Novità Luglio. Tame Impala, Amy Helm, Watkins Family Hour, Buddy Guy, Joss Stone

tame impala currents

Come promesso ritorna la rubrica delle anticipazioni sulle prossime uscite discografiche (qualcuna anche già uscita) mentre ferve, al solito, il lavoro sulle recensioni degli album reputati più interessanti, con varie aggiunte che leggerete nei prossimi giorni. E, come al solito, non escludo che alcuni degli album riportati qui sotto poi avranno un Post completo, insieme a qualche titolo recuperato dalle uscite passate che per vari motivi erano stato trascurate.

Il terzo album dei Tame Impala, band australiana neopsichedelica (per mancanza di un termine migliore) è uscito il 17 luglio per la Interscoper/Universal, si intitola Currents ed ha avuto ottime critiche in giro per il mondo. Il sito http://www.metacritic.com/ che riporta i voti medi delle varie riviste e siti musicali indica una media di 83/100, con Pitchfork che gli ha assegnato 9.3, Spin 9, il NME 8, il Guardian 5 stellette, Q 4 stellette, Paste 9.4, e così via.

amy helm didn't it rain

Il 24 luglio uscirà il primo album solista di Amy Helm, figlia di Levon ed ex (?) componente degli Ollabelle, che in effetti dovrebbero essere solo in pausa di riflessione. Amy, oltre ad essere figlia di tanto padre, ha anche una madre di talento, Libby Titus, che è l’attuale compagna di Donald Fagen, e in passato lo è stata anche di Dr. John, dopo la separazione da Helm, nonché co-autrice con Eric Kaz di Love Has No Pride, una delle canzoni più belle di Bonnie Raitt e di molti altri brani nel corso degli anni, oltre ad un paio di album solisti. Quindi la musica di qualità è sempre stata una degli elementi fondamentali della vita di Amy Helm, che arriva a 44 anni a questo album di esordio, Didn’t It Rain, in uscita per la Entertainment One, dopo più di venti anni nel music business, avendo collaborato con grandissimi musicisti nel corso degli anni. A partire da suo padre, che appare alla batteria in tre brani del disco, Larry Campbell ( nel cui recente disco Larry Campbell and Teresa Williams appare anche la Helm), Byron Isaacs, bassista  e polistrumentista degli Ollabelle, che con Daniel Littleton alla chitarra e David Berger alla batteria, fa parte dell’attuale band di Amy, gli Handsome Strangers.

Nel disco suonano anche Bill Payne, Chris Masterson e Jim Weider, oltre a Campbell, alle chitarre, Marco Benevento, Brian Mitchell e John Medeski alle tastiere, più moltissime voce femminili di supporto, Carolyn Leonhart, Elizabeth Mitchell, Allison Moorer, Catherine Russell eTeresa Williams. Il disco è stato prodotto da Byron Isaacs, molto bello, manco a dirlo, con brani originali, cover di Martha Scanlan, Sam Cooke, classici spiritual, come la title-track che era nel repertorio sia di Mahalia Jackson come di Mavis Staples https://www.youtube.com/watch?v=_RglpLdfHpo
Gran disco!

watkins family hous

Anche questa è una bella sorpresa. Watkins Family Hour ricorda quelle riunioni di famiglia allargate come i dischi delle McGarrigle Sisters o della famiglie Wainwright e Thompson, ed in effetti siamo da quelle parti. Sara e Sean Watkins, che sono il lato family del gruppo, li conosciamo tutti, fratelli, ex Nickel Creek (ma il gruppo, al momento silente, esiste ancora), la prima, violinista e cantante, autrice anche di due ottimi album solisti, collaboratrice di Decemberists e Crooked Still, oltre ad apparire in parecchi dischi di pregio usciti negli ultimi anni, il secondo, multistrumentista, anche con alcuni album pubblicati a nome proprio. Tutti e due presenti pore in una sorta di supergruppo, WPA, Work Progress Administration, con un album e un EP a loro nome, progetto dove erano presenti anche Glenn Phillips dei Toad The Wet Sprocket e Luke Bulla, oltre alla sezione ritmica di Costello, Pete Thomas e Davey Faragher, più Benmont Tench (dagli Heartbreakers di Petty) e Greg Leisz. Questi ultimi due, insieme ai fratelli Watkins, Don Heffington alla batteria, Sebastian Steinberg al basso, e soprattutto Fiona Apple, già presente anche nell’ultimo disco della Watkins, in tre giorni, dal vivo in studio, hanno realizzato questo Watkins Family Hour, che comprende soprattutto cover tratte dal repertorio di Grateful Dead, Gordon Lightfoot, Robert Earl Keen, Bob Dylan, Harlan Howard, Lindsey Buckingham, eccetera. Il CD esce il 24 luglio su etichetta Family Hour e mi sembra molto buono https://www.youtube.com/watch?v=vRczyMGcPB8 . Country-rock, country got soul, folk-rock, come volete chiamarlo, il disco ha veramente un bel sound!

buddy guy born to play

Altri due titoli in uscita entro la fine del mese, il 31 luglio. Il primo è il nuovo di Buddy Guy Born To Play Guitar, etichetta RCA/Sony, il seguito dell’ottimo Rhythm And Blues pubblicato nell’estate del 2013, nello stesso periodo in cui esce questo nuovo (anche perché Guy compie gli anni il 30 luglio) e di cui vi avevo parlato ottimamente http://discoclub.myblog.it/2013/07/25/buddy-guy-non-lascia-anzi-raddoppia-il-30-luglio-compie-77-a/

