Il Lungo Addio: Un Doppio Sguardo Nel Passato Della Grande Band Scozzese. Runrig – One Legend-Two Concerts

runrig two concerts

Runrig – One Legend-Two Concerts: Live At Rockpalast 1996 & 2001 – MIG/WDR 4CD/2DVD Box Set

Il lungo addio alle scene dei Runrig, storica folk-rock band scozzese (una vera istituzione in patria), dovrebbe essersi definitivamente chiuso con il live celebrativo The Last Dance uscito nel 2019 https://discoclub.myblog.it/2019/10/14/e-con-questo-bellissimo-live-siamo-davvero-giunti-forse-al-gran-finale-runrig-the-last-dance-farewell-concert/ , ed è perciò con grande piacere che accogliamo questo One Legend-Two Concerts, ennesimo episodio della fortunata serie Live At Rockpalast che documenta concerti del passato in terra di Germania trasmessi all’epoca in televisione. Come suggerisce il titolo, questa volta i tipi della Rockpalast hanno fatto le cose in grande, pubblicando ben due concerti completi dei Runrig sia in versione audio che video, per un totale di quattro CD e due DVD in un pratico box in confezione clamshell. Il cofanetto ci presenta quindi il gruppo delle Ebridi in due momenti diversi della carriera, a Dusseldorf il 3 febbraio 1996 ed a Colonia il 15 dicembre 2001, due serate che vedono il gruppo in momenti molto diversi nonostante ci siano solo cinque anni tra uno show e l’altro https://www.youtube.com/watch?v=lAN01onpzQU .

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Lo spettacolo del 1996 infatti è uno degli ultimi con il leader e cantante storico Donnie Munro, che da lì a poco abbandonerà la band per entrare in politica, mentre quello del 2001 vede alla voce solista Bruce Guthro, che ha guidato il gruppo fino allo scorso anno: c’è anche un cambio di tastierista (Brian Hurren al posto di Peter Wishart), mentre il chitarrista Malcolm Jones, il percussionista Calum MacDonald e la sezione ritmica formata da Rory MacDonald e Iain Bayne sono al loro posto in entrambe le serate. Lo stile però rimane lo stesso (con una leggera preferenza da parte mia per il secondo show), brani folk-rock elettrici e trascinanti, veri e propri inni per i fans del gruppo, alternati a ballate profonde e suggestive, con una qualità compositiva di alto livello che ci fa perdonare un’occasionale magniloquenza nei toni: la grandezza del gruppo si vede anche dal fatto che, a distanza di appunto soli cinque anni, le due scalette hanno brani al 90% diversi, con sole tre ripetizioni (Skye, Flower Of The West e Loch Lomond). Per la verità l’inizio del primo concerto non è dei migliori, in quanto l’uno-due tra Day In A Boat e Nothing Like The Sun sembra più musica new age che rock, ma le cose migliorano subito con la roccata City Of Lights, forse un po’ ruffiana ma trascinante al punto giusto e dotata di una di quelle melodie che hanno fatto la fortuna del gruppo.

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Altri highlights di uno show che vi farà comunque trascorrere due ore piacevoli (ripeto, a parte qualche tentazione radiofonica i Runrig erano una grande band) sono la deliziosa Rocket To The Moon, dal refrain irresistibile, l’intensa Road And The River, ballata dai toni solenni, il medley The Mighty Atlantic/Mara Theme https://www.youtube.com/watch?v=4YjxnvMLfwg , con splendido assolo chitarristico finale  , la classica The Greatest Flame, uno slow pianistico coi fiocchi, la saltellante ed Irish-oriented Healer In Your Heart, dal motivo corale che lascia il segno, l’evocativa ed orecchiabile Only The Brave ed uno strepitoso finale, tre canzoni per 25 minuti di musica, con la potente Alba, la lunga e fluida Flower Of The West e la popolare Loch Lomond (il loro primo successo) in una notevole versione di quasi nove minuti, un pezzo che anche il pubblico tedesco mostra di conoscere a memoria https://www.youtube.com/watch?v=mV5D3hdYcNo .

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Il secondo concerto come ho già detto presenta una setlist molto diversa, ma la sostanza non cambia: grandi canzoni alternate ad altre più normali, ma con l’innata capacità dei nostri di trascinare il pubblico, e Guthro che ha una voce più diretta di Munro ed uno stile meno declamatorio. Tra i brani più coinvolgenti ci sono l’arioso folk-rock Saints Of The Soil https://www.youtube.com/watch?v=KjEGNCCn0eE , le suggestive ballate Book Of Golden Stories e One Thing, il gaelic rock di A Dh’Innse Na Firinn, la pulsante Protect And Survive, altra melodia vincente, la strepitosa Every River, una delle loro ballate più emozionanti, le travolgenti gighe rock Pride Of The Summer (con un verso improvvisato in tedesco) e An Sabhal Aig Neill, il singalong di The Stomping Ground e gli straordinari nove minuti di Maymorning, con Guthro che gioca ad improvvisare Jingle Bells https://www.youtube.com/watch?v=4TzNLxz_Er8 . Finale con il solito inno Loch Lomond e, visto che siamo a dieci giorni da Natale, un breve accenno a Silent Night  .

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Nella discografia dei Runrig gli album dal vivo non mancano di certo, ma questo One Legend-Two Concerts è indubbiamente difficile da bypassare.

Marco Verdi

E Con Questo Bellissimo Live Siamo Davvero Giunti (Forse) Al Gran Finale! Runrig – The Last Dance: Farewell Concert

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Runrig – The Last Dance: Farewell Concert – RCA/Sony 3CD – DVD – BluRay – Deluxe 3CD/2DVD Box Set

Il Lungo Addio è il titolo di uno dei più famosi romanzi noir di Raymond Chandler, con protagonista il detective Philip Marlowe, ma è un titolo che si potrebbe applicare anche in un ideale riassunto degli ultimi anni di carriera dei Runrig, famosissimo (in patria, ma anche in Germania e Danimarca) gruppo folk-rock scozzese che nel 2016 con la pubblicazione dello splendido The Story aveva annunciato il suo addio alle scene. Da allora ci sono state due collezioni di rarità, Best Of Rarities per il mercato tedesco (versione doppia di un cofanetto di sei CD e tre DVD ormai introvabile) ed il bellissimo The Ones That Got Away, che sembrava un disco nuovo fatto e finito https://discoclub.myblog.it/2018/07/10/antologie-che-sembrano-dischi-nuovi-parte-1-runrig-the-ones-that-got-away/ , oltre ad un lungo tour dal quale ora viene tratto questo The Last Dance: The Farewell Concert, che dovrebbe mettere la parola fine all’avventura durata quarant’anni del gruppo originario delle Ebridi.

The Last Dance è un live album magnifico, che in tre CD registrati al castello di Stirling (c’è anche la versione video ed il solito cofanetto che comprende tutto) ci fa assaporare il meglio della carriera di un gruppo che in Scozia è una vera e propria leggenda, una band che ha saputo raggiungere il successo mescolando in maniera decisamente creativa la musica folk tradizionale con sonorità rock ed anche pop, riuscendo a far digerire anche brani cantati in gaelico (ma la maggior parte del loro repertorio è in inglese) ad un pubblico vastissimo. Dal vivo poi sono sempre stati formidabili, come testimoniano i live pubblicati in passato (ed almeno Year Of The Flood e Party On The Moor sarebbero da avere), e The Last Dance è la giusta ciliegina, un concerto davvero bellissimo in cui il sestetto (Bruce Guthro, voce solista e chitarra, Malcolm Jones, chitarra solista e fisarmonica, Brian Hurren, tastiere, Rory MacDonald, basso, Calum MacDonald, percussioni, Iain Bayne, batteria) ci regala quasi tre ore di musica epica ed avvincente, con melodie perfette per il singalong e ritornelli costruiti per il canto collettivo “da stadio” nei brani più mossi, ma con la capacità di essere profondi e toccanti nelle ballate. Dulcis in fundo, la serata vede salire sul palco anche Donnie Munro, storico primo cantante del gruppo che lasciò i compagni nel 1997 per intraprendere la carriera politica, ma è ancora molto amato dai fans.

