“Che Meraviglia!”, Uno Dei Dischi Dell’Anno. Patty Griffin – Servant Of Love

patty griffin servant of love

Patty Griffin – Servant of Love – PGM/Thirty Tigers 25-09-2015

Quando ti ritrovi ad esclamare tutto da solo come un pirla “Che meraviglia”, mentre ascolti un disco, i casi sono due, o ti devi trovare un buon psichiatra oppure il disco che stai ascoltando è veramente bello. E’ quello che è capitato a chi vi scrive ascoltando il brano Made Of The Sun, tratto da Servant Of Love, il decimo album di questa magnifica cantautrice americana, una delle più brave in assoluto attualmente in circolazione, reduce dall’avere appena finito una lunga relazione, musicale e di vita, con Robert Plant, in campo artistico con i Band Of Joy ed in parte con i Sensational Space Shifters, dove agiva come ospite, nell’ambito privato non so e non mi interessa, sono fatti loro (ultima apparizione insieme https://www.youtube.com/watch?v=S35ua-t3op8). Patty Griffin è in circolazione a livello discografico da una ventina di anni (il primo album Living With Ghosts uscì nel lontano 1996) ma ad ogni disco conferma la sua straordinaria bravura, sia come autrice che come interprete, album sempre abbastanza diversi fra loro, con questo Servant Of Love che sembra voler tornare, come dice lei stessa, alle atmosfere musicali più ricercate ed “avventurose” che avevano caratterizzato i primi dischi della sua carriera, fino ad arrivare a Silver Bell, “disco perduto” del 2002, rifiutato dalla sua casa discografica di allora, la A&M, che poi nel 2013 è ritornata sui propri passi, pubblicando l’album, con il mixaggio di Glyn Johns e la produzione di Craig Ross, che ai più è noto come compagno di merende e secondo chitarrista di Lenny Kravitz, ma che con Patty Griffin, da alcuni album, sta facendo un lavoro splendido, cucendo sulle canzoni degli arrangiamenti, ora acustici, ora elettrici, sempre raffinati, anche grazie alla sensibilità della Griffin che nella sua musica inserisce, di volta, elementi folk, blues, atmosfere sottilmente africane ed etniche in questo nuovo CD, probabilmente, inconsciamente o meno, assorbite dalla frequentazione con Plant, ma anche i suoni della grande tradizione americana, del jazz e del gospel ( per esempio in Downtown Church prodotto da Buddy Miller http://discoclub.myblog.it/2010/02/12/patty-griffin-downtown-church-o-forse-no/ ).

Vi dicevo di Made Of The Sun che in teoria è un brano acustico di vecchio stampo folk, una canzone di una semplicità disadorna, un paio di chitarre acustiche arpeggiate con grazia e una melodia malinconica veicolata dalla voce della Griffin, dolce e tenera, ma forte al contempo, sostenuta a tratti dal controcanto di Shawn Colvin, per un risultato che ha la magia che solo i grandi interpreti sanno creare con la loro arte, grazie a degli sprazzi di ispirazione, che in questo album si ripetono in continuazione. Prendiamo l’iniziale Servant Of Love, una intensa canzone https://www.youtube.com/watch?v=zMcDX4KsHEA , solo voce e piano (John Deaderick), un mood ombroso e jazzy, con la voce della Griffin contrappuntata anche dalla tromba con sordina di Ephraim Owens e dal contrabbasso con archetto di  Lindsey Verrill, un brano che ha la potenza delle migliori interpretazioni della grande cantante irlandese Mary Coughlan, con il cantato di Patty che sale e scende, alternando passi sussurrati a veementi aperture vocali. Altro cambio sonoro per Gunpowder, un blues cadenzato e cattivo, con elementi arabeggianti e di nuovo quella tromba in libertà a rendere ancora più inconsueta la vena musicale del brano, o in Good And Gone che racconta nel testo di una sparatoria della polizia (i cosiddetti “police shootings”) , ma qualcuno ci ha visto anche una sorta di allegoria della sua separazione da Plant, altro brano blues, questa volta acustico e intenso, con le chitarre di Ross e David Pulkingham a sostenere il mood “disperato” del pezzo.

