Dal Rock Alla Microsoft E Ritorno, Con Calma! Paul Allen And The Underthinkers – Everywhere At Once

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Paul Allen and The Underthinkers – Everywhere At Once – Sony Legacy

Paul Allen è, nell’ordine, co-fondatore della Microsoft, multimiliardario, filantropo e musicista rock, chitarrista per la precisione; ma nella sua testa immagino che l’ordine sia invertito o così probabilmente pensava alla fine degli anni ’60, dopo avere visto uno dei concerti del suo concittadino, anche lui di Seattle, (e idolo) Jimi Hendrix. A questo punto si sarà detto, la chitarra elettrica l’hanno già inventata, come quel mancino dubito di potere mai suonare, meglio che faccia altro. E direi che l’ha fatto benino, ma la storia la conoscono tutti. Però la “passionaccia” per la musica evidentemente non l’ha mai persa e dopo tanti anni, nel tempo libero, ha deciso di rendere concreto il suo contributo alle sette note tramite un disco della sua band, gli Underthinkers, un gruppo di amici con cui si esibisce dal vivo per diletto.

Ma immagino anche che si sarà detto: “hey sono Paul Allen, fatemi controllare la mia agendina!” (elettronica). Dunque vediamo, i miei amici Santana, Buddy Guy, Robbie Robertson e Ron Wood non possono, aspetta che chiamo la Sony e vediamo se gli interessa un mio disco? Sissignore, è la risposta. I soldi non mi servono, facciamo che sia un disco i cui ricavati andranno in beneficenza. E questo mi sembra etico (parla il vostro recensore). Torna Paul: ho un po’ di brani scritti con John Bohlinger, il secondo chitarrista della band, Doug Barnett, il bassista, che non suona nel disco e li faccio cantare a Tim Pike, il nostro cantante, che ha anche una bella voce. E magari chiamo qualche amico a suonare e cantare. Riprendo l’agendina e mi do da fare. Direi che a parte la Q, negli oltre 40 musicisti che suonano nel disco, è rappresentato tutto l’alfabeto della musica rock, soul, blues e funky americana.

Il disco parte benissimo e in quella che una volta sarebbe stata la prima facciata si ascolta dell’ottimo rock misto a blues, poi si vira verso un sound vagamente neo-soul e più morbido e parti chitarristiche a parte, l’album si regge sulla grande professionalità e classe dei musicisti che suonano nel CD: per esempio Wendy Moten, viene dalla città giusta, Memphis, ha una bella voce, ma anni di collaborazioni con Michael Bolton e altri “luminari” non le hanno fatto bene e a parte il duetto con Ivan Neville, Restless, dove il pianino New Orleans di Jon Cleary conferisce verve al brano, alcuni brani, quelli “neri”, hanno quel che di blando della produzione ultima di Stevie Wonder, tanto per non fare un esempio. E anche il soul “sinfonico” con archi di Divine, cantato da Amy Keys, ha degli echi delle vecchie produzioni di Isaac Hayes. A proposito di produttori, la maggior parte del lavoro ricade su Doyle Bramhall, ottimo alla chitarra anche in tutto il disco, meno come cantante in Cherries Fall, che però ha un bel tiro hendrix-vaughaniano nel lavoro delle chitarre di Paul Allen (bravo in tutto il disco, non è solo quello che mette i soldi), Bramhall e David Hidalgo dei Los Lobos che appaiono in parecchi brani. Bene anche la sezione ritmica di Matt Chamberlain e Tommy Sims, anche se quella con Jimmy Haslip e Gary Novak, più Michael Landau alla chitarra, praticamente i Renegade Creation senza Robben Ford, mi sembra migliore. Però a parziale smentita di quello che ho appena detto (mi contraddico da solo), Healing Hands è una bellissima ballata soul à la Aretha Franklin, cantata dalla Moten, con Neville all’organo, Matt Rollings al piano e le chitarre di Allen, Bramhall, Hidalgo a cui si aggiunge Derek Trucks.

L’unico blues presente nell’album, Big Blue Raindrops è cantato ottimamente da Pike e le chitarre dei vari ospiti hanno l’occasione di brillare, per l’occasione si aggiunge anche Greg Leisz alle steel (ah quell’agendina!) che già aveva lavorato da par suo nella vagamente country Rodeo, una primizia per Chrissie Hynde che la interpreta veramente bene. Chi manca? Le sorelle Ann & Nancy Wilson, ossia le Heart, in un bel brano rock, l’iniziale Straw Into Gold ritagliato perfettamente per loro, e quindi per proprietà transitiva sui Led Zeppelin. Di nuovo Ivan Neville e Derek Trucks nei ritmi funky New Orleans di Inside Out. Un altro vigoroso pezzo rock come la lunga Pictures Of A Dream, dove tutti i chitarristi si caricano a palla, soprattutto nella jam strumentale in coda dove anche Chamberlain alla batteria è devastante. E ottimo, sempre a livello rock, il pezzo cantato (e suonato) alla grande  da Joe Walsh, Six Strings From Hell, un titolo, un programma, con un organo alla Deep Purple che apre le operazioni. Tutto sommato un bel dischetto, meglio di quello che si poteva pensare e con un sound gagliardo. Si può fare!

