Dopo Una Lunga Risalita Di Otto Anni Son Tornati I “Salmoni”! Leftover Salmon – Aquatic Hitchhiker

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Leftover Salmon – Aquatic Hitchhiker – Los Records 2012

Questo nuovo disco dei “salmoni” (dopo otto anni di inattività discografica si vociferava di un ritiro definitivo dalle scene), è sicuramente, dai tempi della morte del banjoista Mark Vann avvenuta nel 2002 (era uno dei fondatori del gruppo), il migliore della discografia della band di Boulder, Colorado. Il gruppo nasce all’inizio degli anni novanta dalla fusione di due band, i Left Hand String Band (formazione bluegrass) e i Salmon Heads (formazione cajun), e unendo le due cose abbiamo lo stile personale (azzarderei “folle”) dei Leftover Salmon, anche se inserito nel filone jam band. Cominciano a suonare in Colorado, per poi farsi un nome e diventare una formazione di “culto” in tutti gli Stati Uniti (per certi versi si possono paragonare ai Phish, anche se musicalmente sono completamente diversi), e il suono dei Salmons è un cocktail di country-bluegrass-cajun-reggae, ma è dal vivo che il gruppo dà il meglio, in quanto si lascia andare ad una musica spontanea, piena di immaginazione, in cui le invenzioni e gli altri stili coinvolti compongono un “sound” decisamente affascinante, come nel live Ash The Fish (95) registrato al Fox Theatre di Boulder.

I Leftover Salmon hanno esordito con l’interessante Bridges To Bert (93), cui faranno seguito altri lavori importanti come Euphoria (97), e The Nashville Sessions (99) con ospiti delle “personcine” come Taj Mahal, Sam Bush, Earl Scruggs, Waylon Jennings, Lucinda Williams e Bela Fleck, e un intrigante O’ Cracker Where Art Thou’ (2003) in collaborazione con i Cracker. Questo nuovo disco Aquatic Hitchhiker, a otto anni dall’omonimo CD del 2004, con una formazione decisamente rinnovata rispetto al passato, vede sempre in primo piano i “leader” storici Drew Emmitt, Vince Hermann e il nuovo arrivato Andy Thorn (banjo elettrico), con Steve Berlin dei Los Lobos che ha usato il suo ruolo di produttore per dare ordine al suono ed ha scelto la via più semplice, facendo confluire il naturale senso della melodia delle canzoni di Drew Emmitt e Vince Herman, in una forma sonora fluida e ben strutturata.

Apre Gulf Of Mexico un funky-rock di sicuro impatto (un po’ alla Little Feat, infatti nella versione live di Light Behind The Rain che vedete dopo, c’è Bill Payne ospite alle tastiere), limpido e divertente, mentre Keep Driving è un cajun rock agile e spigliato che sembra preso dalla tradizione, ma è invece uscito dalle penne di Herman e Thorn. Liza è il brano più intrigante del lavoro, un pezzo “caraibico” che ricorda le atmosfere dell’isola, perfetto per il grande Henry Belafonte, seguita dalla “title track” una traccia strumentale velocissima, con il violino dell’ospite Jason Carter in evidenza. Si riparte con Bayou Town, un “valzerone” agreste che sembra uscito dal repertorio della Nitty Gritty Dirt Band anni settanta, cui segue una Sing Up To The Moon sempre in ambito country. Light Behind The Rain è una ballata americana dalla classica struttura, con un arrangiamento limpido, cantata magnificamente e con una melodia che richiama il miglior country-rock stile Eagles.

Stop All Your Worrying è un bluegrass classico con il banjo di Andy in primo piano, mentre Walking Shoes è una canzone dal suono “roots”, cantata con molto “feeling”, seguita da una Kentucky Skies sempre sulle piste del bluegrass, tempo spedito e strumentazione cristallina. Concludono il disco Gone For Long, una composizione lenta, classica ballata di altri tempi (firmata dal bassista Greg Garrison), sincero omaggio al gruppo di Robbie Robertson (The Band), mentre Here Comes The Night è un brano splendido, leggermente dal tocco blues, un passo “allmaniano” con una fitta trama di chitarra ed hammond, tutto giocato sulla bravura dei musicisti.

I Leftover Salmon sono musicisti preparati che si divertono a stravolgere il country ed il bluegrass, suonando in modo velocissimo, mischiando elementi rock e blues, spesso improvvisando, uscendo quindi dai binari circoscritti che questi generi musicali prevedono. Musica interessante, intrigante, senza vincoli, per questi ragazzi del Colorado, e che piacerà sicuramente ai fans; per gli altri è il tempo di scoprire un gruppo che rende onore alle radici della musica americana.

Tino Montanari

Una Signora Del Blues “In Difficoltà”! Debbie Davies – After The Fall

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Debbie Davies – After the fall – MC Records

Come molti uomini e donne che si sono avvicinati al Blues anche Debbie Davies ha iniziato ad incidere tardi. Il suo primo album, Picture This, è uscito nel 1993 per la Blind Pig quando aveva già 41 anni. Ma era reduce, come è giusto che sia, perché poi paga i suoi dividendi, da una lunga gavetta in precedenza: nativa di Los Angeles, negli anni della sua formazione ha sempre operato in California, prima in band locali e poi nel gruppo Maggie Mayall and The Cadillacs. Se non puoi esordire nei Bluesbreakers ti accontenti della formazione della moglie. Ma poi, pensate (mi sento un po’ Paolo Limiti!), nel 1988 è stato “arruolata” negli Icebreakers di Albert Collins come seconda chitarrista (una tradizione delle grandi band blues nere era quella di avere spesso un ulteriore elemento di valore come musicista ritmico e di supporto alla solista del leader, spesso un bianco) e in quegli anni ha suonato anche in Sense Of Place di John Mayall, quindi si può dire che comunque ce l’ha fatta a coronare il suo sogno!

After The Fall è il suo 11° album, il primo per la MC Records e, come dice il titolo, nasce in seguito ad una “caduta”, sia fisica che, aggiungo io, di ispirazione. Cerco di spiegare meglio: il penultimo disco, Holdin’ Court, era un CD tutto strumentale distribuito dalla Vizz Tone, che non mi aveva convinto fino in fondo (anche se non era sicuramente un brutto disco), in quanto uno dei pregi dei dischi di Debbie Davies è anche la voce ed era uscito dopo l’eccellente Blues Blast su Telarc,uno dei suoi migliori in assoluto, con la partecipazione di alcuni illustri “colleghi” come Tab Benoit, Coco Montoya e Charlie Musselwhite e, a seguire, c’era stata anche l’apparizione nel disco dal vivo di Tommy Castro con la Legendary Rhythm and Blues Cruise Revue. Poi sul finire del 2010 le cose hanno iniziato ad andare a rotoli per questa “signora del Blues”, prima la scomparsa dell’amica e compagna di molte avventure nel Blues, Robin Rogers, seguito da una caduta vera e propria a livello fisico che le ha provocato la frattura di un braccio e un lungo periodo di inattività, che per una artista che vive proprio con i proventi delle esibizioni dal vivo è stata una sorta di iattura che l’ha costretta a vendere, come racconta lei stessa, tutto quello che non era legato al pavimento della sua abitazione, alcune chitarre comprese.

Ma Debbie Davies è una battagliera e queste “disgrazie” sono diventate l’oggetto di alcune delle migliori canzoni di questo nuovo album, alcune sue, altre scritte dal collaboratore storico e batterista da tempo immemorabile Don Castagno. Il risultato è un disco gagliardo e chitarristico, con brani come The Fall, Done Sold Everything e Little Broken Wing che raccontano di questi eventi con il suo solito stile che mescola blues classico e blues-rock con classe e competenza e la bella voce ancora squillante nonostante gli anni che passano. Tra gli ospiti del disco l’ottimo tastierista Jeremy Baum che con hammond B3 e piano aggiunge un tocco southern al brano di apertura, Don’t Put The Blame On me, firmato da Castagno e Jon Tiven e che ha un bel tiro rock nelle chitarre. Ma anche le atmosfere tra “Big Easy” e Litte Feat di Goin’ To A Gaggle o la già citata Done Sold Everything che conclude con un potente duetto chitarristico con Dave Gross che rinverdisce i fasti di quelli con Albert Collins dei tempi che furono, sono due brani che confermano la ritrovata grinta vocale e strumentale.

Ottimo pure lo slow blues “cattivo”, nel titolo e nella realizzazione musicale, I’ll Feel Much Better When You Cry, con in evidenza l’organo di Bruce Katz che è l’altro tastierista fisso presente nell’album. Non male il tributo all’amica scomparsa, la dolce e sinuosa Down Home Girl, ma tutto il disco segnala un ritorno alla miglior forma della nostra amica e si presenta come uno dei prodotti migliori di blues elettrico usciti in questo 2012. Se vi piacciono gli assolo di chitarra elettrica ma anche brani con una costruzione sonora elegante e cantati da una bella voce femminile grintosa quanto basta non andate a cercare lontano, in questo After The Fall troverete quello che cercate, anche un boogie strumentale sparatissimo come R.R. Boogie in chiusura di disco. Consigliato.