Hurt A Little White, con l’elettrica con riverbero del grande chitarrista texano Scrappy Jud Newcombe, un organo in sottofondo e poco altro, vive di una atmosfera sospesa e minacciosa e del cantato passionale della Griffin, mentre 250.000 Miles, di nuovo con Shawn Colvin alla seconda voce, è un brano folk che ci riporta all’austero sound della musica degli Appalachi o alle canzoni glabre di una Gillian Welch, detto della stupenda Made Of The Sun anche Everything’s Changed ha quella allure di mistero e ombrosità che caratterizza molti dei brani di questo album, la voce che si inserisce sul sobrio accompagnamento acustico, con la kalimba di Ralph White sullo sfondo; Rider Of Days è una ballata quasi dylaniana, sempre con i delicati controcanti della Colvin che ne aumentano il fascino e le acustiche a menare le danze, a tratti con brio, There’s Isn’t One Way ha un sound elettrico, quasi rock, alla Band Of Joy, con un cantato più febbrile di Patty che poi ritorna al jazzy-blues della fumosa Noble Ground, con un bel piano in evidenza insieme alla voce squillante della Griffin e alla tromba di Owens. Prima della conclusione ancora Snake Charmer, un folk-blues elettrico quasi alla Led Zeppelin III, la bellissima ballata pianistica You Never Asked Me, una confessione accorata a tempo di musica “I don’t believe in love like that anyway/ I would have told you that if you’d have asked me/ The kind that comes along once and saves everything between a woman and a man.” Devo ribadire “Che meraviglia!”, e non è finita, per la conclusiva Shine A Different Way https://www.youtube.com/watch?v=sxb1Cve-GDc  Patty Griffin imbraccia il mandolino per un’altra deliziosa canzone impreziosita dall’intreccio tra le chitarre acustiche e la fisarmonica affidata all’ottimo John Deaderick, brano che conclude in gloria un album che, secondo il sottoscritto, si candida come uno dei migliori dell’anno.

Esce in teoria il 25 settembre, ma in qualche paese è già stato pubblicato, da notare anche la copertina che riporta delle spirali di semi di girasole che rappresentano il dualismo tra i movimenti dell’uomo e i modelli della natura.

Bruno Conti

I Migliori Dischi Del 2014, Liste Di Fine Anno. Uncut

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Dopo i migliori di Mojo eccoci ad Uncut, un’altra rivista musicale inglese molto autorevole. Ecco i loro Top 20 e qualche altra classifica dedicata a singoli settori.

Best Of 2014

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1) The War On Drugs – Lost In The Dream

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2) Leonard Cohen – Popular Problems

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3) Aphex Twins – Syro

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4) Fka Twigs – LP1 Io continuo a non “capire”, fino a pochi mesi fa Tahliah Barnett faceva la ballerina, poi improvvisamente pochi mesi fa, a 26 anni, ha visto la “musica del futuro” e ha fatto questo disco. Se questo è il futuro datemi il passato, come nel disco subito sopra.

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5) Sharon Van Etten – Are We There

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6) Robert Plant – lullabyand…The Ceaseless Roar https://www.youtube.com/watch?v=W3h7KdJKEIM

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7) Hiss Golden Messenger – Lateness Of Dancers Questo signore è uno dei preferiti del Blogger http://discoclub.myblog.it/2012/05/17/piccoli-dischi-di-culto-hiss-golden-messenger-poor-moon/ e http://discoclub.myblog.it/2014/02/10/il-nebraska-michael-c-taylor-hiss-golden-messenger-bad-dept/, ma colpevolmente non mi sono occupato di questo nuovo album, dovrò rimediare (se trovo il tempo, se no fidatevi, è bellissimo pure questo) https://www.youtube.com/watch?v=Hkdsr-NpyDI

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8) Damon Albarn – Everyday Robots

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9) St. Vincent – St. Vincent

