E’ Ufficiale: Humble Pie – Performance: Rockin’ The Fillmore – The Complete Recordings In Uscita Il 29 Ottobre

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Humble Pie – Performance: Rockin’ The Fillmore – The Complete Recordings 4 CD – Omnivore Recordings 29-10-2013

Lo aveva già anticipato il Buscadero nelle sue News del mese di luglio/agosto annunciando che la Universal aveva messo in cantiere una Deluxe Edition con tutte le registrazioni di 4 concerti tenuti dagli Humble Pie al Fillmore East di New York il 28 e 29 maggio del 1971, concerti del pomeriggio e sera (allora usava così), oltre quattro ore di musica.

La buona notizia è che tutto è confermato, anche se la casa che pubblica sarà l’etichetta americana specializzata in ristampe Omnivore Recordings. Le notizia meno buona è che i 22 brani contenuti sono praticamente le stesse sette canzoni che apparivano nel vecchio doppio vinile ripetute più volte (quasi tutte quattro volte meno due): in pratica ogni concerto aveva all’incirca la stessa scaletta. Quello che si dice in queste occasioni (ed è vero) è che ogni versione è diversa dall’altra e la quota di improvvisazione nel rock-blues della band di Steve Marriott, Peter Frampton, Greg Ridley e Jerry Shirley era molto elevata (a proposito di gruppi con doppia chitarra solista, come si diceva per i Fleetwood Mac, giorni or sono). Però, il tutto, come si evince dal sito della Omnivore, costerà un bel 50 dollari http://omnivorerecordings.com/humble-pie/.

I brani sono questi (quelli con l’asterisco apparivano nel disco originale, le durate delle canzoni le ho aggiunte io):

CD Disc 1:
5/28/71 Friday, First Show

1. FOUR DAY CREEP (3:51)
2. I’M READY ((8:20)
3. I WALK ON GILDED SPLINTERS (27:07)
4. HALLELUJAH (I LOVE HER SO) (6:16)
5. I DON’T NEED NO DOCTOR (8:40)

CD Disc 2:
5/28/71 Friday, Second Show

1. FOUR DAY CREEP (3:45)
2. I’M READY (8:42)
3. I WALK ON GILDED SPLINTERS (27:19)
4. HALLELUJAH (I LOVE HER SO)* (5:26)
5. ROLLIN’ STONE* (16:55)
6. I DON’T NEED NO DOCTOR* (9:13)

CD Disc 3:
5/29/71 Saturday, First Show

1. FOUR DAY CREEP (3:55)
2. I’M READY (8:40)
3. I WALK ON GILDED SPLINTERS (26:11)
4. HALLELUJAH (I LOVER HER SO) (5:59)
5. STONE COLD FEVER* (6:08)

CD Disc 4:
5/29/71 Saturday, Second Show

1. FOUR DAY CREEP* (3:50)
2. I’M READY* (8:44)
3. I WALK ON GILDED SPLINTERS* (27:53)
4. HALLELUJAH (I LOVER HER SO) (5:33)
5. ROLLIN’ STONE (12:27)
6. I DON’T NEED NO DOCTOR (7:34)

Probabilmente, come è sempre il caso, le versioni apparse nel disco originale erano le migliori, ma per completisti e amanti del buon rock rimane comunque uno dei più concerti più famosi (e più belli) della storia della nostra musica. Nei prossimi giorni spazio anche per il famoso Rock Of Ages della Band che verrà espanso, in un quintuplo, come Live At The Academy Of Music 1971.

Alla prossima.

Bruno Conti

Un “Ultimo” Cofanetto, Uscita Autunnale, Tanto Per Gradire. John Martyn – The Island Years

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John Martyn – The Island Years – Island/Universal 17 CD+ 1 DVD – 30-09-2013

Uscirà solo alla fine di settembre, ma ve ne parlo già oggi, in quanto, come il cofanetto da 19 CD di Sandy Denny, uscito nell’autunno 2010, sarà pubblicato in una tiratura limitata destinata a sparire velocemente come era successo per la bionda collega di etichetta di John Martyn. Il prezzo dovrebbe essere intorno ai 200 euro e conterrà all’incirca l’equivalente di 5 CD di materiale raro od inedito oltre ad un DVD con rare performances video da varie trasmissioni della BBC: Old Grey Whistle Test, Sight and Sound – In Concert and A Little Night Music e un concerto completo Foundations Live at the Town and Country Club che era uscito solo una vecchia videocassetta.

Gli album contenuti saranno i seguenti:

London Conversation/ The Tumbler nel primo CD

Stormbringer! con Bverley Martyn nel secondo CD

The Road To Ruin sempre con la moglie Beverley nel terzo CD

Bless The Weather nel quarto CD

The Hanging Lamp, Richmond 14th May 1972 nel quinto CD. Questa è una delle chicche del box, si tratta del primo concerto di Martyn in cui fa uso del suo famoso pedale Echoplex con riverbero che verrà usato poi su disco in

Solid Air nel sesto CD, tornato singolo

Inside Out nel settimo CD

Live At Leeds nell’ottavo CD, che era uscito in versione doppia Deluxe torna singolo, ma secondo il compilatore del box John Hillardy, ci saranno ulteriori brani inediti

Sunday’s Child nel nono CD

The State Theatre, Sydney, Australia 14th August 1977 nel decimo CD, altro concerto inedito, un broadcast per la radio australiana mai pubblicato prima

One World 1 nell’undicesimo CD

One World 2 nel dodicesimo CD, questo e il successivo Grace and Danger dovrebbero essere le stesse versioni dei due doppi Deluxe, ma non è detto, anzi. Per esempio il secondo CD di One World contiene la versione completa di 18 minuti di Black Man At The Shoulder, di cui ai tempi Chris Blackwell aveva vietato la pubblicazione per presunte implicazioni razziste del tempo e che nelle bonus della Deluxe appare in una versione abbreviata di 5:54. Non c’è neppure nel quadruplo Ain’t No Saint, che comprende una trentina di inediti, tra i quali una versione di 7:19, questa.

Grace And Danger 1nel tredicesimo CD

Grace And Danger 2 nel quattordicesimo CD. Anche qui c’è una versione inedita di Hi-Heel Sneakers che non era nel materiale extra del doppio CD. E probabilmente ci sarà altro materiale inedito perché l’archivista Hillardy sta ancora completando il materiale, infatti il cofanetto che doveva uscire ad inizio settembre è slittato alla fine del mese. Nella cronologia della discografia finisce la prima fase di John Martyn con la Island, che pubblicherà i successivi Glorious Fool e Well Kept Secret per la WEA. Ma nel 1984 torna alla Island e pubblica

Sapphire nel quindicesimo CD

Piece By Piece nel sedicesimo CD

The Apprentice nel diciasettesimo CD. Non è un errore, questa è la versione originale dell’album, registrata nel 1987 e ancora una volta respinta da Blackwell, che quindi verrà ri-registrata da Martyn un paio di anni dopo e pubblicata dall’indipendente Permanent Records nel 1990, e quindi vede la luce per la prima volta nella versione originale.

