Lo So. Avevo Promesso! Miracle Worker & Ain’t No Miracle Worker Take 2. E Altre Storie…

 

Avevo promesso di non parlare più dei SuperHeavy fino alla fine dell’estate, lo so! Ma oggi non ho avuto tempo per scrivere un Post quindi me la cavo con la parte II di Miracle Worker Vs. Ain’t No Miracle Worker (ovvero Ragazzo di Strada dei Corvi, ma questa è la versione più lenta della Chocolate Watch Band, altro grande gruppo garage/psichedelico).

Tipicamente estivo il brano del “supergruppo” ora disponibile in rete come video ufficiale con Mr. J. che rispolvera Mr. D. e Joss Stone molto carina con il grembiulino, in base a questa canzone il disco non lo acquisto manco dipinto ma pare, azzardo un sembrerebbe che, forse, ma forse, l’album sia meglio.

Chiedo venia, domani o dopo recensione Kenny Wayne Shepherd nuovo. Non male ma…

Bruno Conti

P.s

Se avete quei 300 euro che vi crescono, il 4 ottobre per la Rhino esce questo Box degli Smiths The Complete Smiths. Oppure lo mettete nelle vostre richieste per Babbo Natale insieme alla Uber Deluxe Version di Achtung Baby degli U2. Oppure i Box di Hendrix, Nirvana e Sting in uscita a settembre.  Buone Feste! Come dite? E’ Ferragosto! Vado a farmi un ghiacciolo, gusto alla giacca di Jagger.

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Complete is the ultimate The Smiths remasters collection, lovingly reworked by
Johnny Marr and Rhino UK. Presented in a unique trunk-style box, the collection
is packaged for the first time across three formats: CD, LP and Deluxe
CD/LP/7inch. It includes all four of the band’s studio albums: The Smiths
(1984), Meat Is Murder (1985), The Queen Is Dead (1986), Strangeways, Here We
Come (1987); their sole live album Rank (1988); as well as firm fan favourite
compilations Hatful Of Hollow (1984), The World Won’t Listen (1987) and Louder
Than Bombs (1987).

Each album has been taken back to original tape sources and remastered by
master-engineer Frank Arkwright, assisted by Johnny Marr at the Metropolis
Studios in London. Individually numbered, the collector’s editions are strictly
limited to 3000 worldwide. Contents include:

    8 x CD Mini LP Albums
    8 x 12″ LP Albums
    25 x 7″ Singles
    The Complete Picture DVD
    8 x 12″ Art Prints
    Single & Album artwork poster
    Code to download catalogue as high-quality MP3s
    Booklet with new liner notes and foreword by Johnny Marr

“The Smiths have never sounded so good”–Johnny Marr, 2011

Capitolo Terzo: Forse Non Sarà Poi Così Malvagio! SuperHeavy – SuperHeavy

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SuperHeavy – SuperHeavyA&M/Universal 20-09-2011

L’uscita è confermata per il 20 settembre (19 in Inghilterra) e dal video di presentazione che hanno messo sul loro sito, una sorta di “un disco in cinque minuti e mezzo”, non sembra neanche malaccio…

Dire bello è troppo ma si intravedono segnali di vita sul pianeta SuperHeavy, in ogni caso questa è la lista dei brani:

  1. Superheavy
  2. Unbelievable
  3. Miracle Worker
  4. Energy
  5. Satyameva Jayathe
  6. One Day One Night
  7. Never Gonna Change
  8. Beautiful People
  9. Rock Me Gently
  10. I Can’t Take It No More
  11. I Don’t Mind
  12. World Keeps Turning                  
  13.  

Visto il gruppo paventavo la “Super tavanata galattica!” invece forse il buon vecchio Mick Jagger riesce a fare un disco fuori dagli Stones decente, ma vedremo, mai parlare troppo presto (e per essere onesti Wandering Spirit del 1993 non era male, ma Goddess In The Doorway era uno dischi più brutti degli ultimi duecento anni)! Giuro che fino all’uscita non ne parlo più ma è il tipico argomento balneare.