Bruno Conti

Una Piccola “Grande” Rock’n’Roll Band – Two Cow Garage – The Death Of The Self Preservation Society

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Two Cow Garage –  The Death Of  The Self Preservation Society – Last Chance Records 10-09-2013

Mi sono invaghito di questo “robusto” trio roots-rock dell’Ohio (una delle band preferite del mio amico Ed Abbiati dei Lowlands,), durante un caldo concerto tenuto nel famoso Spazio Musica di Pavia, qualche anno fa. Per chi non li conoscesse i Two Cow Garage, si sono formati a Columbus, Ohio nel 2001, e sotto la guida di Micah Schnabel voce e chitarra, con Shane Sweeney al basso e David Murphy alla batteria, hanno pubblicato il loro album di debutto Please Turn the Gas Back On (2002) un disco dal ritmo potente e travolgente, impronta che non cambia anche nei seguenti The Wall Against Our Back (2004) e III (2007), diventando una piccola band di culto. Con Speaking In Cursive (2008) e Sweet Saint Me (2010), il trio dopo un’incessante lavoro “on the road” (si racconta di più di 200 date all’anno), vede formarsi uno zoccolo duro di “fans”, che li aiuta ad autofinanziarsi per l’uscita di questo ultimo lavoro The Death of the Self Preservation Society (un titolo più corto non si poteva trovare?).

Il brano di apertura The Little Prince and Johnny Toxic è una fragorosa cavalcata rock, seguito da un trittico di brani, Geri, Stars And Gutters e Pantomine dove ci sono indubbi rimandi al suono dei migliori Lucero. Con Mantle in ’56 arriva una melodia che non ti aspetti, cantata con la voce rauca di Micah, mentre Hey Cinderella e My Friend Adam sono rabbiose e crude, per poi arrivare ad una Lost on Youth con riferimenti “seventies”. Si riparte “a palla” con Van Gogh e Annie Get Your Guns dal rock provinciale e garagista, per poi chiudere con una grande ballata Spiraling Into Control, con la voce al vetriolo del cantante, e alle sferzate elettriche della title track.

Di strada ne hanno fatta i Two Cow Garage, affilando chitarre e passione, mantenendo quello stile,  un rock’n’roll duro e fracassone, ma capace anche di ballate romantiche. Non chiedete però a Micah, Shane e David, di usare le belle maniere, per loro le canzoni vanno trattate con durezza, un canto sguaiato e le valvole degli amplificatori sempre pronte ad esplodere. Per chi ama il genere, preparate delle buone lattine di birra, alzate il volume a “manetta” e ascoltate una piccola, grande rock’n’roll band. Il disco dovrebbe uscire il 10 settembre e il 22 dovrebbero suonare a Reggio Emilia (occasione per comprare il CD, non di facile reperibilità).

Tino Montanari

Novità Di Settembre Parte Ib. Califone, Willie Sugarcapps, Stevie Ray Vaughan, Richard Buckner, Ed Roland And The Sweet Tea Project, Roddy Hart & The Lonesome Fire

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Seconda parte delle uscite discografiche del 3 settembre. Come vedete ci sono anche album di “illustri sconosciuti” ma compatibili con le coordinate del Blog, e alcuni gruppi contengono nomi già noti.

Partiamo dai Califone, storica band sperimentale di Chicago, questo Stitches, pubblicato dalla Dead Oceans, è il loro 13° album, più qualche collaborazione, ad esempio in Kiss Each Other Clean di Iron And Wine del 2011. Forse proprio quella svolta ha permesso al gruppo di rendere più accessibile la propria musica e questo nuovo lavoro ha un sound che ricorda gruppi come Giant Sand, Calexico, Richmond Fontaine, ma anche gli ottimi Red House Painters di Mark Kozelek e qualche spunto Younghiano (nel senso di Neil). Nell’insieme, uno dei dischi più interessanti del mese.

Willie Sugarcapps è una nuova band, un altro piccolo super gruppo (scusate l’ossimoro), dove troviamo l’ottimo Grayson Capps, Will Kimbrough, la coppia Savana Lee e Anthony Crawford, ovvero Sugarcane Jane e Corky Hughes. Il disco omonimo è un piccolo gioiellino di country, folk, roots music, Americana, belle ballate, il tutto prodotto da Trina Shoemaker, che è la compagna di Grapps, una piacevole sorpresa che vi consiglio. L’unico problema probabilmente sarà la reperibilità, Royal Potato Family Records.