Del disco numero 18, ovvero il DVD, abbiamo già detto. Questo è quanto so al momento, quando avrò ulteriori informazioni vi terrò informati.

Naturalmente nella confezione c’è anche un bel librone rilegato con fotografie rare e mai viste e un nuovo saggio del compilatore John Hillardy, scritto per l’occasione. Il contenuto mi sembra formidabile, dipende da quanti CD vi siete già ricomprati delle varie versioni rimasterizzate negli anni. Per chi ha poco materiale o molte disponibilità finanzarie, o entrambi, direi imperdibile!

E’ tutto anche per oggi, alla prossima!

Bruno Conti

Torna Uno Dei Dischi “Storici” Del Rock Anni ’70. Fleetwood Mac – Then Play On

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Fleetwood Mac – Then Play On (Extended edition) – Rhino 20-08-2013

Moltissimi conoscono i Fleetwood Mac di Rumours, in tanti conoscono i Fleetwood Mac blues di Peter Green, almeno per sentito dire, ma non altrettanti conoscono questa incarnazione, diciamo più rock, del gruppo, quella con la doppia chitarra solista, grazie all’ingresso di Danny Kirwan, avvenuto durante le registrazioni del disco nel 1969. A volere proprio essere pignoli il disco uscì per la Reprise il 19 settembre del 1969 e quindi il titolo del Post sembrerebbe un po’ tirato per le orecchie. Ma se London Calling dei Clash, uscito nel Regno Unito il 14 Dicembre del ’79 e poi pubblicato negli Stati Uniti ad inizio gennaio ’80, è stato proclamato dalla rivista Rolling Stone il miglior disco appunto degli anni ’80, possiamo considerare Then Play On a tutti gli effetti un disco degli anni ’70! Anche per il tipo di suono che fondeva blues, progressive rock e psichedelia con la voce tipica di Peter Green e con un suono chitarristico decisamente più virtuosistico rispetto al passato e le due chitarre soliste che anticipavano almeno di un anno il sound ricco di improvvisazione degli Allman Brothers,  unito con quello di altri gruppi di derivazione acida e psichedelica con due twin lead guitars come ad esempio i Quickislver di Cipollina e Duncan, che nel marzo ’69 avevano pubblicato il loro capolavoro Happy Trails.

Tornando ai Fleetwood Mac, in quegli anni (ed ancora oggi) avevano una formidabile sezione ritmica, John McVie e Mick Fleetwood, che dava il nome alla band ed è stata una delle più grandi della storia del rock, nelle varie incarnazioni del gruppo. Il disco fu il primo ad uscire con la Reprise, dopo lunghi anni passati alla Blue Horizon e venne pubblicato in edizioni diverse per l’Inghilterra e per gli Stati Uniti (addirittura due), con una durata inconsueta per i tempi, quasi 54 minuti, e molti brani che iniziavano e finivano con un fade-in o un fade-out, probabile conseguenza di lunghe jam da cui erano state ricavate (e che se fosse disponibile ancora, ma non credo, sarebbe possibile ascoltare sul notevole CD doppio The Vaudeville Years che ne raccoglieva moltissime), Comunque parlando anche per immagini, era questo:

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Uscito per l’etichetta Receiver in CD nel 1998 conteneva, oltre alle citate fantastiche jam, anche alcuni brani a guida Jeremy Spencer, quindi decisamente più blues e R&R, che avrebbero dovuto essere inseriti in un EP, The Milton Schlitz Show, da pubblicarsi insieme al disco originale. Per vari motivi non se ne fece nulla e la presenza di Spencer nel LP è limitata a brevi tocchi di piano qui è là. Ovviamente il gruppo si recò ad inizio anni ’70 negli Stati Uniti per promuovere l’album e i tre concerti, tenuti tra il 5 e il 7 febbraio 1970 al Boston Tea Party, vennero per fortuna registrati per un album dal vivo che avrebbe potuto essere leggendario, al pari del citato Happy Trails e del Live At Fillmore degli Allman Brothers che sarebbe uscito l’anno successivo.

 

Peter Green in quei mesi suonava la chitarra in modo magnifico ed ispirato (come sempre peraltro, uno dei miei Top 5 di tutti i tempi) ed in più aveva aggiunto una grinta ed un volume inusitati per lui, che uniti allo sprone che gli forniva l’eccellente seconda chitarra solista di Danny Kirwan, lo rendeva, in quel momento e in quell’anno 1970, probabilmente il più grande chitarrista rock sulla faccia del pianeta, meglio anche di Clapton, Hendrix, Page e Beck, per un breve periodo, purtroppo non destinato a durare, per le note vicissitudini che lo avrebbero interessato da lì a poco. Dico questo perché esistono le prove di tutto ciò, e sono contenute qui:

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Usciti prima in vinile come Bootleg negli anni ’70, poi ancora come doppio LP Cerulean ed infine come CD Live In Boston, i tre CD contengono il meglio delle tre serate tenute in quel di Boston, con delle versioni “spaziali” dei classici della band, tra i quali molti di quelli contenuti in Then Play On, in particolare due versioni pantagrueliche di Rattlesnake Shake, entrambe intorno ai 25 minuti, che sono tra le jam improvvisative di rock-blues e psichedelia più incredibili mai ascoltate. Potete verificare qui sotto:

 

e anche qui

 

La versione tripla in Box, uscita in edizione limitata e numerata di 10.000 copie, circola a cifre esagerate, ma i volumi Uno e Due, che sono i più interessanti, si trovano ancora sciolti a prezzi decisamente abbordabili. Le chitarre ululano e strepitano, si incrociano e si scambiano fendenti nella miglior tradizione del rock, ma sono anche in grado di regalare momenti di pura poesia sonora nelle ricercate evoluzioni di Peter Green. Questa svolta rock (ma anche melodica) era già presente in brani come Black magic woman, Albatross, Man Of The World, che erano diversi rispetto al blues degli esordi, comunque sempre amato e presente nel sound di Green, che era molto rispettato da BB King che lo considerava il miglior chitarrista bianco di blues e dagli altri artisti di Chicago con cui aveva registrato Blues Jam At Chess. Nella versione di studio tutti questi elementi sono presenti e più rifiniti, meno vibranti delle versioni dal vivo, brani come Searching For Madge, Fighting For Madge e Underway, che tutti e tre confluiscono in Rattlesnake Shake per quel medley formidabile, sono nondimeno grandi pezzi e insieme con la fantastica Oh Well, uscita anche come singolo, divisa in due parti, l’ottima Coming Your Way, le 12 battute sempre amate di Showbiz Blues e le atmosfere oniriche e sognanti di alcuni brani sia di Kirwan che di Green, rendono Then Play On un disco da conoscere a tutti i costi.

