La Fantastica Epopea Di Un Gruppo Fondamentale. Robbie Robertson And The Band – Once Were Brothers

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Robbie Robertson And The Band – Once Were Brothers – Magnolia BluRay – DVD

E’ con colpevole ritardo (su sollecitazione del titolare del Blog) che mi occupo di Once Were Brothers, splendido docu-film dedicato a The Band e narrato in prima persona da Robbie Robertson: dopo essere stato per breve tempo nei cinema, lo scorso anno è uscito in DVD e BluRay, ed il sottoscritto aveva aspettato ad accaparrarselo confidando in una edizione che comprendesse anche i sottotitoli in italiano, cosa che però non si è mai verificata. La recente ristampa deluxe di Stage Fright ha però riacceso in me l’interesse nel progetto, e devo dire che, vista la qualità del film, non so che cosa stessi attendendo! Once Were Brothers (prodotto dai registi premi Oscar Martin Scorsese e Ron Howard e diretto da Daniel Roher) è infatti una magnifica testimonianza sull’epopea di uno dei gruppi più fondamentali ed influenti della nostra musica, attraverso le voci dei protagonisti e di musicisti che in un modo o nell’altro devono molto al suono del quintetto canadese, una miscela vincente di rock, soul, errebi, blues, folk e country che oggi chiamiamo Americana ma che nella seconda metà degli anni sessanta in pratica non esisteva https://www.youtube.com/watch?v=bu1ksBNTTdw .

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Credetemi, l’assenza dei sottotitoli dopo pochi minuti dall’inizio della visione non sarà più un problema, in quanto Robertson parla un inglese comprensibilissimo ed in più porge le frasi con molta lentezza, ed anche gli ospiti, a parte un paio di casi, evitano accuratamente di mangiarsi le parole (le due eccezioni sono Levon Helm e Ronnie Hawkins). Dicevo degli ospiti, una parte importantissima in quanto a parte Robbie che funge da leader (d’altronde è l’ideatore del progetto) troviamo le testimonianze dei suoi ex compagni, ovviamente d’archivio dato che tre quinti del gruppo non è più tra noi (Garth Hudson, l’unico ancora in vita a parte Robertson, non appare in video ma presta la voce per un breve commento), e per lo stesso motivo risalgono agli anni novanta gli interventi di George Harrison.

238 The Band, Robbie and Dominique Robertson, Woodstock, NY, 1968.

238 The Band, Robbie and Dominique Robertson, Woodstock, NY, 1968.

Ma non è finita, in quanto il fiore all’occhiello sono coloro che hanno scelto di apparire nel film con interviste ex novo, gente del calibro di Bruce Springsteen, Eric Clapton, Van Morrison (una rarità), Taj Mahal, Peter Gabriel, David Geffen, i già citati Hawkins e Scorsese, la bellissima moglie di Robbie Dominique Robertson ed il loro primo produttore John Simon, mentre la partecipazione di Bob Dylan strombazzata sulla locandina del film si riduce ad un breve intervento estrapolato dal “suo” docu-film No Direction Home (manca invece stranamente Elton John, un altro i cui primi album risentivano parecchio della lezione dei nostri) https://www.youtube.com/watch?v=gHWha9M1Llo . Il film inizia con Robertson in studio di registrazione a dare gli ultimi ritocchi alla canzone che intitola il film (uscita nel 2019 all’interno del non eccelso Sinematic), e subito parte il racconto della sua infanzia e di come giovanissimo fosse stato fulminato sulla via del rock’n’roll in particolare da Chuck Berry. Poi c’è il ricordo della sua prima chitarra e quello, ben più traumatico, di quando sua madre (nativa americana di origine Mohawk) lo prese da parte per rivelargli che suo marito, James Robertson, non era il suo padre biologico, che in realtà era un ex giocatore d’azzardo ebreo in odor di mafia chiamato Alexander Klegerman, oltretutto ex galeotto ed in seguito rimasto ucciso in uno strano e poco chiaro incidente.

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Poi si passa al racconto delle sue prime band giovanili, fino a quando non fu notato da Hawkins che lo prese come chitarrista nei suoi Hawks, dove legò subito con Levon Helm (a cui per tutta la sua carriera, e nonostante i problemi che sorgeranno dopo tra i due, Robbie guarderà con profonda venerazione) e si rivelò anche un precoce songwriter, scrivendo due brani per Ronnie all’età di 15 anni. Poi si arriva agli anni sessanta ed al rapporto che gli cambierà la vita: quello con Dylan, conosciuto tramite la comune amicizia con John Hammond Jr. (quindi il bluesman, non il padre talent-scout che tra l’altro di Bob fu lo scopritore). Dylan in quel periodo aveva deciso per la famosa svolta elettrica e stava cercando una band che partisse in tour con lui, e gli Hawks erano la scelta perfetta; ma non fu tutto rose e fiori, in quanto come è ben noto la nuova veste sonora di Bob non fu molto apprezzata dai fans della prima ora, e molti concerti finivano con il pubblico che contestava pesantemente la band sul palco. Questo fatto esasperò Helm al punto da costringerlo a lasciare i compagni nel bel mezzo del tour (fu rimpiazzato in fretta e furia da Mickey Jones), ma durante la parte europea della tournée, per la precisione a Parigi, Robbie conobbe anche la sua futura (e in seguito divorziata, ma sono rimasti vicini) moglie, che nel film ricorda come all’epoca non parlasse una sola parola d’inglese.

Garth Hudson (left), Robbie Robertson, Levon Helm, Richard Manuel and Rick Danko of The Band pose for a group portrait in London in June 1971.

Garth Hudson (left), Robbie Robertson, Levon Helm, Richard Manuel and Rick Danko of The Band pose for a group portrait in London in June 1971.

Il fulcro del film è però naturalmente la trasformazione del gruppo da The Hawks a The Band, con i nostri che andarono a vivere a Woodstock nella famosa casa rosa che comparirà sulla copertina del loro primo album. Da qui ebbe inizio una serie di sessions tenute insieme a Dylan, loro vicino di casa (i famosi Basement Tapes), con Robertson che prese sempre di più confidenza con il songwriting al punto da arrivare a pubblicare un album fantastico e che introdurrà un sound totalmente nuovo (Music From Big Pink appunto), tra l’altro con Helm che era tornato con grande felicità di tutti a far parte del gruppo. Bella in particolare la rievocazione di Robertson su come gli fossero venuti in mente i primi versi di The Weight, che diventerà il loro brano più famoso, mentre Clapton ribadisce un concetto da lui espresso già altre volte, e cioè che Big Pink gli ha cambiato la vita, convincendolo che al mondo non c’era solo il blues. Il racconto prosegue poi con il successo di critica e pubblico del secondo fantastico album The Band, la nascita della primogenita di Robbie, e le prime crepe che arriveranno durante la lavorazione di Stage Fright, con Helm, Rick Danko e Richard Manuel dediti all’uso di droghe che spesso inibivano la loro efficacia in studio e la loro concentrazione (oltre a far loro rischiare la vita in molteplici incidenti d’auto).

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Da qui in poi il film subisce una decisa accelerazione, come se si fosse scelto di finire a cento minuti totali mentre si poteva benissimo arrivare alle due ore (ed è il difetto principale della pellicola, che gli costa almeno mezza stelletta in meno): da qui in poi gli album rimanenti del gruppo non vengono neppure nominati, ma ci si limita a raccontare come, su sollecitazione di Geffen, Roberston e famiglia lasciarono Woodstock (che il noto discografico ed allora presidente della Asylum definisce uno “shithole”, e direi che non serve la traduzione) per trasferirsi a Malibu dove presero una casa sulla spiaggia, cercando di coinvolgere anche gli altri quattro membri della band che però reagirono con meno entusiasmo (ed infatti Hudson vive a Woodstock ancora oggi). Poi c’è un brevissimo accenno al fortunato tour americano del 1974 ancora con Dylan e subito si passa allo show d’addio del novembre 1976 al Winterland di San Francisco immortalato nel mitico film The Last Waltz.

robbie robertson levon helm

Nella parte finale Robertson si limita a rievocare i problemi che avrà dopo lo scioglimento del gruppo con Helm, il quale gli imputerà il mancato riconoscimento della co-scrittura di alcune canzoni ed il pagamento delle relative royalties: i due non si rivolgeranno più la parola fino alla morte di Levon, e Robertson esprime il suo rammarico per non aver potuto far pace con l’amico dal momento che quando lo andò a trovare sul letto di morte non era già più capace di intendere. E qui troviamo un altro piccolo difettuccio del film (inferiore però come importanza a quello della durata), e cioè il fatto che durante la narrazione sentiamo solo la campana di Robbie, cosa in fondo comprensibile dato che il progetto è il suo e chi avrebbe potuto smentirlo non è più comunque tra noi, ma che lascia comunque un sapore latente di agiografia. Ma sono comunque quisquilie: Once Were Brothers è un signor “rockumentario”, che racconta in maniera coinvolgente ed anche toccante la storia di uno dei gruppi più importanti si sempre. Da non perdere.

