Novità Di Gennaio Parte IIa. Hard Working Americans, Doug Paisley, Damien Jurado, Haden Triplets, David Crosby, Whiskey Myers

hard working americansdoug paisley strong feelings

Eccoci a una nuova puntata, divisa in due parti, com’è consuetudine ultimamente, della rubrica dedicata alle uscite discografiche che non trovano uno spazio ad hoc nei Post giornalieri (ma non è detto che alcuni dischi poi non vengano recuperati, anzi è probabile). Questa settimana parliamo di CD pubblicati nelle settimane che vanno dal 21 al 28 gennaio. Di Paul Rodgers che esce domani vi ho già parlato sabato, altri sono in lavorazione, in settimana ci sarà l’anteprima del nuovo Robben Ford A Day In Nashville, in uscita il 4 febbraio, peraltro già pronta e altre chicche, tempo permettendo, perché non è facile scrivere di tutto, manca il tempo di ascoltare tutti i dischi che escono e poi, essendo la cadenza giornaliera e non di un mensile tipo Busca, in alcuni casi è troppo anticipare la pubblicazione di recensioni di dischi che usciranno magari a fine mese prossimo, tipo il box di Johnny Winter, anche questa già pronta . Per cui negli album di questa rubrica mi limito, ove possibile, ad un ascolto velocissimo, per avere un’idea del contenuto, con l’intenzione di ritornarci con calma, anche se non sempre è possibile e qualche volta poi si decide di soprassedere, ma almeno una segnalazione consistente è giusto farla.

Chi sono gli Hard Working Americans http://www.youtube.com/watch?v=vgLAGHfHNf8 ? E’ una specie di nuovo supergruppo formato da Todd Snider, che è la voce solista e il frontman della formazione, Dave Schools, il bassista dei Widespread Panic, Neal Casal, grande cantautore pure lui come Snider, ma anche chitarra solista, prima nei Cardinals di Ryan Adams e ora con Chris Robinson Brotherhood (e eccezionale alla solista in questo disco), Chad Staehly, tastiere dei Great American Taxi e Duane Trucks (della famiglia, fratello di Derek), batteria con Col. Bruce Hampton http://www.youtube.com/watch?v=2IKZ7Tbqyg4 . Il disco è stato registrato ai TRI Studios di San Rafael, California, di proprietà di Bob Weir, co-prodotto da Snider e Schools e vi appaiono come ospiti John Keane e John Popper. Il genere, visti i musicisti coinvolti, è proprio un miscuglio di cantautorato, jam, rock classico, anche southern, con cover tratte dal repertorio di Randy Newman, Lucinda Williams, Kevin Gordon, Hayes Carll, Kevn Kinney (Drivin N Cryin), Gillian Welch & Dave Rawlings, Brian Henneman (The Bottle Rockets), Will Kimbrough eTommy Womack, Kieran Kane, Chuck Mead (BR5-49), Don Herron e Frankie Miller. E non tra le più celebri, per cui si gode anche del piacere della (ri)scoperta e il disco evita anche le lungaggini di certi gruppi troppo dediti alle jam e poco alle canzoni, infatti i brani sono tutti tra i tre e i quattro minuti, con uno solo che supera i cinque http://www.youtube.com/watch?v=e0yWTr2mGUk .

doug paisley

Di Doug Paisley, splendido cantautore canadese, il Blog si è occupato in passato (http://discoclub.myblog.it/2010/11/08/temp-3507313775689154ecbe16f0fb3900d1/). Questo Strong Feelings è il suo terzo album (più un mini, uscito nel 2012), pubblicato come al solito dalla indipendente No Quarter, e quindi di non facile reperibilità. I cenni biografici li trovate nel Post linkato, ma volevo confermarvi, come giustamente evidenziato dalla stampa inglese, Mojo e Uncut unanimi gli danno 4 stellette o 8/10, che si tratta di un altro piccolo gioiellino a due passi dal capolavoro. Poi avrà diritto ad una sua recensione, ma già il fatto che gli ospiti siano Garth Hudson della Band, alle tastiere in tutto il disco, come in passato, e Mary Margaret O’Hara che duetta con Paisley in una splendida e notturna What’s Up Is Down http://www.youtube.com/watch?v=f5rRoOfPHhI , per non dire di Bazil Donovan, il bassista dei Blue Rodeo, mi fa consigliare questo disco a tutti gli amanti della buona musica, anche se la copertina è orrenda, sembra Jack lo Squartatore appena scoperto sulla scena del delitto!

damien jurado brothers and sistershaden triplets

Altro ottimo cantautore è Damien Jurado (http://discoclub.myblog.it/2010/06/07/damien-jurado-saint-bartlett/), questo Brothers And Sisters Of The Eternal Son, se ho fatto bene i compiti, dovrebbe essere l’undicesimo della sua discografia (Vinili, raccolte e limited esclusi) http://www.youtube.com/watch?v=frnWPrDu9CU . Prodotto come il precedente Maraqopa da Richard Swift, con il numero dei collaboratori tenuto al minimo, sempre pubblicato dalla Secretly Canadian, anche Jurado questa volta non ha potuto esimersi dalla Deluxe Edition doppia con otto tracce extra, ma ha risparmiato sui titoli: Silver Timothy, Silver Donna, Silver Malcolm, Silver Katherine, Silver Joy http://www.youtube.com/watch?v=A4sQz6Y5g88 . A parte questo non ha risparmiato sulle emozioni, in un disco che è ancora una volta veramente bello, candidato ad una recensione più completa, appena possibile. Presto, molto presto: ho messo al lavoro i collaboratori http://www.youtube.com/watch?v=NDEc8SVXeS0 .

Le Haden Triplets sono le tre figlie di Charlie Haden, nonché sorelle di Josh, il leader degli Spain, con cui spesso collaborano: Petra, Rachel e Tania http://www.youtube.com/watch?v=lQohy8kafJg . Petra,voce e violino, la più famosa delle tre, ha pubblicato anche alcuni dischi a nome proprio, l’ultimo http://discoclub.myblog.it/2013/01/30/riletture-cinematografiche-petra-haden-goes-to-the-movies/, uscito all’incirca un anno fa. Tanya, che canta e suona il cello, è anche la moglie dell’attore Jack Black (proprio lui, quel Jack Black!), mentre Rachel, voce, basso e batteria, ha fatto parte, con la sorella, dei that dog. Tutte e tre, e il resto della famiglia, avevano partecipato a quella meraviglia di disco che è Rambling Boy, uscito a nome Charlie Haden, Family and Friends, dove suonano una quantità spropositata di grandi musicisti, se non lo avete vi consiglio di cercarlo. In questo eponimo The Haden Triplets, che esce per la Third Man Records (l’etichetta di Jack White, che ha pubblicato anche un raro vinile di Willie Nelson And Friends di cui leggerete sempre sul Blog a giorni, ce n’è per tutti), il brano che ha dato il via alla storia è una rilettura del celebre brano della Carter Family, Single Girl, Married Girl (dal vivo la facevano già da 10 anni e oltre http://www.youtube.com/watch?v=iEwQ-tOA4q4), e da lì tutta una serie di “vecchie” canzoni dai repertori di Louvin Brothers, Stanley Brothers, Phil Monroe. A questo punto è entrato in scena Ry Cooder, che se c’è da preservare un patrimonio non è secondo a nessuno http://www.youtube.com/watch?v=Yhhriutw7h4 , come produttore, musicista e portandosi al seguito il figlio Joachim. Il risultato, manco a dirlo, è delizioso.