 

A maggior ragione in questa nuova versione, pubblicata il 20 agosto p.v. dalla Rhino, che ai tredici brani della versione che ha sempre circolato in compact aggiunge alcune canzoni che erano uscite solo come singoli, tra le quali la fantastica (e durissima, la facevano anche i Judas Priest) The Green Manalishi (With The Two-Prong Crown) e il suo lato B, World in Harmony:

  1. Coming Your Way
  2. Closing My Eyes
  3. Fighting for Madge
  4. When You Say
  5. Show Biz Blues
  6. Underway
  7. One Sunny Day
  8. Although the Sun is Shining
  9. Rattlesnake Shake
  10. Without You
  11. Searching for Madge
  12. My Dream
  13. Like Crying
  14. Before the Beginning
  15. Oh Well (Part 1)
  16. Oh Well (Part 2)
  17. The Green Manalishi (with the Two-Prong Crown)
  18. World in Harmony

Tracks 1-14 released as Reprise U.K. LP RSLP 9000, 1969
Tracks 15-16 released as Reprise single RS 27000 (U.K.)/0883 (U.S.), 1969
Tracks 17-18 released as Reprise single RS 27007 (U.K.)/0925 (U.S.), 1970

Se, per concludere, aggiungiamo che il tutto dovrebbe costare poco più di 10 euro, è decisamente da inserire nella categoria degli “imperdibili”!

Sparsi nel post trovate molti artefatti sonori che illustrano alla perfezione quanto detto.

Bruno Conti

Il “Metereologo” Prevede Bel Tempo! Gregory Alan Isakov – The Weatherman

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Gregory Alan Isakov – The Weatherman – Suitcase Town Music 2013

Vi avevo già parlato di Gregory Alan Isakov, un paio d’anni fa, quando, occasionalmente, ero venuto in possesso del suo quarto lavoro This Empty Northern Hemisphere (2009/10) buona-anche-la-seconda-gregory-alan-isakov-this-empty-northe.html, e da allora per chi scrive è scattata la scintilla, l’innamoramento (musicale). Sudafricano di nascita, ma da tempo “vagabondo” negli States, ora in quel di Boulder, Colorado, ha all’attivo tre album realizzati tra il 2003 e il 2007, i primi due lavori abbastanza comuni Rust Colored Stones e Songs For October, ma già dal terzo That Sea, The Gambler, si percepiva un talento che sarebbe esploso a breve. Di certo se ne accorse la sua “musa” Brandi Carlile, che prima lo invita ad aprire il suo tour americano, e in seguito (formatosi un buon “feeling” artistico), appare in cinque brani nello splendido This Empty Northern Hemisphere. Ecco allora il quinto lavoro The Weatherman (un bellissimo titolo), un disco che non tradisce, aspettato da molti suoi “fans”, registrato tutto in analogico (nella ridente cittadina di montagna, Nederland), con brani che scorrono e funzionano, e creano un “sound” avvolgente e intrigante.

Le canzoni di The Weatherman (che sono tutte di una bellezza delicata) rubano la scena, a partire dall’iniziale dolce e sognante Amsterdam, poi la melodia toccante di Saint Valentine e l’arioso incedere di Second Chances e Living Proof. Proseguendo con la filastrocca a tempo di banjo di Time Will Tell, la ballata sussurrata di O’ City Lights, il lamento doloroso di Astronaut (quasi recitativa), il brano strumentale California Open Back. La malinconia si manifesta ancora in The Universe, poi si cambia ritmo con Suitcase Full Of  Sparks, seguita da una commovente Honey, It’s Alright, (una strepitosa ballata chitarra e voce alla Damien Rice) e l’andamento country di All Shades Of Blue, per chiudere con She Always Takes It Black, dolente e venata di malinconia.

Dall’inizio alla fine The Weatherman mantiene una sua linea melodica, supportata principalmente da arrangiamenti acustici (chitarra, piano, banjo,mandolino, contrabbasso), con delle canzoni che testimoniano quanto la penna di Gregory Alan Isakov sia davvero ispirata, valorizzate da una voce calda, trasparente, che accarezza le note. In conclusione un disco di rara bellezza, fatto da un personaggio bravo e umile, un artista davvero di spessore, che chiede solo di essere ascoltato, e per verificarlo è sufficiente procurarsi questo intimo lavoro.

Tino Montanari

Eccone Un Altro! Grateful Dead – Dave’s Picks Vol.7

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Grateful Dead – Dave’s Picks Vol.7 – 3 CD – Dead.net
Horton Field House, Illinois State University, Normal, IL 4/24/78

Questo è il volume 7 della nuova serie dedicata agli archivi dei Grateful Dead, si tratta di un triplo CD venduto direttamente tramite il loro sito o da qualche negozio, sparso per il mondo, che li “rivende“, come al solito. I fans avranno già provveduto, è disponibile dal 1° agosto. Per gli altri:

Disc 1
1 Promised Land [5:14]
2 Ramble On Rose [8:07]
3 Me and My Uncle> [3:10]
4 Big River [6:21]
5 Friend Of The Devil [9:33]
6 Cassidy [5:38]
7 Brown-Eyed Women [5:57]
8 Passenger [5:45]
9 It Must Have Been The Roses [8:07]
10 The Music Never Stopped [8:51]

Disc 2
1 Scarlet Begonias> [12:55]
2 Fire On The Mountain> [11:08]
3 Good Lovin'[7:06]

Disc 3
1 Terrapin Station> [10:51]
2 Rhythm Devils [13:53]
3 Space> [6:41]
4 Not Fade Away> [11:19]
5 Black Peter> [11:47]
6 Around and Around [9:11]
7 Werewolves Of London [7:46]

Oggi un post “in breve” per una uscita che era sfuggita dalle pubblicazioni della prima settimana di agosto.

Alla prossima.

Bruno Conti

Cofanetti A Confronto! Rod Stewart – Rarities “Contro” Sessions e Storyteller (Senza Dimenticare Reason To Believe).

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La “lotta” tra le case discografiche, che cercano sempre di venderti le stesse cose, e gli acquirenti di musica (ed appassionati), che a loro volta vorrebbero evitare la fregatura, ormai è senza quartiere. Dato per assodato che è proprio il mercato delle ristampe, ed in particolare quello dei cofanetti, uno dei pochi che ancora “tira” per l’industria discografica, il rischio “sòla” è sempre dietro l’angolo e il vostro fedele Blogger cerca di tenervi informati al meglio, proprio per evitarle. Non si possono evitare ma limitarle al minino sì: si comprano, più o meno, sempre gli stessi dischi o le stesse canzoni, ma il “bello” è proprio lì.

