Un Nuovo Cofanetto “A Puntate” Per David Bowie. Volume 1: Ouvrez Le Chien

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David Bowie – Ouvrez Le Chien – Rhino/Warner CD – 2LP

La serie di cofanetti dedicati alle varie ere della carriera di David Bowie è ferma a Loving The Alien del 2018 (che prendeva in esame gli anni 80), ma è stato confermato da poco che nel 2021 verrà stampato il prossimo volume, che riguarderà la decade seguente. Nel frattempo chi gestisce gli archivi del compianto musicista inglese se ne è inventata un’altra, cioè un cofanetto a puntate, come se fosse un’enciclopedia, che si occuperà di concerti inediti che il Duca Bianco tenne nella seconda metà degli anni 90. Brilliant Live Adventures 1995-1999 è il titolo del box, che raccoglierà sei CD (o 12 LP) di altrettanti concerti che verranno pubblicati in tiratura limitata e con cadenza mensile, tre prima di fine anno e tre nei primi mesi del 2021, ed in vendita esclusivamente sul sito di Bowie https://www.musicglue.com/david-bowie/  (*NDB Sembra già esaurito) o nello store online della Rhino. Un’operazione diversa dal solito ma comunque apprezzabile specie per i fans di Bowie, se non fosse per un fastidioso particolare: se pensate che il cofanetto vuoto che servirà a contenere CD o LP vi verrà spedito con l’ultima uscita (o magari con la prima se sottoscriverete “l’abbonamento” alla serie completa, opzione comunque non contemplata) è meglio che vi ricrediate, in quanto se volete il box lo dovete pagare poco meno di venti dollari (neppure poco, ed in più sui siti di cui sopra è esaurito praticamente dal primo giorno, anche se dovrebbero stamparne degli altri).

Un’iniziativa antipatica che però non rovina la bontà dell’operazione, che getta finalmente luce su una fase della carriera di Bowie finora non documentata da alcun live ufficiale. La prima uscita, di cui mi occupo oggi, si intitola Ouvrez Le Chien, ed è la testimonianza di un concerto a Dallas nell’ottobre del 1995, già pubblicato lo scorso luglio ma solo in streaming, registrato durante il tour promozionale dell’album Outside (anzi, 1.Outside, dato che nell’idea originale avrebbe dovuto essere il primo episodio di una trilogia che poi non si è concretizzata), un lavoro complesso e tra i più sperimentali del nostro, un concept ambientato in un futuro distopico in cui l’omicidio è diventato una forma d’arte, con protagonista il fittizio detective Nathan Adler: il disco, che vedeva David alle prese con sonorità art-rock quando non trip-hop e techno (e rinverdiva la sua collaborazione con Brian Eno, ferma a Lodger del 1979), ebbe un ottimo successo di critica ed anche di pubblico, nonostante parecchi fans del Bowie più classico rimasero spiazzati davanti a certi arrangiamenti. Il tour che ne seguì ottenne però qualche critica negativa, sia per la brevità di alcuni spettacoli (infatti il CD del quale mi accingo a parlare, che dura 67 minuti, è il concerto completo, anche se in realtà mancano cinque pezzi suonati all’inizio insieme ai Nine Inch Nails), ma soprattutto per l’apparente rifiuto del leader di suonare le sue canzoni più famose, dando viceversa grande spazio al nuovo album e andando a ripescare brani più oscuri dai dischi del passato.

Se per un fan accorso all’epoca a vedere uno dei concerti questo poteva costituire un problema (a me è successo con Lou Reed, purtroppo l’unica volta che sono riuscito a vederlo, nel 2006 al Teatro Ventaglio Nazionale di Milano: solo 12 canzoni in tutto, di cui 11 non proprio “conosciutissime” – a parte Street Hassle, che però dal vivo ve la raccomando – ed una Sweet Jane suonata come unico bis ma in maniera decisamente scazzata), per l’ascoltatore odierno avere a che fare con un live di Bowie diverso dai soliti può addirittura rappresentare uno stimolo in più. Bowie sul palco non è mai stato un trascinatore come Springsteen o i Rolling Stones, ma era comunque un grande professionista che raramente deludeva il pubblico con performance sottotono, ed aveva la prerogativa di circondarsi sempre di musicisti formidabili: nello specifico in Ouvrez Le Chien abbiamo Reeves Gabriels e Carlos Alomar alle chitarre, Gail Ann Dorsey al basso, Zachary Alford alla batteria, Peter Schwartz e Mike Garson alle tastiere e George Simms alle backing vocals insieme alla Dorsey, Gabriels ed Alomar, mentre David si cimenta qua e là al sassofono. Il CD si apre in maniera potente con la frenetica Look Back In Anger (da Lodger), un brano molto rock con la band che picchia duro e Bowie che canta con grinta; dalla cosiddetta “trilogia berlinese” arrivano anche, più avanti nel concerto, Breaking Glass (da Low), pop-rock urbano che riesce a coinvolgere a dovere per merito dell’ottima prestazione del gruppo, e da Heroes la poco nota Joe The Lion, quasi un rock’n’roll ma alla maniera del nostro, quindi non canonico ma in ogni caso piuttosto trascinante.

Da Outside abbiamo ben sei pezzi, a partire dall’inquietante primo singolo The Hearts Filthy Lesson, un mix tra rock e suoni tecnologici algidi che trasmette un senso di angoscia e alienazione, ma che dal vivo risulta più solida e meno artefatta che in studio, fino a diventare quasi piacevole nonostante le sonorità oblique. The Voyeur Of Utter Destruction (As Beauty) ha una ritmica pressante ed una chitarra decisamente rock sullo sfondo, con le tastiere che danno il tocco di modernità e Gabriels che piazza un assolo torcibudella; I Have Not Been To Oxford Town è più fluida e sembra quasi un errebi tecnologico dal ritmo sostenuto e con un ritornello corale abbastanza immediato, mentre Outside è una rock ballad cupa, oscura e con un marcato ricorso all’elettronica, ma che l’interpretazione rilassata di Bowie riesce a rendere fruibile grazie anche ad una performance vocale degna di nota. Gli ultimi due pezzi tratti dall’album del 1995 sono We Prick You, troppo sintetica e piuttosto bruttina, e I’m Deranged, sorta di funk-rock futuristico di non facile assimilazione e con un finale quasi psichedelico, ma suonato benissimo. Da Hunky Dory, forse il suo album più famoso e più bello insieme a Ziggy Stardust, David esegue con grande vigore la non popolarissima Andy Warhol, un brano funkeggiante ed annerito (ma su quel disco c’era di meglio).

Poi finalmente abbiamo un pezzo più conosciuto anche se non è propriamente una hit, vale a dire la title track dell’album The Man Who Sold The World, ballata tipica dei primi anni del nostro che qui assume una veste sonora decisamente più moderna, con in evidenza ancora la chitarra lancinante di Gabriels. Finale con la cover danzereccia di Nite Flights dei Walker Brothers, tratta da Black Tie White Noise e, da Scary Monsters, la tersa e deliziosa Teenage Wildlife, ottima e coinvolgente rock song chitarristica. Tra le due, l’unico vero brano da greatest hits del concerto, ma è una hit planetaria: si tratta infatti di Under Pressure, famossissimo funky-pop originariamente scritto ed inciso da David insieme ai Queen, qui con la Dorsey a fare le veci di Freddie Mercury. Il prossimo live di questo cofanetto “a rate” riguarderà un’altra serata del tour di Outside, ma scelta nell’ambito delle date europee.

Marco Verdi

Una Splendida Serata, Finalmente Disponibile: Give The People What They Want! David Bowie – Glastonbury 2000

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David Bowie – Glastonbury 2000 – Parlophone/Warner 2CD – 2CD/DVD – 3LP

Negli ultimi anni non sono mancati album live d’archivio accreditati a David Bowie, ma limitatamente a concerti degli anni settanta (Cracked Actor e Welcome To The Blackout) o inseriti all’interno dei cofanetti riepilogativi della carriera che escono annualmente dal 2015. Questa volta però il discorso è diverso, in quanto Glastonbury 2000 documenta (come da titolo) uno show del Duca Bianco del nuovo millennio (l’unico finora era il bellissimo A Reality Tour, registrato nel 2003 ma pubblicato nel 2010), e non un concerto normale, bensì la storica apparizione del nostro come headliner della serata del 25 Giugno 2000 del famoso festival rock inglese. Lo spettacolo, che esce sia in formato audio che video, girava da anni su bootleg di alterna qualità, ed era stato mostrato in televisione una volta sola, ma esclusivamente la prima mezz’ora: con questo doppio CD (e DVD) possiamo finalmente godere dello show completo, e devo dire che ne valeva assolutamente la pena.

Già il fatto di avere Bowie sul palco in quel periodo era una notizia, in quanto nel 2000 tenne solo quattro concerti (compreso questo), ma se aggiungiamo che Mr. Ziggy mancava dal palco di Glastonbury dal 1971 e che quella sera estiva del 2000 si trovò di fronte a 120.000 persone, capirete perché stiamo parlando di un vero e proprio evento (e fa impressione pensare che, a soli 53 anni, questo sarà uno dei suoi ultimi show, almeno di fronte a così tanto pubblico: il nostro intraprenderà infatti solo più due tour in seguito, nel 2002 e nel 2003/2004, e poi più nulla fino all’inattesa morte avvenuta all’inizio del 2016). E David ripaga il numeroso pubblico con una performance da ricordare, una serata in cui il nostro non prende più di tanto in considerazione le sperimentazioni degli anni novanta, ma regala una scaletta che è il sogno di ogni fan; in aggiunta, Bowie è in forma fisica e vocale strepitosa, e guida una band che è tra le migliori da lui mai avute, formata da Mark Plati ed Earl Slick alle chitarre, Gail Ann Dorsey al basso e voce, Sterling Campbell alla batteria, Mike Garson alle tastiere e con i cori di Emm Gryner e Holly Palmer. Grande musica quindi, versioni dei vari brani spesso allungate e con molto spazio per la band, che dona al concerto un’impronta decisamente rock e, come dicevo, una setlist che è il classico caso di “give the people what they want”.

E poi, ovviamente, c’è Bowie, un intrattenitore nato dalla classe sopraffina, che si presenta come al solito attentissimo anche al look, con una lunga e variopinta giacca rockdello stilista Alexander McQueen ed una folta chioma bionda in puro stile The Man Who Sold The World. L’inizio per la verità è quasi spiazzante, dato che Wild Is The Wind non è proprio uno dei brani più noti di David (era su Station To Station): una ballata molto ritmata, distesa e gradevole, in cui il nostro dimostra da subito di essere in forma eccellente, e con uno splendido lavoro al pianoforte di Garson. Station To Station sarà tra l’altro l’album di Bowie più omaggiato durante la serata, con altre tre tracce provenienti da esso: il funk-rock Stay, con ottima prestazione chitarristica, l’insinuante Golden Years e l’avvolgente title track. Con China Girl hanno inizio le hits, una versione decisamente più rock e meno pop di quella presente su Let’s Dance; a seguire abbiamo una serie incredibile di classici, suonati dal gruppo con rinnovato vigore: dalla famosissima Changes alla straordinaria ballata Life On Mars? (cantata decisamente bene), fino ad una strepitosa Absolute Beginners di otto minuti, uno dei brani più belli di Bowie.Un attimo di relax col la fluida Ashes To Ashes per poi essere piacevolmente assaliti dal rock’n’roll di Rebel Rebel https://www.youtube.com/watch?v=7CLTj-mDXVg , mentre Little Wonder, tratta dal controverso Earthling, non è esattamente il massimo, anche se qui suona più rock e meno drum’n’bass.

