Una Splendida Full Immersion Nella Leggenda, 3 Giorni Di Pace E Musica! Woodstock – Back To The Garden: The Definitive 50th Anniversary Archive. Giorno 1

woodstock_deluxebox_productshot_1VV.AA: Woodstock – Back To The Garden: The Definitive 50th Anniversary Archive – Rhino/Warner 38CD/BluRay Box Set

*NDB  Dal nostro inviato a Woodstock, resoconto completo del Festival durato tre giorni che quindi sarà diviso in tre parti, la parola a Marco.

Prima Parte

E’ fuori di dubbio che il Festival di Woodstock, che si tenne in realtà nella vicina Bethel, stato di New York (nel gigantesco campo di proprietà dell’agricoltore ed allevatore Max Yasgur) il 15, 16 e 17 Agosto del 1969, fu il più famoso fenomeno musical-cultural-popolare di massa di tutti i tempi, nonché massima espressione del movimento hippy e della Summer Of Love. E’ però altrettanto vero che negli ultimi cinquant’anni si è parlato in lungo e in largo di questo irripetibile evento senza conoscerlo a fondo, dato che per decenni l’unica testimonianza ufficiale di ciò che accadde fu lo striminzito triplo LP che uscì come colonna sonora del film documentario (al quale si aggiunse un altro doppio album nel 1971), ed anche il box di 6 CD uscito nel 2009 per il quarantesimo anniversario gettò una luce solo parziale su ciò che avvenne su quel palco: in pratica gli unici ad aver avuto un quadro completo furono i quasi 500.000 che parteciparono di persona, anche se molti di loro erano fatti come cavalli e non so quanto ricordino di quei tre giorni (quasi quattro, dato che a causa dei vari ritardi accumulatisi si arrivò fino all’alba del 18 Agosto).

Oggi però per mano della Rhino anche Woodstock non ha più segreti, grazie alla pubblicazione di un mastodontico cofanetto che in ben 38 CD (più un BluRay con il Director’s Cut del film originale) riepiloga (quasi) tutto quello che è successo in quei tre mitici giorni d’estate in rigoroso ordine cronologico, un’opera monumentale che ha l’unico difetto di costare parecchio (non affrettatevi però a cercarlo, sono andate già esaurite tutte le 1969 copie, e lo potete trovare a prezzi ancora più alti solo su siti come Ebay o simili), anche se per chi volesse spendere meno esistono una versione in 3 CD (o 5 LP) ed un altro considerevole box di 10 CD. Ma oggi e nei prossimi giorni vi voglio parlare del mega-cofanetto (sì, sono uno dei 1969 pazzi), un manufatto incredibile, di grande pregio, interamente in legno intagliato con attorno un’autentica tracolla per chitarra: all’interno, i 38 CD divisi in tre raccoglitori separati (uno per giorno), uno splendido libro fotografico rilegato a cura di Michael Lang (uno degli organizzatori), un altro libro con la cronaca di ciò che accadde, brevi biografie di tutti gli artisti coinvolti e le tracklist disco per disco, più altre chicche come poster, riproduzione del programma originale, ecc.

Ma quello che più ci interessa è il contenuto musicale, riportato con grande perizia nei vari CD, con ogni artista o gruppo che ha a disposizione un intero dischetto (alcuni anche due), e sono presenti anche i vari interventi parlati e gli “stage announcements” (perlopiù da parte di Chip Monck, tecnico delle luci, e di John Morris, coordinatore di produzione) in modo da fornire un’esperienza il più possibile vicina alla realtà. (NDM: a dire il vero le canzoni non sono tutte presenti neppure stavolta, in quanto mancano una canzone e mezza dal set degli Sha Na Na per problemi al nastro originale e due brani dal concerto di Jimi Hendrix, Mastermind e Gypsy Woman, che erano però cantati dal chitarrista ritmico Larry Lee e per i quali gli eredi di Jimi non hanno dato l’autorizzazione. Diciamo che comunque possiamo fare a meno di queste “mancanze”). Alcune performance sono già note in quanto sono già state pubblicate separatamente in passato (proprio quella di Hendrix, ma anche Jefferson Airplane, Johnny Winter, Janis Joplin, Santana e Sly & The Family Stone, oltre a quella dei Creedence Clearwater Revival che è uscita quasi in contemporanea con questo box), ma qui sono inserite nel loro contesto originale e hanno quindi più senso; e poi finalmente abbiamo la possibilità di ascoltare cose che pensavamo di non sentire mai, come lo show di The Band e quello completo dei Grateful Dead (dei quali fino a quest’anno era uscita solo Dark Star nel box del 2009) e dei soliti devastanti Who, o ancora l’esibizione intera di CSN(&Y), nonché di vivere minuto per minuto l’evento come si fossimo tornati indietro nel tempo, inclusi i momenti di tensione dovuti alle persone che si arrampicavano sulle torri o il disappunto degli organizzatori per la pioggia battente che rischiò di rovinare più di un concerto (tipo quelli degli stessi Dead e dei Ten Years After).