Prendiamo questo doppio Rod Stewart Rarities che è in uscita il 3 settembre per Universal. Bella iniziativa perché copre il periodo migliore del grande Rod The Mod: gli anni che vanno dal 1969 al 1974 quando incideva per la Mercury Records. La lista dei contenuti è la seguente:

Disc: 1

  • 1. It’s All Over Now (Single Version)
  • 2. Country Comforts (BBC Radio 1 Performance)
  • 3. Maggie May (Early Version)
  • 4. Seems Like a Long Time (Alternate Version)
  • 5. Lost Paraguayos (Alternate Version)
  • 6. Italian Girls (Early Version)
  • 7. You Wear It Well (Early Version)
  • 8. I’d Rather Go Blind (Alternate Version)
  • 9. Angel (Alternate Version)
  • 10. What’s Made Milwaukee Famous (Has Made A Loser Out Of Me)
  • 11. Pinball Wizard (From ‘Tommy’)
  • 12. Everytime We Say Goodbye (Summer 1973 Sessions)

Disc: 2

  • 1. Oh! No Not My Baby
  • 2. Jodie
  • 3. So Tired
  • 4. Missed You
  • 5. Think I’ll Pack My Bags (Early Version of ‘Mystifies Me’)
  • 6. Girl From The North County (Alternate Version)
  • 7. (You Make Me Feel Like) A Natural Man (Alternate Version)
  • 8. Farewell (Early Version)
  • 9. So Tired (Early Version)
  • 10. You Put Something Better Inside Of Me
  • 11. Crying Laughing Loving Lying
  • 12. Maggie May (BBC Radio 1 Performance)

Tutto molto bello ed interessante, il problema nasce dal fatto che il vecchio catalogo di Rod Stewart è gestito anche dalla Warner Bros che tramite la Rhino, nel 2009, ha pubblicato quel bellissimo cofanetto che si chiama The Rod Stewart Sessions 1971-1998 che contiene già un terzo delle “rarità” che ora appaiono nel nuovo doppio (senza dimenticare quello altrettanto bello, sempre della Rhino, dedicato ai Faces, Five Guys Walk Into A Bar, che per esempio comprendeva la versione di Maggie May (BBC Radio 1 Performance) che viene presentata come uno degli “inediti” di Rarities). In ogni caso questo è il contenuto anche di questo box quadruplo così potete fare i raffronti:

Disc 1
1. “Maggie May” (Early Version)
2. “Seems Like A Long Time” (Alternate Version)
3. “Italian Girls” (Early Version)
4. “You Wear It Well” (Early Version)
5. “Lost Paraguayos” (Alternate Version)
6. “I’d Rather Go Blind” (Alternate Version)
7. “Angel” (Alternate Version)
8. “Think I’ll Pack My Bags” (Early Version of “Mystifies Me”)
9. “Farewell” (Early Version)
10. “Girl From The North Country” (Alternate Version)
11. “(You Make Me Feel Like) A Natural Man” (Alternate Version)
12. “So Tired” (Early Version)
13. “This Old Heart Of Mine” (Alternate Version)
14. “To Love Somebody” (Early Take)
15. “Sailing” (Alternate Version)
16. “Tonight’s The Night (Gonna Be Alright)” (Early Take)

Disc 2
1. “The First Cut Is The Deepest” (Alternate Version)
2. “Rosie” (Acoustic Version)
3. “Innocent (The Killing Of Georgie Part III)”
4. “Hot Legs” (Early Take)
5. “You’re In My Heart (The Final Acclaim)” (Acoustic Version)
6. “I Was Only Joking” (Early Take)
7. “Scarred & Scared” (Early Take)
8. “When I’m Away From You”
9. “Oh God, I Wish I Was Home Tonight” (Early Version)
10. “Time Of My Life”
11. “TV Mama”
12. “Maybe Baby”
13. “Stupid”
14. “Guess I’ll Always Love You” (Alternate Version)
15. “The Great Pretender” (Acoustic Version)

Disc 3
1. “Thunderbird”
2. “Dancing Alone” (Alternate Version)
3. “I Wish You Would”
4. “Sweet Surrender” (Alternate Version)
5. “Show Me”
6. “Ghetto Blaster” (Early Version)
7. “Satisfied” (Alternate Version)
8. “Hard Lesson To Learn” (Alternate Version)
9. “Heaven”
10. “In My Life” (Piano Version)
11. “Love Is A Four Letter Word”
12. “Forever Young” (Piano Version)
13. “My Heart Can’t Tell You No” (Alternate Version)
14. “I Go To Jail For You”
15. “A Good Lover Is Hard To Find

Disc 4
1. “Let The Day Begin” (Alternate Version)
2. “The Groom’s Still Waiting At The Altar” (Alternate Version)
3. “Windy Town” (Piano Version)
4. “In A Broken Dream” (1992)
5. “This Wheel’s On Fire”
6. “I Wanna Stay Home”
7. “I’m A King Bee”
8. “Looking For A Love”
9. “Kiss Her For Me”
10. “The Long Journey Home”
11. “Now That You’re On Your Own”
12. “Dylan’s Day Off”
13. “On And On”
14. “Rockin’ Chair”
15. “Sugar Lips”
16. “The Changingman”
17. “May You Never”

Come vedete, soprattutto nel primo CD molti dei brani rari sono gli stessi. La discografia di Stewart in relazione ai cofanetti antologici è peraltro ricchissima e quindi ci sarebbero anche questi.

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Il primo, Storyteller The Complete Anthology 1964-1990 era uscito nel lontano 1989, ancora all’epoca degli LP, ed infatti esisteva anche in formato vinile o cassetta con lo “scatolone” grande, ma è stato ristampato varie volte nel corso degli anni, l’ultima, sempre dalla Rhino, in formato jewel box e si trova in circolazione ad un prezzo basso, tra i 15 e i 20 euro e anche questo non sarebbe male. La tracklist l’ho presa da Wikipedia e anche in questo caso, oltre a ad essere una otttima antologia ha alcune rarità:

Disc One

  1. Good Morning Little Schoolgirl” (previously released as a single) – 2:06
  2. Can I Get a Witness?” (Holland-Dozier-Holland) – 3:34
  3. Shake” (previously released as a single) – 2:48
  4. “So Much to Say” (previously released as B-side to “Little Miss Understood”) – 3:13
  5. “Little Miss Understood” (previously released as a single) – 3:37
  6. “I’ve Been Drinking” (previously released as B-side to “Love Is Blue” by The Jeff Beck Group) – 3:17
  7. I Ain’t Superstitious” (previously released on Truth by The Jeff Beck Group) – 4:53
  8. Shapes of Things” (previously released on Truth by The Jeff Beck Group) – 3:18
  9. In a Broken Dream” (previously released as a single by Python Lee Jackson) – 3:39
  10. Street Fighting Man” (previously released on An Old Raincoat Won’t Ever Let You Down) – 5:05
  11. Handbags and Gladrags” (previously released on An Old Raincoat Won’t Ever Let You Down) – 4:23
  12. “Gasoline Alley” (previously released on Gasoline Alley) – 4:02
  13. Cut Across Shorty” (previously released on Gasoline Alley) – 6:31
  14. “Country Comforts” (previously released on Gasoline Alley) – 4:43
  15. It’s All Over Now” (previously released on Gasoline Alley) – 6:22
  16. “Sweet Lady Mary” (previously released on Long Player by Faces) – 5:48
  17. “Had Me a Real Good Time” (previously released on Long Player by Faces) – 5:54