I Runrig sanno, o dovrei dire sapevano, coniugare rock e folk in maniera mirabile, con canzoni potenti e trascinanti perfette da suonare di fronte ad una marea di persone, come Protect And Survive, Rocket To The Moon, la suggestiva Proterra, la folkeggiante The Ship, la nota The Stamping Ground. E poi ancora Maymorning, Clash Of The Ash, Skye (formidabile) o l’entusiasmante Pride Of The Summer. Ma la band è famosa anche per le sue ballate ad ampio respiro, come l’ariosa Canada, la toccante Year Of The Flood, per sola voce, chitarra ed armonica, Going Home, struggente e bellissima e l’appassionata Every River, con tutto il pubblico che canta per uno dei momenti più commoventi dello show. The Story è rappresentato da ben cinque pezzi (ed è giusto in quanto è uno degli album migliori di Guthro e soci): la maestosa title track, la squisita Somewhere, tra le ballate più belle del gruppo, la splendida ed evocativa Onar, con il bellissimo refrain in lingua celtica, l’irresistibile giga rock The Place Where The Rivers Run e l’emozionante The Years We Shared, una rock song elettrica e coinvolgente, perfetta per aprire la serata. Finale con la strepitosa Loch Lomond, un vero e proprio inno che dal vivo dà il suo meglio, e con una Hearts Of Olden Glory cantata a cappella da tutta la band, altro momento emotivamente notevole.

Staremo a vedere se The Last Dance sarà davvero il capitolo finale della storia dei Runrig, o se sarà la solita promessa da marinaio delle rockstar: sinceramente preferirei la seconda ipotesi, dato che stiamo comunque parlando di una grande band.

Marco Verdi

Antologie Che Sembrano Dischi Nuovi: Parte 1. Runrig – The Ones That Got Away

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Runrig – The Ones That Got Away – Ridge CD

I Runrig, una delle più popolari band folk-rock scozzesi di sempre, ha dato l’addio alle scene due anni or sono con lo splendido The Story https://discoclub.myblog.it/2016/02/09/il-canto-del-cigno-della-storica-band-folk-rock-scozzese-runrig-the-story/ , ponendo fine ad una gloriosa carriera quarantennale: questo per quanto riguarda gli album di studio, mentre dal vivo l’ultimo saluto lo daranno durante il prossimo mese di Agosto con due Farewell Concerts a Stirling, appunto in Scozia, nei quali probabilmente prenderanno parte anche gli ex membri (con cui i rapporti pare siano rimasti ottimi), a partire dall’ex cantante Donnie Munro, che lasciò la band nel 1997 a favore di Bruce Guthro. I nostri però hanno voluto fare un altro regalo ai fans, pubblicando questo The Ones That Got Away, una compilation atipica nella quale il sestetto (oltre a Guthro, i membri fondatori Rory e Calum Macdonald, rispettivamente a basso e percussioni, il chitarrista Malcolm Jones, il tastierista Brian Hurren ed il batterista Iain Bayne) ha messo insieme quattordici pezzi scegliendo tra alcune gemme meno note della loro discografia, diverse rarità ed anche un brano nuovo di zecca. Ed il CD che ne è risultato (uscito nella stessa elegante confezione “mini-book” di The Story) sembra in tutto e per tutto un disco nuovo, tanto è unitario e compatto: chi ama le particolari atmosfere della band scozzese e la loro capacità di creare melodie epiche ed emozionanti non rimarrà deluso da questo dischetto, che, ripeto, contiene diverse chicche anche per chi del gruppo possiede tutti gli album.

Ma ecco una disamina dettagliata: per i pezzi rari mi premurerò di citarne la provenienza, mentre dove non dico nulla è perché la canzone proviene semplicemente da un album, un cosiddetto “deep cut”. L’iniziale Somewhere è una rilettura nuovissima del brano che concludeva The Story, incisa con la cantante folk Julie Fowlis, migliore della già bella versione originale, una rock ballad di ampio respiro tipica dei nostri, potente e ricca di pathos, ma anche di una melodia in grado di toccare nel profondo. Ancora meglio Big Songs (Of Hope And Cheer), bonus track di un CD singolo di diversi anni fa, un uptempo elettrico e coinvolgente dotato di un motivo scintillante ed in grado, se suonata dal vivo, di far saltare tutto il pubblico, un pezzo quasi sprecato come lato B; The Greatest Flame (originariamente del 1993, ma qui in versione rifatta e pubblicata come singolo tre anni dopo) è una ballatona ariosa e d’atmosfera, un filo mainstream nei suoni ma è un peccato veniale, data la bellezza del ritornello, caratterizzato dal botta e risposta tra la voce di Munro ed un coro femminile, mentre The Wedding è una travolgente giga rock, dal gran ritmo e con fisarmonica e chitarre elettriche protagoniste alla pari. Splendida Life Is, uno slow inizialmente per voce e piano (ma dopo la prima strofa entra il resto della band), un motivo struggente e bellissimo ed ancora feeling a mille; The Ship è un tipo di folk-rock elettrico in cui i nostri sono dei maestri, con uno dei loro tipici refrain epici ed uno strepitoso finale dove si fondono mirabilmente strumenti tradizionali ad altri più puramente rock.

Cho Buidhe Is A Bha I Riabh (che in gaelico significa As Yellow As It Ever Was) è ancora folk-rock, ma di matrice più elettroacustica, ritmo saltellante e melodia cristallina: inutile dire che è splendida anche questa. Every River è un brano del 1989 qui in una rara versione live del 2010 registrata a Copenhagen con l’orchestra locale: epica è dir poco, esecuzione da pelle d’oca, tra le migliori del CD; Book Of Golden Stories è un’altra ballata di ottimo impatto, forse anche questa con un suono un po’ “lavorato” ma comunque riuscita, mentre In Search Of Angels è un’emozionante rilettura incisa nel 2010, inedita, di un pezzo di undici anni prima, con un suggestivo coro alle spalle del leader (che qui è Hurren). Rhythm Of My Heart, uscita nel 1996 solo su singolo, mi piaceva già nella versione originale del 1991 di Rod Stewart, ma questa interpretazione dei Runrig è decisamente più bella, in quanto lima le sonorità cromate tipiche del biondo rocker (anch’egli) scozzese per donargli un vestito più folk; This Is Not A Love Song era stato il singolo che nel 1999 aveva introdotto Guthro come nuovo cantante, un brano più pop ma di gran classe. Chiusura con This Time Of Year, raro singolo natalizio del 1994, e con And We’ll Sing, altra esclusiva single version del 2013, canzone autocelebrativa di nuovo in grado di regalare emozioni.

Se non fosse composto per la maggior parte da materiale già edito (per quanto in molti casi di difficile reperibilità), questo That Ones That Got Away potrebbe essere uno dei dischi dell’anno, senza dubbio.

Marco Verdi

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P.S: sempre in tema Runrig, è uscito da poco in Germania (ma reperibile facilmente *NDB Forse non più)) un interessantissimo cofanetto intitolato Rarities, formato da ben sei CD e tre DVD composti esclusivamente da materiale raro ed inedito del gruppo scozzese (ma il sesto CD non è altro che The Ones That Got Away), sia dal vivo che in studio. In alternativa c’è anche una versione di due CD intitolata Best Of Rarities: da farci un pensierino.

*NDB Imprescindibile, da avere assolutamente, è anche questo DVD fenomenale https://discoclub.myblog.it/2014/04/10/grande-festa-musicale-nelle-highlands-scozzesi-runrig-party-on-the-moor/

Dalla Scozia Energia “Celtic-Rock”! Mànran – An Dà Là – The Two Days

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Mànran – An Dà Là – The Two Days – Mànran Records

*NDB Come ogni tanto capita, siamo un po’ in ritardo sull’uscita, visto che è uscito un annetto fa circa, ma perché non parlarne comunque, se merita?