Bruno Conti

Sembrano Quasi I Little Feat! Rooster Rag, Il Nuovo Album

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Little Feat – Rooster Rag – Rounder/Universal

E anche un po’ la Band, in riferimento al titolo. D’altronde Little Feat e Band si possono considerare tra gli inventori di quello che un tempo veniva definito “rock americano” e poi negli anni, via via, roots rock, Americana o come diavolo volete chiamarlo, quello stile che riunisce un po’ tutto gli stili e il meglio della musica rock intesa nel senso più nobile. Se andate a leggere su Wikipedia quale sia il loro genere, trovate: southern rock, blues rock, roots rock, R&B, Funk Rock, jazz funk, jazz rock, boogie rock, jam rock, country rock, Americana. Praticamente cosa manca? Folk e klezmer, mi pare, gli altri generi sono rappresentati tutti e li suonano tutti alla grande. Sembrano “quasi” i Little Feat, perchè dal 1979 Lowell George ci ha lasciati e nel 2010 è scomparso anche il batterista Richie Hayward. Shaun Murphy, l’ottima vocalist che aveva fatto parte del gruppo dal 1993 al 2009 nella terza fase (in sostituzione di Craig Fuller) parzialmente invisa a una fetta dei fans del gruppo, se ne è andata anche lei, mentre Fred Tackett, confermatissimo nella formazione, assume un ruolo più evidente sia a livello compositivo che vocale (e lui ormai fa parte del gruppo dal 1987). Il nuovo batterista è il bravo Gabe Ford, un membro della nuova generazione della grande famiglia Ford (quella di Patrick, il babbo, anche lui batterista e dello zio Robben Ford).

Il risultato finale è questo Rooster Rag, uno dei migliori album in studio della band in assoluto, il loro sedicesimo. Join The Band del 2008 era stato un eccellente disco ma conteneva vecchio materiale, una serie di collaborazioni e duetti con grandi musicisti alle prese con molte rivisitazioni dal loro repertorio. Questo album, a parte due cover, poste in apertura e chiusura del CD, è forse il loro disco più bello dagli anni ’70, sorprendentemente mi viene da aggiungere, per la consistenza e la continuità qualitativa del materiale presente nel disco. Dischi brutti non ne hanno mai fatti, ma non sempre tutti i brani erano all’altezza della loro fama, questa volta invece tutto gira alla perfezione.

Dalla “ripresa” iniziale della celebre Candy Man Blues dal repertorio di Mississippi John Hurt, cantata da Paul Barrere, tutti gli elementi del loro sound classico sono subito al loro posto, le due chitarre che si intersecano sinuosamente, con la slide ora nelle mani esperte di Barrere, il piano e l’organo di Payne che si insinuano nelle pieghe della sezione ritmica, con il basso inamovibile di Kenny Gradney ad ancorare il suono con la batteria di Ford e le percussioni di Sam Clayton ad aggiungere quella patina New Orleans al tutto. Rooster Rag, il primo brano firmato dalla nuova coppia Bill Payne/Robert Hunter è un perfetto connubio tra le sonorità classiche dei Feat e quell’andatura da “rag” della Band, il violino aggiunto di Larry Campbell, il mandolino di Fred Tackett e le tastiere di Payne conferiscono un andatura “paesana” alla canzone che ha tutto il fascino delle cose migliori del gruppo. Church Falling Down è il primo brano scritto e cantato da Tackett, in questo album, una ballata meravigliosa ed esoterica, con le tastiere di Payne che, come dice lui nella presentazione dell’album, hanno qualcosa del “gris-gris” di Dr.John, mandolino, slide acustica e un bel solo del piano acustico di Payne nella parte centrale confermano questa vena ritrovata per il “suono particolare” inserito in un ensemble formidabile.

Salome, un altro brano dell’accoppiata Payne/Hunter (il paroliere dei Grateful Dead), sembra un brano uscito come per magia dai solchi dei vinili storici dei Little Feat degli anni ’70, il violino dì Campbell è ancora una volta valore aggiunto per la riuscita perfetta della canzone, bellissima anche la parte slide, inconfondibile. One Breath At A Time è uno dei loro classici “funkacci”, con slide, solista e organo e la sezione fiati dei Texicali Horns (Darrell Leonard & Joe Sublet) che impazzano sulle voci di Tackett, l’autore, Clayton e Barrere che si “scambiano” i versi del brano con il solito gusto inimitabile, mentre la sezione ritmica inventa musica senza tempo. Just A Fever è uno di quei pezzi R&R, che è altrettanto nel loro DNA, ritmi tirati, riff di chitarra a volontà per un brano scritto da Paul Barrere con il recentemente scomparso Stephen Bruton, altro grande chitarrista.

Rag Top Down, un altro dei brani firmati da Payne con Hunter ha nuovamente punti di aggancio con il suono della Band di Robertson e Helm, quel gumbo di sapori sonori che solo i più grandi gruppi della musica americana hanno saputo creare. Stessa coppia di autori per la successiva Way Down Under, che ci riporta nei territori sonori più riconoscibili dei Little Feat, con quegli interscambi fantastici tra chitarre e tastiere che sono stati sempre il loro marchio di fabbrica, quando i tempi accelerano anche il godimento aumenta. Jamaica Will Break Your Heart, nuovamente di Tackett, come detto molto più presente come autore e cantante in questo disco, ha quei ritmi caraibici indolenti nella parte iniziale, ma subito potenziati dalla sezione fiati nuovamente in pista e dal drive ritmico inarrrestabile del gruppo.

Tattooed, l’ultimo brano di Tackett, è una morbida ballata tra jazz e blue eyed soul, con tromba e chitarra a dividersi le parti soliste con il piano elettrico di Payne, ed è forse l’unico brano che non mi soddisfa a pieno, uno su dodici ci può stare, bello ma un po’ turgido, il lato più edonista della band che non sempre mi ha entusiasmato. Ma nel finale torniamo al suono più ruspante del gruppo, prima una The Blues Keep Comin’, firmata da Payne con il batterista Ford, che è una dichiarazione di intenti fin dal nome del brano, le radici del loro suono poi ribadite in una turbinosa Mellow Down Easy, un brano che Willie Dixon aveva scritto per Little Walter, e che il percussionista Sam Clayton canta alla grande con il suo vocione, con l’aggiunta dell’armonica di Kim Wilson a duettare con le chitarre di Barrere e Tackett e tutta la band che tira come un diretto. E tutto finisce come era cominciato, sia nel disco che nella storia del gruppo, “vera musica americana”!

Bruno Conti

Uscite Discografiche “Prossime Venture” Periodo Giugno-Agosto 2012 Parte I. Kinks, Soul Asylum, Beachwood Sparks, Little Feat, Bobby Womack, Tanita Tikaram, Blasters, Levellers, Los Lobos

Oggi ho deciso di fare una prima puntata relativa alle uscite discografiche che ci delizieranno nei prossimi mesi estivi. Lo so che non si dovrebbe fare, perché poi uno se le dimentica, ma almeno avete una idea di cosa aspettarvi tra giugno e agosto a livello discografico. Dove possibile vi inserisco anche la copertina e la data di uscita (presunta). A caso, come vengono vengono, sempre ricordando che quelle più vicine tipo Brandi Carlile, Shawn Colvin, Mary Chapin Carpenter, Neil Young, Patti Smith, Beach Boys e altri in uscita tra il 5 e il 12 giugno ve li ho già anticipati e ci tornerò nella settimana di uscita. Alejandro Escovedo l’avevo detto? Lo sto sentendo oggi, un po’ deluso a un primo ascolto.

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Il Box dei Kinks At The BBC 5 CD + DVD è in uscita il 13 agosto per la Sanctuary/Universal, questo il contenunto:

CD1

1. Interview: Meet The Kinks – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1964
2. Cadillac – Saturday Club – The Playhouse Theatre, 1964
3. Interview: Ray Talks About ‘You Really Got Me’ – Saturday Club The Playhouse Theatre, 1964
4. You Really Got Me – Saturday Club – The Playhouse Theatre, September 1964
5. Little Queenie – Saturday Club – The Playhouse Theatre, 1964
6. I’m A Lover Not A Fighter – Top Gear – The Playhouse Theatre, 1964
7. Interview: The Shaggy Set – Top Gear – The Playhouse Theatre, 1964
8. You Really Got Me – Top Gear – The Playhouse Theatre, October 1964
9. All Day And All Of The Night – Top Gear – The Playhouse Theatre, 1964
10. I’m A Lover, Not A Fighter – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
11. Interview: Ray Talks About The USA – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
12. I’ve Got That Feeling – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
13. All Day And All Of The Night – Saturday Club – Piccadilly Studios, 1964
14. You Shouldn’t Be Sad – Saturday Club – Maida Vale Studios, 1965
15. Interview: Ray Talks About Records – Saturday Club – Maida Vale Studios, 1965
16. Tired Of Waiting For You – Saturday Club – Maida Vale Studios, 1965
17. Everybody’s Gonna Be Happy – Saturday Club -Maida Vale Studios, 1965
18. This Strange Effect – “You Really Got…” – Aeolian Hall, 1965
19. Interview: Ray Talks About “See My Friends” – “You Really Got…” Aeolian Hall, 1965
20. See My Friends – “You Really Got…” Aeolian Hall, 1965
21. Hide And Seek – “You Really Got…” Aeolian Hall, 1965
22. Milk Cow Blues – Saturday Club – The Playhouse Theatre, 1965
23. Interview: Ray Talks About Songwriting – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1965
24. Never Met A Girl Like You Before – Saturday Club – The Playhouse Theatre,1965
25. Wonder Where My Baby Is Tonight – Saturday Club,The Playhouse Theatre,1965
26. Interview: Meet Pete Quaife – Saturday Club, The Playhouse Theatre,1965
27. Till The End Of The Day – Saturday Club, The Playhouse Theatre,1965
28. A Well Respected Man – Saturday Club, The Playhouse Theatre,1965
29. Where Have All The Good Times Gone? – Saturday Club,The Playhouse Theatre,1965
30. Love Me Till The Sunshines – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
31. Interview: Meet Dave Davies – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
32. Death Of A Clown – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
33. Good Luck Charm – Saturday Club -The Playhouse Theatre, 1967
34. Sunny Afternoon – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
35. Autumn Almanac – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
36. Harry Rag – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
37. Mr Pleasant – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967

