Ripassi Per Le Vacanze 5: Succedeva Circa Un Anno Fa! Lucky Peterson – Live In Marciac July 28th 2014

lucky peterson live in marciac

Lucky Peterson – Live In Marciac July 28th 2014 – Jazz Village/Harmonia Mundi CD+DVD

Lucky Peterson è un buon musicista, altrettanto a suo agio all’organo come alla chitarra, che peraltro predilige; ha una produzione copiosa, spesso di album dal vivo, magari nel formato CD+DVD, come questo Live In Marciac, registrato lo scorso anno, e pure il multiplo Live At 55 Arts Club Berlin del 2012 lo era http://discoclub.myblog.it/2012/12/23/bravo-fortunato-e-tiene-famiglia-ma-the-lucky-peterson-band/ . In mezzo un album di studio come The Son Of A Bluesman, pubblicato sempre dalla stessa Jazz Village, un CD dedicato alla figura del padre James https://www.youtube.com/watch?v=Rc4Qg5XiuVA , anche lui Bluesman, negli anni ’60 proprietario di un locale a Buffalo, dove Willie Dixon, che vi passava spesso, prese sotto la sua ala protettrice il bambino “Judge Kenneth”, che forse sarebbe diventato “Lucky” Peterson anche per questo. Come molti bambini prodigio (con le eccezioni di Stevie Wonder, Steve Winwood e Michael Jackson, che però sappiamo la fine che hanno fatto a livello qualitativo) Peterson è rimasto sempre nel “gruppone” dei musicisti di culto, forse anche per la sua indecisione nello scegliere decisamente uno stile tra il soul e il blues (con abbondanti dosi di funky, rock e jazz), che però potrebbe essere pure uno dei suoi pregi. Anche il nuovo capitolo, molto buono, registrato a Marciac, (nel continente europeo dove è decisamente più popolare che in patria) conferma i pregi e, in questo caso, i (pochi) difetti del musicista nero: fluidità e facilità di tocco sia alle tastiere che alla chitarra, con la “strana” presenza nella formazione di un secondo tastierista, Marvin Hollie, e del fido Shawn Kellerman alla seconda chitarra, particolare inconsueto per uno così bravo ad entrambi gli strumenti, e pure vocalist dalla voce ora potente, ora felpata.

Per l’occasione non c’è la moglie Tamara (mi dispiace dire, meglio), ma nell’ultimo brano, come ospite, appare Joe Satriani (!?). Se devo essere sincero ho una decisa preferenza per il Peterson blues-rocker, ma anche quello che si dedica con fervore al funky e al soul non è male: e quindi il concerto parte con Boogie Thang, un vecchio brano di Matt “Guitar” Murphy (quello dei Blues Brothers, avete presente, il “marito” di Aretha Franklin nel film), dal poderoso drive chitarristico, dove Peterson, ottimamente coadiuvato dalla sua band, mette subito in chiaro di essere un chitarrista di quelli tosti e un cantante istrionico di grande potenza, in grado di infiammare subito il pubblico, con quasi undici minuti tra rock e blues che di solito si conservano per la fine del concerto. Ma evidentemente il nostro Lucky vuole il pubblico bello caldo e le sue scorribande alla solista sono difficili da ignorare (e anche Kellerman ci mette del suo): sto recensendo il concerto dal CD e quindi non ho avuto modo di vedere “ufficialmente” se non alcuni spezzoni del video (ma in rete ce n’è uno completo, come vedete sotto), in ogni caso l’energia si percepisce comunque, quando il gruppo prende il groove di Funky Broadway del “vecchio” Wicked” Wilson Pickett, il soul e il R&B vengono sparati a mille e poi reiterati in una eccellente (e nuovamente assai lunga) I Can See Clearly Now, il brano di Johnny Nash,  coinvolgente come pochi in una versione presa a tutta velocità, in un tripudio di chitarre, organo e la voce poderosa di Peterson.