Ai vari broadcast radiofonici pubblicati dalla Left Field Media (Springsteen, Cohen, Little Feat, eccetera), ora si aggiunge questo The King’s Head che contiene la registrazione radiofonica di un concerto tenuto al King’s Head Inn di Norfolk, Virginia, un piccolo locale vicino al campus della locale università, con una capienza di non più di 100 posti. Siamo al 20 luglio del 1980 e il tutto viene trasmesso dalla locale stazione radio, la WNOR. Quindi 2 anni prima dell’apparizione di Stevie Ray Vaughan al Festival di Montreux, prima della partecipazione a Let’s Dance di David Bowie e della pubblicazione, nel 1983, del primo album Texas Flood. Ma anche se i Double Trouble non esistono ancora e al basso c’è Jackie Newhouse e non Tommy Shannon, mentre Chris Layton è già al suo posto, SRV è già lui, anche in versione power trio e con un repertorio ancora ricco di cover, di cui un paio hendrixiane. Quindi un documento importante e un notevole concerto con questa scaletta: Hideaway, Love Me Darlin’, Tin Pan Alley, Love Struck Baby, I’m Cryin’, Texas Flood, I’m Leavin’ You, Little Wing e Drivin’ South. La nascita di una leggenda.

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Richard Buckner è uno dei segreti meglio custoditi della canzone d’autore americana, non per propria volontà ovviamente, ma per una serie di fattori diversi, non ultima la fortuna. Anche lui transitato dalle majors, nel suo caso la MCA, nativo della California ma residente a New York, con questo nuovo Surrounded prosegue il ritorno alle sue tipiche sonorità elettro-acustiche, già presenti in Our Blood del 2011. Bon Iver lo ha spesso citato tra le sue fonti di ispirazione e anche il nuovo album esce per l’etichetta Merge Records. Una conferma per chi lo segue con passione dall’inizio anni ’90 e potrebbe essere una piacevole sorpresa per chi non lo conosce. Consigliato.

Come dicevo ad inizio Post c’è tra le uscite odierne, tra i nomi non conosciuti, anche quello di questi Ed Roland And The Sweet Tea Project, che ai più non dirà nulla (confesso anche al sottoscritto), ma se vi dico che si trattata del frontman e leader dei Collective Soul, allora potrebbe dirvi, visto che la band americana ha avuto sette numeri uno nelle classifiche americane, vendendo svariati milioni di copie dei propri dischi facendo anche un rock alternative per niente disprezzabile. Ed Roland peraltro aveva già registrato un album da solista nel lontano 1991 e i più attenti avranno notato la sua ottima cover di Shelter From The Storm, presente nel quadruplo Chimes Of Freedom, il disco quadruplo in tributo a Dylan pubblicato nel 2012 per i 50 anni di Amnesty International ( e anche di Bob). Il brano era a nome dell’attuale band. Questo Devils ‘n Darlins pubblicato dalla 429 Records (gruppo Universal negli States) segnala un deciso cambio di stile musicale e forse la presenza di Kevn Kinney dei Drivin’ and Cryin’ tra gli ospiti potrebbe essere indicativa di un sound più country, folk e roots, alla Mellencamp del periodo anni ’80, anche se il rock non fa sentire la sua mancanza e la voce è sempre interessante. Molto piacevole e anche coinvolgente, non è un capolavoro ma si lascia ascoltare.

Roddy Hart è uno dei tanti musicisti scozzesi nativi di Glasgow, proprio come i Travis e Justin Currie di cui si è parlato nel Blog la settimana scorsa. Hart ha già registrato alcuni album da solista di stampo più folk e anche un mini di cover dal titolo The Dylan EP, in coppia con con Gemma Hayes, molto bello. Oltre alla Hayes ha collaborato anche con Eddie Reader e Kris Kristofferson nei dischi precedenti e con la sua band Lonesome Fire ha partecipato al concerto tributo per i 70 anni di Dylan tenuto in Scozia e anche per un tributo allo scomparso Gerry Rafferty oltre ad aprire per i Wilco in Lussemburgo nell’estate 2012. Ora pubblica questo album che ha un suono decisamente più rock rispetto al passato, anche grazie alla presenza del produttore Danton Supple già con Coldplay e Morrissey. Il disco, Roddy Hart and The Lonesome Fire, esce per la The Orchard/Middle Of Nowhere Recordings (?!?) e da quello che ho sentito non mi dispiace, il suono è più pieno, sono in sette, ma non mancano intermezzi acustici e ballate a fianco di pezzi decisamente rock come Bright Life Fever che potrebbe essere un brano degli U2 anni ’80. Anche in questo caso, senza stracciarsi le vesti per l’entusiasmo, se siete amanti del pop-rock inglese di buona fattura, il disco potrebbe fare al caso vostro.