Marco Verdi

Parte “Rockumentario” E Parte Fiction, Ma Nell’Insieme Una Vera Goduria! Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story

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Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story – The Criterion Collection Blu-Ray – DVD

E’ finalmente disponibile da pochi giorni su Blu-Ray o DVD la versione fisica di Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story (peccato che costi un botto), splendido lungometraggio diretto da Martin Scorsese uscito nel 2019 per la piattaforma Netflix, che documenta appunto la prima parte del leggendario tour di Bob Dylan con la Rolling Thunder Revue, un gigantesco carrozzone di musicisti, poeti ed artisti di vario genere che girò l’America nel biennio 1975-1976: in particolare il film si concentra sul ’75, quando la tournée girava perlopiù nei piccoli teatri con concerti che spesso venivano organizzati senza molto preavviso, prendendo spunto un po’ dai “Medicine Show” di fine ottocento ed un po’ dalla Commedia Dell’Arte italiana (mentre nel ’76 Dylan, anche per rientrare dalle perdite dell’anno prima – la troupe la doveva comunque pagare – si esibì in arene più convenzionali per un concerto rock degli anni 70) https://www.youtube.com/watch?v=RulpXOLn6BI .

last waltz

Non è la prima volta che Scorsese si cimenta con film a sfondo musicale: a parte il mitico The Last Waltz vorrei ricordare il film-concerto Shine A Light dei Rolling Stones o la splendida biografia di George Harrison Living In The Material World, e, con Dylan stesso come protagonista, il capolavoro No Direction Home, probabilmente uno dei migliori “rockumentari” di sempre se non il migliore. Rolling Thunder Revue non raggiunge quei livelli ma non ci va neanche troppo lontano, ed in due ore e venti minuti che scorrono in un baleno ci delizia con uno strepitoso mix di scene inedite girate all’epoca, altre prese dal famoso film Renaldo And Clara ed alcune interviste recenti ai protagonisti, oltre ovviamente a diverse performance musicali https://www.youtube.com/watch?v=uDikcwqQDr8 . Tra gli intervistati la parte principale è ovviamente quella dello stesso Dylan (non era scontata la sua presenza visto il personaggio), che come spesso capita tende a commentare con ironia le varie fasi del tour cercando di togliergli quella patina di leggenda, affermando tra il serio ed il faceto di non ricordare quasi nulla di ciò che avvenne, e sentenziando alla fine che a distanza di 40 anni della Rolling Thunder Revue non è rimasto niente, “solo cenere”.

no direction homerenaldo e clara

Altre interviste, a parte alcune “particolari” che vedremo tra poco, riguardano Joan Baez, che si ricongiungeva in tour con Bob a distanza di dieci anni, il giornalista Larry “Ratso” Sloman, incaricato da Rolling Stone di seguire il carrozzone, il poeta Allen Ginsberg (in immagini di repertorio essendo morto nel 1997), anch’egli tra i protagonisti della tournée, alcuni musicisti ed ospiti dei vari concerti (Roger McGuinn, Ramblin’ Jack Elliot, Ronee Blakely, David Mansfield, uno spettacolare Ronnie Hawkins uguale a Babbo Natale), l’attore, scrittore e drammaturgo Sam Shepard, ingaggiato da Dylan per lo script di Renaldo And Clara, ed l’ex pugile Rubin “Hurricane” Carter, protagonista all’epoca di un celebre caso di malagiustizia cantato da Bob nella nota Hurricane. Il film inizia con le immagini dei rehearsals per il tour, in cui un Dylan rilassato e sorridente improvvisa varie canzoni in studio tra le quali Rita May, Love Minus Zero/No Limit ed il classico di Merle Travis Dark As A Dungeon. Poi ci si sposta al Gerde’s Folk City di New York, famoso locale del Village in cui un giovane Dylan mosse i primi passi e nel quale all’inizio del 1975 ci fu una rimpatriata sotto gli occhi estasiati del proprietario Mike Porco: le immagini mostrano Bob che si esibisce con la Baez ed altri musicisti che entreranno a far parte della RTR (si intravedono Bob Neuwirth e David Blue), e poi lo inquadrano tra il pubblico (seduto vicino a Bette Midler) assistere ad una performance di Archer Song da parte di Patti Smith accompagnata alla chitarra da Eric Andersen.

patti smith rtrIl film si dipana poi in veri momenti di vita on the road (con Dylan che spesso è alla guida del tour bus): non vi racconto le varie scene per filo e per segno, ma vorrei segnalare un paio di momenti divertenti che riguardano Ginsberg, che prima legge il suo Kaddish ad una platea di arzille pensionate in una sala bingo e poi, visto che man mano che il tour proseguiva il suo spazio on stage era sempre più ridotto, per rendersi utile dà una mano alla troupe con i bagagli (questa scena era presente sulla versione di Netflix ma sul Blu-Ray viene solo accennata) https://www.youtube.com/watch?v=iUD5snx-XOo . Ci sono anche due momenti notevoli dal punto di vista musicale, il primo toccante con Dylan che suona The Ballad Of Ira Hayes di Peter LaFarge di fronte ad una platea di Indiani d’America, ed il secondo straordinario con una versione superba di Coyote di Joni Mitchell cantata dalla stessa cantautrice canadese accompagnata da Dylan e McGuinn alle chitarre, il tutto a casa di Gordon Lightfoot che, in canottiera, osserva i tre sullo sfondo https://www.youtube.com/watch?v=zeaO5UZ5OcI .

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Ma il film ha fatto parlare di sé anche per quattro interviste a personaggi inventati o che narrano storie non vere, una cosa molto “da Dylan” alla quale lo stesso Bob si è prestato volentieri. La prima riguarda il fantomatico Stefan Van Dorp, che in teoria dovrebbe essere il regista originale delle immagini del 1975 ma in realtà non è mai esistito e nelle interviste viene interpretato dall’attore Martin Von Haselberg, marito tra l’altro della Midler. Poi ci sono le testimonianze di Jim Gianopulos, che è un vero discografico (ed attuale presidente della Paramount) e qui viene presentato come il promoter del tour ma in realtà non ebbe mai nulla a che vedere con esso, e del senatore Jack Tanner che non esiste, essendo l’attore Michael Murphy che riprende un suo personaggio di una serie TV degli anni 80 diretta da Robert Altman. E poi, dulcis in fundo, abbiamo il “fake” più succoso di tutti, in cui una stupenda Sharon Stone (è incredibile come stia invecchiando splendidamente senza l’aiuto apparente della chirurgia estetica) racconta di quando appena diciannovenne andò ad un concerto del tour con sua madre indossando una maglietta dei Kiss e fu notata nel backstage da Dylan che scambiò con lei qualche battuta, ed incontrandola di nuovo qualche settimana dopo la convinse ad unirsi al tour come aiuto-costumista, lasciando intendere che tra i due ci sia stato anche un breve flirt.

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La cosa pare essere totalmente inventata, anche perché la Stone all’epoca di anni ne aveva 17 e quindi una relazione con Dylan avrebbe potuto creare qualche imbarazzo, però è raccontata dai due in maniera decisamente credibile: inoltre qui si apre un altro mini-fake, e cioè che Bob aveva avuto l’idea di dipingersi la faccia prima dei concerti con la RTR dopo aver assistito ad uno show proprio dei Kiss, al quale era stata portato dalla violinista Scarlet Rivera che all’epoca usciva con Gene Simmons (è falso che il trucco facciale dei membri della band sia stato influenzato dalla hard rock band di New York, ma stranamente il fatto che Simmons e la Rivera si vedessero sembra vero). Last but not least, i vari momenti musicali presenti sono davvero di altissimo profilo in quanto Dylan all’epoca era all’apice come performer ed anche disponibile verso i fans (divertente il siparietto quando qualcuno dal pubblico urla “Bob Dylan for President!” ed il nostro risponde ridendo “President of what?”) https://www.youtube.com/watch?v=9wKi3_W6sQo .

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Le canzoni presenti, in parte o complete (e che comunque si trovano tutte sul cofanetto The 1975 Live Recordings del 2019) https://www.youtube.com/watch?v=HCAiAf21K20 sono Mr. Tambourine Man, When I Paint My Masterpiece, una strepitosa A Hard Rain’s A-Gonna Fall in versione rock-blues, I Shall Be Released e Blowin’ In The Wind in duetto con la Baez, Hurricane, The Lonesome Death Of Hattie Carroll (splendida anche questa), Isis, Oh Sister, Simple Twist Of Fate, One More Cup Of Coffee https://www.youtube.com/watch?v=4viQhTmhDX8  ed una Knockin’ On Heaven’s Door in cui Bob divide il microfono con McGuinn https://www.youtube.com/watch?v=4viQhTmhDX8 . Il dischetto, oltre a contenere un bellissimo libretto con foto inedite e scritti di Shepard e Ginsberg, è masterizzato digitalmente con la tecnologia 4K e tra gli extra contiene una esauriente intervista a Scorsese e tre performance aggiuntive (e complete)  https://www.youtube.com/watch?v=SqmTfkf7GRg di Tonight I’ll Be Staying Here With You, Romance In Durango e Tangled Up In Blue; l’unica pecca per chi non fosse troppo padrone della lingua straniera è il fatto che i sottotitoli siano solo in inglese per i non udenti (ma non escludo come già successo per il film su Harrison una versione italiana fra qualche mese. Un film quindi che non esito a definire impedibile: siamo solo a febbraio ma potremmo già avere per le mani il DVD/Blu-Ray dell’anno.

Marco Verdi

Non E’ Un Brutto Disco, Ma Nemmeno Bello! Robbie Robertson – Sinematic

robbie robertson sinematic

Robbie Robertson – Sinematic – Universal CD

Robbie Robertson, ex leader e principale compositore di The Band (ma che ve lo dico a fa?), ha sempre avuto una passione per le colonne sonore, e da quando ha messo in pensione il suo vecchio gruppo è sempre stato più impegnato a produrre soundtracks che album di canzoni come solista. Eppure da lui sarebbe stato lecito aspettarsi ben altro, dato che stiamo parlando di uno (almeno per il sottoscritto) dei più grandi songwriters di tutti i tempi, titolo guadagnato durante i dieci anni di storia discografica della Band: ma da quando i cinque si sono detti addio all’indomani del mitico concerto The Last Waltz, pare che Robbie abbia voluto in maniera insistita prendere le distanze da loro, e non solo per i cattivi rapporti con Levon Helm. Se era prevedibile il non partecipare alle successive reunion del gruppo, era un po’ meno scontato non riprenderne più il caratteristico sound negli album pubblicati da solista: Robbie Robertson, seppur ottimo, sembrava un disco degli U2 (presenti tra l’altro in session, e poi il produttore era Daniel Lanois), il raffinato Storyville era molto influenzato dal suono di New Orleans, mentre i seguenti Music For The Native Americans e Contact From The Underworld Of Redboy (bello il primo, poco riuscito il secondo) erano due dischi che trattavano il tema appunto dei Nativi Americani (Robbie lo è da parte di madre) con sonorità abbastanza moderne e, nel secondo caso, spiazzanti.