Nuovamente soul, di quello nato nel profondo Sud per la It Ain’t Safe di George Jackson, con Marvin Hollie che giustifica la sua presenza alle tastiere con un ottimo lavoro e Lucky che incanta il pubblico con la sua notevole presenza scenica; anche quando i tempi rallentano per una eccellente versione di Trouble, il brano di Ray LaMontagne (canzone molto amata da Peterson che la aveva inserito anche nel precedente live) e che nelle mani, e nella voce, del nostro, diventa una deep soul ballad degna di quelle di Otis Redding. I brani originali, e forse questo è il piccolo difetto non citato prima, faticano a reggere con le ottime cover, ma Look Out Of Love, è un ottimo blues-rock, tirato e ad alta densità chitarristica, come pure Make My Move On You, dove Peterson inchioda un assolo spettacolare che poi sfocia in un breve ma sentito Tribute To Stevie Ray Vaughan; Nana Jarnell è uno slow blues strumentale hendrixiano notevole e I’m Still Here è puro Chicago Blues prima alla Buddy Guy e poi con continue variazioni tematiche, dove Peterson e Kellerman si sfidano alle soliste, prima di passare a una veloce capatina nel classico Goin’ Down Slow con Lucky all’organo, prima di una ulteriore furiosa ricaduta nel funky-soul-rock di Judy’s Got Your Girl and Gone, sempre con continui cambi di tempo che poi confluiscono in Boogie Woogie Blues Party, come da titolo una festa di ritmi scatenati. Se ne vanno, ma ritornano subito, con Joe Satriani, per un tuffo nei riff incontenibili di Johnny B. Goode, presi a velocità supersonica, esagerati, ma per una volta come è giusto che sia, persino Satriani sembra godere come un riccio, come pure tutto il pubblico!

La confezione doppia è disponibile dal 1° giugno.

Bruno Conti   

Novità Di Maggio Parte III. Cheap Trick, David Bowie, Thea Gilmore, Joe Satriani, Peter Rowan, Noah And The Whale

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Proseguiamo la disamina delle novità in uscita il 7 maggio (e non solo) con un paio di cofanetti e un “vecchio amico”.

L’uscita dei titoli in cofanetto della Sony dal catalogo Columbia, Epic, RCA, Arista prosegue inarrestabile. Mentre tornano disponibili per l’Europa il box dedicato alla Mahavishnu Orchestra e quello mega, da 25 CD, The Complete Rca Albums, dedicato alla discografia di John Denver e rilanciato dal recente ottimo tributo Music Is You, come novità esce questo The Complete Epic Albums Collection, che in 14 CD raccoglie tutta la produzione dei Cheap Trick tra il 1977 e il 1990:

  • 1. Cheap Trick (Expanded)
  • 2. In Color (Expanded)
  • 3. Heaven Tonight (Expanded)
  • 4. At Budokan: The Complete Concert (2 CDs)
  • 5. Dream Police (Expanded)
  • 6. Found All the Parts
  • 7. All Shook Up
  • 8. One on One (newly remastered for this box)
  • 9. Next Position Please (Authorized Version)
  • 10. Standing on the Edge (newly remastered for this box)
  • 11. The Doctor (newly remastered for this box)
  • 12. Lap of Luxury  (newly remastered for this box)
  • 13. Busted (newly remastered for this box)

Più modesto, ma sempre a prezzo “cheap”, esce anche un cofanetto da 5 CD di David Bowie, si chiama Zeit 77-79, con la trilogia berlinese, Low (1977), Heroes (1977), Lodger (1979), più il doppio dal vivo Stage (1978) nel remaster del 2005 fatto da Tony Visconti con Stand e Be My Wife aggiunte. La differenza, oltre al prezzo assai contenuto, è che escono su etichetta EMI dopo essere stati su RCA e Rykodisc.

Quest’anno a luglio compie 71 anni anche lui, ma Peter Rowan non dà segnali di volersi ritirare, questo The Old School esce a tre anni dal precedente Legacy, pubblicato come Peter Rowan Bluegrass Band e si aggiunge alla ventina di album pubblicati come solista, oltre ad innumerevoli collaborazioni ed ai dischi pubblicati con gli Earth Opera, i Seatrain, gli Old & In The Way (con Jerry Garcia) e i Rowans (con i fratelli). La musica, a parte gli inizi, tra rock, psychedelia e country, ha sempre ruotato attorno al bluegrass, la old time music, il folk e anche questo nuovo The Old School, edito a fine aprile dalla Compass, gravita sempre intorno a questi stili. Il sound del disco richiama alla mente i suoi inizi quando era uno dei componenti della band di Bill Monroe (peraltro solo per un anno tra il ’66 e il ’67): musica suonata con strumentazione acustica, molti ospiti “famosi”, Del McCoury e altri componenti della famiglia, i violinisti Buddy Spicher e Stuart Duncan, uno degli iniziatori del new grass, JD Crowe, l’ottantenne mandolinista Bobby Osborne e altri “giovanotti”, tra i quali spicca il bassista Dennis Crouch, l’unico, penso, sotto i 50 anni. Ma l’album ha una freschezza ed un vigore che lo colloca tra i migliori album in assoluto tra quelli realizzati da Rowan. Ovviamente solo per chi ama il genere.

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Altro terzetto eterogeneo.

