Ma esistono ancora! Take 3 : Fairport Convention Fame and Glory

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Questa volta il punto esclamativo è assolutamente d’uopo (italiano arcaico ma efficace). Esistono, sono vivi e vegeti, alive and kicking come dicono gli inglesi, dopo oltre quaranta anni di attività i Fairport Convention non hanno alcuni intenzione di rallentare la loro attività. Certo, è diventato molto più difficile renderla nota: l’autodistribuzione attraverso la loro etichetta Matty Groves non facilita la reperibilità dei loro prodotti. Al di là dei CD e DVD dal vivo, collegati con l’annuale Festival di Cropredy e di una nutrita serie di ristampe (mitica quella per il quarantennale di Liege and Lief) ed antologie, ad essere sinceri, non è che gli ultimi album dei Fairport fossero “Streordinari” come avrebbe detto Sacchi-Crozza.

Qui erano straordinari, questo nuovo disco comunque mi sembra molto buono anche se…E’ un disco nuovo, una ristampa o una antologia? Tutte e tre le cose! Scusa? Vado a spiegare: nuovo in quanto targato 2008/9, anno effettivo di distribuzione difficile da stabilire, antologia o ristampa in quanto i pezzi contenuti sono già apparsi in altri dischi tutti a firma di Alan Simon, artista francese tra il geniale ed il megalomane, musicista, scrittore, regista, se volete indagare ulteriormente http://www.simonalan.com/, il sito è in cinque lingue, italiano compreso, per inquadrare “l’elemento” dalla sua biografia risulta che tra il 1979 e il 1990 ha composto oltre 50 brani tutti rimasti inediti. Considerando che è nato nel 1964, non male. L’ultima produzione, per il momento, si chiama Anne de Bretagne.

Tornando al disco dei Fairport  Convention, nonostante il lavoro di taglio e cucito da una decina di album pubblicati in una quindicina di anni, tra dischi di studio e live, il risultato finale è piuttosto omogeneo ed apprezzabile e ci regala il loro Cd migliore degli ultimi anni. Più rock-folk che folk-rock, con un suono decisamente chitarristico, vista la presenza tra gli ospiti di Martin Lancelot Barre dei Jethro Tull (quelli di Songs From The Wood i parenti più prossimi a livello musicale di questo Fame and Glory) e del grande chitarrista bretone Dan Ar Braz. Ma anche Simon Nicol sfodera alcune interpretazioni vocali degne dei tempi di Babbacombe Lee.

Sono della partita anche la cantante dei Pentangle, Jacqui McShee, nella sognante e ricercata Morgane e il batterista storico della formazione Dave Mattacks nella roccata Castle Rock.

Chi altri? John Wetton, veterano di mille battaglie con King Crimson, Roxy Music, Asia, Uriah Heep, duetta con Nicol nella corale Lugh, ancora nobilitata da un ottimo assolo di Martin Barre, molto prog ma anche echi di gruppi attuali, non so, tipo Travis, in certi momenti.

Ci sono anche vari brani strumentali (com’è tradizione dei Fairport): molto bella Danza del Crepusculo (spero in errore di stampa o vulgata “antica”), dove la vieille a rou di Laurent Tixier duetta col violino di Ric Sanders. Chris Leslie, canta solo la breve, acustica The Soldier che chiude l’album in tono minore. Meglio lo strumentale dal vivo Celtic dream che ricorda molto i grandi Moving Hearts di Christy Moore e la lunga Behind the Darkness. sempre dal vivo, che ad una lunga introduzione strumentale fa seguire un’ottima performance di Simon Nicol.

Se avete amato i Fairport Convention, ma anche se amate la musica celtica in generale, oppure potete acquistare i dischi di Alan Simon con il progetto nella sua completezza, se li avete già tutti,  disco inutile.

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Bruno Conti

The Best Of 2009 – Appendice n°. 1

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Come promesso torniamo sulle classifiche di gradimento della critica di fine anno. Questa volta arriviamo alle riviste specializzate italiane, partendo dal Buscadero, trattasi di chiaro esempio di “nepotismo, visto che, come sapete, ci scrivo.

Prima cosa, sono veramente costernato, nemmeno un miserrimo voto per gli Animal Collective e ho controllato proprio bene tutte le liste dei collaboratori (chi legge questo blog con regolarità sa perché!), una vera vergogna, una banda di incompetenti.

The Best of The Year Il Meglio Del 2009 dal Buscadero numero di gennaio 2010.