Il secondo CD si apre con la danzereccia Fame, anch’essa molto più elettrica in quella serata, e prosegue con una sontuosa versione di una delle più belle canzoni inglesi degli anni settanta, cioè All The Young Dudes, accolta da un prevedibile boato (e David canta splendidamente). Dopo una limpida The Man Who Sold The World elettroacustica, che non ricordavo così bella, e la già citata Station To Station, ecco Starman, uno dei brani di Bowie che preferisco, dotata di un ritornello memorabile e di una bellissima parte di chitarra https://www.youtube.com/watch?v=UwIlqtyxpnU . La poco nota Hallo Spaceboy, non un grande brano, precede una sequenza formidabile di hits che comprende la coinvolgente Under Pressure, successo planetario del nostro insieme ai Queen, la grande rock ballad Ziggy Stardust https://www.youtube.com/watch?v=_OZsiqiC2ME , il superclassico Heroes, sempre un piacere ascoltarla, e Let’s Dance, che inizia come un brano lento per poi assumere la veste conosciuta dopo la prima strofa; finale in tono minore, con la non eccelsa (ma dal suono potente) I’m Afraid Of Americans, che però non va ad inficiare una performance memorabile, che fa di Glastonbury 2000 uno dei migliori album dal vivo di David Bowie.

Marco Verdi

E’ Tempo Di “Rockumentari”! Le Colonne Sonore: Parte 2. Mick Ronson – Beside Bowie

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Mick Ronson – Beside Bowie – Universal CD

Dopo avervi parlato dell’eccellente Life In 12 Bars, colonna sonora del documentario dedicato ad Eric Clapton, ora è la volta di un altro CD dello stesso genere, decisamente inferiore a quello su Manolenta, ma comunque di indubbio interesse. Si tratta di Beside Bowie: The Mick Ronson Story, film dedicato appunto a Mick Ronson, uno dei chitarristi più creativi degli anni settanta, dotato di uno stile personalissimo e decisamente fluido, purtroppo scomparso a soli 46 anni nel 1993 per un cancro al fegato. Non ho visto il film (disponibile in DVD), e mi limito quindi ad occuparmi del CD della colonna sonora, che è curato da un esperto del calibro di Bill Levenson: innanzitutto un appunto lo farei al titolo del lungometraggio, che suggerisce che il nostro abbia vissuto tutta la carriera all’ombra di David Bowie. Certo, gran parte della sua popolarità Ronson la dovette al fatto che nella prima metà degli anni settanta era il chitarrista fisso del Duca Bianco (e quindi anche il leader degli Spiders From Mars), ma per esempio la sua figura era molto legata anche a Ian Hunter (che comunque non manca nel CD e nel film), avendo suonato sia il famoso riff di All The Young Dudes dei Mott The Hoople, sia in molti album solisti del riccioluto cantante inglese, con il quale ha addirittura condiviso il nome su un album (Yui Orta, 1990), e Hunter ha scritto in memoria di Mick una delle sue ballate più toccanti, Michael Picasso.

Altre collaborazioni importanti ignorate in questa colonna sonora, ma potrebbero esserci anche problemi di diritti negati, è quella con Lou Reed nel mitico Transformer, la partecipazione alla seconda Rolling Thunder Revue di Bob Dylan (nel live Hard Rain uno dei chitarristi era proprio Ronson), e negli anni ottanta con John Mellencamp nell’album American Fool (il famoso riff di Jack & Diane era un’intuizione di Mick), ed il nostro suonava anche su Cardiff Rose, famoso disco di Roger McGuinn, e fece brevemente parte anche di una delle tante live bands di Van Morrison, sempre nei seventies.  Ma vediamo chi compare nel CD, dato che il contenuto è, come già detto, piuttosto interessante anche se la qualità non si mantiene sempre sullo stesso livello. Si parte col botto, una versione strepitosa di All The Young Dudes registrata dal vivo nel 1992 al concerto tributo per Freddie Mercury, con i Queen come backing band (compreso John Deacon), Ronson alla lead guitar, Ian Hunter alla voce solista e, ai cori, Joe Elliott e Phil Collen dei Def Leppard oltre allo stesso Bowie (che suona anche il sax), che è tra l’altro l’autore del brano: grande canzone suonata in maniera scintillante e potente, e d’altronde i Queen, piacciano o no, erano una grande live band.

Poi abbiamo due rarità: Soulful Lady, brano del 1970 di Michael Chapman, un’ottima rock song, tesa, chitarristica e dal sapore californiano, con due notevoli assoli di Mick, ed una strepitosa versione alternata di Madman Across The Water ad opera di Elton John, presa dalle sessions di Tumbleweed Connection e lunga ben nove minuti (finirà su Rare Masters, compilation di rarità del pianista inglese): è già una grande canzone di suo, ma questa take è formidabile, con le evoluzioni di Ronson che la portano quasi su lidi psichedelici. David Bowie è presente con tre canzoni, e non sono state scelte le solite e scontate hits del periodo, ma tre cosiddetti “deep cuts”, cioè Moonage Daydream (da Ziggy Stardust), Cracked Actor e Time (entrambe da Aladdin Sane), tre pezzi in cui l’abilità di Ronson viene fuori in tutto il suo splendore, specie nell’assolo “spaziale” posto alla fine della prima delle tre.

Ian Hunter è presente con il noto ed irresistibile rock’n’roll Once Bitten, Twice Shy, ma non ci sarebbe stato male qualcosa anche dal bellissimo live Welcome To The Club; quattro brani sono invece tratti da due album solisti di “Ronno” (il soprannome di Mick), entrambi postumi (Just Like This del 1999, ma con registrazioni del 1976, e Heaven And Hull del 1994), anche se va detto che Ronson a suo nome non è che avesse mai sfornato capolavori. I’d Give Anything To See You è una buona rock ballad, melodica e potente al tempo stesso (e con Mick che si dimostra un cantante discreto), impreziosita da un assolo magnifico, Hard Life è un pezzo solido e grintoso, molto “classic rock” ed anche piuttosto orecchiabile, Midnight Love uno slow strumentale senza infamia e senza lode (scritto da Giorgio Moroder!), mentre dulcis in fundo abbiamo una cover molto particolare di Like A Rolling Stone di Mr. Zimmerman, ancora con Bowie voce solista, dal ritmo accelerato e più chitarristica che mai, diversa dal solito ma niente male. Gli unici due inediti sono anche i soli due pezzi incisi di recente, e quindi senza Ronson:

This Is For You, tenue ballata acustica, voce, chitarra e piano, ad opera di Joe Elliott, voce dei Def Leppard (niente di imperdibile, sembra Bryan Adams) e Piano Tribute To Mick Ronson, uno strumentale per solo pianoforte da parte di Mike Garson, molto classicheggiante e poco in linea con il resto del CD. In mezzo, la sempre bellissima Heroes, nella versione dal vivo ancora dal tributo live a Mercury, e quindi con Queen, Bowie e Mick che si occupa del celebre riff. Recuperare la figura di Mick Ronson è un’opera certamente meritoria, ma io avrei pensato ad un titolo diverso, dato che Beside Bowie non rende giustizia al biondo chitarrista, e forse ci stava anche un doppio, con un po’ più di Hunter ed almeno qualcosa di  Reed, Dylan e Mellencamp. Ma purtroppo non sono io a decidere.

Marco Verdi

Piacessero o Meno, Dal Vivo Non Avevano Paura Di Nessuno! Queen – On Air

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Queen – On Air – Virgin Emi/Hollywood/Universal 2CD – Deluxe 6CD Box Set

I Queen sono, da almeno quarant’anni, una delle band più popolari del pianeta, e di conseguenza una gallina dalle uova d’oro per le varie case discografiche che sono state proprietarie del loro catalogo nel corso degli anni (principalmente la EMI, da tempo passata in parte al gruppo Universal): quale migliore occasione quindi alll’avvicinarsi delle feste natalizie, oltre al 25° anniversario della morte del frontman dal gruppo Freddie Mercury (avvenuta il 24 Novembre del 1991 a causa dell’AIDS) per immettere sul mercato un nuovo prodotto del celebre quartetto inglese? Non essendoci, pare, altri inediti di studio, e non volendo pubblicare l’ennesimo concerto d’archivio, si è optato (ed è strano che non ci avessero pensato prima) per rendere disponibili tutte le sessions effettuate dai nostri negli anni settanta per la mitica BBC, in un doppio CD che rende praticamente inutile l’album del 1989 Queen At The Beeb, che conteneva appena otto pezzi. Esiste anche una bella versione in sei CD (che è quella di cui mi occupo oggi), in un pratico ed elegante boxettino e con l’aggiunta di un terzo dischetto con frammenti di tre concerti del 1973, 1981 e 1986, non incisi dal vivo in studio come i primi due, ma veri e propri live con il pubblico, che però all’epoca erano stati passati in diretta radiofonica; purtroppo però nel cofanetto trovano posto altri tre CD quasi completamente inutili, che servono solo a far salire il prezzo, in quanto sono interamente composti da interviste rilasciate dai membri della band tra il 1976 ed il 1992, quasi quattro ore che sfido chiunque, anche chi capisce l’inglese alla perfezione, ad ascoltare per intero.

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Ma di musica comunque ce n’è a sufficienza, anche per chi non ha mai digerito la svolta commerciale dei quattro: si sa infatti che, dopo gli inizi quasi hard rock, il gruppo ha presto differenziato (ed ammorbidito) le sonorità in modo da vendere più dischi possibili, sfruttando anche le indubbie capacità di tutti e quattro i componenti di scrivere hits come se piovesse; su una cosa però c’è quasi unanimità, e cioè che sul palco i nostri fossero formidabili, una vera e propria macchina da guerra (basti ascoltare Live Killers, uno dei migliori album dal vivo dei tardi anni settanta), grazie alle loro enormi doti tecniche individuali. Oltre a Mercury, un animale da palcoscenico come ce ne sono stati pochi (a quei livelli mi vengono in mente solo Mick Jagger e, forse, Bruce Springsteen), ed in più dotato di una delle più formidabili voci che il panorama rock ricordi, non bisogna dimenticare la sopraffina tecnica chitarristica di Brian May, dotato di un fraseggio unico e capace di passare con disinvoltura dai toni più duri a quelli più raffinati, oltre alla potenza di Roger Taylor, uno dei migliori batteristi rock di sempre (e dotato anche di un ottima voce) ed alla precisione di John Deacon, bassista silenzioso e riservato ma indispensabile nelle dinamiche del gruppo. Il primo CD è interamente basato su sessions del 1973, gli otto brani incisi a Febbraio e Dicembre che costituivano Queen At The Beeb più quattro inediti provenienti da registrazioni di Luglio: i nostri hanno all’attivo un solo album, l’omonimo Queen, e tutti i pezzi sono tratti da quel disco, tranne Ogre Battle che è un antipasto di Queen II, e le sonorità sono quelle tipiche degli inizi, dure, quasi grezze in alcuni momenti, a metà tra l’hard rock di gruppi come i Deep Purple e tentazioni prog, ma con più di un’avvisaglia delle potenzialità dei quattro, soprattutto nelle performance di May (grande protagonista del suono dei primi Queen) e di un Mercury già pronto al grande salto.