Avevamo lasciato Thea Gilmore nel 2011 con due album “nuovi”: John Wesley Harding dove riproponeva nella sua versione tutto il classico disco di Bob Dylan e poi Don’t Stop Singing il CD con brani creati dalla stessa Thea a partire da testi inediti ritrovati di Sandy Denny (disco che era entrato anche, miracolosamente nella top 100 inglese). Entrambi i dischi molti belli per chi scrive, che ama particolarmente questa cantautrice di Oxford. Ora, dopo la pausa per maternità. esce Regardless, il nuovo album di studio distribuito come di consueto dalla Fullfill e prodotto dal collaboratore abituale Nigel Stonier. Gli arrangiamenti di archi di Pete Wingfield non hanno incontrato il favore di tutti ma da quello che ho potuto ascoltare la voce (il suo “strumento” migliore”) è sempre in bella evidenza.

Nuovo album anche per Joe Satriani, il 14° in studio, si chiama Unstoppable Momentum ed esce, come al solito, per la Epic. Tutto strumentale, e anche questa non è una novita, nel disco suonano, Vinnie Colaiuta alla batteria, Chris Chaney dei Jane’s Addiction al basso e Mike Keneally, alle tastiere, vecchio collaboratore di Zappa e Stevie Vai, che passa al “nemico”.

Quarto album di studio per Noah And The Whale, titolo Heart Of Nowhere, etichetta Mercury, as usual, nella title-track appare come ospite Anna Calvi. Le recensioni delle riviste inglesi sono state abbastanza positive, non ho avuto tempo di sentirlo per cui non vi so dire. La canzone del video è molto piacevole.

Anche per oggi, per le novità, è tutto. A domani per il resto.

A parte potete leggere la recensione del nuovo Archie Roach, Tino “dall’Australia”, ma in quali altri Blog musicali? La ricerca continua.

Bruno Conti

Provaci Ancora Eric, Una Anteprima? Eric Johnson – Up Close Another Look

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Eric Johnson – Up Close Another Look – Mascot/Provogue/Edel 02-04-2013

Eric Johnson è un fantastico chitarrista texano che, nella sua carriera che dura ormai da una trentina di anni (almeno a livello discografico), ha realizzato solo una manciata di album di studio, sei per la precisione, compreso questo Up Close, oltre ad un disco, Seven Worlds, registrato nel 1978 ma pubblicato solo 20 anni dopo, uno dal vivo della serie Live From Austin, Texas nel 2005 (ma registrato nell’88), oltre alla sua partecipazione come un terzo della “società” in una delle varie incarnazioni dei G3, insieme ai Joe Satriani e Stevie Vai. E per lui, come per molti altri, il migliore rimane ancora il primo ufficiale, Tones, uscito nel lontano 1986 per la Reprise, eccellente disco prevalentemente strumentale che ebbe un grosso successo sia di critica che di pubblico in quell’anno, disco che si inseriva in quel filone tra prog, rock, southern e blues dove operavano gruppi come i Dixie Dregs di Steve Morse, tanto per fare un nome, o il materiale meno bluesy di Robben Ford, virtuosi della chitarra elettrica per intenderci, e anticipatore del successo che avrebbero ottenuto i suoi futuri pard Joe Satriani e Steve Vai (già in pista ma noto soprattutto per le collaborazioni con Frank Zappa).

Senza farla troppo lunga ma dandogli i giusti meriti, Eric Johnson, ha avvicinato quei livelli qualitativi solo con il successivo Ah Via Musicom del 1990, poi creandosi una nicchia di appassionati, un seguito di culto, che ha continuato a comprare i suoi dischi ma con minore entusiasmo anche negli anni successivi, fino ad arrivare al 2010, l’anno di questo Up Close, uscito ai tempi solo sul mercato americano per la Vortexan/EMI, ma non distribuito in Europa, e che è di gran lunga il suo disco migliore dopo Tones, ma cosa ti va a pensare quel “diavolo” di un Johnson, facciamone una versione aggiornata per il mercato europeo, quell’Another Look, come avranno notato i più attenti: come dice lo stesso Eric Johnson, si è limitato ad aggiungere alcune parti di chitarra ritmica e a remixare il tutto, e la differenza è molto sottile, praticamente non si percepiscono i nuovi interventi, ma il disco suona meglio all’ascolto e se lo dice lui chi siamo noi per negarlo? Quindi prendiamo nota senza peraltro poter fare a meno di notare che questa nuova edizione ha due brani in meno di quella del 2010, strano ma vero, si toglie invece di aggiungere, anche se per onestà si tratta di due brevi intermezzi di poco più di un minuto ciascuno.