david crosby crozwhiskey myers early morning shakes

Altre due uscite interessanti. La prima è il nuovo album solista di David Crosby, Croz, annunciato già da un paio di anni e che esce domani per la Blue Castle Rock, l’etichetta dell’amico Graham Nash. Un unico appunto è per la copertina, dove la R e la O rosse della scritta del titolo cadendo sull’ampia fronte, gli conferiscono un aspetto quasi diabolico. Per il resto siamo di fronte al solito David, che ha firmato nove dei brani contenuti nel CD, alcuni da solo, uno con Shane Fontayne, parecchi con il figlio James Raymond, che ne ha scritti un paio da solo. Gli anni ormai sono 72, ma la voce è al solito, calda, ispirata, dolce e quasi “spaziale”, Wynton Marsalis e Mark Knopfler appaiono come solisti ospiti http://www.youtube.com/watch?v=A2paJl4uEVc (niente Nash), oltre ad una nutrita serie di musicisti tra cui spiccano il già citato Shane Fontayne alle chitarre, Todd Caldwell all’organo Hammond B3, KeviMcCormick e il “mitico” Leland Sklar che si alternano al basso, Steve Tavaglione, fiati e tastiere, e il figlio, che suona praticamente tutto il resto. Il disco è molto piacevole, ma, ad un primo veloce ascolto, non mi sembra un capolavoro http://www.youtube.com/watch?v=TcPWar4xo10 . Viene presentato come il suo primo album solista da venti anni a questa parte, e tecnicamente è vero, ma alcuni degli album usciti a nome CPR, che quello erano, mi sembravano meglio.

Oggi terminiamo con un altro bel dischetto. Altro gruppo di cui vi ho parlato sul Blog (e altrove) http://discoclub.myblog.it/2011/05/15/sudisti-veri-e-di-quelli-ma-molto-bravi-whiskey-myers-firew/. Anche in questo caso le notizie biografiche e le informazioni le trovate al link del disco precedente. Si tratta del terzo disco della band di Cody Cannon, i Whiskey Myers, Early Morning Shakes, precisi, uno ogni tre anni, 2008, 2011, 2014, sempre autogestiti e distribuiti dalla propria etichetta, la Wiggy Thump, e sempre del buon sano, vecchio southern rock, con abbondanti dosi di country di quello molto energico http://www.youtube.com/watch?v=kLz-C8R3uNA . Mi sa che anche di questo disco se ne parlerà diffusamente ancora sul Blog, dove tra i lettori ci sono vari estimatori del genere.

Per oggi è tutto, domani seconda parte. Se ho tempo, nel frattempo, oggi o al massimo domattina, magari vi metto un’altra recensione di un bel dischetto di quelli per Carbonari, che merita assolutamente di essere conosciuto. La ricerca continua, come sempre.

Bruno Conti

Suoni Di Casa (Di Tab Benoit) E Tanta Slide, Ma Non Solo! Damon Fowler – Sounds Of Home

damon fowler sounds of home

Damon Fowler – Sounds Of Home – Blind Pig/IRD

Molti sono convinti che questo sia il terzo album di Damon Fowler, al limite il quarto, contando anche il CD dei Southern Hospitality (con Jp Soars e Victor Wainwright), ed in effetti è vero, ma solo contando la produzione con l’etichetta Blind Pig.

Risalendo nel passato, il musicista di Brandon, Florida (un paesino nei pressi di Tampa Bay, quasi una “istigazione” giovanile al Blues), aveva già pubblicato tre dischetti, tra cui un live, usciti con distribuzione indipendente, a cavallo della scorsa decade, o dello scorso secolo se preferite. Gli ultimi tre sono notevolissimi, di Sounds At Home ci occupiamo immediatamente, e lo confermano uno dei massimi talenti emergenti del nuovo blues, come chitarrista, soprattutto alla slide, dove è veramente letale , e come cantante, con una voce che è una via di mezzo tra uno Steve Marriott, un filo meno potente, e un vecchio cantante soul (che sono quasi la stessa cosa)! Se poi aggiungiamo che la produzione del nuovo album è affidata a Tab Benoit (che scrive quattro pezzi con Fowler, e canta e suona, con discrezione, nel disco) il risultato è pressoché matematico: gran bel disco, con un sound da sballo.

Registrato nei Whiskey Bayou Studios (un nome, un programma) di Houma, Lousiana, di proprietà di Benoit, il disco è un’ode alla buona musica, principalmente blues, ma non solo. Grande chitarrista slide , anche se non forse della scuola virtuosistica alla Derek Trucks o Sonny Landreth, o di quella più rigorosa ma immaginifica di un Ry Cooder (a cui mi pare più vicino), senza dimenticare Winter, il nostro Damon si disbriga bene anche con le accordature tradizionali, per quanto con un tipo di suono un po’ sghembo, aspro, molto ritmico, comunque trascinante. Prendete l’iniziale Thought I Had It All, con il bottleneck che inizia a scivolare quasi con libidine sul manico della chitarra e Fowler che canta con una voce tiratissima e “cattiva”, come quella che aveva il giovane Marriott o altri giovani bianchi che si sono cimentati con il blues-rock nel corso degli anni: l’atmosfera è sospesa e minacciosa, la sezione ritmica scandisce il tempo con grande perizia e il brano, e il disco, prendono subito quota, con l’assolo nella parte centrale che è veramente letale.

E siamo solo al primo brano. Il secondo, scritto con Tab Benoit, e che è quello che dà il titolo all’album, Sounds Of Home, ci porta dalle parti delle paludi della Lousiana, dove ci aspetta un personaggio pittoresco, ma di grande carisma come Big Chief Monk Boudreaux, che con il suo vocione vissuto aiuta il “giovane” Damon a spargere il seme del blues, del rock e della bayou music dei vecchi Creedence più ingrifati di Fogerty, con la giusta grinta, gustosissimo il breve ed intricato solo nella parte finale. Trouble, scritta ancora con Benoit, ed Ed Wright, che aveva firmato anche il brano iniziale, è una sinuosa e sensuale ode al funky-soul più genuino, con un groove della sezione ritmica che spinge il piedino irresistibilmente a muoversi e lui che canta divinamente, mentre si occupa con amore della sua chitarra, titillata quasi con piacere, che meraviglia! Spark sfodera ritmi quasi da R&R e con un pizzico dello Springsteen più gioioso (sto dando i numeri?), ma ancora anche tanto Fogerty, e i due qualche punto in comune ce l’hanno. Old Fools, Bar Stools And Me (bel titolo) è uno slow blues & soul, molto cadenzato, quasi attendista, ma aspetta che ti aspetta, quando parte l’assolo ti stende al tappeto sotto lo sgabello del bar. Where I Belong avrebbe potuta suonarla Ry Cooder nei suoi dischi degli anni ’70, quelli del blues alle radici della musica, un train sonoro semplice e una slide misurata, ma sempre in grado di fare i numeri, con Benoit che lo aiuta alla ritmica acustica.