Disc Two

  1. Maggie May” (previously released on Every Picture Tells a Story) – 5:45
  2. Mandolin Wind” (previously released on Every Picture Tells a Story) – 5:30
  3. (I Know) I’m Losing You” (previously released on Every Picture Tells a Story) – 5:22
  4. Reason to Believe” (previously released on Every Picture Tells a Story) – 4:07
  5. Every Picture Tells a Story” (previously released on Every Picture Tells a Story) – 5:58
  6. Stay With Me” (previously released on A Nod Is as Good as a Wink…To a Blind Horse by Faces) – 4:37
  7. “True Blue” (previously released on Never a Dull Moment) – 3:33
  8. Angel” (previously released on Never a Dull Moment) – 4:04
  9. You Wear It Well” (previously released on Never a Dull Moment) – 5:02
  10. I’d Rather Go Blind” (previously released on Never a Dull Moment) – 3:53
  11. Twistin’ the Night Away” (previously released on Never a Dull Moment) – 3:14
  12. What’s Made Milwaukee Famous (Has Made a Loser Out of Me)” (previously released as UK B-side to “Angel”) – 2:52
  13. Oh! No Not My Baby” (previously released as a Rod Stewart and Faces single) – 3:38
  14. Pinball Wizard” (previously released on Sing It Again Rod) – 3:40
  15. “Sweet Little Rock ‘N’ Roller” (previously released on Smiler) – 3:43
  16. “Let Me Be Your Car” (previously released on Smiler) – 4:58
  17. You Can Make Me Dance, Sing or Anything” (previously released as a single by Faces) – 4:23

Disc Three

  1. Sailing” (previously released on Atlantic Crossing) – 4:38
  2. I Don’t Want to Talk About It (1975)” (previously released on Atlantic Crossing) – 4:49
  3. “Stone Cold Sober” (previously released on Atlantic Crossing) – 4:12
  4. To Love Somebody” with Booker T. & the M.G.’s (Barry Gibb, Robin Gibb) – 4:30
  5. Tonight’s the Night (Gonna Be Alright)” (previously released on A Night on the Town) – 3:54
  6. The First Cut Is the Deepest” (previously released on A Night on the Town) – 4:26
  7. The Killing of Georgie (Part I and II)” (previously released on A Night on the Town) – 6:31
  8. Get Back” (previously released on All This and World War II soundtrack) – 4:24
  9. Hot Legs” (previously released on Foot Loose & Fancy Free) – 5:11
  10. I Was Only Joking” (previously released on Foot Loose & Fancy Free) – 6:02
  11. You’re in My Heart (The Final Acclaim)” (previously released on Foot Loose & Fancy Free) – 4:28
  12. Da Ya Think I’m Sexy?” (previously released on Blondes Have More Fun) – 5:28
  13. “Passion” (previously released on Foolish Behaviour) – 5:30
  14. “Oh God, I Wish I Was Home Tonight” (previously released on Foolish Behaviour) – 5:01
  15. “Tonight I’m Yours (Don’t Hurt Me)” (previously released on Tonight I’m Yours) – 4:10

Disc Four

  1. Young Turks” (previously released on Tonight I’m Yours) – 5:01
  2. Baby Jane” (previously released on Body Wishes) – 4:43
  3. “What Am I Gonna Do (I’m so in Love with you)” (previously released on Body Wishes) – 4:17
  4. People Get Ready” with Jeff Beck (previously released as a single) – 4:52
  5. Some Guys Have All the Luck” (previously released on Camouflage) – 4:32
  6. Infatuation” (previously released on Camouflage) – 5:12
  7. Love Touch” (previously released on Every Beat of My Heart) – 4:03
  8. “Every Beat of My Heart” (previously released on Every Beat of My Heart) – 5:18
  9. “Lost In You” (previously released on Out of Order) – 4:57
  10. “My Heart Can’t Tell You No” (previously released on Out of Order) – 5:11
  11. “Dynamite” (previously released on Out of Order) – 4:15
  12. “Crazy About Her” (previously released on Out of Order) – 4:54
  13. Forever Young” (previously released on Out of Order) – 4:03
  14. I Don’t Want to Talk About It (1989)” (previously unreleased version) – 4:52
  15. This Old Heart of Mine” with Ronald Isley (previously unreleased version) – 4:12
  16. Downtown Train” (Tom Waits) – 4:39
 
L’ideale, potendo, sarebbe averli tutti, e chi li ha comprati nel corso degli anni probabilmente lo ha fatto (anche un “mio amico” che vedo tutte le mattine davanti allo specchio!), ma se dovete averne uno solo vi consigliererei caldamente Reason To Believe: The Complete Mercury Studio Recordings, che su 3 CD in una bella confezione digipack, edita dalla Universal, contiene tutto quello che dovreste avere di Rod Stewart (Faces a parte, che sono coperti completamente dal box citato prima), ovvero i primi cinque album, The Rod Stewart Album (detto anche An Old Raincoat Won’t Ever Let You Down), Gasoline Alley, Every Picture Tells A Story, Never A Dull Moment, Smiler, che sono uno più bello dell’altro, soprattutto i primi 3, più una selezione di brani da colonne sonore e singoli che sarebbero tra le Rarities della nuova compilation doppia.
 
L’occasione era ghiotta per parlare brevemente di un grande cantante, che ultimamente (ma parliamo di decadi, salvo rarissime occasioni) non mi dà più le soddisfazioni di un tempo, anche se il vecchio materale rimane sempre valido. Dovrebbe fare come ha fatto il suo grande amico Elton John negli ultimi anni, un buon produttore, T-Bone Burnett, o un ottimo partner come Leon Russell, e Rod Stewart ne avrebbe uno di cui si parla da anni, tale Jeff Beck, uno cerca un cantante, l’altro un chitarrista, unire le forze no? Anche se sentendo il “suono” di questa People Get Ready gli consiglierei di portarsi dietro anche un buon produttore!

 
Le informazioni sono queste, a voi l’ardua sentenza. Per fortuna che le majors ormai sono rimaste solo tre, diversamente la situazione ristampe sarebbe ancora più complicata, considerando anche tutte le piccole, e meritevoli, etichette dedite a questo bellissimo “sport”!
 
Alla prossima.
 
Bruno Conti

Novità Di Agosto Parte Ib. Paul Allen, Heather Myles, Gregory Alan Isakov, Moreland & Arbuckle, Amanda Shires, Ivan Neville Dumpstaphunk

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Proseguiamo con le novità in uscita on questi giorni, tre nomi magari non celeberrimi ma conosciuti dai frequentatori del Blog.