Ma quello iniziale, un intramuscolo orientaleggiante di 1:05, Awaken, è rimasto. Fatdaddy è il primo brano strumentale dove, a velocità vorticose, la chitarra solista di Johnson interagisce con una ottima sezione ritmica con vari batteristi che si alternano, Kevin Hall, Barry Smith e Tommy Taylor e il grande Roscoe Beck al basso, con lui da inizio carriera. Brilliant Room è il primo brano cantato, con ospite come vocalist il bravo Malford Milligan, altro texano che era negli Storyville (ve li ricordate?) il gruppo di David Holt e David Grissom con la sezione ritmica dei Double Trouble, un gruppo che ha non tenuto fede alle promesse, ma aveva molte potenzialità, il brano è un veloce rock, anche commerciale, ma con una verve ed un lavoro di suoni e chitarre che molta produzione attuale non ha (dipenderà dal fatto che il co-produttore è tale Richard Mullen ma l’ingegnere è Andy Johns, della premiata famiglia?), un sound fantastico. E sentite come suonano il Blues, in una cover eccellente di Texas (tema che ritorna), il vecchio brano firmato Mike Bloomfield/Buddy Miles che si trovava sul disco degli Electric Flag, per l’occasione a duettare con Johnson troviamo un pimpantissimo Steve Miller alla voce e Jimmie Vaughan alla seconda solista, cazzarola come suonano! Gem è uno di quei brani strumentali stile Prog-rock dove il nostro Eric esplora a fondo la sua tavolozza di colori e suoni per la gioia dei fanatici della chitarra.

Tra i titoli non manca Austin, altro ottimo duetto a tempo di rock con un Johnny Lang in gran vena e la chitarra di Johnson che crea traiettorie quasi impossibili senza scadere nelle esagerazioni di altri suoi colleghi virtuosi. La lunga Soul Surprise è un altro lento con i vocalismi senza parole del titolare e atmosfere sempre molto ricercate. On The Way è un ulteriore strumentale, molto Twangy & Country in questo caso, stile di cui è maestro Albert Lee. Senza citarle tutte, ma non ci sono cadute di gusto, vorrei ricordare il tributo in apertura (una piccola citazione di Little Wing) all’Hendrix più sognante, nella ricercata A Change Has Come To Me e il duetto molto melodico con la slide di Sonny Landreth in Your Book. Una delizia per gli amanti della chitarra elettrica, come tutto il disco peraltro.

Bruno Conti

Chitarristi A Go-Go! Santana, Sonny Landreth, Joe Bonamassa, John Mayer, Tedeschi-Trucks Band

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Per una strana congiunzione delle lune stanno per uscire o sono usciti una serie di album di alcuni dei migliori chitarristi, “antichi e moderni”, attualmente in circolazione; di Joe Bonamassa che uscirà il prossimo 22 maggio vi ho già riferito con un Post ad hoc in anteprima: finalmente-ma-quando-dorme-joe-bonamassa-driving-towards-the.html. Anche degli altri ho intenzione di occuparmi (mi è venuto un po’ minaccioso!), ma per il momento:

Santana Shape Shifter Starfaith Records/Sony Music

E’ il miglior disco di Carlos Santana degli ultimi 20 anni, che stando allo sticker sul CD è più o meno il tempo che ci ha messo a farlo. Si tratta di un disco strumentale, niente ospiti presi a casaccio dai generi più disparati, non sarà un capolavoro ma è un piacere ascoltare di nuovo uno dei migliori chitarristi in circolazione che lascia correre le mani sulle corde del suo strumento. Ogni tanto c’è un po’ di melassa in eccesso, come in Never The Same Again scritta con Eric Bazilian o In The Light Of A New Day firmata con Narada Michael Walden, ma i “lentoni” sono uno dei suoi marchi di fabbrica dai tempi di Samba Pa Ti, Song Of The Wind o Europa, meglio questi brani che improbabili duetti con Jacoby Shaddix, Nas, Will.i.am, Sean Paul, Musiq, i P.o.d., Placido Domingo e metallari assortiti, ma potrei continuare all’infinito. Al momento sto approfondendo l’ascolto, poi vi faccio sapere. Mi sono girato e rigirato il libretto ma non c’è il nome di un musicista indicato, neanche a pagarlo: presumo che tra i musicisti ci sia la nuova moglie, Cindy Blackman, ottima batterista anche, l’unica ringraziata, forse Chester Thompson, Karl Perazzo e il figlio Salvador Santana che firmano dei brani con Carlos. Sicuramente c’è un brano, Mr.Szabo dedicato al grande chitarrista jazz di origini ungheresi Gabor Szabo, che era l’autore di Gypsy Queen il famoso brano in medley con Black Magic Woman su Abraxas e per l’occasione Santana ci regala una inconsueta performance all’acustica. Basta, basta, proseguo nell’ascolto, tanto volendo lo trovate già nei negozi, fisici e virtuali. Per essere onesti c’è un brano cantato Eres la luz, un flamencone alla Gypsy Kings, mmmhh!

