Joan Osborne – Trouble And Strife – Womanly Hip Records/Thirty Tigers
Sono passati ormai venticinque anni dal successo planetario di Relish e del singolo scala classifiche One Of Us, ma per fortuna Joan Osborne non ha perso entusiasmo e voglia di pubblicare nuove canzoni, nonostante l’anno travagliatissimo che stiamo vivendo. Dico per fortuna perché sarebbe un vero peccato non poter più ascoltare una voce come la sua, che, per timbrica, espressività e duttilità, ritengo tra le migliori in circolazione. Può permettersi di cantare qualunque cosa Joan, e anche se purtroppo sembra aver un po’ accantonato le sue origini di interprete rock blues, nel pop & soul che domina le sue ultime produzioni il livello non è mai sceso sotto il limite del buon gusto e del prodotto di classe. Dopo la buona parentesi del tributo al menestrello di Duluth, Songs Of BobDylan, pubblicato tre anni fa https://discoclub.myblog.it/2017/09/02/ci-mancava-giusto-un-altro-bel-tributo-joan-osborne-songs-of-bob-dylan/ , la Osborne è tornata a comporre ed incidere materiale originale nel suo studio di Brooklyn, riunendo per l’occasione un gruppo di musicisti affidabili e suoi collaboratori da parecchio tempo, i chitarristi Jack Petruzzelli, Nels Cline (Wilco) ed Andrew Carillo, il tastierista Keith Cotton, il bassista Richard Hammond e il batterista Aaron Comess (Spin Doctors).
Ne è scaturito un album dalle atmosfere piuttosto variegate, come il cursore che passa sulle frequenze di varie stazioni radio degli anni settanta, spaziando tra rock, country, blues, funk e persino un tocco di glam e disco. Il brano di apertura, Take It Any Way I Can Get It, potrebbe uscire da un qualunque lavoro della Tedeschi Trucks Band, caratterizzato com’è dal suono di chitarre smaccatamente southern e Joan lo interpreta da par suo supportata dalle quattro brillanti coriste, Catherine Russell, Ada Dyer, Martha Redbone e Audrey Martells. Le cadenze funky della successiva What’s That You Say, non tra le mie preferite a dire il vero, accompagnano la drammatica vicenda di Ana Maria Rea, messicana emigrata in Texas da bambina con la famiglia. E’ sua la voce che racconta in spagnolo sullo sfondo parte delle traversie che ha subito, concludendo con un significativo “no tengo miedo!” (non ho paura). Di abuso di potere si parla in Hands Off, un robusto blues rock che ricorda il Tom Petty di Mojo, in cui la voce della protagonista graffia come ai bei tempi degli esordi.
L’uso del sintetizzatore Prophet 6 da parte del tastierista Keith Cotton conferisce un gusto retro’ alla ritmica ballad Never Get Tired (Of Loving You), una accorata invocazione di stabilità in tempi così incerti, mentre per la title-track Trouble And Strife le chitarre tornano in primo piano con ottimi fraseggi all’interno di un robusto country-rock di matrice texana. Con la lenta e romantica Whole Wide World torniamo ai già citati seventies e in particolare allo stile dei gruppi di r&b che mietevano successi in quegli anni, come i Chi-Lites. In Meat & Potatoes invece, la Osborne sembra voler fare il verso a Prince, sua sicura fonte di ispirazione, ma il pezzo risulta piuttosto monotono e inconcludente. Molto meglio le sonorità luminose e piacevolmente psichedeliche di Boy Dontcha Know, che per strumentazione e struttura melodica rimanda a certe perle dei Big Star di Alex Chilton. Troviamo ancora del pop rock di pregevole fattura in That Was A Lie, che a dispetto della sua atmosfera solare nasconde un testo di aperta denuncia nei confronti della corruzione che Joan vede diffondersi nelle istituzioni americane. Il finale è affidato al gospel rock di Panama, il cui testo, ha dichiarato la sua autrice, è ancora una volta fortemente influenzato da Bob Dylan e dalla sua straordinaria capacità di proporre liriche al vetriolo all’interno di strutture musicali scarne e dirette come quelle del blues e del folk.
Con molti pregi e poche cadute di tono, questo Trouble And Strife può costituire una piacevolissima colonna sonora per questo difficile autunno e conferma Joan Osborne come una delle cantautrici più vitali ed interessanti del panorama americano oltreché interprete di gran classe.
Jono Manson ha da anni un rapporto speciale con la nostra penisola, avendo collaborato più volte con alcuni dei migliori musicisti nostrani come i Mandolin’ Brothers (è anche il produttore del loro ultimo 6), i Gang (Jono era dietro la consolle sia per Sangue E Cenere che per il bellissimo Calibro 77, e pare che concederà il tris anche per il prossimo lavoro dei fratelli Severini), Andrea Parodi e Paolo Bonfanti, oltre ad aver fatto parte del supergruppo Barnetti Bros. Band con Parodi, Massimiliano Larocca e Massimo Bubola e non mancare quasi mai nelle kermesse annuali del Buscadero Day. Ma Jono non vive in Italia, abita da anni a Santa Fe (New Mexico), e si ritrova a dover mandare avanti anche la sua carriera di musicista in proprio, ormai ferma al 2016 con l’ottimo The Slight Variationshttps://discoclub.myblog.it/2017/02/09/variazioni-lievi-ma-significative-sempre-ottima-musica-jono-manson-the-slight-variations/: Manson si è preso del tempo, ha scelto le canzoni che reputava migliori ed è riuscito a fare ciò che si era prefissato, cioè il capolavoro di una vita. Sì, perché Silver Moon (questo il titolo del suo nuovo album, sempre distribuito dalla Appaloosa, altro punto di contatto con l’Italia) è un grande disco, il più bello, il più convinto di sempre per quanto riguarda il songwriter newyorkese, un lavoro dal respiro internazionale in cui la sua consueta miscela di ballate e brani rock in puro stile Americana toccano il vertice artistico massimo.