A proposito di estate e Ferragosto, domani lista delle uscite discografiche del 15 agosto, altro che periodo di pausa!

Bruno Conti

Novità Di Luglio Parte III. America, Tom Morello, Elvis Costello, Joss Stone, Jon Anderson, Battlefield Band, R.e.m., Ricky Skaggs Eccetera

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Solito aggiornamento periodico, partiamo senza indugi, uscite del 19 luglio e 26 luglio.

Iniziamo dalle uscite di questa settimana e dal nuovo disco di Jon Anderson, che esce più o meno in contemporanea con quello del suo vecchio gruppom gli Yes: si intitola Survival & Other Stories esce per la Gonzo Records ed era già stato disponibile per la vendita nel corso del tour europeo di Anderson Wakeman del 2010. E’ frutto di una serie di collaborazioni con musicisti sparsi per il mondo a seguito di un annuncio in rete che recitava “Cercasi musicisti”. Cè una nuova versione di Just One Man che già appariva nell’album con Wakeman The Living Tree e una serie di brani nuovi registrati con Jamie Dunlap, Peter Kiel, Jann Castor, Dan Spollen, Kevin Shima, Stefan Poddell, Steve Layton, Jeremy Cubert, Christophe Lebled, Ryan Fraley, Daniel Reinker, and Paul Quinn. Non ne conosco uno!

La Battlefield Band è uno dei gruppi storici del folk britannico, sono in attività dal 1969 anche se il primo disco Farewell To Nova Scotia risale al 1976. Questo Line-up, pubblicato come al solito dalla Temple Records è il primo dove non appare nessun componente della formazione orginale, Alan Reid incluso che resisteva al passare del tempo. Si tratta di un gruppo tradizionale, li chiamano i Chieftains scozzesi e sono bravissimi. Se vi piacciono, occhio che di dischi ne hanno fatti tantissimi: in questo nuovo c’è una versione di That’s How Strong My Love Is del grande Otis Redding tutta violini e uileann pipes, in fondo è un “classico tradizionale” anche quello.

Billy Ray Cyrus è il papà di Myles Cyrus e l’interprete della serie televisiva “Doc” ma è anche uno dei cantanti country americani più famosi, per intenderci quello di Achy Breaky Heart che appariva sul suo primo album Some Gave All che ha venduto più di 20 milioni di copie. Il nuovo CD si chiama I’m American è una raccolta di canzoni “patriottiche” ed ha esordito al 153° posto delle classifiche americane vendendo 3.797 copie. A conferma dei tempi che passano. C’è anche una nuova versione di Some gave all cantata con Jamey Johnson, magari è bello?

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Quello dei R.E.M. Songs From A Green World è un ennesimo titolo dal vivo, diciamo semiufficiale, pubblicato dalla Left Media, si tratta di un broadcast radiofonico del 1989. Ottima qualità sonora e contenuto dei brani, 19 in tutto. Si tratta del concerto all’Orlando Arena in Florida del 30 aprile 1989 nel corso del tour per promuovere l’album Green che era uscito a fine 1988.

I Burlap To Cashmere sono un gruppo di ritorno. Nel senso che esistevano già prima che il leader Steven Delopoulos se ne andasse per incidere il suo unico album solista Me Died Blue, peraltro piuttosto bello. Ora ritornano con questo nuovo album omonimo prodotto da Mitchell Froom. Secondo alcuni sono stati tra i precursori dello stile neofolk di Mumford and Sons e Avett Brothers più di una decade fa. Il disco non è male, confermo.

Come già detto in questo Blog non è per niente male anche il nuovo di Joss Stone Lp1, prodotto da Dave Stewart. Esce il 26 luglio per la neonata Stone’d/Surfdog che è la sua nuova etichetta e visto che lo sto ascoltando abbastanza, penso che lo recensirò nei prossimi giorni.