Le premesse sono ottime anche per il nuovo disco https://www.youtube.com/watch?v=ntqlTG40inU ,  prodotto come il precedente da  Tom Hambridge e che vede presenti tra gli ospiti Van Morrison, Billy Gibbons, Kim Wilson e Joss Stone, che rilascia una ottima interpretazione vocale in (Baby) You Got What It Takes. Appena ci metto le grinfie sopra recensione completa.

joss stone water for your soul

Proprio anche di Joss Stone esce il nuovo disco solista Water For Your Soul, etichetta S-Curve/Stone’d Records, ma purtroppo non è altrettanto positivo il giudizio come per la partecipazione al CD di Buddy Guy. Non posso negare di avere sempre avuto una forte simpatia per questa giovane e talentuosa cantante inglese, che però alterna album ottimi, vedi i due volumi della serie Soul Sessions a ciofeghe terribili, come la collaborazione nel “tremendo” disco dei SuperHeavy, con Mick Jagger e Damien Marley, che l’ha convinta alla fine a registrare un disco di reggae. Come saprà chi legge questo Blog sono un grande estimatore (ma anche no) della musica caraibica, quindi il prospetto di un intero album dedicato al genere mi ha subito “entusiasmato”, anzi, mi sarei lanciato sulla versione Deluxe doppia che contiene anche un secondo CD con sei versioni dub di brani presenti in Water For You Soul. A parte nel titolo, soul ce n’è poco, più nu soul, hip hop, R&B e altre diavolerie moderne, oltre a tantissimo reggae. Fate conto che il miglior brano dell’album è forse questa The Answer, che incorpora elementi pop, un violino quasi celtico e ritmi orientali, ma certo un capolavoro non è. Se vogliamo si può salvare anche il secondo brano, This Ain’t Love, un funky -soul orchestrale vagamente alla Isaac Hayes, ma diciamo che il resto dei contenuti è inversamente proporzionale ai talenti vocali della Stone, che a 28 anni è sempre una delle migliori cantanti in circolazione, ma il disco non mi piace (già sentito tutto e bene), parere personale ovviamente. Peccato. Speriamo per il prossimo!

Per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Altre Due Uscite Fondamentalmente Inutili. Rolling Stones – From The Vault: Hyde Park ’69 E Simon And Garfunkel – The Concert In Central Park

rolling stones hyde park dvd rolling stones hyde park blu-ray

Come diceva qualcuno un tempo, la domanda sorge spontanea, perché, why? E soprattutto perché proprio ora e in queste modalità.

Degli Stones è appena uscito l’ultimo volume della serie From The Vault, quello dedicato al concerto al Marquee del 1971, quindi perché, a poco più di un mese di distanza, pubblicare questo ennesimo volume della serie, e per di più solo per il mercato americano, visto che esce come Eagle Vision USA? Non lo so, comunque a differenza degli altri capitoli della serie non si tratta di un concerto inedito (almeno al livello ufficiale) e non esce neppure nel formato CD+DVD, magari con materiale extra, ma come singolo DVD o Blu-ray, stesso contenuto di decine di versioni, più o meno ufficiali, che si sono susseguite nel corso degli anni, compresa quella che era inserita, come bonus DVD, nella versione Deluxe di Sweet Summer Sun: Hyde Park Live.  Cioè la versione mandata in onda dalla Granada Television ai tempi (che vedete sotto), e non il concerto completo (cioè questo https://www.youtube.com/watch?v=SidS9XuZFqY, ammesso che esista in formato video. E’ pure Regione 1, quindi non si legge nella zona europea. Il contenuto ovviamente è il solito, 56 minuti, come potete vedere.

Sperando in una futura edizione europea più completa (ma ci credo poco) passiamo ad un’altra ristampa fondamentalmente inutile.

simon and garfunkel central park

Si tratta del celebre Simon And Garfunkel The Concert In Central Park, ora in CD/DVD Deluxe Edition, dicono rimasterizzato, ma anche in questo caso non ci sono bonus e quindi non si tratta del concerto completo. Perlomeno non appare questa traccia, di cui si conosce l’esistenza, ma non è mai stata inserita nelle precedenti versioni ufficiali e forse si può anche capire, se conoscete il testo della canzone di The Late Great Johnny Ace, che ad un certo punto parla dell’assassinio di John Lennon, e proprio in quel momento, circa a 3:30 del video sale sul palco qualcuno https://www.youtube.com/watch?v=BhBvh1cwA0w. Siamo in Central Park a pochi passi dal luogo dove è avvenuto il fatto pochi mesi prima ed è ammirevole il sangue freddo dimostrato da Simon nell’occasione. Comunque ecco la lista completa dei contenuti, anche in questo caso la solita:

1. Mrs.Robinson
2. Homeward Bound
3. America
4. Me And Julio Down By The Schoolyard
5. Scarborough Fair
6. April Come She Will
7. Wake Up Little Susie
8. Still Crazy After All These Years
9. American Tune
10. Late In The Evening
11. Slip Slidin’ Away
12. A Heart In New York
13. Kodachrome/Mabellene
14. Bridge Over Troubled Water
15. Fifty Ways To Leave Your Lover
16. The Boxer
17. Old Friends
18. The 59th Street Bridge Song (Feelin’ Groovy)
19. The Sounds Of Silence

Esce il 7 agosto per la Columbia Legacy, anche questo al momento solo per il mercato USA e non è neppure a prezzo troppo speciale.