Il box, registrato ottimamente (in mono) è quindi un’esperienza totale, e mi ha fatto anche cambiare l’opinione generale che avevo sul Festival: avevo infatti sempre pensato che, aldilà dell’importanza culturale, le performance non fossero state sempre all’altezza (per esempio giudicavo il Festival di Monterey del 1967 superiore), mentre ora che ho avuto la possibilità di ascoltare tutto quanto ho dovuto rivedere alcune opinioni. (NDM 2: se la lista di partecipanti era impressionante ed impensabile al giorno d’oggi, altrettanto importante è quella di chi per vari motivi era assente, a partire da Bob Dylan che a Woodstock all’epoca ci viveva, ma che snobbò l’evento – salvo poi esibirsi pochi giorni dopo come headliner all’isola di Wight –  come fecero i Byrds, i Doors ed i Led Zeppelin. Poi ci fu il caso dei Jethro Tull che non andarono perché Ian Anderson non sopportava gli hippies, e quelli che dovevano esserci ma che per vari motivi dovettero rinunciare, come il Jeff Beck Group, che si sciolse pochi giorni prima del Festival, i Moody Blues che cambiarono idea o gli Iron Butterfly che rimasero bloccati in aeroporto). Ma occupiamoci di chi a Woodstock c’era, con una disamina disco per disco di quei magnifici tre giorni.

Day 1/CD 1-8.

CD1 – Richie Havens. Il folksinger di colore inaugura il Festival accompagnato da un altro chitarrista ed un percussionista: la sua esibizione si ricorderà per la celeberrima Freedom (ricalcata sul tema del traditional Motherless Child), ma tutta la performance è contraddistinta da riletture personali di brani autografi come la grintosa Stranger e varie cover (With A Little Help From My Friends e Strawberry Fields Forever dei Beatles, I Can’t Make It Anymore di Gordon Lightfoot), il tutto con il suo modo unico di suonare la chitarra, anche se in qualche momento affiora una certa noia.

CD2 – Sweetwater. Band di Los Angeles che inizia più o meno come ha finito Havens, cioè con Motherless Child, qui riletta in stile folk-psichedelico tipico dell’epoca, tipo Jefferson Airplane ma con l’aggiunta del flauto. A seguire una selezione di brani dal songbook del gruppo guidato da Alex Del Zoppo (tastiere) e Nansi Nevins (voce solista), con menzioni particolari per lo strumentale For Pete’s Sake, la limpida e folkie Day Song e la jammata What’s Wrong (15 minuti), con Del Zoppo strepitoso al piano elettrico. Il finale è appannaggio dell’inno hippy Let The Sunshine In e del classico Oh Happy Day.

CD3 – Bert Sommer. Sfortunato cantautore di New York che ebbe il suo unico momento di gloria grazie alla sua partecipazione al musical Hair, ma incise soltanto quattro album e morì nel 1990 a soli 41 anni. Sommer si presenta a Woodstock in trio elettroacustico con una serie di composizioni di matrice folk (lo stile è simile a quello di Donovan), tra cui ottime cose come la melodica Jennifer (ottima voce), l’emozionante The Road To Travel, la splendida ed intensa And When It’s Over ed una riuscita cover di America di Paul Simon.