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In Australia sono popolarissimi, gli ultimi tre album sono andati al n.1 delle classifiche, sono il John Butler Trio e fanno del rock, jam, roots music, insomma ci danno dentro alla grande e sono bravi. Questo nuovo album è l’ideale per ascoltarli, si tratta di Live At Red Rocks e se avete avuto la pazienza di aspettare, la settimana prossima ne esce una versione tripla, due CD+DVD su etichetta Because Music quindi import ma al prezzo di uno. Ovviamente sono molto famosi anche in America e questo non è il primo disco dal vivo che fanno ma il famoso Anfiteatro di Red Rocks a Denver è un posto molto suggestivo dove suonare.

A proposito di Live, esce la seconda (e ultima) stagione dello Spectacle di Elvis Costello, si tratta di un doppio DVD pubblicato dalla Wienerworld, 215 minuti di delizie, visto che nella serie di spettacoli ci sono le due puntate dedicate a Bruce Springsteen con immancabile jam tra parte della E Street Band e gli Attractions aumentati da Allen Toussaint, ma anche Bono & The Edge, Neko Case, Sheryl Crow, Ron Sexsmith, Jesse Winchester, Nick Lowe, Richard Thompson, Allen Toussaint, Levon Helm, Mary-Louise Parker, John Prine, Lyle Lovett, and Ray Lamontagne in vari gradi di accoppiamento. Con molto materiale inedito non andato in onda se avete avuto la fortuna di vederli in TV (come il sottoscritto).

Qualche mese fa era uscito un nuovo album della Penguin Cafe Orchestra ricostituita attorno al figlio di Simon Jeffes, Arthur senza più l’Orchestra nella ragione sociale, il disco era A matter of Life. Ora dopo A Brief History e History le due precedenti antologie una ulteriore A History, un cofanetto quadruplo che raccoglie in 60 brani rimasterizzati, più o meno tutta la discografia del gruppo. Etichetta Virgin Catalogue, uscita il 26 luglio, prezzo speciale, tipo doppio album. 

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Nuovo album per gli America, si chiama Back Pages come il famoso brano di Dylan (ok, è My back pages) ed in effetti, per la prima volta, è un disco tutto di cover, brani di Paul Simon, Joni Mitchell, James Taylor, Brian Wilson, Jimmy Webb e molti altri, compresa una versione di Time Of The Season degli Zombies e un nuovo brano A Road Song scritta dai Fountains of Wayne. Etichetta eOne Music Group (?!?), dal 26 luglio in America (prima, ovviamente) e dal 9 agosto in Europa.

Tom Morello quando non suona con i Rage Against The Machine si è inventato questo alter ego folksinger The Nightwatchman. Il 19 luglio è uscito un mini album con 8 pezzi per la New West Union Town i cui proventi vanno ad associazioni benefiche. Alcuni classici tra cui 16 Tons, I Dreamed I Saw Joe Hill Last Night e This Is Your Land (versione non censurata), 3 brani nuovi e un pezzo dal vivo. Commento di un fan dei Rage Against the machine su Amazon, voto 1 stelletta. “16 Tons ? This Land is your Land ? Folk Music ? Don’t buy this crap !” Deve essergli proprio piaciuto.

Per finire, altro album che si è attirato un commento indignato da un acquirente in rete: “questo disco di Ricky Skaggs Country Hits Bluegrass Style” è una fregatura, era già uscito per la catena di ristoranti  Cracker Barrel circa tre anni fa con il titolo The High Notes!” Per tutti noi comuni mortali non clienti della catena di ristoranti si tratta di un bel disco nel classico stile di Skaggs che rivisita molti classici del country nel suo stile raffinato e con ampio uso di mandolino e intermezzi strumentali. C’è anche la famosissima Country Boy, il bellissimo brano di Albert Lee in una versione a velocità supersonica.

Bruno Conti

Meglio La Seconda! SuperHeavy Vs. Brogues

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 Per la serie una cosa tira l’altra in questi giorni è disponibile su YouTube Miracle Worker il primo brano dei SuperHeavy, la band di Jagger, Stewart, Stone, A.R. Rhaman e Marley (figlio). Si tratta di un reggae-pop non memorabile ma meno peggio di quello che mi aspettavo e che anticipa l’album che anche se TBC (To Be Confirmed) dovrebbe uscire il prossimo 20 settembre per la A&M (e pare non sia poi male ma vige sempre il sistema San Tommaso, provare per credere). Cantano Damian Marley, che dovrebbe essere l’autore (ma forse è Mick) Jagger e Joss Stone.