Concerti bellissimi, per l’amor di Dio, ma…

Alla prossima.

Bruno Conti

Non E’ Mai Troppo Tardi ! David Corley – Available Light

david corley available light

David Corley – Available Light – Continental Song City/Ird

Parafrasando la famosa frase del compianto maestro Manzi (in occasione del recente tour italiano con la partecipazione, tra gli altri, al Buscadero Day e al concerto di martedì 14 Luglio in Piazza Della Vittoria in quel di Pavia, in compagnia di Richard Lindgren), presentiamo una delle rivelazioni della scena “roots” americana, tale David Corley. La dimostrazione che “non è mai troppo tardi”, anche per iniziare, è data dal fatto che Corley (che viene dall’Indiana) non è un musicista di “primo pelo”, con una sua storia personale che lo ha portato in Georgia, Connecticut, New York City, California, per poi ritornare al paese natio di Lafayette (dove si è stabilito), superare un infarto, ed infine dopo aver scritto le canzoni di questo lavoro, conoscere un musicista canadese Hugh (Chris)topher Brown ( ottimo musicista canadese, per un brevissimo periodo anche nei Barenaked Ladies) che gli produce Available Light, permettendogli di esordire a livello discografico alla “tenera” età di 53 anni. David per questo esordio si avvale del supporto di validi musicisti “di area”, che rispondono al nome di Gregor Beresford alla batteria, Kevin Bowers alle chitarre elettriche, Peter Bowers alle percussioni, Barry Walker alle chitarre acustiche, Tony Scherr al basso, e lo stesso polistrumentista Brown al piano e tastiere, con l’apporto alle armonie vocali delle brave Kate Fenner e Sarah McDermott.

Quello che si svolge lungo le dieci tracce di Available Light, è lo “storytelling” di una vita intera che si snoda (nel bene e nel male) attraverso una lunga sequenza di racconti, a partire dall’iniziale title track https://www.youtube.com/watch?v=xz_VasV1SV0  e dalla seguente Beyond The Fences https://www.youtube.com/watch?v=gQ01hvCGAbU , due perfetti brani “roots” cantati con voce baritonale dall’autore, che non possono non richiamare lo stile del grande James McMurtry, per poi passare ai ritmi più rock di The Joke, ad una ballata confidenziale come Easy Mistake (con coretti soul), e mostrare l’anima blues alla Tony Joe White in una robusta Dog Tales. Con Unspoken Thing (con le coriste in evidenza) si viaggia dalle parti di un dolcissimo “country-soul” https://www.youtube.com/watch?v=bIPD4dei748 , passando per le lente note pianistiche di Lean, ritrovare il determinante apporto di Kate e Sarah nello sviluppo di un brano “folkie” come Neptune / Line You’re Leavin’ From, toccare il punto più alto del lavoro in una sontuosa e lunga ballata come The End Of My Run (con echi di tex mex), andando a chiudere le sue meravigliose “storie” con i sette minuti “chitarristici” (tra soul e blues) di The Calm Revolution https://www.youtube.com/watch?v=xz_VasV1SV0 .

David Corley, volto segnato dalla vita (come da cover del CD) e aspetto da “beautiful loser”, che si rispecchia esattamente nella musica di questo “atteso” esordio, con canzoni che si possono definire o etichettare nel genere “country-soul”, sporcate da una voce consumata da ogni esperienza (oltre, si presume, a damigiane di Whiskey), con un timbro baritonale che lo colloca per certi versi vicino ad artisti come Greg Brown e Jon Dee Graham, un talento, che, visto da chi scrive l’altra sera in concerto a Pavia, non ha certamente dato l’impressione di essere un’esordiente, e come recita il citato detto, per David (e speriamo per altri), può essere che “non sia mai troppo tardi”. Consigliato!

Tino Montanari

*NDB. Il titolo del Post è anche per ricordare il colpevole ritardo con cui abbiamo parlato sul Blog di questo CD, ormai uscito da parecchi mesi, ma appunto “it’s never too late”!

Il 18 Settembre Prossimo Arriva Il Nuovo David Gilmour – Rattle That Lock

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David Gilmour – Rattle That Lock – Columbia – CD CD+DVD CD + Blu-ray LP 18-07-2015

A nove anni dall’ultimo album On An Island torna David Gilmour con questo nuovo Rattle That Lock, co-prodotto dallo stesso Gilmour con Phil Manzanera, i testi sono di Polly Sampson, la grafica della bellissima copertina è a cura degli “eredi” della vecchia Hipgnosis di Storm Thorgerson guidati da Dave Stansbie della Creative Corporation, con la foto di copertina a cura di Aubrey Powell o viceversa, non è chiarissimo. Il singolo che precede l’album, la title-track, con un testo ispirato al Libro II del “Paradiso Perduto” di John Milton, inizia con quattro note create dal suono degli annunci sulle linee ferroviarie francesi SNCF. E se volete un parere, mi sbilancio, non mi sembra un brano straordinario, al di là del sempre ottimo lavoro della solista di David. Nel Brani appare il Liberty Choir e le due cantanti Mica Paris e Louise Marshall. Comunque visto che è già stato postato in rete da un paio di giorni, eccolo…

