Proseguiamo con le liste dei migliori dischi del 2014, mentre procede lo spoglio delle liste ricevute da alcune band e solisti “italiani per caso”, dovrebbe essere pronto per il fine settimana, vediamo, nel frattempo, visto che ieri ho saltato, oggi le tre principali riviste musicali americane insieme. Partiamo con Rolling Stone che, rispetto ai migliori dell’anno sulla sponda britannica, riserva qualche sorpresa.
Rolling Stone 10 Best Albums Of The Year
1) U2 – Songs Of Innocence Ohibò, me lo hanno stroncato ovunque e qui è addirittura al primo posto! E non è finita, guardate chi c’è al n°2!
2) Bruce Springsteen – High Hopes E lo troverete anche nella lista di Ed Abbiati, Lowlands, con spiegazione del perché.
3) The Black Keys – Turn Blue Questo e il CD di Springsteen sono nella lista anche dei peggiori dell’anno della rivista Spin, una di quelle che pubblica anche questa gradatoria, magari alle fine dei post dedicati ai migliori ne pubblico, per curiosità, pure uno sui presunti peggiori.
6) Charli XCX – Sucker Mi sembrava strano che fin qui le classifiche fossero relativamente buone, un po’ di “sano” electropop ci mancava!
7) Lana Del Rey – Ultraviolence Questo viene classificato come Art Pop, ma la parrocchia mi pare quella.
8) Run The Jewels – Run The Jewels 2 Anche l’hip-hop latitava, ma i votanti di Rolling Stone rimediano.
9) Mac De Marco – Salad Days Già apparso in una lista inglese, questo signore canadese non mi sembra proprio il miglior cantautore dell’anno, anche se, come dicevo nell’altro post, non è malaccio.
10) Taylor Swift – 1989 Era quasi inevitabile. Capisco nelle classifiche di vendite (o meglio, come diceva Ferrini a Quelli della notte, non lo capisco ma mi adeguo), ma addirittura tra i migliori dischi dell’anno? E lo troverete, a sorpresa, in una lista di un sito musicale dove mai avrei pensato di trovarlo.
Ecco la lista di Billboard, la rivista più istituzionale del settore, proprio quella delle classifiche, con qualche sorpresa.
Billboard 10 Best Album Of The Year – Critics’ Picks
1) Taylor Swift – 1989
2) Run The Jewels – Run The Jewels 2
3) Sam Smith – In The Lonely Hour Questo sarebbe il “nuovo soul”, 176 milioni di contatti su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=pB-5XG-DbAA, devo ammettere che c’è molto di peggio in giro, però…
4) Jenny Taylor – The Voyager Questo, per esempio, è un bel disco, e sì quello sullo sfondo è proprio Ryan Adams
7) Lykke Li – I Never Learn La signorina sarebbe anche brava, anche se non sono ancora riuscito ad inquadrare quale genere faccia https://www.youtube.com/watch?v=RNa060RGEMo
8) Aphex Twins – Syro
9) The War On Drugs – Lost In The Dream Rolling Stone fino ad ora è l’unico che non lo ha inserito nei Top 10, comunque confermo, il disco è veramente bello e anche dal vivo non scherza(no) https://www.youtube.com/watch?v=XF7ttxjgWeo
10) Freddie Gibbs & Madlib – Pinata Ancora un disco hip-hop, quest’anno (per fortuna) pochi nelle liste dei migliori di fine anno.
Anche i critici della Bibbia americana del rock alternativo americano hanno dovuto soccombere, ancora una volta il disco dell’anno è quello della creatura di Adam Granduciel Lost In the Dream
10) The New Ponrographers – Brill Bruisers Non riesco a farmeli piacere del tutto, ci canta anche Neko Case, che è una delle mie preferite tra le voci delle ultime generazioni, ma spesso sono troppo dispersivi, a cavallo di mille generi, fin troppo pop, ma fanno parte dei miei “piaceri segreti”, sono bravi https://www.youtube.com/watch?v=9SaHXd4RhDs
Anche per oggi è tutto, vediamo se riesco a preparare per il fine settimana il best of dell’anno 2014 compilato da alcuni artisti, in ogni caso domani recensione dell’ultima raccolta di Mary Black, ci vediamo!
Delorentos – Night Becomes Light – Universal Music Ireland
Keywest – The Message – Alphastar Records – Deluxe Edition
Nei giorni scorsi mi sono recato per una breve vacanza a Dublino, e approfittando dello shopping “sfrenato” delle nostre signore, io e il mio amico Sergio siamo andati alla ricerca di negozi di dischi (tanto per cambiare) e, nel giro di una mattinata, fra i tanti bravissimi musicisti che si trovano ad ogni angolo di strada, ci siamo imbattuti in due gruppi alternativi della scena Irlandese, prima i Keywest nella centralissima Grafton Street, con un mini concerto elettro-acustico con brani tratti dall’album d’esordio, cover d’autore come Sittin’ On The Dock Of The Bay di Otis Redding e un medley su Bob Marley, e qualche ora più tardi i Delorentos protagonisti di un potente “showcase” alla Towers Records.
Partiamo dai più noti, i Delorentos vengono dalla contea di Portrane, e sono in pista dal 2005 con una decina di lavori all’attivo fra album e EP, con almeno quattro dischi di buona fattura come In Love With Detail (07), You Can Make Sound (09), Little Sparks (vincitore del Choice Music Prize come album dell’anno 2013) e questo Night Becomes Light balzato subito ai primi posti delle classifiche. La formazione (che in questi anni ha aperto i concerti di artisti del calibro di Bruce Springsteen, Sinèad O’Connor, Dave Matthews Band e altri) è composta da Kieran McGuinness chitarra e voce, Ross McCormick alla batteria, Ronan Yourell al pianoforte e voce e Nial Conlan ai cori e contrabbasso, con un suono che inizialmente era radicato in un post-punk misto a pop, ma poi è cresciuto fino ad incorporare varie influenze musicali che li rimandano anche all’alternative-rock.
Nelle undici tracce di Night Becomes Light,Ronan e Kieran si alternano alla voce solista nelle loro canzoni di dolore e passione, a partire dai potenziali singoli Home Again e Show Me Love, seguite dall’energica Forget The Numbers, dalle contagiose melodie di Everybody Else Gets Wet e Too Late, e la gemma del disco Valley Where The Rivers Run, una ballata di redenzione https://www.youtube.com/watch?v=32Z0tcJ1GeM . Con I Will Not Go e Fits (Too Drunk To Drive) la sezione ritmica torna in evidenza, passando per le atmosfere raffinate e dolci di City’s Still Warm e Six Months To The Day, e andando a chiudere con Dublin Love Song, un doveroso tributo alla bellissima città che li ha plasmati e fatti conoscere.
I Keywest invece sono una sorts di band “christian pop” di Dublino che dopo vari EP usciti a cavallo del 2009/2011 Miss You Most, Back Into Your Arms, Feels So Cruel, debuttano con The Message (12), ristampato oggi con un bonus CD Undelivered EP. La band è composta dal leader e voce solista Andrew Kavanagh (un piccolo Bono “ciellino”), James Lock alla chitarra solista, Sam Marder al basso, Andrew Glover alle tastiere e Harry Sullivan alle batterie e percussioni. The Message con la produzione di Mark Needham (The Killers) ha permesso al gruppo di ottenere un contratto discografico mondiale con la Peermusic, ma di rimanere indipendenti nella natia Irlanda.
Con influenze che vanno dagli U2 ai Snow Patrol e ai Killers, i Keywest, in un certo senso, li riflettono in brani di stampo classico come Back Into Your Arms, Feels So Cruel, Stuck On Replay, Messages From Godhttps://www.youtube.com/watch?v=NJOeHx3mB-o ma hanno in repertorio anche ballate più introspettive come Absolution, Salvation, In The Fight For Love, Straight Through My Heart, passando per i suoni “raven” di Road To Damnation e chiudendo con il crescendo finale della title track The Messagehttps://www.youtube.com/watch?v=7IsD4EyhMUc. Il bonus CD contiene sei brani elettro-acustici Abandon Ship, On Angel’s Wings, Roses In The Summertime, Bullet From The Gun, Always Yours, e It’s Me Not You, con un suono più ricercato, che dà alla band una ulteriore dimensione.
Il bello dei Keywest sta nel fatto che nonostante stiano trovando un discreto successo (le buone vendite dell’album, 30.000 persone che li seguono su Facebook, più di 150.000 visualizzazioni per ogni loro brano che viene pubblicato su YouTube), continuano a suonare dove hanno iniziato, nelle strade di Dublino, a deliziare turisti (nel nostro caso) e passanti che si fermano ad ascoltare buona musica fatta con passione.