 

Ci sarebbero anche alcune ristampe di cui parlare, un paio, ottime, della Real Gone Music, il disco solista di Claudia Lennear e un doppio CD Live dei Jefferson Starship, annata 1975, quando in formazione c’erano ancora Grace Slick, Paul Kantner, Marty Balin, David Freiberg, Craig Chaquico e tutto il cucuzzaro, ma ne parliamo in un’altra occasione, perché sono anche in periodo Busca e quindi ho un surplus di lavoro. Per le uscite di oggi è tutto.

Bruno Conti 

Una Estate Lunga 50 Anni (E Passa)! The Beach Boys – Made In California

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The Beach Boys – Made In California – Capitol/Universal 6CD Box Set

C’era da aspettarselo che come capitolo finale delle pubblicazioni per celebrare i 50 anni dei Beach Boys (anche se nel frattempo Mike Love ha ricominciato la sua personale guerra verso il resto del gruppo), dopo la sequenza disco nuovo-tour mondiale-DVD live-Greatest Hits-CD live, la Capitol (label storica del gruppo) pubblicasse l’obbligatorio supercofanetto retrospettivo. A dire il vero quando ho letto la notizia che un cofanetto di 6CD era in preparazione ho storto un po’ il naso, dato che nel 1993 (per il trentennio) Brian Wilson e compagni pubblicarono Good Vibrations, un box set quintuplo molto ben fatto e decisamente esauriente (e non è che i ragazzi negli ultimi vent’anni siano stati discograficamente molto attivi come band): paventavo quindi quello che è successo con i Byrds, che fecero uscire un meraviglioso box quadruplo nel 1990, pieno di inediti e con addirittura una reunion estemporanea per registrare quattro brani nuovi, per poi rovinare tutto nel 2006 con un altro cofanetto, There Is A Season, meno interessante e praticamente inutile.

Ebbene, ora che ho tra le mani il prodotto finito devo (con piacere, visto quello che costa) ricredermi: Made In California è senza dubbio la retrospettiva definitiva del leggendario gruppo californiano, che rende semmai Good Vibrations un oggetto non più necessario. Certo, ci sono parecchie ripetizioni, i classici della band ci sono proprio tutti (e ci mancherebbe), ma la selezione, ripartita su sei CD di lunga durata, è molto più accurata che sul box precedente (nel quale era compresa nei primi quattro dischetti, essendo il quinto più che altro una serie di prove di studio).

Si va dunque da Surfin’, il primo singolo uscito nel 1961, fino al loro ultimo album That’s Why God Made The Radio, passando in rassegna tutti i periodi della carriera, e lasciando per fortuna da parte le ciofeche (che, specie negli anni ottanta, non mancavano). Ma quello che è il fiore all’occhiello dell’operazione sono i più di sessanta inediti strillati anche sullo sticker in copertina: per l’esattezza sarebbero 64, anche se io tenderei a considerarne come tali “solo” una cinquantina, dato che non sarò mai d’accordo nel considerare inediti le versioni remixate di canzoni note.

E comunque quello che c’è basta ed avanza: partendo dal quinto CD, che contiene quindici perfomances dal vivo mai sentite, che vanno dal 1965 al 1993 (con vere chicche come Runaway di Del Shannon, The Letter dei Box Tops, una I Can Hear Music del 1975 e due brani anche dalla tournée acustica del 1993) ed arrivando al sesto, con ben 26 registrazioni totalmente “unreleased”, prese dai loro archivi, più alcuni pezzi incisi per la BBC, una vera e propria manna per ogni fan dei ragazzi, non sto ad elencarvi i brani perché ci vorrebbe un post a parte.

Non è che nei primi quattro CD non ci siano delle sorprese: versioni di gruppo di California Feelin’ e Soul Searchin’, due brani ripresi in seguito da Brian Wilson da solo (e nella seconda la voce solista è del fratello scomparso Carl), la bellissima e malinconica (Wouldn’t It Be Nice To) Live Again, ad opera di Dennis, altro fratello di Brian passato a miglior vita, una innocua ma piacevole Goin’ To The Beach ed una divertente rilettura di Da Doo Ron Ron di Phil Spector (e portata al successo dalle Crystals).