Rigorosamente tutto strumentale è il nuovo album di Sonny Landreth Elemental Journey, in teoria in uscita il 29 maggio per casa Proper ma già giunto sulle nostre lande per la distribuzione IRD. Anche in questo non è una grandissima perdita la mancanza della voce perché il buon Sonny non è un cantante memorabile per usare un eufemismo ma si poteva cercare un cantante adeguato, che so un John Hiatt. Ma basta fantasticare! Nel disco ci sono tre ospiti: due colleghi chitarristi, Joe Satriani, nell’iniziale pirotecnica Gaia Tribe e il grande e misconosciuto (ma non dagli appassionati della chitarra) Eric Johnson che aggiunge la sua chitarra alla slide di Landreth nella lirica Passionola. C’è anche il percussionista Robert Greenidge con le sue steel drums nella Caraibica Forgotten Story. Il disco abbandona quasi del tutto il blues e il cajun misti al rock dello stile abituale per spostarsi verso un sound molto anni ’70 che ricorda oltre ai due citati Satriani e Johnson, gente come Steve Morse o anche qualcuno ha citato Ritchie Blackmore e Ronnie Montrose. La slide non manca mai, in cinque brani c’è anche una sezione archi e anche in questo caso,a un primo ascolto, ottimo per gli appassionati di chitarrra.

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John Mayer, Eric Clapton non manca mai di portarlo al suo Crossroads Guitar Festival, e il “giovine” (va beh, 35 anni) è un buon chitarrista come ha evidenziato soprattutto negli ottimi album Live con il suo Trio dove al basso c’era Pino Palladino e alla batteria Steve Jordan, meno nei 4 precedenti album di studio. Questo Born And Raised evidenzia uno spostamento verso sonorità più morbide e californiane, con la produzione di Don Was e la partecipazione di Crosby & Nash nella title-track, è forse il suo migliore album in assoluto. Non guasta la presenza di Chuck Leavell tastiere (orfano degli Stones) e di Jim Keltner alla batteria. Eichetta Sony, nei negozi da martedì 22 maggio.

Stessa etichetta per il doppio Everybody’s Talkin’ Tedeschi Trucks Band Live ma siamo a ben altri livelli. Un disco stupendo, due chitarristi e una cantante fantastica, undici elementi sul palco per un disco che ci riporta al grande rock degli anni ’70. Revelator era un buon disco di studio e ha vinto il Grammy come miglior disco Blues, ma qui siamo in “paradiso”: sono “solo” undici brani, ma ne troviamo due attorno ai 5 minuti, compresa la stupenda title-track, cover del brano della colonna sonora dell’Uomo Da Marciapede, per il resto, sei brani intorno ed oltre i 10 minuti e uno che supera i 15, ma niente paura, la noia è lontanissima. Qui sono in dirittura d’ascolto negli ascolti, quindi domani o dopo recensione completa. Anche questo esce martedì prossimo.

Bruno Conti

Novità Di Aprile Parte IV: Warren Haynes, Jack White, Gordon Lightfoot, Walter Trout, Marty Stuart, Peter Gabriel, Joe Satriani, Brendan Benson, Dandy Warhols

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Nuovo appuntamento con la rubrica degli appuntamenti discografici. Dalle statistiche del Blog vedo che è una delle più lette per cui la intensifico ancora e direi che possiamo passare rapidamente alle uscite di martedì 24 aprile.

Partiamo con 3 dischi dal vivo: il primo è il già annunciato triplo (2 CD + 1 DVD) della Warren Haynes Band, Live At The Moody Theater esce in America per la Stax ed in Europa per la Provogue/Edel. Si tratta del resoconto di una serata ad Austin durante il tour dello scorso anno, il 3 novembre. Registrato in HD e 5.1, durata circa due ore e mezza, la formazione è quella con la sezione fiati dei Line Horns e l’ospite MacLagan ex-Faces tastiere. Questo il repertorio completo eseguito nella serata:

SET ONE – 68:27
01. Man In Motion * 10:50.55
02. River’s Gonna Rise 9:07.61
03. Sick Of My Shadow 9:47.11
04. A Friend To You 5:55.45
05. On A Real Lonely Night 12:52.03
06. Power and The Glory 7:02.16
07. Invisible * 12:52.12


SET TWO Part 1 – 52:11
01. Take A Bullet #* 6:41.45
02. Hattiesburg Hustle # 8:10.14
03. Everyday Will Be Like A Holiday # 11:08.55
04. Frozen Fear > 6:15.60
05. Dreaming The Same Dream > 6:35.34
06. Pretzel Logic 13:19.58