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10) Sun Kil Moon – Benji  Altro disco molto bello, Mark Kozelek ne fa troppi in un anno (Bonamassa è un dilettante al suo confronto), ma quando azzecca quello giusto come questo…sentire per credere https://www.youtube.com/watch?v=UtndQzCUEY4

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11) Toumani Diabaté & Sidiki Diabatè – Toumani & Sidiki

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12) Caribou – Our Love

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13) Ty Segall – Manipulator Anche di questo signore ci siamo occupati nel Blog http://discoclub.myblog.it/2013/09/11/un-folksinger-anomalo-ty-segall-sleeper-5682721/ e definire pure lui prolifico è usare un eufemismo, il “problema” è che ogni disco ha un genere diverso https://www.youtube.com/watch?v=7Una2_QKzkw

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14) Real Estate – Atlas https://www.youtube.com/watch?v=O2AeQDIw2j4 Anche questi sono bravi, approvo, magari 14° disco dell’anno è troppo…

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15) Rosanne Cash – The River And The Thread Questo è nella mia Top 10, quindi sono completamente d’accordo, secondo me non è più in alto nelle classifiche perché gli ha nuociuto il fatto di essere uscito a gennaio, Uncut ha dato 10 come voto e poi solo 15°. Probabilmente nel frattempo molti se lo sono dimenticato nelle liste di fine anno. Gran disco comunque http://discoclub.myblog.it/2014/01/07/dieci-pagella-uncut-il-primo-grande-disco-del-2014-rosanne-cash-the-river-and-the-thread/

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16) Gruff Rhys – American Interior Molto amato nel Regno Unito il gallese, leader dei Super Furry Animals, racconta in questo disco la storia della ricerca di una tribù di Nativi Indiani che parlavano gallese! Sembra affascinante e lo è: sono usciti anche un documentario https://www.youtube.com/watch?v=j5ql1aNvM0c , un libro e una app sull’argomento https://www.youtube.com/watch?v=Smn6MyiOM_0

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17) Lucinda Williams – Down Where The Spirit Meets The Bone Pure questo è nella mia Top 10 personale: molti non amano la voce della Williams, ma il disco vale uno “sforzo” di volontà per ascoltarlo ed esserne gratificati, oppure rimanere dello stesso parere https://www.youtube.com/watch?v=Y2MlWvNk4Cg

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18) Swans – To Be Kind   https://www.youtube.com/watch?v=1jSdTBGhDSg

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19) Hurray For The Riff Raff – Small Town Heroes https://www.youtube.com/watch?v=3dE3qmNKZl8

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20) Stephen Malkmus & The Jicks – Wig Out At Jagbags Anche questo CD è uscito il 7 gennaio, come Rosanne Cash https://www.youtube.com/watch?v=zYC5JASqWnI

Aggiungiamo i 5 migliori dischi della categoria “Americana” (ma senza dirlo a Dan Stuart dei Green On Red che odia il termine e se lo scopre mi “incendia” la mail)!

5 Best Americana Albums

1) Hiss Golden Messenger – Lateness Of Dancers

2) Rosanne Cash – The River And The Thread

3) Lucinda Williams – Down Where The Spirit Meets The Bone

4) Hurray For The Riff Raff – Small Town Heroes

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5) Steve Gunn – Way Out Weather Altro disco notevole!

Le cinque migliori ristampe dell’anno, sempre secondo Uncut:

La ristampa dell’anno

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Bob Dylan – Bootleg Series vol.11 – The Complete Basement Tapes

2) Slint – Spiderland (???)

3) The The – Soul Mining

4) Underworld – Dubnobasswithmyheadman un altro bel ???

5) Led Zeppelin Remasters – I-II-III

A parte qualche “sorpresa”, un paio anche nelle ristampe, le liste di fine anno di Uncut sono interessanti.

Nei prossimi giorni altre liste.