C’è da dire che, specie nel primo CD, è presente qualche sovrincisione, specie per quanto riguarda i multitrack chitarristici e vocali, ma si tratta di dettagli; in aggiunta, ma solo nella versione sestupla, tra un brano e l’altro possiamo ascoltare i brevi ma significativi commenti del leggendario DJ John Peel. Tra gli highlights troviamo due versioni del loro primo successo minore, la veloce e chitarristica Keep Yourself Alive, le potenti Liar e Son And Daughter (anch’esse in doppia rilettura), con un’ottima prova di May, l’opening track My Fairy King, con Freddie debordante ed eccellente anche al piano, e la rara See What A Fool I’ve Been, originariamente pubblicata solo su una B-side ed in assoluto il brano più blues della carriera della Regina, suonato con grande forza. Il secondo dischetto presenta sette pezzi incisi nel 1974, con estratti dai primi due album ma anche dal terzo, Sheer Heart Attack, tra cui la maestosa White Queen, la bellissima ancorché breve Nevermore, la possente Now I’m Here, perfetto showcase per l’abilità di May, e la dura Stone Cold Crazy, quasi un brano trash ante-litteram (ed infatti i Metallica la adorano), ed altre cinque canzoni del 1977, con i nostri già affermate superstar e decisamente più sgamati anche dal vivo: oltre alla bella e solare Spread Your Wings (con uno strepitoso finale accelerato non presente nell’originale in studio), la chicca del CD è una versione velocissima e molto rock’n’roll del superclassico We Will Rock You (presente comunque anche nell’arrangiamento conosciuto), che all’epoca veniva suonata come apertura dei concerti ma in studio è una vera rarità, e che da sola vale buona parte del prezzo richiesto.

Il terzo CD, quello esclusivo del box, è diviso in tre parti, con la prima ancora appannaggio del 1973 (otto pezzi registrati al Golden Hyppodrome di Londra), con i nostri parecchio aggressivi e con un May superlativo, e come ciliegina una versione a mille all’ora del classico di Elvis Presley Jailhouse Rock, purtroppo sfumata dopo un solo minuto https://www.youtube.com/watch?v=nso4IHBTWv0 . Poi abbiamo sette canzoni a San Paolo in Brasile nel 1981, con l’epica I’m In Love With My Car, cantata da Taylor, e la sempre commovente Love Of My Life, ed infine sei brani incisi nel 1986 (più un’improvvisazione vocale ed il classico finale sulle note pre-registrate di God Save The Queen) a Mannheim in Germania, in quello che sarà l’ultimo tour dei Queen (ma all’epoca non lo potevano sapere), e forse nel loro momento di maggior successo commerciale: dal vivo erano comunque sempre formidabili, basti ascoltare come viene trasformata A Kind Of Magic in un quasi rock’n’roll e come acquisti potenza un pezzo in origine funkeggiante come Under Pressure, per finire con un gradevole medley elettroacustico tra due classici del passato come (You’re So Square) Baby I Don’t Care (ancora Elvis) e Hello, Mary Lou (Goodbye Heart) (scritta da Gene Pitney ma portata al successo da Ricky Nelson) e con la sempre trascinante Crazy Little Thing Called Love.

Se vi piacciono i Queen, ma preferite quelli più genuini degli anni settanta, questo On Air fa per voi, e forse vi può bastare anche la versione doppia: il terzo dischetto comunque merita, ma dovete fare i conti con il fatto che comprerete altri tre CD (le interviste) che non ascolterete mai.

Marco Verdi

Ecco Un “Piccolo” Cofanetto Fatto Come Si Deve! Ian Hunter – Stranded In Reality Parte I

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*NDB. Come al solito quando Marco si lascia prendere la mano (ma per qualcosa che vale la pena) il contenuto del Post si allunga a dismisura, quindi dividiamo in due parti la recensione del cofanetto.

Ian Hunter – Stranded In Reality – Proper Box Set 28CD + 2DVD

Da sempre Ian Hunter è uno dei miei musicisti preferiti, in quanto per me rappresenta la quintessenza del cantante rock, con in più quel tocco dylaniano nel songwriting che non guasta (anzi): durante la sua lunga carriera, sia come frontman dei Mott The Hoople che da solista, ha mantenuto una qualità decisamente elevata, confermata circa due mesi fa dall’ottimo nuovo disco, Fingers Crossed. Per celebrare la parte solista del cammino discografico di Hunter, la Proper ha pubblicato (solo sul suo sito ed in una quantità limitata a 2.500 copie) questo Stranded In Reality, mastodontico box di ben 28 CD più due DVD, un’opera magnifica che ha il solo difetto di costare parecchio (250 sterline), ma che dimostra che quando si vuole è possibile gratificare i fans con prodotti di altissimo livello come questo. Infatti il box, oltre a comprendere tutti gli album solisti di Ian, sia quelli in studio (tranne l’ultimo, che è però appena uscito) sia i live ufficiali (e tutti in versione rimasterizzata ex novo, in confezione simil-LP e mantenendo tutte le bonus tracks delle varie edizioni deluxe uscite nel corso degli anni, ed ognuno con il suo bel booklet con testi e note), aggiunge ben nove CD quasi completamente inediti, tra brani in studio, outtakes, rarità assortite e canzoni dal vivo, e due DVD con performance varie ed anche in questo caso il più delle volte rare. In più, uno splendido libro con copertina dura e note di Ian stesso canzone per canzone, una rivista fittizia, intitolata Shades, che comprende recensioni ed articoli vari sul nostro pubblicati negli anni dalle più prestigiose testate inglesi, ed una foto autografata. Un cofanetto da leccarsi i baffi dunque, che vado a riepilogare per sommi capi, approfittandone anche per riassumere la carriera di un artista che secondo me andrebbe inserito nel novero dei grandi.

Ian Hunter (1975): il disco d’esordio di Ian è subito un classico. Con Mick Ronson come chitarra solista, partnership che proseguirà anche negli anni a seguire, Hunter ci regala un album che rappresenta alla perfezione la sua arte, a partire da Once Bitten, Twice Shy, un coinvolgente rock’n’roll ispirato da Chuck Berry, e che prosegue con la vigorosa Who Do You Love, la sontuosa Boy, una fantastica ballata di quasi nove minuti, l’acustica e toccante 3.000 Miles From Here, la solida The Truth, The Whole Truth, Nuthin’ But The Truth, con uno strepitoso assolo di Ronson, la vibrante e roccata I Get So Excited e, tra i bonus, le outtakes Colwater High e One Fine Day (entrambe con parti vocali incise nel 2005), che non avrebbero sfigurato sul disco originale.

All American Alien Boy (1976): registrato a New York con una superband (che vede Chris Stainton al piano, Jaco Pastorius al basso ed Aynsley Dunbar alla batteria, oltre a tre quarti dei Queen, cioè Freddie Mercury, Brian May e Roger Taylor ai cori nella ballad You Nearly Did Me In), questo è un altro grande disco, con più pezzi lenti rispetto all’esordio (ma Ian è un fuoriclasse anche nelle ballate), che si apre con la splendida Letter From Britannia To The Union Jack, una vera e propria missiva scritta con il cuore in mano da Ian al suo paese in profonda crisi, la scintillante title track, con gran lavoro di Pastorius, o la pianistica e bellissima Irene Wilde, una delle ballate più riuscite del nostro. Ma non sono da meno neanche Rape, dal sapore gospel, e la volutamente dylaniana God.

Overnight Angels (1977): un buon disco, molto più rock del precedente ma inferiore nel songwriting, un album poco considerato ma solido, con qualche buona canzone ed altre più normali. Golden Opportunity è un inizio potente e deciso come un pugno in faccia, ben bilanciato dalla pianistica Shallow Crystals, una rock ballad coi fiocchi. Ma la poco spontanea title track, un tentativo costruito a tavolino di scrivere una hit, non funziona, così come la pomposa Broadway; il resto si divide tra cose più riuscite ed altre meno (tra le prime la gradevole Miss Silver Dime e The Ballad Of Little Star, il miglior slow del disco), o veri e propri riempitivi come l’insulsa Wild’n’Free.

You’re Never Alone With A Schizofrenic (1979): al quarto disco Ian firma il suo capolavoro: con mezza E Street Band in session (Roy Bittan, Garry Tallent e Max Weinberg, più Ronson  di nuovo alla solista, l’ex Velvet Underground John Cale al piano in Bastard ed Eric Bloom dei Blue Oyster Cult ai cori) Schizofrenic è un grandissimo disco, quasi un greatest hits se si contano i futuri classici presenti. Grandi canzoni rock come Just Another Night, Cleveland Rocks, When The Daylight Comes (splendida) e Bastard, e superbe ballate come Ships, dal suono levigato, Standing In My Light e la straordinaria The Outsider, forse il più bel lento mai scritto dal nostro. Ma il disco brilla anche nei momenti meno noti, come il festoso errebi Wild East ed il boogie pianistico Life After Death; tra le bonus tracks, una Just Another Night più lenta ma altrettanto bella (con un grande Bittan) ed una scatenata versione del classico di Jerry Lee Lewis Whole Lotta Shakin’ Goin’ On.

Welcome To The Club (1979): la decade dei grandi dischi dal vivo si chiude con uno dei più belli, registrato al Roxy di Los Angeles, e che vede Hunter in forma strepitosa, ben coadiuvato da Ronson e da un gruppo che va come un treno. Dopo un inizio con la potente rilettura dello strumentale degli Shadows FBI, il doppio CD presenta versioni spiritate di classici di Ian solista ma anche dei Mott The Hoople (Angeline, poco conosciuta ma bellissima, All The Way From Memphis, I Wish I Was Your Mother, Walkin’ With A Mountain, il superclassico All The Young Dudes, One Of The Boys e The Golden Age Of Rock’n’Roll): un disco potente ma lucido ed ispirato anche nelle ballate (una Irene Wilde da favola), e con in fondo tre brani nuovi incisi in studio, dei quali il migliore è senza dubbio lo slow Silver Needles.

Short Back’n’Sides (1981): nonostante la presenza di due Clash, Topper Headon e soprattutto Mick Jones (che produce insieme a Ronson), questo esordio di Ian nella nuova decade è un disco un po’ involuto e senza particolari guizzi, con sonorità gonfie tipiche del periodo: si salvano Central Park’n’West, un pop-rock orecchiabile e coinvolgente nonostante l’uso massiccio di sintetizzatori, e la stupenda Old Records Never Die, ballata incisa la sera in cui viene assassinato John Lennon. Il resto, con la possibile eccezione della colorita I Need Your Love, un errebi alla Southside Johnny, è trascurabile (e Noises è proprio brutta): Hunter stesso, nelle note del book accluso al box, non è per nulla tenero verso questo album.

All Of The Good Ones Are Taken (1983): questo sarà l’ultimo disco di Ian negli anni ottanta (una decade nefasta per molti rockers), un album che non contiene classici futuri ma una media di canzoni migliore del precedente, anche se il sound è notevolmente peggiorato (Captain Void’n’The Video Jets fa davvero schifo): tra gli highlights abbiamo la bella title track, una rock song che risente solo in parte del suono dell’epoca (e presenta un paio di buoni interventi al sax di Clarence Clemons), il rock’n’roll un po’ bombastico di Every Step Of The Way, la bowiana Fun, l’orecchiabile That Girl Is Rock’n’Roll (ma troppi synth) e la soulful Seeing Double.

Yui Orta (1990): dopo sette lunghi anni di silenzio, Ian torna con l’unico disco accreditato a metà anche a Mick Ronson (che però si limita, si fa per dire, a suonare la solista ed a collaborare al songwriting), ed è un buon disco, un album rock con una produzione rutilante e con diverse buone canzoni, anche se non serve a rilanciare la figura del nostro. Hunter ritrova comunque grinta e smalto e le belle canzoni non mancano, come la potente rock ballad American Music, al livello dei suoi pezzi degli anni settanta, la seguente The Loner, diretta come un macigno, l’energica e vibrante Women’s Intuition, o ancora la trascinante Big Time, un rock’n’roll scatenato come ai bei tempi. E Livin’ In A Heart dimostra che il nostro è ancora in grado di scrivere ballate coi fiocchi.