CD2

1. Susannah’s Still Alive – Top Gear -Maida Vale Studios, 1967
2. David Watts – Top Gear – Maida Vale Studios, 1967
3. Waterloo Sunset – Top Gear – BBC Piccadilly Studios, 1968
4. Interview: Ray Talks About Working – Top Gear – BBC Piccadilly Studios, 1968
5. Days – Top Gear – BBC Piccadilly Studios, 1968
6. Interview: Ray Talks About Solo Records – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
7. Love Me Till The Sun Shines – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
8. Monica – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
9. Interview: Ray Talks About “Village Green” – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
10. The Village Green Preservation Society – Saturday Club – Playhouse Theatre, 1968
11. Animal Farm – Saturday Club, Alternative version – Playhouse Theatre, 1968
12. Where Did My Spring Go? – “Where Was Spring?” – The Riverside Studios, 1969
13. When I Turn Off The Living Room Lights – “Where Was Spring?” – The Riverside Studios, 1969
14. Plastic Man – Symonds on Sunday, Alternate Version – Aeolian Hall, 1969
15. King Kong – Symonds on Sunday, Alternate Version – Aeolian Hall, 1969
16. Do You Remember Walter – Symonds on Sunday, Alternate Version – Aeolian Hall, 1969
17. Symonds on Sunday Interview: Ray Talks About Rumours – Aeolian Hall, 1969
18. Victoria – Dave Lee Travis, Alternate Version – Camden Theatre, 1969
19. Mr Churchill Says – Dave Lee Travis, Alternate Version – Camden Theatre, 1969
20. Arthur – Dave Lee Travis, Alternate Version – Camden Theatre, 1969
21. Interview: Ray Talks With Keith Altham – Dave Lee Travis show – Aeolian Hall,1970
22. Lola – Dave Lee Travis show, Alternate Version – Aeolian Hall,1970
23. Mindless Child Of Motherhood – Dave Lee Travis show – Aeolian Hall,1970
24. Days – Dave Lee Travis show, Alternate Version – Aeolian Hall,1970
25. Apeman – Dave Lee Travis show, Alternate Version – Aeolian Hall,1970
26. Acute Schizophrenia Paranoia Blues – John Peel Session – Kensington House, 1972
27. Holiday – John Peel Session – Kensington House, 1972
28. Skin And Bone – John Peel Session – Kensington House, 1972

CD3

1. Supersonic Rocket Ship – John Peel Session – Kensington House, 1972
2. Here Comes Yet Another Day – Dave Lee Travis – Alternate Version 1973
3. Demolition – John Peel Session – Langham Studios, 1974
4. Mirror Of Love – John Peel Session – Langham Studios, 1974
5. Money Talks – John Peel Session – Langham Studios, 1974
6. DJ Alan Black Introduces “In Concert at The Hippodrome Theatre”
7. Victoria – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
8. Here Comes Yet Another Day – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
9. Mr. Wonderful – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
10. Money Talks – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
11. Dedicated Follower Of Fashion – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
12. Mirror Of Love – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
13. Celluloid Heroes – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
14. You Really Got Me / All Day And All Of The Night – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
15. DJ Alan Black Talks About “Preservation Act 2”
16. Daylight – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
17. Here Comes Flash – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
18. Demolition – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
19. He’s Evil – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
20. Lola – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
21. Outro – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974
22. Skin And Bone / Dry Bones – In Concert at The Hippodrome Theatre, 1974

CD4

1. Alan Freeman Introduces “The Kinks Christmas Concert”
2. Juke Box Music – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow, 1977
3. Bob Harris Introduction – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow, 1977
4. Sleepwalker – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
5. Life On the Road – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
6. A Well Respected Man – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
7. Death Of A Clown – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
8. Sunny Afternoon – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
9. Waterloo Sunset – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
10. All Day And All Of The Night – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
11. Slum Kids – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow Theatre, 1977
12. Celluloid Heroes – The Kinks Christmas Concert, at the Rainbow Theatre, 1977
13. Get Back In The Line – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
14. The Hard Way – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
15. Lola – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
16. Alcohol – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
17. Skin And Bones / Dry Bones – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
18. Father Christmas – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
19. You Really Got Me – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre, 1977
20. Interview: Ray Talks To Johnny Walker – Maida Vale Studios, 1994
21. Phobia – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994
22. Interview: Ray Introduces “Over The Edge” – Maida Vale Studios, 1994
23. Over The Edge – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994
24. Wall Of Fire – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994
25. Till The End Of The Day – Johnny Walker session – Maida Vale Studios, 1994

CD5

1. All Day and All The Night – Emma Freud session – Maida Vale Studios, 1994
2. Waterloo Sunset – Emma Freud session – Maida Vale Studios, 1994
3. I’m Not Like Everybody Else – Emma Freud session – Maida Vale Studios,1994
4. Till The End of the Day – Emma Freud session – Maida Vale Studios,1994
5. You Really Got Me – Emma Freud session – Maida Vale Studios, 1994
6. Louie Louie – Saturday Club -Live at The Playhouse Theatre, 1964
7. Stop Your Sobbing – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1964
8. Milk Cow Blues – “You Really Got…” -Live at Aeolian Hall, 1965
9. Milk Cow Blues – Saturday Club Live at The Playhouse Theatre, December 1965
10. I Am Free – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1965
11. Susannah’s Still Alive – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1968
12. Days – Saturday Club – Live at The Playhouse Theatre, 1968
13. Dedicated Follower Of Fashion / A Well Respected Man / Death Of A Clown – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Recorded at BBC Televison Centre, 1968
14. Sunny Afternoon – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
15. Two Sisters – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
16. Sitting By The Riverside – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
17. Lincoln County – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
18. Picture Book – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version
19. Days – Late Night Line-Up:Colour Me Pop – Alternate Version

DVD

1. You Really Got Me – The Beat Room, BBC Television Centre,1964 [Film]
2. Got Love If You Want It – The Beat Room – BBC Television Centre,1964 [Film]
3. Sunny Afternoon – A Whole Scene Going On – BBC Television Centre,1966[Film]
4. Lola – Altnerative version , Top Of The Pops, 1970 [film]
5. Ape Man – Alternative Version, Top Of The Pops, 1971 [Film]
6. Have A Cuppa Tea – The Old Grey Whistle Test, 1972 [Film]
7. Come Dancing – Alternative version, Top Of The Pops, 1983 [Film]
8. Scattered – Live on The Late Show, 1993 [Concert Film]
9. Over The Edge – Live on Later With Jools Holland, 1993 [Film]
10. Informer – Live on Later With Jools Holland, 1993 [Film]
11. Till The End Of The Day – Later With Jools Holland, BBC TV Centre 1993 [Film]
12. You Really Got Me – Live on Top Of The Pops, 1994 [Film]
13. Till The End Of The Day – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
14. Waterloo Sunset – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
15. Top Of The Pops – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
16. The Money-Go-Round – Alternative version – Live The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
17. Sunny Afternoon – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
18. Virgin Soldiers – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
19. Mr. Wonderful – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
20. She Bought A Hat Like Princess Marina – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
21. Alcohol – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
22. Acute Schizophrenia Paranoia Blues – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
23. You Really Got Me – Live at The Rainbow Theatre, 1972 [Film]
24. Victoria – Live In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
25. Acute Schizophrenia Paranoia Blues – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
26. Dedicated Follower Of Fashion – In Concert, BBC Televsion Theatre,1973 [Film]
27. Lola – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
28. Holiday – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
29. Good Golly Miss Molly – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
30. You Really Got Me / All Day And All Of The Night – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
31. Waterloo Sunset – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
32. Village Green Preservation Society – In Concert, BBC Televsion Theatre, 1973 [Film]
33. You Really Got Me / All Day And All Of The Night – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
34. Sleepwalker – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
35. Life Goes On – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
36. Stormy Sky – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
37. Celluloid Heroes – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
38. Muswell Hillbilles – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
39. Full Moon – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
40. Life On The Road – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
41. Juke Box Music – The Old Grey Whistle Test, 1977 [Film]
42. Juke Box Music – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
43. Sleepwalker – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
44. Life On the Road – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
45. A Well Respected Man – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
46. Death Of A Clown – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
47. Sunny Afternoon – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
48. Waterloo Sunset – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
49. All Day And All Of The Night – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
50. Slum Kids – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
51. Celluloid Heroes – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
52. Get Back In The Line – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
53. The Hard Way – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
54. Lola – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
55. Alcohol – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
56. Skin And Bones / Dry Bones – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
57. Father Christmas – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
58. You Really Got Me – The Kinks Christmas Concert, Rainbow Theatre,1977 [Film]
59. Interview: Dave and Ray Davies – The Alan Price Show, 1968 [Film]

131 brani nei CD e 59 nel DVD, direi esaustivo. Peccato che recentemente sono uscite le varie edizioni Deluxe dei CD dei Kinks e una decina di anni fa era già stato pubblicato un doppio album di regsitrazioni per la BBC. Per i “meno abbienti) o meno interessati uscirà anche un Best Of doppio.