Runrig – Party On The Moor – Ridge Records – 3 CD – 2 DVD – BLU-RAY
I Runrig più che un gruppo sono un fenomeno di costume, i loro concerti, sempre affollatissimi, si trasformano in “happenings” che inneggiano all’autonomia, se non all’indipendenza della Scozia. I promotori di tutto sono, a metà degli anni ’70, i fratelli Rory e Calum MacDonald, a cui dopo un breve periodo si aggiunge il cantante “storico” Donnie Munro. L’esordio avviene con Play Gaelic (78), che fin dal titolo mostra tutto lo spirito della formazione impegnata in brani (tradizionali e originali), cantati in “gaelico” su una base di folk elettrico convenzionale e gradevole. Notevoli passi avanti mostra il successivo The Highland Connection (79), dove spicca un’eccellente versione di uno dei tanti inni “non ufficiali” della Scozia (ufficialmente non ne ha nessuno) Loch Lomond.
La svolta artistica avviene con Recovery (81), con il materiale cantato quasi tutto in gaelico, mentre nei seguenti Heartland (85) e The Cutter And The Clan (87), propongono un rock epico e solenne (con reminiscenze dei mai dimenticati Big Country). Un concerto come spalla degli U2 a Dublino, li porta ad accasarsi alla Chrysalis Records, debuttando con Searchlight (89), a cui faranno seguire The Big Wheel (91), Amazing Things (93), lo splendido live Transmitting Live (94) un poderoso esempio di rock da stadio (con le cornamuse che mantengono vivo il legame con la tradizione), Mara (95) e Beat The Drum (98). In Search Of Angels (99) vede per la prima volta assente Donnie Munro (dedicatosi alla politica), che viene sostituito da Bruce Guthro (un canadese che canta in gaelico, è il massimo!, comunque bravo), portando la band ad un calo d’ispirazione, certificato dai seguenti lavori The Stamping Ground (01), Proterra (03), Everything You See (07), intervallati da un altro eccellente album dal vivo Day Of Days (04), per il 30° anniversario di carriera tenuto nella magnifica “location” dello Sturling Castle di Edimburgo.
Il 10 Agosto 2013 una folla di dimensioni bibliche si riunisce nella pianura di Moor per festeggiare i quattro decenni di carriera di una delle band più longeve del folk-rock britannico , e all’imbrunire vede salire sul palco Bruce Guthro voce e chitarra acustica, Rory MacDonald voce e basso, Iain Bayne alla batteria, Malcom Jones alla chitarra e fisarmonica, Brian Hurren alle tastiere e Calum MacDonald (autore dei testi con il fratello Rory) voce e percussioni, con l’apporto importante del violinista Duncan Chisholm e del tastierista Peter Wishart. Il sottoscritto, che li segue passo dopo passo sin dagli esordi (guardando il concerto in DVD), trova che il sestetto ha ancora il carisma e soprattutto forza ed energia da vendere, in quanto sul palco non si risparmiano per niente, anche perché con il pubblico di “fans” che si ritrovano, non sarebbe possibile comportarsi diversamente.
Devo anche riconoscere che non mi aspettavo un sound cosi “hard” da parte loro, che tende forse ad allontanarsi un po’ troppo dal folk, ma è anche indubbio che sulla scena ci sono un batterista e un percussionista, rispettivamente Iain Bayne e Calum MacDonald, che con il fratello Rory bassista costituisce la parte ritmica del gruppo, trovando nel “vocalist” Bruce Guthro (che come detto ha rilevato Donnie Munro), il terminale più idoneo “on stage” per tenere in mano le redini del gruppo. Ma se c’è qualcuno che stupisce sul palco è il chitarrista Malcom Jones, che suona di tutto, dalle cornamuse elettriche alla fisarmonica, assecondato dal più giovane della compagnia Brian Hurren, che suona sempre in piedi, saltellando da una tastiera all’altra, diventando complementare al suono di Malcom La festa inizia con un set di rock duro che parte con Only The Brave City Of Lights, Road Trip, Big Sky e Maymorning, passando per la celebre Dance Called America, ad affascinanti pezzi cantati in gaelico quali Siol Ghoraidh, Faileas Air Airidh (con Julie Fowlis, nuova stella del folk scozzese che canta in gaelico) e An Sabhal Aig Neill. Arriva il momento delle dolcissime ballate The Engine Room, Book Of Golden Stories e Every River, seguite dalle rumorose The Summer Walkers e Dust, per poi chiudere la prima parte con l’apprezzatissima e curiosa scorribanda di un quartetto di suonatori di tamburo (Rory, Calum, Iain e Malcom), per il tripudio del pubblico. I Runrigritornano sul palco per la seconda parte con la presenza di Donnie Munro, che canta alla sua maniera The Cutter, Edge Of The World e una commovente An Ubhal As Airde (indovinate in quale lingua?), per poi passare il testimone al buon Guthro, nella trascinante Rocket To The Moon e nelle tambureggianti Alba e Pride Of The Summer. Una banda di cornamuse (la InvernessRoyal British Legion Pipe Band) introduce Skye con il duetto vocale Bruce/Rory e lo strepitoso finale strumentale, mentre le struggenti Going Home, Hearts Of Olden Glory e On The Edge vedono come ospite il bravissimo violinista Duncan Chisholm. Richiamati sul palco a furor di popolo i Runrig eseguono Protect And Survive (il loro motivo più ecologista), Clash Of The Ash, la meravigliosa And We’ll Sing, con la chiusura affidata al classico “traditional” Loch Lomond, che il gruppo propone nella sua particolarissima versione, che accende i cuori di tutti i presenti fino in fondo.
La musica del sestetto scozzese risulta oggi più immediata e adatta ai gusti di un pubblico più vasto e cosmopolita, essendo meno legata alle radici folk che ne hanno caratterizzato gli esordi, e per il pubblico (tedeschi, danesi, neozelandesi e scozzesi) che sfollava sulle note dolcissime della famosa Travellers, era grande la sensazione di aver assistito a qualcosa di speciale, non solo nella rituale celebrazione, ma di aver condiviso il viaggio di una grande band. *NDT: i fortunati che inseriranno il DVD nel lettore (sorseggiando un buon whisky scozzese), noteranno che fra le persone dall’entusiasmo incontenibile, si possono vedere bambini in tenera età (come la mia nipotina), e arzille ultra ottantenni (come le mie zie), a dimostrazione che i valori e l’appartenenza di un popolo passano anche attraverso la musica.
The Horrible Crowes – Live At The Troubadour – Side One Dummy CD + DVD 2013
Dopo aver riscosso un meritato successo con i suoi Gaslight Anthem, circa due anni fa il leader e frontman Brian Fallon con l’amico di infanzia e polistrumentista Ian Perkins, decise di dedicarsi anche a qualcosa di più personale, il progetto The Horrible Crowes con il magnifico Elsie, un lavoro dalle forti tinte rock, dall’animo “dark”, che richiamava le sue radici musicali. Per chi scrive, è stato un innamoramento musicale al primo ascolto, il confronto con la sua band di origine è stato inevitabile, in quanto la voce inconfondibile di Fallon teneva insieme tutte le canzoni, che spaziavano dal blues al rock in forma minimalista, ispirati al canto borbottato di Tom Waits. In attesa del seguito di Elsie, inaspettatamente esce questo CD + DVD, registrato il 14 Settembre 2011 al Troubadour di West Hollywood, dove sono saliti su questo leggendario palco. oltre ai due “pards” Brian e Ian, Alex Rosamilia alle tastiere, Frank Marra al basso e Steve Sidelnyx alla batteria, per 75 minuti di grande musica (che lo stesso Fallon ha certificato come uno dei migliori concerti della sua carriera).
La scaletta ripercorre quasi fedelmente la tracklist dell’album d’esordio, partendo dal gospel-rock di Last Rites, per poi passare alla dolente Sugar, mentre Behold The Hurricane (che è stato uno degli hit radiofonici), viene fatta con un ritmo più veloce. I Witnessed A Crime ha un’anima soul, seguita da Go Tell Everybody che inizia mormorata e poi esplode, con Brian che canta in maniera feroce, a cui fa seguito una cupa cantilena come Cherry Blossoms, mentre con Ladykiller e Crush si viaggia dalle parti degli U2 più ispirati. Dopo una pausa, il concerto riparte con un brano di Katy Perry Teenage Dream (una normale melodia pop), che nelle mani dei “corvi orribili” si trasforma in una canzone dal ritmo martellante, per poi passare ai riff di chitarra di Mary Ann eseguita con un canto rabbioso, addolcito dalla seguente Black Betty & The Moon. Ci si avvia alla fine con l’energica ballata Blood Loss, la melodica e romantica I Believe Jesus Brought Us Together per chiudere alla grande una magnifica performance live, con una bella versione di un brano degli Inxs Never Tear Us Apart, scritta del compianto Michael Hutchence.