Ian Hunter’s Dirty Laundry (1995): nel 1993 scompare tragicamente Mick Ronson, e Hunter va fino in Norvegia ad incidere il nuovo disco con musicisti locali. Le nuove generazioni conoscono poco il nostro, ed il fatto che Dirty Laundry esca per una piccola etichetta locale non aiuta di certo; è un peccato, perché il disco è il più riuscito dai tempi di Schizofrenic, un album di rock al 100%, grezzo, diretto e chitarristico, con brani come la ritmata Dancing On The Moon, la corale e splendida Good Girls, uno dei più bei rock’n’roll del nostro, la travolgente Never Trust A Blonde, rollingstoniana fino al midollo, la deliziosa Psycho Girl, tra rock e pop e con una fulgida melodia. Ma poi abbiamo anche la meravigliosa Scars, una sontuosa ballata elettroacustica e dylaniana, che avrebbe meritato ben altra sorte. E quelle che non ho citato non sono certo inferiori (Invisible Strings è splendida): un disco da riscoprire assolutamente.

BBC Live In Concert (1995): accreditato alla Hunter-Ronson Band, questo CD registrato a Londra nel 1989 è stato pubblicato anche per omaggiare lo scomparso Mick. Un ottimo live, ben suonato e con un Hunter in forma, che accanto a classici assodati (Once Bitten, Twice Shy, Just Another Night, Standing In My Light, Bastard, Irene Wilde), presenta ben sei brani in anteprima da Yui Orta, che uscirà di lì ad un anno (eccellenti How Much More Can I Take? e Big Time), ed anche un inedito, Wings, invero piuttosto trascurabile.

The Artful Dodger (1996): disco registrato in Norvegia come Dirty Laundry, ma con maggior dispendio di mezzi (all’epoca uscì per la Polydor), The Artful Dodger è meno rock e con più ballate del suo predecessore, ma ha il merito di rimettere in circolo il nome di Hunter. Un lavoro più che buono, che ha come brano centrale Michael Picasso, una toccante ballata dedicata all’amico Ronson, ma che presenta diversi pezzi sopra la media, come Too Much, uno slow d’atmosfera davvero riuscito, la superlativa Now Is The Time, il limpido folk-rock Something To Believe In, la cristallina (ed autobiografica) 23A, Swan Hill, o la title track, unico vero rock’n’roll del CD. Mentre il funk-rap di Skeletons era meglio se non ci fosse stato.

Fine Prima Parte.

Marco Verdi

Altre Ristampe Future: Reparto “Fregature”. The Band Last Waltz/Queen On Air/David Bowie Legacy

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Tutte e tre le uscite sono previste per il mese di novembre, The Last Waltz della Band e l’antologia Bowie Legacy per il giorno 11, i Queen On Air invece per il 4 novembre. Perché “fregature” direte Voi? Andiamo con ordine e vediamo.

Partiamo dalla ristampa del famoso concerto The Last Waltz dedicato a The Band, anche uno splendido film diretto da Martin Scorsese (forse il più bello di tutti i tempi in ambito rock, se la batte con Woodstock, ma con ben altri mezzi tecnici e qualità audio video nettamente superiori)::ai tempi uscì come triplo vinile, poi venne pubblicato un doppio CD con il meglio del concerto, la VHS, e nel 2002 una versione in quadruplo CD con tutto il concerto in formato audio, e, per il mercato americano una edizione DVD+Blu-Ray del film. Questo, per le finezze dei discografici, avveniva nel 25° Anniversario dalla data dell’uscita (però il disco e il film uscirono nel 1978, quindi erano 24 anni), mentre quest’anno quantomeno il 40° Anniversario viene rispettato, 1976-2016. Dove sta la fregatura? Nella nuova confezione in uscita l’11 novembre, 4 CD e 1 Blu-Ray, non ci sono neppure due millisecondi di materiale inedito, mentre nella versione Super Deluxe (come direbbe Fantozzi, rilegata in pelle umana) è contenuto uno splendido libro con la sceneggiatura originale del film, che ai tempi Scorsese si era fatto stampare in due copie, una per lui e una per Robbie Robertson. Il tutto, disponibile in tiratura limitata di 2.500 copie, è in vendita solo sul sito della Rhino alla modica cifra di 260 dollari (ok 259.98) http://www.rhino.com/product/the-last-waltz-40th-anniversary-super-deluxe-edition. Però nella confezione trovate anche un secondo Blu-ray con una “rara” intervista degli anni ’90 con Martin Scorsese e Robbie Robertson https://www.youtube.com/watch?v=w_v3zbSEhaE . Ah beh, allora!

Se per caso in tutti questi anni avete vissuto su Marte e quindi non siete già felici proprietari delle svariate edizioni uscite negli anni, potete farci un pensierino, in caso contrario, occhio alla penna (e al portafoglio) perché pure la versione “normale” quintupla dovrebbe costare almeno una settantina di euro (nulla rispetto ai quasi 400, tasse e spedizione comprese, che pagheranno i fortunati abitanti europei ordinando la versione della Rhino)! Usciranno anche una versione in 6 LP e quella classica in 2 CD.Se volete, per curiosità, questo è il contenuto completo:

Disc One
1. “Theme From The Last Waltz” (with orchestra)
2. “Up On Cripple Creek”
3. “The Shape I’m In”
4. “It Makes No Difference”
5. “Who Do You Love” (with Ronnie Hawkins)
6. “Life Is A Carnival”
7. “Such A Night” (with Dr. John)
8. “The Weight”
9. “Down South In New Orleans” (with Bobby Charles)
10. “This Wheel’s On Fire”
11. “Mystery Train” (with Paul Butterfield)
12. “Caldonia” (with Muddy Waters)
13. “Mannish Boy” (with Muddy Waters)
14. “Stagefright”

Disc Two
1. “Rag Mama Rag”
2. “All Our Past Times” (with Eric Clapton)
3. “Further On Up The Road” (with Eric Clapton)
4. “Ophelia”
5. “Helpless” (with Neil Young)
6. “Four Strong Winds” (with Neil Young)
7. “Coyote” (with Joni Mitchell)
8. “Shadows And Light” (with Joni Mitchell)
9. “Furry Sings The Blues” (with Joni Mitchell)
10. “Acadian Driftwood”
11. “Dry Your Eyes” (with Neil Diamond)
12. “The W.S. Walcott Medicine Show”
13. “Tura Lura Lura (That’s An Irish Lullaby)” (with Van Morrison)
14. “Caravan” (with Van Morrison)

Disc Three
1. “The Night They Drove Old Dixie Down”
2. “The Genetic Method/Chest Fever”
3. “Baby Let Me Follow You Down” (with Bob Dylan)
4. “Hazel” – with Bob Dylan
5. “I Don’t Believe You (She Acts Live We Never Have Met)” (with Bob Dylan)
6. “Forever Young” (with Bob Dylan)
7. “Baby Let Me Follow You Down” (Reprise) (with Bob Dylan)
8. “I Shall Be Released”
9. Jam #1
10. Jam #2
11. “Don’t Do It”
12. “Greensleeves” (From Movie Soundtrack)

Disc Four: “The Last Waltz Suite”
1. “The Well”
2. “Evangeline” (with Emmylou Harris)
3. “Out Of The Blue”
4. “The Weight” (with The Staples)
5. “The Last Waltz Refrain”
6. Concert Rehearsal
7. “King Harvest (Has Surely Come)”
8. “Tura Lura Lura (That’s An Irish Lullaby)”
9. “Caravan”
10. “Such A Night”
11. “Rag Mama Rag”
12. “Mad Waltz” (Sketch track for “The Well”)
13. “The Last Waltz” (Instrumental)
14. “The Last Waltz (Sketch)

Disc Five: Blu Ray
1. “Theme From The Last Waltz” (with orchestra)
2. “Up on Cripple Creek”
3. “The Shape I’m In”
4. “It Makes No Difference”
5. “Who Do You Love” (with Ronnie Hawkins)
6. “Life Is A Carnival”
7. “Such A Night” (with Dr. John)
8. “Down South In New Orleans” (with Bobby Charles)
9. “Mystery Train” (with Paul Butterfield)
10. “Mannish Boy” (with Muddy Waters)
11. “Stagefright”
12. “Further On Up The Road” (with Eric Clapton)
13. “Ophelia”
14. “Helpless” (with Neil Young)
15. “Coyote” (with Joni Mitchell)
16. “Dry Your Eyes” (with Neil Diamond)
17. “Tura Lura Lura (That’s An Irish Lullaby)” (with Van Morrison)
18. “Caravan” (with Van Morrison)
19. “The Night They Drove Old Dixie Down”
20. “Baby Let Me Follow You Down” (with Bob Dylan)
21. “I Don’t Believe You (She Acts Live We Never Have Met)” (with Bob Dylan)
22. “Forever Young” (with Bob Dylan)
23. “Baby Let Me Follow You Down” (Reprise)
24. “I Shall Be Released” (Finale)
25. “The Well”
26. “Evangeline” (with Emmylou Harris)
27. “Out Of The Blue”
28. “The Weight” (with The Staples)
29. “The Last Waltz Refrain”
30. “Theme From The Last Waltz”

Ad agosto c’è stato un concerto celebrativo per il 40° dell’evento, sperando nell’uscita ufficiale di questo.

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Sempre l’11 novembre verrà pubblicata una ennesima antologia dedicata a David Bowie, Bowie Legacy The Best Of Bowie, altra uscita fondamentalmente inutile legata però al mercato natalizio: ci sarà la versione in 2 CD e quella in 1 CD. I compilatori della raccolta ci dicono che per la prima volta sono comprese anche le tracce tratte dall’ultimo disco di Bowie Blackstar, e anche un “inedito” (si fa per dire): un remix 2016 di Life On Mars curato dal produttore originale Ken Scott. Vedo già i segni dei dollaroni scorrere veloci come in una slot machine umana. Anche in questo caso tracklist di entrambe le versioni.