I Mànran, per chi già non li conoscesse, sono un sestetto scozzese apparso nel panorama musicale nel 2013 con l’ottimo The Test (puntualmente recensito all’epoca dall’amico Bruno http://discoclub.myblog.it/2013/09/22/gaelic-folk-rock-manran-the-test-5704913/ ), ma per dovere di cronaca, come ricordato in quel post, avevano esordito con l’album omonimo The Mànran nel 2011, e dopo quattro anni di tour e concerti pressoché costanti, tornano con questo “burrascoso” nuovo lavoro An Dà Là – The Two Days (deriva da una espressione “gaelica” indicativa di grande cambiamento), e nel loro caso si riferisce ai vari cambiamenti nelle “line-ups” del gruppo, e musicalmente in una ancora maggiore potenza nelle tracce strumentali, e in una incredibile energia che fluisce nei brani folk-rock. Va detto comunque che la musica non è cambiata di un millimetro, con canzoni che si basano sempre sulle radici tradizionali celtiche e influenze logicamente contemporanee, e vede l’attuale line-up composta dai membri storici Ewen Henderson al violino, highland pipes e voce, Ryan Murphy a wooden flute e uilleann pipes, Ross Saunders al basso e voce, Gary Innes alla fisarmonica, con l’inserimento di Craig Irving alle chitarre e voce, e Mark Scobbie alla batteria e percussioni, con un risultato che porta un tonificante “sound” che invita alla danza e quindi a muovere il piedino.

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https://www.youtube.com/watch?v=2slfyIUZ65s

Il brano iniziale è lo strumentale Fiasco, e incarna perfettamente l’approccio della band alla musica tradizionale, con largo uso di violino, highland pipes, uilleann pipes e wooden flute, mentre la seguente Trod è una bel brano danzante cantato in “gaelico”, che precede un altro brano strumentale come la “tiratissima” Inspector, per poi omaggiare il cantautore folk canadese (ma nato in Scozia) David Francey, con la bella Pandora, cantata con trasporto dalla voce principale del gruppo Ewen Henderson dopo l’uscita dal gruppo del vecchio cantante Norrie Maclver. Altro giro e altro strumentale in una danza frenetica come Parallels, dove il violino e la fisarmonica dettano il ritmo, mentre Autobahn parte con una lunga introduzione musicale prima di terminare con una elegia cantata in gaelico, seguita da una sorta di traduzione letterale-musicale di Fios (composta dal bardo William Livingston), su un tessuto sonoro dal ritmo tambureggiante, a cui fa seguito ancora un classico energico rock gaelico come Alpha, dove la band ci trascina in un vertice di voci, pipes varie e fisarmonica. Con Alone arriva la prima ballata dell’album, una cover di Ben Harper (cercatela su Live From Mars), cantata al meglio da Craig Irving, come pure la title-track An Dà Là – The Two Days, un’intrigante e struggente brano cantato in versione bilingue da Ewen, prima della sarabanda finale con due infuocate e frenetiche “jigs” come Strong e Hour, dove la band si esprime a livelli altissimi di talento individuale, con una sezione ritmica granitica guidata dal bravo Mark Scobbie.

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https://www.youtube.com/watch?v=9eQZu5a9jBw

I Mànran attualmente volano alto, non solo nella natia Scozia, ma in concerti e festival vari dove sono invitati, in giro per il mondo, merito, come detto, degli arrangiamenti trasversali e dell’abilità strumentale dei musicisti del gruppo espressa in ogni brano, e che ha nel suo sviluppo una varietà di temi sonori in modo che la musica prodotta conservi la freschezza della primaria stesura originale. Anche se non forse raggiungeranno i livelli di gruppi storici come Tannahill Weavers, Runrig, Wolfstone, Capercaillie, o anche dei poco conosciuti, ma bravi Rock, Salt & Nails, per il sottoscritto i Mànran rimangono nell’attuale panorama musicale folk celtico, un solido gruppo di riferimento per le vecchie e nuove generazioni, il tutto certificato anche dal fatto che in patria sono veramente famosissimi.

Tino Montanari

Il Resto Del Meglio Secondo Disco Club. Annata Musicale 2016, Parte I

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The Rest Of The Best Anno 2016

Come promesso nel Post dell’11 dicembre ecco gli altri dischi importanti, interessanti, belli, scegliete voi la definizione, che a mio parere sono usciti nel corso del 2016: novità, ristampe, anche nomi “minori”, dischi “oscuri”, ma non per questo meno validi, alcune “sorprese”! Anche quest’anno, come titolare del Blog, mi sono riservato una congrua e corposa appendice, divisa in due parti, su ciò che più mi è piaciuto in questo 2016 che si avvia alla conclusione. Arrivo quasi in Zona Cesarini, visto che mancano giusto quattro giorni alla fine dell’anno, ma a causa di malanni di stagione non sono riuscito a farlo prima. Andiamo più o meno in ordine cronologico, a ritroso, partendo dall’inizio dell’anno, dove ci sono stati molti dischi di cui magari ci siamo dimenticati a causa delle uscite successive.  Buona lettura.

david bowie blackstar

David Bowie – Blackstar

mamas and papas complete singles

The Mamas And The Papas – The Complete Singles 50Th Anniversary Collection

magic sam blues band black nagic with bonus

Magic Sam Blues Band – Black Magic 

lucinda williams the ghosts of highway 20

Lucinda Williams – The Ghosts Of Highway 20

simo - let love show the way

SIMO – Let Love Show The Way

Visti dal vivo a giugno, confermo tutto quello che ho scritto nella presentazione del disco.

long ryders final wild songs

The Long Ryders – Final Wild Songs

tedeschi trucks band let me get by deluxe

Tedeschi Trucks Band – Let Me Get By

ina forsman

Ina Forsman – Ina Forsman

E per l’inizio 2017 è prevista l’uscita del nuovo CD/DVD della Ruf della serie Blues Caravan, con le Blue Sisters, ovvero Ina Forsman, Layla Zoe, TashaTaylor

runrig the story

Runrig – The Story

marlon williams

Marlon Williams – Marlon Williams

mavis staples livin' on a high note

Mavis Staples – Livin’ On A High Note

james hunter six hold on

The James Hunter Six – Hold On

richmond fontaine you can't go back

Richmond Fontaine – You Can’t Go Back If There’s Nothing To Go Back To

southern family

Dave Cobb & Friends – Southern Family

Il più bel concept album del 2016

peter wolf a cure for loneliness

Peter Wolf – A Cure For Loneliness

santana iv

Santana – IV

E adesso è uscito anche il Live At The House Of Blues

charles bardley changes

Charles Bradley – Changes

chris forsyth the rarity of experience

Chris Forsyth & The Solar Motel Band – The Rarity Of Experience

graham nash this path tonight

Graham Nash – This Path Tonight

La versione Deluxe con il DVD del concerto allegato.

mary chapin carpenter

Mary Chapin Carpenter – The Things That We Are Made Of

rides pierced arrow

The Rides – Pierced Arrow

janiva magness love wins again

Janiva Magness – Love Wins Again

Candidata ai Grammy 2017 come miglior disco blues dell’anno, candidatura più che meritata.

case lang veirs

case/lang/veirs tre voci splendide

Magari spulciando trovate qualcosa che vi era sfuggito durante l’anno, e poi andate a cercare nel Blog i post specifici dedicati al disco.

Domani la seconda parte.

Bruno Conti

E Anche Quest’Anno E’ Arrivato Quel Momento: Il Meglio Del 2016 In Musica Secondo Disco Club!