Jono questo lo sapeva, se lo sentiva, ed è per questo che per arricchire ancora di più il piatto ha chiamato attorno a lui una serie di ospiti da far tremare i polsi: non ci sono superstar (non aspettatevi Clapton o Knopfler), ma comunque non è da tutti avere contemporaneamente in un proprio album Warren Haynes, Terry Allen, James Maddock, Eliza Gilkyson, Joan Osborne, Eric “Roscoe” Ambel, oltre al nostro Bonfanti, al chitarrista degli Spin Doctors Eric Schenkman, all’altro axeman Eric McFadden fino al bravissimo tastierista Jason Crosby ed agli abituali collaboratori di Manson (Ronnie Johnson al basso, Paul Pearcy alla batteria e Jon Graboff alle chitarre e steel). Ma gli ospiti danno solo quel qualcosa in più, servirebbero a poco se non ci fossero le canzoni, ed in Silver Moon ne troviamo di bellissime, a partire da Home Again To You, scintillante pezzo che porta alla mente il primo Steve Earle, quello a metà tra country e rock: ritmo spedito, melodia accattivante e squisito accompagnamento chitarristico jingle-jangle. Only A Dream è cantata a due voci con Maddock, ed è una sontuosa rock ballad elettrica di stampo classico con il passo di quelle dei grandi della nostra musica, davvero bella, mentre la title track è una luccicante ballatona sudista, calda nei suoni ed impreziosita dagli splendidi organo e piano elettrico di Crosby e soprattutto dall’inconfondibile slide di Haynes: altra grande canzone.
Si rimane al sud con la goduriosa Loved Me Into Loving Again, saltellante e gustoso errebi con la voce di Manson doppiata dalla Osborne e l’aggiunta di una sezione fiati di quattro elementi; I Have A Heart è tosta ed elettrica, puro rock’n’roll di quelli che trascinano fin dalle prime note, con Springsteen come ispirazione principale, a differenza di I Believe che è un’intensa slow ballad dalle leggere reminiscenze dylaniane (ma vedo anche Butch Hancock) e con un motivo toccante e bellissimo. Con la cadenzata I’m A Pig siamo in territori rock-blues per un brano decisamente grintoso dominato dal piano di Crosby e dalla chitarra di Schenkman (e con un refrain corale vincente), Shooter è ancora più rock, una ballata elettrica e chitarristica di notevole impatto con Bonfanti che fa il bello e il cattivo tempo, mentre The Christian Thing è un lento strepitoso che sa un po’ di Messico ed un po’ di southern country, reso ancora più bello dalle voci di Terry Allen e della Gilkyson. Face The Music è ancora puro rock’n’roll ed è una delle più immediate ed irresistibili, Everything That’s Old (Again Is New) introduce un’atmosfera pop ed una slide degna di George Harrison, e porta alle due canzoni conclusive: la country ballad Every Once In A While, tersa e limpida, ed il blues elettrico e “texano” The Wrong Angel, di nuovo con Bonfanti alla solista. Jono Manson con questo Silver Moon è dunque riuscito perfettamente nel suo intento di regalarci il suo disco più bello di sempre (non disdegnando “a little help from his friends”), un lavoro che conferma la sua bravura nella scrittura, la sua competenza ed il suo amore per la vera musica.
The Sherman Holmes Project –The Richmond Sessions – Virginia Foundation/M.C. Records/Ird
Sherman Holmes, con il fratello minore Wendell e con Popsy Dixon, il batterista e voce in falsetto, per quasi trenta anni è stato l’anima degli Holmes Brothers, un trio che fondeva mirabilmente gospel, soul, R&B, blues, con abbondanti dosi di “Americana”. A tre anni dalla scomparsa dei due pards, Sherman torna sul “luogo del delitto”, ovvero la Virginia, da cui venivano entrambi i fratelli, per The Richmond Sessions, un progetto corale definito Sherman Holmes Project, in cui sono confluiti anche alcuni dei migliori “pickers” americani, da Rob Ickes al dobro, strumentista e leader dei Blue Highways a Sammy Shelor al banjo, della Lonesome River Band, passando per l’ottimo Jared Pool che suona il mandolino e la Telecaster, senza dimenticare il violinista, David Van Deventer, anche lui musicista di pregio. Coordina il tutto l’armonicista Jon Lohman del Virginia Folklife Project, che negli studi di Richmond ha prodotto questo bellissimo album, che agli elementi citati prima degli Holmes Brothers, ha aggiunto una corposa patina country e bluegrass, senza tralasciare il rock, che viaggia dalle parti della Band e della musica di Levon Helm, grande fan del trio, e, in questo caso, punto di riferimento per la musica che ne è risultata.
Naturalmente non manca l’amato gospel-soul rappresentato dalle Ingramettes, guidate dalla giovane Almeta Ingram-Miller, che ha preso il posto della mamma nel trio vocale femminile. Ci sono altri musicisti nel disco, ma citerei soprattutto la bravissima Joan Osborne, ospite in una evocativa versione di un capolavoro assoluto della soul music, quella Dark End Of The Street, scritta da due geni della musica sudista come Chips Moman e Dan Penn, che ogni tanto riaffiora dalle nebbie del tempo anche per ricordarci il suo primo interprete, il grande James Carrhttps://www.youtube.com/watch?v=HC3AXQ8dPJM . Il disco si apre con una brillantissima versione del traditional Rock Of Ages, che oltre a ricordare il titolo di uno dei dischi storici della Band, ci riporta alla mente il sound dei dischi di Helm dell’ultimo periodo, Dirt Farmer e Electric Dirt, ma pure le Midnight Rambles che si svolgevano nel suo studio vicino a casa, con godibilissimi interscambi tra le voci di Sherman, ancora in grande forma e la Ingram-Miller, con il guizzante violino di Van Deventer, il dobro di ickes, il banjo di Shelor, il mandolino di Pool, ma anche una solida sezione ritmica, dove svetta il basso della stesso Holmes, molto presente, il risultato è consistente e brillante, come ribadisce una Liza Jane deliziosa dal songbook di Vince Gill, un piccolo gioiellino di bluegrass-country quasi progressivo, dove si apprezza anche il contrabbasso di Jacob Eller. Ma anche la meravigliosa cover della classica Don’t Do It, un pezzo di Holland-Dozier-Holland che cantava Marvin Gaye, ma di cui la Band rilasciò diverse splendide versioni, sia in 45 giri che nel citato Live Rock Of Ages, infatti il brano viene riportato con questo titolo e non con l’originale di Baby Dont’ You Do It, tanto ricorda la versione della Band https://www.youtube.com/watch?v=11Y987Uf1wYe nella rilettura attuale si apprezza, oltre ai cori “acrobatici”, anche il piano di Stuart Hamlin.