Questo Live At The Troubadour è il classico disco che si adatta facilmente agli stati d’animo di chi lo ascolta, capace di trasmettere del sano rock e di far riflettere quando le melodie prendono il sopravvento, con un Brian Fallon che si conferma una delle migliori voci della nuova ondatarock, un lavoro completo insomma, da sentire durante un viaggio, di notte, con sullo sfondo la luna e le stelle, aspettando di vedere se a breve, Elsie (da recuperare) avrà un successore.
NDT: Oltre all’intero concerto, il DVD contiene le interviste a Brian e Ian, filmati sound check e i video musicali di Behold The Hurricane e Ladykiller.
B.B. King – The Life Of Riley The Soundtrack – Emperor Media/Universal
Eccomi di nuovo alle prese con il mio amico Riley Blues Boy King, in arte B.B. King, l’ultimo Re ancora regnante della scena musicale, e non sarà un caso che il doppio CD esca per la “Emperor” Media Ltd distribuzione Universal. Si tratta, come tutti sapranno, della colonna sonora del documentario The Life Of Riley, ovvero la storia di uno dei più grandi musicisti neri del novecento, filmata da Jon Brewer e narrata da Morgan Freeman, uscita nei cinema americani nel mese di ottobre, e in DVD all’inizio di dicembre. D’altronde è meglio santificare il grande omone nero quando è ancora vivo e vegeto (spero!), che poi piangere lacrime da coccodrillo nella occasione della sua dipartita, il più in là nel tempo possibile. Questo doppio dischetto è complementare, ma forse direi, più alternativo, al mitico Box da 10 CD Ladies and Gentlemen Mr. BB King, o alla sua versione più concisa quadrupla, ma i “geni” dell’industria discografica hanno colpito ancora e per renderlo più appetibile hanno inserito due brani esclusivi che non si trovano in altri album della discografia di BB King. Perché, in effetti, oltre che una colonna sonora, questi 2 CD rappresentano una ulteriore antologia, dedicata ad estrarre alcune perle della sua carriera e metterle in disco per i posteri.
Forse la scelta dei due “inediti” è anche fatta per bilanciare l’estrema preponderanza di materiale in studio rispetto ai due soli miseri brani dal vivo, sia pure tratti dall’eccellente Live At The Regal, per un musicista che è sempre stato considerato un grandissimo performer. E allora vai con una poco nota Walking Mr. Bill dove BB King “strapazza” la fida Lucille in uno show mandato in onda dalla televisione australiana nel 1974, che è il brano che apre il primo dei due dischi e con Sweet Sixteen, uno dei suoi super classici, registrato dal vivo in Africa, sempre nel 1974, a Kinshasa nello Zaire e già apparso peraltro nelle varie edizioni del DVD Live In Africa che documenta la sua esibizione nel mega concerto di supporto al “Rumble In The Jungle” tra Foreman e Muhammad Ali, e se guardate attentamente il filmato si vede Ali tra il pubblico (ma questo è un dettaglio).
Questo per gli inediti, poi saltando un po’ di palo in frasca, e senza seguire una sequenza cronologica, il doppio CD copre tutta la carriera di King, partendo da Nobody Loves Me But My Mother tratto dall’eccellente Indianola Mississippi Seeds del 1970 e passando per i suoi inizi, tra il 1949,’50 e ‘51 con Miss Martha King, I’ll Survive e Three O’Clock Blues, sempre inserite a casaccio ma che, probabilmente, nel film avranno un senso. Poi, saltando qui e là, si trovano Paying The Cost To Be The Boss, Sweet Little Angel, nella prima versione del 1950, i due brani fantastici dal Live At the Regal, Everyday I Have The Blues e How Blue Can you Get?, forse tra i vertici assoluti della sua arte. E ancora, The Thrill Is Gone, la versione con gli archi aggiunti che la rendono quasi maestosa, brano tratto da Completely Well, il disco dove non era accompagnato dalla sua abituale BB King Orchestra (mi ricordo dei suoi concerti dove c’è l’MC della situazione che grida sempre come un ossesso “the BB King Orchestra”), ma da sessionmen di lusso come Al Kooper e Hugh McCracken. C’è Hummingbird di Leon Russell, tratta ancora da Indianola… e Caldonia da in London.
Non manca When Love Comes To Town, il brano registrato con gli U2 che ha accresciuto la sua fama anche tra i non aficionados del Blues, e che non è così malvagia come viene dipinta, ormai è in vigore la vendetta del “sparate contro Bono & Co”., per la loro produzione, diciamo non eccelsa, degli ultimi anni. C’è la bellissima Riding With The King, il brano di John Hiatt, che è la title-track del disco registrato in coppia con l’amico Eric Clapton, che lo invita sempre ai suoi Crossroads Festival.C’è una poco nota Messy But Good, scritta da Quincy Jones, che appariva in una colonna sonora del 1968, For The Love Of Ivy e una altrettanto inconsueta Precious Lord che si trovava in un disco degli anni ’50, BB King Sings Spirituals e altre canzoni meno conosciute, ma sempre valide. In definitiva, con il difetto dei pochi brani live presenti, una selezione di brani comunque di gran pregio, 26 in tutto, per uno dei più grandi musicisti della storia del Blues. Adesso basta raccolte però, grazie, o cercate tra gli inediti negli archivi, che sicuramente esistono, o pubblicate qualche altro bel disco dal vivo! Sono 87 anni a settembre, ma sempre lunga vita al nostro amico Riley, “Long Live The King”!
B.B. King – Ladies And Gentlemen…Mr. B.B. King 10 CD o 4 CD Universal 25-09-2012 *****
Ormai come sapete le ripubblicazioni e i Box Set si sprecano, ogni occasione è buona, anche l’anniversario scelto per questo cofanetto volendo è abbastanza risibile: il 50° anniversario dalla firma del contratto con l’ABC-Paramount, perché poi il primo album per l’etichetta, Mr. Blues uscirà nel 1963. Ma in questo caso il fatto è del tutto marginale, quello che conta è il contenuto strepitoso. 10 CD curati dal principe di queste edizioni, Bill Levenson, il più grande curatore, ingegnere e produttore per questo tipo di operazioni, per intenderci colui che ha realizzato i box di Derek And The Dominos Layla, degli Allman Brothers Dreams e di Peel Slowly And See dei Velvet Underground, per citarne alcuni,oltre alla serie Chronicle della Universal e decine di altri titoli, “pensionato” frettolosamente dalle case discografiche e ora tornato in pista alla grande per questo cofanetto.
Si tratta di 194 brani inseriti in ordine cronologico, dal 1949 al 2008, un vero paradiso per gli amanti del Blues e non solo, uno dei casi in cui vale assolutamente la pena di assegnare le 5 stellette per il capolavoro o al limite mezza stelletta in meno perché in tutto questo ben di Dio non c’è neppure un inedito (uno per la verità!), ma dovendo già scegliere tra una produzione immane i curatori hanno cercato quantomeno di inserire almeno un brano per ogni album pubblicato dal 1963 ai giorni nostri con qualche rarità, pescata soprattutto tra i duetti e nei dischi di altri artisti. Il tutto corredato da un bel libro di 72 pagine, ricco di foto e con le note firmate dal giornalista americano Ashley Kahn, specializzato in jazz e blues e da Dick Shurman, che per noi appassionati è semplicemente Magic Dick della J. Geils Band, una autorità nel campo.
Per la prima volta questo cofanetto è multi-label, ovvero c’è anche il materiale inciso per la Bullet, Modern/RPM e Kent/Crown tra il 1949 e il 1962, sparso nei primi due dischi, con 50 brani che illustrano la nascita del mito B.B. King quando Lucille non era ancora il nome della sua chitarra ma lui era già uno dei più grandi artefici dello strumento e tuttora risiede al n° 3 della classifica All Time della rivista Rolling Stone, dietro Hendrix e Duane Allman ma davanti al suo discepolo Clapton, ein risalita dal 6° posto della precedente edizione. Si parte con i primi brani editi nel 1949 su due singoli per l’etichetta Bullet e attraverso gli anni si toccano anche le collaborazioni con le orchestre di Count Basie e Duke Ellington, un brano a testa, le prime versioni di Sweet Little Angel e Rock Me Baby, veri capisaldi del suo repertorio, poi replicati varie volte negli anni a venire soprattutto in grandissime versioni dal vivo, ma in questo primo periodo ci sono tantissimi classici delle dodici battute del Blues, conosciuti anche nel repertorio di altri musicisti.