Tracklist
[CD1]
1. Space Oddity (2009 Remastered Version)
2. The Man Who Sold The World (2014 Remastered Version)
3. Changes (2014 Remastered Version)
4. Oh! You Pretty Things (2014 Remastered Version)
5. Life On Mars? (2016 Mix)
6. Starman (Original Single Mix) (2012 Remastered Version)
7. Ziggy Stardust (2012 Remastered Version)
8. Moonage Daydream (2012 Remastered Version)
9. The Jean Genie (Original Single Mix) (2014 Remastered Version)
10. All The Young Dudes
11. Drive-In Saturday (2013 Remastered Version)
12. Sorrow (2013 Remastered Version)
13. Rebel Rebel (2014 Remastered Version)
14. Young Americans (Original Single Edit) (2014 Remastered Version)
15. Fame (2014 Remastered Version)
16. Golden Years (Single Version) (2014 Remastered Version)
17. Sound And Vision (2014 Remastered Version)
18. “Heroes” (Single Version) (2014 Remastered Version)
19. Boys Keep Swinging (2014 Remastered Version)
20. Fashion (Single Version) (2014 Remastered Version)
21. Ashes To Ashes (Single Version) (2014 Remastered Version)

[CD2]
1. Under Pressure (2011 Remastered Version) – Queen & David Bowie
2. Let’s Dance (Single Version) (2014 Remastered Version)
3. China Girl (Single Version) (2014 Remastered Version)
4. Modern Love (Single Version) (2014 Remastered Version)
5. Blue Jean (2014 Remastered Version)
6. This Is Not America (with The Pat Metheny Group) (2014 Remastered Version)
7. Dancing In The Street (2014 Remastered Version) – David Bowie & Mick Jagger
8. Absolute Beginners (Edit) (2014 Remastered Version)
9. Jump They Say (Radio Edit) (2014 Remastered Version)
10. Hallo Spaceboy (Pet Shop Boys Remix) (with The Pet Shop Boys)
11. Little Wonder (Edit)
12. I’m Afraid Of Americans (V1) (Radio Edit)
13. Thursday’s Child (Radio Edit)
14. Slow Burn (Radio Edit)
15. Everyone Says ‘Hi’ (Edit)
16. New Killer Star (Radio Edit)
17. Where Are We Now?
18. Lazarus (Radio Edit)
19. I Can’t Give Everything Away (Radio Edit)

Versione singola:

Tracklist
1. Let’s Dance (Single Version) (2014 Remastered Version)
2. Ashes To Ashes (Single Version) (2014 Remastered Version)
3. Under Pressure (2011 Remastered Version) – Queen & David Bowie
4. Life On Mars? (2016 Mix)
5. Changes (2014 Remastered Version)
6. Oh! You Pretty Things (2014 Remastered Version)
7. The Man Who Sold The World (2014 Remastered Version)
8. Space Oddity (2009 Remastered Version)
9. Starman (Original Single Mix) (2012 Remastered Version)
10. Ziggy Stardust (2012 Remastered Version)
11. The Jean Genie (Original Single Mix) (2014 Remastered Version)
12. Rebel Rebel (2014 Remastered Version)
13. Golden Years (Single Version) (2014 Remastered Version)
14. Dancing In The Street (2014 Remastered Version) – David Bowie & Mick Jagger
15. China Girl (Single Version) (2014 Remastered Version)
16. Fame (2014 Remastered Version)
17. Sound And Vision (2014 Remastered Version)
18. “Heroes” (Single Version) (2014 Remastered Version)
19. Where Are We Now?
20. Lazarus (Radio Edit)

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Per Queen On Air non possiamo parlare di uscita inutile, tutt’altro, si tratta di una pubblicazione molto interessante, ma anche qui c’è la “fregatura”: come vedete ne usciranno due versioni, una doppia e una sestupla, in CD (e anche triplo vinile); ma, per avere il compact dal vivo con il materiale registrato al Golders Green Hippodrome, London, 1973, Estádio Do Morumbi, São Paulo, Brazil, in 1981 e Maimmarktgelände, Mannheim, Germany, in 1986, 24 pezzi in tutto, vi dovete beccare anche tre dischetti di interviste effettuate per la BBC e Capital Radio tra il 1976 e il 1992, che francamente credo non interessino molto neppure ai fans più accaniti, ma per avere i pezzi live è l’unico modo. E la differenza di prezzo tra le due edizioni è notevole, si parla di una ventina di euro per la doppia e oltre i 55 per quella in 6 CD.

Comunque, al solito, ecco i contenuti, con tutte e sei le BBC Sessions dei Queen dal febbraio 1973 all’ottobre 1977 (qualcosa era già uscito in passato) e gli extra, Esce il 4 novembre.

Disc One
“My Fairy King”
“Keep Yourself Alive”
“Doing All Right”
“Liar”
“See What A Fool I’ve Been”
“Keep Yourself Alive”
“Liar”
“Son and Daughter”
“Ogre Battle”
“Modern Times Rock’n’Roll”
“Great King Rat”
“Son and Daughter”

Disc Two
“Modern Times Rock’n’Roll”
“Nevermore”
“White Queen (As It Began)”
“Now I’m Here”
“Stone Cold Crazy”
“Flick of the Wrist”
“Tenement Funster”
“We Will Rock You”
“We Will Rock You” (Fast)
“Spread Your Wings”
“It’s Late”
“My Melancholy Blues”

Disc Three
Golders Green Hippodrome, London, 13th September 1973
“Procession” (Intro Tape)
“Father to Son”
“Son and Daughter”
Guitar Solo
“Son and Daughter” (Reprise)
“Ogre Battle”
“Liar”
“Jailhouse Rock”

Estádio Do Morumbi, São Paulo, Brazil, 20th March 1981
Intro
“We Will Rock You” (Fast)
“Let Me Entertain You”
“I’m in Love with My Car”
“Alright Alright”
“Dragon Attack”
“Now I’m Here”
“Love of My Life”

Maimmarktgelände, Mannheim, Germany, 21st June 1986
“A Kind Of Magic”
Vocal Improvisation
“Under Pressure”
“Is This the World We Created”
“(You’re So Square) Baby I Don’t Care”
“Hello Mary Lou (Goodbye Heart)”
“Crazy Little Thing Called Love”
“God Save the Queen”

Disc Four: Interviews
Freddie Mercury With Kenny Everett (November 1976)
Queen with Tom Browne (Christmas 1977)
Roger Taylor with Richard Skinner (June 1979)
Roger Taylor with Tommy Vance (December 1980)
Roy Thomas Baker The Record Producers

Disc Five: Interviews
John Deacon, South American tour (March 1981)
Brian May Rock On with John Tobler (June 1982)
Brian May Saturday Live with Richard Skinner and Andy Foster (March 1984)
Freddie Mercury Newsbeat (August 1984)
Brian May Newsbeat (September 1984)
Freddie Mercury Saturday Live (September 1984)
Freddie Mercury with Simon Bates (April 1985)
Brian May The Way It Is with David ‘Kid’ Jensen (July 1986)

Disc Six: Interviews
Roger Taylor My Top Ten with Andy Peebles (May 1986)
Queen for an Hour with Mike Read (May 1989)
Brian May Freddie and Too Much Love Will Kill You with Simon Bates (August 1982)
Brian May Freddie Mercury Tribute Concert with Johnnie Walker (October 1992)

Anche per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Supplemento Della Domenica: Finalmente Si Ripara Ad Una Grave Mancanza! Bad Company – Live 1977 & 1979

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Bad Company – Live 1977 & 1979 – Rhino/Warner 2CD

Sembra incredibile, ma i Bad Company, uno dei gruppi più popolari degli anni settanta (in un certo senso una delle rock band per antonomasia) all’epoca non aveva mai pubblicato un disco dal vivo, cosa ancor più strana dato che il “doppio live album” era un po’ il punto di arrivo per tutti i musicisti di quei tempi. Sarà che il loro manager era lo stesso dei Led Zeppelin (che un live lo avevano fatto uscire, ma The Song Remains The Same non rifletteva minimamente i leggendari show del Dirigibile), e cioè il famoso Peter Grant, il quale non amava gli album dal vivo, ma resta il fatto che il supergruppo formato da Paul Rodgers, Simon Kirke (entrambi ex Free), Mick Ralphs (ex chitarrista dei Mott The Hoople) ed il bassista Boz Burrell (già bassista dei King Crimson), che era un combo formidabile on stage, vide la propria carriera limitata ai lavori di studio, almeno per quanto riguarda il periodo d’oro con Rodgers alla voce ( quindi a parte un trascurabile Live In Albuquerque 1976 uscito nel 2006 per la famigerata Cleopatra). Oggi finalmente la Rhino ripara al torto, e lo fa in maniera sontuosa, con uno splendido doppio CD intitolato semplicemente Live 1977 & 1979, che documenta il meglio di due differenti concerti, appunto del 1977 a Houston e del 1979 all’Empire Pool di Londra, con una qualità di incisione perfetta, un libretto esauriente e ben due ore e mezza di pura e scintillante rock music. Paul Rodgers è sempre stato uno dei migliori cantanti inglesi, in possesso di una voce calda dalle sfumature blues e soul, potente e dolce a seconda delle esigenze (non per niente in anni recenti Brian May e Roger Taylor lo hanno chiamato per sostenere le parti vocali di Freddie Mercury nella reunion live dei Queen), la sezione ritmica di Burrell e Kirke è uno stantuffo cresciuto a pane e rock, e Ralphs un chitarrista spesso dimenticato ma dal fraseggio superbo. Una rock’n’roll band con il suono spesso più americano che britannico, e che finalmente possiamo apprezzare al suo apice in questi due CD, nei quali soltanto due brani si ripetono (Shooting Star e Feel Like Makin’ Love, oltre al Drum Solo di Kirke, una pratica tipica dell’epoca ma un po’ noiosa da ascoltare) e dove, purtroppo, mancano totalmente i pezzi dei Free, cosa che mi ha un po’ sorpreso dato che metà del gruppo proviene da lì.

Il primo CD è una bomba, e parte con una tonante versione di Burnin’ Sky (titolo anche del nuovo disco di quell’anno), dominata dai riff secchi di Ralphs e dalla voce potente di Paul, che confluisce senza interruzioni nell’altrettanto vigorosa Too Bad, un avvio micidiale per un doppio album che promette faville. E le promesse non vengono smentite, a cominciare da Ready For Love, classica ballata anni settanta, otto minuti di rock a cinque stelle, proseguendo con la mossa Heartbeat, tra rock ed errebi (perfetta per la voce del leader) e con la fluida Morning Sun. Non sto a nominarle tutte, ma di certo non posso tralasciare l’aggressiva Man Needs Woman, con Rodgers e Ralphs formidabili, la godibile Leaving You o la splendida Shooting Star, uno dei loro pezzi più noti. Senza dimenticare la scintillante rock ballad Simple Man, con la voce di Paul più soulful che mai, l’irresistibile rock’n’roll Movin’ On, il quasi hard rock di Live For The Music e la bellissima Feel Like Makin’ Love, uno dei maggiori hit del gruppo.

Il secondo CD, tratto dal tour di Desolation Angels, è leggermente inferiore (ma proprio di poco), più che altro per un paio di pezzi minori e l’utilizzo per fortuna limitato del synth: si parte comunque benissimo con la stupenda Bad Company, una delle loro signature songs, guidata dal piano di Rodgers (suonato peraltro molto bene), melodia epica, solito prolungato assolo di Ralphs e notevole jam session finale, seguita da Gone, Gone, Gone, unico brano scritto da Burrell ed infatti non un granché, ma si corre subito ai ripari con una sontuosa Shooting Star, anche meglio di quella del 1977. Gli altri brani degni di nota (ma non è che quelli che non nomino li dovete saltare) sono il saltellante rock blues Rhythm Machine, con Ralphs incontenibile, la quasi sudista Oh, Atlanta, che non è quella dei Little Feat ma ne ricalca quasi lo stile, la vibrante e maestosa Run With The Pack, la rutilante Evil Wind, con la sezione ritmica che picchia come poche. Passando per un trittico di puro e trascinante rock’n’roll formato da Honey Child, Rock Steady e Rock’n’Roll Fantasy e per finire con la solita cristallina Feel Like Makin’ Love e con la strepitosa Can’t Get Enough, il loro più grande successo come singolo. In mezzo, l’unica cover del doppio, un’ottima e molto “hendrixiana” versione di Hey Joe.

I due live album usciti di recente che documentavano la reunion dei membri originali (meno Burrell, che è passato a miglior vita nel 2006) erano buoni, ma quello da avere assolutamente è questo Live 1977 & 1979.