SET TWO Part 2 – 56:18
07. Fire In The Kitchen * > 7:06.25
08. Change Is Gonna Come > 6:57.12
09. Spanish Castle Magic 7:05.00
10. Band Intros > Tear Me Down 11:47.38
11. Crowd/Encore Break 2:53.62
12. Your Wildest Dreams * > 11:29.05
13. Soulshine 9:00.03


Band—–
Warren Haynes – Guitar/Vocals
Alecia Chakour – Vocals/Tambourine
Nigel Hall – Keyboards/Vocals
Ron Holloway – Tenor Saxophone
Ron Johnson – Bass
Terrence Higgins – Drums
* Grooveline Horns
# Ian McLagan – Keyboards

Quello di Gordon Lightfoot All Alive, pubblicato dalla Warner/Rhino, raccoglie il meglio di una serie di concerti tenuti dal grande cantautore canadese alla Massey Hall di Toronto tra il 1998 e il 2001.

Peter Gabriel, purtroppo, ci sta rompendo un po’ i (ministri) Maroni, non nei contenuti ma nella forma: questo Doppio CD Live Blood edito dalla Eagle Rock/Edel è la versione espansa del singolo CD tratto dai concerti dello scorso anno e già contenuto nella versione Deluxe in cofanetto di New Blood Live In London. Ma sono esattamente gli stessi brani, nella esatta sequenza, che riportavano le versioni DVD e Blu-Ray. Va bene il completismo, ma a tutto c’è un limite. Uomo avvisato…comunque lo so, fan non salvato!

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Ma un bel doppio di Joe Satriani, Satchurated:Live In Montreal non ce lo vogliamo sparare? Sempre per la Sony è il quinto album dal vivo in meno di 20 anni. Ne ha fatti anche dodici in studio, tre EP e tre antologie, non si può dire che si risparmi.

Primo album da solista per un altro chitarrista (e cantante): Jack White arriva al suo “debutto” a nome proprio con questo Blunderbluss che ha avuto lusinghieri giudizi in giro per il mondo. La casa discografica è la XL Recordings (quella dei White Stripes) in Europa e la Third Man Records/Columbia negli Usa. Registrato in quel di Nashville è proprio il classico album “solo”: infatti White si è registrato tutti gli strumenti e le parti vocali, oltre ad avere composto tutti i brani, con l’eccezione di una cover di I’m Shakin’ di Little Willie John, cantante Blues e R&B anni ’50-’60, per intenderci quello di Need Your Love So Bad (di cui i Fleetwood Mac del mio benianimo Peter Green hanno fatto una versione sontuosa poi ripresa anche da Gary Moore).

Visto che siamo finiti in territori Blues, martedì esce per la Provogue il nuovo album di Walter Trout Blues For The Modern Daze. Mentore del recensito recentemente Danny Bryant e “cliente” di questo Blog un-grande-chitarrista-in-tutti-i-sensi-walter-trout-common-g.html, ancora una volta non delude le attese degli appassionati del buon Rock(blues)!

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Il veterano della country music, è in pista dagli anni ’70, Marty Stuart, dopo l’ottimo Ghost Train del 2010 ritorna con questo Nashville Volume 1:Tear The Woodpile Down, il secondo pubblicato per la Sugar Hill (che poi in effetti sarebbe il terzo, perchè ne aveva già inciso uno nel lontano 1982). Con la partecipazione di alcuni ospiti tra cui Hank III è un classico esempio di come si può fare del buon country.

Orfano di Jack White e dei suoi Raconteurs, casualmente in contemporanea(?), Brendan Benson ritorna alla carriera da solista pubblicando il quinto album a proprio nome, si intitola What Kind Of World esce a livello indipendente (Readymade in Usa, Lojinx in Europa). Registrato a Nashville, dove gli studi, a giudicare da queste uscite, erano affollatissimi, mescola il solito power-pop-rock di Benson con influenze 60’s e la partecipazione di musicisti del giro Big Star, Cardinals e Phantom Planet. Non male, mi ricorda il  Nick Lowe dei vecchi tempi.

Per concludere il giro odierno, ma domani ne ho altri in serbo, ci sono moltissime uscite interessanti in barba alla crisi, poi l’importante sarebbe anche venderli, ma cominciamo a parlarne: dicevo, per concludere il giro odierno, nuovo album, l’ottavo, per gli americani Dandy Warhols, si chiama This Machine ed esce per la loro etichetta The End, la Naive in Europa. Più alternative rock e meno power pop dei precedenti sembra interessante e si direbbe, tradotto in parole povere, con più chitarre e meno tastiere, ma sempre abbastanza commerciale anche nella “strana” cover di 16 Tons.