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Come tutti gli anni, intorno a questo periodo (anzi quest’anno siamo in ritardo), è giunto il momento di tirare le somme, nel nostro piccolo, su quello che è successo in ambito musicale nel 2016. Ecco le classifiche dei migliori dischi di questa annata dei collaboratori di Disco Club (esatto siamo i tre che vedete sopra). Poi, nei prossimi giorni, sul Blog troverete anche una panoramica su quello che hanno detto riviste e siti musicali in giro per il mondo. La prima lista è quella del titolare, che è poi quella “ufficiale” che troverete anche sul primo numero del Buscadero del nuovo anno, e a cui, come di consueto, ed essendo la più breve delle tre, mi riservo di aggiungere alcune postille in questo countdown verso il 2017. Per il momento però, e in ordine rigorosamente sparso….

Top Of The Year 2016

van morrison keep me singingvan morrison it's too late 3cd+dvd

Van Morrison – Keep Me Singing + It’s Too Late To Stop Now Volume II, III, IV & DVD

pink floyd the early years

Pink Floyd – The Early Years 1965-1972

Beth-Hart-Fire-On-The-Floor-cover

Beth Hart – Fire On The Floor

pentangle finale

Pentangle – Finale

bob dylan 1966live-480x480

Bob Dylan – The 1966 Live Recordings

eric clapton live in san diego

Eric Clapton With JJ Cale – Live In San Diego

musical mojo of dr.john

The Musical Mojo of Dr. John: A Celebration of Mac & His Music

jimmy barnes soul searchin

Jimmy Barnes – Soul Searchin’

avett brothers true sadness

Avett Brothers – True Sadness

christy moore lily 1

Christy Moore – Lily

day of the dead

Various Artists – Day of The Dead

mudcrutch 2

Mudcrutch 2

bonnie raiitt dig in deep

Bonnie Raitt – Dig In Deep

westies six on the outmichael mcdermott willow springs

Westies – Six On The Out/Michael McDermott –  Willow Spring

 bruce springsteen born to run book

Libro: Bruce Springsteen – Born To Run

 rolling stones havana moon cd

Film: Havana Moon Rolling Stones  

La prima postilla, che aggiungo al volo, considerando che come al solito la classifica mi è stata “carpita” al volo ed era quella del nanosecondo in cui l’ho concepita, è il nuovo album degli Stones che nel momento in cui sceglievo non era ancora uscito.

Rolling Stines - Blue&Lonesome

Rolling Stones – Blue And Lonesome

Bruno Conti

Queste, per ora, sono le mie scelte, passiamo agli altri collaboratori, iniziando da Valenza AL.

I BEST DEL 2016.

Disco Dell’Anno: Mudcrutch – 2

mudcrutch 2

Piazza D’Onore: Runrig – The Story

runrig the story

Gli Altri 8 Della Top 10:

phish big boat

Phish – Big Boat

Rolling Stones – Blue And Lonesome

leonard cohen you want it darker

Leonard Cohen – You Want It Darker

bob weir blue mountain

Bob Weir – Blue Mountain

rides pierced arrow

The Rides – Pierced Arrow

santana iv

Santana – IV

goats don't shave turf man

Goats Don’t Shave – Turf Man Blues

the shelters

The Shelters – The Shelters

I “Dischi Caldi”:

peter wolf a cure for loneliness

Peter Wolf – A Cure For Loneliness

Van Morrison – Keep Me Singing

tedeschi trucks band let me get by deluxe

Tedeschi Trucks Band – Let Me Get By

Ristampe:

pink floyd early years box

Pink Floyd – The Early Years 1965-1972

ian hunter stranded in reality

Ian Hunter – Stranded In Reality

Album Dal Vivo Nuovi:

joan baez 75th celebration

Joan Baez – 75th Birthday Celebration

dear jerry celebrating the music of jerry garcia 2 cd

VV.AA: Dear Jerry

Eric Clapton – Live In San Diego with JJ Cale

Album Dal Vivo Ristampe:

Van Morrison – It’s Too Late To Stop Now II, III, IV & DVD

rolling stones totally stripped european version

Rolling Stones – Totally Stripped

DVD/BluRay: Rolling Stones – Havana Moon

Concerto: Bruce Springsteen/San Siro 3 e 5 Luglio

Canzone: Mudcrutch – Trailer

Runrig – Onar

Cover Album: The National & Friends – Day Of The Dead

Cover Song: Karl Blau – Woman (Sensuous Woman)

L’Esordio: The Shelters: The Shelters

La Sorpresa: Santana – IV (dopo duecento anni di dischi non degni, finalmente un grande album per il chitarrista californiano)

La Delusione: Neil Young – Peace Trail

Disco Da Evitare: ce ne sarebbero tanti, ma segnalerei Keith Urban – Ripcord, un album che può provocare anche gravi problemi intestinali

alan parsons tales of mystery

Piacere Proibito: The Alan Parsons Project – Tales Of Mystery And Imagination 40th Anniversary

“Sola” Dell’Anno: The Band – The Last Waltz 40th Anniversary

 Bruce Springsteen – Chapter And Verse

Evento Dell’Anno “Bello”: il Nobel a Bob Dylan

Evento Dell’Anno “Brutto”: le tante, troppe morti eccellenti

Marco Verdi

E per finire trasferiamoci in provincia di Pavia.

IL MEGLIO DEL  2016

Disco Dell’Anno

leonard cohen you want it darker

Leonard Cohen @ You Want It Harder

Canzone Dell’Anno

Love Sweet Love @ Archie Roach

Cofanetto Dell’Anno

Van Morrison @ …It’s Too Late To Stop Now… (Volumes II-III-IV & DVD)

Ristampa Dell’Anno

john cale fragments of a rainy

John Cale @ Fragments Of A Rainy Season

Tributo Dell’Anno

a tribute to jack hardy

Jack Hardy & Friends @ A Tribute To Jack Hardy

Disco Rock

Van Morrison @ Keep Me Singing

Disco Folk

runrig the story

Runrig @ The Story

Disco Country

dwight yoakam swimmin' pools

Dwight Yoakam @ Swimmin’ Pools, Movie Stars…

Disco Soul

michael kiwanuka love & hate

Michael Kiwanuka @ Love And Hate

Disco Blues

Rolling Stones @ Blue & Lonesome

Disco Jazz

charlie haden time life

Charlie Haden & Liberation Music Orchestra @ Time/Life (Song For The Whales And Other Beings)

Disco World Music

bombino azel

Bombino @ Azel

Disco Rhythm & Blues

nathaniel rateliff a little something more

Nathaniell Rateliff @ A Little Something More From

Disco Oldies

otis redding live at the whisky a go go

Otis Redding @ Live At The Whisky A Go Go

Disco Live

joe grushecky american babylon live

Joe Grushecky & The Houserockers @ American Babylon Live At The Stone Pony

Artista Italiano

michele gazich la via del sale

Michele Gazich @ La Via Del Sale

Disco Italiano

townes van zandt's last set

Lowlands @ Play Townes Van Zandt’s Last Set

Colonna Sonora

nick cave hell or high water

NickCave & Warren Ellis @ Hell Or High Water

Dvd Musicale

Rolling Stones @ Havana Moon

 GLI ALTRI

 marlon williams

Marlon Williams @ Marlon Williams

Luther Dickinson @ Blues & Ballads – A Folsinger’s Songbook Volumes I & II

grant-lee phillips the narrows

Grant-Lee Phillips @ The Narrows

nick cave skeleton tree

NickCave @ Skeleton Tree

Peter Wolf @ A Cure For Loneliness

Archie Roach @ Let Love Rule

Jimmy Barnes @ Soul Searchin’

https://www.youtube.com/watch?v=nwLZ271g-jg

dirk hamilton touch and go

Dirk Hamilton @ Touch And Go

Ryan Bingham @ Live

Beth-Hart-Fire-On-The-Floor-cover

Beth Hart @ Fire On The Floor

lucinda williams the ghosts of highway 20

Lucinda Williams @ The Ghosts Of Highway 20

janiva magness love wins again

Janiva Magness @ Love Wins Again

mary chapin carpenter

Mary Chapin Carpenter @ The Things That We Are Made Of

chris pureka back in the ring

Chris Pureka @ Back In The Ring

Thalia Zedek Band @ Eve

Marianne Faithfull @ No Exit

melissa etheridge MEmphis rock and soul

Melissa Etheridge @ Memphis Rock And Soul

Dana Fuchs @ Broken Down Acoustic Sessions

mavis staples livin' on a high note

Mavis Staples @ Livin’ On A High Note

 