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Dopo il ritorno di interesse per quel genere di sonorità dovuto a gente come Dawes e Jonathan Wilson tornano anche i Beachwood Sparks con Tarnished Gold, nuovo disco in uscita il 26 giugno per la Sub Pop. Il gruppo californiano si era sciolto nel 2003 ma erano stati tra gli alfieri del ritorno della cosiddetta “Cosmic American Music”, termine coniato ai tempi di Gram Parsons. Quindi country, rock, soul, folk, psichedelia gentile, pop: sentite un po’!

 

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Sempre il 26 giugno su Rounder/Universal tornano anche i Little Feat con un nuovo album intitolato Rooster Rag. 15° album e il primo di materiale nuovo di studio da Kickin’ It At The Barn del 2003, per la prima volta senza Richie Hayward, il batterista storico della band scomparso nel 2010 e sostituito da Gabe Ford. Non ci sarà neppure Shaun Murphy, grande vocalist femminile che però ha sempre diviso i fans del gruppo, questa la lista dei brani e qualche informazione su autori e chi canta nei brani:

Rooster Rag (Bill Payne/Robert Hunter)
Way Down Under (Bill Payne/Robert Hunter)
Rag Top Down (Bill Payne/Robert Hunter)
Salome (Bill Payne/Robert Hunter)
The Blues Keeps Coming (Bill Payne/Gabe Ford)
Just A Fever (Paul Barrere/Stephen Bruton)
Candy Man Blues (Mississippi John Hurt)
Jamaica Will Break Your Heart (Fred Tackett) sung by Paul Barrere
One Breath At A Time (Fred Tackett) sung by Paul Barrere, Sam Clayton and Fred Tackett
Tattooed Girl (Fred Tackett)
Church Falling Down (Fred Tackett)
Mellow Down Easy (no writing credit given yet but lead vocal is by Sam Clayton)

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Sempre per la serie “A volte ritornano” nuovo album, a 6 anni dall’ultimo, anche per i riuniti Soul Asylum. Il disco si chiama Delayed Reaction, ed esce il 17 luglio per la 429 Records. A fianco di Dave Pirner e Dan Murphy, i nuovi sono Tommy Stinson, l’ex bassista dei concittadini di Minneapolis, i Replacements e l’ex batterista di Prince, Michael Bland. Questo è uno dei brani del CD.

 

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Nuovo album anche per uno degli ultimi grandi del soul, Bobby Womack, il disco si chiama The Bravest Man In The Universe, esce il 12 giugno per la XL Recordings, co-prodotto da Richard Russell e Damon Albarn, speriamo bene, non ce lo vedo molto l’ex Blur e Gorillaz alle prese con il soul, considerando che la prescelta per l’immancabile duetto è la “famosa cantante soul” Lana Del Rey. E in effetti il sound del singolo che anticipa il CD ha sonorità diciamo “moderne”, anche se non è male. vedremo!

 

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Il 26 giugno nuovo album anche per Tanita Tikaram, Can’t Go Back, esce a 7 anni di distanza dal precedente Sentimental. Si tratta dell’ottavo disco della sua carriera e il primo per la ear Music/Edel, non mancherà la solita versione Deluxe. Anche lei non è più una giovincella, è del 1969 e lo scorso anno quando venne a Milano presentò questa One Kiss che farà parte del nuovo album.

 

 

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Il 19 giugno uscirà il nuovo album dei Blasters Fun On Saturday Night per la Rip Cat Records. Attenzione però, non c’è Dave Alvin rimpiazzato da tale Keith Wyatt, mentre gli altri ci sono tutti. A questo punto non era meglio farlo uscire come disco solista di Phil Alvin? E’ come fare un disco degli Stones senza Keith Richards? Tra le cose positive uan versione della famosa Jackson della coppia Johnny Cash/June Carter cantata in duetto con l’amica Exene Cervenka.


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Static On The Airwaves è il nuovo CD dei Levellers in uscita il 26 giugno per la On The Fiddle Recordings (nome azzeccato per l’etichetta, vista la musica). Prodotto dall’ottimo Seth Lakeman (uno dei migliori cantanti del nuovo folk britannico, assolutamente da conoscere), dall’ascolto di questa Truth Is sembra un ritorno ai loro migliori livelli.

 

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Concludiamo la lista di oggi (ma domani riprendo) con una doppietta o addirittura tripletta. Per festeggiare il 20° Anniversario dell’uscita di Kiko, uno dei loro album più belli, i Los Lobos (e la loro etichetta americana, la Shout Factory, in Europa dovrebbe essere Proper?) si sono scatenati.

Versione Expanded e Remastered del disco originale, come segue:

01. Dream In Blue
02. Wake Up Dolores
03. Angels With Dirty Faces
04. That Train Don’t Stop Here
05. Kiko And The Lavender Moon
06. Saint Behind The Glass
07. Reva’s House
08. When The Circus Comes
09. Arizona Skies
10. Short Side Of Nothing
11. Two Janes
12. Wicked Rain
13. Whiskey Trail
14. Just A Man
15. Peace
16. Rio De Tenampa
17. Whiskey Trail [studio demo version]
18. Rio De Tenampa [studio demo version]
19. Peace [Live at Capitol Studios]
20. Arizona Skies / Borinquen Patria Mia [Live at Capitol Studios]
21. Kiko And The Lavender Moon [Live at Capitol Studios]

E CD, DVD o Blu-Ray + CD per Kiko Live con la performance del 24 febbraio 2006 alla House Of The Blues di San Diego, quando i Los Lobos hanno eseguito dal vivo l’album nella sua interezza, più alcuni classici del loro repertorio:

01. Dream In Blue [live]
02. Wake Up Dolores [live]
03. Angels With Dirty Faces [live]
04. That Train Don’t Stop Here [live]
05. Kiko And The Lavender Moon [live]
06. Saint Behind The Glass [live]
07. Reva’s House [live]
08. When The Circus Comes [live]
09. Arizona Skies [live]
10. Short Side Of Nothing [live]
11. Two Janes [live]
12. Wicked Rain [live]
13. Whiskey Trail [live]
14. Just A Man [live]
15. Peace [live]
16. Rio De Tenampa [live]
17. Carabina 30-30 [live]
18. Volver Volver [live]
19. La Bamba [live]

Basta aspettare fino al 21 agosto quando uscirà il tutto.

Ci vediamo domani per il seguito.

Bruno Conti

Uno Svedese Di New Orleans In “California”! Anders Osborne – Black Eye Galaxy

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Anders Osborne – Black Eye Galaxy – Alligator Records/Ird

Quando Anders Osborne ha lasciato la Svezia nel 1982, all’età di 16 anni, probabilmente non immaginava che dopo tre anni di “vagabondaggio” attraverso tutto il mondo si sarebbe stabilito a New Orleans, che sarebbe diventata la sua nuova casa. Ma dopo 27 anni la Louisiana è ormai la sua nuova patria e il musicista svedese ne è diventato uno degli esponenti artistici più rappresentativi. Con alle spalle una carriera che copre sei diverse case discografiche e undici album, inclusi due dal vivo, Osborne è un musicista eclettico e raffinato, che usando la musica della Crescent City come base, ha costruito uno stile molto diversificato che partendo da uno sound morbido e cantautorale si appropria di volta in volta, ma anche di brano in brano, di elementi blues, soul, rock, anche sperimentali, come in questo nuovo Black Eye Galaxy che forse è il suo migliore album in assoluto per la dovizia di elementi musicali messi in campo.

Registrato al Dockside Studio di Maurice, Lousiana, per l’etichetta Alligator (che ultimamente, detto per inciso, non sbaglia un colpo) si avvale della collaborazione alla produzione di Stanton Moore, batterista che insieme a Osborne ha curato il lato musicale mentre Warren Riker si è occupato più della parte tecnica. Sia come sia, il team di produttori ha conferito all’album una patina molto anni ’70, californiana, da dischi di rock classico, quelli dove non si aveva paura di misurarsi con diversi stili e generi. Anders, oltre che cantante dallo stile morbido direi molto à la Jackson Browne (almeno per quello che riguarda il tipo di voce), è musicista completo, chitarrista soprattutto, e di gran vaglia, ma si destreggia anche all’armonica, al piano e alle percussioni.