CD4 – Tim Hardin. Altro musicista che ebbe un tragico destino, anche se a differenza di Sommer era piuttosto famoso: Tim si presenta accompagnato da una band di sei elementi dal suono di matrice folk-jazz. Performance scintillante, con bellissime rese dei suoi due pezzi più noti (If I Were A Carpenter e Reason To Believe), e notevoli brani come la pianistica e struggente How Can We Hang On To A Dream, la fluida e raffinata Speak Like A Child e la bluesata Snow White Lady, grandissima versione di un quarto d’ora. Senza dimenticare la trascinante Simple Song Of Freedom, cover di Bobby Darin ed unico successo a 45 giri del nostro.

CD5 – Ravi Shankhar. In quegli anni, grazie a George Harrison ma non solo, la musica indiana era molto popolare anche in Occidente, e Shankhar ne era indubbiamente il rappresentante più autorevole. A Woodstock Ravi si presenta con il suo sitar a capo di un trio ed intrattiene il pubblico con tre luighe suite strumentali: so che la musica indiana ha diversi estimatori, ma io non sono tra quelli.

CD6 – Melanie. Sette canzoni per voce e chitarra, gradevoli ma non indispensabili: Melanie era una folksinger di terza fascia, nonostante abbia conntinuato ad incidere sino ai giorni nostri ed abbia avuto qualche singolo di successo negli anni settanta. Non male comunque Beautiful People, uno dei suoi brani più noti, ed una discreta cover di Mr. Tambourine Man di Dylan.

CD7 – Arlo Guthrie. Il figlio di Woody si presenta alla testa di un quartetto classico (due chitarre, basso e batteria) per un set decisamente piacevole tra folk e country, con punte come la bella Coming Into Los Angeles, due ottime riletture di traditionals del calibro di Oh Mary, Don’t You Weep e Amazing Grace, l’orecchiabile Every Hand In The Land ed il monologo umoristico The Story Of Moses, più cabaret che musica. E, in mancanza di Bob, una Walking Down The Line più dylaniana che mai.

CD8 – Joan Baez. La più grande folksinger di tutti i tempi si presenta in trio (ed incinta di sei mesi) e fornisce una prestazione solida e ricca di feeling. Grande voce, cristallina e potente al tempo stesso, al servizio di una serie di ballate del calibro di The Last Thing On My Mind (Tom Paxton), I Shall Be Released (Dylan), Joe Hill, Sweet Sir Galahad (uno dei primi brani autografi di Joan), e di traditionals come Take Me Back To The Sweet Sunny South ed una Swing Low, Sweet Chariot cantata a cappella. C’è spazio anche per cover contemporanee come Hickory Wind e Drug Store Truck Drivin’ Man, entrambe dei Byrds, e One Day At A Time di Willie Nelson, e chiusura con l’inno pacifista We Shall Overcome.

Fine della prima parte, segue…

Marco Verdi

I Migliori Dischi (E Non Solo) Del 2012. Una Lista Tira L’Altra. The Best Of Del “Mandolino”, Ovvero Jimmy Ragazzon

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“Mumble, Mumble”!

*NDB. In questo periodo dell’anno vado a rompere le scatole anche a musicisti e addetti ai lavori per chiedere se hanno voglia di fare le loro liste del meglio dell’anno, questo è quanto gentilmente mi ha mandato Jimmy Ragazzon dei Mandolin’ Brothers (il mumble mumble sotto la foto l’ho aggiunto io). Sono quelle belle “classifiche” corpose che mi piacciono, anche con i commenti e senza limiti di numero di partecipanti alla festa!

 

My Best Of  2012

Albums:

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Ian Hunter & the Rant Band: When I’m President
a 73 anni è ancora più che mai un Grande del Rock…e che voce, signore e signori!

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Dave Alvin: Eleven Eleven (expanded edition con dvd)
che dire? Semplicemente strepitoso!

*NDB . Questo sarebbe del 2011, ma la versione expanded è uscita nel 2012 (con grande dispiacere dei portafogli di chi già lo aveva comprato l’anno prima). Ma il disco è veramente bello, per cui perdonati sia Dave che Jimmy!