Per la verità il primo nome lo conoscono tutti. E’ proprio quel Paul Allen, il co-fondatore della Microsoft, proprietario dei Portland Trail Blazers ed ora anche musicista con i suoi Underthinkers. Il disco si chiama Everywhere At Once esce oggi per la Sony Legacy negli Stati Uniti e Allen che suona la chitarra in tutti i 13 brani del CD, che suona inequivocabilmente rock e blues, si fa aiutare da una pattuglia di musicisti “giusti”: ci sono Ann & Nancy Wilson delle Heart, Chrissie Hynde dei Pretenders, Joe Walsh, Ivan Neville, Doyle Bramhall, Derek Trucks, Wendy Moten, David Hidalgo dei Lobos. Oltre a tantissimi altri, tra cui ancora, Matt Rollings, Greg Leisz, David Landau, Jimmy Haslip, Jon Cleary, Matt Chamberlain e per la miseria, esageriamo! I proventi del disco andranno in beneficenza. Se aggiungiamo che non sembra per niente male, potremmo assecondare le velleità musicali di un “amico” del nostro PC. Un piccolo appunto, ma uno dei geni dell’informatica un piccolo misero video in rete non poteva caricarlo?

Heather Myles, spesso definita, e giustamente, la Dwight Yoakam al femminile, negli Stati Unti ha un suo programma televisivo, Tru Country. Ora esce questo Live On Trucountry, una confezione CD+DVD pubblicata dalla Floating World inglese che in 22 brani propone il meglio dalle quattro stagioni della trasmissione. Per chi ama il country ruspante, l’honky tonk e le belle voci femminili, qui ci sono tutti gli ingredienti giusti.

Gregory Alan Isakov è un cantautore americano, nativo di Johannesburg in Sudafrica, ma allevato negli Stati Uniti, con questo The Weatherman, che esce per la Suitcase Town Music, è già al suo quinto disco e il Blog si era già occupato brevemente di lui in passato buona-anche-la-seconda-gregory-alan-isakov-this-empty-northe.html. Spesso associato a Brandi Carlile, con la quale ha collaborato spesso, sia dal vivo che in studio, ma non in questa occasione, si conferma artista di talento anche con il nuovo disco. Vediamo se ci scappa la recensione completa nei prossimi giorni.

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Anche Moreland And Arbuckle sono “clienti abituali” del Blog: moreland+and+arbuckle. Questo 7 Cities sarebbe il quarto album che pubblicano con questa ragione sociale, ne avevano fatti anche due poco conosciuti come Moreland, Arbuckle & Floyd. Comunque poco importa, il nuovo disco è la consueta miscela ad altissimo potenziale di rock e blues. Dustin Arbuckle è il cantante e armonicista, Aaron Moreland è il chitarrista e confermano la formula che ha fatto la fortuna di gruppi come i Fabulous Thunderbirds, Nighthawks, Nine Below Zero, per citare i primi che mi vengono in mente con un asse devastante armonicista/cantante, chitarrista, sezione ritmica poderosa e vai col (rock)blues. E’ la seconda produzione con la Telarc ed è uscito la scorsa settimana.

Ebbene sì, anche di Amanda Shires ci siamo già occupati sul Blog (d’altronde se qualcuno fa buona musica, non si sfugge, prima o poi, tempo permettendo, una bella recensione non può mancare): un-altra-giovane-bella-e-talentuosa-songwriter-dagli-states.html. Cosa è successo nel frattempo? La nostra amica si è sposata con Jason Isbell: ecco perché appariva sia nel disco del recente consorte che nella sua apparizione al David Letterman Show. E pubblica per la sua etichetta, che questa volta si chiama Lightning Rod Records (forse in onore dell’album precedente) il nuovo CD intitolato Down Fell The Doves e, stranamente, nel disco suona anche Jason Isbell. Prodotto da Andy LeMaster, oltre al suono del violino di Amanda questa volta c’è pure una piccola sezione fiati. Sentito velocemente mi pare buono, ma, sempre compatibilmente con il tempo (pare che il giorno abbia 24 ore), vediamo se riusciamo a dargli il giusto spazio.

Ivan Neville è il figlio di Aaron Neville, non è bravo come il babbo, ma insieme al cugino Ian, che è il figlio di Art, l’altra colonna dei Neville Brothers, da qualche anno ha fondato i Dumpstaphunk, che hanno esordito qualche anno con un Live al famoso Jazz And Heritage Festival di New Orleans, della serie Live At Jazz Fest, ne esistono moltissimi, pubblicati a livello locale, ma ogni tanto approdano anche nelle nostre lande, e spesso sono bellissimi. Dirty Word è il secondo album di studio che pubblicano e se siete amanti del funky più torrido, quello di Funkadelic e Parliament, ma anche di Larry Graham e Betty Davis (per gli “ignari” era la seconda moglie di Miles Davis  e secondo alcuni pareri è anche tra le inventrici della fusion), qui troverete pane per i vostri denti. Con ospiti come Ani DiFranco e Flea dei Red Hot, i cugini Neville confezionano un gustoso disco tra funky e New Orleans Sound che ha un solo difetto, la scarsa reperibilità. In effetti i prodotti della Louisiana Red Hot Records non si trovano dietro l’angolo, questo in particolare è uscito da un paio di settimane. Fiati, ospiti a go-go, ci sono anche Art Neville e la Rebirth Brass Band, formazione con doppio bassista e nella cover del pezzo di Betty Davis, If I’m In Luck, quello dove appare anche Flea, i bassisti sono tre. Se vi piace il Crescent City Sound molto funky, ma molto, non cercate ulteriormente, questo è il disco che fa per voi.

Bruno Conti

Novità Di Agosto Parte Ia. Civil Wars, Vince Gill & Paul Franklin, Explosions In The Sky, Frankie Miller, David Clayton-Thomas

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Riprendiamo la rubrica delle anticipazioni discografiche (a breve scadenza, le altre, le più importanti e sfiziose, arrivano a raffica, con molto anticipo) con le uscite del 5 agosto e un CD che era sfuggito,  pubblicato qualche tempo fa, molti altri titoli hanno avuto e avranno un loro spazio a parte specifico e poi ci sarà una sorta di “ripasso” delle vacanze con alcuni dischi interessanti di cui non ero riuscito ad occuparmi, ma che penso meritino una recensione più approndita.

Come potete notare, sui mercati intermazionali le pubblicazioni di novità, a differenza dell’Italia, dove tutto tace, si intensificano e nelle prossime settimane usciranno, ad esempio, anche Jimmy Buffett, Tedeschi Trucks band e altro materiale interessante, ma ne parliamo al momento opportuno, ossia nei prossimi giorni.

Partiamo con un terzetto eterogeneo di novità.