Se a tutto aggiungiamo la confezione lussuosa, un libro ricco di notizie e di foto inedite, note accurate brano per brano (con anno di uscita, album di appartenenza e posizione in classifica) ed una impressionante lista di sessionmen che hanno collaborato durante tutti i 50 anni (rigorosamente in ordine alfabetico), oltre chiaramente al valore artistico del contenuto musicale,  non esiterei a definire Made In California un’opera imperdibile.

Non è solo musica, è cultura.

Marco Verdi

*NDB Questa è la tracklist completa:

Disc 1:
1. Home Recordings / “Surfin'” Rehearsal Highlights (2012 Edit – Mono)
2. Surfin’ (with Session Intro – Mono)
3. Their Hearts Were Full Of Spring (Demo – Mono)
4. Surfin’ Safari (Original Mono Long Version)
5. 409 (Original Mono Long Version)
6. Lonely Sea (Original Mono Mix)
7. Surfin’ U.S.A.
8. Shut Down (2003 Stereo Mix)
9. Surfer Girl
10. Little Deuce Coupe
11. Catch A Wave
12. Our Car Club
13. Surfers Rule (with Session Intro)
14. In My Room
15. Back Home
16. Be True To Your School (Mono Single Version)
17. Ballad Of Ole’ Betsy
18. Little Saint Nick (Stereo Single Version)
19. Fun, Fun, Fun (Mono Single Version)
20. Little Honda
21. Don’t Worry Baby (2009 Stereo Mix)
22. Why Do Fools Fall In Love (2009 Stereo Mix)
23. The Warmth Of The Sun
24. I Get Around (with Session Intro – Mono)
25. Wendy (2007 Stereo Mix)
26. All Summer Long (2007 Stereo Mix)
27. Girls On The Beach
28. Don’t Back Down
29. When I Grow Up (To Be A Man) (2012 Stereo Mix)
30. All Dressed Up For School (Mono)
31. Please Let Me Wonder (2007 Stereo Mix)
32. Kiss Me, Baby (2000 Stereo Mix)
33. In The Back of My Mind (2012 Stereo Mix)
34. Dance, Dance, Dance (2003 Stereo Mix)

Disc 2:
1. Do You Wanna Dance (2012 Stereo Mix)
2. Help Me, Rhonda (Mono Single Version)
3. California Girls (2002 Stereo Mix)
4. Amusement Parks USA (Early Version)
5. Salt Lake City (2001 Stereo Mix)
6. Let Him Run Wild (2007 Stereo Mix)
7. Graduation Day (Session Excerpt and Master Take, 2012 Mix)
8. The Little Girl I Once Knew (Mono)
9. There’s No Other (Like My Baby) (2012 “Unplugged” Mix with Party Session Intro)
10. Barbara Ann (2012 Stereo Mix)
11. Radio Spot “Wonderful KYA” (Mono)
12. Sloop John B (1996 Stereo Mix)
13. Wouldn’t It Be Nice (2001 Stereo Mix)
14. God Only Knows (1996 Stereo Mix)
15. I Just Wasn’t Made For These Times (1996 Stereo Mix)
16. Caroline No (1996 Stereo Mix)
17. Good Vibrations (Mono)
18. Our Prayer (2012 “Smile Sessions” Stereo Mix)
19. Heroes And Villains: Part 1 (“Smile Sessions” Mix – Mono)
20. Heroes And Villains: Part 2 (“Smile Sessions” Mix – Mono)
21. Vega-Tables (“Smile Sessions” Stereo Mix)
22. Wind Chimes (“Smile Sessions” Stereo Mix)
23. The Elements: Fire (Mrs. O’Leary’s Cow) (“Smile Sessions” Mix – Mono)
24. Cabin Essence (“Smile Sessions” Mix – Mono)
25. Heroes And Villains (2012 Stereo Mix)
26. Wonderful (2012 Stereo Mix)
27. Country Air (2012 Stereo Mix)
28. Wild Honey (2012 Stereo Mix)

Disc 3:
1. Darlin’ (2012 Stereo Mix)
2. Let The Wind Blow (2001 Stereo Mix)
3. Meant For You (Alternate Version)
4. Friends
5. Little Bird
6. Busy Doin’ Nothin’
7. Sail Plane Song (2012 Stereo Mix)
8. We’re Together Again (2012 Stereo Mix)
9. Radio Spot “Murray The K” (Mono)
10. Do It Again (2012 Stereo Mix)
11. Old Man River (Vocal Section)
12. Be With Me
13. I Can Hear Music
14. Time To Get Alone
15. I Went To Sleep
16. Can’t Wait Too Long (A Cappella)
17. Break Away (Alternate Version)
18. Celebrate The News
19. Cotton Fields (The Cotton Song) (Single Version, 2001 Stereo Mix)
20. Susie Cincinnati (2012 Mix)
21. Good Time
22. Slip On Through
23. Add Some Music To Your Day
24. This Whole World
25. Forever
26. It’s About Time
27. Soulful Old Man Sunshine
28. Fallin’ In Love (2009 Stereo Mix)
29. Sound Of Free (Mono Single Version)
30. ‘Til I Die
31. Surf’s Up