Non manca il gospel quasi puro (ma con profonde venature acustiche countrry) del solenne traditional I Want Jesus, e poi nell’alternanza degli stili, una mossa e deliziosa Breaking Up Somebody’s Home, un classico della Stax, qui riproposta in stile bluegrass-soul, con il dobro e il violino in evidenza oltre all’armonica di Lehman. Si torna al country con una bella rilettura di Lonesome River di Jim Lauderdale, un piacevole valzerone country dove si apprezza di nuovo la voce ferma ed espressiva di Sherman. Poteva mancare una country-funky Green River dei Creedence, con tanto di basso slappato? O un altro delizioso gospel intriso di soul come Wide River, con le voci femminili a titillare Holmes, mentre il piano regala un tocco quasi alla Randy Newman. White Dove di Stanley Carter è un classico del bluegrass, altra ghiotta occasione per i grandi pickers di illuminare ancora una volta questo album, che si chiude gloriosamente con le note irresistibili di una sorprendente Homeless Child di Ben Harper.
Joan Osborne – Songs Of Bob Dylan – Womanly Hip Records/Thirty Tigers
Terzo album pubblicato in questo ultimo breve periodo, tre o quattro mesi, dedicato alle canzoni di Bob Dylan, eseguite da un singolo artista o gruppo: diciamo che se non è un record, è comunque una buona media. E non c’è neppure la scusa dei 50 anni di carriera o del 75° compleanno: nel caso specifico di Joan Osborne, perché di lei stiamo parlando, questo album prende lo spunto da due diverse serie di concerti, entrambe della durata di una settimana, tenute al Café Carlyle di New York nel marzo 2016 e 2017, accompagnata dal chitarrista Jack Petruzzelli e dal tastierista Keith Cotton, con Petruzzelli, collaboratore, co-autore e produttore dei dischi della Osborne fin dall’inizio della carriera della cantante del Kentucky. Quindi radici nel centro-sud degli States, un amore particolare per New York, la città dove vive, ma anche per la musica gospel, soul e country, da sempre presenti nel suo carnet musicale. Dopo la visione country-bluegrass-roots di un gruppo, gli Old Crow Medicine Show, alle prese con un album specifico, Blonde On Blondehttp://discoclub.myblog.it/2017/05/09/come-rinfrescare-degnamente-un-capolavoro-assoluto-old-crow-medicine-show-50-years-of-blonde-on-blonde/ , e quella decisamente più rock, ma anche da cantautore classico, di uno dei “nuovi Dylan”, ovvero Willie Nilehttp://discoclub.myblog.it/2017/06/30/e-dopo-bob-sinatra-ecco-a-voi-willie-dylan-comunque-un-grande-disco-willie-nile-positively-bob/ , ecco ora quella di una interprete femminile, Joan Osborne, nota soprattutto per la sua voce calda e suadente, ma anche potente, oltre che per un brano, One Of Us, che conoscono anche i muri (anche nella versione italiana di Eugenio Finardi).
Devo confessare che ad un primo ascolto del promo CD, senza leggere i titoli, alcune delle canzoni non le avevo riconosciute che al ritornello o comunque non subito: e questo succede anche con il “vecchio Bob”, spesso ai suoi concerti non si riesce a capire cosa diavolo stia cantando, se non alla fine del brano, e alcune volte neppure lì; ma questa è una caratteristica del premio Nobel, che dell’arte di rivoltare i propri brani come un calzino ne ha fatto quasi una esigenza artistica, se però ci si mettono pure gli altri dobbiamo decidere se è un pregio o un difetto. D’accordo, l’interpretazione è decisiva in questo tipo di album, o anche nelle singole canzoni, ma, soprattutto nel songbook di Dylan, ogni tanto si è esagerato fin troppo nello stravolgere il tessuto musicale dei suoi brani. Tornando al disco, l’approccio sonoro è molto diversificato, ci sono brani più riusciti e altri meno, Joan Osborne ha affrontato, a mio parere, l’argomento come se si trattasse di registrare un suo nuovo disco, e quindi alla fine questo Songs Of Bob Dylan suona come un disco della Osborne, che però si è scelta un “buon” autore”! Per l’occasione la brava Joan ha anche ripristinato la sua vecchia etichetta Womanly Hip Records, con cui aveva inciso i primi dischi. Entrando nello specifico dei contenuti, ci sono brani che vengono da tutte le decadi della carriera di Dylan, con l’eccezione dei ’10 del nuovo secolo: l’apertura è affidata a una bella rilettura, quasi Muscle Shoals, molto sudista, di Tangled Up In Blue, il brano si avvale di un arrangiamento che privilegia un piano elettrico e la voce calda e partecipe della Osborne, ma anche le chitarre svolgono un lavoro non marginale.
Anche per Rainy Day Women #12 & #35, si è scelto un approccio quasi gospel blues, il tempo viene rallentato, una slide guida il suono sempre full band, ma i coretti mi sembrano turgidi ed artefatti, buona idea ma l’esecuzione forse meno. Buckets Of Rain, sempre da Blood On Tracks, predilige un suono più intimo, solo voce, piano e chitarra, e sembra decisamente una delle più riuscite; Highway 61 Revisited è ovviamente vicina al blues, ma è una di quelle che ho faticato a riconoscere, tempo cambiato, e anche se l’intensità non manca, non mi convince appieno, ma magari richiede più ascolti.. Quinn The Eskimo (The Mighty Quinn) trasformata in un country got gospel soul è una di quelle che meglio si adattano a questo stile, con organo e chitarre a sottolineare la bellissima voce della Osborne, e anche i cori, in questo caso, sono pertinenti, Tryin’ To Get To Heaven, in forma nuovamente di ballata voce e piano, con la chitarra elettrica a ricamare sullo sfondo è una delle versioni migliori, mentre Spanish Harlem Incident, una delle più vecchie, è un’altra delle canzoni in forma gospel-soul, con qualche tocco alla Blonde On Blonde, e fiati aggiunti. Dark Eyes, una delle scelte meno comuni, viene da Empire Burlesque, sembra quasi un brano dal repertorio di Judy Collins o Joan Baez, acustica e molto folk, ma con il tocco dell’organo a darle profondità.