Per il resto, lo stesso Gilmour ha annunciato che nelle quattro lunghe Jam che compaiono nel bonus DVD dell’edizione Deluxe ci sono quelle che dovrebbero essere le ultime registrazioni di Rick Wright. Questi sono i brani, con relativi autori della edizione standard in un CD:

1) 5 A.M. (Gilmour)
2) Rattle That Lock (Gilmour/Samson/Boumendil)
3) Faces Of Stone (Gilmour)
4) A Boat Lies Waiting (Gilmour/Samson)
5) Dancing Right In Front Of Me (Gilmour)
6) In Any Tongue (Gilmour/Samson)
7) Beauty (Gilmour)
8) The Girl In The Yellow Dress (Gilmour/Samson)
9) Today (Gilmour/Samson)
10) And Then…..(Gilmour)

Tra le altre informazioni che filtrano alla batteria nel singolo troviamo Steve Di Stanislao, abituale collaboratore di Gilmour, mentre non è dato sapere (o almeno io non lo so) se ci saranno i frutti della ulteriore annunciata collaborazione con Crosby & Nash. In ogni caso questo è il contenuto del secondo dischetto, DVD o Blu-ray che dir si voglia:

1. Barn Jam 1
2. Barn Jam 2
3. Barn Jam 3
4. Barn Jam 4
5. The Animators – Alisdair + Jock (Documentary on makers of the “Rattle That Lock” video)
6. “Rattle That Lock” video
7. The Animators – Danny Madden (Documentary on maker of “The Girl In The Yellow Dress” video)
8. “The Girl In The Yellow Dress” video
9. Polly Samson and David Gilmour at The Borris House Festival of Words and Ideas (Documentary on their creative collaboration)
10. The making of the “Rattle That Lock” album (Documentary)
11. Audio – “Rattle That Lock” Extended Mix
12. Audio – “The Girl In The Yellow Dress” Orchestral Version
13. Audio – “Rattle That Lock” Youth Mix – 12′ Extended Radio Dub
14. Audio – “Rattle That Lock” Radio Edit
15. The “Rattle That Lock” album in 5.1 Surround Sound

david gilmour rattle that lock cd+dvd

Come vedete ci sono parti sia audio che video, oltre a memorabilia vari: libretto di 32 pagine con foto e testi, altro libro di 48 pagine con il citato Libro II del Paradiso Perduto di Milton, poster, cartolina e plettro. Nel frattempo Gilmour ha smentito qualsiasi voce di una eventuale reunion dei Pink Floyd con Roger Waters, che nel frattempo, alla fine della settimana prossima, pubblica varie nuove edizioni di Amused To Death e annuncia per l’autunno Roger Waters The Wall Live, preceduto da alcune anteprime nelle sale cinematografiche di tutto il mondo del film presentato al Toronto Film Festival del 2014.

Restiamo in attesa.

Bruno Conti

Son “Strani” Questi Gruppi! Wilco – Star Wars Esce Il 21 Agosto. Per Ora Download E Streaming Gratuito

wilco star wars

Ci sono capitato per caso, comunque se andate sul sito dei Wilco a questo link potete scaricare gratuitamente il nuovo album Star Wars che uscirà il 21 agosto per la dBpm/Anti Records http://wilcoworld.net/. Non so per quanto resterà gratis, comunque mi pare si trovi il download gratuito anche su Amazon e altre piattaforme, e tra l’altro mi pare pure bello, anche se “strano” e forse cortino, 33 minuti e poco più; oltre a tutto non fanno come gli U2, se non lo volete nessuno vi obbliga, nemmeno la Apple. Bella idea!

E se preferite solo ascoltarlo in streaming il link è qui sopra. Proseguo con l’ascolto,   e magari riferisco anche le prime impressioni: il primo brano EKG sembrano i King Crimson sperimentali di Starless And Bible Black o i Sonic Youth, More…ricorda una sorta di Beatles psichedelici (vecchio pallino di Jeff Tweedy), Random Name Generator pare una variazione sul tema del brano precedente, The Joke Explained mi sembra abbia sempre quel giro di accordi, alla John Lennon in veste dylaniana, You Satellite Taste The Ceiling sono completamente diverse, anche se l’atmosfera sonora del disco in linea di massima è quella,  però parrebbe niente scherzetti e prese in giro in vista. First impressions: il resto ascoltatevelo in pace.

Ma saranno contenti alla Anti?

Come avrebbe detto Obelix, SPQA, “Sono Pazzi Questi Artisti”!