Marco Verdi

Live “Natalizi” Che Passione! – The Who, Roger Waters, Queen, Rolling Stones

who live hyde park

The Who – Live In Hyde Park – Eagle Rock/Universal 2CD – 2CD/DVD – DVD – BluRay – 3LP/DVD – Deluxe 2CD/DVD/BluRay/Book

Roger Waters – The Wall – Legacy/Sony 2CD – 3LP – DVD – BluRay – 2BluRay Special Edition – Super Deluxe 2CD/4LP/3BluRay/Book

Queen – A Night At The Odeon – Virgin/EMI CD – 2LP – CD/BluRay – DVD – BluRay – Super Deluxe CD/DVD/BluRay/12” Single/Book

Rolling Stones – From The Vault: Live At The Tokyo Dome 1990

                           From The Vault: Live At Roundhay Park Leeds 1982 – Eagle Rock/Universal – 2CD/DVD – 3LP/DVD (Tokyo 4LP/DVD) – DVD – BluRay

Dopo aver illustrato l’ultimo live album (in tutti i sensi) di Eric Clapton, eccomi a fare un riepilogo di altre interessanti uscite inerenti a dischi incisi in concerto, tutti perfetti per l’imminente campagna natalizia: anche Manolenta avrebbe dovuto rientrare in questo elenco, ma ascoltandolo ho reputato che meritasse un post a parte…ecco comunque in breve (spero) un commento per ciascuno di questi live, come al solito disponibili in una infinità di formati diversi.

The Who – Live In Hyde Parkanche il gruppo di Pete Townshend e Roger Daltrey in teoria meriterebbe un post tutto suo, ma il mercato discografico non è certo sfornito di album dal vivo della band inglese, e la maggior parte sono usciti negli ultimi trent’anni, cioè da quando, per usare un eufemismo, i loro lavori in studio si sono sempre più diradati (e non è che le scalette negli anni siano mai variate di molto). Questo Live In Hyde Park è comunque importante in quanto documenta il concerto celebrativo dei loro cinquant’anni di carriera, tenutosi lo scorso mese di Agosto nel noto parco londinese di fronte a ben 65.000 persone. Quello che si fa apprezzare di questo doppio CD, oltre alla bravura della band di supporto (nella quale emergono senz’altro la granitica sezione ritmica formata da Pino Palladino e Zak Starkey, figlio di Ringo ed anche molto meglio come batterista, ed il fratello di Pete, Simon Townshend, alla chitarra ritmica), sono la perfezione del suono, davvero scintillante, e la forma dei due padroni di casa: Pete è la solita macchina da riff (sarà anche sordo, ma caspita se suona), e l’ugola di Roger, data in fase calante, reca ancora copiose tracce dell’antica potenza. I classici ci sono quasi tutti, a partire dall’uno-due iniziale da k.o. formato da I Can’t Explain e The Seeker, ma anche la sempre splendida The Kids Are Alright, le magnifiche Behind Blue Eyes, Pinball Wizard e I Can See For Miles, oltre a scelte meno scontate come Bargain e Join Together, usata a mo’ di singalong. C’è anche qualche assenza (Substitute, I’m A Boy, Happy Jack), ma quello che è presente è ottimo ed abbondante, E poi ci sono poche band al mondo che possono permettersi un bis con Baba O’Riley e Won’t Get Fooled Again. Altamente consigliato.

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Roger Waters – The Wall – finalmente ecco la testimonianza ufficiale dello spettacolo portato in giro dall’ex leader dei Pink Floyd negli ultimi anni. Anche qui l’audio è ottimo (non ho ancora visto la parte video, ma credo che se dovete scegliere vi conviene lasciar perdere il doppio CD, io l’ho visto dal vivo a Milano ed è uno degli spettacoli visivamente più entusiasmanti mai visti), e la band non sbaglia un colpo; inutile indicare le canzoni, le conoscete già tutti a memoria: il concerto è basato, più che sul disco originale, sulla versione che già nel 1980 i Floyd portavano in giro, quindi con le parti strumentali “tecniche” che servono a permettere il completamento del muro e la roccata e trascinante What Shall We Do Now? posta in coda ad Empty Spaces.

C’è anche una canzone nuova, The Ballad Of Jean Charles De Menezes, una ballata dal taglio epico che all’inizio riprende il tema di Another Brick In The Wall Part II. Come ho già detto, prendete la parte video (c’è anche la solita Super Deluxe costosissima – che esce l’anno prossimo – ma stavolta passo perché è davvero una presa per i fondelli, andate sul sito di Roger e capirete il perché).

queen a night at the odeon

Queen – A Night At The Odeon – pubblicazione finalmente ufficiale di un famoso concerto della band fronteggiata da Freddie Mercury e più volte bootlegato, registrato all’Hammersmith Odeon di Londra la vigilia di Natale del 1975, durante la tournée di A Night At The Opera. In quel periodo i Queen non avevano ancora impresso la svolta pop alla loro carriera, e dal vivo erano una vera macchina da guerra, con Mercury che già era quel favoloso animale da palcoscenico che tutti conosciamo (e che voce), Brian May un chitarrista sopraffino e versatile, Roger Taylor un martello e John Deacon un metronomo impeccabile.

Questo disco offre uno spaccato dello spettacolo dal vivo del quartetto, un concerto formidabile di puro hard rock con il meglio dai loro primi tre dischi (infatti A Night At The Opera è rappresentato solamente dalla ben nota Bohemian Rhapsody, tra l’altro posta quasi ad inizio concerto e divisa in due senza la parte operistica); comincia già a trovare spazio qualche episodio più “leggero” (Killer Queen, che comunque mi è sempre piaciuta assai, la scanzonata Bring Back That Leroy Brown), ma il resto è puro rock’n’roll ad alto tasso elettrico, dal trittico d’apertura Now I’m Here – Ogre Battle – White Queen, passando per la dura Brighton Rock, e senza dimenticare le trascinanti Keep Yourself Alive e soprattutto la maestosa Seven Seas Of Rhye. Nel ’75 i nostri non avevano ancora nel repertorio né We Will Rock YouWe Are The Champions, ed il concerto si chiude con la bluesata, e per loro abbastanza atipica, See What A Fool I’ve Been, all’epoca pubblicata solo sul lato B di un singolo.

rolling stones tokyo dome

Rolling Stones – Live At The Tokyo Dome 1990 – altro live appartenente alla serie From the Vaults, vede le Pietre impegnate nel tour di Steel Wheels, il disco del 1989 che li vedeva tornare in discreta forma dopo una decade difficile. Un buon concerto, ma secondo me meno esplosivo del solito: sarà la prolungata assenza dalle scene (era il primo tour dopo sette anni), ma l’impressione è che il quintetto (erano le ultime volte con Bill Wyman) suoni quasi con il freno a mano tirato, impressione confermata anche dal live uscito all’epoca, Flashpoint.

Comunque la professionalità è fuori discussione, e l’ascolto è comunque piacevole, con diversi episodi dal nuovo disco di allora (e Almost Hear You Sigh è una grande canzone, puro Stones sound) e con l’intensità che cresce man mano che si va avanti, con una rara e psichedelica 2000 Light Years From Home che si fonde con una fantastica Sympathy For The Devil, in una delle più belle versioni che ho sentito. Molto buona anche Ruby Tuesday, una delle loro ballate più note ma che dal vivo non viene suonata spesso.

rolling stones live in leeds

Rolling Stones – Live At Roundhay Park Leeds 1982 – uscito a meno di un mese dal live a Tokyo, questo è invece uno dei migliori episodi finora della serie, forse il migliore insieme a quello del 1971 al Marquee: secondo me è superiore anche a quello dell’Hampton Coliseum uscito lo scorso anno e facente riferimento allo stesso tour. Anche se le due scalette, a parte Angie suonata a Leeds, sono quasi sovrapponibili (e questo è stato motivo di critica tra i fans), qua mi sembra che le Pietre suonino con maggior furore e con uno spirito rock’n’roll ai massimi livelli, forse anche perché più rodati (è infatti l’ultimo concerto di quel tour biennale).

Un concerto decisamente rock, con le ballate ridotte al minimo, e splendide versioni di Under My Thumb, Let’s Spend The Night Together, una Black Limousine bluesata e sporca al punto giusto, una toccante Time Is On My Side (impreziosita dai controcanti sbilenchi ma pieni di fascino di Keith Richards) e la sempre bellissima Beast Of Burden, una delle canzoni degli Stones che preferisco da sempre.

Marco Verdi

Novità Di Novembre, Seconda Parte. Dana Fuchs, Neil Young, Chris Isaak, Leslie West, Queen, Beach Boys, Staple Singers, Tracy Chapman

neil young bluenote cafe

Seconda parte delle anticipazioni sulle uscite discografiche della seconda parte di novembre, se mi scusate la ripetizione. Partiamo con una “nuova” uscita di Neil Young. 

Francamente un solo disco ufficiale del canadese targato 2015 era troppo poco e quindi Young rimedia con questa uscita della “Performance Series” (ma ancora niente per il 2° cofanetto degli Archives): si tratta di un doppio CD (o quadruplo vinile) su Reprise/Warner intitolato Bluenote Café, tratto dal tour del 1988 per promuovere il disco This Note’s For You, quello della formazione con una robusta sezione fiati aggiunta. In totale dieci musicisti sul palco, Frank Sampedro alle tastiere, Rick Rosas al basso Chad Cromwell alla batteria, più sei fiatisti. Ci sono ben sette brani inediti eseguiti in quel tour e una versione epica di più di 19 minuti di Tonight’s The Night. 

Uscirà il 13 novembre e la particolarità del doppio CD è anche che i pezzi provengono da moltissimi concerti diversi: questa la tracklist completa, con i brani inediti evidenziati in neretto (e come vedete dalla lista completa dei musicisti, anche gli altri Crazy Horse, Talbot Molina appaiono in alcuni brani:

Disc 1:
Welcome To The Big Room*
Don’t Take Your Love Away From Me**
This Note’s For You***
Ten Men Workin’****
Life In The City****
Hello Lonely Woman****
Soul Of A Woman****
Married Man+
Bad News Comes To Town++
Ain’t It The Truth++
One Thing++
Twilight++

Disc 2:
I’m Goin’#
Ordinary People##
Crime In The City###
Crime Of The Heart####
Welcome Rap####
Doghouse####
Fool For Your Love####
Encore Rap####
On The Way Home+++
Sunny Inside####
Tonight’s The Night####

Recorded on location at:
* Mt. View Theater, Mt. View, CA – 11/7/87
** The Fillmore, San Francisco, CA – 11/12/87
*** The Palace, Hollywood, CA – 4/13/88
**** The World, NY, NY – 4/18/88
+ The World, NY, NY – 4/21/88
++ Agoura Ballroom, Cleveland, OH – 4/23/88
+++ Poplar Creek Music Theatre, Hoffman Estates, IL – 8/16/88
# CNE, Toronto, Canada – 8/18/88
## Lake Compounce, Bristol, CT – 8/23/88
### Jones Beach, Wantagh, NY – 8/27/88
#### Pier 84, NY, NY – 8/30/88

Band:
Neil Young – guitar & vocals

Bluenote Café:
Rick Rosas – bass
Chad Cromwell – drums
Frank Sampedro – keyboards
Steve Lawrence – lead tenor saxophone
Ben Keith – alto saxophone
Larry Cragg – baritone saxophone
Claude Cailliet – trombone
Tom Bray – trumpet
John Fumo – trumpet
Billy Talbot – bass
Ralph Molina – drums