High Water (For Charley Patton), il brano più recente, era su Love And Theft del 2001, dall’arrangiamento incalzante ed elettrico, quasi blues-rock, è una delle più gagliarde del disco, mentre You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go, il terzo brano scelto da Blood On The Tracks (evidentemente un album che ben si adatta ad un punto di vista femminile), ha nuovamente quella allure alla Collins o alla Baez, delicata e folkie, con un bel violino a delineare il sound. Seguono la sempre attuale Masters Of War, solo una voce, una chitarra acustica urgente e tanta rabbia, al limite un piano per sottolinearne il ritmo, e You Ain’t Goin’ Nowhere, ormai diventata quasi un classico della country music, un valzerone accogliente e delizioso, con violino, mandolino, piano e chitarre a dettare il tema musicale, sottolineato dalla bella voce della Osborne. Che ci lascia sulle note di uno dei brani più belli del Dylan “maturo”, la stupenda ballata pianistica Ring Them Bells. Sapete che vi dico, alla fine, dopo qualche ascolto, questo Songs Of Bob Dylan mi ha convinto, se insiste (e la pianta di cantare le canzoni di Sinatra) questo autore potrebbe darci ancora delle belle soddisfazioni, e pure la cantante è brava.
Per Il periodo delle festività Pasquali recupero ed ampio, a oltranza, la rubrica delle novità discografiche, quindi nei prossimi giorni una serie di Post dedicati a tutte le uscite del mese di aprile che già non hanno avuto degli spazi specifici nella prima parte del mese (anticipazioni comprese): ovviamente quelle reputate più interessanti per il Blog, a prescindere dal genere.
Linda Ronstadt – Duets – Rhino, raccoglie 15 brani che sono usciti, nel corso degli anni, non tutti negli album della Ronstadt ma in quelli degli artisti che duettano con lei (alcuni), quindi praticamente già editi, ad eccezione di quello con Laurie Lewis, ma non facili da avere tutti insieme negli album della cantante di Tucson, Arizona (ebbene sì, non è californiana di origine, ma sicuramente di adozione) https://www.youtube.com/watch?v=Vukee5J5N8E . Probabilmente non vedremo più nuovi album di Linda, che nel 2011 ha annunciato il suo ritiro e nel 2013 ha rivelato di essere ammalata del morbo di Parkinson. Quindi godiamoci questa raccolta di materiale anche raro ed inedito (ma ne mancano molti, quelli con George Jones, Johnny Cash, Nitty Gritty Dirt Band, Little Feat, Wendy Waldman e anche l’ultimo inciso con i Chieftains nel 2010) che include i seguenti brani:
1. “Adieu False Heart” with Ann Savoy 2. “I Can’t Get Over You” with Ann Savoy 3. “Walk Away Renee” with Ann Savoy
Le prime tre erano su Adieu False Heart il disco registrato in coppia con la cantante cajun Ann Savoy nel 2006 4. “The New Partner Waltz” with Carl Jackson
questa era nel tributo Livin’, Lovin’, Losin’: Song of the Louvin Brothers. 5. “I Never Will Marry” with Dolly Parton
su Simple Dreams del 1977 6. “Pretty Bird” with Laurie Lewis*
l’unico inedito, registrato con la cantante gospel 7. “I Can’t Help It (If I’m Still in Love With You)” with Emmylou Harris
questa si trovava su Heart Like A Wheel del 1974 (quindi niente brani neppure dellla serie del Trio, con Dolly Parton e Emmylou Harris 8. “Hasten Down The Wind” with Don Henley
questo brano, una cover di Warren Zevon. era sull’album omonimo del 1976 9. “Prisoner In Disguise” with J.D. Souther
dall’album omonimo del 1975
10. “I Think It’s Gonna Work Out Fine” with James Taylor
su Get Closer del 1982 11. “Don’t Know Much” with Aaron Neville 12. “All My Life” with Aaron Neville
i due con il cantante dei Neville Brothers erano su Cry Like a Rainstorm, Howl Like the Wind del 1989. 13. “Somewhere Out There” with James Ingram
il duetto con James Ingram era nella colonna sonora di An American Tail 14. “Sisters” with Bette Midler
e questo si trovava su Bette Midler Sings the Rosemary Clooney Songbook del 2003 15. “Moonlight In Vermont” with Frank Sinatra
per finire, da un altro Duets, quello di Frank Sinatra del 1993
Pochi giorni fa Linda Ronstadt è stata eletta nella Rock and Roll Hall Of Fame, dove non era presente, ma a parte per i grossi problemi di salute che le impediscono di cantare e di muoversi con facilità, la stessa Ronstadt ha detto che il premio non le interessava più di tanto perché, in fondo, lei non ha mai cantato Rock and Roll! (sarà l’effetto della malattia?).