Grit My Teeth, a tempo di boogie Fowler si misura con ZZ Top o Thorogood, con la chitarra che va quasi subito in overdrive nell’altra galassia. A questo punto così ti va a pensare quel geniaccio del Damon? Una bella cover di Alison di tale Declan Patrick McManus, per la mamma, Elvis Costello per tutti gli altri, che viene “soulificata” (se si può dire, non credo, ma ormai l’ho scritto) e trasportata nel Sud degli Stati Uniti, dalle parti di Memphis o Muscle Shoals, con tanto di assolo come quelli che faceva Duane Allman nei singoli Stax od Atlantic https://www.youtube.com/watch?v=SFmA4BqrmbU  e potrebbe fare adesso il suo erede Derek Trucks, bellissimo! In Tv Mama Damon Fowler si cimenta con il repertorio di uno dei maestri della slide, Johnny Winter, e il risultato è quasi un pari, e qui si viaggia alla grande https://www.youtube.com/watch?v=S60cGLAz5s0. Per completare lo spettro delle influenze c’è anche una Do It For The Love che è una ballata “country got soul” con Tab Benoit impegnato alla pedal steel. E per finire la cover di un traditional come I Shall Not Be Moved, che parte all’incirca a tempo di ragtime e diventa un gospel, ancora quasi cooderiano nei suoi sviluppi. Consigliato, questo è uno bravo!

Bruno Conti

Il Meglio Del 2013: Best Of The Rest E “Riserve Indiane” Dal Vostro Blogger Preferito (Spero)!

Come promesso (e minacciato) ecco il resto del meglio del 2013,  ripensamenti e aggiunte e una decina di “riserve indiane”, ovvero dischi di autori e cantanti che rischiano seriamente l’estinzione, se non adeguatamente protetti. Sempre in ordine “rigorosamente” sparso.

blue rodeo in our nature

Blue Rodeo – In Our Nature Di questo avevo già detto che era l’11° della lista quando ho presentato la mia Top 10 a inizio mese. http://www.youtube.com/watch?v=Z9Awbt0ysu0

patty griffin american kidpatty griffin silver bell

Patty Griffin – American Kid Nelle mie liste di fine anno (e nel Blog) ci sono sempre parecchie voci femminili, ma nella prima stesura dei migliori c’era solo Linda Thompson (e gli Over The Rhine), rimedierò abbondantemente in questo extra time. http://www.youtube.com/watch?v=jnFCBNNHsg8 (la trasmissione da cui arriva questo video, e il precedente, Studio Q, è eccellente, una occasione per farvela conoscere, se già non la frequentate su YouTube). E all’inizio di ottobre la Universal ha pubblicato anche Silver Bell, un disco registrato nel 2000 per la A&M e mai pubblicato prima, quasi altrettanto bello, Sooner Or Later http://www.youtube.com/watch?v=VcFFmXUheEg

elton john the diving boardelton john the diving board deluxe

Elton John – The Diving Board Il vecchio Reginald, T-Bone Burnett e una manciata di belle canzoni, un ulteriore grande ritorno. http://www.youtube.com/watch?v=UttbDHa1uSg

J&R ADVENTURES ALBUM COVERjoe bonamassa an evening dvd

Beth Hart Joe Bonamassa – Seesaw

Joe Bonamassa – An Acoustic Evening At The Vienna Opera House

Doppia razione per Bonamassa, prima come chitarrista nel secondo disco in coppia con la bravissima cantante di Los Angeles http://www.youtube.com/watch?v=3Qf_aytrlpQ e nel live acustico nella casa dei Wiener Philarmoniker http://www.youtube.com/watch?v=NKE3itL4ApY. Essendo il solito esagerato Joe di Live ne ha pubblicati altri quattro a fine ottobre, della serie Tour De Force http://www.youtube.com/watch?v=2V8eIWvk1Lc

tedeschi trucks band made up mindgov't mule shout

Tedeschi Trucks Band – Made Up Mind

Gov’t Mule – Shout! Da soli, o con gli Allman Brothers, i dischi di Derek Trucks (e Susan Tedeschi)  http://www.youtube.com/watch?v=VEL2wardk5s e Warren Haynes http://www.youtube.com/watch?v=aoDQUw3wOJY raramente mancano nelle liste dei migliori dell’anno, un altro double shot anche nel 2013.

laura marling once i was an eagle

Laura Marling – Once I Was An Eagle Come avrete letto a Marco non è piaciuto per niente, ma per chi scrive (e non solo) è uno dei miglior dischi dell’anno, saranno un par di ciufoli (come ha detto Marco con espressione colorita), ma forse, Laura potrebbe essere proprio l’erede di Joni Mitchell http://www.youtube.com/watch?v=KCnK3FMuMAs

Un terzetto di ristampe da leccarsi i baffi!

band academy of music

The Band – Live At The Academy Of Music 1971

duane allman skydog

Duane Allman – Skydog

ry cooder 1970-87

Ry Cooder – 1970-1987

john fogerty wrote a song

John Fogerty (& Friends) – Wrote A Song For Everyone Più una rilettura che una ristampa, ma siamo da quelle parti, diciamo la “ristampa” di una carriera di autore di bellissime canzoni http://www.youtube.com/watch?v=SSWnUP8Pj7E

paul mccartney new deluxe

Paul McCartney – New Il vecchio “Macca” non finisce mai di stupire (come diceva Arbore a Bracardi “Ma quanti anni ha?”), con le sue “nuove” canzoni è entrato in parecchie liste dei migliori di fine anno, anche se quelle vecchie… http://www.youtube.com/watch?v=lmTSwwgFdzQ

mavis staples one true vine

Mavis Staples – One True Vine Un’altra arzilla “giovanotta”, sempre in forma, prodotta da Jeff Tweedy dei Wilco, con figlio batterista al seguito.

HUMBLEPIEperformanceCOVER

Humble Pie – Performance Rockin’ The Fillmore Complete Recordings Forse quattro CD con più o meno le stesse canzoni, anche se in differenti versioni, alla lunga possono stancare il non iniziato, ma la band di Steve Marriott (e Peter Frampton) è stata una delle più grandi nell’ambito rock (blues), lo sto riascoltando proprio in questi giorni, sentite come suonavano http://www.youtube.com/watch?v=agV6tpknnnI

roy harper man & myth

Roy Harper – Man & Myth Il quasi “gemello” di Fanfare di Jonathan Wilson (che produce e suona in quattro dei brani del disco), secondo alcuni addirittura superiore al disco del musicista californiano. Harper è uno dei grandi “sconosciuti” della musica “non solo folk” inglese, come diceva negli anni ’80, Guido Angeli, noto filosofo e maitre à penser della televisione italiana, “provare per credere” http://www.youtube.com/watch?v=INVei_1Wu7Y

nick cave push standard ed.nick cave live from kcrw

Nick Cave & The Bad Seeds – Push The Sky Away

Nick Cave & The Bad Seeds – Live From Kcrw Altra doppietta di uscite, una all’inizio e una alla fine dell’anno, che entrano di diritto tra il meglio dell’anno 2013 http://www.youtube.com/watch?v=1GWsdqCYvgw

E per finire le dieci “riserve indiane”:

jason isbell southeastern

Jason Isbell – Southeastern

bill callahan dream river

Bill Callahan – Dream River

james cotton cotton mouth

James Cotton – Cotton Mouth Man

diana jones museum

Diana Jones – Museum Of Appalachia Recordings

david bromberg only slightly mad

David Bromberg – Only Slightly Mad Copertina orribile (scuda David!), ma disco bellissimo!

israel nash gripka rain plains

Israel Nash Gripka – Nash’s Rain Plans

dana fuchs bliss avenue

Dana Fuchs – Bliss Avenue Lei e Beth Hart se la battono come migliori “nuove” voci del Rock!

basia bulat tall

Basia Bulat – Tall Tall Shadow

holly williams highway

Holly Williams – The Highway “Nipote” d’arte bravissima, anche lei aumenta le quote rosa delle mie liste.

tom jans loving armstom jans & mimi farina

Tom Jans – Loving Arms (Raven)

Tom Jans & Mimi Farina/Take Heart (Real Gone Music) E per finire un’altra accoppiata, questa volta di ristampe; uscite nel 2013, di un personaggio negletto che non mi stancherò mai di magnificarvi http://discoclub.myblog.it/2013/02/15/era-ora-finalmente-in-cd-tom-jans-loving-arms-the-best-of-19/ e http://discoclub.myblog.it/2013/04/08/adesso-si-ragiona-tom-jans-mimi-farina-take-heart-continua-l/

Sono circa 25 titoli (senza contare alcuni artisti che raddoppiano) e ce ne sarebbero decine di altri che mi controllano con sguardo accusatorio dagli scaffali e dalle pigne di CD vicino al PC, ma li ho citati nel corso dell’anno e, se volete, scorrendo a ritroso il Blog, li troverete tutti (o quasi)!

