Paul Kantner/Grace Slick/David Freiberg – Baron Von Tollbooth & The Chrome Nun – Esoteric/Cherry Red CD
Oggi mi occupo della ristampa (senza bonus tracks) di un album di culto uscito originariamente nella primavera del 1973, un disco comunque che riveste una certa importanza in quanto rappresenta una sorta di transizione tra i Jefferson Airplane, storica band simbolo della Summer Of Love, e la sua evoluzione (ma per molti involuzione) Jefferson Starship: addirittura questo lavoro uscì a solo un mese di distanza dall’epitaffio degli Airplane, il live Thirty Seconds Over Winterland, in barba a qualsiasi legge di marketing. Infatti Baron Von Tollbooth & The Chrome Nun vede protagonisti i due leader dell’Aeroplano Paul Kantner e Grace Slick (all’epoca uniti anche nella vita), ed è accreditato anche a David Freiberg, ex Quicksilver Messenger Service, con loro negli Airplane e da lì a poco membro dell’Astronave con Paul e Grace (in realtà il nome Jefferson Starship era già stato usato da Kantner per la backing band del suo primo album solista Blows Against The Empire, ma solo dal 1974 sarà un vero gruppo, fino al 1984 quando Paul se ne andrà portando con sé legalmente il suffisso “Jefferson” e lasciando la Slick e gli altri a fare canzonette pop da classifica).
Ma Baron Von Tollbooth è un disco importante anche perché è uno degli ultimi esempi di Laurel Canyon Sound, con dentro una serie di musicisti che erano presenze pressoché fisse negli album californiani di quel periodo: oltre agli Airplane dell’epoca al completo (oltre a Slick e Kantner, i fondatori Jorma Kaukonen e Jack Casady ed i “nuovi” Papa John Creach e John Barbata, oltre allo stesso Freiberg che fece parte dell’Aeroplano per un anno soltanto) troviamo David Crosby alla voce nel brano iniziale (ed il titolo del disco deriva proprio dai soprannomi dati da David a Paul e Grace), i due Grateful Dead Jerry Garcia e Mickey Hart, il giovane chitarrista Craig Chaquico (che si alterna alla solista con Garcia e che farà poi parte degli Starship) ed il bassista Chris Ethridge dei Flying Burrito Brothers. Baron Von Tollbooth è ancora oggi un ottimo disco di puro rock californiano dell’epoca, non inferiore ai primi due lavori solisti di Kantner e forse superiore all’ultimo studio album degli Airplane Long John Silver, e questa edizione in digipak a cura della Esoteric con remastering nuovo di zecca gli rende piena giustizia.
Soprattutto il disco contiene la meravigliosa Sketches Of China, una canzone che è una delle mie preferite degli anni settanta, un brano che inizia lento ma con un continuo crescendo melodico, base strumentale di stampo folk-rock con le voci di Paul e Grace che si rincorrono intorno ad un motivo strepitoso ed emozionante: cinque minuti di pura magia. L’album parte con la ritmata e trascinante Ballad Of The Chrome Nun, che inizia con un vivace pianoforte subito doppiato dall’inconfondibile chitarra di Garcia, e la voce della Slick che aggredisce il brano da par suo fino al ritornello corale, con Jerry che si sdoppia suonando anche la steel. Fat è una deliziosa ballata pianistica ma con la band al completo, che ci conferma che Grace era in un momento ispirato: bello il coro di matrice gospel, grazie anche all’intervento delle Pointer Sisters; Flowers Of The Night contrappone una splendida melodia di stampo folk ad una strumentazione “californiana”, ed è una canzone davvero bella e ricca di pathos, con un grande assolo hendrixiano di Chaquico.
La mossa ed elettrica Walkin’ è quella più simile agli Airplane come script, ma nel suono è quasi sfiorata dal country (con tanto di Garcia al banjo), a differenza di Your Mind Has Left Your Body che vede per l’ultima volta il quartetto Kantner-Slick-Kaukonen-Casady suonare insieme prima della estemporanea reunion dell’Aeroplano nel 1989, ed è un lento dall’atmosfera cupa e con richiami, fin dal titolo, all’epoca psichedelica e la chitarra di Jorma che ricama mirabilmente insieme alla steel di Jerry. Across The Board è un’altra bella rock ballad dominata dal piano e dalla splendida voce della Slick, con una delle linee melodiche più convincenti del disco ed un testo ricco di metafore a sfondo sessuale; la lenta Harp Tree Lament vede Freiberg mettere in musica un testo del paroliere dei Dead Robert Hunter, per un brano fluido, disteso e dai toni crepuscolari, mentre White Boy è un’altra suggestiva ballata di estrazione folk con sonorità elettroacustiche e Kantner che canta nel suo tipico stile declamatorio ben doppiato dalla Slick. Il disco termina con la breve Fishman, rock song dal mood incalzante, e con la già citata Sketches Of China, un brano fantastico che non mi stancherò mai di ascoltare.
Baron Von Tollbooth & The Chrome Nun è un album da riscoprire assolutamente, ancor più prezioso perché rappresenta una delle ultime testimonianze di un periodo irripetibile della nostra musica.
Marco Verdi