Dal terzo compact parte la disamina del repertorio più conosciuto, quello che attraverso la ABC, Impulse, Mca e Geffen, quindi tutti di quella che oggi si chiama Universal, ci porta ai giorni nostri. Gli anni ’60 sono quelli più importanti: il primo Mr. Blues (non conosciutissimo) è rappresentato da 6 brani, del grandissimo Live At The Regal del 1965 appaiono 5 brani e dell’altrettanto indispensabile Live And Well del 1969 ce ne sono quattro, oltre a moltissimi brani usciti in quegli anno solo in 45 giri e quindi rintracciabili solo in antologie varie. Di quel periodo è anche l’unico brano del cofanetto che riporta la fatidica scritta “previously unreleased” per una versione inedita di I Wonder Why del 1964 sul terzo CD. Sempre del 1969, a cavallo dei CD 4 e 5 ci sono 4 brani a testa tratti da Live And Well e Completely Well, fantastici.
Gli anni ’70 iniziano sul 5° compact con 5 brani estratti da uno dei suoi dischi più belli registrati in studio Indianola Mississippi Seeds per proseguire con 3 brani da Live At Cook County Jail e quattro da Live In Japan, entrambi del 1971, ma il secondo edito solo nel 1999. 3 tracce tratte dall’altrettanto indispensabile In London dal 1971 e una a testa dai due album registrati in collaborazione con il grande cantante Bobby “Blue” Bland li trovate sempre nel sesto CD. Tre brani da Midnight Believer il disco del 1978 registrato in collaborazione con i Crusaders aprono il settimo dischetto e da lì in avanti si trovano molti dei suoi duetti e collaborazioni, spesso rari: When Loves Come To Town con gli U2 del 1988, Right Place, Wrong Time con Bonnie Raitt dalla colonna sonora di Air America, Since I Met You Baby in coppia con Gary Moore, dal vivo al Town And Country nel ’93, uscito solo su un CD singolo. E nel disco 9 ce ne sono moltissimi: con Robert Cray, Etta James, Diane Schuur e con Marty Stuart e i Rolling Stones da Deuces Wild uno dei dischi migliori dell’ultimo periodo. L’ultimo disco ci porta nel nuovo secolo con due brani tratti dal disco registrato con Eric Clapton e poi ancora accoppiate fantastiche con Ray Charles e da 80, con Van Morrison e Elton John. Gli ultimi quattro brani sono tratti dall’eccellente One Kind Favor del 2008, quello prodotto da T-Bone Burnett, che potrebbe essere il suo ultimo e gli ha fruttato l’ennesimo Grammy.
In mezzo a tanti gioielli c’è anche un po’ di fuffa, per esempio il suono della batteria di Into The Night, peraltro tratto da una colonna sonora famosissima, non si può sentire, orrido, anche se lui canta benissimo e Lucille disegna le solite linee soliste inconfondibili, quando suona e canta Mr. Riley B. King, classe 1925 (87 anni il 16 settembre, tanti auguri), lo riconosci subito. E con questo cofanetto pantagruelico potete passare una intera giornata ad ascoltare alcune delle musiche migliori che sono state registrate in questi 63 anni. Si dice spesso, ma in questo caso è d’obbligo: Imperdibile!
Bruno Conti
P.S. Per chi vuole risparmiare o non è così appassionato di Blues ne verrà pubblicata anche una versione ridotta in 4 CD.
E questa è la lista completa dei contenuti:
B.B. King, Ladies and Gentlemen…Mr B.B. King(Hip-O/UMe, 2012)
Disc 1: Three O’Clock Blues (1949-1956)
Miss Martha King
When Your Baby Packs Up and Goes
Got the Blues
Take a Swing with Me
B.B. Boogie
Don’t You Want a Man Like Me
Fine Looking Woman
She’s Dynamite
Three O’Clock Blues
That Ain’t the Way to Do It
You Know I Love You
Woke Up This Morning
Please Love Me
Blind Love
The Woman I Love
Whole Lotta’ Love
Everyday I Have the Blues
Love You Baby (a/k/a Take a Swing with Me)
When My Heart Beats Like a Hammer
You Upset Me Baby
Sneakin’ Around
Shut Your Mouth
Boogie Rock
Ten Long Years
Crying Won’t Help You
Bad Luck
Troubles, Troubles, Troubles
Disc 2: Rock Me Baby (1956-1962)
Sweet Little Angel
Early in the Morning
(I’m Gonna) Quit My Baby
On My Word of Honor
Days of Old
Recession Blues
Please Accept My Love
Everyday I Have the Blues (with The Count Basie Orchestra)
Precious Lord
Sweet Sixteen, Parts 1 & 2
Don’t Get Around Much Anymore (with The Duke Ellington Orchestra)
I’ll Survive
(I’ve) Got a Right to Love My Baby
It’s My Own Fault
You Done Lost Your Good Thing Now
Walking Dr. Bill
Catfish Blues (Fishin’ After Me)
Partin’ Time
You’re Breaking My Heart
Rock Me Baby
Blue Shadows
The Jungle
That Evil Child
Disc 3: How Blue Can You Get? (1963-1966)
You Ask Me
I’m Gonna Sit In ‘Til You Give In
Blues At Midnight
My Baby’s Coming Home
Chains of Love
Sneakin’ Around
Slowly Losing My Mind
How Blue Can You Get?
Whole Lotta Lovin’
I Wonder Why (previously unreleased)
Please Accept My Love
Help the Poor
Never Trust a Woman
Worryin’ Blues
Stop Leadin’ Me On
Everyday I Have the Blues (Live at The Regal Theatre)
Sweet Little Angel (Live at The Regal Theatre)
It’s My Own Fault (Live at the Regal Theatre)
How Blue Can You Get? (Live at the Regal Theatre)
Please Love Me (Live at The Regal Theatre)
Tired of Your Jive
All Over Again
I’d Rather Drink Muddy Water
Cherry Red
You’re Still a Square
Don’t Answer the Door, Parts 1 & 2
Waitin’ on You
Night Life
Disc 4: Why I Sing The Blues (1966-1969)
Gambler’s Blues (Live at The International Club)
Buzz Me (Live at The International Club)
Sweet Sixteen, Parts 1 & 2 (Live at The International Club)
Think It Over
Done Got Wise
Paying the Cost to Be the Boss
I’m Gonna Do What They Do to Me
Dance with Me
Lucille
Watch Yourself
You Put It on Me
Messy But Good
Get Myself Somebody
My Mood (Live at The Village Gate)
I Want You So Bad
Get Off My Back Woman
Why I Sing the Blues
Disc 5: The Thrill is Gone (1969-1971)
The Thrill is Gone
Confessin’ the Blues
So Excited
No Good
Go Underground
Nobody Loves Me But My Mother
Chains and Things
Ask Me No Questions
Hummingbird
Everyday I Have the Blues (Live at Cook County Jail)
How Blue Can You Get? (Live at Cook County Jail)
Worry, Worry (Live at Cook County Jail)
Sweet Sixteen (Live at Sankei Hall)
Eyesight to the Blind (Live at Sankei Hall)
Niji Baby (Live at Sankei Hall)
The Thrill is Gone (Live at Sankei Hall)
Disc 6: Lucille Talks Back (1971-1976)
I Got Some Help I Don’t Need
Blue Shadows
Ghetto Woman
Ain’t Nobody Home
Guess Who
Five Long Years
I Like to Live the Love
To Know You is to Love You
Philadelphia
Three O’Clock Blues (Live with Bobby “Blue” Bland)
Lucille Talks Back
Reconsider Baby
Don’t Make Me Pay for His Mistakes
Let the Good Times Roll (Live with Bobby “Blue” Bland)
Don’t You Lie to Me
Mother Fuyer
The Same Love That Made Me Laugh
Disc 7: When It All Comes Down (I’ll Still Be Around) (1977-1982)
When It All Comes Down (I’ll Still Be Around)
Hold On (I Feel Our Love is Changing)
Never Make Your Move Too Soon
Better Not Look Down
Happy Birthday Blues
I’ve Always Been Lonely
Caldonia (Live at The University of Mississippi)
I Got Some Help I Don’t Need (Live at The University of Mississippi)
Life Ain’t Nothing But a Party
The Victim
There Must Be a Better World Somewhere
Nightlife/Please Send Me Someone to Love
Inflation Blues
Sell My Monkey
Darlin’ You Know I Love You
Make Love to Me
Disc 8: When Love Comes to Town (1984-1992)
Into the Night
Six Silver Strings
When Love Comes to Town – U2 with B.B. King
Standing on the Edge of Love
Lay Another Log on the Fire
Take Off Your Shoes
Nobody Love Me But My Mother (Live at San Quentin Prison)
Right Place, Wrong Time (with Bonnie Raitt)
All Over Again (Live at The Apollo)
I’m Moving On
Back in L.A.
