc: 3
1. Kiss (by The Lovemongers)
2. Sand (live) (by The Lovemongers)
3. Everything (live) (by Nancy Wilson)
4. She Still Believes (live)
5. Any Woman’s Blues (demo) (with the Seattle Blues Revue Horns)
6. Strange Euphoria
7. Boppy’s Back (demo)
8. Friend Meets Friend (live) (by The Lovemongers)
9. Love Or Madness (live)
10. Skin To Skin
11. Fallen Ones
12. Enough
13. Lost Angel (live)
14. Little Problems, Little Lies (by Ann Wilson)
15. Queen City
16. Hey You
17. Avalon (Reprise)

Disc: 4 (Amazon Exclusive)
1. Going to California
2. Battle Of Evermore
3. What Is And What Should Never Be
4. Immigrant Song
5. Misty Mountain Hop

Nel DVD c’è una rara apparizione televisiva del 1976 più i soliti commenti track-by-track.

E un bel Box quadruplo che festeggia la storia della grande etichetta americana Vanguard negli anni ’60, dove lo vogliamo mettere? Make It Your Sound, Make It Your Scene Vanguard Record 1960’s Musical Revolution racconta la storia di quegli anni attraverso una selezione di brani tratti dal catalogo di questa casa discografica. Non credo ci siano inediti, ma molto materiale raro o poco conosciuto di artisti “minori” accanto ai “grandi” del folk, del blues, del jazz, del country e del rock, c’è un po’ di tutto di quel periodo. Ecco la tracking list completa:

Disc: 1
1. I’m So Glad – Skip James
2. Done Got Wise – Big Bill Broonzy
3. Stagolee – Mississippi John Hurt
4. Gospel Train – Golden Gate Quartet
5. Oh Mary, Don’t You Weep – Swan Silvertones
6. The Prodigal Son – Rev Robert Wilkins
7. Bosco Stomp – Cajun Band
8. Blues Is A Botheration – Otis Spann
9. Too Much Alcohol – J.B. Hutto & His Hawks
10. Blues After Hours – Pee Wee Crayton
11. I Can’t Be Satisfied – John Hammond
12. What’s The Matter With The Mill – Koerner Ray & Glover
13. Cocaine – Dave Van Ronk
14. Samson And Delilah – Rev Gary Davis
15. Cotton Crop Blues – James Cotton
16. Clay’s Tune – Charlie Musselwhite Blues Band
17. I Can’t Quit You Babe – Otis Rush
18. You Lied To Me – Junior Wells
19. Fever – Buddy Guy
20. Ball And Chain – Big Mama Thornton
Disc: 2
1. Deep River Blues – Doc Watson
2. Hello Stranger – Mike Seeger
3. House Carpenter – Almeda Riddle
4. 500 Miles – Hedy West
5. Little Glass Of Wine – Stanley Brothers
6. Going Down This Road Feeling Bad – Watson Family
7. Stewball – John Herald With The Greenbriar Boys
8. This Land Is Your Land – Weavers
9. Pretty Boy Floyd – Cisco Houston
10. Walk Right In – Rooftop Singers
11. The Rocky Road To Dublin – Liam Clancy
12. Jug Of Punch – Clancy Brothers
13. The Leaves That Are Green – Country Gentlemen
14. Walls Of Time – Bill Monroe With Peter Rowan
15. Where Have All The Flowers Gone? – Pete Seeger
16. Anger In The Land – Hedy West
17. There But For Fortune – Phil Ochs
18. Thirsty Boots – Eric Andersen
19. The Last Thing On My Mind – Tom Paxton
20. San Francisco Bay Blues – Jesse Fuller
21. Roll On Buddy – Kentucky Colonels With Clarence White
22. Hard, Ain’t It Hard – Kingston Trio
23. Many A Mile – Patrick Sky
Disc: 3
1. North Country Blues – Bob Dylan
2. Farewell, Angelina – Joan Baez
3. Early Morning Rain – Ian & Sylvia
4. Reflections In A Crystal Wind – Mimi & Richard Fariña
5. Driving On Bald Mountain – Odetta
6. Four Strong Winds – Ian & Sylvia
7. Mobile Line – Jim Kweskin
8. Dope Again – Serpent Power
9. I-Feel-Like-I m-Fixin’-To-Die Rag – Country Joe & The Fish
10. Sock It To Me – Sandy Bull
11. Down In The Basement – Notes From The Underground
12. Negative Dreamer Girl – Circus Maximus
13. Rock And Roll Music – Frost-4
14. Cristo Redentor – Charlie Musselwhite With Harvey Mandel
15. Nobody Blues – Serpent Power
16. Born In Chicago – Paul Butterfield Blues Band
17. Oud And Drums – Sandy Bull
18. Janis – Country Joe & The Fish
19. Sweet Lady Love – Frost
20. Lonely Man – Circus Maximus
Disc: 4
1. The Night They Drove Old Dixie Down – Joan Baez
2. Hobo’s Lullabye – Gary & Randy Scruggs
3. Dueling Banjos – Dillards
4. Shell Game – Jerry Jeff Walker
5. Get Your Biscuits In The Oven And Your Buns In The Bed – Kinky Friedman
6. I’m A Woman Jim Kweskin & The Jug Band with Maria Muldaur
7. March! For Martin Luther King – John Fahey
8. The Death Of Stephen Biko – Tom Paxton
9. Here I Go Again – Country Joe & The Fish
10. You Should Be More Careful – Elizabeth
11. Soldier Blue – Buffy Sainte-Marie
12. Sold American – Kinky Friedman
13. Sail – Oregon
14. Rene’s Theme Larry Coryell & John McLaughlin
15. Commemorative Transfiguration And Communion At Magruder Park – John Fahey
16. Morning Song To Sally – Jerry Jeff Walker
17. She Used To Want To Be A Ballerina – Buffy Sainte-Marie
18. A Nickel’s Worth Of Benny s Help 31st Of February
19. Wish I Was A Punk – Notes From The Underground
20. Kiss My Ass – Country Joe McDonald