Come curiosità aggiungerei che Neil Young sarà presente nel nuovo album, il terzo, dei Promise Of The Real Something Real. Solo in un brano, San Francisco, alle parti vocali, visto che il disco era pronto dal 2014 ma ne era stata rinviata l’uscita per fare posto a The Monsanto Years. Il CD è previsto per febbraio 2016 a nome Lukas Nelson & Promise Of The Real, questo è il video in anteprima della title-track, http://teamcoco.com/lukasnelson?playlist=x;eyJ0b3RhbCI6Mjk3LCJ0eXBlIjoidGFnIiwiaWQiOjE4fQ

dana fuchs broken down

Per il 10 novembre è prevista l’uscita di un nuovo disco di Dana Fuchs: come lascia intendere in titolo, Broken Down Acoustic Sessions, si tratta di una compilation di brani, editi ed inediti, ma tutti in versione acustica o comunque in solitaria, firmati dalla Fuchs con partner diversi, oltre ad una cover di Ain’t No Love In The Heart Of The City di Bobby Bland. Il disco non esce per la sua etichetta europea, la Ruf, ma per la Antler King, quindi immagino non sarà di facile reperibilità in Europa (e costoso, visto che si tratta di un SACD). Nel CD, oltre a Dana, voce, chitarra e piano, solo il suo chitarrista storico Jon Diamond, anche all’armonica Una piccola anticipazione che ci permette di gustare la voce della Fuchs che rimane straordinaria anche in versione stripped down e comunque il doppio dal vivo se non lo avete è fantastico https://www.youtube.com/watch?v=Ht8s4bi8z0w

Comunque questi sono i titoli dei brani:

1. Almost Home
2. The Lie
3. What Went Right
4. Climb Over
5. Ain’t No Love In The Heart Of The City
6. Baby Loves The Life
7. Moment Away
8. Wait Up
9. Kind Of Love
10. So Hard To Move
11. Say So Long
12. Keepsake
13. Misery
14. Sad Salvation

 

chris isaak first comes the night

Dopo quattro anni di silenzio nuovo album di studio, l’undicesimo, anche per Chris Isaak, si intitola First Comes The Night, esce il 13 novembre per la Vanguard del gruppo Concord/Universal, è prodotto dallo stesso Isaak, in collaborazione con Paul Worley, Mark Needham e il nuovo Re Mida Dave Cobb, tra Nashville e Los Angeles. Il nostro amico Chis difficilmente sbaglia un disco (anche se sono anni che non ne fa di bellissimi, ma magari è la volta buona, sentiremo): sono dodici tracce (e 17 nell’immancabile versione Deluxe), compreso un duetto con Michelle Branch:

 1. First Comes The Night
2. Please Don’t Call
3. Perfect Lover
4. Down In Flames
5. Reverie feat. Michelle Branch
6. Baby What You Want Me To Do
7. Kiss Me Like A Stranger
8. Dry Your Eyes
9. Don’t Break My Heart
10. Running Down The Road
11. Insects
12. The Way Things Really Are
Deluxe Edition Bonus Tracks:
13. Harder Than The Rest
14. Keep Me Hanging On
15. Every Night I Miss You More
16. The Girl That Broke My Heart
17. Love The Way You Kiss Me

Tutti brani originali, niente cover per l’occasione. Un paio di piccoli anticipi:

e

leslie west soundcheck

Per il 20 novembre è previsto un nuovo album di Leslie West Soundcheck, etichetta Mascot/Provogue. Ve lo anticipo brevemente, poi leggerete la recensione completa sul Buscadero e sul blog. Ci sono molti ospiti: Peter Frampton, Brian May, Max Middleton, Bonnie Bramlett Jack Bruce tra gli altri. Un onesto album di blues-rock e zone limitrofe.

tracy chapman greatest hits

Il giorno 20 novembre sono previsti in uscita alcuni inevitabili titoli per il mercato natalizio. A partire da questo Greatest Hits di Tracy Chapman, etichetta Elektra/Asylum, con ben un “inedito” (si fa per dire, una versione dal vivo di Stand By Me in una delle ultime puntate del David Letterman Show del 2015).

Questa la tracklist completa:

1. Telling Stories (2000)
2. Baby Can I Hold You (1988)
3. Change (2005)
4. The Promise (1995)
5. Open Arms (1992)
6. Subcity (1989)
7. Fast Car (1988)
8. Bang Bang Bang (1992)
9. Crossroads (1989)
10. Speak The Word (2000)
11. Smoke And Ashes (1995)
12. Sing For You (Single Edit) (2008)
13. You’re The One (2002)
14. Save Us All (2008)
15. All That You Have Is Your Soul (1989)
16. Talkin’ Bout A Revolution (1988)
17. Give Me One Reason (1995)
18. Stand By Me (Live at The Late Show With David Letterman) (2015)

queen a night at the odeon

Altro classico natalizio del gruppo Universal un bel disco dei Queen. A Night At The Odeon uscirà solo in sette versioni: CD – DVD – Blu-ray – CD+DVD – CD+Blu-Ray – 2 LP – Super Deluxe Box. Vi riporto qui sotto il contenuto del mega box, per sottrazione ottenete tutte le altre versioni:

* 1 CD, 1 SD BLU-RAY, 1 DVD, 12 Single, 60 page hardback book and concert memorabilia in lift-off lid box
* 60 page hardback book containing previously unseen photographs
* Reproduction of ticket from the concert
* Concert programme
* Conference badge
* Reproduction of the tour itinerary
* Six button badges
* Reproduction of the 1975 tour poster
* Reproduction of the sticker stage pass
* Reproduction of 2 balloons dropped into the crowd at the end of the 24th December 1975 Hammersmith show

CD
1. Now I’m Here
2. Ogre Battle
3. White Queen (As It Began)
4. Bohemian Rhapsody
5. Killer Queen
6. The March Of The Black Queen
7. Bohemian Rhapsody (Reprise)
8. Bring Back That Leroy Brown
9. Brighton Rock
10. Guitar Solo
11. Son And Daughter
12. Keep Yourself Alive
13. Liar
14. In The Lap Of The Gods… Revisited
15. Big Spender
16. Jailhouse Rock (Medley)
17. Seven Seas Of Rhye
18. See What A Fool I’ve Been
19. God Save The Queen

SD BLU-RAY+DVD
1. Now I’m Here
2. Ogre Battle
3. White Queen (As It Began)
4. Bohemian Rhapsody
5. Killer Queen
6. The March Of The Black Queen
7. Bohemian Rhapsody (Reprise)
8. Bring Back That Leroy Brown
9. Brighton Rock
10. Guitar Solo
11. Son And Daughter
12. Keep Yourself Alive
13. Liar
14. In The Lap Of The Gods… Revisited
15. Big Spender
16. Jailhouse Rock (Medley)
17. God Save The Queen

LIVE IN JAPAN 75
Recorded live at the Budokan, Tokyo, 1st May 1975
1. Now I’m Here
2. Killer Queen
3. In The Lap Of The Gods… Revisited

LOOKING BACK AT THE ODEON
Previously unreleased 22 minute documentary

40TH ANNIVERSARY 12 VINYL SINGLE
Side A Bohemian Rhapsody
Side B Now I’m Here (Odeon Soundcheck 1975) **Previously unreleased recording from the afternoon of 24th December 1975

*DVD and SD Blu-ray formats do not include Seven Seas Of Rhye or See What A Fool I’ve Been.

Nella Super Deluxe c’è anche il soundcheck pre-show mai sentito prima. Esce il 20 novembre.

Questi erano i migliori Queen di ogni tempo, quindi sembra interessante!

beach boys party

Altra immancabile strenna natalizia è una uscita dei Beach Boys. Cosa ti hanno pensato i tipi della Universal, ora proprietari del catalogo Capitol? Perché non riesumare un album poco conosciuto della loro discografia Beach Boys’ Party, aggiungerci un Uncovered and Unplugged e farlo diventare un doppio CD? E potrebbe anche funzionare perché l’album, che già era divertente nella versione originale diventa assolutamente interessante in questa nuova versione che elimina gli applausi fasulli che erano stati aggiunti in fase di mixaggio e ripristina il disco in tutta la sua bellezza, con l’aggiunta di una bella porzione di materiale inedito. E per una volta il tutto in una versione con formato e prezzo umano (doppio al prezzo di uno). Questi contenuti:

  Tracklist
[CD1]
1. Hully Gully (Party! Sessions Mix)
2. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix)
3. Tell My Why (Party! Sessions Mix)
4. Papa-Oom-Mow-Mow (Party! Sessions Mix)
5. Mountain Of Love (Party! Sessions Mix)
6. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix)
7. Devoted To You (Party! Sessions Mix)
8. Alley Oop (Party! Sessions Mix)
9. There’s No Other (Like My Baby) (Party! Sessions Mix)
10. I Get Around/Little Deuce Coupe (Party! Session Mix)
11. The Times They Are A-Changin’ (Party! Sessions Mix)
12. Barbara Ann (Party! Sessions Mix)
13. Let’s Get This Party Rolling (Party! Sessions Mix / Session #2)
14. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
15. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
16. (I Can’t Get No) Satisfaction (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
17. Hully Gully (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #1)
18. Blowin’ In The Wind (Party! Sessions Mix/Session #1)
19. Dialog – The Sunrays (Party! Sessions Mix/Session #1)
20. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
21. Dialog – The Masked Phantom (Party! Sessions Mix/Session #2)
22. Hully Gully (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
23. Dialog – Carl, Go Get Your Bass (Party! Sessions Mix/Session #2)
24. Hully Gully (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #2)
25. (I Can’t Get No) Satisfaction (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
26. Dialog – That’s A Bad Guitar (Party! Sessions Mix/Session #2)
27. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #2)
28. Dialog – What’s The Matter Carl (Party! Sessions Mix/Session #2)
29. Ruby Baby (Party! Sessions Mix/Take 4 – Session #2)
30. Dialog – Carl’s Tires (Party! Sessions Mix/Session #2)
31. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #2)
32. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #2)
33. Dialog – Wasn’t That Great Folks? (Party! Sessions Mix/Session #2)
34. Tell My Why (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
35. Don’t Worry Baby (Party! Sessions Mix/Session #2)
36. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
37. Little Deuce Coupe (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
38. California Girls (Party! Sessions Mix/Session #2)

[CD2]
1. She Belongs To Me / The Artist (Laugh At Me) (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
2. Fooling Around: Hang On Sloopy / You’ve Lost That Lovin’ Feelin’ / Twist And Shout (Party! Sessions Mix/Session #2)
3. Riot In Cell Block No. 9 (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #2)
4. Fooling Around: The Diary (Party! Sessions Mix/Session #2)
5. Dialog: I Think We Better Do This Next Week (Party! Sessions Mix/Session #2)
6. Dialog: Let’s Cook Now And Eat Later (Party! Sessions Mix/Session #3)
7. Tell Me Why (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
8. I Should Have Known Better (Party! Sessions Mix/Take 4 – Session #3)
9. Dialog: What I Want To Do (Party! Sessions Mix/Session #3)
10. Dialog: Are We Still In The Party? (Party! Sessions Mix/Session #3)
11. Mountain Of Love (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
12. Dialog: Where’s Denny? (Party! Sessions Mix/Session #3)
13. Devoted To You (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
14. Dialog: What Are You Doing Now (Party! Sessions Mix/Session #3)
15. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
16. Dialog: This Phony Party / Ticket To Ride (Party! Sessions Mix/Session #3)
17. Alley Oop (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
18. Alley Oop (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
19. Dialog: Tune It Like This (Party! Sessions Mix/Session #3)
20. There’s No Other (Like My Baby) (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #3)
21. There’s No Other (Like My Baby) (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
22. Dialog: Do The Splits (Party! Sessions Mix/Session #3)
23. Devoted To You (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #3)
24. Devoted To You (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #3)
25. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #4)
26. I Get Around (Party! Sessions Mix/Session #4)
27. Little Deuce Coupe (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
28. Mountain Of Love (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
29. Ticket To Ride (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
30. Riot In Cell Block No. 9 (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
31. The Artist (Laugh At Me) (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #4)
32. One Kiss Led To Another (Party! Sessions Mix/Session #4)
33. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 4 – Session #5)
34. You’ve Got To Hide Your Love Away (Party! Sessions Mix/Take 5 – Session #5)
35. Dialog: What Did You Stop Us For Chuck? (Party! Sessions Mix/Session #5)
36. The Times They Are A-Changin’ (Party! Sessions Mix/Session #5)
37. Fooling Around: Heart And Soul / Long Tall Sally (Party! Sessions Mix/Session #5)
38. Fooling Around: The Boy From New York City (Party! Sessions Mix/Session #5)
39. Smokey Joe’s Café (Party! Sessions Mix/Session #5)
40. Dialog: I Got One More (Party! Sessions Mix/Session #5)
41. Barbara Ann (Party! Sessions Mix/Take 1 – Session #5)
42. Barbara Ann (Party! Sessions Mix/Take 2 – Session #5)
43. Barbara Ann (Party! Sessions Mix/Take 3 – Session #5)

81 brani per un doppio non è male, anche se alcuni sono solo frammenti o dialoghi tra una canzone e l’altra. Data di uscita 20 novembre.