Ha vinto quell’omino uno e trino che vedete effigiato sopra.

1) Tom Petty and The Heartbreakers – The Live Anthology

Per quelle due o tre persone che non l’hanno ancora comprato, questo è quello che vi siete perso!

2a) Bob Dylan – Together through life

2b) Wilco – Wilco (The Album)

Oltre all’album di studio hanno pubblicato anche questo bellissimo DVD.

Non fate caso alle numerazioni dei posti della classifica: SSQDB (Son strani questi del Buscadero)

4a) Ian Hunter – Man Overboard

70 anni e non sentirli!

4b) Leonard Cohen – Live in London

75 anni e non sentirli! Nel video una accoppiata inconsueta con Sonny Rollins.
4c) John Fogerty – The Blue Ridge Rangers Rides Again
Sempre da quel concerto là, con Bruce.
4d) Black Crowes – Before the Frost…
Una delle migliori band rock al mondo attualmente in circolazione.
4e) Lyle Lovett – Natural Forces

Uno dei più grandi cantautori americani, in Italia il 99.99% lo conosce come l’ex marito di Julia Roberts. Per rettificare l’errore potreste andare il 2 febbraio al Conservatorio – Sala Verdi di Milano per vederlo in concerto con John Hiatt.

9a) Low Anthem – Oh My God, Charlie Darwin

9b) Van Morrison – Astral Weeks Live at Hollywood Bowl

Non c’è video perché, come sapete, il vecchio Van non vuole!

Per perditempo, masochisti e “amici” questi sono i miei dieci in ordine sparso come concepiti nel momento della richiesta (a seconda dei giorni cambiano ma questi rimangono registrati sul giornale quindi non vi sfuggo). Tom Petty – Live Anthology qui non si sfugge, Gov’T Mule – By a Thread, Rosanne Cash – The List, Van Morrison – Astral Weeks Live, Rickie Lee Jones – Balm in Gilead, Cory Chisel & The Wandering Sons – Death won’t Send A Letter, Eric Clapton/Steve Winwood – Live From Madison Square Garden, Wilco – Wilco (The Album) – Leonard Cohen – Live In London, Derek Trucks Band – Already Free.

Alla prossima (classifica)!

Bruno Conti

Grande Rock Dalla Città del Ferro – Joe Grushecky and the Houserockers

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Joe Grushecky and The Houserockers – East Carson Street (Schoolhouse Records)

Ci sono i Berretti Verdi e i Colletti Blue: questo è grande blue collar rock, con Bruce Springsteen e Willie Nile.

Per chi non conosce, questa è una delle tante collaborazioni tra Grushecky e Springsteen.

Bruno Conti

Le 500 Più Grandi Canzoni Di Tutti I Tempi Secondo La Rivista Rolling Stone Parte V

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Così, ridendo e scherzando siamo arrivati alla quinta puntata, brani dal n° 41 al n.° 50 e fioccano ancora i capolavori.

41) Band – The Weight

Robbie Robertson, uno dei grandi “poeti” della storia della musica rock, accompagnato da uno dei gruppi più straordinari che questa musica ha prodotto, anzi Il Gruppo, in uno dei film concerto più belli, direi perfetto.
42) Kinks – Waterloo Sunset
Ray Davies, un altro genio all’opera sull’altro lato dell’oceano.
43) Little Richard – Tutti Frutti
Le origini del rock and roll con uno degli incipit più memorabili, ce ne fossero due versioni uguali!
44) Ray Charles – Georgia On My Mind
Questo è “The Genius”
45) Elvis Presley – Heartbreak Hotel
Una curiosità, l’autrice del brano del 1956, Moe Axton era la mamma di Hoyt Axton, che avrebbe scritto (tra le altre) The Pusher diventata celeberrima nella colonna sonora di Easy Rider nella versione degli Steppenwolf.
46) David Bowie – Heroes
Questa è la versione dal concerto di New York City, dopo le Torri Gemelle nel 2001.
47) Simon & Garfunkel – Bridge Over Troubled Water
Aretha Franklin ne ha fatto una versione altrettanto bella!
48) Jimi Hendrix Experience – All Along the Watchtower
Una delle rarissime occasioni in cui la cover è superiore all’originale (e parliamo di Bob Dylan). Per me, di diritto, nei Top 5.
49) Eagles – Hotel California
Nel video, per scaldarsi, anche una versione accappella di Seven Bridges Road del grande Steve Young.
50) Smokey Robinson And The Miracles – The Tracks of my tears
Bob Dylan (ancora lui) lo ha definito il più grande poeta vivente d’America, non ” nero”, il più grande in assoluto.
Fine della puntata.
Bruno Conti

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Ovviamente quella che avete letto nel titolo non è una formula matematica, semplicemente mancano tre giorni all’anniversario del settantacinquennale dalla data della nascita de Elvis Presley e ho voluto anticipare i tempi (infatti è inserita nella categoria Anticipazioni). Il giorno 8 gennaio ne parleranno tutti, giornali, televisioni, blog, il mondo di internet, chiunque, quindi precorriamo i tempi.