Fool Me Once
There is Always One More Time
Monday Morning Blues (Blues for Mr. G)
Since I Met You Baby (Live at the Town & Country) (with Gary Moore)
Disc 9: Blues Man (1993-1999)
Playin’ with My Friends (with Robert Cray)
There’s Something on Your Mind (with Etta James)
I Gotta Move Out of This Neighborhood/Nobody Loves Me But My Mother
You Don’t Know Me – Diane Schuur & B.B. King
Stormy Monday Blues – The GRP All-Star Big Band with B.B. King
Rock Me Baby (Live at The Rosengarten)
Confessin’ the Blues (with Marty Stuart)
Paying the Cost to Be the Boss (with The Rolling Stones)
Blues Man
Bad Case of Love
Blues Boys Tune
I’ll Survive
Ain’t Nobody Here But Us Chickens
I’m Gonna Move to the Outskirts of Town
Ain’t That Just Like a Woman
Caldonia
Disc 10: Key to the Highway (2000-2008)
Ten Long Years – Eric Clapton & B.B. King
Key to the Highway – Eric Clapton & B.B. King
I Got to Leave This Woman
Monday Woman
Don’t Go No Farther
You’re on Top
Back Door Santa
Exactly Like You
Sinner’s Prayer – Ray Charles with B.B. King
Early in the Morning (with Van Morrison)
Rock This House (with Elton John)
You Have a Way
Everybody Loves You
Key to the Highway (Live at B.B. King’s Blues Club)
Midnight Blues
Get These Blues Off Me
See That My Grave is Kept Clean
Waiting for Your Call
Haunted House
Disc 1, Tracks 1-2 from Bullet single 309, 1949 Disc 1, Tracks 3-4 from Bullet single 315, 1949 Disc 1, Track 5 from RPM single 304, 1950 Disc 1, Track 6 from RPM single 318, 1951 Disc 1, Track 7 from RPM single 348, 1952 Disc 1, Track 8 from RPM single 323, 1951 Disc 1, Tracks 9-10 from RPM single 339, 1951 Disc 1, Track 11 from RPM single 363, 1952 Disc 1, Track 12 from RPM single 380, 1953 Disc 1, Track 13 from RPM single 386, 1953 Disc 1, Track 14 from RPM single 395, 1953 Disc 1, Tracks 15 and 18 from RPM single 408, 1954 Disc 1, Tracks 16 and 20 from RPM single 416, 1954 Disc 1, Tracks 17 and 21 from RPM single 421, 1954 Disc 1, Track 19 from RPM single 412, 1954 Disc 1, Track 22 from RPM single 430, 1955 Disc 1, Track 23 from RPM single 435, 1955 Disc 1, Track 24 from RPM single 437, 1955 Disc 1, Track 25 from RPM single 451, 1955 Disc 1, Track 26 and Disc 2, Track 1 from RPM single 468, 1956 Disc 1, Track 27 and Disc 2, Track 2 from RPM single 492, 1957 Disc 2, Track 3 from RPM single 494, 1957 Disc 2, Track 4 from RPM single 479, 1956 Disc 2, Track 5 from Kent single 307, 1958 Disc 2, Track 6 from Kent single 4572, 1972 Disc 2, Track 7 from Kent single 315, 1958 Disc 2, Track 8 from Kent single 327, 1959 Disc 2, Track 9 from B.B. King Sings Spirituals (Crown 5119, 1959) Disc 2, Track 10 from Kent single 330, 1960 Disc 2, Track 11 from Compositions of Duke Ellington (Crown 5153, 1960) Disc 2, Track 12 from King of the Blues (Crown 5167, 1960) Disc 2, Tracks 13-14 from Kent single 333, 1960 Disc 2, Track 15-16 from Kent single 350, 1960 Disc 2, Track 17 from Kent single 351, 1960 Disc 2, Track 18 from Kent single 396, 1964 Disc 2, Track 19 from Kent single 362, 1961 Disc 2, Track 20 from Kent single 393, 1964 Disc 2, Track 21 from Kent single 426, 1965 Disc 2, Track 22 from Kent single 462, 1967 Disc 2, Track 23 from Kent single 4562, 1971 Disc 3, Tracks 1-6 from Mr. Blues (ABC 456, 1963) Disc 3, Track 7 from ABC-Paramount single 10486, 1963 Disc 3, Tracks 8 and 11 from ABC-Paramount single 10527, 1964 Disc 3, Track 9 from ABC-Paramount single 10576, 1964 Disc 3, Track 12 from ABC-Paramount single 10552, 1964 Disc 3, Tracks 13-14 from ABC-Paramount single 10599, 1964 Disc 3, Track 15 from ABC-Paramount single 10616, 1965 Disc 3, Tracks 16-20 from Live at The Regal (ABC-Paramount 509, 1965) Disc 3, Track 21 from ABC-Paramount single 10675, 1965 Disc 3, Track 22 from ABC-Paramount single 10724, 1965 Disc 3, Tracks 23-24 from Confessin’ the Blues (ABC 528, 1966) Disc 3, Track 25 from ABC-Paramount single 10766, 1966 Disc 3, Track 26 from ABC single 10856, 1966 Disc 3, Tracks 27-28 from ABC-Paramount single 10889, 1966 Disc 4, Tracks 1-2 from Blues is King (BluesWay BLS 6001, 1967 Disc 4, Track 3 from BluesWay single 61012, 1967 Disc 4, Track 4 from BluesWay single 61004, 1967 Disc 4, Track 5 from His Best/The Electric B.B. King (BluesWay BLS 6022, 1968) Disc 4, Tracks 6-9 from Blues on Top of Blues (BluesWay BLS 6011, 1968) Disc 4, Tracks 10-11 from Lucille (BluesWay BLS 6016, 1968) Disc 4, Tracks 12-13 from For the Love of Ivy soundtrack (ABC 7, 1968) Disc 4, Track 14 from BlueWay single 61022, 1969 Disc 4, Tracks 15-18 from Live and Well (BluesWay BLS 6031, 1969) Disc 5, Tracks 1-4 from Completely Well (BluesWay BLS 6037, 1969) Disc 5, Tracks 5-9 from Indianola Mississippi Seeds (ABC 713, 1970) Disc 5, Tracks 10-12 from Live at Cook County Jail (ABC 723, 1971) Disc 5, Tracks 13-16 from Live in Japan (ABC Japan 841, 1971) Disc 6, Track 1 from L.A. Midnight (ABC 734, 1971) Disc 6, Tracks 2-4 from In London (ABC 730, 1971) Disc 6, Tracks 5-6 from Guess Who (ABC 759, 1972) Disc 6, Tracks 7-8 from To Know You is to Love You (ABC X794, 1973) Disc 6, Track 9 from Friends (ABC S825, 1974) Disc 6, Track 10 from Together for the First Time (ABC-Dunhill DSY-50190, 1974) Disc 6, Tracks 11-13 from Lucille Talks Back (ABC D898, 1975) Disc 6, Track 14 from Together Again…Live (ABC-Impulse ASD-9317, 1976) Disc 6, Tracks 15-17 from King Size (ABC AB-977, 1977) Disc 7, Tracks 1-3 from Midnight Believer (ABC AA-1061, 1978) Disc 7, Tracks 4-6 from Take It Home (MCA 3151, 1979) Disc 7, Tracks 7-8 from Now Appearing at Ole Miss (MCA 2-8016, 1980) Disc 7, Tracks 9-11 from There Must Be a Better World Somewhere (MCA 5162, 1981) Disc 7, Track 12 from Love Me Tender (MCA 5307, 1982) Disc 7, Tracks 13-16 from Blues ‘N Jazz (MCA 27119, 1983) Disc 8, Tracks 1-2 from Six Silver Strings (MCA 5616, 1985) Disc 8, Track 3 from Rattle and Hum (Island 91003, 1988) Disc 8, Tracks 4-6 from King of the Blues 1989 (MCA 42183, 1989) Disc 8, Track 7 from Live at San Quentin (MCA 6455, 1990) Disc 8, Track 8 from Air America soundtrack (MCA 6467, 1990) Disc 8, Track 9 from Live at The Apollo (GRP GRD-9637, 1991) Disc 8, Tracks 10-13 from There is Always One More Time (MCA 10295, 1991) Disc 8, Track 14 from Garfield: Am I Cool or What? (GRP GRD-9641, 1991) Disc 8, Track 15 from “Parisienne Walkways ’93″ CD single (Virgin VSCDT 1456, 1993) Disc 9, Tracks 1-3 from Blues Summit (MCA 10710, 1993) Disc 9, Track 4 from Heart to Heart (GRP GRD-9767, 1994) Disc 9, Track 5 from All Blues (GRP GRD-9800, 1995) Disc 9, Track 6 from How Blue Can You Get? Classic Live Performances 1964-1994 (MCA 2-11443, 1996) Disc 9, Tracks 7-8 from Deuces Wild (MCA 11711, 1997) Disc 9, Tracks 9-12 from Blues on the Bayou (MCA 11879, 1998) Disc 9, Tracks 13-16 from Let the Good Times Roll: The Music of Louis Jordan (MCA 088 112 042-2, 1999) Disc 10, Tracks 1-2 from Riding with the King (Reprise 47612, 2000) Disc 10, Tracks 3-6 from Making Love is Good for You (MCA 088 112 241-2, 1999) Disc 10, Track 7 from A Christmas Celebration of Hope (MCA 088 112 756-2, 2001) Disc 10, Track 8 from Reflections (MCA B0000532-02, 2003) Disc 10, Track 9 from Genius Loves Company (Concord 13431 2248-2, 2004) Disc 10, Tracks 10-11 from 80 (Geffen B0005263-02, 2005) Disc 10, Tracks 12-13 from A Touch in Common: One Touch EP (Geffen, 2005) Disc 10, Track 14 from Live (Geffen B0009770-02, 2006) Disc 10, Tracks 15-19 from One Kind Favor (Geffen B0011971-02, 2008)
Tre uscite relative al Blues nelle sue diverse componenti.