Emmylou Harris – Wrecking Ball – Nonesuch Deluxe Edition 2 CD + DVD
Per l’occasione non si festeggia ipocritamente nessun anniversario dell’uscita del disco originale, pubblicato nel settembre del 1995 e registrato a New Orleans lo stesso anno, con la produzione di Daniel Lanois (vogliamo fare il 18° Anniversario?) https://www.youtube.com/watch?v=c-eYwBz4wkI . Forse il suo disco migliore di sempre (ma tra quelli degli anni ’70 usciti per la Warner, i cosiddetti album “country”, ce ne sono parecchi molto belli), subisce il trattamento Deluxe con i seguenti contenuti:
CD 1: Wrecking Ball
Where Will I Be
Goodbye
All My Tears
Wrecking Ball
Goin’ Back to Harlan
Deeper Well
Every Grain of Sand
Sweet Old World
May This Be Love
Orphan Girl
Blackhawk
Waltz Across Texas Tonight
CD 2:Deeper Well: The Wrecking Ball Outtakes
Still Water (Daniel Lanois)
Where Will I Be
All My Tears
How Will I Ever Be Simple Again (Richard Thompson)
Deeper Well
The Stranger Song (Leonard Cohen)
Sweet Old World
Gold (Emmylou Harris)
Blackhawk
May This Be Love
Goin’ Back to Harlan
Where Will I Be
DVD: Building the Wrecking Ball: A Documentary About the Making of Wrecking Ball
Martina McBride – Everlasting – Vinyl Records LLC
Una cantante di country che fa un disco di pezzi soul non è una cosa inconsueta, ma neppure tanto comune, in ogni caso meritoria. Anche la McBride non è più sotto contratto per una major a Nashville e ha fondato la propria etichetta (bello il nome!) e quindi magari i partner per i due duetti li poteva scegliere meglio (Gavin McGraw per Bring It On Home To Me, passi, il giovane non è poi malaccio, ma Kelly Clarkson per In The Basement? L’originale era un duetto tra Etta James e Sugar Pie DeSanto!) Che poi non è un disco solo di soul: Do Right Woman, Do Right Man Aretha Franklin, Suspicious Minds Elvis Presley,If You Don’t Know Me By Now Harold Melvin & The Blue Notes,Little Bit Of Rain Fred Neil, Come See About Me Supremes, What Becomes Of The Brokenhearted Jimmy Ruffin, I’ve Been Loving You Too Long Otis Redding, Wild Night Van Morrison, My Babe Willie Dixon/Little Walter, To Know Him Is To Love Him Phil Spector/Teddy Bears, più le due citate. Complimenti e auguri: lei ha una bella voce, una delle migliori in circolazione a Nashville e il disco è prodotto da Don Was, potrebbe essere una bella sorpresa (niente a che vedere con Michael Bolton). Sentito, molto piacevole. C’è anche una versione Deluxe con 14 brani https://www.youtube.com/watch?v=_MLobcBCGb0
Joan Osborne – Love And Hate – Membran/Entertainment One
Anche Joan Osborne aveva fatto un disco di covers, l’ultimo del 2012, Bring It On Home, quasi omonimo di quello della McBride, ma si trattava del brano di Willie Dixon non quello di Sam Cooke. Per il nuovo si parlava, negli annunci della stessa Joan di un disco influenzato da Astral Weeks di Van Morrison e Pink Moon di Nick Drake (perdinci e anche perbacco!). Qualcosa è rimasto ma il disco, dodici brani nuovi firmati dalla Osborne, è abbastanza vario, con arrangiamenti anche orchestrali in alcuni brani e più rock in altri, ad un ascolto veloce mi pare buono, anche jazzato a momenti. I tempi del successo di One Of Us possono anche essere lontani ma la nostra amica ha una bella voce e scrive delle canzoni interessanti https://www.youtube.com/watch?v=FTi3Y1sYam8 .
Marc Ford – Holy Ghost – Naim Edge/V2
Il suo nome, per molti, rimane inevitabilmente legato ai Black Crowes, di cui è stato il chitarrista dal 1992 al 1996, ma prima aveva suonato nei Burning Tree, autori di uno strepitoso album omonimo di rock-blues nel 1990. Ha suonato anche nella band di Ben Harper, con Marc Olson, nel live dei Gov’t Mule del 1999, quello con gli “amici”. E ha fatto quattro album da solista negli anni 2000, cinque con questo, il CD più da cantautore, molto riflessìvo e tranquillo, la chitarra ogni tanto parte ma meno del solito, comunque l’album, sentito velocemente, mi pare buono https://www.youtube.com/watch?v=QYsvXV6fHwA .
Jackson Taylor & The Sinners – Live At Billy Bob’s Texas CD+DVD Smith Music Group
Prosegue la benemerita serie di concerti (in CD+DVD) registrata nel famoso locale di Forth Worth, ormai dal lontano 1999, ne dovrebbero essere usciti almeno una quarantina. Questo con Jackson Taylor risale al luglio del 2013 ed è uno dei più pimpanti che mi è capitato di sentire: accompagnato dai suoi Sinners propone 16 brani, tra cui alcune covers, con il suo stile che mescola country texano, southern rock e musica cantautorale. Il nostro amico è veramente bravo, chi lo conosce già apprezzerà sicuramente anche questo live, per gli altri potrebbe essere una buona occasione per sentire uno dei nomi “nuovi” (cinque album in studio e questo dal vivo) provenienti dalla stato della stella solitaria https://www.youtube.com/watch?v=N3H2renQ2H8.
Andiamo a 6 titoli per Post, ci sono parecchi titoli da smaltire, per cui prevedo che andremo avanti per qualche giorno, magari inframmezzando con qualche recensione di album specifici.
Il 27 marzo uscirà il quarto e ultimo (?) capitolo delle Nomad Series dei Cowboys Junkies, il titolo è Wilderness, Proper in Europa, Razor & Tie in USA e Latent in Canada. Secondo quanto dice Michael Timmins nel loro sito la stesura dei brani di questo album era iniziata tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008 prima del viaggio in Cina che avrebbe poi dato vita al 1° capitolo Remnin’ Park, accantonata per dare vita agli progetti e poi ripresa e completata. Vedremo se per la legge dei numeri pari (2° e 4°) sarà magnifico come Demons o “solo” bello come gli altri due.