I Civil Wars lo scorso anno vinsero due Grammy per il loro primo album Barton Hollow, peraltro già uscito una prima volta nel 2011 e poi ripubblicato nel 2012 dalla Sony, che aveva rilevato il loro contratto, con alcune tracce aggiunte. Poi, a novembre, nel bel mezzo di una tournéè promozionale e della registrazione del secondo album, il duo annunciò che si prendeva una pausa a tempo indefinito per “inconciliabili differenze di ambizione”. Considerando che i due, Joy Williams e John Paul White erano stati anche una coppia a livello sentimentale non era difficile capire da potevano provenire queste frizioni. Poi però, nel corso del 2013, prima è uscita una colonna sonora prodotta da T-Bone Burnett con la loro partecipazione e ora questo album eponimo, “postumo”? Il disco, che è prodotto in parte da Rick Rubin e in parte da Charlie Peacock, il loro primo produttore, è comunque bello, come si evince da altri album nati da separazioni e rotture come Rumors dei Fleetwood Mac o l’ultimo di Richard & Linda Thompson (nel primo album c’era già un brano che si chiamava Poison and Wine, una premonizione?).  Esce per la Sony, che, evidentemente, per evitare di rimanere con il cerino in mano, lo mette comunque sul mercato. Lo sto ascoltando in questi giorni, recensione a breve.

Vince Gill ha una produzione alquanto ondivaga che alterna buoni album a dischi decisamente più commerciali. Gli ultimi due, Guitar Slinger e ora questo Bakersfield in coppia con Paul Franklin, fanno parte di quelli buoni. Si tratta di un disco di materiale tratto dal repertorio di Buck Owens e Merle Haggard che facevano parte del cosiddetto “Bakersfield Sound” rivale, negli anni ’60, del suono più caramelloso e commerciale che veniva da Nashville. Franklin è quel bravissimo musicista che suona la pedal steel guitar, slide e dobro in qualche migliaio di dischi di musica country registrati nelle ultime decadi, Gill pure, ma questa volta, anche in virtù del repertorio scelto, tra i classici Together Again e The Bottle Let Me Down, hanno centrato decisamente l’obiettivo: se amate il genere, ovviamente! Distribuzione MCA Nashville/Universal.

Prince Avalanche è un film di cui non so molto, se non che, su suggerimento di Chris Hrasky degli Explosions In The Sky è ambientato in Texas, Bastrop State Park. La colonna sonora è stata scritta da David Wingo, appunto con gli Explosions In The Sky, è totalmente strumentale, esce domani in America per la Temporary Residence e, a differenza dei dischi precedenti del gruppo, ha un sound meno elettrico, più “bucolico”, sempre leggermente psichedelico ma tipo i Pink Floyd primi anni ’70, con inserti orchestrali in una struttura prevalentemente acustica. Comunque non mi sembra male da quello che ho sentito.

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Un paio di personaggi dal passato.

Il primo è uno dei miei cantanti preferiti, Frankie Miller, e questo cofanetto, triplo CD o doppio DVD è una piacevolissima sorpresa. Esce per la Mig Music si chiama Live At Rockpalast e contiene tre concerti:

DVD 1 Traclisting:
Ain’t Got No Money
Zap Zap
Be Good To Yourself
A Fool In Love
It’s All Coming Down Tonight
Angels With Dirty Faces
To Dream The Dream
Danger Danger
Standing On The Edge
The Jealous Kind
A Woman To Love
Down The Honky Tonk
Bad Case Of Loving You
Don’t Stop
Let’s Spend The Night Together

DVD 2 Tracklisting:
Rockpalast Capture (Peter Ruchel)
A Fool In Love
Brickyard Blues
Papa Don’t Know
When I’m Away From You
A Woman To Love
Cold Turkey
Ann Elisabeth Jane
Fallin’ In Love
When Something Is Wrong With My Baby
Be Good To Yourself
Ain’t Got No Money
The Fire Down Below
Down The Honky Tonk
Little Queenie
Let’s Spend The Night Together

Il CD triplo è anche meglio perché contiene ancora più materiale, questo è il retro della copertina, dove potete leggere titoli dei brani, anni di registrazione e musicisti utilizzati:

frankie miller live at rockpalast back.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inutile dire, grandissimo cantante, alla pari con i primi Eric Burdon, Joe Cocker, Rod Stewart e, aggiungerei, Paul Rodgers e il primissimo Robert Palmer, quello di Alan Bown Set e Vinegar Joe con Elkie Brooks, nonché dei primi album solisti Sneakin’ Sally Through The Alley, registrato in quel di New Orleans con Meters e Lowell George, e che sembra un disco dei Little Feat e Pressure Drop, con tutti i Little Feat, che verranno ristampati in un doppio dalla Edsel a fine mese. Notizia nella notizia. Rock Got Soul!

Anche David Clayton-Thomas viene dal passato, altra voce formidabile, è stato per moltissimi anni il cantante dei Blood, Sweat And Tears. Il nuovo album, A Blues For The New World, è già uscito da qualche tempo, su Antoinette Records distr. Universal Music Canada, quindi non di facile reperibilità, per usare il solito eufemismo. Blues con fiati di buona fattura, come di consueto.

Fine della prima parte, domani gli altri titoli.

Bruno Conti

Anteprima Johnny Lang – Fight For My Soul. Mah…!

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Jonny Lang – Fight For My Soul – Mascot/Provogue EU 03-09-2013 Concord Usa 17-09-2013

“Qualche eccesso di negritudine gratuita qui e là ma nell’insieme un bel disco dal vivo.” Così concludevo la mia recensione del Live At The Ryman, registrato nel 2009 e pubblicato nel 2010 dalla Concord/Universal (che rimane la sua etichetta negli States). un-giovane-di-talento-jonny-lang-live-at-the-ryman.html Potrei iniziare così questa recensione del nuovo Fight For My Soul, che sto scrivendo mentre impazza l’estate, ma il disco uscirà ai primi di settembre: così mi capita di leggere nel 99 % dei siti che se ne stanno occupando in questi giorni: “Sono passati sette anni dall’uscita del precedente album di studio Turn Around ma l’attesa è finalmente finita…eccetera eccetera” (in inglese naturalmente). Seguono una serie di ovvietà micidiali, non avendo ascoltato il disco bisogna affidarsi ai comunicati stampa! Qualcuno più avveduto si è informato presso lo stesso artista ed ha scoperto che la lunga attesa è dovuta anche al fatto che nel frattempo Jonny Lang ha provveduto ad allargare la famiglia con quattro figli, dicasi quattro, ma già dal 2010 l’album era in gestazione.

Lo stesso artista dichiara (e poteva essere diversamente?), tradotto in soldoni, che questo è il suo disco più bello di sempre, che è stato fantastico collaborare con Tommy Sims, che ha prodotto il nuovo album, che il disco sfugge a catalogazioni in questo o quel genere (ahia!) ma che i suoi complessi arrangiamenti, bellissime armonie vocali (ri-ahia!) e “l’espressivo” lavoro di chitarra lo rendono unico. Traduciamo: non è un disco di Blues, non è un disco di rock, non è, nonostante il titolo, un disco di soul, forse di “nu soul”, e ve lo dice uno che lo ha sentito bene, purtroppo. Ma chi è Tommy Sims? Nel suo CV troviamo che ha scritto Change The World con Clapton, brano che appare nella colonna sonora di Phenomenon con armonie vocali di Babyface, prima ancora era stato il bassista nella Other Band, quella che accompagnò Springsteen nel disgraziato tour del 1992-3 (sì, anche in MTV Plugged) ed in decine e centinaia di altre collaborazioni tra cui ci saranno sicuramente dei dischi che ho e mi piacciono. Anche a Jonny Lang il proprio disco sarà piaciuto, ma a “noi” non troppo! Per quanto mi sia sforzato di sentirlo più volte, mi risulta ogni volta difficile arrivare sino alla fine.