Disc 4:
1. Don’t Go Near The Water
2. Disney Girls (1957)
3. Feel Flows
4. (Wouldn’t It Be Nice To) Live Again
5. Marcella
6. All This Is That
7. Sail On Sailor
8. The Trader
9. California Saga (On My Way To Sunny Californ-I-A)
10. Rock And Roll Music (2012 Mix w/Extra Verse)
11. It’s OK (Alternate Mix)
12. Had To Phone Ya
13. Let Us Go On This Way
14. I’ll Bet He’s Nice
15. Solar System
16. The Night Was So Young
17. It’s Over Now (Alternate Mix)
18. Come Go With Me
19. California Feelin’
20. Brian’s Back (Alternate Mix)
21. Good Timin’
22. Angel Come Home
23. Baby Blue
24. It’s A Beautiful Day (Single Edit) (2012 Mix)
25. Goin’ To The Beach

Disc 5:
1. Goin’ On
2. Why Don’t They Let Us Fall In Love
3. Da Doo Ron Ron
4. Getcha Back
5. California Dreamin’
6. Kokomo
7. Soul Searchin’
8. You’re Still A Mystery
9. That’s Why God Made The Radio
10. Isn’t It Time (Single Version)
11. Runaway (Live – Chicago 1965 — w/Concert Promo Intro – Mono)
12. You’re So Good To Me (Live – Paris 1966 – Mono)
13. The Letter (Live – Hawaii Rehearsal 1967)
14. Friends (Live – Chicago 1968 – Mono)
15. Little Bird (Live – Chicago 1968 – Mono)
16. All I Want To Do (Live – London 1968)
17. Help Me, Rhonda (Live – New Jersey 1972)
18. Wild Honey (Live – New Jersey 1972)
19. Only With You (Live – New York 1972)
20. It’s About Time (Live – Chicago 1973)
21. I Can Hear Music (Live – Maryland 1975)
22. Vegetables (Live – New York 1993)
23. Wonderful (Live – New York 1993)
24. Sail On Sailor (Live – Louisville 1995)
25. Summer In Paradise (Live – Wembley 1993)

Disc 6:
1. Radio Spot (1966 — Mono)
2. Slip On Through (A Cappella Mix)
3. Don’t Worry Baby (Stereo Session Outtake w/ Alternate Lead Vocal)
4. Pom Pom Play Girl (Vocal Session Highlight)
5. Guess I’m Dumb (Instrumental Track w/Background Vocals)
6. Sherry She Needs Me (1965 Track w/1976 Vocal)
7. Mona Kana (Instrumental Track)
8. This Whole World (A Cappella)
9. Where Is She?
10. Had To Phone Ya (Instrumental Track)
11. SMiLE Backing Vocals Montage (from “The Smile Sessions”)
12. Good Vibrations (Stereo Track Sections)
13. Be With Me (Demo)
14. I Believe In Miracles (Vocal Section)
15. Why (Instrumental Track)
16. Barnyard Blues
17. Don’t Go Near The Water (Instrumental Track)
18. You’ve Lost That Lovin’ Feeling
19. Transcendental Meditation (Instrumental Track)
20. Our Sweet Love (Vocals w/Strings)
21. Back Home (1970 Version)
22. California Feelin’ (Original Demo)
23. California Girls (“Lei’d In Hawaii” Studio Version)
24. Help You, Rhonda (“Lei’d In Hawaii” Studio Version)
25. Surf’s Up (1967 Version) (2012 Mix)
26. My Love Lives On
27. Radio Spot (1964 – Mono)
28. Wendy (BBC — Live in the Studio 1964 – Mono)
29. When I Grow Up (To Be A Man) (BBC — Live in the Studio 1964 – Mono)
30. Hushabye (BBC — Live in the Studio 1964 – Mono)
31. Carl Wilson: Coda (2013 Edit)

Novità Di Settembre Parte Ia. Neko Case, North Mississippi Allstars, Volcano Choir, Reckless Kelly, Sweet Relief III

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E siamo arrivati anche a settembre: consueta lista delle uscite previste per domani, martedì 3 settembre (le date che leggete abitualmente sul Blog, sono indicative e sono quelle segnalate da case discografiche, etichette e siti degli artisti, per cui può capitare che i CD siano in circolazione anche prima di quella data, ma in modo diciamo non ufficiale). Questa settimana escono anche le due ristampe di Mike Oldfield, Crises e Five Miles Out in vari formati, di cui cui vi avevo parlato già nel lontano giugno, dell’ottimo Okkervil River avete letto ieri, esce pure un CD+DVD, DVD o Blu-Ray di Bryan Adams, Live At Sydney Opera House, il nuovo Over The Rhine, Meet Me At The Edge Of The World, di cui vi ha parlato chi scrive, il doppio Rarities di Rod Stewart e altri dischi, tipo Nine Inch Nails e John Legend, che non rientrano nel target del Blog. Più parecchie altre novità interessanti che trovate divise in due parti, come sta diventando abitudine consolidata.