Bruno Conti

 

 

Ma Mancano Quasi Tre Mesi! Led Zeppelin Ristampe Parte II – IV (Zoso) E Houses Of The Holy

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L’ho pensato anche io, ma mancano ancora quasi tre mesi! La data prevista è il 28 ottobre per le due nuove ristampe della serie Remastered 2014 dei Led Zeppelin, comunque visto che si incomincia a parlarne già in questi giorni adeguiamoci. Questa volta, leggendo la lista dei contenuti, devo dire che sono rimasto abbastanza deluso. Ma come, siamo solo al 4° e 5° album della serie e gli inediti, in studio o dal vivo, sono già allo zero assoluto e ci riduciamo già agli alternate mix e alle versioni senza voce? Parrebbe proprio di sì! Quindi chi acquista le solite costosissime edizioni in Super Deluxe Box (una la vedete qui sopra, l’altra fra poco) avrà poco di cui godere, aldilà delle bellissime confezioni per esteti del packaging, confermando la mia idea che le edizioni doppie sono il miglior modo per accostarsi a queste ristampe. Ad ogni modo, questo è il contenuto della versione in due CD di Led Zeppelin IV (Zoso) Four Symbols, come volete chiamarlo:

CD 1

1. “Black Dog”
2. “Rock And Roll”
3. “The Battle of Evermore”
4. “Stairway To Heaven”
5. “Misty Mountain Hop”
6. “Four Sticks”
7. “Going To California”
8. “When The Levee Breaks”

Companion Audio Disc

1. “Black Dog” – Basic Track With Guitar Overdubs
2. “Rock And Roll” – Alternate Mix
3. “The Battle Of Evermore” – Mandolin/Guitar Mix From Headley Grange
4. “Stairway To Heaven” – Sunset Sound Mix
5. “Misty Mountain Hop” – Alternate Mix
6. “Four Sticks” – Alternate Mix
7. “Going To California” – Mandolin/Guitar Mix
8. “When The Levee Breaks” – Alternate UK Mix

Non c’è proprio da godere come ricci, i titoli sono fantasiosi, speriamo che siano versioni alternative interessanti e Jimmy Page abbia lavorato bene. D’altronde gli altri non sembrano molto coinvolti, Robert Plant si sta preparando alla pubblicazione del suo nuovo album lullaby and…The Ceaseless Roar, in uscita l’8 di settembre, il primo per la Nonesuch/Warner e di cui parleremo a suo tempo. John Paul Jones tace (per quanto nel companion disc di Houses Of The Holy c’è un JPJ Keyboard Overdubs, di oggi?), o meglio le ultime notizie lo vedevano in tour con i Dave Rawlings Machine (“orfano” di Gillian Welch, ma con l’ex Zeppelin al mandolino), però era novembre dello scorso anno.

Tornando alle ristampe

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questo è il contenuto del doppio CD di Houses Of The Holy

CD 1

1. “The Song Remains The Same”
2. “The Rain Song”
3. “Over The Hills And Far Away”
4. “The Crunge”
5. “Dancing Days”
6. “D’yer Mak’er”
7. “No Quarter”
8. “The Ocean”

Companion Audio Disc

1. “The Song Remains The Same” – Guitar Overdub Reference Mix
2. “The Rain Song” – Mix Minus Piano
3. “Over The Hills And Far Away” – Guitar Mix Backing Track
4. “The Crunge” – Rough Mix – Keys Up
5. “Dancing Days” – Rough Mix With Vocal
6. “No Quarter” – Rough Mix With JPJ Keyboard Overdubs – No Vocal
7. “The Ocean” – Working Mix

Titoli sempre più fantasiosi, anche in questo caso speriamo nei contenuti.

Bruno Conti

Le Stagioni Passano, Ma “Il Cuore” Rimane! Heart – Fanatic Live From Caesar’s Colosseum

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*NDB Torna la solita rubrica della domenica, il supplemento del Disco Club, dedicato a cofanetti, ristampe e nomi storici del rock, questa volta tocca alla nota band canadese delle Heart. La parola a Tino.