Il grande Taj Mahal ha vissuto il suo momento migliore e più prolifico a cavallo tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 quando incideva per la Columbia (ma anche il resto della produzione è spesso molto buona). Evidentemente era rimasto del materiale assai interessante negli archivi, come dimostra questo doppio CD The Hidden Treasures Of Taj Mahal 1969-1973 che raccoglie tutto materiale inedito registrato in quel periodo di grande creatività e la Sony Legacy lo pubblica il prossimo 21 agosto. Questo il contenuto:
“Chainey Do”
“Sweet Mama Janisse” (Feb, 1970, Criteria Recording Studios)
“Yan Nah Mama Loo”
“Tomorrow May Not Be Your Day”
“I Pity The Poor Immigrant”
“Jacob’s Ladder”
“Ain t Gwine Whistle Dixie (Any Mo’)”
“Sweet Mama Janisse” (Jan, 1971 Bearsville Recording Studios, Woodstock, NY)
“You Ain t No Streetwalker, Honey But I Do Love The Way You Strut Your Stuff”
“Good Morning Little School Girl”
“Shady Grove”
“Butter”
“Runnin By The Riverside”
“John, Ain’t It Hard”
“Band Introduction”
“Sweet Mama Janisse”
“Big Fat”
“Diving Duck Blues”
“Checkin’ Up On My Baby”
“Oh Susanna”
“Bacon Fat”
“Tomorrow May Not Be Your Day
Il secondo CD è un concerto completo registrato alla Royal Albert Hall di Londra il 18 aprile del 1970 in una serata in cui si esibiva come supporto dei Santana. Detti per inciso, anche Taj Mahal ha compiuto 70 anni il 17 maggio di quest’ anno!
Per uno strano destino, sempre a Maggio, ma il giorno 6, moriva a Atlanta, Georgia Michael Burks. Aveva solo 54 anni ed era considerato, giustamente, uno dei migliori rappresentanti del blues elettrico contemporaneo. Autore di quattro album in precedenza, di cui tre su etichetta Alligator, anche questo Show Of Strength, lo conferma, sia pure in maniera postuma, tra i migliori cantanti e chitarristi di questo genere. Purtroppo, mi scappa di dire, la scritta “iron man” aggiunta al nome sulla copertina del disco, pur trattandosi del suo soprannome, non gli ha portato bene. Visto che sicuramente ne parlerò in modo più esteso prossimamente, per il momento mi limito a consigliarvelom visto il periodo, “caldamente”, ottimo disco. Ufficialmente in uscita il 21 agosto per la Alligator, ma è già in circolazione per i tipi della Ird.
Kelly Joe Phelps è uno dei “maestri” (o meglio virtuosi) della slide acustica suonata in stile anche lap appoggiata in grembo. Questo nuovo Brother Sinner And The Whale, pubblicato dalla etichetta Black Hen, dovrebbe essere il suo nono disco, un paio di EP esclusi. Dopo il disco strumentale del 2009 Western Bell e l’EP del 2010, Magnetic Skyline con la cantante Corinna West, Phelps torna con questo disco acustico, solo voce e chitarra, affascinante e malinconico come sempre, anche se, parere personale, lo preferisco nel formato più elettrico.
Ben Chasny oltre ad essere il leader dei Six Organs Of Admittance, per alcuni anni ha fatto parte con Ethan Miller dei Comets On Fire. Poi, dal 2006/8, ognuno ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al proprio gruppo: Ethan Miller con gli ottimi Howlin Rain e Ben Chasny a questi Six Organs, gruppo super prolifico che dal 1998 a oggi, in vari formati, ha pubblicato quasi una trentina di dischi. Questo nuovo Ascent, pubblicato dalla Drag City, lo riporta allo stile neopsichedelico degli episodi migliori del gruppo (e con la partecipazione dei Comets On Fire), con la chitarra che spesso si lascia andare a lunghe improvvisazioni selvagge ma anche con episodi più gentili, quasi folk o weastcoastiani. Molto interessante, in quel filone che comprende anche Jonathan Wilson & Co., se amate il genere, ma anche l’acid rock, i “corrieri cosmici tedeschi” dei primi anni ’70 e certi chitarristi acustici “arcani”.
Quest’anno festeggiano i 40 anni di attività, e dopo questo disco si scioglieranno, anche i Plainsong di Iain Matthews e Andy Robers. Tutto iniziava nel 1972 con quel piccolo gioiello del folk-rock che rispondeva al nome di In Search Of Amelia Earheart e si conclude, dopo un tour commemorativo, con questo Fat Lady Singing, registrato dal vivo in Olanda nel 2003 e pubblicato solo oggi dalla Blue Rose. Sono 19 brani registrati dalla formazione che vede accanto al “vecchio cuore Fairport” Matthews, voce e chitarra e Roberts, dulcimer e bouzouki, anche Julian Dawson all’armonica e Mark Griffiths al basso fretless: un piccolo assaggio!
Per finire lo spazio dedicato a queste uscite del 21 agosto, nuovo disco anche per i Kennedys, che non sono quelli che venivano uccisi in Sympathy For The Devil (citazione colta), ma la coppia marito e moglie, Pete & Maura, che con questo Closer Than You Know, autodistribuito su Planned Effervescence, realizzano forse il miglior disco di una lunga carriera che li vede in pista dal lontano 1995. Il disco comprende tutto materiale originale scritto dalla coppia, a parte una cover di un brano poco conosciuto del 2009 degli U2, Wild Honey. Canta Maura che ha una di quelle belle voci a suo agio sia con brani di stampo vagamente celtico, con episodi più pop o anche canzoni roots, con belle armonie vocali e l’ottimo lavoro agli strumenti a corda di Pete Kennedy. Uno stile indefinito tra pop e rock ma proprio per questo degni di essere scoperti se già non li conoscete, non fondamentali ma molto piacevoli.