Ancora niente video nuovi, per cui un estratto dal disco originale

staple singers faith and grace

E per concludere la lista di oggi (questo in uscita il 13 novembre negli States, il 20 novembre in Europa, in Italia credo la settimana dopo) un bel cofanetto degli Staple Singers, uno dei più grandi gruppi della storia della musica nera, la band di babbo Pops, di Mavis Staples e delle sorelle Cleotha Yvonne, oltre a fratello Pervis, un ensemble di vocalists straordinari, com Mavis che si elevava sopra la mischia e a cui sono già stati dedicati diversi cofanetti in passato, ma questo Faith and Grace: A Family Journey 1953-1976 ha tutta l’aria di essere quello definitivo. 4 CD e un 45 giri in vinile in omaggio, 80 canzoni (più le due singolo) una più bella dell’altra. Ecco il contenuto:

[CD1]
1. It Rained Children
2. I Just Can’t Keep It To Myself
3. Each Day
4. God’s Wonderful Love
5. If I Could Hear My Mother Pray Again
6. I’ve Got A New Home
7. Uncloudy Day
8. Come On Up In Glory
9. I Know I Got Religion
10. Swing Down Chariot (Let Me Ride)
11. I Had A Dream
12. Help Me Jesus
13. Low Is The Way
14. This May Be The Last Time [Alternate Take]
15. So Soon
16. I’m So Glad
17. Pray On
18. Good News
19. Downward Road
20. Don’t Drive Me Away

[CD2]
1. Will The Circle Be Unbroken
2. Don’t Knock
3. Medley: Too Close/I’m On My Way Home/I’m Coming Home/He’s Alright [Live]
4. Swing Low
5. Calling Me
6. Stand By Me
7. Hammer And Nails
8. Gloryland
9. Hear My Call, Here
10. Nobody Knows The Trouble I’ve Seen
11. New-Born Soul
12. Dying Man’s Plea
13. Great Day
14. There Was A Star
15. Use What You Got
16. Let That Liar Alone
17. I Can’t Help From Cryin’ Sometime
18. Blowin’ In The Wind
19. This Land Is Your Land
20. I Know I’ve Been Changed

[CD3]
1. A Hard Rain’s Gonna Fall
2. Masters Of War
3. What Are They Doing (In Heaven Today)
4. Wish I Had Answered [Live At Newport]
5. I’ll Fly Away
6. Tell Him What You Want [Stapleton Singers]
7. Be Careful Of The Stones You Throw
8. Samson & Delilah
9. As An Eagle Stirreth Her Nest
10. Freedom Highway
11. Why (Am I Treated So Bad)
12. John Brown
13. Waiting For My Child
14. It’s Been A Change
15. For What It s Worth
16. Let’s Get Together
17. Crying In The Chapel [Mavis Staples With The Staple Singers]
18. Long Walk To D.C.
19. Got To Be Some Changes
20. Slow Train

[CD4]
1. I See It
2. The Ghetto
3. When Will We Be Paid
4. God Bless The Children
5. The Challenge
6. Brand New Day [Theme From The Motion Picture The Landlord]
7. Heavy Makes You Happy (Sha-Na-Boom Boom)
8. I Like The Things About You
9. You’re Gonna Make Me Cry
10. Respect Yourself
11. I’ll Take You There
12. This World
13. I’m Just Another Soldier
14. Are You Sure
15. If You’re Ready (Come Go With Me)
16. Touch A Hand, Make A Friend
17. Back Road Into Town
18. Let’s Do It Again
19. The Weight [The Band feat. Staple Singers]
20. Respect Yourself [Demo]

L’etichetta è Stax/Concord ma contiene materiale da tutte le etichette per cui ha inciso il gruppo e anche brani licenziati da altre case discografiche (tipo il brano da Last Waltz)

Per oggi è tutto, ma ci sono altre uscite interessanti in novembre, tipo la seconda uscita del mese della serie From The Vault degli Stones o il CD, Blu-ray, DVD, LP e box del concerto a Hyde Park 2015 degli Who, oltre ad altre uscite, anche nella prima decade di dicembre, ma ne parliamo prossimamente.

Bruno Conti

Buone O Cattive Notizie Per I Fans Dei Queen? Vedete Voi! Live At The Rainbow ’74 In Uscita il 9 Settembre

queen live at the rainbow '74 queen live at the rainbow '74 dvd blu-ray

La risposta al quesito del Post dipende sempre se tenete di più al portafoglio o al cuore, la zona è limitrofa. Andiamo a vedere cosa conterrà e soprattutto in quante versioni verrà pubblicato questo Queen Live At The Rainbow ’74.

Versione CD singola

SHEER HEART ATTACK TOUR
Live at the Rainbow, November ’74

https://www.youtube.com/watch?v=KxJ9AI8OMdA

1. Procession
2. Now I’m Here
3. Ogre Battle
4. Father To Son
5. White Queen (As It Began)
6. Flick Of The Wrist
7. In The Lap Of The Gods
8. Killer Queen
9. The March Of The Black Queen
10. Bring Back That Leroy Brown
11. Son And Daughter
12. Guitar Solo
13. Son And Daughter (Reprise)
14. Keep Yourself Alive
15. Drum Solo
16. Keep Yourself Alive (Reprise)
17. Seven Seas Of Rhye
18. Stone Cold Crazy
19. Liar
20. In The Lap Of The Gods… Revisited
21. Big Spender
22. Modern Times Rock ’n’ Roll
23. Jailhouse Rock
24. God Save The Queen

Versione 2 CD, disponibile anche in quadruplo vinile

CD 1

QUEEN II TOUR
Live at the Rainbow, March ’74

1. Procession
2. Father To Son
3. Ogre Battle
4. Son And Daughter
5. Guitar Solo
6. Son And Daughter (Reprise)
7. White Queen (As It Began)
8. Great King Rat
9. The Fairy Feller’s Master-Stroke
10. Keep Yourself Alive
11. Drum Solo
12. Keep Yourself Alive (Reprise)
13. Seven Seas Of Rhye
14. Modern Times Rock ’n’ Roll
15. Jailhouse Rock (Medley)
Stupid Cupid (Medley)
Be Bop A Lula (Medley)
16. Liar
17. See What A Fool I’ve Been

CD 2

SHEER HEART ATTACK TOUR
Live at the Rainbow, November ’74

1. Procession
2. Now I’m Here
3. Ogre Battle
4. Father To Son
5. White Queen (As It Began)
6. Flick Of The Wrist
7. In The Lap Of The Gods
8. Killer Queen
9. The March Of The Black Queen
10. Bring Back That Leroy Brown
11. Son And Daughter
12. Guitar Solo
13. Son And Daughter (Reprise)
14. Keep Yourself Alive
15. Drum Solo
16. Keep Yourself Alive (Reprise)
17. Seven Seas Of Rhye
18. Stone Cold Crazy
19. Liar
20. In The Lap Of The Gods… Revisited
21. Big Spender
22. Modern Times Rock ’n’ Roll
23. Jailhouse Rock
24. God Save The Queen

Versione DVD o Blu-ray, queste su etichetta Eagle Rock, le altre usciranno per la Virgin/EMI/Universal o Universal/Island in Europa e su Hollywood/Universal negli USA

Standard DVD and SD Blu-Ray, solo per gli Stati Uniti uscirà un cosiddetto combo che riunirà sia il DVD che il Blu-Ray:
SHEER HEART ATTACK TOUR
Live at the Rainbow, November ’74

1. Procession
2. Now I’m Here
3. Ogre Battle
4. Father To Son
5. White Queen (As It Began)
6. Flick Of The Wrist
7. In The Lap Of The Gods
8. Killer Queen
9. The March Of The Black Queen
10. Bring Back That Leroy Brown
11. Son And Daughter
12. Guitar Solo
13. Son And Daughter (Reprise)
14. Keep Yourself Alive
15. Drum Solo
16. Keep Yourself Alive (Reprise)
17. Seven Seas Of Rhye
18. Stone Cold Crazy
19. Liar
20. In The Lap Of The Gods… Revisited
21. Big Spender
22. Modern Times Rock ’n’ Roll
23. Jailhouse Rock
24. God Save The Queen

BONUS TRACKS

QUEEN II TOUR
Live at the Rainbow, March ’74

1. Son And Daughter
2. Guitar Solo
3. Son And Daughter (Reprise)
4. Modern Times Rock ’n’ Roll

Doppio vinile

QUEEN II TOUR
Live at the Rainbow, March ’74

1. Procession
2. Father To Son
3. Ogre Battle
4. Son And Daughter
5. Guitar Solo
6. Son And Daughter (Reprise)
7. Keep Yourself Alive
8. Drum Solo
9. Keep Yourself Alive (Reprise)
10. Seven Seas Of Rhye
11. Modern Times Rock ’n’ Roll
12. Liar

SHEER HEART ATTACK TOUR
Live at the Rainbow, November ’74

1. Procession
2. Now I’m Here
3. White Queen (As It Began)
4. Flick Of The Wrist
5. In The Lap Of The Gods
6. Killer Queen
7. The March Of The Black Queen
8. Bring Back That Leroy Brown
9. Stone Cold Crazy
10. In The Lap Of The Gods… Revisited

Devo ancora studiare bene, ma quindi parrebbe che di ritono dalle ferie, dove avrete risparmiato quel centone o poco più di euro, per avere il tutto vi toccherà acquistare questa versione Superdeluxe quadrupla.

queen live at the rainbow '74 deluxe

Contenuto:

Il doppio CD

Il DVD e il Blu-Ray

Megalibro di 60 pagine confezione hardbook

Riproduzione di due biglietti dello show di Marzo, pare appartenuti ai genitori di Brian May

Riproduzione del Tour Itinerary dei concerti di Marzo contenente le raccomandazioni del promoter Neal Bush, compresa una lettera in cui li si pregava di non fare atti di vandalismo nelle camere di albergo

La riproduzione della brochure di 8 pagine relativa allo spettacolo

Le due spillette, tipo quelle che venivano vendute ai concerti

La riproduzione del poster dei concerti di marzo. nei colori viola e dorato

Una riproduzione di un servizio di moda pubblicato dalla rivista Telegraph, con il gruppo fotografato insieme ad alcune modelle

Lo sticker dello stage pass sembra del concerto di Marzo.

Fine: direi che potete iniziare a risparmiare. Il periodo è quello di Queen II e Sheer Heart Attack quando Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon formavano una poderosa rock band pura e dura!

Alla prossima anticipazione.

Bruno Conti