Solo nell’ultimo How To Become Clairvoyant (2011) c’era qualche pezzo che ravvivava la vecchia fiamma della Band https://discoclub.myblog.it/2011/04/07/purtroppo-no-robbie-robertson-how-to-become-clairvoyant/ , ed il disco infatti mi era piaciuto anche più di Music For The Native Americans che aveva ricevuto critiche migliori: quando ho letto che a distanza di ben otto anni da Clairvoyant Robertson stava per pubblicare finalmente un nuovo disco, ho avuto un moto di soddisfazione, che purtroppo non ha avuto seguito una volta ultimato l’ascolto. Con Sinematic (ispirato da due colonne sonore alle quali ha lavorato di recente: il documentario sulla Band Once Were Brothers, in cui finalmente fa pace col suo passato, e l’ultimo film di Martin Scorsese The Irishman) Robbie ha infatti nuovamente evitato di dare al pubblico quello che si aspettava, mettendo insieme una serie di canzoni dal suono decisamente moderno e con soluzioni sonore che mi hanno fatto storcere il naso più di una volta. Va bene che il nostro non si è mai adagiato sugli allori e si è sempre messo in discussione, ma a questo punto mi vengono dei dubbi sul fatto di essere di fronte allo stesso cantautore che cinquant’anni fa faceva vibrare il mondo con canzoni del calibro di The Weight, Up On Cripple Creek e The Night They Drove Old Dixie Down.

In Sinematic ci sono anche delle ottime cose, alternate però a canzoni secondo me non degne del lignaggio musicale di Robertson, e con l’aggravante del fatto che viene spesso premuto l’acceleratore su sonorità troppo moderne, che spersonalizzano un po’ troppo i brani. Manca anche all’interno del lavoro uno stile ben preciso, con alcuni momenti anche parecchio cupi, e poi la voce di Robbie non aiuta di certo le canzoni a risollevarsi ma al contrario rischia di affossarle ancora di più (se nella Band non cantava praticamente mai un motivo ci sarà stato). All’interno del disco ci sono dei musicisti di ottimo pedigree (Glen Hansard, Derek Trucks, Doyle Bramhall II, Jim Keltner, Pino Palladino), ma anche nomi che non vorrei leggere su un album di Robbie, primo tra tutti il produttore hip-hop Howie B, che collabora con il nostro in diverse tracce. L’album (che esce in una bella confezione in digipak con immagini di dipinti dello stesso Robertson) parte comunque alla grande con I Hear You Paint Houses, un soul-errebi bello ed orecchiabile, dal suono moderatamente moderno ed in cui Robbie mostra di essere ancora un eccellente chitarrista, canzone impreziosita ulteriormente dalla partecipazione in duetto del grande Van Morrison (tra i due c’è sempre stata grande stima), anche se il confronto delle due voci è impietoso. Anche meglio Once Were Brothers, una fluida ballata che è anche il tema principale del documentario su The Band, ed è appunto il pezzo che più si avvicina allo stile del suo ex gruppo (immaginatela cantata da Richard Manuel): qui le sonorità moderne sono usate con intelligenza e poi la melodia è molto bella.

Dead End Kid, che vede Hansard alle armonie vocali, è una rock song piuttosto scura ma comunque dotata di un motivo diretto e di un buon tiro chitarristico, e non mi dispiace neppure Hardwired, che pur non essendo un capolavoro è suonata con grinta e si mantiene in ambito rock, anche se il sound è un filo troppo “attuale”. Walk In Beauty Way è una suadente ballata d’atmosfera cantata in duetto con la voce seducente di Laura Satterfield, un brano forse buono da mettere come sottofondo ad una serata alla “50 sfumature (il colore mettetelo voi)”, ma che in un disco di Robertson ci sta come i cavoli a merenda https://www.youtube.com/watch?v=CefxAi1lqAQ . Let Love Reign è un discreto pop-rock dal ritmo sostenuto e con un ritornello accattivante, anche se forse servirebbe un altro cantante, Shanghai Blues non è per niente blues bensì trattasi di un altro lento mellifluo e cupo, più parlato che cantato, mentre Wandering Souls è uno strumentale soffuso che vede Robbie esibirsi in trio chitarra-basso-batteria, con esiti tutto sommato discreti anche se il brano in sé non è nulla di trascendentale. Street Serenade è un lento un po’ banale, ed è strano che uno del livello di Robertson scriva canzoni banali (e l’arrangiamento da pop ballad radiofonica non lo aiuta https://www.youtube.com/watch?v=EYgSXnssjNA ): sembra Eric Clapton quando non azzeccava un disco neanche per sbaglio, periodo PilgrimReptileBack Home. The Shadow è semplicemente brutta, e con un suono orribilmente tecnologico (perché, Robbie?) https://www.youtube.com/watch?v=m3weRjSlEWs , ed anche la tetra Beautiful Madness non fa molto per migliorare le cose. Il CD (58 minuti, forse troppo lungo) si chiude per fortuna in crescendo con la cadenzata Praying For Rain, una buona soul ballad moderna dal motivo fluido e con i suoni finalmente “giusti”, e con Remembrance, un lungo strumentale ancora d’atmosfera ma di ottimo livello, tutto giocato sugli incroci di chitarra tra Robertson, Trucks e Bramhall.

Da alcuni commenti letti in rete temevo che Sinematic fosse persino peggio, ma da uno con il passato di Robbie Robertson sarebbe d’uopo aspettarsi molto di più, specie dopo otto anni di silenzio.

Marco Verdi

Un Sensazionale Cofanetto Per Uno Dei Tour Più Famosi (e Belli) Di Sempre. Bob Dylan – Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings

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Bob Dylan – Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings – Columbia/Sony 14CD Box Set

In questi giorni, per l’esattezza dal 12 Giugno in poi (e solo l’11 in poche sale cinematografiche mondiali, in Italia la città scelta è Bologna) uscirà sulla piattaforma Netflix l’attesissimo documentario curato da Martin Scorsese Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story, che come suggerisce il titolo narra le vicende del famoso tour del 1975 di Bob Dylan con la Rolling Thunder Revue, con immagini di repertorio, sia inedite che riprese dal noto film Renaldo And Clara, diverse performances dal vivo e le testimonianze odierne dei protagonisti di allora, Dylan incluso (spero in una prossima pubblicazione su DVD e BluRay, dato che non ho intenzione di abbonarmi a Netflix solo per vedere un singolo evento). La storia della RTR è abbastanza nota: nel 1975 Dylan era a livelli di popolarità simili a quelli del biennio 1965-66, dopo la trionfale tournée dell’anno prima con The Band, lo splendido album Blood on The Tracks e la pubblicazione del doppio LP The Basement Tapes. Bob non aveva dato seguito a Blood On The Tracks con un tour, ma verso fine anno gli venne appunto l’idea della Rolling Thunder Revue, che si rivelò essere un magnifico carrozzone di musicisti di varia estrazione che girò l’America esibendosi sia in arene già usate per concerti rock che in posti meno canonici, a volte perfino senza alcun battage pubblicitario.

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Una sorta di “anti-tour” quindi, ma che vide il nostro autore di alcune tra le migliori performance della sua carriera, coadiuvato da una super band che vedeva al suo interno chitarristi come T-Bone Burnett, Mick Ronson e Steven Soles, il polistrumentista David Mansfield, la bravissima violinista Scarlet Rivera (scoperta da Dylan stesso mentre suonava per strada) e la sezione ritmica di Rob Stoner al basso e Howie Wyeth alla batteria. Come ciliegina, giravano con Bob artisti del calibro di Joan Baez (che tornava quindi on stage con Dylan dopo dieci anni), Roger McGuinn, Ramblin’ Jack Elliott, Joni Mitchell, Bob Neuwirth, Allen Ginsberg e Ronee Blakley, che avevano tutti, chi più chi meno, dei momenti da solista durante gli spettacoli (Bob aveva invitato ad unirsi al tour anche Patti Smith e Bruce Springsteen, che però declinarono cordialmente in quanto avevano tutti e due una carriera in rampa di lancio).

Il tour ebbe due fasi, intramezzate dalla pubblicazione nel Gennaio del 1976 dell’album Desire (registrato con il nucleo della RTR, senza gli ospiti ma con Emmylou Harris alla seconda voce): l’autunno del 1975 e la primavera del 1976, che vedeva una versione più canonica e meno pittoresca del gruppo, e con meno super ospiti (questa seconda incarnazione è quella immortalata nel live album Hard Rain). Il tour divenne leggendario quindi per le serate del 1975, grazie anche alla forte campagna per la liberazione del pugile Rubin “Hurricane” Carter (incarcerato per triplice omicidio, ma innocente per gran parte dell’opinione pubblica), campagna della quale Dylan fu uno dei principali promotori, e non solo per il popolare singolo Hurricane. Finora questa prima parte del tour, a parte il già citato film Renaldo And Clara (comunque fallimentare) era stata documentata soltanto dal quinto episodio delle Bootleg Series dylaniane (che ora viene ristampato per la prima volta su triplo vinile), un doppio CD bellissimo che però adesso viene reso completamente inutile da questo monumentale cofanetto intitolato Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings, un’opera di immenso valore artistico che è anche in un certo senso il compendio audio del film di Scorsese.

Il box, 14 CD più un libretto di 56 pagine, non ha la pretesa di documentare l’intera tournée (com’era successo per l’altro box dylaniano “a cubo” con i concerti del 1966), ma inserisce “solo” le cinque serate migliori e meglio registrate (solo la parte di Bob, non quella in cui si esibiscono gli ospiti), ma con l’aggiunta di ben tre dischetti di prove di studio mai sentite prima neanche nei bootleg, ed un CD di rarità assortite. Il Bootleg Series del 2002 è presente nella sua interezza, e così anche le quattro canzoni del raro EP 4 Songs From Renaldo And Clara, uscito nel 1978, ma il resto è inedito, ed è di qualità manco a dirlo eccezionale. Certo, non mancano le ripetizioni (le scalette dei concerti erano piuttosto rigide), non è stata inclusa la famosa “Night Of The Hurricane” al Madison Square Garden, ma direi che non ci possiamo lamentare ed anzi dobbiamo godere di queste performances, che scivolano via talmente bene che il box si ascolta relativamente in poco tempo. Last but not least, nei dischetti delle prove sono presenti alcuni inediti dylaniani assoluti (anche se alcuni appena accennati), che non verranno mai più ripresi da Bob in seguito. Ma vediamo in dettaglio il contenuto dei 14 CD.