E’ tutto, ma la ricerca continua. Con i miei migliori auguri!

Bruno Conti

Il Meglio Del 2013, Altre Liste: Musicisti Ed Addetti Ai Lavori!

Proseguiamo indefessi con le liste del meglio in musica dell’anno in corso. Questa volta tocca ai Psychic Twins (Fabrizio Friggione e Massimo Monti, in ordine alfabetico) e a Claudio Magnani della Universal!

psychic twins

Visti recentemente, ad inizio dicembre, in concerto alla Salumeria Della Musica di Milano. mi hanno piacevolmente sorpreso con un concerto a full band allargata, ricco di nuovi brani e eccellenti cover, confermando quanto di buono avevo detto su di loro in occasione del’uscita del primo disco http://discoclub.myblog.it/2013/06/19/quello-bravo-e-in-mezzo-nella-foto-ma-anche-gli-altri-non-so/ , e quindi mi è sembrato naturale chiedere anche i loro i migliori dischi dell’anno. A parte una piccola botta di “megalomania” (hanno inserito entrambi il loro CD nelle rispettive liste, chiamiamola autostima o speranza nel futuro), questo è quanto.

Fabrizio Friggione, il chitarrista, cantante e autore della musica

john mayer paradise valley

John Mayer – Paradise Valley

eric clapton old sock

Eric Clapton – Old Sock

uncle lucius and you are me

Uncle Lucius – And You Are Me (Questo devo averglielo inculcato io, temo, anche se negli States era uscito lo scorso anno http://www.youtube.com/watch?v=1jKoWrZQ21U) gran disco comunque!

Psychic Twins – Crossings

pearl jam lightning bolt

Pearl Jam – Lightning Bolt http://www.youtube.com/watch?v=b2Tt_QT7Z8Q

david bowie the next day

David Bowie – The Next Day

kings of leon mechanical bull deluxe

Kings Of Leon – Mechanical Bull http://www.youtube.com/watch?v=vojC8jmfZEo

E… Massimo Monti, l’autore dei testi

John Mayer – Paradise Valley (con fidanzata, K.P., al seguito http://www.youtube.com/watch?v=nSRCpertZn8) poca chitarra rispetto al passato, si è rifatto al Crossroads Guitar Festival di Clapton, comunque un buon disco!

Uncle Lucius – And You Are Me

Eric Clapton – Old Sock (questi li hanno “composti” insieme)

luciano ligabue mondovisione

Luciano Ligabue – Mondovisione

elton john the diving board deluxe elton john the diving board

Elton John – The Diving Board (questo, stranamente, non lo avevo ancora trovato in nessuna lista http://www.youtube.com/watch?v=GVdcrft0u_4

slow fox like the birds

Slow Fox – Like The Birds (anche qui temo di avere qualche responsabilità, ottima band svedese a conduzione familiare con eccellente voce femminile, disco da scoprire http://www.youtube.com/watch?v=JSQ1jAb0rc4

bonnie tyler rocks

Bonnie Tyler – Rocks And Honey

psychic twins

Psychic Twins – Crossings http://www.youtube.com/watch?v=wCqkAot5ku4

And now, ladies and gentlemen, Claudio Magnani (Universal I.M.S.), un addetto ai lavori che sa di cosa tratta il suo lavoro (ma veramente)! Lui si è un po’ “allargato”, ma va bene!

ALBUMS:

 bill callahan dream river

BILL CALLAHAN / DREAM RIVER

ricky skaggs bruce hornsby chuck ol' hen

RICKY SKAGGS & BRUCE HORNSBY / CLUCK OL’ HEN
(bel dischetto dal vivo uscito a metà ottobre, non ricordo se ve lo avevo segnalato, ma direi di sì, visto che avevo la copertina in memoria) http://www.youtube.com/watch?v=HI78ThR77mA

ben sidran don't cry

BEN SIDRAN / DON’T CRY FOR NO HIPSTER
http://www.youtube.com/watch?v=0jA6shappUw

ALLEN TOUSSAINT / SONGBOOK

jimi hendrix people

JIMI HENDRIX / PEOPLE, HELL & ANGELS

christy moore where i come from

CHRISTY MOORE / WHERE I COME FROM Bellissimo cofanetto triplo, uscito a novembre per la Sony Ireland, dove Christy Moore, in coppia con Declan Sinnott, reinterpreta molti brani del suo repertorio, insieme ad alcune canzoni nuove. Questo mi ero dimenticato di inserirlo nelle news del blog ed è grave! http://www.youtube.com/watch?v=9YvvGYhlgTk

 sam amidon bright

SAM AMIDON / BRIGHT SUNNY SOUTH
Altro disco molto bello http://www.youtube.com/watch?v=KCHcH2xCBlE

O.S.T. / INSIDE LLEWYN DAVIS

HOWE GELB / THE COINCIDENTALIST

TONY JOE WHITE / HOODOO

RY COODER AND CORRIDOS FAMOSOS / LIVE IN SAN FRANCISCO

GOV’T MULE / SHOUT!

hiss golden mesenger haw

HISS GOLDEN MESSENGER / HAW Meno bello del precedente, per me, ma sempre un buon disco http://www.youtube.com/watch?v=d2IMDdaRa-A

blind boys i'll find

BLIND BOYS OF ALABAMA / I’LL FIND  A WAY E pure questo è un gran disco. Molti di questi saranno nella mia lista suppletiva dei migliori del 2013 http://www.youtube.com/watch?v=U01CgJZMv4I

laura marling once i was an eagle

LAURA MARLING / ONCE I WAS AN EAGLE Marco lo ha messo tra le delusioni dell’anno, segnalandolo come disco noiosissimo, invece devo dire che (lo) appoggio a Claudio, Laura Marling è uno dei migliori talenti della scena musicale attuale e questo è un bel disco, sentire please http://www.youtube.com/watch?v=jSk839eSWm0

 

ARCHIVES:

allman brothers brothers and sisters

 

ALLMAN BROTHERS BAND / BROTHERS AND SISTERS 40TH ANNIVERSARY

THE BAND / LIVE AT THE ACADEMY 1971

eric clapton give me strength

ERIC CLAPTON / GIVE ME STRENGTH

lee hazlewood industries

LEE HAZLEEWOOD / THERE’S A DREAM I’VE BEEN SAVING 1966-1971 4 CD + 1 DVD oppure 4 CD+4 DVD, costa un pacco di soldi, ma è molto interessante

ry cooder 1970-87

RY COODER / 1970-1987 Questo invece costa pochissimo, ma. insieme al Live a San Francisco, costituisce una accoppiata fantastica!

townes van zandt sunshine boy

TOWNES VAN ZANDT / SUNSHINE BOY

DUAN ALLMAN / SKYDOG

john martyn theislandyears-480x480

JOHN MARTYN / ISLAND YEARS

stephen stills carry on

STEPHEN STILLS / CARRY ON

fleetwood rumours 35th 3 cd

FLEETWOOD MAC / RUMOURS

elvis at stax

ELVIS PRESLEY / ELVIS AT STAX

neil young live cellar door

NEIL YOUNG / LIVE AT CELLAR DOOR Questo è uscito proprio in questi giorni, un disco dal vivo della serie Archives, registrato nel 1970!