Heart – Fanatic Live From Caesar’s Colosseum – Frontiers Records – CD+DVD-BLU-RAY

Per i pochi che non li conoscono, gli  Heart sono un gruppo rock “canadese” guidato dalle ormai “stagionate” sorelle Wilson, Ann e Nancy (ometto da gentiluomo l’età delle signore), peraltro originarie della California, e in pista da ben 38 anni. “Gli” Heart nascono a Vancouver, nel lontano ’63, quando il chitarrista Roger Fisher, col fratello Mike e il bassista Steve Fossen, fondano la band, poi, dopo molti anni di gavetta, si trasferiscono a suonare nei bar di Seattle, una delle città più piovose d’America, stabilizzando la formazione solo nel 1973 con l’ingresso delle sorelle Wilson, entrambe cantanti e chitarriste.

Il debutto discografico, prima solo in Canada per la Mushroom, avviene con Dreamboat Annie (75) (composto quasi interamente da Ann), raggiungendo vendite notevoli nello stesso Canada e poi in Usa, e l’uscita del seguente Little Queen (77) conferma la facilità del gruppo di produrre un rock dalle inflessioni hard, piacevole e ben strutturato. Il successo continua con la pubblicazione di Dog And Butterfly (78) e Bebe Le Strange (80) che diventano dischi di platino (superando senza problemi l’abbandono del fondatore Roger Fisher). Dopo una tournée americana a supporto dei Rolling Stones, la formazione torna in studio per incidere Private Audition (82) e dopo un ulteriore cambio d’organico (con una nuova sezione ritmica composta dal bassista Mark Andes e dal batterista Denny Carmassi) danno alle stampe Passionworks (83). All’apice del successo vengono ingaggiate dalla Capitol Records e pubblicano l’omonimo Heart (85) (con oltre sette milioni di copie vendute), successo confermato dai successivi Bad Animals (87) (trainato dal formidabile successo di Alone  e Brigade (90). Degli anni successivi, tra antologie, raccolte, dischi live, natalizi e solisti (Nancy Wilson, sposata con il regista Cameron Crowe), sono da ricordare Desire Walks On (93) (con una cover di Dylan Ring Them Bellshttp://www.youtube.com/watch?v=P6tkNHeA23w , il sottovalutato Jupiters Darling (04) e Fanatic (12), da cui tutto parte per parlarvi di questo ultimo lavoro “live”.

Infatti per supportare l’uscita di Fanatic , la band ha svolto un’importante tour in Nord America, che si è concluso con un magnifico spettacolo al Caesar’s Colosseum di Windsor in Ontario http://www.youtube.com/watch?v=uG0CRuPXtbw , con l’attuale line-up composta oltre che dalle sorelle Wilson (voce, chitarre, flauto e mandolino), Ben Smith alla batteria e percussioni, Craig Bartock alle chitarre, Dan Rothchild al basso e Debbie Shair alle tastiere.

La scaletta del concerto (una sorta di juke-box), ripercorre una carriera importante, a partire dall’intro hard-rock di Fanatic, con l’inconfondibile voce di Ann Wilson in evidenza, seguita dai primi classici Heartless (da Magazine (77) e What About Love, una ballata capolavoro (che risale al bellissimo Heart), un brano marchio di fabbrica delle due sorelline. Mashallah è il secondo estratto (alla fine saranno cinque) da Fanatic, ancora un hard-rock contraddistinto da un riff “zeppeliniano” (per chi non la sapesse Ann Wilson e soci hanno fatto piangere Robert Plant a un concerto tributo al Kennedy Center, con Obama tra il pubblico) , come 59 Crunch,  mentre Even It Up è un mid-tempo estratto da Bebe Le Strange.

Si ritorna ai brani storici con Straight On e Dog And Butterfly (qui riproposta con un’intrigante sezione d’archi), a cui fanno seguito Walking Good (sempre da Fanatic) un brano che si snoda tra chitarre acustiche e tastiere, e These Dreams (uno dei singoli più venduti di Heart), con Nancy alla voce. A seguire una bella versione del lento d’eccellenza Alone (una canzone che non ha bisogno di parole, ma deve essere ascoltata in religioso silenzio). Ci si avvia alla fine con l’ultimo estratto da Fanatic, Dear Old America, mentre l’acustica di Nancy introduce un altro classico “delle” Heart, Crazy On You, per poi finire  con il loro “inno” generazionale, la strafamosa Barracuda.