CD 1: S.I.R. Rehersals, New York Ottobre 1975. Registrato in mono come i CD numero 2, 3 e 14 (mentre i concerti sono in stereo) questo dischetto comprende diverse takes incomplete, tra cui una versione improvvisata del traditional Rake And Ramblin’ Boy, una rara I Want You (nel senso che non appariva nelle scalette dei concerti, ed è un peccato perché prometteva bene), una countryeggiante She Belongs To Me cantata con un’insolita voce carezzevole e l’inedita Hollywood Angel, un discreto pezzo di matrice blues. Tra i brani completi abbiamo la gioiosa Rita May, un breve accenno al gospel What Will You Do When Jesus Comes? (altro inedito dylaniano), una struggente Spanish Is The Loving Tongue (doveva proprio piacere a Bob, in quegli anni la ficcava ovunque) ed una ripresa del classico di Peter LaFarge The Ballad Of Ira HayesCD 2. Come il primo, anche questo CD si occupa delle prove ai S.I.R. Studios della Big Apple: come chicche abbiamo due strepitose She Belongs To Me e A Hard Rain’s A-Gonna Fall entrambe in versione blues, un medley fantastico tra This Wheel’s On Fire, Hurricane e All Along The Watchtower e due rarità come Lily, Rosemary And The Jack Of Hearts (eseguita una sola volta durante il tour) e It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding). Ci sono altre due canzoni inedite scritte da Bob, la discreta ballata pianistica Gwenevere e la toccante Patty’s Gone To Laredo (molto bella, peccato sia poi sparita dai radar), senza dimenticare una splendida If You See Her, Say Hello in perfetto stile DesireCD 3: Seacrest Motel Rehersals, Falmouth, MA. Uno dei dischetti più belli del box, solo otto canzoni ma suonate con una professionalità tale che sembrano tratte da un concerto, con gemme come la stupenda Tears Of Rage (con Joan Baez), il traditional Easy And Slow, deliziosa e commovente, tra gli highlights assoluti del cofanetto, e la rara (in questo tour) Ballad Of A Thin Man.

CD 4-5: Worcester 19/11/75. Bellissimo concerto, che inizia con una bella versione, piena e rotonda, di When I Paint My Masterpiece, per poi proseguire con una scattante It Ain’t Me, Babe  ed una ispiratissima The Lonesome Death Of Hattie Carroll, davvero magnifica. Detto di sei lucide e vibranti proposte dall’imminente Desire (Romance In Durango, Isis, Hurricane, Oh Sister, One More Cup Of Coffee e Sara) e di un’eccellente Tangled Up In Blue con Bob da solo sul palco, troviamo anche un delizioso intermezzo elettroacustico con Dylan e la Baez che armonizzano come ai bei tempi con Blowin’ In The Wind, Mama, You Been On My Mind (in puro stile country-rock) ed il traditional Wild Mountain Thyme, e Joan che resta sul palco anche per una bella cover del classico di Merle Travis Dark As A Dungeon ed una fluida I Shall Be Released. Gran finale con Just Like A Woman, Knockin’ On Heaven’s Door (in cui Bob duetta con McGuinn) ed una rilettura quasi bluegrass dell’evergreen di Woody Guthrie This Land Is Your Land, dove anche la Baez, McGuinn, Elliott, Neuwirth e la Mitchell cantano una strofa. CD 6-7: Cambridge 20/11/75. Scaletta pressoché identica a quella dei due dischetti precedenti, con la sola eccezione di Tangled Up In Blue sostituita da una toccante Simple Twist Of Fate, cantata con passione e sentimento. Dylan è in formissima e molti brani sono anche meglio che a Worcester, come per esempio When I Paint My Masterpiece, Romance In Durango, Blowin’ In The Wind e Hurricane.

CD 8-9: Boston 21/11/75, Afternoon Show. Qualche cambiamento in scaletta, come una trascinante A Hard Rain’s A-Gonna Fall dal ritmo sostenuto ed arrangiamento rock-blues, una strepitosa Mr. Tambourine Man acustica (una delle più belle mai sentite) e, nella parte con la Baez, Blowin’ In The Wind e Wild Mountain Thyme sostituite rispettivamente da una splendida The Times They Are A-Changin’ e dalla squisita I Dreamed I Saw St. Augustine, mentre Dark As A Dungeon cede il posto ad una rilettura di Never Let Me Go di Johnny AceCD 10-11: Boston 21/11/75, Evening Show. Una delle migliori serate di tutto il tour, con il ritorno della scaletta “istituzionale”, compresa anche la vivace It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry al posto di Hard Rain. Non mancano comunque un paio di chicche, cioè un’intensa interpretazione del brano tradizionale The Water Is Wide (con Joan) ed una rara riproposizione di I Don’t Believe You (She Acts Like We Never Have Met) per voce, chitarra e armonica. CD 12-13: Montreal 04/12/75. Altro concerto strepitoso e scaletta più ricca del solito, 23 canzoni contro le consuete 19/20: abbiamo in aggiunta una fluida Tonight I’ll Be Staying Here With You ed un uno-due acustico da favola con le stupende It’s All Over Now, Baby Blue e Love Minus Zero/No Limit. In più, la migliore It Ain’t Me, Babe di tutte ed altrettante grandissime versioni di Hattie Carroll, Hard Rain, Just Like A Woman, una Sara di rara intensità ed una Blowin’ In The Wind con il ritornello cantato in francese.

CD14: Rarities. L’ultimo dischetto contiene una serie di brani suonati una sola volta durante il tour, o performances comunque particolari, ed inizia con una vera gemma, una toccante One Too Many Mornings a due voci (Bob e Joan), e con Eric Andersen alla chitarra, registrata al Gerde’s Folk City di New York, locale storico del Village in cui si esibì anche un giovane Dylan nel 1961. Si prosegue con una strana Simple Twist Of Fate per sola voce, piano ed una batteria insistita (versione bizzarra, ho sentito di meglio) e con una bella Isis che il violino della Rivera rende più simile a quella finita poi su Desire. Ed ecco un po’ di rarità assortite, una serie di canzoni che vedono Bob esibirsi in acustico e registrate amatorialmente, con una qualità da discreto bootleg anche se le performance sono comunque di grande valore artistico ed i titoli parlano da soli: With God On Our Side, It’s Alright Ma, The Ballad Of Ira Hayes, Your Cheatin’ Heart di Hank Williams (questa registrata un po’ meglio, ma sembra più un rehearsal che un brano live), The Tracks Of My Tears di Smokey Robinson ed una bella rilettura del traditional Jesse James. Chiusura con una tostissima It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry, incisa a New York durante il concerto “Night Of The Hurricane” e con Robbie Robertson alla chitarra solista. Un cofanetto imperdibile quindi, con un prezzo tutto sommato giusto per il contenuto (circa 70 Euro): alla fine dell’ascolto sarete talmente soddisfatti che 14 CD vi potranno sembrare anche pochi.

Marco Verdi

E’ Ufficiale, Il 7 Giugno Esce Il Box Di 14 CD Bob Dylan The Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings

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Bob Dylan – The Rolling Thunder Revue The 1975 Live Recordings – 14 CD Columbia/Legacy – 07-06-2019

Se ne parlava da qualche tempo, ma alla fine è stata ufficializzata l’uscita del cofanetto di Bob Dylan dedicato alla Rolling Thunder Revue del 1975, con le registrazioni di 5 concerti completi di quel tour che attraverso 57 date tenute tra il 30 Ottobre 1975 e il 25 Maggio 1976 portò Dylan e la sua troupe di musicisti, amici e ospiti vari in giro per tutti gli Stati Uniti. Nel cofanetto da 14 CD saranno inclusi anche 3 dischetti con le prove di ottobre 1975 prima del partenza della tournée, e un ulteriore dischetto di rarità registrate durante i vari concerti.

Sempre in quei giorni  (il 12 giugno, e l’11 l’anteprima nei cinema, per poter poi essere candidato agli Oscar occorre anche questa procedura) verrà presentato in alcune sale in giro per il mondo e poi sulla piattaforma di Netflix anche il film di Martin Scorsese Rolling Thunder Revue: a Bob Dylan Story by Martin Scorsese, nella parole di presentazione. in parte un documentario, in parte un film concerto e in parte sogno febbrile, il film cattura lo spirito inquieto dell’America nel 1975 e la musica gioiosa che Dylan ha suonato durante l’autunno di quell’anno. Parte di questo materiale era giù uscita su No Direction Home il documentario sempre di Scorsese su Dylan e soprattutto nel film di His Bobness Renaldo e Clara, per la parte video, e nel volume 5 delle Bootleg Series per la parte audio. Rimangono comunque più di 100 brani mai pubblicati prima.