Tindersticks @ The Waiting Room

pines above the prairie

Pines @ Above The Prairie

goats don't shave turf man

Goats Don’t Shave @ Turf Man Blues

richmond fontaine you can't go back

Richmond Fontaine @ You Can’t Go Back If There’s…

blue rodeo 1000 arms

Blue Rodeo @ 1000 Arms

Mystix @ Live Rhythm And Roots

Solas @ All These Years

national park radio the great divide

National Park Radio @ The Great Divide

okkervil river away

OkkervilRiver @ Away

Whiskey Myers @ Mud

Tino Montanari

Direi che per il momento, ma solo per il momento, è tutto, almeno per quanto mi riguarda e anche per le classifiche internazionali.

Bruno Conti

Il “Canto Del Cigno” Della Storica Band Folk-Rock Scozzese! Runrig – The Story

runrig the story

Runrig – The Story – Ridge Records – Deluxe Edition

Salvo ripensamenti, dopo una carriera ultraquarantennale composta da 15 album, 5 raccolte e 6 album live, questo The Story rappresenta l’ultima registrazione in studio dei Runrig, la storica band scozzese, forse la più popolare di sempre. Dopo aver festeggiato il loro 40° anniversario nel 2013, con un magnifico concerto di oltre tre ore, Party On The Moor uscito in CD +DVD (registrato di fronte ad una folla oceanica e che contiene il meglio della band http://discoclub.myblog.it/2014/04/10/grande-festa-musicale-nelle-highlands-scozzesi-runrig-party-on-the-moor/ ), il gruppo ha preso la decisione di terminare questo percorso musicale con undici brani autobiografici, costruiti secondo un tipo di narrazione che negli anni è stata una componente integrante della band. The Story, un po’ a sorpresa, ma forse a pensarci bene, neanche troppo, è stato prodotto dal membro più giovane del gruppo, il tastierista Brian Hurren, che per l’ultima recita si onora di avere come compagni di viaggio i fondatori storici della band, Rory MacDonald al basso e Calum MacDonald alle percussioni, oltre a Malcolm Jones alla chitarra, cornamuse e fisarmonica, Iain Bayne alla batteria e il cantante canadese Bruce Guthro chitarre e voce,  che ha sostituito il cantante originale Donnie Munro nel 1998,con il contributo in alcuni brani dell’orchestra Filarmonica di Praga.

L’ultimo atto della “Storia” si apre con la title track The Story, un brano spumeggiante che inizia in “gaelico” mentre il ritornello è cantato in inglese (un classico dei Runrig), voce solista Rory MacDonald, per una canzone che inizia lenta e poi esplode in un grande coro ( altro marchio di fabbrica del gruppo), a cui fanno seguito una martellante e gioiosa Onar cantata in duo da Rory e Bruce, con, a sorpresa, l’aggiunta di  un bel assolo di sassofono, una lenta e cadenzata Rise & Fall, con un eccellente lavoro di chitarra di Malcom Jones, mentre Elegy è un breve brano strumentale, con un piano morbido che mette in risalto la bravura di Brian Hurren, e ancora, il folk celtico di Every Beating Heart  e, ad alzare il ritmo, la danzante The Years We Shared, dove entrano in gioco i 32 elementi dell’Orchestra Filarmonica di Praga. Con la musica eterea e spirituale di When The Beauty si rispettano pienamente la storia e le radici della Scozia, per poi passare a 18th July e alla maestosa e corale An-Duigh Ghabh Mi Cuairt (brano che richiama i primi album della band cantati in “gaelico”), una canzone celebrativa come pure The Place Where Rivers Run, con tutti gli strumenti al posto giusto, percussioni, chitarre, fisarmonica, e durante il quale viene voglia di alzarsi e ballare, mentre la chiusura di una storia quarantennale è affidata alla superba Somewhere, con un arrangiamento orchestrale di ampio respiro (un modo perfetto per chiudere il disco e una carriera leggendaria), con la Filarmonica di Praga a rendere un doveroso e solenne omaggio. Sipario!

I Runrig nelle varie formazioni (una menzione particolare va nuovamente al cantante storico Donnie Munro) hanno sempre avuto un suono distintivo, una musica dalla forte influenza celtica popolare, con una bel mix tra rock e folk, suonato da un gruppo di musicisti di talento che lasciano in eredità una sorta di immensa e duratura colonna sonora, con canzoni che uscivano dal cuore e hanno toccato l’anima di una Nazione intera.

NDT: Sabato 23 Luglio 2016 i Runrig terranno nella favolosa “location” del Castello di Edimburgo in Scozia il concerto conclusivo del Tour. Se siete da quelle parti … Per quanto mi riguarda ci sto facendo un pensierino…!

Tino Montanari

Delicate Perle Acustiche Per Una “Gloria Nazionale” Scozzese”! Donnie Munro – Sweet Surrender

donnie munro sweet surrender

Donnie Munro – Sweet Surrender – Live Acoustic – Hypertension Music – 2 CD

Una premessa è d’obbligo, questo disco non è nuovissimo (è uscito ad inizio primavera di questo 2015), ma trattandosi di un lavoro dell’ ex cantante dei Runrig (il più importante e noto gruppo di folk-rock scozzese ancora in attività) Donnie Munro, mi sembrava giusto menzionarlo e scrivere due righe sul doppio CD. Il buon Donnie se ne è andato dalla band nel lontano ’97, per cercare una (improbabile) elezione parlamentare tra le fila del partito laburista, debuttando poi come solista con un album tradizionale On The West Side (00), che conteneva però due belle “covers”, rispettivamente Catch The Wind di Donovan (resa in una fiera versione irish) e Nothing But A Child di Steve Earle,  anche questa in una versione sicuramente intrigante. Il successivo Live (01), presentava diversi successi dei Runrig, tra i quali Harvest Moon, Always The Winner, City Of Lights, The Greatest Flame (a confermare quale fosse suo il terreno musicale più idoneo), che veniva poi certificato nel successivo Across The City And The World (02), in Gaelic Heart (03), e nell’ottimo Heart Of America (06), nonché nello stesso anno da un altro live Donnie Munro & Friends (con numerosi ospiti) https://www.youtube.com/watch?v=81N8EVVIZs0 , e dal poco conosciuto An Turas (08), passato dalle nostre parti (e non solo) quasi inosservato: questo Sweet Surrender Live Acoustic è una ennesima collezione accattivante di canzoni (rigorosamente in versione dal vivo acustica), che comprende sia brani tradizionali gaelici, quanto classici dei Runrig oltre a canzoni scritte da Donnie nel suo percorso solista.

A sostenere Munro in questa “performance” live, troviamo la chitarra acustica del suo fido “pard” Eric Cloughley, e la brava Maggie Adamson al violino, un trio che riesce a trasmettere in questa “antologia” musicale la profondità e lo stile distintivo di Donnie. Il concerto inizia con i classici “messaggi” di Protect And Survive, Strangers To The Pine e come sempre l’aria “danzante” di The Cutter, con il violino della Adamson a dettare il ritmo https://www.youtube.com/watch?v=yj2jrs5dPwA , a cui fanno seguito la bella melodia di Chi Min Geamhradh, cantata rigorosamente in “gaelico”, il triste violino che introduce una sempre meravigliosa Dance Called America (vero inno generazionale scozzese), una superlativa versione di Raglan Road, i sette minuti strazianti di una sublime Eirinn (dove si evidenzia tutta la bravura dei musicisti) https://www.youtube.com/watch?v=56JGCKa5MS4 , la folk-ballad Heart Of America, andando a chiudere il primo “set” con due brani tradizionali arrangiati da Maggie, la dolcissima Leaving Lerwick Harbour e una  Back Up And Push da ballare fino allo sfinimento nelle feste di paese.