Neko Case era all’incirca da quattro anni, dai tempi di Middle Cyclone, che l’aveva portata nei Top 5 delle classifiche di Billboard, che non pubblicava un nuovo album. Anni che sono stati ricchi di problemi, tra cui una leggera forma di depressione, anche causata dal ricordo macerato per le perdite dei genitori e dell’amata nonna che erano state accantonate e in questo disco vengono affrontate di nuovo con forza. Già il titolo, lunghissimo, è indicativo, The Worse Things Get, The Harder I Fight, The Harder I Fight, The More I Love You. Perchè vedete due diverse copertine? Perché anche la Anti non si è tirata indietro da questa “sciagurata” abitudine della doppia versione, normale e Deluxe, ma in un disco singolo, una con tre brani in più dell’altra, molto più costosa e anche, in questo caso, con copertine e confezioni diverse. Per il resto il disco mi sembra molto bello, con la partecipazione di membri assortiti di Los Lobos, Calexico, My Morning Jacket, Camera Oscura e componenti  vari del suo “secondo gruppo”, i New Pornographers, con cui ha cantato in cinque album, oltre ai sei da solista, un paio di Live e molte collaborazioni, e la Case si conferma una delle cantautrici più brave ed eclettiche in circolazione.

Dopo l’ottimo Keys To The Kingdom del 2011 temp-086ee697a949edee280239fe48ea96b8.html, e “decine” di progetti collaterali, tornano i North Mississippi Allstars con un nuovo album di studio, World Boogie Is Coming, sempre per la loro etichetta Song Of The South e con la partecipazione, come è consuetudine nei loro dischi, di molti ospiti, da Lightnin’ Malcolm, Duwayne e Garry Burnside, Kenny Brown, Alvin Youngblood Hart, Sharde Thomas, Chris Chew, Sid e Steve Selvidge, financo Robert Plant, ma all’armonica, nei due brani iniziali. Consueto, ma sembre benvenuto, album di southern rock blues elettrico.

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Seconda “terzina” di uscite.

I Volcano Choir sono l’ennesimo gruppo di Bon Iver (o meglio di Justin Vernon), oltre agli Shouting Matches, di cui qualche mese fa era uscito il debutto Grownass Man. Repave è il secondo disco per questa sigla, dopo Unmap del 2009, che vede insieme Vernon con alcuni componenti di The Collections Colonies Of Bees, per un sound più “rude” e sperimentale rispetto al suo moniker da solista, differente anche dal semi rock-blues diretto, in trio, degli Shouting Matches. L’etichetta è la Jagjaguwar, file under alternative indie-rock-

E i Reckless Kelly dei fratelli Braun sotto cosa li cataloghiamo? Alternative country-rock. Ah, va bene. Oppure anche come “bravi”, semplicemente. Long Night Moon. che esce per la loro No Big Deal Records. dovrebbe essere l’undicesimo disco, compresi i Live, e li conferma tra i migliori eredi della grande tradizione del country-rock classico misto al southern rock del loro Texas natio, con tante chitarre e belle canzoni dalle armonie irresistibili.

Quella dei dischi della serie Sweet Relief, per la raccolta di fondi per la ricerca sulla sclerosi multipla, giunge al terzo capitolo, dopo il disco dedicato a Victoria Williams, affetta dalla malattia e il secondo, con le canzoni dello scomparso Vic Chesnutt. Questa volta, per Sweet Relief III: Pennies From Heaven il tema del disco ruota intorno alle canzoni sull’aiuto e l’assistenza a chi ha bisogno e c’è la solita pattuglia di ottimi cantanti sul CD distribuito dalla Vanguard:

Ron Sexsmith                  Pennies From Heaven

Shelby Lynne                  Brother Where Are You

Sam Phillips                     Big Spender

k.d. lang                           How Did You Find Me Here

Ben Harper                      Crazy Love

Genevieve Toupin            Heart Of Gold

Joseph Arthur                   If I Needed You

Rickie Lee Jones              Surfer Girl

Tina Schlieske                  With A Little Help From My Friends

Victoria Williams               Change Is Gonna Come

She & Him                         King Of The Road

Eleni Mandell                    I’ll Be Home

Jackson Browne               Don’t Let Us Get Sick

Per una buona causa e l’occasione per i fans di alcuni cantanti presenti di arricchire la loro collezione.