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L’ultimo terzetto di uscite è un po’ eterogeneo ma avevo esaurito gli accoppiamenti.

Il primo è il nuovo album del country man per eccellenza Alan Jackson che dopo oltre vent’anni passati con la Arista approda per questo Thirty Miles West alla nuova etichetta Capitol. Ma niente paura per gli appassionati, a parte il logo non cambia niente. Volendo ci sarebbe un duetto con Zac Brown, Dixie Highway.

Il gruppo rock svedese degli Hives pubblica il nuovo album Lex Hives, sulla loro etichetta negli USA, ma in Europa è distribuito dalla Columbia, file under rock, come al solito.

Per finire, una nuova ristampa dal catalogo Stax, si tratta di I’ll Play The Blues For You di Albert King, rimasterizzato e arricchito di 4 tracce in più. In America era già uscito il 22 maggio. Così come gli album di Joe Walsh e Escovedo per il mercato italiano usciranno una settimana dopo, il 12 giugno.

Direi che anche per oggi è tutto, non fate caso agli “anche”, oggi me ne sono scappati parecchi ma non avevo voglia di fare “anche” il proto di me stesso ed eliminarli, per cui per questa volta ve li cuccate. Alla prossima!

Bruno Conti

Indirizzi Utili Da Condividere! Noisetrade.Com

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Non credo di averne mai parlato (se non forse una volta di sfuggita) ma uno degli “indirizzi” interessanti da condividere è questo http://noisetrade.com/ Il sottotitolo recita “Thousands Of Albums, Completely Free. Completely Legal!”. Di cosa si tratta esattamente? E’ un sito dove moltissimi artisti da tutto il mondo lasciano a disposizione dei fans, loro o della buona musica in generale (ma anche cattiva volendo), una serie di dischi per il download, spesso in esclusiva, assolutamente gratis! L’ho scoperto quando Ed Abbiati dei Lowlands, ad inizio anno, mi aveva dato il link per scaricare il loro Live In Newport FM di cui vi avevo parlato nel Blog. Da allora ricevo regolarmente nella Posta elettronica delle mail che mi segnalano nuovi artisti che hanno inserito del materiale del sito.

Come funziona? Cliccate sul sito, cercate l’artista o gli artisti che vi interessano (e ce ne sono veramente migliaia), vi viene chiesto di inserire il vostro indirizzo mail e il CAP e, ma è assolutamente facoltativo, se volete lasciare una offerta per l’artista, senza nessun obbligo. A questo punto vi si apre un mondo davanti: nel senso che ricevete un ulteriore link nella posta con la possibilità di scaricare ciò che avete scelto. Spesso si tratta di album, EP o compilations con inediti tesi a fare da promo ad artisti noti, ignoti e sconosciuti. Quelle tre copertine che ho inserito sono tre esempi del campionario che è possibile trovare: quello di Brandi Carlile Bear Creek EP contiene tre brani dal vivo in studio non contenuti nell’album ed in esclusiva su Noisetrade. (Ed è il motivo di questo Post. Dovevo preparare la recensione del nuovo album di Brandi in uscita martedì prossimo 5 giugno ma il promo ha fatto cilecca, per cui non avendo il tempo di ascoltarlo entro la giornata, ho optato per questo Post “informativo”, ma risolto il problema, entro domani o dopo la recensione arriva).

Il Live At Eddie’s Attic dei Civil Wars, ad esempio, era in free download sul loro sito dal 2009 (ma bisognava saperlo) e quello dei Nada Surf è una compilation di brani creata appositamente per Noisetrade, con materiale vecchio e nuovo, raro o comune, che è un po’ la caratteristica di tutta la musica che trovate su questo sito. Il grande vantaggio è che trovate tutto in unico luogo e ci sono centinaia di nomi assolutamente sconosciuti da “provare”, che è praticamente il paradiso dell’appassionato.

Oggi mi sentivo in versione Buon Samaritano per cui “Felici Ascolti”!

Bruno Conti