Dopo una bella bevuta di birra si riparte con due tenui ballate come Irene e Mother Glasgow https://www.youtube.com/watch?v=bg8UxcnnYuw , mentre Glasgow Joe è un brano intensamente personale (scritta in onore del defunto fratello di Donnie), ed October Song e un doveroso omaggio a Robin Williamson dell’ Incredible String Band. Con The Wire  si torna al periodo più intimista dei Runrig (con un bel lavoro di violino di Maggie), poi un altro tradizionale in gaelico come Mo Chruinneag Bhòidheach, il ritmo danzante di Where The Roses (che celebra i viaggiatori della Scozia), andando poi a chiudere con la trascinante City Of Lights e una scorrevole ballata come Weaver Of Grass sostenuta da un buon ritmo chitarristico e dal battito di mani del pubblico presente (che sembra muoversi a passo di marcia) https://www.youtube.com/watch?v=AA7_T-R9zUo . Sweet Surrender Live Acoustic è stato registrato in una serie di concerti che il “trio” ha suonato lo scorso anno in Germania, Danimarca e Scozia, quando due musicisti notevoli come Eric Cloughley e Maggie Adamson si sono uniti ad un poeta (e anche pittore di grande talento) come Donnie Munro (a 61 anni ancora una delle più belle voci scozzesi), il risultato non poteva non essere essere un album delizioso, a tratti mozzafiato e coinvolgente. Per chi ama il genere folk un CD da mettere sullo scaffale (e magari l’occasione riscoprire qualcosa dei Runrig http://discoclub.myblog.it/2014/04/10/grande-festa-musicale-nelle-highlands-scozzesi-runrig-party-on-the-moor/ ),  per chi scrive in alto la birre e i cuori!

Tino Montanari  

“Grande Festa Musicale” Nelle Highlands Scozzesi! Runrig – Party On The Moor

runrig party on the moor

Runrig – Party On The Moor – Ridge Records –  3 CD  – 2 DVD – BLU-RAY

I Runrig più che un gruppo sono un fenomeno di costume, i loro concerti, sempre affollatissimi, si trasformano in “happenings” che inneggiano all’autonomia, se non all’indipendenza della Scozia. I promotori di tutto sono, a metà degli anni ’70, i fratelli Rory e Calum MacDonald, a cui dopo un breve periodo si aggiunge il cantante “storico” Donnie Munro. L’esordio avviene con Play Gaelic (78), che fin dal titolo mostra tutto lo spirito della formazione impegnata in brani (tradizionali e originali), cantati in “gaelico” su una base di folk elettrico convenzionale e gradevole. Notevoli passi avanti mostra il successivo The Highland Connection (79), dove spicca un’eccellente versione di uno dei tanti inni “non ufficiali” della Scozia (ufficialmente non ne ha nessuno) Loch Lomond.

La svolta artistica avviene con Recovery (81), con il materiale cantato quasi tutto in gaelico, mentre nei seguenti Heartland (85) e The Cutter And The Clan (87), propongono un rock epico e solenne (con reminiscenze dei mai dimenticati Big Country). Un concerto come spalla degli U2 a Dublino, li porta ad accasarsi alla Chrysalis Records, debuttando con Searchlight (89), a cui faranno seguire  The Big Wheel (91), Amazing Things (93), lo splendido live Transmitting Live (94) un poderoso esempio di rock da stadio (con le cornamuse che mantengono vivo il legame con la tradizione), Mara (95) e Beat The Drum (98). In Search Of Angels (99) vede per la prima volta assente Donnie Munro (dedicatosi alla politica), che viene sostituito da Bruce Guthro (un canadese che canta in gaelico, è il massimo!, comunque bravo), portando la band ad un calo d’ispirazione, certificato dai seguenti lavori The Stamping Ground (01), Proterra (03), Everything You See (07), intervallati da un altro eccellente album dal vivo Day Of Days (04), per il 30° anniversario di carriera tenuto nella magnifica “location” dello Sturling Castle di Edimburgo.

Il 10 Agosto 2013 una folla di dimensioni bibliche si riunisce nella pianura di Moor per festeggiare i quattro decenni di carriera di una delle band più longeve del folk-rock britannico  , e all’imbrunire vede salire sul palco Bruce Guthro voce e chitarra acustica, Rory MacDonald voce e basso, Iain Bayne alla batteria, Malcom Jones alla chitarra e fisarmonica, Brian Hurren alle tastiere e Calum MacDonald (autore dei testi con il fratello Rory) voce e percussioni, con l’apporto importante del violinista Duncan Chisholm e del tastierista Peter Wishart. Il sottoscritto, che li segue passo dopo passo sin dagli esordi (guardando il concerto in DVD), trova che il sestetto ha ancora il carisma e soprattutto forza ed energia da vendere, in quanto sul palco non si risparmiano per niente, anche perché con il pubblico di “fans” che si ritrovano, non sarebbe possibile comportarsi diversamente.

Devo anche riconoscere che non mi aspettavo un sound cosi “hard” da parte loro, che tende forse ad allontanarsi un po’ troppo dal folk, ma è anche indubbio che sulla scena ci sono un batterista e un percussionista, rispettivamente Iain Bayne e Calum MacDonald, che con il fratello Rory bassista costituisce la parte ritmica del gruppo, trovando nel “vocalist” Bruce Guthro (che come detto ha rilevato Donnie Munro), il terminale più idoneo “on stage” per tenere in mano le redini del gruppo. Ma se c’è qualcuno che stupisce sul palco è il chitarrista Malcom Jones, che suona di tutto, dalle cornamuse elettriche alla fisarmonica, assecondato dal più giovane della compagnia Brian Hurren, che suona sempre in piedi, saltellando da una tastiera all’altra, diventando complementare al suono di Malcom La festa inizia con un set di rock duro che parte con Only The Brave City Of Lights, Road Trip, Big Sky e Maymorning, passando per la celebre Dance Called America, ad affascinanti pezzi cantati in gaelico quali Siol Ghoraidh, Faileas Air Airidh  (con Julie Fowlis, nuova stella del folk scozzese che canta in gaelico) e An Sabhal Aig Neill. Arriva il momento delle dolcissime ballate The Engine Room, Book Of Golden Stories e Every River, seguite dalle rumorose The Summer Walkers e Dust, per poi chiudere la prima parte con l’apprezzatissima e curiosa scorribanda di un quartetto di suonatori di tamburo (Rory, Calum, Iain e Malcom), per il tripudio del pubblico. I Runrig  ritornano sul palco per la seconda parte con la presenza di Donnie Munro, che canta alla sua maniera The Cutter, Edge Of The World e una commovente An Ubhal As Airde (indovinate in quale lingua?), per poi passare il testimone al buon Guthro, nella trascinante Rocket To The Moon e nelle tambureggianti Alba e Pride Of The Summer. Una banda di cornamuse (la Inverness Royal British Legion Pipe Band) introduce Skye con il duetto vocale Bruce/Rory e lo strepitoso finale strumentale, mentre le struggenti Going Home, Hearts Of Olden Glory e On The Edge vedono come ospite il bravissimo violinista Duncan Chisholm. Richiamati sul palco a furor di popolo i Runrig eseguono Protect And Survive (il loro motivo più ecologista), Clash Of The Ash, la meravigliosa And We’ll Sing, con la chiusura affidata al classico “traditional” Loch Lomond, che il gruppo propone nella sua particolarissima versione, che accende i cuori di tutti i presenti fino in fondo.