Domani il seguito delle uscite del 3 settembre.

Bruno Conti

C’era Una Volta Nel New Hampshire! Okkervil River – The Silver Gymnasium

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Okkervil River – The Silver Gymnasium –  Ato Records 03-09-2013

Premetto che sono di parte, ma se mi trovassi a dover fornire il nome di una sola indie-rock band a dover rappresentare la categoria nell’ultima decade, la mia scelta cadrebbe inevitabilmente sugli Okkervil River (arrivano da Austin, Texas). Formatisi sul finire degli anni ’90 per mano del cantante e chitarrista Will Sheff e di un pugno di altri ottimi musicisti, tra cui Johnathan Meiburg (leader, agli inizi anche con Sheff, di un altro ottimo gruppo, gli Shearwater), la musica della band si muove dalle parti di una forma (inizialmente) di rock-ballad, ma capace di inglobare al suo interno elementi folk e country e un’anima pop dal retroterra “indie”. Dopo un paio di EP Bedroom) e Stars Too Small To Use (98), esordiscono per la Jagjaguwar (un sodalizio durato fino al precedente album di studio) con Don’t Fall In Love With Everyone You See (2002), a cui fanno seguire il capolavoro Down The River Of Golden Dreams (2003), Black Sheep Boy (2005), completato dall’EP Black Sheep Boy Appendix (2006). Con The Stage Names (2007) e The Stand Ins (2008), il gruppo intraprende una nuova rotta con delle tonalità rock più lievi, che si manifestano anche in I Am Very Far (2011), intervallato dalla splendida collaborazione con Roky Erickson in True Love Cast Out All Evil (2010).  

Questo ultimo lavoro The Silver Gymnasium (è una rappresentazione autobiografica dell’adolescenza di Sheff nella sua città natale, Meriden, New Hampshire), vede l’attuale line-up del gruppo oltre allo storico fondatore e leader (voce, chitarre e armonica), composta da Brian Cassidy alla chitarra elettrica, Jonathan Meiburg al banjo, Patrick Pestorius al basso, Lauren Gurgiolo alla lap steel, Justin Sherburn al piano e tastiere e Cully Symington alla batteria e percussioni, alle prese con cinquanta minuti di musica stringata, solida e diretta, con la giusta alternanza tra ballate, brani alt-country e rock.

Un pianoforte introduce l’iniziale It Was My Season, passando poi ai riff di On a Balcony, per arrivare al saltellante ritmo di Down Down The Deep River. La prima ballata,arriva come da prassi col quarto pezzo Pink-Slips, mentre Lido Pier Suicide Car è uno di quei brani folk-rock in cui gli Okkervil River sono maestri, seguita da una Where The Spirit Left Us dall’andamento cadenzato e pulsante, mentre White è una rock song dall’ineffabile melodia pop, che si realizza attraverso un crescendo emozionale nel finale. Con Stay Young i toni cambiano attraverso una melodia dal passo svelto ed efficace (che mi pare rimandi ai Counting Crows), seguita dalla martellante Walking Without Frankie, dall’arrangiamento ricchissimo di chitarre e tastiere, con venature quasi “psichedeliche”. Il brano seguente (che da sola varrebbe il prezzo del CD) All The Time Every Day, è una di quelle rock song dalla melodia e dall’andamento irresistibile (alla Waterboys), che nel crescendo finale arriva all’apoteosi con un suono di trombe. E non poteva esserci chiusura migliore con una Black Nemo dai forti sapori pop, post Beach Boys.

Gli Okkervil River sono ragazzi che credono in quello che fanno, e sanno imprimere una passione ed un entusiasmo che non è poi così comune trovare nel panorama musicale odierno, passione ed entusiasmo certificata anche in questo The Silver Gymnasium, un disco di rara bellezza, confezionato con grazia e cura, a partire dall’artwork come sempre affascinante di William Schaff, che si prenota (mi ripeto, sono di parte) per un posticino tra i migliori dell’anno, e che non posso far altro che consigliare a tutti i lettori di questo “Blog”.

Esce martedì 3 settembre.

Tino Montanari

Chi E’ “Me”, Chi E’ The Devil E Quando Uscira? Notizie Dalla Bassa Lombardia.

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Vi do un “aiutino”: uno si chiama Ed, l’altro Chris, il disco è pronto, sono dieci canzoni e si dovrebbe chiamare Me And The Devil. Prossimamente altre notizie! (foto Renato Cifarelli)

Bruno Conti