Il risultato oscilla tra l’hard blues veemente e trascinante dell’iniziale Send Me A Friend, dal groove Zeppeliniano con una slide impazzita che taglia il brano in due (lo stesso Osborne o l’altro chitarrista Billy Iuso), mentre la voce filtrata è quasi irriconoscibile. Mind Of A Junkie, che ricorda un passato non troppo lontano nel quale il nostro amico aveva sviluppato una tossico-dipendenza perniciosa, viceversa è uno slow spaziale dalle movenze sensuali che ricorda il meglio della West Coast incrociata con spunti jazzistici e psichedelici e un cantato indolente che richiama alla mente (almeno di chi scrive) il Joe Walsh di inizio carriera, anche nelle lunghe e liquide improvvisazioni chitarristiche che lo pervadono, in ogni caso un gran brano. Lean On Me/believe in you potrebbe essere un brano del repertorio del già ricordato Jackson Browne, una raffinata ballata midtempo che ricorda lo stile del grande cantautore tedesco (?!?) Non è forse nato a Heidelberg in Germania?) fino al perfetto intermezzo della slide che è puro Lindley. When I Will See You Again, nuovamente, si rifà al sound californiano, inserendo nel tessuto della canzone anche spunti Younghiani, soprattutto l’attacco e le lunghi parti di chitarra, mentre Black Tar, firmata insieme a Paul Barrere dei Little Feat, è un altro brano feroce e di stampo puramente rock, ancora con la voce pesantemente filtrata e le chitarre distorte e “cattive” che impazzano sul ritmo cadenzato della batteria. Si alza la puntina e finisce il primo lato: giuro, è la pura verita!

Scende la puntina e parte la seconda facciata: la title-track, Black Eye Galaxy,è un lunghissimo brano di undici minuti, che parte con movenze bluesate cantate sempre con quella voce browniana e poi si trasforma in una lunga jam acida e psichedelica degna dei Grateful Dead più sperimentali con le chitarre che estraggono dalle loro corde stille di gran classe e pura ispirazione che ci riportano alla Bay Area dei primi anni ’70. Tracking My Roots con un gradevole spunto di armonica in apertura è semplicemente una bella canzone, vagamente country e tipicamente weastcoastiana nel suo incedere, sempre con Neil nel cuore.

Louisiana Gold è più acustica e raccolta con piccole percussioni e chitarre acustiche che sostengono il cantato molto melodico di Anders Osborne in questo omaggio al suo stato di adozione, devo dire molto riuscito nella sua semplice raffinatezza, notare le armonie vocali, please! Dancing In The Wind, ancora con quella armonica non blues in apertura di brano, è un’altra piacevole ballata scritta con Paul Barrere, dolce e malinconica, quasi bucolica e sempre indebitata verso lo stile di Browne, forse anche per via della voce che per motivi fisiologici tanto lo ricorda, belle le armonie vocali a cura di moglie e figlia. Dopo un suono di campane che mentre sentivo il CD la prima volta, camminando per strada, mi ha stupito e sorpreso per la sua improvvisa e inaspetta apparizione ci avviamo in conclusione con una Higher Ground firmata insieme a Henry Butler, una sorta di gospel bianco cantato con grande partecipazione da Osborne accompagnato semplicemente da una sezione di archi e da un bell’ensemble corale che aggiunge pathos ad un brano inconsueto per le sue sonorità.

In definitiva un album che forse, anzi sicuramente, non salverà le sorti del rock ma altrettanto sicuramente rende il mondo migliore per una cinquantina di minuti abbondanti di buona musica. Una conferma!

Bruno Conti

P.s. Ufficialmente esce il 1° Maggio, ma circola già nei negozi delle nostre lande italiche.

Ristampe Che Passione! Edsel:Sam & Dave, Little Feat, Philip Bailey, Manhattan Transfer, Felix Cavaliere, Todd Rundgren, Foghat & Jesse Winchester

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La Edsel Records è una etichetta del Demon Music Group (la più grande compagnia indipendente dell’universo musicale britannico, fondata nel lontano 1980 da Andrew Lauder e Jake Riviera che erano i due “inventori” anche della Stiff Records) ed è specializzata nelle ristampe: dopo un periodo opaco durato per alcuni anni, nell’ultimo periodo ha ripreso con vigore a pubblicare materiale assai interessante tratto dal repertorio delle case discografiche più disparate. Mi sono accorto che nei miei periodici “resoconti” sulle uscite ho dato poco spazio negli ultimi tre mesi ai loro prodotti, in effetti solo il doppio dei Jo Jo Gunne, per cui oggi recuperiamo, anche con una piccola anticipazione sulle uscite di fine Aprile. Si tratta quasi sempre di CD nel formato 2in1: due album su un CD, due album su 2 CD o tre titoli su 2 CD ed escono con cadenza mensile (alla fine del mese). Ne ho scelti alcuni pubblicati tra gennaio, febbraio e quelli che escono in questi giorni.

Sam & Dave sono due “giganti” della musica soul: Sam Moore e Dave Prater hanno fatto la storia della Stax soprattutto con i loro singoli, ma questi quattro album usciti nella seconda metà degli anni ’60 sono imprescindibili per chi ama il Soul con la S maiuscola. Il primo CD, singolo, con 27 brani, contiene Hold On e Double Dynamite i primi 2 album del 1965-1966 più tutti i 45 giri lati A&B usciti nel periodo con brani come Hold On I’m Coming, You Don’t Know Like I Know e When Something Is Wrong With My Baby. Il secondo CD, doppio, contiene Soul Men e I Thank You sempre con moltissime bonus tracks e risale al periodo 1967-1968, il secondo disco non più su Stax ma su Atlantic e i due brani principali sono quelli che danno il titolo agli LP dell’epoca, Soul Man e I Thank You.

Philip Bailey non ha forse il pedigree di Sam & Dave ma è stato comunque il cantante degli Earth, Wind & Fire dal 1972 e con qualche pausa lo è tuttora. Questi due album Chinese Wall e Inside Out sono usciti per la CBS tra il 1984 e il 1986, periodo non molto fausto per la musica nera e il primo contiene il famoso duetto con Phil Collins, Easy Lover mentre nel secondo anche musicisti come Jeff Beck, Omar Hakim dei Weather Report, George Duke, Ray Parker, Daryl Jones, Nathan East e il produttore Nile Rodgers degli Chic più di tanto non possono fare, basta dire che l’unica bonus di questo doppio CD è un Dub Mix (?!?) di State Of The Heart. Per appassionati della musica anni ’80.

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Tutte queste ristampe hanno libretti molto curati, una buona rimasterizzazione e, soprattutto, costano poco! Proseguiamo:

i due album dei Little Feat Times Loves A Hero e Down On The Farm non sono i loro migliori in assoluto ma sono comunque esempi rispettabili del loro rock d’autore. Il primo è del 1977 e il secondo completato postumo dopo la scomparsa di Lowell George nel 1979. Time Loves A Hero, New Delhi Freight Train, Old Folks Boogie, Rocket In My Pocket sono dei signori brani e il gruppo li esegue ancora oggi dal vivo e li trovate in questo doppio CD.

I Manhattan Transfer oggi, anche per l’età, non sono più quel formidabile quartetto vocale, ma nel periodo da cui provengono il Live del 1978 ed Extensions del 1979, il primo con Cheryl Bentyne e quello che contiene la loro versione di Birdland dei Weather Report, erano fantastici.

Il nome Felix Cavaliere, ai non appassionati, dice poco, ma è stato il leader degli Young Rascals, poi Rascals uno dei gruppi bianchi che tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70 meglio hanno saputo fondere il pop, il rock e la musica nera con canzoni come Good Lovin’, Groovin’, People Got To Be Free, i cui titoli magari non conoscete ma ascoltandole dovrebbero tornarvi alla memoria (spero). Questi 2 album solisti di Cavaliere uscirono entrambi per la Bearsville nel 1974 e sono stati già ripubblicati separatamente dalla Wounded Bird in CD (come più o meno tutti gli album di cui stiamo parlando che però spesso sono fuori catalogo o irreperibili). Felix Cavaliere e Destiny sono stati raccolti in un 2in1 e nel primo disco prodotto da Todd Rundgren suonano anche tutti gli Utopia mentre nel secondo ci sono Laura Nyro, Leslie West, Elliott Randall, Rod Price dei Foghat, Michael Brecker e David Sanborn.

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Proprio di Todd Rundgren prosegue la serie delle ristampe (ne erano già usciti in precedenza): quello con Todd Rundgren’s Utopia e Another Live è un appuntamento a cui non si può mancare. Se vi piace il rock progressivo, suonato da dei virtuosi dei loro strumenti, un po’ prolisso ma trascinante, assolutamente dovete acquistare questo doppio CD. Pensate agli Yes incrociati con Zappa, i Beatles e l’hard rock e avrete una vaga idea degli Utopia. Il primo album contiene una versione di The Icon che è un brano epico di 30 minuti mentre l’altro dal vivo, uscito nel 1975 (l’omonimo è del ’74), non è da meno. Hermit Of Mink Hollow, Healing e The Ever Popular Tortured Artist, 3 album su 2CD sono usciti tra il 1978 e il 1982. Pensate che in quegli anni Rundgren produsse anche Bat Out Of hell di Meat Loaf, Remote Control dei Tunes, la Tom Robinson Band, Wave di Patti Smith, i Psychedelic Furs e tanti altri album meno riusciti (qualcuno ha detto Walking Wild dei New England?). Ma poi, solo per avere fatto Skylarking degli Xtc merita la riabilitazione per molte ciofeghe successive. L’altro 3in2CD contiene A Cappella del 1985, dove, solo con la voce, imita anche il suono di tutti gli strumenti, Nearly Human del 1989 e Second Wind che è un live del 1991 nel quale era stato detto al pubblico di stare il più in silenzio possibile (non è normale, spesso un “genio”, ma non normale).