Bruno Conti

 

Valorosi Bluesmen Italiani Sempre Più “Vivi”! Paolo Bonfanti -Back Home Alive

paolo bonfanti back home alive

Vi aveo annunciato, qualche giorno prima della fine di febbraio, la data in cui sarebbe stato registrato questo concerto dal vivo, in quel di Casale Monferrato al Teatro Comunale, proprio il 28 febbraio. Ora il CD è disponibile, è stato pubblicato dalla Club De Musique Records/Distr. IRD, si chiama Back Home Alive e vede l’ottimo Paolo rivisitare parte del suo vecchio catalogo, anche con alcune puntatine nel songbook degli Who, dei Nighthawks (con Fabio Treves all’armonica) e dei Grateful Dead. Il concerto è molto buono (lui è uno dei migliori italiani del “non solo blues”) e quindi anche il relativo dischetto, e il resoconto completo lo leggerete prima sul prossimo Buscadero (come sapete scrivo pure lì)! Nell’attesa vi ricordo le date del tour di Paolo per i mesi di Luglio, quello che resta, e agosto. Non mancate, perché lui è bravo, e gli piace pure John Hiatt (ci siamo incontrati a Milano al concerto e abbiamo fatto quattro chiacchiere):

Luglio 2015

Sab 18 – Duo w/R. Bongianino + Red Wine – Limone P.te (CN) – piazza d. Municipio
Dom 19 – Solo – Baveno (NO) – Festambiente (Circolo ARCI)
Ven 24 – w/ F. Marza Band (special guest) – Ruffano (LE) – Ruffano Blues Festival
Sab 25 – Trio – Roddino (CN) – “C’era una volta Matarìa d’ Langa”
Gio 30 – w/ Slow Feet – Genova – Porto Antico
Ven 31 – Trio – Riva Trigoso (GE) – Borgo Renà

Agosto 2015

Sab 1 – Band – Serralunga di Crea – fraz. Madonnina (AL) – p.zza L. e C. Balbo
Mar 4 – Duo w/ R. Bongianino – L’Aquila – “Blues sotto le stelle”
Gio 6 – Trio – Albenga (SV) – “Live in Albenga” (p.zza S. Domenico)
Sab 8 – w/ M. Coppo – Bolbeno (TN) –
Dom 16 – Trio – Oristano – Blues Festival
Lun 17 – Trio – Budoni (OT) – piazza
Mar 18 – Trio – Porto Torres – “Trittico di Mare” (loc. Il Ponte-Balai)
Gio 20 – Duo w/ A. Pelle – Vinadio (CN) – “Fortissimo”
Ven 21 – Solo – Lavagna (GE) – Genoa Club (v. G.B. Campodonico 58)
Dom 30 – Band – Varazze (SV) – Porto

Alla prossima.

Bruno Conti

Ed Ecco Il Tributo. One More For The Fans – Lynyrd Skynyrd

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Lynyrd Skynyrd & Friends – One More For The Fans – 2 CD – 2 DVD – Blu-ray Ear Music/Edel – Solo per il mercato USA Loud & Proud Records 2CD+DVD 24-07-15

Dopo una lunga pausa riprendiamo la rubrica delle anticipazioni discografiche, per il momento con un titolo, ma nei prossimi giorni conto di rendervi conto di molte uscite estive, alcune prossime, altre più a lunga gittata. Per iniziare parliamo di questo tributo ai Lynyrd Skynyrd.

In passato ne sono usciti moltissimi, country, rock, dal vivo, in studio, alcuni belli, altri decisamente meno, ma questo One More For The Fans, mi sembra uno dei meglio riusciti, se non il migliore in assoluto di quelli usciti fino ad oggi. Come vi dicevo un paio di giorni fa nella recensione del doppio CD al Rockpalast http://discoclub.myblog.it/2015/07/16/attesa-del-tributo-vecchio-concerto-dal-vivo-lynyrd-skynyrd-sweeet-home-alabama-rockpalast-1996/, ormai della formazione originale è rimasto solo Gary Rossington alla solista, gli altri sono Johnny Van Zant, voce, Rickey Medlocke, anche lui chitarra solista, Johnny Colt al basso, Peter Keys alle tastiere e gli ultimi arrivati Michael Cartellone alla batteria e Mark Mateijka alla terza solista, che sono quelli che mi convincono meno e, secondo me, hanno reso troppo hard il sound della band negli ultimi anni (vedi i due album di studio, Last Of A Dyin’ Breed God And Guns, non a caso usciti per i “metallari” della Roadrunner e anche il Live From Freedom Hall del 2010, non era memorabile, suono troppo duro e risaputo).

Ma in questa serata del 12 novembre dello scorso anno al mitico Fox Theatre di Atlanta, Georgia, finanziata con il crowfunding dalla band ed in uscita il 24 luglio per la loro etichetta Loud And Proud negli Stati Uniti (dove ci sarà anche una versione con i 2 CD insieme al DVD) e per Ear Music/Edel in Europa, tutta funziona a meraviglia, anche grazie al cast notevole che è stato assemblato per l’occasione. Ecco artisti e titoli:

1. Whiskey Rock A Roller – performed by Randy Houser
2. You Got That Right – performed by Robert Randolph & Jimmy Hall
3. Saturday Night Special – performed by Aaron Lewis
4. Workin’ For MCA – performed by Blackberry Smoke
5. Don’t Ask Me No Questions – performed by O.A.R.
6. Gimme Back My Bullets – performed by Cheap Trick
7. The Ballad of Curtis Loew – performed by moe. & John Hiatt
8. Simple Man – performed by Gov’t Mule
9. That Smell – performed by Warren Haynes
10. Four Walls of Raiford – performed by Jamey Johnson
11. I Know A Little – performed by Jason Isbell
12. Call Me The Breeze – performed by Peter Frampton
13. What’s Your Name – performed by Trace Adkins
14. Down South Jukin’ – performed by Charlie Daniels & Donnie Van Zant
15. Gimme Three Steps – performed by Alabama
16. Tuesday’s Gone – performed by Gregg Allman
17. Travelin’ Man – performed by Lynyrd Skynyrd With Johnny and Ronnie – Ronnie on big screen
18. Free Bird – performed by Lynyrd Skynyrd
19. Sweet Home Alabama – performed by Lynyrd Skynyrd and the entire line-up

Come vedete, ormai è una consuetidine, alla fine del tributo salgono sul palco anche i Lynyrd Skynyd stessi, con la trovata scenica dei due fratelli, Johnny e Ronnie (sul grande schermo), che duettano in Travelin’ Man, prima di lanciarsi in una ottima versione di Free Bird e nella classica Sweet Home Alabama, con tutto il cast sul palco. Non tutto luccica, ma mi piaiono buone le versioni di You Got That Right con Robert Randolph e Jimmy Hall dei Wet Willie, gli O.A.R. con una versione muscolare, ma ben eseguita di Don’t Ask Me No Questions e al sottoscritto piace anche la rilettura di Working For MCA dei Blackberry Smoke. Ottima, e non poteva essere diversamente, The Ballad Of Curtis Loew di John Hiatt (visto recentemente in gran forma a Milano) accompagnato dalla jam band dei moe., come pure la Simple Man dei Gov’t Mule di Warren Hayes, che poi esegue come solista anche That Smell. Notevole anche la versione acustica, che conclude il primo CD, di Four Walls Of Raiford di un Jamey Johnson dalla voce prorompente.

Parlando sempre di cantanti-chitarristi anche Jason Isbell con I Know A Little e un sorprendente Peter Frampton, in grande spolvero con Call Me The Breeze, mantengono elevato il livello qualitativo. E pure Gregg Allman, accompagnato alle armonie vocali dalle McCrary Sisters, rilascia una versione di Tuesday’s Gone da antologia, anche grazie alla house band guidata da Don Was, anche al basso, con Sonny Emory alla batteria e Jimmy Hall, voce e armonica. Le altre versioni non sono brutte, alcune caciarone, alcune troppo country (non male gli Alabama con Gimme Three Steps), ma forse si poteva trovare di meglio, anche Randy Houser è comunque molto buono. Comunque il tutto, unito al gran finale, fa sì che questo One More For The Fans sia un disco da avere, una grande festa del southern rock, magari per metterlo sullo scaffale di fianco al giustamente più  celebrato One More From The Road.

Bruno Conti

Ritorno Sul “Luogo Del Delitto”, Nel Tempio Della Musica Londinese! Eels – Royal Albert Hall

eels royal albert hall

Eels – Royal Albert Hall – E Works / Pias Cooperative – 2 CD + DVD

Finalmente (con colpevole ritardo) parliamo anche di questo concerto di Mark Oliver Everett in compagnia dei suoi Eels, registrato e filmato il 30 Giugno del 2014 sul leggendario palco della Royal Albert Hall di Londra, nell’ambito di un tour molto ambizioso a livello mondiale, composto da ben 53 serate che hanno toccato le città più belle e le sale da concerto più importanti. Il concerto in questione (ripreso da ben nove telecamere) vede Mr. “E” e i suoi quattro soci, Jeff Lyster alle chitarre e pedal steel, Mike Sawitzke alla tromba, Allen Hunter al contrabbasso e Darek Brown alla batteria e percussioni, presentare al pubblico le canzoni dell’ultimo lavoro The Cautionary Tales Of Mark Oliver Everett, riproporre alcuni classici dal loro repertorio, senza tralasciare alcune belle sorprese, per un set di 28 canzoni e 90 minuti di eccellente musica (che data la solennità dell’evento e del luogo), li vede salire sul palco “vestiti a puntino” da veri gentlemen londinesi.

La prima parte ripercorre i “sentieri” dell’ultimo lavoro, e non si può non rimanere affascinati dalle note pianistiche e dalla tromba dell’iniziale Where I’m At, dalla sussurrata When You Wish Upon A Star, dall’incedere del pianoforte nella delicata The Morning, il soffio dolente di una Parallels, per poi iniziare un “trittico” melodico composto da My Timing Is Off, seguito dalla pianistica A Line In The Dirt , con un dolce soffio di tromba, e il ritmo leggermente più marcato di Where I’m From. Le note dolenti di It’s A Motherfucker e Lockdown Hurricane appartengono al passato, cosi come la “jazzata” A Daisy Through Concrete, la tromba maliziosa che accompagna una sempre sognante Grace Kelly’s Blues, e chiudere la prima parte con il delizioso ritmo di Fresh Feeling. Dopo una breve e meritata pausa la seconda parte del concerto riprende rispolverando vecchi brani come I Like Birds https://www.youtube.com/watch?v=HJnbmUnNNYo , l’immancabile My Beloved Monster, stavolta rivisitata in stile “old-fashioned”, per poi passare alla sofferta e quasi recitativa Gentelmen’s Choice, un’ariosa Mistakes Of  My Youth/Wonderful Glorious, e tornare alle rarefatte note della pianistica Where I’m Going. Giù il sipario! Richiamati da un pubblico caloroso, gli Eels tornano sul palco per un’altra serie di brani, e  colpiscono al cuore con le meravigliose I Like The Way This Is Going https://www.youtube.com/watch?v=IUwIMJfghmM  , Binking Lights (For Me), Last Stop: This Town e una dolcissima The Beginning che fa venire qualche “lacrimuccia” al composto pubblico in sala. Le sorprese sono due inaspettate “covers”, la mitica Can’t Help Falling In Love portata al successo da Elvis Presley, e un brano (che non conoscevo) di Harry Nilsson Turn On Your Radio, in linea con tutta la serata. Il sipario si richiude, ma solo in apparenza: Everett si ripresenta sul palco vestito da Dracula e con una risata sinistra finalmente corona il suo sogno (fanciullesco), di suonare l’imponente organo a canne della Royal Albert Hall, facendo risuonare in sala le maestose note di Flyswatter e The Sound Of Fear https://www.youtube.com/watch?v=BZY8avt3FKY . Questa volta (purtroppo) il sipario si chiude definitivamente. Comunque, giù il cappello.!