La musica del sestetto scozzese risulta oggi più immediata e adatta ai gusti di un pubblico più vasto e cosmopolita, essendo meno legata alle radici folk che ne hanno caratterizzato gli esordi, e per il pubblico (tedeschi, danesi, neozelandesi e scozzesi) che sfollava sulle note dolcissime della famosa  Travellers, era grande la sensazione di aver assistito a qualcosa di speciale, non solo nella rituale celebrazione, ma di aver condiviso il viaggio di una grande band. *NDT:  i fortunati che inseriranno il DVD nel lettore (sorseggiando un buon whisky scozzese), noteranno che fra le persone dall’entusiasmo incontenibile, si possono vedere bambini in tenera età (come la mia nipotina), e arzille ultra ottantenni (come le mie zie), a dimostrazione che i valori e l’appartenenza di un popolo passano anche attraverso la musica.

Tino Montanari

Novità Di Aprile Parte IA. Johnny Cash, Robert Cray, Kaiser Chiefs, Runrig, Cyndi Lauper, Charlie Daniels, Brothers And Sisters, Nickel Creek, Alan Parsons Project

Pensavate che mi fossi dimenticato di questa rubrica o l’avessi abolita? Invece, molto più semplicemente, travolto da recensioni, anticipazioni a lunga gittata e articoli per Blog e rivista (Busca) non riuscivo a trovare il tempo per scrivere periodicamente queste anticipazioni su quelle che reputo più interessanti tra le uscite discografiche della settimana. Oltre a tutto sapendo che è tra le più lette del Blog: quindi riprendiamo con le uscite del 1° aprile (niente scherzi), divise in due parti, visto che sono molte. Il primo titolo, in verità, sarebbe uscito il 25 marzo negli Stati Uniti, ma considerando che in molti paesi uscirà martedì prossimo, lo inseriamo lo stesso.

johnny cash out among the stars

Johnny Cash Out Among The Stars Sony Legacy

1. Out Among The Stars
2. Baby Ride Easy con June Carter Cash
3. She Used To Love Me A Lot
4. After All
5. I’m Movin’ On con Waylon Jennings
6. If I Told You Who It Was
7. Call Your Mother
8. I Drove Her Out Of My Mind
9. Tennessee
10. Rock And Roll Shoes
11. Don’t You Think It’s Come Our Time con June Carter Cash
12. I Came To Believe
13. She Used To Love Me A Lot (JC/EC Version)

Queste canzoni erano state incise tra il 1981 e il 1984 a Nashville, con la produzione di Billy Sherrill, sul finire del contratto di Johnny Cash per la Columbia, e a i tempi non interessavano, per vari motivi, ai boss della Columbia. Quindi le registrazioni vennero archiviate e dimenticate https://www.youtube.com/watch?v=rwRScXqKoXY . Nel 2012, il figlio di Johnny, John Carter Cash, le ha ritrovate, ed ora, a undici anni dalla morte dell’Uomo In Nero interessano di nuovo ad una discograzia agonizzante e la stessa etichetta che le aveva rifiutate le pubblica. Non saranno il “capolavoro” assoluto che vi vorranno fa credere ma si tratta di un dischetto più che apprezzabile, ricco di tanta musica e destinato a rinfocolare il mito di Cash (mai sopito peraltro). Sam Bush al mandolino, Jerry Douglas al dobro e Marty Stuart e Buddy Miller, alle chitarre, sono stati chiamati ad aggiungere le parti soliste che mancavano. Il resto la fa una manciata di buone canzoni: Baby Ride Easy, un brano scritto dal bravissimo cantautore Richard Dobson (da conoscere, se manca nella vostra discoteca) era stato inciso da Carlene Carter, la figlia di June, che qui la canta con Johnny, come un duetto con Dave Edmunds https://www.youtube.com/watch?v=rYw_q4tSU48 , tratto da uno dei dischi pubblicati nel suo soggiorno britannico, quando era la moglie di Nick Lowe, Musical Shapes, ancora oggi un gran bel disco, come il precedente omonimo Carlene Carter, registrato a Londra con i Rumour di Graham Parker ed il successivo Blue Nun, ancora uscito per la F Beat ai tempi. Per la serie i cerchi si chiudono, tra una settimana uscirà per la Rounder Carter Girl, il suo decimo album, dedicato alla musica della Carter Family (dieci brani vengono da quel repertorio) https://www.youtube.com/watch?v=8Rr6M4Y4foQ , ma con un suono contemporaneo grazie alla produzione di Don Was e alla presenza di musicisti come Jim Keltner alla batteria e Greg Leisz alle chitarre, più alcuni ospiti che rispondono ai nomi di Willie Nelson, Kris Kristofferson e Vince Gill. Vi posso assicurare che la Carter non ha nulla da invidiare, in fatto di bravura, alla “sorellastra” Rosanne Cash. Tornando al babbo, nel disco di Johnny, ci sono altri due duetti, come vedete dalla tracklist sopra, uno con Waylon Jennings, una potente cover di I’m Movin’ On di Hank Snow (ripresa in tempi recenti proprio da Rosanne) https://www.youtube.com/watch?v=95mTRq8-S2Y e un altro con la moglie June,  anzi ce n’è pure un quarto, mascherato, l’ultimo brano, con EC, che è Elvis Costello, probabilmente “celato” per motivi discografici.Quindi vi proporrei l’accoppiata di famiglia e la promessa di tornare su entrambi gli album con recensioni ad hoc.

robert cray in my soul

Robert Cray è un habitué di questo Blog, il precedente album (presentato in anteprima) mi era piaciuto moltissimo, http://discoclub.myblog.it/2012/07/22/anteprima-nuovo-album-di-robert-cray-nothin-but-love-in-usci/questo nuovo In My Soul https://www.youtube.com/watch?v=v1wBd4CzGCo , in uscita sempre per la Provogue, mi sembra un filo inferiore, nonostante la copertina vintage che riproduce i vecchi vinili dell’epoca d’oro del soul e la presenza di alcuni “classici minori” come Nobody’s Fault But Mine di Otis Redding, Your Good Thing Is About To End di Isaac Hayes e David Porter, ma celebre nella versione di Low Rawls, Deep In My Soul dal repertorio di Bobby “Blue” Bland, mentre Hold On non è quella Sam And Dave e lo strumentale Hip Thing Onions è ispirato dalla Green Onions di Booker T. And the Mg’s. Produce il bravo batterista Steve Jordan, ma il disco pare appunto inferiore al suo predecessore (è brutto? Certo che no!), sentirò meglio!

kaiser chiefs education

Il nuovo dei Kaiser Chiefs, la band inglese di Leeds, Education, Education, Education & War, prende il suo nome da una citazione di una frase di Tony Blair, esce su etichetta ATO (quella di Dave Matthews), è stato registrato ad Atlanta, Georgia dal produttore Michael Brauer (quello di Animal Collective, Deer Hunter, Grizzly Bear), ma non mi sembra ci siano grandi variazioni rispettto al classico indie-rock del gruppo https://www.youtube.com/watch?v=MPipMQvKgKk .

runrig party on the moor

Un’altra band festeggia addirittura i 40 anni di carriera, sono gli scozzesi Runrig, che con questo disco dal vivo, Party On The Moor, registrato l’estate dello scorso anno davanti ad una moltitudine di fans, faranno la gioia degli appassionati del loro gaelic-folk-rock. Esce in vari formati, triplo CD, Blu-ray, ma la migliore versione mi pare questo doppio DVD https://www.youtube.com/watch?v=oPmws-mDSDA . Esce per la loro etichetta Ridge Records, quindi non di facile reperibilità, ma se amate il genere, le quasi tre ore di questa reunion (per l’occasione c’è anche Donnie Munro, il cantante originale della formazione) faranno la vostra gioia. In Scozia sono popolarissimi, ma sono anche bravi, ne riparliamo appena arriva nelle nostre lande.