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I Foghat sono stati un formidabile gruppo di rock, hard-rock, blues-rock nato dalla fusione di 3 musicisti inglesi provenienti dalla scissione con Kim Simmonds dei Savoy Brown nel 1971, ossia Lonesome Dave Peverett, voce e chitarra solista, Tony Stevens al basso e Roger Earl alla batteria con l’aggiunta del virtuoso americano della slide Rod Price ( i due chitarristi sono entrambi scomparsi, qundi occhio alla band del batterista Earl che gira ancora con quel nome, sono come i Creedence senza Fogerty). La Edsel ristamperà tutti i 13 album della band usciti tra il 1972 e il 1983 per la Bearsville (allora non avevano problemi di prolificità) in varie combinazioni, ma quelli da avere sicuramente sono i primi 2 (che vedete qui sopra), l’omonimo Foghat del 1972, prodotto da Dave Edmunds e quello che si chiama Rock & Roll, del 1973 ma in copertina non c’e scritto nulla, vedete solo una michetta e una pietra ma ragazzi se suonano, del buon vecchio rock come Dio comanda e i 2 album stanno comodamente in un CD. E vendevano mezze milionate di dischi. Anche Energised e Rock & Roll Outlaws, entrambi del 1974, per usare un eufemismo, non sono niente male e ci stanno anche loro in un solo CD. Come pure Fool For The City del 1975 (2 milioni di copie vendute) e Nightshift del 1976. E in queste ristampe manca il micidiale Live, sempre del 1976, che uscirà nel prossimo giro di ristampe a fine Aprile.

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 Sempre nella serie delle uscite di Aprile usciranno anche questi tre Twofer dedicati a Jesse Winchester più la ristampa potenziata di Talk Memphis del 1981 con 6 bonus tracks. Ma ci torniamo al momento dell’uscita, nel frattempo, se volete, potete leggere questo breve post che avevo dedicato a questo grande cantautore lo scorso agosto piccoli-tocchi-di-classe-e-perle-estive-jesse-winchester-spe.html (magari eravate in vacanza o vi siete distratti un attimo).

Per il momento per le ristampe Edsel è tutto (ma ce ne sono moltissime altre)!

Bruno Conti

Novità Di Febbraio Parte IV. Pink Floyd, Lyle Lovett, David Sylvian, Carolina Chocolate Drops, Meat Loaf, Little Feat, Loreena McKennitt, Amy Ray, Eccetera

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Ultima serie di uscite per il mese di febbraio, in programma domani martedì 28, numerosa anche questa settimana (e ne ho selezionate solo una parte, “tagliando” un po’ di ristampe, poi ci torno con calma), presto che è tardi.

Partiamo con i Pink Floyd con l’uscita di The Wall si completa la serie di versioni “Immersion” ed “Experience”. Questo è il contenuto del Box da 6 CD + 1 DVD:

 

DISCS 1&2 – CDs 1&2

 

The Wall digitally remastered by James Guthrie, 2011

 

 

 

DISCS 3&4 – CDs 3&4

 

The Wall album demos (previously unreleased)

 

 

 

DISCS 5&6 – CDs 5&6

 

Is There Anybody Out There: The Wall Live (digitally remastered in 2011 by James Guthrie)

 

               

 

DISC 7 – DVD, AUDIO VISUAL

 

Another Brick In The Wall pt2 promotional video – restored in 2011

 

Behind The Wall documentary

 

Gerald Scarfe Interview

 

Short filmed extract of Earls Court concert featuring animation

44 page 27cm x 27cm booklet designed by Storm Thorgerson

 

Exclusive photo book

 

27cm x 27cm Exclusive Storm Thorgerson Art Print

 

5 x Collectors’ Cards featuring art and comments by Storm Thorgerson

 

Replica of The Wall Tour Ticket

 

Replica of The Wall Backstage Pass

 

Scarf

 

Prints/Cards of Mark Fisher’s stage drawings

 

3 x white marbles with design of bricks

 

9 x Coasters (unique to this box) featuring early Storm Thorgerson design sketches

La versione Experience,  nelle bonus ha i seguenti contenuti:

1. Prelude (Vera Lynn) Roger Original Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
2. Another Brick in The Wall, Part 1 Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
3. Thin Ice – Band Demo (Programme 1
4. Goodbye Blue Sky Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
5. Teacher, Teacher Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
6. Another Brick in The Wall, Part 2 Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
7. Empty Spaces Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
8. Young Lust Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
9. Mother – Band Demo (Programme 1
10. Dont Leave Me Now Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
11. Sexual Revolution Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
12. Another Brick in The Wall, Part 3 Band Demo (Programme 1 – Band Demos and Roger Waters Original Demo)
13. Goodbye Cruel World – Band Demo (Programme 1
14. In The Flesh? – Band Demo (Programme 2
15. Thin Ice – Band Demo (Programme 2
16. Another Brick in The Wall, Part 1 Band Demo (Programme 2 – Band Demos)
17. The Happiest Days of Our Lives Band Demo (Programme 2 – Band Demos)
18. Another Brick in The Wall, Part 2 Band Demo (Programme 2 – Band Demos)
19. Mother Band Demo (Programme 2 – Band Demos)
20. One Of My Turns Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
21. Dont Leave Me Now Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
22. Empty Spaces Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
23. Backs To The Wall Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
24. Another Brick In The Wall, Part 3 Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
25. Goodbye Cruel World Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
26. The Doctor (Comfortably Numb) Band Demo (Programme 3 – Band Demos)
27. Run Like Hell Band Demo(Programme 3 – Band Demos)
Disc: 4
1. One Of My Turns – Band Demo
2. Don’t Leave Me Now – Band Demo
3. Empty Spaces – Band Demo
4. Backs To The Wall – Band Demo
5. Another Brick In The Wall, Part 3 – Band Demo
6. Goodbye Cruel World – Band Demo
7. The Doctor (Comfortably Numb) – Band Demo
8. Run Like Hell – Band Demo

La parte “deludente” di queste ristampe, come per gli altri cofanetti, è sempre quella Video, per cui se non siete Super-fans, anche in questo caso (visto il prezzo) vi consiglierei di optare per la versione Experience.

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Con questo album, Release Me, Lyle Lovett “completa” il suo contratto con la Curb e dal prossimo album tornerà indipendente. Nel frattempo il nuovo CD esce domani negli States su etichetta Lost Highway, in Europa Warner/Curb e nel Regno Unito su Wrasse dal 5 marzo L’album è un misto di cover e brani originali: c’è il duetto con Kd Lang nella title-track, con la nativa di Austin e partecipante di American Idol Kat Edmonson in Baby, It’s Cold Outside, una versione di Brown Eyed Handsome Man di Chuck Berry che diventa un classico di Lovett. Non manca l’omaggio a Townes Van Zandt con White Freightliner Blues e una bella versione di Isn’t That So di Jesse Winchester. Bella musica, insomma.

I Carolina Chocolate Drops hanno perso per strada un componente del trio originale, ma anche se in copertina appaiono in tre si sono allargati a un quintetto. L’etichetta è sempre la Nonesuch, produce Buddy Miller, garanzia di qualità. Sono 15 brani registrati live in the studio e si intitola Leaving Eden.

Di David Sylvian già nel 2000 era uscito un doppio. Everything and nothing che era una sorta di antologia di rarità stranezze, versioni dal vivo, singoli, ma ora la Virgin pubblica questo A Victim Of Stars 1982-2012 che è la antologia doppia ufficiale, 16 brani con un brano nuovo Where’s Your Gravity inciso per l’occasione.

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La Esoteric, sempre il 28 febbraio, esce con alcune ristampe interessanti, tra cui i due album dei Matching Mole di Robert Wyatt: il primo, omonimo e Little Red Record. Entrambi ampliati a doppi CD con un album di materiale inedito per ogni disco.

Prosegue per la EMI la serie delle ristampe dedicate a Robin Trower: dopo A Tale Untold che copriva il primo periodo della Chrysalis, esce un nuovo triplo Farther On Up the Road – The Chrysalis Years 1977-1983 che raccoglie gli LP pubblicati in quegli anni. Per chi è interessato all’ex chitarrista dei Procol Harum è stato pubblicato anche un bel doppio con le registrazioni della BBC.

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Nuovo album per Meat Loaf Hell In A Handbasket. Pavento la tavanata per questo ritorno alla Sony, con duetti con Chuck D e Lil’ Jon ma anche la sua partner abituale Patti Russo in California Dreamin’, si vedrà.

Questo Troubadours On The Rhine di Loreena McKennitt. che viene pubblicato come al solito dalla Quinlan Road/Universal, contiene la registrazione dal vivo di un concerto tenuto nel mese di marzo del 2011 negli studi radiofonici della SWR1 di Mainz, davanti ad un pubblico invitato di circa 300 persone. E’ un poco un ritorno alle sonorità del passato visto che la McKennitt si è esibita in trio, solo con il chitarrista Brian Hughes alle chitarre e Caroline Lavelle al cello.

Nuovo album solista, autoprodotto per la sua etichetta Daemon Records, per la Indigo Girl Amy Ray, titolo Lung of Love.