Di quest’ultima è in uscita il 26 luglio il nuovo album LP1 prodotto da Dave Stewart, registrato in quel di Nashville qualche tempo or sono e molto meglio di quanto mi aspettavo. Da quello che ho sentito (una volta, velocemente) mi sembra un ritorno alle promesse del primo album anche se la bilancia sonora sì è spostata verso un sound più rock e commerciale ma di buona qualità e lei con la voce chi si ritrova, senza rappers e sonorità dance imposte dalla (ex) casa discografica, è libera di cantare a piena ugola. Sta ritornando sulla retta via, anche se il nuovo progetto potrebbe traviarla di nuovo. Vedremo, in fondo ha solo 24 anni! Questa è la canzone dei Super Heavy

Si diceva, una cosa tira l’altra, en passant Miracle Worker era anche il titolo originale del film Anna dei miracoli di Arthur Penn con Ann Bancroft, ma Ain’t No Miracle Worker era il titolo di una Nugget presente nel cofanetto su garage e psichedelia curato da Lenny Kaye ma non nel doppio LP originale Nuggets. Il brano, cantato dai Brogues, ovvero Gary Duncan e Greg Elmore dei futuri Quicksilver Messenger Service, era la versione originale di Sono un ragazzo di strada dei Corvi (ebbene sì, anche quella era una cover)! E mi sembra molto meglio della prima. Ascoltare, please!

That’s All Folks!

Bruno Conti

Un’Altra “Strana Coppia” Anche Se Non Così Inconsueta. Lou Reed E I Metallica Incidono Un Album Insieme!

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Quando questa “strana accoppiata” si era materializzata per la prima volta era accaduto sul palco del Madison Square Garden nell’ottobre del 2009 per il concerto del 25° della Rock and Roll Hall Of Fame. I Metallica erano la “house band” di uno dei segmenti della manifestazione e Lou Reed era un altro degli artisti festeggiati in quell’occasione. Finita lì? Evidentemente no, perchè le due parti sono piaciute e hanno messo le basi per una futura collaborazione e si sono anche divertiti…

Due anni sono passati e cominciano a filtrare le prime notizie. Lou Reed ha contattato il gruppo californiano per registrare un nuovo album: “Avrei una decina di brani che non ho utilizzato per un progetto dedicato alla Lulu di Wedekind, ci possiamo lavorare assieme?”. Perché il primo fatto assodato è che il disco gira attorno a brani scritti da Reed ma i Metallica sono stati chiamati come soci alla pari per contribuire alla scrittura e agli arrangiamenti e, non alleggerendo il loro sound, nelle parole di Reed “di portare il sound dei Metallica con tutta la loro potenza ed essere sofisticati, e ne sono in grado, quando occorre”.

Il quartetto metal Californiano non si è tirato indietro e nel loro studio di San Francisco hanno iniziato a lavorare sul materiale che è “inconsueto” per loro ma non per questo meno affascinante. Si parla già di due brani (ma tutto l’album dovrebbe essere pronto): una canzone, Pumping Blood, con una partenza metal fulminante poi accelera ulteriormente verso uno speed metal ma con quelle aperture e spazi improvvisi tipici della musica di Lou Reed. L’altro brano di cui si conosce il nome è Mistress Dread cantata da Lou sempre su un fondale sonoro dove i riff corrono a velocità supersonica.

I Metallica giurano che non saranno semplicemente la backing band per Reed e probabilmente c’è da crederci, chi vivrà vedrà anche se l’attesa potrebbe essere lunga visto che Lou è attualmente senza contratto e quello dei Metallica con Warner negli States e Universal in Europa è scaduto. Anche se non vorrebbero tirarla troppo per le lunghe perché Ulrich e Hetfield, sono impazienti di fare sentire alla gente quello che hanno creato perché potrebbe sorprendere molti. E noi siamo qua ad aspettare.