Questa è l’ultima lista dell’anno, poi salvo ripensamenti e qualche “dimenticanza” la rubrica della Novità dovrebbe andare in pensione fino all’inizio del prossimo 2012. Ma prima…
Come già annunciato oltre al Queen 40, nella sua campagna di ristampe la Universal chiude col botto: quel manufatto che vedete qui sopra si chiama Live At Wembley Roadie Box Super Deluxe Package e contiene:
DOPPIO CD E DOPPIO DVD – REPLICA DEI BIGLIETTI E VIP PASS DEL CONCERTO – POSTER WEMBLEY SHOW – 1986 TOUR MAP – SCIARPA ”FRIENDS WILL BE FRIENDS” – PUPAZZO GONFIABILE DI FREDDY MERCURY – CAMICIA QUEEN VINTAGE HAWAIANA – BOX NUMERATO
Il tutto “solo” per poco di più di 150 euro. Se però avete qualche soldo in più da investire in un bel regalo (direi circa il doppio) potete rivolgervi al Queen Orb (Usb) ovverosia tutto quello che avreste dovuto avere dei Queen in una chiavetta USB:
TUTTI GLI ALBUM IN STUDIO DEI QUEEN – AUDIO CON FILE DIGITALI FLAC IN ALTA DEFINIZIONE ED MP3, COMPATIBILI SIA CON PC CHE MAC – LA CHIAVETTA USB E’ CONTENUTA IN UN CIONDOLO PLACCATO ORO – VELVET BOX SET -BOX NUMERATO
Se però avete più o meno gli stessi soldi ma altre preferenze musicali martedì 13 dicembre vi potrete precipitare ad acquistare Elvis Costello & The Imposters The return Of The Spectacular Spinning Songbook e giocare alla Ruota della Fortuna nelle feste natalizie. Se invece preferite seguire il consiglio dello stesso Elvis e non acquistare questo cofanetto il prossimo anno il CD e il DVD dei concerti al Wiltern Theatre di Los Angeles dello scorso maggio saranno disponibili anche sciolti.
Sempre a proposito di cofanetti se avete comprato la Super o Uber Deluxe Edition di Achtung Baby degli U2 vi sarete accorti che conteneva (tra l’altro) un DVD inedito appositamente girato per l’occasione intitolato From The Sky Down. Ebbene sì, ora la Mercury/Universal lo pubblicherà, sempre il 13 dicembre, anche in edizione Blu-Ray con circa 50 minuti extra. Ma il problema per i fans è che ad entrambe le edizioni è stato aggiunto del materiale in più girato alla presentazione del film al Festival di Toronto, con intervista integrale e tre videoclip acustici. Secondo quello che riporta il comunicato stampa della casa. Siete contenti?
Oltre a quello dell’opera omnia dei Be Bop Deluxe di cui vi parlavo mesi orsono ora esce anche questo The Practice Of Everyday Life: Celebrating 40 Years Of Recordings dedicato sempre a Bill Nelson. Si tratta di un cofanetto di 8 CD con il meglio della sua carriera solista, dei Be Bop Deluxe e dei Red Noise con più di 150 brani che illustrano 40 anni di carriera, dal 1971 al 2011, con 11 inediti, due BBC Radio One Sessions del 1981 e 1983 e un bel libro di 68 pagine che completa l’opera, l’etichetta è la Cocteau e dovrebbe costare tra i 60 e gli 80 euro.
Ultimo cofanetto, quello più numeroso come CD compresi, si chiama Manfred Mann’s Earth Band 40TH Anniversary Box Set e contiene in 21 CD tutta la discografia del grande gruppo inglese e la solita cifra di inediti. L’etichetta che pubblica (solo import come per Bill Nelson) è la Creature Music. Qui si superano abbondantemente i 150 euro però avete tutti gli album del gruppo:
Manfred Mann’s Earth Band,Glorified Magnified,Messin,Solar Fire,The Good Earth,Nightingales And Bombers,The Roaring Silence,Watch,Angel Station,Chance,Somewhere In Africa,Live In Budapest,Criminal Tango,Masque,Manfred Mann’s Plains Music,Soft Vengeance,Mann Alive(2-cd -Gatefold Sleeve),2006,Live In Ersingen 2011,Leftovers.
Compreso quel Live In Ersingen 2011 registrato appositamente per il cofanetto il 22 di luglio di quest’anno. La loro versione di Blinded By The Light mi è sempre piaciuta un casino!
Ultime uscite che in qualche paese erano già state pubblicate e in altri no, per sicurezza citiamo anche questi. Charlotte Gainsbourg pubblica questo Stage Whisper per la Wea/Elektra. Si tratta di un cofanetto a tiratura limitata con 1 CD con otto brani nuovi incisi per l’occasione, 1 CD dal vivo con 11 brani e 1 DVD con 16 brani per oltre un’ora di musica. Non so quanto sia facile da reperire. Dovrebbe uscire anche una versione solo con i 2 CD, credo. Notare che tutto dura poco più di 66 minuti e quindi ci stava comodamente in un compact solo.
Il grande Roger Chapman (che solo per essere stato la voce solista dei Family si merita un posto imperituro nella storia della musica rock) pubblica un ennesimo CD dal vivo con i suoi Shortlist. Si chiama Maybe The Last Time Live e, forse, potrebbe essere il suo ultimo disco in concerto. Etichetta Hypertension. E se vi ricorda Peter Gabriel non è un caso, ma è il contrario!
Il disco Scala & Kolacny Brothers in molti paesi è uscito da diversi mesi ma a seconda del paese si aggiungono brani dedicati a cantanti locali. Come molti sapranno si tratta di un coro femminile belga diretto ed accompagnato dai due fratelli Kolacny che si dedica a rivisitare brani famosi (e qualche loro composizione). Hanno già pubblicato una decina di album nella loro carriera e questo ultimo è entrato anche nelle classifiche di vendita italiane.
Elvis Costello – Spectacle Season 2 – VSC/Red Spybox – 2 DVD
Come vi dicevo in sede di anticipazione credo che sarà difficile trovare un DVD musicale migliore di questo nel corso del 2011. Una così alta concentrazione di talenti in due dischetti così piccoli, quasi 6 ore di musica (e chiacchiere, ma assai interessanti) e tutto ciò purtroppo è destinato a sparire. Anzi è già finito perché i 7 episodi della seconda stagione, registrati tra settembre e novembre 2009 e andati in onda tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010 (sulle televisioni americane e canadesi, non stiamo parlando di fantascienza, se captate l’ironia!), sono stati gli ultimi di questa meravigliosa serie di musica fatta e raccontata dai musicisti.
Costello si è confermato quel grande musicista e, in questo caso, appassionato di musica che abbiamo sempre conosciuto e con l’aiuto di Elton John e del compagno David Furnish (l’altro produttore esecutivo) ha realizzato questa serie di episodi per la CTV in Canada e Sundance Channel negli Stati Uniti (e Channel 4 in Inghilterra). Dietro le quinte credo che sia stato importante il lavoro di Bill Flanagan, grande giornalista americano, ex di Musician, inventore di VH1 Storytellers e CMT Crossroads, nonché autore di Written in My Soul (“Scritto Nell’Anima” in italiano), la più bella serie di interviste fatte a musicisti e raccolte in unico libro, che se riuscite a trovare ancora, vi consiglio indistintamente!
Della prima stagione pubblicata in quintuplo DVD ad inizio 2010 ve ne ho parlato qui…elvis-costello-spectacle-season-1-5-dvd-box-set.html, della seconda vi voglio ricordare i tanti highlights che l’hanno caratterizzata e i musicisti che hanno partecipato.
Primo episodio, Bono & The Edge, puntata monotematica,senza sezione ritmica degli U2 al seguito, ma l’argomento ovviamente è quello. Registrata al Masonic Temple di Toronto, Ontario in una pausa del 360° World Tour. Tra irlandesi ci si capisce (anche se Costello è nato a Londra, uno che di vero nome fa Declan Macmanus qualche ascendenza irlandese ce l’avrà pure) e quindi i due svestono i panni delle superstar e chiaccherano amabilmente non, per una volta, del futuro del mondo ma di musica ma soprattutto della strana amicizia sviluppata con Frank Sinatra e del brano Two Shots Of happy, One Shot Of Sad scritto per “Ol’ Blue Eyes” e mai inciso dal grande Frank, ma curiosamente dalla figlia Nancy in una versione dove erano presenti Larry Mullen e Adam Clayton che non c’erano nella versione degli U2 uscita come retro di un CD singolo. Complicato? Molto bella comunque la versione eseguita dal vivo con Steve Nieve al piano, come pure l’omaggio iniziale di Costello con gli Imposters che per aprire la puntata canta Mysterious Ways e poi tutti insieme in un medley tirato di Pump It/Get On Your Boots. Per completare una ottima versione di Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of e una, acustica, di Stay (Faraway, So Close). Quindi niente anthems ma tutto molto bello e rilassato.