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Altra serie di ristampe. La EMi ripubblica due album dei Gentle Giant che mancavano all’appello, Interview e Free Hand, nella formula CD+DVD Audio, così non avremo manco mezzo inedito ma vuoi mettere la soddisfazione di avere la versione 5+1 Dolby Surround?

Torna disponibile tramite la BGO, in versione rimasterizzata, anche l’ultimo album dal vivo di Loggins & Messina, Finale, uscito in origine come doppio vinile nel 1977 e ristampato in CD singolo nel 2007 dalla Wounded Bird, ma già fuori produzione. Non è bello come On Stage, ma solo per un pelo, assolutamente da avere se amate il country-rock-pop di qualità di quegli anni.

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Nuovo album, il secondo, per la band anglo-svedese dei Fanfarlo, esce per la Atlantic, titolo Rooms Filled With Lights, per chi ama l’indie-pop raffinato, prodotto da Ben H Allen già con Deerhunter e Animal Collective.

A sette anni di distanza dal precedente, Toward The Low Sun è il nuovo album del trio dei Dirty Three, la band di Warren Ellis, violinista e collaboratore storico di Nick Cave. Etichetta Bella Union.

Per finire una chicca. Sempre nell’ambito dei semi-ufficiali la Left Field Media pubblica questo Broadcast radiofonico del 19 luglio 1973 a Ebbets Field, Denver, Colorado, dei Little Feat con il titolo di American Cutie. Si tratta di un concerto della band di Lowell George e Bill Payne nel pieno del loro fulgore, con il meglio di due show registrati nello stesso giorno, complessivamente, senza doppioni di brani per un totale di 14 brani. Secondo molti (visto che come bootleg aveva circolato) si tratta forse di uno dei loro concerti migliori di sempre e questi suonavano, ragazzi!

That’s all per le news.

Bruno Conti

E’ Proprio Lei! Shaun Murphy – Live At Callahan’s Music Hall

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Shaun Murphy – Live At Callahan’s Music Hall – Self Released

Spesso le informazioni le immagazzini nella tua memoria e poi non ci pensi più. Preparandomi a parlare di questo disco dal vivo di Shaun Murphy (nata Cheryl Murphy a Omaha, Nebraska in un imprecisato periodo degli anni ’50, non si dice l’età delle signore, anche perché non lo so) mi sono ricordato che ero andato a cercare le sue origini musicali quando, per un lungo periodo a cavallo tra anni ’90 e la prima decade del 2000, era stata la cantante dei Little Feat (che ha lasciato nel 2009) e avevo scoperto che la sua carriera era iniziata nel lontano 1971 quando era stata messa sotto contratto dalla Tamla Motown di Los Angeles come Stoney & Meatloaf (proprio quello, non ce sono altri!) e di cui, all’epoca, ufficialmente non fu pubblicato nulla ma quando il “bisteccone”  originale divenne una megastar a livello mondiale iniziarono a circolare degli strani dischi con quelle registrazioni che non c’entravano molto con lo stile di Meat Loaf dei tempi d’oro ma non erano male nella loro miscela di soul e rock.

Dopo quel primo periodo la Murphy se ne era tornata a Detroit, la città dove viveva e prima sede della Motown nonché patria di Bob Seger con cui Shaun iniziò una lunga collaborazione che si è protratta fino ai giorni nostri. Credo che sia presente come backing vocalist anche nel tour attuale (e sembra finale, pare che si ritirino tutti) di Seger. Ha cantato, dal vivo e in studio, anche con una miriade di musicisti famosi e non, dai Moody Blues a Herbie Hancock, Phil Collins, Glenn Frey, Joe Walsh, Maria Muldaur, Bruce Hornsby, Michael Bolton (nessuno è perfetto), Alice Cooper, JJ Cale, Coco Montoya e tantissimi altri ma le è rimasta la passione per il soul e il Blues e dal 2009 ha iniziato una carriera da solista e in tre anni ha pubblicato 3 CD autogestiti di cui questo Live At Callahan’s Music Hall è forse il migliore, ma anche Livin’ The Blues e The Trouble With Lovin’ sono gagliardi ancorché di non facile reperibilità, per usare un eufemismo.

Accompagnata da quella che chiama nelle note del Cd “My Wonderful Band” , un solido quartetto, tastiere, chitarra e sezione ritmica più due voci femminili di supporto e in alcuni brani una sezione di quattro fiati, il repertorio è composto da classici del soul e del Blues con una preferenza per il repertorio di Koko Taylor (che deve essere una “preferita” della Murphy) ma anche brani come Come To Mama firmata Willie Mitchell/E.Randle e che viene dal repertorio della grande Ann Peebles o Can’t No Grave Hold My Body Down che era uno dei cavalli di battaglia di Sister Rosetta Tharpe e qui viene ripresa in una ottima versione. Anche Someone Else Is Steppin’ In è un solido errebi firmato da Denise Lasalle e spicca pure una bella versione strumentale di Amazing Grace che lascia spazio all’ottimo gruppo che l’accompagna.

Lei ha una bellissima voce che in certi momenti, per l’intonazione, mi ricorda quella della compianta Phoebe Snow, una cantante che sapeva fondere nella voce musica bianca e nera con grande feeling e in altri Tracy Nelson un’altra che non scherza quanto a polmoni, ma se avete sentito i dischi di Little Feat e Bob Seger sicuramente la conoscerete. Ottimo anche il duetto “rustico” con il suo tastierista dalla voce vissuta, Larry Van Loom in una Hopelessly In Love With You scritta da un bluesman contemporaneo, Mike Holloway. Molto bella anche la versione di un brano del grande Frankie Miller I Know Why The Sun Don’t Shine di cui recentemente è uscito un cofanettino imperdibile con l’opera omnia per la Chrysalis negli anni ’70. Nel finale quando arrivano i fiati la temperatura sale, prima con Gonna Buy Me A Mule e Love of Mine e poi con due fantastiche cover di Down In The Flood di Bob Dylan a tempo di boogie e It Feels Like Rain, uno dei brani più belli di John Hiatt al quale viene resa piena giustizia. Una mezza stelletta in più sulle canoniche tre, per la parte finale, la meriterebbe ma la nostra amica è proprio brava, gran voce!

Bruno Conti 

Novità Di Settembre Parte IV. Nirvana, Sting, Chickenfoot, Elvis Presley, Daryl Hall, Bangles, Steve Hackett, Johnny Winter, Eccetera

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Ultima serie di novità relativa al mese di settembre, queste in uscita il 27 settembre, cioè oggi. Cominciamo con i morti: so di essere irreverente, ma il mercato discografico si occupa con frequenza di ristampe di gruppi o artisti che non esistono più. Prima di tutto la ristampa di Nevermind dei Nirvana che esce in molte versioni, ve ne segnalo un paio. Il solito Mega boxone da 5 dischetti, che contiene l’album originale rimasterizzato, due CD con rarità e demo, e il CD e il DVD di Live At the Paramount Theatre che esce anche a parte come BluRay. C’è la versione doppia Deluxe che comprende i 12 brani del disco orginale più i 28 brani inediti, rari e live, praticamente mancano solo i cosiddetti “Devonshire Mixes”, 11 brano che si trovano nel 3° CD. Il quadruplo vinile ha l’album originale e 27 inediti.

Per la serie Legacy della Sony/Bmg esce questo doppio CD che raccoglie i primi due album di Elvis Presley al completo, più una serie di rarità, per un totale di 35 brani. Non credo ci siano inediti, o comunque versioni inedite, ma la confezione è la solita Deluxe e ha un prezzo speciale, la stessa serie dove quest’anno era uscito anche Elvis Is Back! Oltre al doppio esce anche il quintuplo Young Man With The Big Beat che vedete nel video qui sotto e costa una novantina di euro.

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Per la serie gruppi “defunti”, inattivi o che si riformano, questa settimana abbiamo: The Smiths Complete, ovvero, per chi non ha quei 300 euro per la serie Super Deluxe che vi ho già illustrato su questo Blog, la Rhino pubblica anche un cofanetto per “poveri Cristi” da 8 CD con gli album originali rimasterizzati e contenuti in bustine sottili che riproducono la grafica dei vecchi album ad un prezzo che dovrebbe essere tra i 35 e i 40 euro. Esce anche la versione in vinile.

Quel triplo CD dei Little Feat, 40 Feat The Hot Tomato Anthology, pubblicato dalla Proper, contiene il meglio di tutti i vari album, prevalentemente dal vivo, pubblicati dalla loro etichetta Hot Tomato, come “Bootleg ufficiali” nel corso degli anni. Sono 40 brani per 40 anni e per chi ha tutti i dischi pubblicati nelle serie Ripe & Raw Tomatoes più Kickin’ It At The Barn e altre delizie, non ci sono inediti, per gli altri amanti dei Little Feat c’è molto materiale anche dell’epoca Lowell George a partire da alcuni brani registrati a Houston nel 1971 dal quartetto originale passando per una versione del 1973 di Sailin’ Shoes con Bonnie Raitt nonché il demo originale di Trouble di Lowell George. Il prezzo dovrebbe essere contenuto, intorno ai 20 euro o poco più.

Pensavate non ci fossero più e invece a 8 anni da Doll Revolution tornano le Bangles con questo Sweetheart Of The Sun su Waterfront Records. E volete sapere una cosa, Susanna Hoffs e le sorelle Peterson hanno fatto un bel dischetto, da quello che ho sentito, molto fresco e piacevole, a livello delle loro cose migliori.