Nel frattempo anche l’altro strano “conglomerato” che risponde al nome di Super Heavy super-heavy-supergruppo-mick-jagger-dave-stewart-joss-stone.html comincia a dare segni vita, questo è il primo “spezzone” postato in rete…

Non sarà per caso che la settimana prossima esca il disco solista di Dave Stewart The Blackbird Diaries e poi il 25 luglio il nuovo Joss Stone Lp1 co-prodotto dallo stesso Stewart? No, sicuramente no, ma cosa vado a pensare. E’ solo un caso!

Detto per inciso, così di getto, lei, Joss Stone, è bravissima, una voce della “madonna”, non per nulla Smokey Robinson la chiama Aretha Joplin, ma dopo il primo bellissimo The Soul Sessions non mi ha più convinto pienamente. Che sia la volta buona?

Bruno Conti

Super Heavy = Supergruppo? Mick Jagger, Dave Stewart, Joss Stone, Damian Marley, AR Rahman

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Lo so che i fans degli Stones sono in crisi di astinenza, ma basterà l’unione di questi cinque personaggi a creare i Rolling Wilburys? Ho dei seri dubbi anche se i primi tre hanno già collaborato nella colonna sonora del remake di Alfie e Joss Stone oltre che delle belle gambe (per la serie l’occhio vuole la sua parte) ha anche una bellissima voce, come ha dimostrato nel suo primo album e saltuariamente in quelli successivi. Mick Jagger ha delle belle rughe oltre ad essere “Brenda” per il socio Keith Richards (che nell’attesa sta lavorando al nuovo disco degli X-pensive Winos). Dave Stewart è stato il 50% degli Eurythmics. Damian Marley è uno dei figli del grande Bob. E AR Rahman è un famoso compositore indiano di colonne sonore per Bollywood tra cui il megasuccesso di The Millionaire quello del tormentone con la fidanzata di Hamilton.

Ma questo misto di rock, reggae, soul e niente world music ha detto Jagger anche se pare ci sarà un brano cantato in urdu basterà a fare un buon disco? Quasi per smentirlo Rahman ha detto che sono già pronti 16 o 18 brani tra cui scegliere e che il tutto avrà un world sound! Così parlò il “mozart di Madras” (lo chiamano così e, sì, il minuscolo è voluto). Possiamo solo aspettare, penso, l’autunno e sperare per il meglio.

Anche se questo brano era veramente molto bello!

File under “futile”!

Bruno Conti

Un “Fenomeno” Di 65 Anni Coi Capelli Neri Corvini. Jeff Beck – Emotion & Commotion

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Jeff Beck – Emotion & Commotion – CD-CD+DVD-LP Rhino Records 09-04-2010

A parte lo straordinario colore dei capelli (userà una buona tintura) e la pettinatura in comune con Ron Wood e Rod Stewart (mi sa che vanno dallo stesso parrucchiere dagli anni ’60), concludevo la mia breve anticipazione nel post del 23 febbraio con le seguenti parole, mi cito: “Sarà difficile superare Pupoeilprincipe in Over The Rainbow (ma ce l’ha fatta!), incrociamo le dita…”. Paventavo una Tavanata Galattica Part 2 visti gli ultimi dischi in studio, in particolare Jeff del 2003 e You Had It Coming del 2000 avevano testato la pazienza dei suoi fans.

Ma uno non può essere uno dei dieci più grandi chitarristi della storia del rock (anche meglio, volendo) e perseverare con le cioffeghe, per cui già il live al Ronnie Scott e relativo Dvd, nonché la partecipazione al Crossroads Guitar Festival di Clapton nel 2004 e 2007 ne avevano rialzato le quotazioni, complice una straordinaria versione strumentale di A Day In The Life dei Beatles e la scoperta della prodigiosa bassista, allora teenager, Tal Wilkenfeld.