 

MOVIES:

 

FLIGHT di ROBERT ZEMECKIS

RE DELLA TERRA SELVAGGIA di BENH ZEITILIN

PRISONERS di DENIS VILLENEUVE

Anche per questa volta è tutto.

Bruno Conti

Il Meglio Del 2013 By Jimmy Ragazzon (Mandolin’ Brothers)…E Qualche News Sul Nuovo Disco!

jimmy ragazzon pensa

Pensa che ti ripensa…ma direi questi…

Jimmy Ragazzon

 

My  Best Of 2013

 band live at the academy 4 cd

The Band: Live at  The Academy Of Music 1971

ry cooder live in san francisco

Ry Cooder & Corridos Famosos: Live In San Francisco

allen toussaint songbook

Allen Toussaint: Songbook

Bob Dylan: Another Self Portrait

los lobos disconnected

Los Lobos: Disconnected In New York City

Allman Brothers Band: Brothers & Sister Reissue

inside-llewyn-davis-original-soundtrack-300

Various Artists: Inside Llewyn Davis

mississippi fred mcdowell

Mississippi Fred McDowell: I Do Not Play No R&R

james cotton cotton mouth

James Cotton: Cotton Mouth Man

mavis staples one true vine

Mavis Staples: One True Vine

duane allman skydog

Duane Allman: Skydog – A  Retrospective

grateful dead sunshine dream front

Grateful Dead: Sunshine Daydream

HUMBLEPIEperformanceCOVER

Humble Pie: Performance Rockin’ The Fillmore

north mississippi allstars world boogie is coming

North Mississippi Allstar: World Boogie Is Coming

 guy davis juba dance

Guy Davis & Fabrizio Poggi: Juba Dance

paolo bonfanti exile

Paolo Bonfanti: Exiled On Backstreets

Concerti: Bob Dylan, Arcimboldi, Milano 2/11/13

                  Greg Trooper, with Alex Valle: da Trapani, Pavia

Libri:

Russel Banks: La Deriva Dei Continenti

Mauro Zambellini: Love And Emotion: Una Storia di Willy Deville

Nick Turse:  Kill Anything That Moves: The Real American War in Vietnam (molto istruttivo)

Perdita  Incolmabile:   JJ Cale

E…come dicono nel loro sito; Coming Soon:

Mandolin Brothers 2014

Sono stato “diffidato” dal dire troppe cose sul nuovo album dei Mandolin’ Brothers Far Out in uscita il 10 gennaio p.v. per la Ultra Sound distribuito da Ird, ma nelle parole dello stesso Jimmy questo è quanto sarà:

Lavorare con Jono (Manson) è stato un vero piacere, sia x le sue indubbie capacità di musicista e  produttore, sia x l’affinità cultural-musicale che ci accomuna. Persona splendida, gentile e puntigliosa, ha avuto la “pazienza” necessaria x sopportare le fisime ed i distinguo di 6 strambe menti pensanti,  ma mettendo paletti e fermezza dove e quando lo  riteneva necessario.
Inoltre con alcuni colpi di genio e qualche trick ha valorizzato tutto il lavoro, del quale siamo molto contenti.
Oltre a noi, partecipano lo stesso Jono, Cindy Cashdollar, John Popper,  Edward Abbiati,  la TPN Horn Section ed altri amici. L’ album, che si intitola “Far Out”  uscirà x  l’etichetta Ultra Sound Record e sarà distribuito dalla IRD. E’ certamente un poco + rock-oriented rispetto a tutti i 4 nostri lavori precedenti, ma questo è il risultato della musica da noi scritta, cioè 13 pezzi originali, senza alcuna cover. Inoltre abbiamo valorizzato le voci a disposizione nella band.

Cosa aggiungere? Comprate, comprate, comprate, salvo quelli che hanno partecipato al Crowd Funding e quindi hanno già ricevuto l’album in anteprima. Ovviamente recensione appena avrò l’OK.

stoned town

Nel frattempo i Mandolin’ Brothers, insieme ai Lowlands e moltissimi altri musicisti della zona del pavese partecipano a Stoned Town, una doppia compilations in CD per festeggiare i 50 anni di carriera dei Rolling Stones (era stato fatto anche con A Day In The Life dedicata ai Beatles). Stasera, come da locandina qui sopra, c’è l’ultima serata di presentazione del disco a Spazio Musica di Pavia.

Per le stranezze della rete, dove tutto si crea e nulla si cancella, se state leggendo questo Post tra due anni nel futuro, tenetene conto solo per il doppio CD, obviously!

Per oggi, that’s all, alla prossima

Bruno Conti

Recuperi Di Fine Anno Parte 3: Mavis Staples – One True Vine

mavis staples one true vine

Mavis Staples – One True Vine – Anti- CD

Confesso di non essere mai stato un grandissimo fans dei Wilco: riconosco la bravura come songwriter di Jeff Tweedy e quella della band dal vivo (il loro live Kicking Television era senza dubbio un discone della Madonna), ma personalmente sono comunque più legato ai loro primi due album, A.M. e Being There, il suono dei quali era ancora influenzato (più il primo del secondo) dalla passata esperienza “roots” come co-leader insieme a Jay Farrar negli Uncle Tupelo, rispetto ai lavori successivi, nei quali alcune incursioni nel pop e nello sperimentalismo non mi hanno mai convinto fino in fondo. Sono pronto però a riconoscere una cosa: quando un musicista passa dall’altra parte della consolle (in parole povere, alla produzione) e lo fa anche bene, vuol dire che ha i numeri e che li sa usare per salire di livello: è successo in anni meno recenti con Joe Henry, ormai tra i produttori più affermati (senza scomodare T-Bone Burnett, che ormai produce e basta e di dischi in proprio non ne fa più) e sta succedendo anche con Tweedy, che da due album a questa parte si è preso cura della grande (in termini artistici, non equivocate) Mavis Staples. La coppia è solo apparentemente strana: Tweedy è sempre stato un fan degli Staple Singers , ed il fatto di abitare nella stessa città di Mavis (Chicago) ha indubbiamente favorito l’incontro. Il buon Jeff aveva già prodotto nel 2010 il bellissimo You Are Not Alone della figlia del grande Roebuck “Pops” Staples http://discoclub.myblog.it/2010/09/17/musica-dell-anima-mavis-staples-you-are-not-alone/ , ed era riuscito persino a fare meglio di un certo Ry Cooder, che si era occupato, benissimo peraltro, del precedente We’ll Never Turn Back, che era comunque uno dei dischi del 2007.

Mavis deve essere stata soddisfatta del lavoro fatto da Jeff con You Are Not Alone se lo ha richiamato per questo One True Vine, e devo dire che Mr. Wilco si è superato, operando una scelta secondo me vincente, cioè dando ampio spazio alla straordinaria voce della Staples, mettendola al centro delle canzoni, e rivestendola del minimo indispensabile di strumentazione. I musicisti presenti in studio si contano infatti sulle dita di una mano: Jeff suona quasi tutto tranne la batteria, che è nelle mani del figlio Spencer, mentre troviamo in aggiunta un piano qua, una chitarra là, qualche backing vocalist e nulla più. Ed i brani, già validi in partenza (fra poco li vedremo nel dettaglio), assumono ancora più spessore: Mavis è una che darebbe profondità ed anima anche alle canzoni dello Zecchino d’Oro, ma quando, come in questo disco, ha per le mani materiale di prima qualità ed è messa nelle condizioni di valorizzare la sua voce con arrangiamenti semplici, il risultato non può che essere uno degli album più belli di questo 2013.