Oltre a tutto, quasi un segno del destino, una notizia di oggi mi ha particolarmente incuriosito e ve la giro: “Il cantante Sandro, detto anche l’Elvis Presley dell’Argentina, è morto ieri a Mendoza, all’età di 64 anni…” (mi dispiace,ma se dobbiamo essere proprio sinceri mai sentito nominare).

Se volete approfondire quelle che saranno le manifestazioni e i festeggiamenti (si celebra l’anniversario della nascita), questo è il sito ufficiale di Elvis http://www.elvis.com/ e questo è il sito italiano http://www.grazielvis.it/, qui trovate da soddisfare qualsiasi richiesta.

Per chi si accontenta di meno:

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Un piccolo omaggio, The King of Rock’N’Roll nel pieno della sua maturità, So long, Elvis.
Bruno Conti

Ma esistono ancora! Take 2: Strawbs – Dancing To The Devil’s Beat

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Questa volta avrete notato il punto esclamativo!

I carbonari, ai quali questo spazio è dedicato, sicuramente sanno chi sono gli Strawbs, la gloriosa formazione inglese guidata dal geniale Dave Cousins, una delle più belle ed espressive voci emerse dalla scena folk-rock e poi progressive della terra d’Albione, capace di scrivere alcune delle pagine più emozionanti che la musica rock in generale ci ha regalato, questa versione dal vivo di The Hangman and The Papist uno dei loro brani più indimenticabili serve da introduzione. Se riuscite a seguire il testo la narrazione è coinvolgente e sorprendente come poche volte nella musica rock, occhio al colpo di scena finale…se non riuscite acquistate From The Witchwood, il CD che la contiene e leggetevi il libretto. So che ve lo state chiedendo, ebbene sì quel signore seduto dietro le tastiere è proprio Rick Wakeman.

Comunque questo quartetto di CD (tutti ripubblicati in versione rimasterizzata e a special price) è imprescindibile:
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se volete potete aggiungere qualcosa anche del periodo successivo, magari Hero and Heroine con la stessa formazione del disco attuale con una piccola variazione.
Veniamo a questo nuovo disco: pubblicato qualche mese fa sulla loro etichetta Witchwood Media, e quindi, come potete immaginare non di facile reperibilità, festeggia i quaranta anni di attività del gruppo, o meglio qualcosina in più visto che sono in pista dal 1967 e nel 1968 hanno registrato un delizioso lavoro All Our Own Work che vedeva il debutto della compianta e grandissima Sandy Denny.
Esistono ancora eccome se esistono, questo Dancing to the Devil’s Beat è il loro miglior disco da trent’anni a questa parte. La produzione è affidata all’ottimo Chris Tsangarides, quindi suono ottimo e professionale, Cousins, Dave Lambert e la sezione ritmica con Cronk e Coombes in grande spolvero e, ciliegina sulla torta, Oliver Wakeman sullo sgabello che fu di papà Rick.
Quei quattro dischi che vedete rimangono inarrivabili ma il nuovo album ha molte frecce al proprio arco: intanto la scrittura di Cousins rimane legata a testi di stretta attualità o di grande portata storica, ma anche a grandi e romantiche canzoni d’amore, epica quando serve, raccolta ed acustica in altre occasioni.
La dolce Copenaghen ci riporta agli anni dei loro primi passi, quelli con Sandy Denny, e la voce evocativa di Cousins fa vibrare le corde delle melancolia con la consueta maestria, Pro Patria Suite (non dedicata alla nota squadra calcistica di Busto Arsizio, un Bruno Calcistico!) è una trilogia dedicata alle grazie e disgrazie delle Grande Patria Inglese ai tempi della Prima guerra Mondiale con Oliver che fa il Wakeman alla grande ben coadiuvato dalla chitarra di Dave Lambert (che canta anche in due brani). Where Silent Shadows Fall è forse il brano che più rievoca gli antichi fasti con un crescendo strumentale di rara bellezza, alla Strawbs. Questa è la trilogia centrale che si eleva qualitativamente su un album che comunque rimane su livelli elevati, ben tornati quindi (anche se non se ne erano mai andati!).
Bruno Conti