Il box avrà il seguente contenuto:

DISC 1: S.I.R. Rehearsals, New York, NY – October 19, 1975
DISC 2: S.I.R. Rehearsals, New York, NY – October 21, 1975
DISC 3: Seacrest Motel Rehearsals, Falmouth, MA – October 29, 1975
DISC 4-5: Memorial Auditorium, Worcester, MA – November 19, 1975
DISC 6-7: Harvard Square Theater, Cambridge, MA – November 20, 1975
DISC 8-9: Boston Music Hall, Boston, MA – November 21, 1975 (afternoon)
DISC 10-11: Boston Music Hall, Boston, MA – November 21, 1975 (evening)
DISC 12-13: Forum de Montreal, Quebec, Canada – December 4, 1975
DISC 14: Rare Performances

E andando ancora più nel dettaglio con la lista completa dei brani disco per disco:

[CD1]
1. Rake And Ramblin’ Boy
2. Romance In Durango
3. Rita May
4. I Want You
5. Love Minus Zero/No Limit
6. She Belongs To Me
7. Joey
8. Isis
9. Hollywood Angel
10. People Get Ready
11. What Will You Do When Jesus Comes?
12. Spanish Is The Loving Tongue
13. The Ballad Of Ira Hayes
14. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
15. Tonight I’ll Be Staying Here With You
16. This Land Is Your Land
17. Dark As A Dungeon

[CD2]
1. She Belongs To Me
2. A Hard Rain’s A-Gonna Fall
3. Isis
4. This Wheel’s On Fire/Hurricane/All Along The Watchtower
5. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
6. If You See Her, Say Hello
7. One Too Many Mornings
8. Gwenevere
9. Lily, Rosemary And The Jack Of Hearts
10. Patty’s Gone To Laredo
11. It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding)

[CD3]
1. Tears Of Rage
2. I Shall Be Released
3. Easy And Slow
4. Ballad Of A Thin Man
5. Hurricane
6. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
7. Just Like A Woman
8. Knockin’ On Heaven’s Door

[CD4]
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
4. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
5. Romance In Durango
6. Isis
7. Blowin’ In The Wind
8. Wild Mountain Thyme
9. Mama, You Been On My Mind
10. Dark As A Dungeon
11. I Shall Be Released

[CD5]
1. Tangled Up In Blue
2. Oh, Sister
3. Hurricane
4. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
5. Sara
6. Just Like A Woman
7. Knockin’ On Heaven’s Door
8. This Land Is Your Land

[CD6]
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
4. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
5. Romance In Durango
6. Isis
7. Blowin’ In The Wind
8. Wild Mountain Thyme
9. Mama, You Been On My Mind
10. Dark As A Dungeon
11. I Shall Be Released

[CD7]
1. Simple Twist Of Fate
2. Oh, Sister
3. Hurricane
4. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
5. Sara
6. Just Like A Woman
7. Knockin’ On Heaven’s Door
8. This Land Is Your Land

[CD8]
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
4. A Hard Rain’s A-Gonna Fall
5. Romance In Durango
6. Isis
7. The Times They Are A-Changin’
8. I Dreamed I Saw St. Augustine
9. Mama, You Been On My Mind
10. Never Let Me Go
11. I Shall Be Released

[CD9]
1. Mr. Tambourine Man
2. Oh, Sister
3. Hurricane
4. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
5. Sara
6. Just Like A Woman
7. Knockin’ On Heaven’s Door
8. This Land Is Your Land

[CD10]
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
4. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry
5. Romance In Durango
6. Isis
7. Blowin’ In The Wind
8. The Water Is Wide
9. Mama, You Been On My Mind
10. Dark As A Dungeon
11. I Shall Be Released

[CD11]
1. I Don’t Believe You (She Acts Like We Never Have Met)
2. Tangled Up In Blue
3. Oh, Sister
4. Hurricane
5. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
6. Sara
7. Just Like A Woman
8. Knockin’ On Heaven’s Door
9. This Land Is Your Land

[CD12]
1. When I Paint My Masterpiece
2. It Ain’t Me, Babe
3. The Lonesome Death Of Hattie Carroll
4. Tonight I’ll Be Staying Here With You
5. A Hard Rain’s A-Gonna Fall
6. Romance In Durango
7. Isis
8. Blowin’ In The Wind
9. Dark As A Dungeon
10. Mama, You Been On My Mind
11. Never Let Me Go
12. I Dreamed I Saw St. Augustine
13. I Shall Be Released

[CD13]
1. It’s All Over Now, Baby Blue^
2. Love Minus Zero/No Limit^
3. Tangled Up In Blue
4. Oh, Sister
5. Hurricane
6. One More Cup Of Coffee (Valley Below)
7. Sara
8. Just Like A Woman
9. Knockin’ On Heaven’s Door
10. This Land Is Your Land

[CD14]
Per il disco 14 la lista dei contenuti non era completa, ecco la versione esatta
BONUS DISC – RARE PERFORMANCES

1. One Too Many Mornings*
October 24 – Gerdes Folk City, New York City, New York
2. Simple Twist of Fate*
October 28 – Mahjong Parlor, Falmouth, MA
3. Isis
November 2 – Technical University, Lowell, MA
4. With God on Our Side
November 4 – Afternoon – Civic Center, Providence, RI
5. It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding)
November 4 – Evening – Civic Center, Providence, RI
6. Radio advertisement for Niagara Falls shows
Niagara Falls, NY
7. The Ballad of Ira Hayes*
November 16 – Tuscarora Reservation, NY
8. Your Cheatin’ Heart*
November 23
9. Fourth Time Around
November 26 – Civic Center, Augusta, Maine
10. The Tracks of My Tears
December 3 – Chateau Champlain, Montreal Canada
11. Jesse James
December 5 – Montreal Stables, Montreal, Canada
12. It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry
December 8 – “Night of the Hurricane,” Madison Square Garden, New York, NY

# included in the film Renaldo and Clara (1978 film)
~ released on 4 Songs From “Renaldo And Clara” E.P. (1978 album)
^ released on The Bootleg Series, Vol. 5: Bob Dylan Live 1975 (2002 album)
* included in Rolling Thunder Revue (2019 film)

La band che accompagnava Dylan era formata da Mick Ronson, T-Bone Burnett, Scarlet Rivera, David Mansfield, Steven Soles, Rob Stoner e Howie Wyeth, mentre tra gli ospiti che si avvicendarono nelle varie date ci furono Joan Baez, Roger McGuinn, Joni Mitchell, Ronee Blakely, Ramblin’ Jack Elliott, Bob Neuwirth, Allen Ginsberg e altri. Leggendo i contenuti del cofanetto i concerti riguardano nella loro totalità le date della prima parte del tour, quindi rimangono esclusi quelli che si tennero tra il 18 aprile e il 25 maggio del 1976, dopo l’uscita dell’album Desire avvenuta il 5 gennaio di quell’anno, mentre su Hard Rain il live pubblicato sempre nel 1976 il 13 settembre, finirono gli estratti dai due concerti della Rolling Thunder Revue del 16 e 23 maggio.

Ed ecco anche la lista completa dei musicisti e degli ospiti presenti nel cofanetto

On DISCS 1-13:
Bob Dylan – vocals, guitar, piano, harmonica
Joan Baez – vocals and guitar on “Tears of Rage,” “I Shall Be Released,” “Blowin’ in the Wind,” “Wild Mountain Thyme,” “Mama, You Been on My Mind,” “Dark as a Dungeon,” “The Times They Are a-Changin’,” “I Dreamed I Saw St. Augustine,” “Never Let Me Go,” “The Water Is Wide,” and “This Land Is Your Land”
Roger McGuinn – guitar and vocals on “Knockin’ on Heaven’s Door” and
“This Land Is Your Land”
Guam:
Bobby Neuwirth – guitar, vocals
Scarlet Rivera – violin
T Bone J. Henry Burnett – guitar, vocals
Steven Soles – guitar, vocals
Mick Ronson – guitar
David Mansfield – steel guitar, mandolin, violin, dobro
Rob Stoner – bass, vocals
Howie Wyeth – drums, piano
Luther Rix – drums, percussion, congas
Ronee Blakley – vocals
and
Ramblin’ Jack Elliott – vocals, guitar
Allen Ginsberg – vocals, finger cymbals
Joni Mitchell – vocals

On DISC 14:
Bob Dylan – vocals, guitar, piano, harmonica with
Joan Baez – vocals (2)
Rob Stoner – bass (2)
Eric Andersen, Arlen Roth – guitars (2) Guam (3, 10, 12)
Larry Keegan – vocals (8)
Robbie Robertson – guitar (12)

https://www.youtube.com/watch?v=q0o_0b5abwA

Quindi una occasione più che ghiotta per gustarsi uno degli eventi storici della musica degli anni ’70, pare anche ad un prezzo interessante.

Naturalmente dopo l’uscita del 7 giugno ci sarà la recensione completa del box dell’amico Marco Verdi, che credo venga a saperlo al momento, ma non penso sia colto particolarmente a sorpresa dalla cosa.

Bruno Conti

Finalmente Ce L’ha Fatta! Il Nobel 2016 Per La Letteratura A Bob Dylan!

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Dopo ripetuti anni in cui l’America lo candidava, finalmente le “teste pensanti” della Nobel Prize Organization (o come diavolo si chiama) hanno assegnato il Premio 2016 per la Letteratura al grande Bob Dylan, per “aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”, un premio direi meritato per un artista che ha contribuito in maniera essenziale a coniugare arte, poesia e musica popolare, inventando di fatto la figura del cantautore moderno (ma insomma non devo stare qui a dirvi che è Dylan). Il tutto nel giorno della morte di Dario Fo, già vincitore del prestigioso premio nel 1997, in una specie di strano cambio della guardia che avrebbe sicuramente divertito l’artista di Sangiano.

FoNobel

Non ho in mano le statistiche, ma penso che sia la prima volta che il Nobel per la Letteratura viene assegnato a quello che, semplificando al massimo, è un cantante rock, interrompendo una catena forse leggermente snob che solitamente preferiva poeti e scrittori uzbeki, iraniani o polacchi che magari erano bravissimi ma che probabilmente al mondo conoscevano in venti.

*NDB Il 28 ottobre uscirà anche l’edizione speciale ampliata per il 10° Anniversario di No Direction Home. il film di Martin Scorsese.

Onore quindi al grande Bob…e adesso però lo voglio vedere in smoking alla cerimonia di premiazione!

Marco Verdi

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P.S. E se si presentasse vestito così? Glielo darebbero ugualmente il premio?

Altre Ristampe Future: Reparto “Fregature”. The Band Last Waltz/Queen On Air/David Bowie Legacy

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Tutte e tre le uscite sono previste per il mese di novembre, The Last Waltz della Band e l’antologia Bowie Legacy per il giorno 11, i Queen On Air invece per il 4 novembre. Perché “fregature” direte Voi? Andiamo con ordine e vediamo.