L’album si compone di tre brani scritti da Tweedy (di cui due appositamente per questo CD), qualche traditional, una canzone “di famiglia” ed alcune sorprese. Apre Holy Ghost (un brano poco noto dei Low, una band del Minnesota), dove, oltre alla voce, troviamo solo chitarra acustica, basso e qualche nota di piano elettrico (ad opera di Mark Greenberg), eppure la sensazione è che anche soltanto uno strumento in più sarebbe fuori posto. Every Step, di Tweedy, è già un mezzo capolavoro, un blues elettrico (c’è anche la batteria) con una leggera distorsione chitarristica da parte di Jeff: ma il centro della canzone è la performance vocale di Mavis, davvero strepitosa, ma con una leggerezza e naturalezza disarmanti. Come se cantasse mentre prepara il sugo per la pasta. Can You Get To That è un brano dei Funkadelic, che nelle mani di Jeff e Mavis diventa un gustoso gospel tinto di rock, con un botta e risposta da applausi tra la Staples ed il coro. Un arrangiamento geniale. Splendida anche Jesus Wept (ancora di Jeff), una vibrante soul ballad con un feeling formato elefante, una melodia profonda ed un perfetto dosaggio della strumentazione. Far Celestial Shore è invece un brano di Nick Lowe, con una melodia tipica del suo autore, ma in cui l’elemento pop e sostituito da un mood gospel vivace e ritmato: la voce di Mavis come al solito è in primissimo piano e tutto il resto cucito addosso con sapienza. Complimenti per la scelta!

What Are They Doing In Heaven Today? e Sow Good Seeds sono due traditionals: la prima è un intenso gospel, arrangiato in maniera classica (ma che voce), mentre la seconda è un bluesaccio con tanto di slide, un brano che probabilmente Mavis canta da quando era bambina. I Like The Things About Me è invece un pezzo scritto dal padre Roebuck http://www.youtube.com/watch?v=bqc1I9oSGiE , nel quale Tweedy si lascia andare a qualche distorsione, ma la resa del brano non ne risente affatto; Woke Up This Morning è ancora una canzone di dominio pubblico, l’ennesimo bellissimo gospel, decisamente trascinante: ditemi voi se non vi viene voglia di battere le mani a tempo. L’assolo di chitarra di Jeff è la ciliegina sulla torta. Chiude la title track, una outtake di un album dei Wilco (Sky Blue Sky), scarna nell’accompagnamento ma piena di anima.

Un gran disco: ormai Mavis Staples non deve dimostrare più nulla, ma a settant’anni suonati ha trovato in Jeff Tweedy il suo partner artistico ideale.

Marco Verdi

Recuperi Di Fine Anno – Parte 1: David Bromberg Band – Only Slightly Mad

david bromberg only slightly mad

David Bromberg Band – Only Slightly Mad – Appleseed/Ird CD

(NDM: nel pubblicare qualche giorno fa la mia scelta dei migliori del 2013, Bruno mi ha fatto notare che un paio di dischi molto importanti dell’elenco non erano stati recensiti sul blog al momento dell’uscita, e quindi, come si faceva a scuola con le materie insufficienti, abbiamo concordato di recuperare, prima della fine dell’anno, questi arretrati. Oggi mi dedico all’ultimo, bellissimo, album della David Bromberg Band, mentre nei prossimi giorni parlerò di Jonathan Wilson, per me disco dell’anno, ed anche dell’ultimo di Mavis Staples, primo degli “esclusi”, e di una new entry fuori tempo massimo, cioè del CD del duo Norah Jones/Billy Joe Armstrong.

Ma adesso sotto con Bromberg.)

Un po’ come con Ry Cooder, negli anni novanta e nei primi anni duemila avevo ormai perso le speranze che David Bromberg tornasse a fare dischi come negli anni settanta, ma se il musicista californiano ogni tanto la sua chitarra sui lavori di qualcuno la faceva sentire, oltre a legare il suo nome a tutta una serie di progetti collaterali (tipo il mitico Buena Vista Social Club, il disco con Ali Farka Touré o, nel 1992, l’album con John Hiatt, Nick Lowe e Jim Keltner a nome Little Village), di Bromberg pensavo si fossero perse le tracce dal 1989 (anno dell’ottimo Sideman Serenade). Il nostro infatti si era ritirato a Wilmington, nel Delaware, ad esercitare la professione di liutaio, e solo occasionalmente si ritrovava con qualche amico per deliziare pochi fortunati fans con rari concerti http://www.youtube.com/watch?v=bItEpUE9XdE

Poi, quasi in sordina, nel 2007 (quindi due anni dopo il “ritorno” di Cooder con Chavez Ravine), David pubblicò Try Me One More Time, un album completamente acustico di vecchi traditionals folk e blues (ed un brano nuovo), che però sembrava più un esercizio isolato, quasi un regalo ai propri estimatori, piuttosto che un ritorno vero e proprio. Due anni fa, invece, Bromberg fece il botto in grande stile con il sontuoso Use Me, un album stavolta elettrico con una serie di ospiti da fare invidia a chiunque (tra i tanti: John Hiatt, Los Lobos, Linda Ronstadt, Vince Gill, Levon Helm e Dr. John), un lavoro splendido che ci riconsegnava definitivamente uno dei migliori musicisti e musicologi contemporanei, tra l’altro in gran forma.

david bromberg use me

Ebbene, Only Slightly Mad, il nuovissimo CD di Bromberg, è persino meglio: intanto avrete notato come il nostro abbia aggiunto la parola Band al proprio nome, un chiaro aggancio al suo miglior periodo (gli anni settanta), ed infatti il disco può a mio parere stare tranquillamente allo stesso livello di capolavori come Demon In Disguise e Midnight On The Water, e solo un gradino sotto a Wanted Dead Or Alive, che per il sottoscritto è in assoluto il suo album migliore (ed uno dei più belli di tutta la decade). David riforma completamente la sua band (lo affiancano in questa fatica Mark Cosgrove, Nate Grower, Butch Amiot, John Kanusky, John Firmin e Peter Ecklund) e, con l’aiuto anche di qualche amico (tra cui John Sebastian, l’ex Nitty Gritty John McEuen, Amy Helm e la moglie Nancy Josephson), ci regala un disco proprio come negli anni settanta, una miscela di cover di brani altrui e vecchi traditionals, completati da tre brani nuovi.

david bromberg wanted

La produzione è nelle sapienti mani di Larry Campbell (che aveva prodotto anche due brani su Use Me), ormai un esperto in questo tipo di sonorità, e l’album è una gioiosa miscela di blues, folk, country, rock e persino gospel (cosa non scontata per un ebreo), un mix perfetto che nelle mani di David e dei suoi compari fa di Only Slightly Mad uno dei più bei lavori dell’anno (con l’unico pollice verso per la ridicola copertina, abbastanza fuori contesto).

E poi suonano, cacchio se suonano!