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A proposito di teenager e belle ragazze, per la serie anche l’occhio vuole la sua parte e Jeff Beck mi sembra abbia buon gusto a giudicare dalle immagini, queste sono le musiciste che partecipano al nuovo album: Joss Stone, per la quale Beck pare avere una predilezione visto che l’aveva già utilizzata nel live al Ronnie Scott, appare in due brani – una versione breve e strepitosa di I Put A Spell On You watch?v=XkdaPgHDoAk, dove senza raggiungere i vertici delle versioni di Screamin’ Jay Hawkins e Nina Simone, la ragazza estrae dal cilindro, o meglio, dalla microgonna una performance vocale strepitosa attizzata dalla chitarra prodigiosa del suo boss, non solo, a dimostrazione di un talento indiscutibile, quando avrà deciso cosa vuol fare da grande, potrebbe diventare una diva del soul, la nuova Janis Joplin (qui in competizione con l’americana Dana Fuchs) o una rivale delle varie Beyoncé e Alicia Keys nei favori dei rapper del momento, dicevo che reitera i suoi talenti in una gagliarda There’s No Other Me dove oppone la sua ugola alla chitarra strabordante di Beck – Tal Wilkenfeld la bassista, oltre che nel brano in questione, micidiale, ci mette del suo nel poderoso strumentale Hammerhead dove compete con la chitarra di Beck, prima in wah-wah protohendrixiano e poi in libertà di stupire con fenomenali improvvisazioni sostenute anche da un arrangiamento orchestrale, probabilmente farina del sacco degli ottimi produttori, Steve Lipson e Trevor Horn. Altra voce femminile affascinante è quella di Imelda May watch?v=r64kl3eCwMc, la morettona che ci regala una bella e raffinata versione di Lilac Wine che è uno standard del 1950 ma molti lo ricordano nella versione di Jeff Buckley, Jeff Beck impreziosice il tutto con uno squisito lavoro di cesello su volumi, vibrati e pedali della sua chitarra circondata dal suono di una orchestra discreta nonostante la maestosità. Orchestra che è presente anche nella conclusiva Elegy For Dunkirk dove appare la terza cantante, Olivia Safe, una cantante di derivazione lirica che pubblicherà il suo disco d’esordio più avanti nell’anno con la produzione del suo scopritore Trevor Horn, anche il marketing vuole la sua parte, ma il duetto tra i gorgheggi della Safe e la chitarra di Beck pur sfiorando il pacchiano ha i suoi momenti.

Pacchiano che sfiora anche le versioni strumentali di Over The Rainbow e Nessun Dorma, ma poi vi scoprite a chiedervi come diavolo faccia a riprodurre con la chitarra quell’acuto micidiale di “All’Alba Vincerò” e vedere che che non solo ce la fà ma vi viene pure quel piccolo groppo di emozione che la “canzone” (si fa per dire) sa suscitare. Dimenticato qualcosa? Direi! L’edizione Deluxe, quella con il Dvd, comprende tutta l’esibizione completa di Beck al Crossroads Guitar Festival del 2007, fantastica! Vedere please.

C’è altro? Ah, sì! Lo strumentale d’apertura, sempre dal repertorio di Jeff Buckley Corpus Christi Carol è in effetti una composizione del 1500 circa, mentre Never Alone è un altro bel brano strumentale che ricorda il Santana più ispirato anni ’70 ma anche lo stesso Beck di quel periodo d’oro, idem per l’ottima e lunga Serene. Quindi non solo pericolo scongiurato, niente tavanata, ma anche un bel dischetto che potrebbe sorprendervi favorevolmente, dategli fiducia! Se vi state chiedendo chi cacchio sia la tipa a fianco del buon Beck nella prima foto, quello è uno degli errori, trattasi della famigerata Kelly Clarkson dalla trasmissione americana American Idol, nessuno è perfetto!

Bruno Conti

Ringo Starr Y Not

RingoStarr_YNot.jpgRingo Starr – Y Not – Hip-o-select/Universal

Questo simpatico signore dalla faccia buffa e familiare a chi si occupa di musica il 7 Luglio del prossimo anno compirà 70 anni.