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Cofanetto quadruplo anche per Sting, si chiama 25 Years, esce per la Universal, 3 CD con 45 brani con il meglio della sua produzione, di cui 9 “remixate” per l’occasione. E un DVD con un concerto inedito a New York del 2005, Rough, Raw & Unreleased: Live At Irving Plaza. Con un librone di lusso che fa schizzare il prezzo intorno ai 100 euro. Per non farsi mancare nulla (e, credo, anche per rompere le balle ai fans) usciranno a ottobre due versioni di Best Of 25 Years, una singola con 12 brani e una doppia con 31 che comprendono anche versioni “inedite” dal vivo di Message In A Bottle, Demolition Man e Heavy Cloud No Rain credo tratte dal DVD.

Ed ecco anche Daryl Hall con un nuovo disco Laughing Down Crying per la Verve Forecast a distanza di parecchi anni dal precedente Can’t Stop Dreaming, uscito in America ed Europa nel 2003 ma in Giappone era stato pubblicato nel 1996. Pochi giorni fa si poteva ascoltare in streaming e i primi due brani mi piacevano parecchio, poi il resto si afflosciava un poco. Ma l’ho sentito solo una volta velocemente, magari mi sbaglio, anche se non credo.

Johnny Winter, forse a causa anche delle sue condizioni di salute non perfette, in questo nuovo Roots si è fatto aiutare da parecchi ospiti che rendono questo album uno dei suoi migliori in studio da parecchi anni a questa parte. Esce su etichetta Megaforce e a duettare con Winter troviamo: Sonny Landreth, Jimmy Vivino, Warren Haynes, John Popper, Vince Gill, Susan Tedeschi, Edgar e Derek Trucks tra gli altri e da quello che ho sentito il disco è bello e pimpante e il protagonista è proprio un Johnny Winter in grande spolvero vocale e con la slide che viaggia alla grande. Una bella sorpresa!

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Visto che ormai le edizioni “particolari” dei dischi sono all’ordine del giorno, il nuovo disco del supergruppo Chickenfoot III, oltre alla versione normale e limitata con DVD esce anche in quella versione definita collector’s editiom, curata dalla rivista Classic Rock, che oltre ad avere un numero speciale della rivista di 132 pagine dedicato a Sammy Hagar, Joe Satriani e soci, nel CD contiene anche due pezzi dal vivo esclusivi a questa edizione che esce solo per il mercato inglese. Ci sono anche occhialini 3D, plettri e altre sorprese.

Sempre per le “sorprese” anche il nuovo album di studio di Steve Hackett, Beyond The Shrouded Horizon, pubblicato dalla Century Media, oltre alla versione singola con 13 brani è disponibile anche in una versione limitata doppia con ulteriori nove brani che vedete effigiata qui sopra. Secondo alcuni è il suo album migliore di sempre.

Ci sarebbero ancora alcune uscite di questo settembre ricco di pubblicazioni discografiche, magari nei prossimi giorni farò una appendice dedicata a quello che è rimasto indietro e in attesa delle prime uscite di ottobre, per oggi è tutto!

Bruno Conti

Cha Jam E Che Band! Non Conoscevo. Ultraviolet Hippopotamus – Square Pegs Round Holes

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Ultraviolet Hippopotamus – Square Pegs Round Holes – Self released

Fino ad un po’ di tempo fa ignoravo l’esistenza di questa band originaria di Grand Rapids, Michigan (e non Chicago come ho visto da qualche parte). Si chiamano Ultraviolet Hippopotamus (Hippo per fans e amici) sono un sestetto (o meglio erano, sono rimasti in cinque), questo Square Pegs Round Holes è il loro terzo album e come genere vengono inseriti nel filone delle Jam Bands, ma io come stile musicale indicherei più che altro un “C…o se suonano!”, così, papale papale.

Nei dieci brani che costituscono questo album, per una durata complessiva di una settantina di minuti, si affollano mille influenze, le più forti, secondo il sottoscritto, sono la musica di Frank Zappa (quella meno sperimentale, più rock, ma non per questo meno complessa e tecnicamente superba), e già qui troviamo quasi tutto lo scibile della musica moderna, poi mi è parso di cogliere influenze del periodo Utopia di Todd Rundgren, quello più prog con grande utilizzo di tastiere acustiche ed elettriche ad affiancare le chitarre ed una sezione ritmica spaziale, e non ultimo il sound delle jam bands, con affinità elettive con gli Umphrey’s McGee e i Phish più improvvisativi. E, parlo sempre per me, in questo album mi sembrano addirittura superiori a questi ultimi o siamo lì!

Partiamo dal presupposto che vi deve piacere il genere (e sentire qualcuno che suona così bene è sempre un piacere): quindi aspettatevi lunghe improvvisazioni strumentali, con stop e ripartenze, con il gruppo che rilancia continuamente, cambia i ritmi a ogni piè sospinto, le chitarre passano da sonorità elettriche a wah-wah zappiani in un battito di ciglia, le tastiere, piano, organo e synth analogici, si lanciano in ardite scale tra rock, jazz e funk e la sezione ritmica con doppio batterista/percussionista di gran pregio è assolutamente imprevedibile nelle sue variazioni di tempi.

Pur venendo dalla regione di Detroit, patria dell’automobile, sono un band ecologista e antinuclearistica, anche se nei testi non si nota molto, visto che sono brevi e concisi, spesso sardonici e beffardi, alla Zappa, funzionali alla musica ma ridotti al minimo. Si spazia dal rock classico, all’inevitabile reggae, il rock progressivo, qualche incursione nel jazz e nel funky, tutti gli elementi delle migliori jam bands, anche l’elemento bluegrass è presente, spesso il tutto nello spazio di uno stesso brano.

Qualche nome, importante nella storia presente e passata del gruppo che proprio recentemente ha visto l’abbandono di uno dei chitarristi e fondatori del gruppo, Sam Guidry, ancora presente in questo disco (che è in studio se non l’avevo detto, ma non si direbbe). Citiamo i due batteristi, Joe Phillion e Casey Butts, il bassista Brian Samuels, l’altro chitarrista Russell James e i due tastieristi Nate Karnes e Dave Sanders che vi potete godere a pieno regime nelle pieghe tastieristiche di un brano come Bob The Wonder Cat, dove piano, organo e synth assurgono a grandi protagonisti a fianco delle due chitarre che nei loro crescendo fantastici si dividono la scena nel vorticare di cambi di ritmo del brano. Ma già nell’iniziale Giants, dove anche la parte vocale non è solo quella funzionale delle jam band ma lascia intravedere futuri sviluppi e si distende su un brano che ha una struttura rock quasi tradizionale, ma dura poco perchè quando le chitarre e le tastiere decidono che è tempo di improvvisare non li ferma nessuno e qui si sfiora anche il southern rock non citato tra gli elementi compositivi della band.

Senza soluzione di continuità Bob The Wonder Cat si trasforma nella title-track Square Peg Round Holes, con un organo che introduce la melodia le chitarre si aggiungono, un intermezzo vocale anni ’70 (Steely Dan meets Zappa?) e poi percussioni e piano nella parte finale dove la solista parte velocissima per una improvvisazione a due con il synth che tocca vette prodigiose (sempre se amate il genere, ovviamente, ma anche no!). A questo punto pausa direte voi, ma neanche per idea, si riparte più veloci di prima con Run Rabbit Run che di punto in bianco aggiunge accenni reggae e poi tra stop e ripartenze zappiane (il citato wah-wah) confluisce in T1J mentre le tastiere analogiche e elettroniche impazzano con le chitarre come se gli Utopia di Todd Rundgren non si fossero mai sciolti, tra effetti vocali improbabili e assoli supersonici con il synth che si inventa effetti degni dell’Herbie Hancock del periodo funky. The Scar è un proprio un brano reggae, all’inizio almeno, nella parte cantata, poi entra un organo maestoso, il tempo comincia ad accelerare e poi rallenta di nuovo (fermateli!) fino ad un doppio assolo fantastico dei chitarristi Guidry e James con il pianista che aggiunge tematiche tra Little Feat e bluegrass frenetico prima di passare ad un inaspettato intermezzo acustico Avalon tra 6 e 12 corde arpeggiate e tastiere sognanti, tre minuti di pausa.

Poi parte il tour de force di quasi dodici minuti di Medicine con tastiere e xylofono che ci riportano al miglior rock progressivo anni ’70, le chitarre che entrano poco a poco, un groove di basso e batteria in crescendo che lascia spazio a una bella performance vocale di gruppo, anche orecchiabile e melodica se volete. Poi a metà brano il gruppo rompe gli indugi richiama il fantasma di Zappa e si lancia in una serie di improvisazioni fantastiche. Ancora cambi di tempo ed atmosfere musicali con DNT che si appoggia questa volte sulle multiformi tastiere di Dave Sanders che richiamano i citati Litte Feat di Bill Payne, magari non a quei livelli.

La conclusione è affidata The Marine che ci porta su territori fusion, quasi alla Pat Metheny o alla Return To Forever, anche se c’è una parte cantata, sonorità che comunque affioravano qui e là anche nel resto dell’album.

Che dire, bravi son bravi, nel genere (ma quale?) sono tra i migliori. Come sempre, in questi casi, buona ricerca.

Bruno Conti