Si inizia all’insegna del blues con la nota Nobody’s Fault But Mine http://www.youtube.com/watch?v=og49MxQbaRA di Blind Willie Johnson (ma resa celebre dai Led Zeppelin), che David personalizza con la sua particolare voce all’apparenza fragile ma capace di sfumature impreviste: una versione tosta, elettrica, chitarristica, con la slide di Bromberg e l’organo di Brian Mitchell a tirare le fila. E poi il suono, mai così pieno e rotondo in un disco del nostro: grande inizio. Ancora blues con Keep On Drinkin’ (Big Bill Broonzy), ma l’arrangiamento è più acustico http://www.youtube.com/watch?v=-dtRrrweeGQ , anche se la sezione ritmica pesta che è un piacere: grande duetto tra la slide acustica di David e l’armonica di Sebastian.

Drivin’ Wheel, il brano più famoso di David Wiffen, è il masterpiece del disco, una rilettura da urlo di una canzone già bellissima di suo, arrangiata in maniera classica, da rock ballad anni settanta, ma con gli strumenti che scorrono fluidi ed un suono spettacolare (Campbell ha fatto un lavoro egregio), oltre ad un feeling enorme, da brividi lungo la schiena. E poi David canta bene come non mai: forse la cover dell’anno!

I’ll Take You Back (un oscuro pezzo di Little Charlie & The Nightcats) è di nuovo blues, un blues elettrico afterhours, quasi jazzato, con splendidi interventi di organo e David che giganteggia per gli otto minuti di durata: che classe http://www.youtube.com/watch?v=dBc3ahM1cyM ! Con The Strongest Man Alive/Maydelle’s Reel/Jenny’s Chickens si cambia totalmente registro: è infatti un medley di tre diverse melodie tradizionali irlandesi, con David (e coro) che canta la prima parte a cappella, per poi lanciarsi insieme al gruppo in una jam irresistibile per chitarra, mandolino, violino e sezione ritmica, quasi fossero un combo di irlandesi purosangue: puro godimento. Last Date è una meravigliosa country ballad di Floyd Cramer e Conway Twitty (ricordo anche una bella versione di Emmylou Harris su un live dallo stesso titolo), e David risulta pienamente credibile anche nei panni del cowboy. Se facesse un intero disco country sarebbe sicuramente un capolavoro.

david bromberg live

Nobody Knows The Way I Feel This Mornin’ (un brano inciso negli anni venti da Alberta Hunter, ma in seguito anche da Louis Armstrong, Dinah Washington ed Aretha Franklin) è l’ultimo tributo al blues del disco, acustica, cadenzata, piacevole e suonata in punta di dita, con i fiati sullo sfondo a dare al pezzo un sapore quasi dixieland. The Fields Have Turned Brown è un classico degli Stanley Brothers, un altro splendido country d’altri tempi, suonato alla grande e cantata anche meglio (ribadisco, non ho mai sentito Bromberg cantare bene come in questo disco). Cattle In The Cane/Forked Deer/Monroe’s Hornpipe è ancora un medley strumentale (due traditionals ed il terzo di Bill Monroe), dove il violino di Grower domina incontrastato, seguito a ruota da David e Cosgrove al mandolino: intrattenimento e cultura allo stesso tempo.

Chiudono l’album tre brani scritti da Bromberg, I’ll Rise Again, World Of Fools e You’ve Got To Mean It Too: se la seconda e la terza sono rispettivamente una rock song di buon livello (ma leggermente inferiore alla media del disco) ed un ottimo slow country romantico dedicato alla moglie Nancy, la prima è uno strepitoso gospel-rock che sembra quasi un brano tradizionale, proposto con una sicurezza ed un feeling tale che sembra che David non abbia mai fatto altro in carriera.

In definitiva, un album semplicemente imperdibile: dischi così fanno bene alla salute.

Marco Verdi

Buone Nuove Dalla Louisiana…Garantisce Tarantino! Brother Dege – How To Kill A Horse

brother dege how to kill

Brother Dege – How To Kill A Horse – Golarwash CD

Brother Dege, al secolo Dege Legg, è un autentico outsider. Ma è anche un musicista particolare, imprevedibile, creativo: originario della Louisiana, suona ed incide musica sin dagli anni novanta, ma senza mai aver guadagnato neppure il minimo indispensabile per vivere.

Dege ama la musica, la fa per il puro piacere di farla, e nella sua vita ha affrontato mille mestieri diversi per sostenersi finanziariamente, dal tassista al lavapiatti, al gommista (più altri che non ho citato), trovando anche il tempo di incidere dischi sia con il suo vero nome, sia come leader dei Santeria, una band che mischiava southern rock, blues e psichedelia http://www.youtube.com/watch?v=ZjYTKHJVqyo(Psyouthern è un termine coniato da Legg stesso, neologismo che si porta ancora dietro adesso).

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Molti dei suoi vecchi album sono irreperibili, altri si trovano solo su iTunes (forse la sua unica concessione al mainstream), compreso l’unico album (del 2009) dei Black Bayou Construct, un combo di sei elementi da lui fondato. Nel 2010 prende il nome di Brother Dege e pubblica come indipendente l’interessante Folk Songs Of The American Longhair  http://www.youtube.com/watch?v=uMFn9UzdbGQ, un album di brani intrisi fino al midollo di folk tradizionale (inteso come stile, dato che i brani sono tutti originali), blues del Delta, rock, musica del Sud ed un pizzico di swamp: un cocktail molto stimolante e creativo, che Dege ripropone ora con il suo nuovo lavoro, How To Kill A Horse (inciso in un magazzino abbandonato, ed anche questo ci dà la misura del personaggio) http://www.youtube.com/watch?v=-aky7bjdmpQ.

Dege è uno che non si riesce a catalogare, ha un’anima rock, ma scrive brani come il più consumato bluesman del Mississippi, condendo il tutto con il folk blues tipico dei field recordings di Alan Lomax, ma non dimenticando le sue origini della Louisiana ed inserendo ogni tanto qualche residuo delle sue influenze psichedeliche. Le sue canzoni sono molto evocative, ci fanno immaginare paesaggi aridi e polverosi: una scrittura quasi cinematografica, al punto che perfino Quentin Tarantino (uno che di outsiders se ne intende) ha voluto inserire una sua canzone nella colonna sonora di Django Unchained http://www.youtube.com/watch?v=HS3hV8q05Hg (e perfino il Discovery Channel ed il National Geographic Channel hanno usato brani suoi come sottofondo per i loro documentari).

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Legg si circonda di pochi musicisti, giusto per dare un tocco in più ai suoi brani che fanno dell’essenzialità il loro fiore all’occhiello, ed egli stesso si accompagna, e molto bene, alla chitarra resonator ed alla slide acustica, che sono i due strumenti principali del disco, attorno ai quali vengono costruite gran parte delle canzoni.

Proprio la resonator dà avvio al disco, nella vibrante The Black Sea, dove ascoltiamo per la prima volta la voce personale di Dege: un tappeto di percussioni fornisce un po’ di movimento al brano http://www.youtube.com/watch?v=iC988bt6HG4.

The Darker Side Of Me presenta un accattivante contrasto tra la slide acustica del nostro ed un loop di batteria moderno (che però non stona, anzi), con la voce tesa di Fratello Dege che ci trasmette un senso di ansia e disperazione. Già da questi due brani si capisce che Legg non è uno che si atteggia, ma è uno vero, autentico, al quale la vita non ha sorriso spesso. L’elettroacustica How To Kill A Horse  http://www.youtube.com/watch?v=SiO9e10KFwk distende la sua melodia tra vari strumenti a corda, con una ritmica pulsante alle spalle che dona un minimo di colore ad un brano abbastanza crepuscolare.