Chris Robinson Brotherhood: The Magic Door
una conferma del talento espresso con Black Crowes ed un sana jam band, con un tocco di psichedelia, che certo non guasta.

Ry Cooder: Election Special
Un album politico e necessario, che non le manda certo a dire. Oltre ai testi, mai cosi diretti ed importanti, ci sono anche belle canzoni.

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Heritage Blues Orchestra: And Still I Rise
Meno male che esistono ancora gruppi come questo, che ripropongono e rinnovano la Tradizione della Musica del Diavolo.



Bob Dylan: Tempest
Mi aspetto sempre il nuovo capolavoro dal Bardo Immortale. Non è questo, purtroppo, ma sempre grande musica e testi alla sua altezza.

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Chris Knight: Little Victories
Con alti e bassi, ma non sbaglia mai un album.

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Michael Kiwanuka: Home Again
Una piacevolissima sorpresa ed una splendida nuova voce.

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Hans Theessink: Delta Time
Nostalgico album di sonorità Cooderiane, sempre benvenute. Suonato e cantato con gran classe, da vecchi marpioni del genere. Ry  finalmente è della partita.

Bonnie Raitt: Slipstream
La Rossa picchia secco, come da tempo non faceva.

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Lowlands & Friends : Better World Coming ” Tribute To Woody Guthrie”
Una band che viene dal basso ma con tanta passione, perizia e sincerità. Di questi tempi non è poco.

*NBD Ci sarebbe un chiaro esempio di conflitto d’interessi, ma in questo non vale il detto, “chi si loda s’imbroda”. Saggezza popolare!

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9 Below Zero: Live At Marquee (remastered edition con dvd) il meglio del Pub Rock-Blues britannico al fulmicotone. Una vera botta di energia.

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Frank Zappa: tutta la discografia rimasterizzata by Universal e a prezzo medio, finalmente!
Suoni mai sentiti e perle musicali quasi dimenticate,  a riconferma del genio assoluto del Maestro.

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Led Zeppelin: Celebration Day
suonate voi così, a quella età, dopo una vita non proprio regolare e con quel groove: fantastici!

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Taj Mahal: Hidden Treasure
Il blues originale di seconda generazione, fatto come si deve.

Band 2012:  The Band Of Heathens
roots-rock di pregevolissima fattura. Grandi canzoni, tre intriganti voci che non
possono non ricordare (con gli obbligati ed ovvii distinguo) la mitica The Band
notevole tecnica strumentale. Se non debordano, promettono piacevolissime sorprese.


Canzone 1:  Ian Hunter “Life”
linea melodica indimenticabile. Piccolo e semplice masterpiece.


Canzone 2 : Michael Kiwanuka “They Say I’m Doing Just Fine”
solo nella de luxe edition. Una canzone volutamente scarna ma armonicamente toccante, che ricorda un poco il Curtis Mayfield più melodico.


Concerto:

Tom Petty, Lucca,  29 giugno 2012
Uno dei meglio concerti mai visti in Italia; ed abbiamo anche fatto una bella figura come pubblico, caldi & preparati, a tal punto da strappargli la promessa di ritornare: meglio di così..

Libri:

Ry Cooder:   Los Angeles Stories   Elliot
Una pregevole ed inaspettata raccolta di piccoli tesori noir, scritta con passione ed amore  per
una città ed un tempo perduti.

Katherine Boo:  Belle Per Sempre    Piemme
più che un romanzo-reportage su uno slum di Mumbay, è un pugno nello stomaco scritto
magistralmente da una giornalista Premio Pulitzer. Da leggere assolutamente, anche per
capire quanto siamo fortunati ed egoisti, in questa parte del mondo. Imperdibile.

Steve Earle:  Non Uscirò Vivo Da Questo Mondo    Mondadori
niente di memorabile, ma l’idea di raccontare la storia del medico che fece l’ultima pera a
Hank Williams e delle inquietanti apparizioni del suo fantasma, è un incipit che non può non
suscitare la curiosità di ogni music lover.

Film:

Rolling Stones: Charlie Is My Darling
mai visti gli Stones, Keith e  Mick in particolare, così veri, rilassati e da vicino. Nel backstage,  con
gli amici, i fans ecc. tra una canzone, una bottiglia, una pasticca ed altro.