A domani.

Bruno Conti

Novità Di Ottobre Parte I. Joe Cocker, Joe Satriani, Raul Malo, Kt Tunstall, Fran Healy Eccetera Eccetera

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Il mese di ottobre si annuncia veramente prodigo di uscite discografiche (novità e ristampe) per cui cercherò di limitare al minimo i commenti e le informazioni per inserire più titoli possibili in questo post. E si tratta solo delle uscite della prossima settimana, quindi 5 ottobre o giù di lì, salvo spostamenti. Confermato il Box di John Lennon e tutti gli album e antologie varie veniamo al resto.

Nuovo album per Joe Satriani, il 14°, si chiama Black Swans & Wormhole Wizards, esce per la Sony/Bmg come di consueto.

KT Tunstall pubblica per la Virgin il nuovo album Tiger Suit registrato agli Hansa Studios di Berlino, quelli di Heroes e Achtung Baby, viene annunciato come quello di una (leggera) svolta elettronica: gli ho dato un ascolto veloce non mi sembra molto diverso dal solito, c’è anche un bel duetto bluesato con Seasick Steve.

Gli Avett Brothers hanno avuto un grosso successo commerciale negli Stati Uniti lo scorso anno con l’ottimo I And Love And You prodotto da Rick Rubin, ma per chi pensa si tratti di una nuova band, questo Live, Volume 3, tra CD e EP è il loro 15° album, il secondo per la Sony/American Recordings esce sia in CD che in DVD.

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Sinners And Saints è il sesto album da solista di Raul Malo, l’ex leader dei Mavericks e membro dei Los Super Seven, pubblicato dalla Fantasy negli States speriamo anche in una uscita italiana. C’è una svolta verso sonorità Tex-mex vista la presenza di Augie Meyers e Shawn Sahm nonché la presenza del fisarmonicista Michael Guerra. C’è un brano con i Texas Tornados e cover di ‘Til I gain control again di Rodney Crowell e Saint Behind The Glass dei Los Lobos.

Ovviamente Battle Studies di John Mayer non è nuovo, ma proseguendo in quella fastidiosa (per i fans) abitudine di pubblicare gli album in nuove versioni a distanza di tempo (in questo caso quasi un anno), il CD viene ripubblicato con un DVD allegato che contiene la registrazione della trasmissione della serie VH1 Storytellers e 2 brani tratti dal tour acustico giapponese. Sony/BMG

Contrariamente a quanto annunciato, la settimana prossima anche negli States escono i 4 CD Live inediti dei Jefferson Airplane che vi ho presentato qualche giorno fa, ma, per il momento, solo in un box quadruplo per la Collectors’ Choice. Le edizioni singole dovrebbero uscire sempre il 26 ottobre, ma a noi che ci frega visto che in Italia sono già disponibili?

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Il nome Fran Healy non dirà molto ai più (fan esclusi) ma se vi dico che si tratta del leader e cantante degli scozzesi Travis? La settimana prossima esce per la Rykodisc il suo disco di esordio come solista intitolato Wreckorder. C’è un duetto con Neko Case, una traccia nascosta oltre ai 10 brani elencati e una edizione Deluxe (che palle!) con DVD allegato del making of. Partecipano anche Tom Hobden dei Noah & The Whale e Sir Paul McCartney al basso.

Toby Keith è uno dei cantanti country più famosi negli USA, Bullets In The Gun dovrebbe essere il 14° album in studio oltre a compilations e album natalizi. Esce per la Universal negli States. Quella che vedete è la versione Deluxe con 4 brani dal vivo aggiunti ma se volete c’è anche la versione normale (per masochisti) con 4 pezzi in meno. Non c’entra niente ma visto che è molto bello, agli appassionati del country d’autore ricordo che la scorsa settimana è uscito anche il nuovo disco di Kenny Chesney, Hemingway’s Whiskey (anche in questo c’è la versione deluxe con DVD aggiunto).

Gli irlandesi Saw Doctors, bravissimi, era un po’ di anni (dal 2006) che non pubblicavano un disco nuovo di studio (ma vi avevo parlato dell’ottima antologia To Win Just Once saw-doctors-to-win-just-once-the-best-of.html), questo nuovo The Further Adventures of The Saw Doctors pubblicato come al solito solo in Irlanda e Regno Unito dalla Shamtown Records non sarà purtroppo molto facile da reperire e, anche in questo caso, ad aumentare le difficoltà ne esce una versione con DVD aggiunto (sembra, solo su Amazon UK).

