Blue Oyster Cult – Curse Of The Hidden Mirror – Frontiers CD
Blue Oyster Cult – iHeart Radio Theater NYC 2012 – Frontiers CD/DVD
Prosegue la scorpacciata musicale dedicata ai Blue Oyster Cult, storica rock band americana che sta letteralmente inondando il mercato da quando ha firmato il nuovo contratto con l’italianissima Frontiers: dopo il live a Cleveland del 2014 uscito a gennaio abbinato alla ristampa di Cult Classic, ed alla doppia uscita di aprile con Agents Of Fortune Live 2016 in coppia con la riedizione di Heaven Forbid del 1998 https://discoclub.myblog.it/2020/04/01/prosegue-il-menu-degustazione-a-base-di-ostriche-blue-oyster-cult-heaven-forbidagents-of-fortune-live-2016/ , l’avvicinamento al fantomatico nuovo album di studio del gruppo di Long Island (album di cui al momento non si sa nulla) continua con un altro “double bill”, ovvero la riproposizione, sempre senza bonus tracks, di Curse Of The Hidden Mirror del 2001 (che ad oggi è il loro ultimo disco con materiale originale) accoppiato all’inedito live iHeart Radio Theater NYC 2012. Di sicuro i nostri non hanno la paura di saturare il mercato, anzi mentre scrivo queste righe è già in calendario per il 7 agosto la pubblicazione di un’altra novità dal vivo, 45th Anniversary Live In London (registrato nel 2017 e con la performance completa del loro primo album del 1972), che probabilmente verrà accoppiato con la reissue di A Long Day’s Night del 2002 (ancora un live!), mentre più avanti dovrebbe uscire anche un concerto tedesco del 2016.
Un’invasione di materiale che fa sembrare i Grateful Dead e Joe Bonamassa dei pivellini, e che probabilmente è destinata esclusivamente ai die-hard fans dei BOC, anche se non escludo che la lunga assenza del gruppo dal mercato discografico possa risvegliare l’interesse anche tra gli estimatori generici del “classic rock” degli anni settanta. Oggi mi occupo in breve delle ultime due uscite partendo da Curse Of The Hidden Mirror, un buon disco di rock che non si avvicina ai classici della band ma che io preferisco a Heaven Forbid e forse anche a Club Ninja del 1985. Musica decisamente diretta e chitarristica, con la maggior parte dei testi scritti come in Heaven Forbid dallo scrittore sci-fi John Shirley, e con i tre membri storici dei BOC Eric Bloom, Donald “Buck Dharma” Roeser (vero protagonista del disco con la sua chitarra) ed Allen Lanier affiancati dalla solidissima sezione ritmica formata da Danny Miranda al basso e Bobby Rondinelli alla batteria. Gli highlights dell’album sono Dance On Stilts, che con il suo potente riff garantisce un inizio all’insegna del rock’n’roll chitarristico e coinvolgente (Roeser ha sempre avuto un bel manico), la solida The Old Gods Return, la diretta Pocket, gran ritmo e refrain orecchiabile, le dure e zeppeliniane One Step Ahead Of The Devil e Eye Of The Hurricane, che si contrappongono all’accattivante e quasi AOR Here Comes That Feeling ed alla cadenzata e riffatissima Stone Of Love. Non mancano canzoni abbastanza qualunque come Showtime, I Just Like To Be Bad, Out Of The Darkness e Good To Feel Hungry, anche se bisogna dire che vengono tutte suonate con grinta e determinazione.
Facciamo un salto in avanti di undici anni per parlare invece di iHeart Theater NYC 2012, registrato nella Grande Mela durante il tour del loro quarantesimo anniversario e con il DVD abbinato al CD (il video aggiunge le interviste al gruppo ma rispetto alla parte audio ha un brano in meno): i BOC dal vivo sono sempre una garanzia ed anche qui offrono uno spettacolo potente e coinvolgente, con una scaletta che, come nel live a Cleveland uscito a gennaio, predilige gli anni settanta con appena tre brani degli eighties e nessuno da Heaven Forbid e Curse Of The Hidden Mirror. L’apertura è dura al punto giusto con R.U. Ready To Rock, che forse non è una grande canzone ma è perfetta da suonare on stage (bella l’accelerazione ritmica verso la fine), per proseguire con la nota The Golden Age Of Leather, che coniuga benissimo una base rock’n’roll tosta ad una melodia fruibile (ed un gran lavoro di Buck Dharma). Durante lo show non mancano vigorose riproposizioni di alcuni classici come le coinvolgenti This Ain’t The Summer Of Love e Cities On Flame With Rock And Roll e la strepitosa Career Of Evil (che vede Patti Smith come co-autrice), affiancate da pezzi forse meno noti ma che roccano il giusto come Burnin’ For You, The Vigil e Black Blade e gli otto minuti della ballatona un po’ AOR Shooting Shark.
Conclusione come da copione con una sintetica ma energica versione di Godzilla seguita dalla mitica (Don’t Fear) The Reaper, insolitamente allungata fino a sette minuti e con un finale chitarristico in cui Roeser si prende il centro della scena. Vediamo se riuscirete a resistere per un mese e mezzo senza i Blue Oyster Cult, dato che ai primi di agosto sarò di nuovo qui a parlare di loro.
Marco Verdi