Fatto Storico:

Finalmente la Palestina è riconosciuta come Stato Osservatore alle Nazioni Unite: era ora!

In ricordo di:
Ravi Shankar, superbo musicista e filosofo, salito alla destra di Ganesh. OM.

HAPPY  XMAS!

Jimmy Ragazzon

P.S. Come al solito NDB sta per Nota Del Bruno o Blogger, mentre nel finale mi associo per il giusto ricordo di Ravi Shankar, che è morto ieri a San Diego, California, alla rispettabile età di 92 anni. Nei prossimi giorni mi ha promesso il diario del suo tour italiano con i Mandolin’ Brothers. Attendo fiducioso (e magari anche qualche recensione, come promesso)!

Bruno Conti

Beatles E Affini. Una postilla: Antologie Rossa e Blu. Shankar-Harrison Collaborations – Apple Box Set

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Come promesso l’integrazione sulle uscite che riguardano l’universo Beatles!

Il 19 ottobre usciranno le due antologie 1962-1966 e 1967-1970, entrambe doppie, nella nuova edizione rimasterizzata vanno ad integrare la ripubblicazione avvenuta lo scorso anno dell’intero catalogo dei Beatles e quindi escono anche loro nella collaudata versione digipack a tre ante (la chiamiano così, non è colpa mia, conoscevo gli armadi a più ante), non ricordo se Deluxe ma, fortunatamente, contrariamente a quanto annunciato, a prezzo speciale, ovvero doppi al prezzo di uno (attenzione solo fino alla fine dell’anno, poi tornano a prezzo pieno). Lo stesso giorno, secondo la EMI Italiana, ma nei siti inglesi e forse americani riportano il 29 novembre, esce anche la versione superlimitata quadupla che raccoglie i due dischi insieme come dall’immagine che vedete all’inizio del Post. Il prezzo, sempre contenuto, è quello di un doppio. Questa versione sarà in produzione solo fino al 31 dicembre 2010 (ci sarà da crederci visto che il Box Mono che doveva essere pure quello limitato lo trovate ovunque?).

L’altro Box è un cofanetto di 17 CD che raccoglie la produzione di molti degli artisti che erano sotto contratto per la Apple Records in quegli anni (tra il 1968 e il 1973). I dischi saranno disponibili anche sciolti, ognuno opportunamente rimasterizzato e con varie bonus tracks (erano già usciti tutti ma fa niente!). Quindi chi ha mancato al primo giro i CD di Badfinger, Jackie Lomax, Billy Preston, James Taylor (il primo), Mary Hopkin, John Tavener, Modern Jazz Quartet, Doris Troy, Radha Krishna Temple, può colmare questa lacuna.

Il cofanetto contiene anche una antologia Come And Get It – The Best Of Apple Records con alcuni brani anche di artisti diversi da quelli oggetto di ristampa: tipo Iveys, Black Dyke Mills Band, Brute Force con King of Fuh, Trash con una versione strepitosa di Golden Slumbers/Carry That Weight, Hot Chocolate Band con Give Peace A Chance, Ronnie Spector e tanti altri per un totale di 21 brani. Questo è il primo CD poi ci sono i 14 album e infine, visto che giustamente molti si erano incavolati, sono stati aggiunti due ulteriori CD che raccolgono il materiale inedito che avrebbe dovuto essere disponibile solo per il download digitale alla fine dei singoli album interessati e qui costituisce una sorta di appendice. Questa à la lista dei brani.

 

Bonus CD 1:

  1. Dear Angie (mono mix) (Apple SAPCOR 12 (U.K.)/ST-3364 (U.S.), 1970)
  2. Think About the Good Times (previously unreleased mono mix)
  3. No Escaping Your Love (mono mix) (non-LP B-side – Apple 14 (U.K.), 1969)
  4. Arthur (previously unreleased remix)
  5. Storm in a Tea Cup (mono) (from Wall’s Ice Cream EP – Apple CT 1, 1970)
  6. Yesterday Ain’t Coming Back (previously unreleased mono mix)
  7. Love Me Do (previously unreleased instrumental version)
  8. Get Down (previously unreleased extended stereo version) (original version was a bonus track on 1992 reissue of No Dice – Capitol CDP 7 98698 2)
  9. Money (earlier version) (bonus track on 1995 reissue of Straight Up – Capitol CDP 7 81403 2)
  10. Flying (earlier version) (bonus track on 1995 reissue of Straight Up – Capitol CDP 7 81403 2)
  11. Perfection (earlier version) (bonus track on 1995 reissue of Straight Up – Capitol CDP 7 81403 2)
  12. Suitcase (earlier version) (bonus track on 1995 reissue of Straight Up – Capitol CDP 7 81403 2)
  13. Sweet Tuesday Morning (earlier version) (original version was a non-LP B-side – Apple 40 (U.K.), 1972)
  14. Mean Mean Jemima (bonus track on 1992 reissue of No Dice – Capitol CDP 7 98698 2)
  15. Loving You (bonus track on 1992 reissue of No Dice – Capitol CDP 7 98698 2)
  16. Get Away (previously unreleased version)
  17. When I Say (previously unreleased version)
  18. The Winner (previously unreleased version)
  19. I Can Love You (previously unreleased version)
  20. Piano Red (previously unreleased)

All tracks performed by Badfinger.

Bonus CD 2:

  1. Quelli Erano Giorni (2010 Remix) (non-LP single – Apple 2 (IT), 1969 – also bonus track on 1991 reissue – Capitol CDP 7 97578 2)
  2. Que Tiempo Tan Feliz (2010 Remix) (non-LP single – Apple H380 (Spain), 1968 – also bonus track on 1991 reissue – Capitol CDP 7 97578 2)
  3. An Jenam Tag (2010 Remix) (non-LP single – Apple 2 (DE), 1969)
  4. Le Temps Des Fleurs (2010 Remix) (non-LP single – Apple 2 (FR), 1969)
  5. Quand Je Te Regarde Vivre (non-LP single – Apple 34 (FR), 1971)
  6. Watashi O Kanashimi To Yonde (non-LP single – Apple 34 (JP), 1971)
  7. Jefferson(non-LP B-side – Apple 39 (U.K.), 1971
  8. Going Back to Liverpool (bonus track on 1991 reissue – Capitol CDP 7 97581 2)
  9. Sour Milk Sea (mono mix) (Apple SAPCOR 6 (U.K.)/ST-3354 (U.S.), 1968)
  10. The Eagle Laughs at You (mono mix) (Apple SAPCOR 6 (U.K.)/ST-3354 (U.S.), 1968)
  11. Little Yellow Pills (mono mix) (Apple SAPCOR 6 (U.K.)/ST-3354 (U.S.), 1968)

Tracks 1-7 performed by Mary Hopkin.
Tracks 8-11 performed by Jackie Lomax.

Per concludere, il 19 ottobre su etichetta Dark Horse Records esce il box limitato Collaborations attribuito a Ravi Shankar e George Harrison. La distribuzione nel mondo dovrebbe essere a cura della Rhino Records ma visto che in Italia i CD di Harrison sono distribuiti dalla EMi per il momento non esce di nessuna etichetta, credo ma non sono sicuro.

Comunque si tratta di un Box con 3 CD e 1 DVD, libro di 56 pagine con prefazione di Philip Glass, ovvero si tratta di album suonati da Ravi Shankar con la produzione di George Harrison con l’eccezione di Shankar, Family And Friends che è un disco “misto” di rock e musica indiana con la partecipazione di Ringo Starr, Billy Preston, Jim Keltner, Tom Scott, Klaus Voormann e Hari Georgeson (!). Poi ci sono, sempre in CD, Music Festival From India e Chants Of India. Il DVD contiene il concerto completo alla Royal Albert Hall del 1974 in stereo e 5.1 più vario materiale extra.

Ad aprile Ravi Shankar ha compiuto 90 anni!

Penso sia tutto. Di Lennon e McCartney ho già riferito, se avrò ulteriori notizie integrerò. Sembra che il 5 ottobre esca tutto il “cucuzzaro” di John Lennon senza problemi di ritardi, una volta tanto.

Bruno Conti