Come l’assassino che torna sempre sul luogo del delitto, anche gli Eels sono tornati alla Royal Albert Hall di Londra, quasi dieci anni dopo il tour Eels With Strings, ma se quello era un concerto “da camera” con l’apporto di un quartetto d’archi, in questo caso il gruppo ha fatto leva sulle sue risorse per dare alle canzoni nuova linfa con un suono più personale e intimo, ben consapevoli che su questo palco (salvo rare eccezioni), hanno suonato e cantato musicisti straordinari, e gli Eels di Mark Everett certamente lo sono. Un concerto da sentire e da vedere.!

Tino Montanari

In Attesa Del Tributo Un “Vecchio” Concerto Dal Vivo. Lynyrd Skynyrd – Sweeet Home Alabama – Rockpalast 1996

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Lynyrd Skynyrd – Sweeet Home Alabama – Rockpalast 1996 – Eagle Rock

Come è abbastanza noto, anche se è una pratica da me non condivisa, molti non apprezzano il formato DVD (o Blu-Ray)  per i concerti dal vivo, preferendo il CD o addirittura il vecchio vinile. E’ altrettanto noto che le case discografiche, nella loro immensa bontà, nonché illuminata e disinteressata lungimiranza, sono sempre pronte a farci ricomprare gli stessi dischi più e più volte. Prendiamo il caso di questo Sweet Home Alabama: era già uscito in DVD (e in seguito in Blu-ray) una decina di anni fa, ma mancava la versione in compact, e quindi eccovi serviti, un bel doppio CD, eventualmente disponibile anche nel cosiddetto formato combo 2CD+DVD e pure in doppio vinile, però, perché la perfezione non è di questa terra, privo dei tre brani bonus registrati dalla formazione originale dei Lynyrd Skynyrd alla Hamburg Musikhalle nel 1974, mentre il resto del concerto è registrato alla famosa rocca di Loreley, per la versione estiva del Rockpalast nel 1996. Siamo alla quinta versione della band, nella versione post reunion, quella che affianca a Gary Rossington, l’unico membro originale tuttora vivente, Johnny Van Zant, il fratello di Ronnie e altri due chitarristi storici del southern rock, Rickey Medlocke, leader dei Blackfoot, ma anche batterista in una delle prime incarnazioni della band e Hughie Thomasson, scomparso nel 2007, ex solista degli Outlaws.

La parola “scomparso” ricorre spesso nella storia degli Skynyrd, l’ultimo della lista è Bob Burns, il batterista dell’epoca d’oro, morto in un incidente nell’aprile di quest’anno, ma dei musicisti presenti al concerto del 1996, mancano all’appello anche Billy Powell, il tastierista, deceduto nel 2009 e Leon Wilkeson, il bassista, anche lui “andato” nel 2001; resiste, nel senso che è ancora vivo, Owen Hale, che era il batterista nell’occasione. In effetti questa recensione sta diventando ormai un necrologio e quindi parliamo brevemente del contenuto, anche se il DVD era già stato recensito ai tempi: in teoria il gruppo avrebbe dovuto promuovere quelli che erano gli album pubblicati al tempo, ma per fortuna dei presenti e di noi che ascoltiamo una ventina di anni dopo, scorrono praticamente tutti i classici della band. Si parte con una gagliarda Workin For MCA, seguita da I Ain’t The One, il primo brano del primo album, sempre con le chitarre che ruggiscono come ai vecchi tempi, Down South Jukin’ era su First And Last ma anche nel recente (all’epoca) Endangered Species, eccellente pure Double Trouble, con il piano di Powell che cerca di farsi largo nel muro di chitarre, il boogie di I Know A Little viene da Street Survivors mentre Saturday Night Special si trovava su Nuthin’ Fancy e la meno nota (rispetto alle altre) Swamp Music era su Second Helping.