Partiamo dalla ristampa del famoso concerto The Last Waltz dedicato a The Band, anche uno splendido film diretto da Martin Scorsese (forse il più bello di tutti i tempi in ambito rock, se la batte con Woodstock, ma con ben altri mezzi tecnici e qualità audio video nettamente superiori)::ai tempi uscì come triplo vinile, poi venne pubblicato un doppio CD con il meglio del concerto, la VHS, e nel 2002 una versione in quadruplo CD con tutto il concerto in formato audio, e, per il mercato americano una edizione DVD+Blu-Ray del film. Questo, per le finezze dei discografici, avveniva nel 25° Anniversario dalla data dell’uscita (però il disco e il film uscirono nel 1978, quindi erano 24 anni), mentre quest’anno quantomeno il 40° Anniversario viene rispettato, 1976-2016. Dove sta la fregatura? Nella nuova confezione in uscita l’11 novembre, 4 CD e 1 Blu-Ray, non ci sono neppure due millisecondi di materiale inedito, mentre nella versione Super Deluxe (come direbbe Fantozzi, rilegata in pelle umana) è contenuto uno splendido libro con la sceneggiatura originale del film, che ai tempi Scorsese si era fatto stampare in due copie, una per lui e una per Robbie Robertson. Il tutto, disponibile in tiratura limitata di 2.500 copie, è in vendita solo sul sito della Rhino alla modica cifra di 260 dollari (ok 259.98) http://www.rhino.com/product/the-last-waltz-40th-anniversary-super-deluxe-edition. Però nella confezione trovate anche un secondo Blu-ray con una “rara” intervista degli anni ’90 con Martin Scorsese e Robbie Robertson https://www.youtube.com/watch?v=w_v3zbSEhaE . Ah beh, allora!

Se per caso in tutti questi anni avete vissuto su Marte e quindi non siete già felici proprietari delle svariate edizioni uscite negli anni, potete farci un pensierino, in caso contrario, occhio alla penna (e al portafoglio) perché pure la versione “normale” quintupla dovrebbe costare almeno una settantina di euro (nulla rispetto ai quasi 400, tasse e spedizione comprese, che pagheranno i fortunati abitanti europei ordinando la versione della Rhino)! Usciranno anche una versione in 6 LP e quella classica in 2 CD.Se volete, per curiosità, questo è il contenuto completo:

Disc One
1. “Theme From The Last Waltz” (with orchestra)
2. “Up On Cripple Creek”
3. “The Shape I’m In”
4. “It Makes No Difference”
5. “Who Do You Love” (with Ronnie Hawkins)
6. “Life Is A Carnival”
7. “Such A Night” (with Dr. John)
8. “The Weight”
9. “Down South In New Orleans” (with Bobby Charles)
10. “This Wheel’s On Fire”
11. “Mystery Train” (with Paul Butterfield)
12. “Caldonia” (with Muddy Waters)
13. “Mannish Boy” (with Muddy Waters)
14. “Stagefright”

Disc Two
1. “Rag Mama Rag”
2. “All Our Past Times” (with Eric Clapton)
3. “Further On Up The Road” (with Eric Clapton)
4. “Ophelia”
5. “Helpless” (with Neil Young)
6. “Four Strong Winds” (with Neil Young)
7. “Coyote” (with Joni Mitchell)
8. “Shadows And Light” (with Joni Mitchell)
9. “Furry Sings The Blues” (with Joni Mitchell)
10. “Acadian Driftwood”
11. “Dry Your Eyes” (with Neil Diamond)
12. “The W.S. Walcott Medicine Show”
13. “Tura Lura Lura (That’s An Irish Lullaby)” (with Van Morrison)
14. “Caravan” (with Van Morrison)

Disc Three
1. “The Night They Drove Old Dixie Down”
2. “The Genetic Method/Chest Fever”
3. “Baby Let Me Follow You Down” (with Bob Dylan)
4. “Hazel” – with Bob Dylan
5. “I Don’t Believe You (She Acts Live We Never Have Met)” (with Bob Dylan)
6. “Forever Young” (with Bob Dylan)
7. “Baby Let Me Follow You Down” (Reprise) (with Bob Dylan)
8. “I Shall Be Released”
9. Jam #1
10. Jam #2
11. “Don’t Do It”
12. “Greensleeves” (From Movie Soundtrack)

Disc Four: “The Last Waltz Suite”
1. “The Well”
2. “Evangeline” (with Emmylou Harris)
3. “Out Of The Blue”
4. “The Weight” (with The Staples)
5. “The Last Waltz Refrain”
6. Concert Rehearsal
7. “King Harvest (Has Surely Come)”
8. “Tura Lura Lura (That’s An Irish Lullaby)”
9. “Caravan”
10. “Such A Night”
11. “Rag Mama Rag”
12. “Mad Waltz” (Sketch track for “The Well”)
13. “The Last Waltz” (Instrumental)
14. “The Last Waltz (Sketch)

Disc Five: Blu Ray
1. “Theme From The Last Waltz” (with orchestra)
2. “Up on Cripple Creek”
3. “The Shape I’m In”
4. “It Makes No Difference”
5. “Who Do You Love” (with Ronnie Hawkins)
6. “Life Is A Carnival”
7. “Such A Night” (with Dr. John)
8. “Down South In New Orleans” (with Bobby Charles)
9. “Mystery Train” (with Paul Butterfield)
10. “Mannish Boy” (with Muddy Waters)
11. “Stagefright”
12. “Further On Up The Road” (with Eric Clapton)
13. “Ophelia”
14. “Helpless” (with Neil Young)
15. “Coyote” (with Joni Mitchell)
16. “Dry Your Eyes” (with Neil Diamond)
17. “Tura Lura Lura (That’s An Irish Lullaby)” (with Van Morrison)
18. “Caravan” (with Van Morrison)
19. “The Night They Drove Old Dixie Down”
20. “Baby Let Me Follow You Down” (with Bob Dylan)
21. “I Don’t Believe You (She Acts Live We Never Have Met)” (with Bob Dylan)
22. “Forever Young” (with Bob Dylan)
23. “Baby Let Me Follow You Down” (Reprise)
24. “I Shall Be Released” (Finale)
25. “The Well”
26. “Evangeline” (with Emmylou Harris)
27. “Out Of The Blue”
28. “The Weight” (with The Staples)
29. “The Last Waltz Refrain”
30. “Theme From The Last Waltz”

Ad agosto c’è stato un concerto celebrativo per il 40° dell’evento, sperando nell’uscita ufficiale di questo.

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Sempre l’11 novembre verrà pubblicata una ennesima antologia dedicata a David Bowie, Bowie Legacy The Best Of Bowie, altra uscita fondamentalmente inutile legata però al mercato natalizio: ci sarà la versione in 2 CD e quella in 1 CD. I compilatori della raccolta ci dicono che per la prima volta sono comprese anche le tracce tratte dall’ultimo disco di Bowie Blackstar, e anche un “inedito” (si fa per dire): un remix 2016 di Life On Mars curato dal produttore originale Ken Scott. Vedo già i segni dei dollaroni scorrere veloci come in una slot machine umana. Anche in questo caso tracklist di entrambe le versioni.

Tracklist
[CD1]
1. Space Oddity (2009 Remastered Version)
2. The Man Who Sold The World (2014 Remastered Version)
3. Changes (2014 Remastered Version)
4. Oh! You Pretty Things (2014 Remastered Version)
5. Life On Mars? (2016 Mix)
6. Starman (Original Single Mix) (2012 Remastered Version)
7. Ziggy Stardust (2012 Remastered Version)
8. Moonage Daydream (2012 Remastered Version)
9. The Jean Genie (Original Single Mix) (2014 Remastered Version)
10. All The Young Dudes
11. Drive-In Saturday (2013 Remastered Version)
12. Sorrow (2013 Remastered Version)
13. Rebel Rebel (2014 Remastered Version)
14. Young Americans (Original Single Edit) (2014 Remastered Version)
15. Fame (2014 Remastered Version)
16. Golden Years (Single Version) (2014 Remastered Version)
17. Sound And Vision (2014 Remastered Version)
18. “Heroes” (Single Version) (2014 Remastered Version)
19. Boys Keep Swinging (2014 Remastered Version)
20. Fashion (Single Version) (2014 Remastered Version)
21. Ashes To Ashes (Single Version) (2014 Remastered Version)

[CD2]
1. Under Pressure (2011 Remastered Version) – Queen & David Bowie
2. Let’s Dance (Single Version) (2014 Remastered Version)
3. China Girl (Single Version) (2014 Remastered Version)
4. Modern Love (Single Version) (2014 Remastered Version)
5. Blue Jean (2014 Remastered Version)
6. This Is Not America (with The Pat Metheny Group) (2014 Remastered Version)
7. Dancing In The Street (2014 Remastered Version) – David Bowie & Mick Jagger
8. Absolute Beginners (Edit) (2014 Remastered Version)
9. Jump They Say (Radio Edit) (2014 Remastered Version)
10. Hallo Spaceboy (Pet Shop Boys Remix) (with The Pet Shop Boys)
11. Little Wonder (Edit)
12. I’m Afraid Of Americans (V1) (Radio Edit)
13. Thursday’s Child (Radio Edit)
14. Slow Burn (Radio Edit)
15. Everyone Says ‘Hi’ (Edit)
16. New Killer Star (Radio Edit)
17. Where Are We Now?
18. Lazarus (Radio Edit)
19. I Can’t Give Everything Away (Radio Edit)

Versione singola:

Tracklist
1. Let’s Dance (Single Version) (2014 Remastered Version)
2. Ashes To Ashes (Single Version) (2014 Remastered Version)
3. Under Pressure (2011 Remastered Version) – Queen & David Bowie
4. Life On Mars? (2016 Mix)
5. Changes (2014 Remastered Version)
6. Oh! You Pretty Things (2014 Remastered Version)
7. The Man Who Sold The World (2014 Remastered Version)
8. Space Oddity (2009 Remastered Version)
9. Starman (Original Single Mix) (2012 Remastered Version)
10. Ziggy Stardust (2012 Remastered Version)
11. The Jean Genie (Original Single Mix) (2014 Remastered Version)
12. Rebel Rebel (2014 Remastered Version)
13. Golden Years (Single Version) (2014 Remastered Version)
14. Dancing In The Street (2014 Remastered Version) – David Bowie & Mick Jagger
15. China Girl (Single Version) (2014 Remastered Version)
16. Fame (2014 Remastered Version)
17. Sound And Vision (2014 Remastered Version)
18. “Heroes” (Single Version) (2014 Remastered Version)
19. Where Are We Now?
20. Lazarus (Radio Edit)

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Per Queen On Air non possiamo parlare di uscita inutile, tutt’altro, si tratta di una pubblicazione molto interessante, ma anche qui c’è la “fregatura”: come vedete ne usciranno due versioni, una doppia e una sestupla, in CD (e anche triplo vinile); ma, per avere il compact dal vivo con il materiale registrato al Golders Green Hippodrome, London, 1973, Estádio Do Morumbi, São Paulo, Brazil, in 1981 e Maimmarktgelände, Mannheim, Germany, in 1986, 24 pezzi in tutto, vi dovete beccare anche tre dischetti di interviste effettuate per la BBC e Capital Radio tra il 1976 e il 1992, che francamente credo non interessino molto neppure ai fans più accaniti, ma per avere i pezzi live è l’unico modo. E la differenza di prezzo tra le due edizioni è notevole, si parla di una ventina di euro per la doppia e oltre i 55 per quella in 6 CD.