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L’inossidabile Joe Cocker pubblica il suo nuovo album Hard Knocks, il primo per la Sony/BMG (già presentato dal Mollicone nazionale al TG1, “bellissimo”, ma cosa non lo è per il vate della tivvù e dal mio “nostalgico” quasi omonimo Carlo Conti). Il disco presenta nove brani nuovi firmati da Joe Cocker e una cover del bellissimo brano della Dixie Chicks I Hope. La voce c’è sempre, vediamo poi per le canzoni.

Marnie Stern chi è costei?, pubblica il suo terzo omonimo album per l’etichetta Kill Rock Stars. Nel 2008 è stata premiata da una rivista americana, Venus, come la più grande chitarrista donna di tutti i tempi! In effetti la “ragazza” (ma è del 1976, recensore un po’ maligno) è una virtuosa della chitarra ed in particolare del tapping, ma il genere musicale dei dischi oscilla tra un pop futuristico-commerciale e un’avanguardia “leggera” (se esiste). Per fare un esempio, avete presento i video dell’ultimo tour di Madonna quando fa finta di suonare la chitarra elettrica (ma in effetti suona il chitarrista vero), rovesciate la parti e Marnie Stern suona sul serio, magari il repertorio non è il massimo per i miei gusti ma lei è brava davvero e provvista di una notevole autoironia visto che un brano si chiama Female Guitar Players Are The New Black.

Il disco di esordio dei The Duke And The King Nothing Gold Can Stay era stato uno dei dischi roots più belli dello scorso anno. Ora Simone Felice, reduce da un intervento a cuore aperto lo scorso giugno torna alla ribalta con questo Long Live The Duke And The king registrato sempre negli studi di Bearsville, New York che una volta furono patria della Band di Robbie Robertson e Levon Helm. Lui è il fratello batterista dei Felice Brothers tramutatosi in leader di questo eccellente nuovo gruppo. In Inghilterra è già uscito la scorsa settimana, etichetta Silva Oak, speriamo che la Loose/Self lo distribuisca anche da noi.

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Imelda May è quell’eccellente vocalist che ha collaborato (insieme a Joss Stone) all’ultimo disco di Jeff Beck, con il quale ha anche partecipato ai Grammy di quest’anno cantando How High Moon. Il suo genere viene considerato una sorta di rockabilly revival e in Irlanda, la sua patria, dove Mayhem è già uscito da qualche settimana il disco è andato direttamente al n.1 delle classifiche, come il precedente. Occhio perché è brava, etichetta Ambassador Records/Universal.

Nella serie Deluxe della Universal Breakfast in America dei Supertramp mancava all’appello, ma la prossima settimana la lacuna verrà colmata. La versione doppia contiene il secondo CD Breakfast Around The World con dodici pezzi dal vivo inediti registrati nel tour mondiale del 1979.

Prosegue la serie delle ristampe dei King Crimson in versione CD+DVDA, questa volta è il turno di In The Wake Of Poseidon (a breve seguirà Islands). Ci sono inediti e bonus tracks sia nel CD normale come nel DVD Audio.

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Per finire (vi ho detto che questo mese esce molta roba, e siamo solo alla prima settimana). Tornano anche i Killing Joke con la formazione originale e con un nuovo album Absolute Dissent distribuzione Universal, ma attenzione perchè in Inghilterra ne esiste anche una versione doppia.

Quello che vedete effigiato è proprio il “nuovo” doppio album dal vivo degli Emerson, Lake & Palmer (e non l’antologia senza inediti pubblicata dalla Santuary), At High Voltage è stato registrato al Festival della musica progressiva tenuto questa estate, il 25 luglio per essere precisi. Esce per una non meglio individuata etichetta Concert Live a tiratura limitata, quindi buona caccia. Usciranno anche un doppio dei Marillion, uno degli Asia e uno degli Argent nella stessa serie e della stessa casa, sempre At High Voltage.

Per finire su una nota di umorismo involontario. Non è esatto che le due raccolte Rossa e Blu dei Beatles non contengono inediti. In effetti nella versione rimasterizzata di 1962-1966 la versione di A day In The Life viene inclusa senza la parte sfumata del brano precedente tratto da Sergeant Pepper. Ovvero, se ricordate, su quel disco dei Beatles i brani erano uniti uno all’altro senza soluzione di continuità mentre invece per questa nuova versione dell’antologia hanno estrapolato una versione senza fade-in e fade-out. Geniale! Giuro, tratto da uno dei vari comunicati stampa, quindi collezionisti occhio alla penna.

Alla prossima (settimana), con altre news, domani torniamo alle recensioni, penso il doppio Black Sorrows, lo scrivo così mi ricordo e mi obbligo a farlo senza cambiare idea all’ultimo minuto con altre uscite. Tra l’altro è bellissimo.

Bruno Conti