Judgment Day è un Delta blues fatto e finito, con l’ottima slide del nostro che fa il bello e il cattivo tempo, un brano che, ne siamo certi, piacerà molto a Tarantino. O’Dark30 è uno strumentale, un cocktail strano ma affascinante tra blues e psichedelica, con la chitarra di Dege e le percussioni che percorrono territori autonomi, in piena libertà. Con Poor Momma Child torniamo al blues, ancora con un mood un po’ tetro, da vero bluesman del Sud (non è un disco che mette di buon umore, questo è chiaro): il nostro fa i numeri alla slide neanche fosse Ry Cooder e canta con buona partecipazione; Wehyah fonde mirabilmente elementi blues e rock con uno stile tra il tribale ed il psichedelico: non ci avete capito niente? Bene, questo vi dà la misura dell’originalità di questo musicista. Crazy Motherfucker (bel titolo, raffinato) è quasi un boogie acustico, spoglio, scarno, verace, mentre The River è l’unico pezzo disteso e rilassato del CD, una ballata pura ed incontaminata, che mostra che il songwriting di Legg non è affatto monotematico.

Chiude la lunga (otto minuti, mentre gli altri brani oscillano tra i tre ed i cinque) Last Man Out Of Babylon, un classico pezzo southern dalla struttura acustica, con un crescendo notevole ed interventi di chitarra elettrica a dare più profondità al suono http://www.youtube.com/watch?v=UYgbGjL4SQY.

Gran bel disco, una vera sorpresa.

Marco Verdi

Ci Mancava Soltanto Lui? Ry Cooder 1970-1987 In Uscita A Novembre!

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Ry Cooder – 1970-1987 – 11 CD Warner/Rhino 12-11-2013

Il 2013 verrà ricordato come l’anno dei box sets, una lunga serie alla quale ora si aggiunge questo cofanettino targato Rhino di 11 CD, nei negozi attorno a metà Novembre dedicato al grande Ry Cooder (attivo come non mai negli ultimi anni, abbiamo parlato da poco del suo ultimo bellissimo album dal vivo), che conterrà tutti i dischi “rock” (quindi niente colonne sonore o collaborazioni) incisi dal chitarrista californiano per la Warner, che vanno da Ry Cooder del 1970 a Get Rhythm del 1987.

La confezione dovrebbe essere del tipo sparagnino, quindi niente bonus tracks o libretto con liner notes (sulla falsariga del box uscito qualche mese fa dedicato agli ZZ Top), ma comunque, se di Cooder avete poco o nulla, questo è un cofanetto imperdibile, dato che per una cifra intorno ai trenta euro vi portate a casa alcuni tra i più bei dischi usciti in quel periodo.

Disc: 1 Ry Cooder
Disc: 2 Into the Purple Valley
Disc: 3 Boomer s Story
Disc: 4 Paradise and Lunch
Disc: 5 Chicken Skin Music
Disc: 6 Show Time
Disc: 7 Jazz
Disc: 8 Bop Till You Drop
Disc: 9 Borderline
Disc: 10 The Slide Area
Disc: 11 Get Rhythm

Tra tutti, album come Boomer’s Story, Paradise And Lunch, Chicken Skin Music, Bop Till You Drop (il primo disco completamente digitale nell’era dei CD) e anche Get Rhythm (che a me è sempre piaciuto un casino) sono degli autentici capolavori.

Fateci un pensierino.

Marco Verdi

Ma Allora E’ Vero! Ry Cooder And Corridos Famosos – Live In San Francisco

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Ry Cooder And Corridos Famosos – Live in San Francisco – Nonesuch CD

Quando ho letto qualche mese fa che il grande Ry Cooder stava per pubblicare un album live, elettrico e con tanto di full band, con egli stesso come leader (come una “qualunque” rockstar), pensavo di aver letto male, tanto più che l’unico live album ufficiale della sua carriera “rock”, Showtime, risale al lontano 1977.

Invece, come ho scritto nel titolo del Post, è assolutamente vero: c’è da dire che è dal 2005 che Cooder è tornato a fare dischi a suo nome nel modo tradizionale (Chavez Ravine, così così anche perché Ry cantava solo quattro brani, seguito poi da altri quattro splendidi dischi a tema, dei quali quello dello scorso anno, Election Special, è forse il migliore  ho-come-l-impressione-che-mitt-romney-non-gli-piaccia-e-nean.html) dopo quasi vent’anni di colonne sonore e collaborazioni strane e meno strane (ricordo con piacere il disco con Ali Farka Touré, Talking Timbuktu, il supergruppo dei Little Village – ma una bella ristampa con un bonus CD dal vivo no? – e soprattutto il primo Buena Vista Social Club, che ha sdoganato in una botta sola quasi un secolo di musica cubana).

Live è stato registrato nel 2011, casualmente (o forse no) nello stesso luogo dal quale provenivano le performance poi finite su Showtime, cioè la Great American Music Hall di San Francisco: sul palco con Ry ci sono il figlio Joachim alla batteria, la quasi cognata Juliette Commagère alla voce, Robert Francis al basso e le due voci nere, l’habitué Terry Evans ed Arnold McCuller.

Poi, come ciliegina (e che ciliegina), abbiamo il mitico Flaco Jimenez all’accordion ed un gruppo di giovani fiati messicani, dieci elementi, denominati La Banda Juvenil, che suonano come dei veterani. Ebbene, con un corredo così, il risultato non può che essere notevole, ed infatti Cooder, che è in serata di grazia, si amalgama alla perfezione con la sua large band (chiamata per l’occasione Corridos Famosos), deliziandoci con dodici canzoni, una meglio dell’altra, che fanno risultare Live anche più bello di Showtime.

Il concerto inizia con Crazy ‘Bout An Automobile, con Ry subito padrone con la sua leggendaria slide, la voce forte ed intonata, ed il gruppo (per ora senza i messicani) che lo segue subito come un treno; Why Don’t You Try Me aggiunge i fiati, per un trascinante brano a metà tra l’errebi e le sonorità di New Orleans (come la precedente è tratta da Borderline).

Boomer’s Story è il primo vero pezzo forte della serata, una versione lenta, struggente, di grande feeling, un classico assoluto rivisitato alla grande; Lord Tell Me Why è molto annerita, ed è quella che mi piace meno, ma poi arriva Flaco ed i nostri partono con un’irresistibile versione dell’evergreen di Woody Guthrie Do Re Mi, davvero splendida.

School Is Out prosegue con il ritmo e con i duelli tra la chitarra di Cooder e la fisa di Jimenez, ma poi arriva The Dark End Of The Street, che era già un highlight di Showtime, ed il livello sale alle stelle (gli americani direbbero “show-stopper”): sette minuti incredibili, con il nostro che suona in maniera divina, ed il pubblico in totale silenzio, quasi incredulo.

El Corrido De Jesse James, uno dei pezzi più recenti di Ry, fa riprendere la fiesta, mentre Wooly Bully (proprio il successo di Sam The Sham & The Pharaos) riempie la sala di ritmo e di rock’n’roll. Volver Volver, già un classico nel repertorio dei Los Lobos, viene cantata (bene) dalla Commagere, mentre il finale è appannaggio di una versione piuttosto dura e spigolosa di Vigilante Man (ancora Guthrie) e del superclassico di Leadbelly Goodnight Irene, con tutti i musicisti assieme sul palco, un’altra rilettura da manuale (questo è un po’ l’anno della riscoperta di questa canzone, già Eric Clapton ne aveva fatta un’ottima versione nell’ultimo Old Sock  manolenta-va-ai-caraibi-eric-clapton-old-sock.html).

Grande disco: peccato solo che non sia doppio (e che non ci sia anche il DVD accluso).

Marco Verdi