Comunque, al solito, ecco i contenuti, con tutte e sei le BBC Sessions dei Queen dal febbraio 1973 all’ottobre 1977 (qualcosa era già uscito in passato) e gli extra, Esce il 4 novembre.

Disc One
“My Fairy King”
“Keep Yourself Alive”
“Doing All Right”
“Liar”
“See What A Fool I’ve Been”
“Keep Yourself Alive”
“Liar”
“Son and Daughter”
“Ogre Battle”
“Modern Times Rock’n’Roll”
“Great King Rat”
“Son and Daughter”

Disc Two
“Modern Times Rock’n’Roll”
“Nevermore”
“White Queen (As It Began)”
“Now I’m Here”
“Stone Cold Crazy”
“Flick of the Wrist”
“Tenement Funster”
“We Will Rock You”
“We Will Rock You” (Fast)
“Spread Your Wings”
“It’s Late”
“My Melancholy Blues”

Disc Three
Golders Green Hippodrome, London, 13th September 1973
“Procession” (Intro Tape)
“Father to Son”
“Son and Daughter”
Guitar Solo
“Son and Daughter” (Reprise)
“Ogre Battle”
“Liar”
“Jailhouse Rock”

Estádio Do Morumbi, São Paulo, Brazil, 20th March 1981
Intro
“We Will Rock You” (Fast)
“Let Me Entertain You”
“I’m in Love with My Car”
“Alright Alright”
“Dragon Attack”
“Now I’m Here”
“Love of My Life”

Maimmarktgelände, Mannheim, Germany, 21st June 1986
“A Kind Of Magic”
Vocal Improvisation
“Under Pressure”
“Is This the World We Created”
“(You’re So Square) Baby I Don’t Care”
“Hello Mary Lou (Goodbye Heart)”
“Crazy Little Thing Called Love”
“God Save the Queen”

Disc Four: Interviews
Freddie Mercury With Kenny Everett (November 1976)
Queen with Tom Browne (Christmas 1977)
Roger Taylor with Richard Skinner (June 1979)
Roger Taylor with Tommy Vance (December 1980)
Roy Thomas Baker The Record Producers

Disc Five: Interviews
John Deacon, South American tour (March 1981)
Brian May Rock On with John Tobler (June 1982)
Brian May Saturday Live with Richard Skinner and Andy Foster (March 1984)
Freddie Mercury Newsbeat (August 1984)
Brian May Newsbeat (September 1984)
Freddie Mercury Saturday Live (September 1984)
Freddie Mercury with Simon Bates (April 1985)
Brian May The Way It Is with David ‘Kid’ Jensen (July 1986)

Disc Six: Interviews
Roger Taylor My Top Ten with Andy Peebles (May 1986)
Queen for an Hour with Mike Read (May 1989)
Brian May Freddie and Too Much Love Will Kill You with Simon Bates (August 1982)
Brian May Freddie Mercury Tribute Concert with Johnnie Walker (October 1992)

Anche per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Meglio Tardi Che Mai! The Animals – The Mickie Most Years And More

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The Animals – The Mickie Most Years And More – Real Gone 5CD Box Set

Il titolo del post ha una doppia valenza: innanzitutto è riferito al fatto che parlo di questo box set con notevole ritardo, essendo lo stesso uscito negli ultimi mesi del 2013, anche se non è mai troppo tardi per parlare di buona musica (o grande musica, come in questo caso), soprattutto se trattasi di ristampe.

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In secondo luogo sono oltremodo felice che qualcuno si sia finalmente ricordato degli Animals, dato che quando si parla di gruppi inglesi degli anni sessanta, dopo lo scontato dualismo Beatles – Rolling Stones, si passa subito agli Who e spesso (ma non sempre, purtroppo) ai Kinks, o alla triade Yardbirds – Cream – Fleetwood Mac se si è appassionati di blues, o ancora a Led Zeppelin e Deep Purple se si parla di hard rock (anche se queste ultime due band sono più frequentemente associate agli anni settanta), ma quasi mai ci si rammenta della band di Newcastle-upon-Tyne: quindi questo cofanetto della benemerita Real Gone, che racchiude i primi dischi del gruppo (discografia americana, più completa di quella inglese), giunge graditissima.

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Gli Animals furono una tra le band tra le più influenti dei sixties (chiedete per informazioni a Bruce Springsteen, Tom Petty e, anche se non lo ammetterà mai, a Van Morrison), un quintetto che fondeva in maniera mirabile rock, blues e soul, e che aveva i suoi punti di forza nella formidabile voce di Eric Burdon, una delle ugole più “nere” tra i bianchi, assolutamente in grado di adattarsi sia ai brani più grezzi che a quelli più melodici, e nell’organo di Alan Price, in grado di fare molto spesso la differenza (completavano il gruppo il chitarrista Hilton Valentine, il bassista Chas Chandler (futuro manager di Hendrix) ed il batterista John Steel).

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Non scrivevano molti brani originali, ma rivisitavano brani famosi e meno famosi del panorama blues, soul e pop, perlopiù americano (Willie Dixon, Ray Charles, un vero idolo per Burdon, Chuck Berry, John Lee Hooker, ma anche famose coppie di autori come Goffin – King o Mann – Weil), il tutto con un grande gusto ed un feeling micidiale, in alcuni momenti forse erano addirittura meglio degli Stones stessi, almeno in quegli anni.

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Andiamo a vedere brevemente i cinque CD inclusi in questo box, album prodotti da Mickie Most (tranne l’ultimo, come da titolo del box) e riproposti rigorosamente in mono.

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I Just Wanna Make Love To You: EP di sole quattro canzoni, pubblicato nel 1963. Un dischetto che rivela un gruppo ancora un po’ da sgrezzare ma già con idee e feeling al posto giusto: oltre alla title track (un classico di Willie Dixon ma più noto nella versione di Etta James), troviamo Big Boss Man di Jimmy Reed, una prima versione di Boom Boom di John Lee Hooker e Pretty Thing di Bo Diddley.

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The Animals: album del 1964 che si apre con la leggendaria House Of The Rising Sun, noto traditional che gli Animals avevano appreso dalla versione presente sul primo album di Bob Dylan (che a sua volta l’aveva rubacchiata a Dave Van Ronk, ma questa è un’altra storia…), ma che qui rivoltano come un calzino, dandone un’interpretazione potente e drammatica nello stesso tempo, una performance tra le più memorabili della storia del rock (e per una volta non è retorica), dall’arpeggio di chitarra di Valentine, definito in maniera geniale dal giornalista David Fricke (che cura le note di questa ristampa) “la colonna sonora di una camminata verso il patibolo”, all’assolo di organo di Price, fino all’incredibile prova vocale di Burdon: un brano da pelle d’oca anche la millesima volta che lo si ascolta, uno di quei pezzi sui quali si potrebbe scrivere un libro http://www.youtube.com/watch?v=MgTSfJEf_jM .

(NDM: ricordo un bellissimo film di Martin Scorsese, Casino, nel quale veniva usata questa canzone nel momento chiave della pellicola, e cioè quando nel finale gli eventi precipitavano e molti dei protagonisti ci lasciavano le penne, secondo me uno dei migliori momenti in assoluto di fusione tra musica e cinema http://www.youtube.com/watch?v=1FZ2FA-epcE .)

E’chiaro che questo brano da solo fu in grado all’epoca di trainare l’album fino al numero sette della classifica, ma all’interno ci sono molte altre canzoni di pregio, dall’ottima resa di The Girl Can’t Help It (Little Richard), ai due noti classici di Chuck Berry, Memphis Tennessee e Around And Around http://www.youtube.com/watch?v=H2kzqP__uXc , fino al trascinante finale con la bella I’ve Been Around di Fats Domino.

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 The Animals On Tour: registrato in studio (e non dal vivo come il titolo farebbe supporre), al disco manca un pezzo alla House Of The Rising Sun, ma nell’insieme è più riuscito del suo predecessore, e Burdon canta bene come non mai. Con ben tre brani di Ray Charles (tra cui la stupenda Hallelujah, I Love Her So e la sofferta I Believe To My Soul, con un riff di piano che ritroveremo molto simile qualche mese dopo in Ballad Of A Thin Man di Bob Dylan http://www.youtube.com/watch?v=4XsdYQCG12Q ), la vivace Let The Good Times Roll e lo strepitoso blues di Big Maceo Merriweather Worried Like Blues, con la band che gira a mille e Burdon che dà i punti a tutti i suoi colleghi dell’epoca http://www.youtube.com/watch?v=GaxTzdpz8EA .