Ma esistono ancora? Take 1: Kansas -There’s Know Place Like Home

kansas there's know place.jpgNuovo anno, inauguriamo un’altra rubrica: ero indeciso con “Ancora Tu”, ma poi ho optato per questo Ma esistono ancora, devo decidere se con punto interrogativo o punto esclamativo visto che il significato cambia e di parecchio.

Per l’occasione optiamo per la domanda: la risposta ovviamente sarà sempre un sonoro Sì con significative furtive toccatine degli artisti interessati, ma non è questo il punto, ovviamente.

Intanto vi giuro che non parleremo di Bay City Rollers, A Flock of Seagulls e di tutti i gruppi e solisti che il mio quasi omonimo Carlo Conti invita regolarmente nelle sue trasmissioni.

Ma veniamo a bomba: questo dovrebbe essere il settimo (tra CD e DVD) album dal vivo dei Kansas, gloriosa formazione rock americana che proprio quest’anno ha festeggiato il 35° anniversario (anche se sotto altre forme esistevano da qualche anno prima, questa è la formazione classica). Ci sono, naturalmente, il leader del gruppo, Steve Walsh, il batterista Phil Ehart, il bassista Billy Greer, il violinista David Ragsdale e il chitarrista Richard Williams (gli ultimi quattro, per non aspettare i comodi del leader, hanno formato una band collaterale, Native Window che ha pubblicato un omonimo esordio nell’estate del 2009), non mancano, visto l’aspetto commemorativo del concerto Kerry Livgren, tastierista e chitarrista della formazione originale e Steve Morse, che ha militato a più riprese nel gruppo, in prestito dai Deep Purple, suo attuale gruppo. Risultato finale?

Dopo un primo ascolto gli avrei sparato, soprattutto per le parti cantate di Walsh che in alcuni momenti sono veramente imbarazzanti, poi agli ascolti successivi ho un po’ rivisto la mia posizione. Non siamo di fronte ad un capolavoro ma c’è di peggio: i primi cinque album e il live Two for the Show rimangono i dischi da avere (se volete e amate il genere!), prog-rock, AOR, melodic rock, i Genesis americani con un violino in più e un Peter Gabriel in meno, varie sono le definizioni che li hanno contraddistinti.

Questo Live registrato in quel di Topeka (la località ha scatenato anche commenti ilari, ma loro da lì vengono, Topeka, Kansas, capito il perchè del nome, astuti) è uscito in 5 (cinque) versioni diverse: per il mercato americano DVD oppure Cd singolo con alcuni brani in meno, in Europa Cd doppio, 2cd + dvd, dvd, oppure in entrambi i continenti anche blu-ray (in effetti farebbe sei!).

Brani salienti? Point of Know Return (è un vizio con questi titoli), la lunga Song For America che inizia come una outtake da Selling England dei Genesis e finisce come un brano dei primi E,L&P, tutto, però meglio di come sembra sulla carta ( o se preferite in un post), i classiconi Dust On The Wind e Carry On Wayward Son, che secondo alcuni commenti che ho letto in rete non avrebbero dovuto suonare per svecchiare il repertorio. A parte il fatto che avrebbero rischiato il linciaggio, sarebbe come se Springsteen, per partito preso, non suonasse Born to Run, o gli U2 One. Oltre a tutto non avendo registrato un album nuovo dal lontano 2000 e quelli precedenti erano del 1995 e 1988 non è che abbiamo un repertorio nuovo immane. Per i fans c’è comunque una sorta di live jam inedita, registrata nel pomeriggio delle prove, Down the road, non male devo dire.

Che altro? Ah, un piccolo particolare, il gruppo è accompagnato da una orchestra di archi, più o meno presente nei vari brani ma che sicuramente caratterizza il live in questione.

Interrogativo o esclamativo? Non so, devo decidere, giudicate voi

Per la serie strano ma vero, il tutto pubblicato anche in Italia.