Quando l’ho visto la prima volta nella lista delle news mi sono detto: “Toh, fanno un tributo a Tommy Bolin!”. Invece, ad un esame più approfondito, questo Great Gypsy Soul è uno di quei CD “strani”, direi virtuali che ogni tanto, industria discografica e musicisti amici e fans, si inventano per omaggiare artisti di “culto” che in vita non hanno avuto il successo che forse meritavano. Prendi la voce e la chitarra di Bolin e costruisci una serie di duetti ad hoc con Joe Bonamassa, Nels Cline, Peter Frampton, Warren Haynes, Steve Lukather e molti altri e il risultato…non lo so, quando uscirà vi saprò dire. Sempre il 27 marzo per la 429 Records, questa è la lista completa della versione doppia Deluxe con materiale extra (vi pareva che potesse mancare?):
DISC 1
The Grind
Peter Frampton
Teaser
Warren Haynes
Dreamer
Myles Kennedy and Nels Cline
Savannah Woman
John Scofield
Smooth Fandango
Derek Trucks
People People
Big Sugar and Gordie Johnson
Wild Dogs
Brad Whitford
Homeward Strut
Steve Lukather
Sugar Shack
Glenn Hughes and Sonny Landreth
Crazed Fandango
Steve Morse
Lotus
Joe Bonamassa, Glenn Hughes and Nels Cline
DISC 2 Bonus CD
Flying Fingers
Oz Noy and Nels Cline
Marching Bag – Movement One
Nels Cline, Bolin, Greg Hampton, John Scofield, Sonny Landreth
Marching Bag – Movement Two
Nels Cline, Bolin, Steve Lukather, Derek Trucks, Peter Frampton
Marching Bag – Movement Three
Gordie Johnson, Bolin, Nels Cline, Oz Noy, Steve Lukather, Steve Morse, Joe Bonamassa
Marching Bag – Movement Four
Nels Cline, Bolin, Warren Haynes, Joe Bonamassa, Oz Noy, Brad Whitford, Peter Frampton
Qui si può ascoltare e vedere qualcosa in anteprima d_tommybolin.asp
Di solito non parlo di colonne sonore, ma direi di fare una eccezione per questo The Hunger Games: Songs From District 12 and Beyond, adattamento cinematografico di un famoso racconto di fantascienza che parla di una terra post-catastrofe. Essendo il film ambientato nella nazione di Panem ovvero distretto 12 nella zona dei Monti Appalachi, la musica è quindi roots-oriented e di conseguenza la produzione è stata affidata a T-Bone Burnett che ha “chiamato ” alcuni dei suoi artisti preferiti (con qualche eccezione) e tra i tanti, c’è pure Taylor Swift, dopo Miley Cyrus sdoganata dal tributo a Dylan, è il turno della Swift addirittura in duetto con la coppia dei Civil Wars, e anche il resto della musica non è niente male (ma Kid Cudi e Maroon 5? per la serie bisogna pur vendere!):
Sembra (quasi) tutto materiale inedito e molto interessante. Esce il 20 marzo
Secondo capitolo dedicato alle cover di Soul, Blues e R&B dopo Breakfast In Bed del 2007 per Joan Osborne. Si intitola Bring It On Home ed esce per la Time Life il 27 marzo. Tra i brani, oltre alla title-track di Sonny Boy Williamson, Broken Wings di John Mayall, Game Of Love scritta da Ike Turner, I Want To Be Loved di Muddy Waters, I Don’t Need No Doctor di Ray Charles (ma ne facevano una gagliarda anche gli Humble Pie), Rhymes di Al Green e Champagne and Wine di Otis Redding. Ha l’aria di essere buona musica!
Il 1° Maggio uscirà, per la Blue Note, il nuovo disco di Norah Jones Little Broken Hearts. Lo so che ha appena pubblicato il disco dei Little Willies, ma in quel disco erano tutte cover country. In questo caso sono dodici nuovi brani scritti dalla Jones e Brian Burton, aka Danger Mouse che produce anche il disco. Dopo il progetto Rome prosegue la collaborazione tra i due.
Recentemente sono usciti alcuni Box interessanti dedicati a Dusty Springfield, ora la EMI inglese colma una lacuna su un’altra grande cantante inglese con questo cofanetto da 5 CD e 1 DVD dedicato a Cilla Black. Si chiama Completely Cilla 1963-1973, esce il 23 aprile e comprende, in ordine cronologico, una valanga di materiale, edito ed inedito. Take a look!…
CD1 01. A Shot Of Rhythm And Blues 02. Shy Of Love 03. Love Of The Loved 04. Anyone Who Had A Heart 05. Just For You 06. You’re My World (Il Mio Mondo) 07. This Empty Place 08. Suffer Now I Must [Mono] 09. It’s For You 10. He Won’t Ask Me 11. Is It Love? 12. (Love Is Like A) Heatwave 13. Love Letters 14. You’d Be So Nice To Come Home To 15. Ol’ Man River 16. Every Little Bit Hurts 17. Come To Me 18. Baby It’s You 19. I’m Not Alone Any More [Stereo Version] ~ 20. One Little Voice (Uno Di Voi) 21. You’ve Lost That Lovin’ Feelin’ 22. Goin’ Out Of My Head 23. Dancing In The Street 24. Whatcha Gonna Do ‘Bout It 25. Some Things You Never Get Used To 26. I’ve Been Wrong Before 27. I Don’t Want To Know 28. My Love Come Home 29. Poor Boy [Mono] 30. When I Fall In Love 31. (There’s) No Place To Hide
CD2 01. The Cherry Song 02. Shotgun 03. Anytime You Need Me 04. Please Don’t Teach Me To Love You 05. Yesterday 06. In A Woman’s Eyes 07. Baby I’m Yours 08. The Real Thing [Stereo Version] ~ 09. One Two Three 10. Make It Easy On Yourself 11. Love’s Just A Broken Heart (L’amour Est Ce Qu’il Est) 12. A Lover’s Concerto 13. Everything I Touch Turns To Tears 14. Alfie 15. Night Time Is Here 16. Sing A Rainbow 17. Don’t Answer Me (Ti Vedo Uscire) 18. The Right One Is Left 19. A Fool Am I (Dimmelo Parlami) 20. For No One 21. Abyssinian Secret 22. Trees And Loneliness 23. Time 24. There I Go (Se Per Te C’e Soltanto Quell’uomo) 25. Only You Can Free My Mind 26. What Good Am I? 27. Over My Head 28. Misty Roses 29. All My Love (Solo Tu) 30. Follow Me ~