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Animal Tracks: del 1965 come il precedente, questo è un altro grande disco: si apre con la splendida We Gotta Get Out Of This Place http://www.youtube.com/watch?v=jxNEiZhpinY , altro successo del gruppo, e contiene anche un’intensa versione della notissima Don’t Let Me Be Misunderstood http://www.youtube.com/watch?v=HHjKzr6tLz0 , per non parlare della formidabile resa di Bring It On Home To Me, seconda solo all’originale di Sam Cooke http://www.youtube.com/watch?v=ZntYBFyuZd4 . E con ben cinque pezzi su dieci a firma Eric Burdon, dei quali il gustoso errebi I Can’t Believe It  è sicuramente il migliore.

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Animalization: prodotto da Tom Wilson (il “more” del titolo del box), già noto per aver collaborato con Dylan e Simon & Garfunkel, il disco non si discosta molto dai predecessori, proponendo la solita riuscita miscela di cover e brani originali: Don’t Bring Me Down è la più nota http://www.youtube.com/watch?v=I0KrLaaCkPQ , ma spiccano anche See See Rider, You’re On My Mind e la notevole Cheating (dalla quale Tom Petty ha preso senz’altro spunto per scrivere la sua Breakdown http://www.youtube.com/watch?v=lddcmEhrh88 ). Arriva Barry Jenkins alla batteria, mentre il nuovo tastierista Dawe Rowberry appariva già dal precedente Animal Tracks!

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Questo box ha comunque tre difetti, che comunque spariscono se paragonati alla qualità della musica contenuta: in primo luogo l’assenza di Animalism, cioè l’ultimo album americano prima che Burdon sciogliesse e riformasse il gruppo, spostando l’asse della musica sul rock psichedelico tipico di San Francisco.

Il secondo difetto riguarda le bonus tracks, appena dodici in cinque CD, e nessuna di esse veramente inedita (perlopiù ci sono brani apparsi su singolo, missaggi differenti o versioni stereo di brani già presenti in mono): tra tutte spicca la bellissima It’s My Life, uno tra i momenti migliori per Burdon e soci http://www.youtube.com/watch?v=H3GNKUE-d9c .

Infine, la confezione, veramente cheap: un box di cartoncino sottile (che alla terza o quarta volta che lo si apre è già usurato), niente libretto, ed i CD presentati nella jewel box più basic in assoluto, quella per intenderci con la parte davanti della costa nera e rigata.

In più, in omaggio all’interno, troviamo una maglietta non particolarmente bella (io la uso come pigiama), con il risultato che, una volta estratta, i CD ballano allegramente da una parte all’altra del box.

Ma, come ho detto prima, sono quisquiglie (la confezione però è brutta brutta): la musica è davvero sublime, ed i soldi richiesti sono ben spesi fino all’ultimo euro.

Marco Verdi

Praticamente L’Ennesimo Greatest Hits!The Rolling Stones – Sweet Summer Sun: Hyde Park Live

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The Rolling Stones – Sweet Summer Sun: Hyde Park Live

– Eagle Vision DVD – 2CD + DVD – Blu Ray – 3LP + DVD – Deluxe 2CD + DVD + BluRay

Questa non è una recensione anticipata del nuovo live dei Rolling Stones, che uscirà a metà Novembre…o forse sì, dato che, visto il contenuto, siamo davanti ad uno di quei classici casi in cui si sa esattamente cosa aspettarsi.

Ma andiamo con ordine: lo scorso Agosto era già stata messa a disposizione su ITunes, per un periodo limitato, la registrazione del meglio dei due concerti che le Pietre Rotolanti hanno tenuto a Luglio a Londra, nell’immensa cornice di Hyde Park, 44 anni dopo la storica prima volta, nella quale celebrarono la figura di Brian Jones, scomparso appena due giorni prima, ed introdussero il nuovo chitarrista Mick Taylor. Quindi la notizia che per il periodo natalizio questo live verrà pubblicato anche nel formato “fisico” non mi ha stupito più di tanto, e come vedete sopra anche questa volta si sono sbizzarriti con i formati (è previsto anche un nuovo download), ma sono comunque riusciti a farla grossa con la tracklist, come potete vedere qua sotto (la versione in triplo LP contiene gli stessi brani del CD):

DVD & Blu-ray

1) Start Me Up   2) It’s Only Rock ‘n’ Roll    3) Street Fighting Man   4) Ruby Tuesday   5) Doom And Gloom   6) Honky Tonk Women   7) You Got The Silver   8) Happy   9) Miss You   10) Midnight Rambler   11) Gimme Shelter   12) Jumpin’ Jack Flash   13) Sympathy For The Devil   14) Brown Sugar   15) You Can’t Always Get What You Want   16) (I Can’t Get No) Satisfaction

CD

Disc One: 1) Start Me Up   2) It’s Only Rock ‘n’ Roll    3) Tumbling Dice   4) Emotional Rescue   5) Street Fighting Man   6) Ruby Tuesday   7) Doom And Gloom   8) Paint It Black   9) Honky Tonk Women   10) You Got The Silver   11) Before They Make Me Run

Disc Two: 1) Miss You   2) Midnight Rambler   3) Gimme Shelter   4) Jumpin’ Jack Flash   5) Sympathy For The Devil   6) Brown Sugar   7) You Can’t Always Get What You Want   8) (I Can’t Get No) Satisfaction

Quindi, con tutto lo spazio a disposizione sui supporti visivi (DVD e Blu Ray), quei geni della casa discografica, o gli Stones stessi (o tutti e due insieme) hanno avuto la bella pensata di metterci sopra solo 16 canzoni, e tre in più sul doppio CD, che però non verrà venduto da solo ma soltanto accoppiato con il DVD (ma non con il Blu Ray, per quello dovrete prendere la versione deluxe, dove troverete anche il DVD ed un libro di 60 pagine). A questo punto, considerando che il prezzo di tutti i supporti dovrebbe essere abbastanza contenuto (miracolo!), vorrei proprio conoscere chi si prenderà il supporto visivo da solo, senza il CD abbinato…

Ma poi, guardando con attenzione, vedrete che sul DVD c’è Happy, non presente sul CD! Che…burloni (mi sono auto-censurato).

Ed infine, per ricollegarmi al titolo del post, vorrei fare un commento sulla tracklist: sicuramente gli Stones sapevano in anticipo che questi concerti sarebbero stati registrati per essere pubblicati, e quindi non si poteva rischiare un po’ di più con la scelta delle canzoni. Quello che avremo tra le mani fra un mese e mezzo circa sarà infatti l’ennesima collezione di successi, anche se dal vivo, mentre nelle precedenti serate del tour (chiamiamolo tour, anche se i ritmi non erano proprio massacranti) i nostri avevano proposto diverse chicche.

Invece qui gli unici motivi di interesse sono la raramente suonata Ruby Tuesday, la nuova Doom And Gloom (avevano fatto anche One More Shot, ma qui non c’è, magari si sforzavano) e la Midnight Rambler con Taylor ospite alla solista…e ho sorvolato sulla presenza di Emotional Rescue, che considero uno spreco di spazio (sul CD e DVD) e tempo (per chi ascolta). Inoltre, chi ha ascoltato l’anteprima su ITunes, parla di un gruppo non proprio al massimo della forma, il che mi fa pensare che  questo live se lo accaparreranno solo i fans (ai quali, sigh, appartengo).

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Agli altri, se proprio devo consigliare un live degli Stones, a parte lo storico Get Yer Ya Ya’s Out!, direi senz’altro di buttarsi su Shine A Light, sia il doppio CD che il DVD con il film-concerto di Martin Scorsese.

Marco Verdi

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*NDB. Oppure lanciarsi sui due bellissimi cofanetti di quattro DVD ciascuno, Four Flicks e The Biggest Bang, ma anche su Ladies And Gentlemen e Some Girls: Live In Texas che sono stati raccolti in un unico boxettino.

Martin Scorsese Presents: George Harrison – Living In The Material World

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George Harrison – Living In The Material World – Lions Gate Home Entertaiment – 2DVD – BluRay – Deluxe Edition 2DVD + Blu-Ray + CD + Libro

Living In The Material Word è stato il titolo di un album di George Harrison del 1973, uno dei suoi migliori, ma è anche il titolo della biografia scritta da Olivia Harrison e pubblicata la settimana scorsa, nonchè il titolo di questo documentario di Martin Scorsese che esce la settimana prossima in Inghilterra ma non in Italia e neppure negli Stati Uniti per il momento, per ricordare il 10° anniversario della morte del Beatle (lo sei per tutta la vita e oltre, anche se lui non avrebbe voluto) avvenuta il 29 novembre 2001.

Come al solito esce in varie versioni.

Una doppia con il documentario di 210 minuti diviso in due parti sui 2 DVD, più alcuni extra come le interviste a Paul McCartney e Jeff Lynne e un capitolo intitolato Here Comes The Sun. Il Blu-ray singolo ha gli stessi contenuti.

Il cofanetto Deluxe, che come al solito si fanno pagare profumatamente (intorno ai 100 euro, più o meno), ha però molti extra nel DVD, il Blu-Ray, un libro di 96 pagine ricco di foto mai viste e un CD di 10 brani con materiale inedito, questo il contenuto:

1. My Sweet Lord (demo) 3:33
2. Run Of The Mill (demo) 1:56
3. I’d Have You Any Time (early take) 3:06
4. Mama You’ve Been On My Mind (demo) 3:04
5. Let It Be Me (demo) 2:56
6. Woman Don’t You Cry For Me (early take) 2:44
7. Awaiting On You All (early take) 2:40
8. Behind That Locked Door (demo) 3:29
9. All Things Must Pass (demo) 4:38
10. The Light That Has Lighted The World (demo) 2:23            

Inutile dire che come tutti i film di Scorsese dedicati alla musica è bellissimo, ricco di particolari come il recente No Direction Home dedicato a Dylan o la lunga serie sul Blues, per non parlare del “mitico” The Last Waltz. Con moltissimo materiale video inedito tratto dagli archivi personali di Harrison, filmati dei suoi concerti e molte interviste realizzate appositamente per l’occasione (c’è naturalmente anche Clapton che parla del loro rapporto controverso per motivi amorosi, ma alla fine fortissimo) è una occasione imperdibile per ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più bravi musicisti dello scorso secolo.

Mi “accontenterò” della versione normale ed è un bel accontentarsi.

Bruno Conti