Bruno Conti

Prime Uscite 2010. Eels-Sade-Elvis Costello-Badly Drawn Boy- Angie Stone, Mary J Blige

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Devo dire che sembra una raccolta di figurine e non tra le più esaltanti: le prime uscite musicali del 2010 non eccitano certo le nostre bramosie. Tra dischi già usciti all’estero da mesi: Angie Stone Unexpected è uscito negli Usa in novembre, da noi verrà pubblicato il 22 gennaio, Mary J Blige Stronger with each tear è uscito il 19 dicembre in America, da noi non si sa. Figure non di primo piano anche se amate a livello di culto, Badly Drawn Boy Is There Nothing We Could Do? (No, non c’è niente da fare! Scusate rispondevo a Damon Gough), in uscita il 15 gennaio.

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Lo stesso giorno esce anche End Times degli Eels, con un anziano puffo in copertina e ne parliamo più diffusamente in un prossimo post.

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Pochi giorni dopo, il 19 gennaio (per misteriose ragioni visto che l’anniversario sarebbe l’8 gennaio), come vi avevo anticipato da tempo, esce il box dedicato a Elvis Presley Elvis 75. Sempre come anticipato e per oscure ragioni, in versione tripla e con 75 brani. Strano! Visto che non si festeggiano le 75 canzoni di Elvis, ma il 75° Anniversario della nascita e in America il box è quadruplo con 100 brani e si chiama Good Rocking Tonight. Vedremo se Ruggeri dedicherà una puntata della sua trasmissione a questo strano fatto.

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Del nuovo di Ringo Starr Y Not vi ho già detto. Se proprio vogliamo addentrarci nel futuro vi ho già parlato anche delle uscite di Peter Gabriel e Natalie Merchant, chi altri? Ah, già, per la serie a volte ritornano, il 9 febbraio è in uscita il nuovo di Sade Soldier of Love, mentre il 5 febbraio uscirà un ennesimo cd dal vivo di Elvis Costello Live At The Hollywood High, che è poi un concerto del 1978 e in America verrà pubblicato il 12 gennaio.

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Alcuni nomi “minori” o “alternativi” sono in uscita con dischi interessanti, ne parliamo prossimamente, per il momento non c’è proprio da festeggiare il nuovo anno.

Bruno Conti

Le 500 Più Grandi Canzoni Di Tutti I Tempi Secondo La Rivista Rolling Stone Parte IV

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Passiamo alla quarta puntata e iniziamo con uno sgub come direbbe Biscardi, solo al 31° posto il brano più trasmesso nella storia della radio Fm americana

31) Led Zeppelin – Stairway to heaven

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E’ stata vista più di mezzo milione di volte in rete, questa versione, non male per un brano che non è mai uscito come singolo.
32) Rolling Stones – Sympathy for the devil
Questa è proprio Altamont 1969: secondo alcuni il DVD di Gimme Shelter uscito quest’anno (scusate mi devo abituare), lo scorso anno, è il migliore del 2009.
33) Ike and Tina Turner – River Deep Mountain High
L’inizio della fine per Phil Spector (una fine lunga e tortuosa che lo ha portato in prigione per omicidio, ma comunque un inizio), il suo brano migliore che non entra neppure nelle classifiche: poi verrà rivalutato alla grande negli anni, ma allora fu un vero smacco!
Dal concerto in Africa, in Ghana per la precisione, del 1971, tratto da un CD+DVD strepitoso della Rhino, Soul to Soul, con Wilson Pickett, Santana e Staple Singers. Tina Turner ha un bel toppino di rete che lascia intravedere qulacosa di troppo.
34) Righteous Brothers – You’ve Lost That Lovin’ Feelin’.
Sempre di Phil Spector, come la precedente è contenuta in quel favoloso box che si chiama Back to Mono

Anche lui ne faceva una “discreta” versione!

35) Doors – Light my fire

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36) U2 – One
La più bella canzone del “secondo” periodo degli U2 secondo alcuni, l’unica veramente bella secondo altri. Faccio come Ponzio Pilato, però…
Questa versione degli U-R.E.M. con Michael Stipe che canta non è malaccio!
37) Bob Marley – No woman, no cry
38) Rolling Stones – Gimme Shelter
Il più bel pezzo degli Stones?

Chiunque lo faccia rimane un brano straordinario! Tira fuori la leonessa che c’è nella donna!

39) Buddy Holly & the Crickets – That’ll be the day

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40) Martha (Reeves) and the Vandellas – Dancing in the streets
Fino a 50 ci arriviamo di sicuro, poi vediamo, 500 sono tante però sono belle!
Bruno Conti