CD3 01. What The World Needs Now Is Love 02. Take Me In Your Arms And Love Me 03. This Is The First Time 04. I Only Live To Love You (Cosa Si Fa Stasera) 05. Suddenly You Love Me (Uno Tranquillo) 06. From Now On 07. I Couldn’t Take My Eyes Off You 08. A Man And A Woman (Un Homme Et Une Femme) 09. Yo Yo 10. Follow The Path Of The Stars 11. Work Is A Four Letter Word (Film Version) 12. Something’s Gotten Hold Of My Heart 13. Step Inside Love 14. Where Is Tomorrow? (Non C’è Domani) 15. Work Is A Four Letter Word 16. Your Heart Is Free (Just Like The Wind) (Le Vent Et La Jeunesse) 17. It’ll Never Happen Again 18. Liverpool Lullaby 19. Without Him 20. Forget Him 21. Think Of Me (Siamo Qui) 22. I Am A Woman 23. Surround Yourself With Sorrow 24. Only Forever Will Do (Prigioniero Del Mondo) 25. London Bridge 26. Aquarius 27. Red Rubber Ball 28. You’ll Never Get To Heaven (If You Break My Heart)
CD4 01. Words 02. Conversations 03. On A Street Called Hope 04. For Once In My Life 05. Little Pleasure Acre 06. I Can’t Go On Living Without You 07. It Feels So Good 08. If I Thought You’d Ever Change Your Mind 09. Black Paper Roses 10. Rule Brittania 11. Sweet Inspiration 12. Put A Little Love In Your Heart 13. The April Fools ~ 14. Both Sides Now 15. Mysterious People (Det Gatfulla Folket) ~ 16. Dear Madame 17. Oh Pleasure Man 18. Across The Universe 19. Your Song 20. It’s Different Now 21. Sad Sad Song 22. Child Of Mine 23. Faded Images 24. That’s Why I Love You 25. Junk 26. The First Of May
CD5 01. (They Long To Be) Close To You ~ 02. Make It With You 03. Rainbow 04. Our Brand New World 05. Bridge Over Troubled Water 06. Just Friends ~ 07. Down In The City 08. Help Me Jesus ~ 09. Sleep Song ~ 10. Something Tells Me (Something’s Gonna Happen Tonight) 11. The World I Wish For You 12. La La La Lu 13. Thank Heavens I’ve Got You 14. I Hate Sunday 15. I’ve Still Got My Heart Joe 16. I Don’t Know How To Love Him 17. Gypsys, Tramps And Thieves 18. Oh My Love 19. Without You 20. The Long And Winding Road 21. Winterwood 22. Day By Day 23. You You You 24. Silly Wasn’t I?
BONUS DVD (Live At The BBC: Singles & Album Songs)
01. Suddenly You Love Me (Uno Tranquillo) [1968] + 02. One Two Three [1968] + 03. Step Inside Love [1968] 04. Misty Roses [1968] + 05. Love’s Just A Broken Heart (L’amour Est Ce Qu’il Est) [1968] 06. Where Is Tomorrow? (Non C’è Domani) [1968] 07. You’ll Never Get To Heaven (If You Break My Heart) [1969] + 08. Surround Yourself With Sorrow [1969] + 09. Mysterious People (Det Gatfulla Folket) [1970] + 10. (They Long To Be) Close To You [1971] + 11. Sing A Rainbow [1971] + 12. What The World Needs Now Is Love [1971] + 13. The World I Wish For You [1972] + 14. You You You [1972] 15. Winterwood [1973] + 16. The Long And Winding Road [1973] + 17. I’ve Still Got My Heart Joe [1973] + 18. Oh My Love [1973] + 19. Day By Day [1973] 20. I Don’t Know How To Love Him [1973] + 21. Baby We Can’t Go Wrong [1974] 22. I’ll Have To Say I Love You, In A Song [1974] + 23. Flashback [1974] + 24. He Was A Writer [1974] + 25. (I Wanted To Call It) Off [1977] +
DVD Bonus Features:
Desert Island Discs Interview with Roy Plomley Audio Only Interview; Mono [1964] +
Passing Strangers with Cliff Richard [1968] +
Norwegian Wood with Hank Marvin, Bruce Welch & John Farrar [1971] +
Something Tells Me (Something’s Gonna Happen Tonight) Opening Sequence for the BBC TV Show ‘Cilla’ [1973] +
Biography
Discography
Song Anecdotes from Cilla
~ Debut on CD format in the UK + Previously Unavailable
Sono usciti e sono riusciti con bonus, di loro esistono molte antologie e cofanetti ma in effetti le versioni Deluxe dei quattro album degli Small Faces di Stevie Marriott, Ronnie Lane, Ian McLagan e Kenny Jones ci mancavano! Il 7 maggio, volendo, ce li possiamo ricomprare per la ennesima volta. Per aiutare, questi i contenuti:
Small Faces, Small Faces (Decca 4790, 1966 – reissued Universal U.K., 2012)
CD 1: Tracks 1-12 from Decca LP 4790, 1966
1.Shake 2.Come On Children 3.You Better Believe It 4.It’s Too Late 5.One Night Stand 6.What’Cha Gonna Do About It 7. Sorry She’s Mine 8.Own Up Time 9.You Need Loving 10.Don’t Stop What You’re Doing 11.E Too D 12.Sha La La La Lee 13.I’ve Got Mine (from Decca single F-12276, 1965) 14.What’s A Matter Baby (from Decca single F-12208. 1965) 15.Grow Your Own (from Decca single F-12317, 1966) 16.Patterns (from Decca single F-12619, 1967)
CD 2
1.Come On Children – Alternate Version (from Small Faces, Decca 984 172-1, 2006) 2.Shake – Alternate Version (from Small Faces, Decca 984 172-1, 2006) 3.You Better Believe It – Alternate Version (from Small Faces, Decca 984 172-1, 2006) 4.It’s Too Late – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 5.Sorry She’s Mine – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 6.Own Up Time – Alternate Version (from Small Faces, Decca 984 172-1, 2006) 7.E Too D – Alternate Version (from Small Faces, Decca 984 172-1, 2006) 8.I’ve Got Mine – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 9.Grow Your Own – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 10.Sha La La La Lee – Stereo Version 11.Don’t Stop What You’re Doing – Alternate Version 12.Patterns – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 13.What’s A Matter Baby – Alternate Mix 14.What’Cha Gonna Do About It – Alternate Version (from Small Faces, Decca 984 172-1, 2006)