cyndi lauper she's so unusual 30th anniversarycyndi lauper she's so unusual 30th anniversary gatefold

Una edizione speciale Deluxe non si nega a nessuno, specie poi se si tratta di un album che ai tempi della sua uscita ebbe un successo straordinario: parliamo di She’s So Unusual di Cyndi Lauper che festeggia i 30 anni dalla sua uscita. Come vedete la confezione è pure bella, ma…come hanno lamentato i fans della cantante americana, costa troppo per il contenuto (anche se hanno calato il prezzo in dirittura d’arrivo) e gli inediti e le rarità sono veramente pochi (tra cui alcuni remix 2013 dei brani più celebri, Girls Just Want to Have Fun e Time After Time, che francamente ci potevano risparmiare, mah… https://www.youtube.com/watch?v=uX0WzhnJudE). Per il resto, questo è il contenuto:

Disc One:
1. Money Changes Everything
2. Girls Just Want To Have Fun
3. When You Were Mine
4. Time After Time
5. She Bop
6. All Through The Night
7. Witness
8. I’ll Kiss You
9. He’s So Unusual
10. Yeah Yeah

Bonus Tracks:
1. Girls Just Want To Have Fun (2013 Yolanda Be Cool Remix)
2. Time After Time (2013 Nervo Remix)
3. Time After Time (2013 Bent Collective Remix)

Disc 2
1. Girls Just Want To Have Fun 3:31 (Early Guitar Demo)
2. All Through The Night 5:21 (1982 rehearsal, with studio dialog)
3. Rules And Regulations 2:39 (1982 Rehearsal)
4. Money Changes Everything 5:06 (Demo)
5. Girls Just Want To Have Fun 3:21 (Demo)
6. Right Train, Wrong Track (Non LP B-Side) 4:40
7. Witness 3:40 (Live, Boston, 1984)
8. She Bop (1983 Arthur Baker Remix)
9. Time After Time 4:01 (Work In Progress Rough Mix)

Come al solito esce, su Epic/Legacy/ Portrait, per il 31° Anniversario (il disco è del 1983), ma ormai è un classico, come dimostra il recente GoodbyeYellow Brickroad di Elton John.

charlie daniels off the grid doin' it dylan brothers and sisters dylan's gospel

Per gli appassionati di Dylan una doppia sorpresa. La prima è un disco nuovo di Charlie Daniels, con band al seguito, si chiama Off The Grid Doin’ It Dylan, esce su etichetta Blue Hat Records e comprende le interpretazioni del nostro amico https://www.youtube.com/watch?v=UNAgbXlJ3PE , che quest’anno compie 78 anno e prima di diventare uno dei grandi del southern rock nei dischi di Dylan ci ha pure suonato (Nashville Skyline, Selfportrait, New Morning e Dylan). Però, visto che come direbbe Mourinho non è un pirla, i brani vengono da tutt’altri dischi: e allora scorrono Tangled Up In Blue, Times They Are A-Changin’ https://www.youtube.com/watch?v=LrKqZmhKnsw , I’ll Be Your Baby Tonight, Gotta Serve Somebody, I Shall Be Released, Country Pie (?!?), Mr. Tambourine Man, Hard Rain’s A Gonna Fall, Just Like A Woman e Quinn The Eskimo (Mighty Quinn). Sembra promettente, sentiremo!

L’altro disco è veramente una rarità, ristampato dalla Light In The Attic (anche se era già uscito in CD) si chiama Dylan’ s Gospel, ed in questo caso il titolo dice già tutto, si tratta proprio di un album di brani di Dylan fatti in versione gospel, ma…da un gruppo di ventisette cantanti, alcuni delle quali avrebbero fatto la storia (minore) della musica negli anni a seguire https://www.youtube.com/watch?v=TfK6UIvrbuo : il nome esatto del gruppo che appariva nell’album originale, uscito per la Ode Records nel 1969, era The Brothers and Sisters Of L.A.. Il produttore originale era Lou Adler, il fondatore dell’etichetta nonché “scopritore” di Mamas and Papas, Carole King, Johnny Rivers, Spirit, per rimanere in tema, non un pirla qualsiasi. L’arrangiatore era Gene Page, quello della Tamla Motown, perchè il disco ha anche un bel sound, oltre alle voci, quel gospel-soul-rock che muoveva i primi passi proprio in quegli anni. E le voci? Tanto per non fare (alcuni) nomi: Merry Clayton (pre-Stones), Edna Wright, Gloria Jones (quella di Tainted Love), Ruby Johnson, Patrice Holloway, Linda Tillman (Sweet Pain se li ricorda qualcuno?), Clydie King, Carolyn Willis e tantissime altre. Le canzoni sono, naruralmente, tutte di Dylan e il disco, anche sulla scia del recente documentario 20 Feet From Stardomvincitore dell’Oscar, che racconta la storia di Darlene Love, Judith Hill, Tata Vega, Lisa Fischer, Jo Lawry e appunto Merry Clayton ( ma ce ne sono moltissime), potrebbe essere una piacevole sorpresa per molti di voi https://www.youtube.com/watch?v=l5_SJc5hLJM .

nickel creek a dotted line

Tornano anche i Nickel Creek che in teoria festeggiano i 25 anni di carriera, anche se qualcosa non mi torna, visto che nel 1989 Chris Thile e Sara Watkins avevano otto anni e il fratello maggiore Sean undici, ma evidentemente, come dimostrano le acrobazie riportate in copertina di questo A Dotted Line, tutto è possibile https://www.youtube.com/watch?v=Fgj6jkMqY_Q . Il disco esce per la Nonesuch e rompre un silenzio che dura dal 2007, quando si erano sciolti a tempo indeterminato (e molti. compreso me, avrebbero giurato, per sempre). E invece, mai dire mai, il disco, come al solito, è pure bello, quel loro classico country-bluegrass contemporaneo, viruosistico a livello strumentale ma anche cantato un gran bene https://www.youtube.com/watch?v=lM3NGqNCnOc : sono sei brani nuovi firmati da Chris e Sara, uno di Sean, uno di Chris e due cover, Where Is Love Now di Sam Phillips (l’ex signora T-Bone Burnett, bravissima) e Hayloft dei Mother Mother, band canadese di cui, ammetto, ignoravo l’esistenza, ma, sembrando bravi, investigherò, si scopre sempre musica nuova (spero anche sulle pagine virtuali di questo Blog, uno dei motivi per cui esiste!).

alan parsons project the siclian defense

Oggi concludiamo la prima parte con un’altra ristampa, anzi un cofanetto, Alan Parsons Project The Complete Albums Collection, Sony Bmg, 11 CD, questi:

  • 1976 – Tales Of Mystery and Imagination: Edgar Allan Poe
  • 1977 – I, Robot
  • 1978 – Pyramid
  • 1979 – Eve
  • 1980 – The Turn of a Friendly Card
  • 1982 – Eye In The Sky
  • 1984 – Ammonia Avenue
  • 1985 – Vulture Culture
  • 1985 – Stereotomy
  • 1987 – Gaudi
  • *Unreleased: The Sicilian Defence

In effetti poi ne ha fatti altri a nome Alan Parsons, senza il Project, ma quel The Sicilian Defence (è una mossa degli scacchi) che costringerà molti a sborsare qualche decina di euro per averlo, da dove è sbucato fuori https://www.youtube.com/watch?v=uml8qYifPT0 ? E non si poteva pubblicarlo da solo senza costringere la gente a ricomprarsi tutti gli altri? Evidentemente si chiama “marketting” (con due T)! Registrato nel 1981, completamente strumentale, rifiutato ai tempi dall’Arista e, nella parole, in inglese, di Alan Parsons: The Sicilian Defence album was never released and never will be, if I have anything to do with it. I have not heard it since it was finished. I hope the tapes no longer exist.” E infatti…(si può cambiare idea)!

Per oggi è tutto.

Bruno Conti