Ma sarò sicuramente io che mi sbaglio, gli appassionati di neo-soul (o nu soul) sicuramente troveranno motivi di apprezzare il disco, con le sue atmosfere anche complesse, che si rifanno al sound classico anni ’70 di Stevie Wonder e Marvin Gaye, e di recenti epigoni come Maxwell, D’Angelo, Erykah Badu e Lauryn Hill, o delle cose migliori di Alicia Keys, tutta gente assolutamente non disprezzabile. Anche Clapton ha cercato di fare degli album funky, ricchi di componenti di musica nera, anche nei musicisti, ma i risultati sono stati più spesso che no delle “ciofeghe”! L’unica cosa che si salvava erano gli assolo di chitarra e anche in questo Fight For My Soul sono forse l’unico elemento che mi sento di salvare. Il problema (se così lo vogliamo definire) è che non ce ne sono poi neanche molti, lui canta piuttosto bene, ha una bella voce e non la scopriamo in questo disco, ma gli arrangiamenti sintetici da “bland rock”, dove il Blues è un lontano ricordo, prevalgono, sembra uno di quei dischi poco riusciti che ultimamente faceva Robert Cray, tipo l’orribile This Time, fino alla rinascita con il recente Nothin’ But Love, spesso basta un buon produttore, ma Lang è ricaduto nei difetti che avevano afflitto la sua produzione dopo il 2000, suoni commerciali a scapito dei contenuti, prodotti ben confezionati ma che non sono appetibili né per gli amanti del rock, né del soul (quello buono), né tantomeno del blues(rock), come scontentare tutti in un colpo solo.

Come sempre il parere è strettamente personale ma mi risulta difficile salvare molti brani: forse l’iniziale Blew Up, dove quantomeno l’energia ha qualcosa delle vecchie collaborazioni tra Wonder e Jeff Beck, funky ma ben rifinita, anche se i coretti e il falsetto alla Prince non si reggono, la chitarra cerca di salvare il salvabile, ma è un fuoco di paglia. Che altro? La ritmata We Are The Same, che ricorda Stevie Wonder, ma quello non esaltante degli ultimi anni, interessanti cambi di tempo, coperti da arrangiamenti ridondanti ed esagerati e la “solita” chitarra che più di tanto, in mezzo a cotale modernità, non può fare. Forse anche la lunga ballata conclusiva I’ll Always Be, un tantino melodrammatica e sommersa dagli archi, redenta ancora una volta da un assolo pungente e reiterato nel finale. Nell’ambito della musica da classifica sarà anche un capolavoro ma io da Jonny Lang mi aspetto altro, per rimanere nell’ambito di vecchi ex ministri, visto che ne ho citato uno per la recensione del precedente live, come direbbe La Russa/Fiorello “è veramente brutto”! Speriamo per la prossima volta! Esce a settembre.

Bruno Conti

Eccoli Di Nuovo, Come Se Il Tempo Si Fosse Fermato! Scud Mountain Boys – Do You Love The Sun?

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Scud Mountain Boys – Do You Love The Sun? – Ashmont Records 2013

Quando nel lontano ’96 salirono alla ribalta con Massachusetts, il loro “sound” era una miscellanea che assimilava al meglio le dinamiche musicali di gruppi alternative country come i primi Wilco, Son Volt, Jayhawks con le armonie vocali dei Byrds, e pur incidendo per la Sub Pop non avevano nulla da spartire con il grunge e altra musica di tendenza di quel periodo. Formatisi nel ’91 (provengono proprio da quel Massachusetts che dava il titolo al loro disco più famoso) alcuni anni dopo diedero alle stampe due album, Pine Box e Dance The Night Away (95), in seguito raccolti su The Early Year (97), lavori che li avevano fatti accostare inizialmente a band come Codeine e Cowboy Junkies. Raggiunta una certa visibilità con il suddetto Massachusetts, improvvisamente e stranamente  la band si sciolse, e in seguito il leader Joe Pernice spalleggiato dal fratello e altri musicisti, ha rilanciato il progetto con uno stile leggermente più pop e con il nome di Pernice Brothers,  incidendo una mezza dozzina di album (il più interessante Overcome By Happiness (98), e un paio di mediocri lavori solisti quali Chappaquiddick Skyline (99) e Big Tobacco (2000). Ma questa è un’altra storia.

Dopo sedici anni dall’ultimo lavoro, si ripresentano, altrettanto inaspettatamente, con questo Do You Love The Sun, mantenendo la line-up storica con il trio Joe Pernice voce e chitarra, Stephen Desaulniers al basso, Bruce Tull alle chitarre e pedal steel, con l’apporto di validi musicisti come Tom Shea alla batteria e mandolino e Ken Maiuri al piano. Come se tutto questo lungo tempo non fosse passato, si riparte con l’iniziale Do You Love The Sun,  una bella ballata western, solo due chitarre e la voce ispirata di Joe, si prosegue con Double Bed che inizia lenta e quasi senza volume e la triste Crown Of Thorns (una delle più belle). Learn To Love Him è pianistica e cadenzata, ma ti cattura sin dalle prime note, mentre The Mendicant è un brano country con una languida pedal steel, a cui fanno seguito le notturne Orphan Girl e She Falls Apart (ma un po’ tutti i brani sono da ascoltare sotto la luna). Si riparte con una bella parentesi (in versione strumentale), la “cover” del tema da film di Midnight Cowboy di John Barry (per i non anglofili “L’Uomo Da Marciapiede”), l’acustica Drew Got Shot e con il country vagamente “annoiato” di You’re Mine.

La musica dei Scud Mountain Boys, è quieta, profondamente calma, lenta e avvolgente, “narcotica”, basata sulla voce del leader Joe Pernice, sull’intreccio delle chitarre e sul tappeto sinuoso della pedal steel di Bruce Tull. Le canzoni di Do you Love The Sun si assomigliano un po’ tutte (ma si fanno ascoltare comunque con piacere), sono molto interiori, ballate intrise da una tristezza coinvolgente, ma in ogni caso un bel disco, pieno d’atmosfera, da sentire a lungo, specie a tarda ora.

Per completezza d’informazione: viene distribuita anche una Deluxe Edition con tre bonus tracks (Drive Me Around, Drowned, Son Of a Bitch), di non facile reperibilità. Buona ricerca!

Tino Montanari

*NDB Non mi sembra ci fossero video del nuovo album, per cui beccatevi un paio di brani dal passato. Se ci saranno aggiunte provvederò ad aggiornare il Post!