Small Faces, From the Beginning (Decca 4879, 1967 – reissued Universal U.K., 2012)
CD 1: Tracks 1-14 from Decca 4879, 1967
1.Runaway 2.My Mind’s Eye 3.Yesterday, Today And Tomorrow 4.That Man 5.My Way Of Giving 6.Hey Girl 7.(Tell Me) Have You Ever Seen Me 8.Take This Hurt Off Me 9.All Or Nothing 10.Baby Don’t You Do It 11.Plum Nellie 12.Sha La La La Lee 13.You’ve Really Got A Hold On Me 14.What’Cha Gonna Do About 15.Almost Grown (from Decca single 26058, 1966) 16.Understanding (from Decca single 12470, 1966) 17.I Can’t Dance With You (from Decca single 25269, 1966) 18.I Can’t Make It – Session Version 19.Just Passing (from Decca single 12565, 1967)
CD 2
1.Runaway – Alternate Mix 2.That Man – Alternate Mix 3.Yesterday, Today And Tomorrow – Alternate Mix 4.My Mind’s Eye – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 5.Picaninny – Backing Track 6.Hey Girl – Alternate Version 7.Take This Hurt Off Me – Different Version (from In the Beginning, Decca CD 844 633-2, 1996) 8.Baby Don’t You Do It – Different Version (from In the Beginning, Decca CD 844 633-2, 1996) 9.All Or Nothing – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 10.Understanding – Alternate Mix (Electronically Processed Stereo) 11.Talk To You – Take 5 Backing Track 12.All Our Yesterdays – Take 7 Backing Track 13.(Tell Me) Have You Ever Seen Me – Alternate Take 2 14.Show Me The Way – Take 3 Backing Track 15.I Can’t Make It – Take 11 Backing Track 16.Things Are Going to Get Better – Take 14 Session Version
Small Faces, Small Faces (Immediate IMLP/IMSP 008, 1967, reissued Universal U.K., 2012)
CD 1: The Mono Album plus bonus tracks (Tracks 1-14 from IMLP 008, 1967)
1.(Tell Me) Have You Ever Seen Me 2.Something I Want To Tell You 3.Feeling Lonely 4.Happy Boys Happy 5.Things Are Going To Get Better 6.My Way Of Giving 7.Green Circles 8.Become Like You 9.Get Yourself Together 10.All Our Yesterdays 11.Talk To You 12.Show Me The Way 13.Up The Wooden Hills To Bedfordshire 14.Eddie’s Dreaming 15.Here Comes The Nice (Immediate single IM 050, 1967) 16.Itchycoo Park (Immediate single IM 057-A, 1967) 17.I’m Only Dreaming (Immediate single IM 057-B, 1967) 18.Tin Soldier (Immediate single IM 062-A, 1967) 19.I Feel Much Better (Immediate single IM 062-B, 1967) 20.(Tell Me) Have You Ever Seen Me – Alternate Mix 21.Eddie’s Dreaming – Alternate Mix 22.Green Circles – Take 1 Alternate Mix 3
CD 2: The Stereo Album plus bonus tracks (Tracks 1-14 from IMSP 008, 1967)
1.(Tell Me) Have You Ever Seen Me – Stereo Version 2.Something I Want To Tell You – Stereo Version 3.Feeling Lonely – Stereo Version 4.Happy Boys Happy – Stereo Version 5.Things Are Going To Get Better – Stereo Version 6.My Way Of Giving – Stereo Version 7.Green Circles – Stereo Version 8.Become Like You – Stereo Version 9.Get Yourself Together – Stereo Version 10.All Our Yesterdays – Stereo Version 11.Talk To You – Stereo Version 12.Show Me The Way – Stereo Version 13.Up the Wooden Hills to Bedfordshire – Stereo Version 14.Eddie’s Dreaming – Stereo Version 15.Just Passing – Stereo Version (included on The Immediate Years, Charly CDIMMBOX1, 1995) 16.Itchycoo Park – Stereo Version (included on The Immediate Years, Charly CDIMMBOX1, 1995) 17.Here Comes The Nice – Stereo Version (included on The Immediate Years, Charly CDIMMBOX1, 1995) 18.Don’t Burst My Bubble – Stereo Version 19.Things Are Going to Get Better – Alternate Version 20.I Can’t Make It – Session Version 21.Green Circles – Alternate Take 2 22.Tin Soldier – Stereo Version (included on The Immediate Years, Charly CDIMMBOX1, 1995) 23.(If You Think You’re) Groovy – Backing Track
Small Faces, Ogdens’ Nut Gone Flake (Immediate IMLP/IMSP 012, 1968)
CD 1: The Mono Album (Immediate IMLP 012, 1968)
1.Ogdens’ Nut Gone Flake 2.Afterglow (Of Your Love) 3.Long Agos And Worlds Apart 4.Rene 5.Song Of A Baker 6.Lazy Sunday 7.Happiness Stan 8.Rollin’ Over 9.The Hungry Intruder 10.The Journey 11.Mad John (Extended Version) 12.Happydaystoytown
CD 2: Bonus Material
1.Ogdens’ Nut Gone Flake – Early Session Version 2.Afterglow (Of Your Love) – Alternate USA Mix 3.Long Agos And Worlds Apart – Alternate USA Mix 4.Rene – Early Session Mix 5.Song Of A Baker – Alternate USA Mix 6.Lazy Sunday – Alternate USA Mix 7.Happiness Stan – Backing Track 8.Bun In The Oven – Early Session Mix 9.The Fly – Take 4 Instrumental Version 10.Mad John – Take 7 Early Session Version 11.Happydaystoytown – Alternate USA Mix 12.Kamikhazi – Take 7 Backing Track Version 13.Every Little Bit Hurts – Early Session Mix 14.Ogdens’ Nut Gone Flake – Alternate Take Phased Mix
CD 3: The Stereo Album (Immediate IMSP 012, 1968)
1.Ogdens’ Nut Gone Flake 2.Afterglow (Of Your Love) 3.Long Agos And Worlds Apart 4.Rene 5.Song Of A Baker 6.Lazy Sunday 7.Happiness Stan 8.Rollin’ Over 9.The Hungry Intruder 10.The Journey 11.Mad John (Extended Version) 12.Happydaystoytown
Come avrete notato Ogden’s Nut Gone Flake è triplo. Tutti Sanctuary/Universal.
Tutti questi titoli e queste liste servono anche per aiutarvi a programmare i vostri acquisti dei prossimi mesi e si tratta, salvo imprevisti, di uscite già sicure e confermate.
Nei prossimi giorni altri aggiornamenti. Domani, se faccio in tempo, le uscite di martedì 28 febbraio.