Ancora da Street Survivors viene pure What’s Your Name, che non dà segni di cedimento, seguita da una poderosa That Smell, mentre Simple Man, una delle loro canzoni più belle, è una delle rare e (apparenti) oasi di tranquillità del concerto e anche Three Steps non scherza come energia, prima di fare spazio a una poderosa (e lunghissima, oltre 12 minuti) Call Me The Breeze, dove il compianto Hughie Thomasson, nel suo assolo, cita Green Grass and High Tides e Ghost Riders In The Sky della sua vecchia band, gli Outlaws. Finisce il primo compact e il secondo ha “solo” cinque brani: però che brani, troviamo due versioni di Sweet Home Alabama e Free Bird (con dedica a Rory Gallagher a tutti i “freebirds”), quelle ottime del 1996, e due, eccellenti del 1974 (incise un filo meno bene, e forse non le migliori della loro carriera, ma sono quisquiglie) con Ronnie Van Zant alla guida della sua creatura, in mezzo c’è, sempre dal concerto del 1974, una poderosa Workin’ For MCA. Tutte canzoni sentite mille volte, però piacciono sempre, se non avete già il DVD, un pensierino a questo ottimo doppio CD lo farei: in definitiva le case discografiche ci fregano sempre!

Come riporto nel titolo del Post, per il 24 luglio è atteso One More For The Fans, un ennesimo tributo ai Lynyrd Skynyrd, previsto nel formato 2 CD, 2 DVD o Blu-ray. Ne parliamo, in breve, nei prossimi giorni, insieme ad altre uscite interessanti del periodo.

Bruno Conti

Greg Trooper Rivisita La Sua “Anima” Intimistica In Concerto! Live At The Rock Room

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Greg Trooper – Live At The Rock Room – 52 Shakes Records

A mia memoria Greg Trooper brutti dischi non ne ha mai fatti,  alcuni ottimi come Everywhere https://www.youtube.com/watch?v=0kc-tttiwck , Noises In The Hallway e Popular Demons del periodo iniziale, e Upside-Down Town del periodo più recente, intervallati da saltuarie performance “live” come Between A House And A Hard Place del 2002 e The BackShop Live del 2006, prima di approdare a questo terzo lavoro dal vivo Live At The Rock Room, dove il cantautore del New Jersey (viene da Neptune City, a due passi da Asbury Park)  sprigiona ancora una volta tutto il suo talento di “storyteller”. Affiancato solamente da Jack Saunders voce e contrabbasso e da Chip Dolan voce, tastiere e fisarmonica, il buon Greg ha registrato questo lavoro in un piccolo locale di Austin, il Rock Room (una sorta di omologo del Bar Trapani dell’amico Paolo Pieretto a Pavia), in una atmosfera intima e con gli arrangiamenti semi-acustici suggeriti dalla strumentazione.

Il repertorio della serata attinge principalmente dagli album più recenti: quindi Upside-Down Town (10) e Incident On Willow Street (13) http://discoclub.myblog.it/2013/10/24/dal-new-jersey-via-italia-on-the-road-again-greg-trooper-inc/ , ma l’apertura del concerto pesca da Make It Through This World (05) con le iniziali This I’d Do e Don’t Let It Go To Waste, dove si evidenzia subito il caloroso apporto del pubblico presente, che viene trascinato nella successiva Good Luck Heart dal ritmo accelerato con la fisarmonica e armonica in evidenza, prima di passare all’unico brano inedito del concerto, una ballata crepuscolare come Broken Man, seguita dalla bellissima They Call Me Hank (cercatela in Upside-Down Town), qui riproposta con un sottofondo di fisarmonica che riesce a commuovere. Il set successivo è dedicato a Incident On Willow Street a partire dal bel lavoro di tastiere di Everything’s A Miracle https://www.youtube.com/watch?v=Z1rBqsEsZWs  , la danzereccia Mary Of The Scots In Queens https://www.youtube.com/watch?v=7faaed_EekI , ballate avvolgenti e sentimentali come The Land Of No Forgivenees e Amelia, e il folk di One Honest Man, cantato con la sua tipica voce vissuta. Il concerto si avvia (purtroppo) alla parte finale con il country arioso di Might Be A Train, andando poi giustamente a recuperare una dolcissima e poco conosciuta Inisheer (da Floating), omaggiare una città che gli è rimasta nel cuore con All The Way To Amsterdam, andando a chiudere con le note melodiche di We’ve Still Got Time, che risuonano a lungo dopo che il brano svanisce.

Per chi scrive, Greg Trooper (ormai sulle scene dal 1986) è uno dei più grandi “songwriters” americani degli ultimi 20 anni, durante i quali ha registrato 13 album (con questo) che contengono canzoni di rara bellezza e spessore, un artista di talento che non cessa mai di stupire, venerato da tanti colleghi (ad esempio Steve Earle è un fan), con sue canzoni che sono state registrate da numerosi artisti tra cui proprio da Steve Earle, ma anche Vince Gill, Billy Bragg, Robert Earl Keen, Tom Russell, e la sempre meravigliosa Maura O’Connell. Ammettiamolo, forse ci sono in giro fin troppi cantautori, ma pochi interpreti qualificati, e per quel che mi riguarda Greg Trooper merita di essere considerato molto di più di un “artista di culto”, perché nella musica dovrebbero contare, ma non è sempre detto, la professionalità e la qualità delle canzoni. Ciò detto Live At The Rock Room resta un disco “altamente” consigliabile a chi apprezza il genere!

Tino Montanari