Nel frattempo, per non farsi mancare niente pubblica il suo nuovo album solista Y Not, che uscirà in America il 12 gennaio e in Italia il 29 gennaio, credo, Nuova etichetta, scelta bizzarra quella della Hip-o-select un ramo della Universal di solito dedita alla pubblicazione delle ristampe più rare e a tiratura limitata, ma in fondo Ringo, se vogliamo è una “ristampa” vivente, di sé stesso e dei Beatles.

Ma il bello di tutto ciò è che questo CD è uno dei migliori, se non il migliore, della sua carriera: intendiamoci, niente di trascendentale ma Richard Starkey questa volta ha fatto il Ringo, come ai tempi d’oro, canzoni semplici e orecchiabili, collaboratori di vaglia, scelti ad hoc nel mare magnun dei suoi amici e collaboratori passati, presenti e futuri, un nuovo produttore, che per la prima volta ha saputo comprendere e mettere a fuoco le sue richieste ed esigenze, lui stesso!

Alla richiesta come mai avesse deciso di prodursi, per la prima volta, da solo Ringo ha risposto con una delle sue classiche e paradossali battute: “Nella mia ricerca per il produttore perfetto, una mattina mi sono guardato nello specchio e ho visto l’immagine di uno veramente figo”. Naturalmente anche la sua perfezione non ha impedito a Ringo di infilare nel nuovo album la solita “cagata”, proprio la title-track, quei classici brani irritanti ed inutili che tanto negli anni hanno fatto incazz… i fans dei Beatles, nonostante la presenza di Tina Sugandh aka Tina the Tabla Girl (o forse proprio per quello), alle percussioni indiane e al canto, ma è l’unica per fortuna, e non poi così tremenda ma in un album mediamente di buona qualità risalta come un mal di denti.

Il resto è molto piacevole, a partire dall’iniziale Fill In The Blanks, un pezzo rockeggiante scritto e cantato con il nuovo “cognato” Joe Walsh, naturalmente anche alla chitarra. Approfitto dell’occasione per ricordare che Walsh ha sposato la sorella e non la figlia di Barbara Bach, la moglie di Ringo, quindi tutto regolare niente relazioni “incestuose” come i media avevano ventilato.

A seguire una canzone molto lennoniana sia musicalmente (tipo quelle che John scriveva per Ringo), che nel testo pacifista e visionario, Peace Dream, cantata anche molto bene, dopo tutti questi anni sembra persino intonato (ah dimenticavo, il bassista è tale Paul McCartney). Proseguendo in questo tuffo nella memoria The Other Side Of Liverpool, un bel pezzo dal drive rockeggiante con chitarre e batteria sugli scudi, che ricorda che la sua gioventù non è stata tutta rose e fiori, non è nato uno dei Beatles, lo è diventato.

Il pezzo più bello, scritto e arrangiato con Van Dyke Parks, Walk with you vede ancora la presenza di Paul McCartney che duetta con Ringo in un delizioso quadretto che più Beatlesiano non si può, la migliore canzone della carriera di Ringo? Potrebbe essere!

Non so l’esatta collocazione dei vari ospiti nei rispettivi brani, ma al disco collaborano oltre a quelli citati altri artisti di notevole caratura: dal tasterista degli Heartbreakers di Tom Petty Benmont Tench, passando per l’Eurythmic Dave Stewart, dalla violinista Ann Marie Calhoun nella bella Time, passando per Richard Marx e Ben Harper, e ancora Glenn Ballard e Gary Nicholson. Chi altro? Edgar Winter sax e fiati, Don Was al basso, ma ce ne sono molti altri.

Ciliegina sulla torta, Joss Stone e quando inizia a cantare nella conclusiva Who’s Your Daddy, si riconosce subito, una voce potente e grintosa (la classica “voce della Madonna”), la ragazzina inglese è veramente brava. Ma tutto il disco è molto bello, con un suono chitarristico, gli assoli si sprecano nei vari brani, i cori degli ospiti sono assai centrati, Ringo canta bene, una piacevole sorpresa ovviamente destinata soprattutto ai fans dei Beatles. Finalmente un disco nuovo con dieci canzoni “nuove”, classic rock, daddy rock, fate voi, comunque piacevole.

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Bruno Conti