Elvis Costello è un padrone di casa simpatico ed arguto (nonchè fisicamente sempre più simile a Peter Sellers quando faceva ‘Spettor Clouseau in qualche travestimento per non farsi riconoscere), ma, come già detto, un grande appassionato e conoscitore di musica. Nella puntata con Jesse Winchester, di cui vi ho parlato a parte, appaiono anche Ron Sexsmith, ottimo cantante canadese con undici album all’attivo, di cui Costello è un fan (ma di chi dei suoi ospiti non lo è?), che esegue una delle sue più belle canzoni Secret Heart. Ma anche Sheryl Crow alle prese con una versione molto intensa di If It Makes You Happy con tutti gli ospiti sempre sul palco (in tutta la puntata peraltro). La rossa Neko Case prima di commuoversi per Jesse Winchester dichiara il suo profondo amore professionale per Harry Nillson con una versione perfetta di Don’t Forget Me. Jesse Winchester dopo avere incantato pubblico e musicisti sul palco con Sham-A-Ling-Dong-Ding si ripete con una stupenda Brand New Tennesse Waltz con le armonie vocali di Sheryl Crow. Ron Sexsmith l’aveva già cantata, ma farla con l’autore è diverso e la versione a due voci di Everyday I Write The Book è da manuale. Ancora una ottima Sheryl Crow con Leaving Las Vegas e una versione da brividi di Neko Case della sua Prison Girls. Poi gran finale con una cover di Ring Them Bells di Bob Dylan guidata da Ron Sexsmith. All’inzio tutti insieme avevano fatto una versione corale di Payday un altro dei cavalli di battaglia di Winchester. In questa puntata, se non conoscete già, a parte Costello e Crow, ci sono tre cantautori “nuovi e vecchi” assolutamente da avvicinare.
Il dialogo e le interviste hanno una certa importanza nell’economia dei DVD, che non sono purtroppo sottotitolati, ma la musica compensa abbondantemente. Di una puntata dove ci sono Richard Thompson, Nick Lowe, Allen Toussaint e Levon Helm che dire? Una meraviglia. Dopo l’introduzione di Costello con gli Imposters (Faragher, Thomas & Nieve) con Rag mama rag della Band, si susseguono Shoot Out The Lights con Thompson che ancora una volta dimostra perché è uno dei migliori chitarristi (e autori) del mondo, sarò parziale ma chissenefrega. Nick Lowe, dopo alcuni divertenti siparietti con Costello, esegue The Beast In Me il brano scritto per l’allora suocero Johnny Cash. Allen Toussaint conferma di essere una delle leggende della musica di New Orleans e dell’America tutta e accenna brevemente Holy Cow una delle sue canzoni più famose (per i fan italiani, sarebbe Qui e là di Patty Pravo). Poi sale sul palco dell’Apollo Theatre di New York City un’altra leggenda come Levon Helm e dopo avere stabilito che l’ultima volta ci aveva suonato fu nel 1959, viene battuto da Toussaint che passò da quelle parti nel 1957 al seguito di Shirley & Lee (e anche questi aneddoti fanno la storia della musica oltre a dimostrare la grandezza del personaggio). La puntata è stata registrata il 24 settembre del 2009 e in quella occasione Helm era reduce da un intervento alle corde vocali e quindi non potendo cantare si “limita” a suonare la batteria. Prima in Tennessee Jed dall’allora appena uscito Electric Dirt (uno dei dischi più belli del 2009 che vi dovreste affrettare ad acquistare) e poi in A Certain Girl dove Allen Toussaint guida il gruppo in un brano che dire coinvolgente è poco.
Visto che si trova da quelle parti Ray Lamontagne viene coinvolto per cantare l’attacco di The Weight (poi cantata a turno da tutti) una delle cinque (va bene facciamo dieci) più belle canzoni di tutti i tempi.
Il quarto episodio del primo DVD, ma l’ultimo ad essere registrato nel novembre 2009, è la serata autocelebrativa di Elvis Costello e se nella prima serie Diana Krall si era fatta intervistare da Elton John qui appare come intervistatrice Mary-Louise Parker che curiosamente nelle note del libretto viene citata come attrice/giornalista musicale. Non sapevo. Comunque conduce con competenza e si rivela una appassionata di musica e Costello (vera o recitata non so, è brava quindi…). Nel corso del’intervista Elvis parla dei suoi “amici” e collaboratori, T-Bone Burnett, Burt Bacharach e Paul McCartney, eseguendo anche nel corso della serata alcuni capolavori come (i Don’t Want To Go To) Chelsea, Motel Matches, I Still Have That Other Girl, Town Cryer, Shabby Doll (entrambe da Imperial Bedroom) e Brilliant Mistake (da King Of America). Questi due sarebbero quelli da avere, ma i dischi di Costello belli sono tantissimi, quasi tutti. Si conclude con una bella versione di I Threw It All Away di Bob Dylan.
Altra puntata dedicata ai “Cantautori”. Sono presenti John Prine, Lyle Lovett e Ray LaMontagne ma lo spirito che aleggia sulla serata è quello di Townes Van Zandt. Prima però Costello stupisce tutti con una cover di I’m Ahead If I Can Quit While I’m Behind di Jim Ford, recentemente riscoperto e che si potrebbe considerare uno degli “inventori” del Country Got Soul, i due CD pubblicati dalla Bear Family una volta tanto sono all’altezza del polverone sollevato su queste ristampe. John Prine, il primo dei “Nuovi Dylan” fa capire perché diventato il “Vecchio Prine”, con una stupenda e commovente Lake Marie. Lyle Lovett, quattro volte vincitore di Grammy presenta l’allora nuova Natural Forces, altra canzone che ne conferma la statura di grande cantautore texano (e non solo). Ray Lamontagne è il nuovo che avanza, un cantante che, per me, non ha ancora sbagliato un disco, e se non appare nelle classifiche dei migliori di fine anno è perché ti sei dimenticato di inserirlo. Jolene è uno dei suoi brani migliori e anche la grintosa Henry Nearly Killed Me (It’s A Shame) è potente. Poi a uno che conclude la sua intervista con Costello dicendo che lui in fondo ama la gente, non è un solitario, uno scontroso, non ama solo le “teste di cazzo”, cosa vuoi dire? Standing ovation. E quartetto finale dedicato a Van Zandt con Loretta una delle tantissime belle canzoni dal repertorio di Townes.
Ultime due puntate, d’altronde è il “Boss”, dedicate a Bruce Springsteen! Non c’è tutta la E Street Band quindi si crea questo ibrido tra il gruppo di Costello e quello di Springsteen con risultati spesso esaltanti. Apre Elvis con una She’s The One grandiosa con Nils Lofgren alla seconda chitarra. Poi, tra una cacchiera e l’altra Bruce viene convinto a rifare una stupenda Wild Billy’s Circus Story con Roy Bittan alla fisarmonica. (che passava da quelle parti). Coinvolgente ed inconsueta anche American Skin (41 Shots) e ottimo il duetto tra i due in I Can’t Stand For Falling Down.
Dall’orgia E Street Band/Imposters emerge un medley “radiofonico” tra Radio Silence/Radio Nowhere/Radio Radio che è da prendere ed incorniciare. Seguono fantastiche versioni di Seeds e The Rising, oltre alla cover di Pretty Woman dell’amatissimo Roy Orbison. E ancora Black Ladder nell’inedito trio Costello, Springsteen, Lofgren e una versione acustica di Galveston Bay con Professor Roy Bittan sugli scudi.
A questo punto mi direte, ma non hai detto all’inizio che avresti parlato solo degli highlights di questo doppio DVD? Appunto, sono tutti highlights, 315 minuti di highlights e non vi ho ricordato che nelle Special Features del secondo DVD c’è un documentario inedito sul “Dietro Le Scene” della serie televisiva e tre canzoni bonus non andate in onda, due con gli U2, Dirty Day e Alison e un’altra cover di qualità, I want you!
Scusate il leggero ritardo con cui ne ho parlato ma per la serie le “stranezze della vita” il secondo DVD non partiva sul lettore, per cui, con un colpo di genio, me ne sono fatto una copia autobootlegata con il PC che funzionava alla perfezione, ed eccomi qua!
Qualche video ve l’ho inserito, se volete vederlo tutto ve lo comprate (o ve lo fate prestare da qualche amico), soldi spesi bene.
Non so se ricordate un Post che a Febbraio avevo dedicato a questo evento? Per rinfrescarvi le idee: non-ci-posso-credere-grateful-dead-complete-europe-72.html! Si avvicina la data di uscita di questo Megacofanetto prevista per Settembre. La tiratura di 7200 copie è andata praticamente esaurita quasi immediatamente nonostante il prezzo di 450 dollari (neanche tanto se pensate a quanto costerà la Uber Edition di Achtung Baby degli U2!). Ebbene, per uno strano caso del destino quel numero si è rivelato magico (o no?) perché il Box dei Grateful Dead uscità in un cofanetto di 72CD e non più i “soli” 60 previsti all’inizio!
Non oso pensare cosa sarebbe successo se l’avessero chiamato Europe 1972!
Visto il tempo vado a mangiarmi un gelatino insieme al tipo della copertina.
Causa caldo era il massimo che ero in grado di offrirvi oggi come Post!