Si potrebbe discutere se questo album dal vivo fosse necessario (se non ho sbagliato i conti questo è il quinto ufficiale della band *NDB. Sesto!), ma se amate l’hard rock classico, è sempre un piacere sentire la voce splendida  di Ann Wilson (una delle migliori del rock), la bravura alla chitarra di Nancy, il “sound” di un gruppo tosto e rodato, (ad oggi come Heart hanno venduto oltre 30 milioni di dischi nel mondo) in grado di regalare ai loro fedeli “fans” serate elettrizzanti come questa.

Tino Montanari

Dal Nostro Corrispondente…Al Cinema. Uno Spettacolo!!! Led Zeppelin – Celebration Day

*NDB. Come in tutti gli articoli che si rispettino, prima di lasciare la parola a Marco, un breve “cappello”, una sorta di di esortazione, ma direi meglio, una implorazione di un fan…

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Led Zeppelin – Celebration Day – Atlantic – Vari Formati*

Circa una decina di giorni fa ho definito in questo blog il nuovo Live In New York City di Paul Simon il disco live dell’anno, ma d’altro canto non posso non affermare che questo Celebration Day dei Led Zeppelin può diventare tranquillamente il live del secolo: sicuramente per quanto riguarda i dodici anni trascorsi dal duemila ad oggi, ma si difende molto bene anche se messo in relazione con cose uscite nel millennio precedente.

Come ormai tutti saprete Celebration Day documenta il famoso concerto di reunion degli Zeppelin che si è tenuto cinque anni fa alla 02 Arena di Londra, in commemorazione dello scomparso Ahmet Ertegun, leggendario fondatore della Atlantic Records e formidabile talent scout (oltre agli Zep, scoprì gente del calibro dei Drifters, Ray Charles, Aretha Franklin, gli Yes, oltre a credere fermamente per primo nel talento dei Rolling Stones, quindi non stiamo parlando di Jovanotti o Laura Pausini), morto nel Dicembre del 2006 all’età di 83 anni, per una banale caduta proprio ad un concerto degli Stones: una serata che definire storica è forse riduttivo (ben sapendo di usare un aggettivo ormai inflazionato), dal momento che, da dopo la tragica morte di John Bonham, i tre Zeppelin superstiti non si erano mai riuniti, se non per un breve e non eclatante set durante il Live Aid del 1985 (ed i soli Page e Plant sporadicamente negli anni ’90).

Il 20 Novembre (in Italia e nel resto del mondo) uscirà dunque questo concerto in un profluvio di formati, come potete vedere qua sotto

*  Standard Editions – 1-DVD/2-CD set and 1-Blu-ray/2-CD set

Deluxe Editions – 2-DVD/2-CD set and 1-Blu-ray/1-DVD/2-CD set featuring exclusive bonus video content including the Shepperton rehearsals, and BBC news footage.
Music Only CD Edition – 2-CD set
Music Only Blu-ray Audio Edition – Blu-ray Audio release featuring high-resolution 48K 24 bit PCM stereo and DTS-HD Master Audio 5.1 surround sound audio only, no video
Vinyl Edition – 3 LPs, 180-gram, audiophile quality vinyl (Available December 11)
Digital Edition – Audio will be available at all digital retail outlets

Ma io ho l’opportunità di parlarne in anteprima, dal momento che sono riuscito a vederlo al cinema il 17 Ottobre, unica data in cui è stato proiettato in selezionate sale italiane.

La prima (piacevole) sorpresa è proprio la sala: praticamente piena, non ho visto così tanta gente neppure alla proiezione dell’ultimo Batman, ed il fermento pochi minuti prima dell’inizio è simile a quello di un vero concerto. Il film non è un documentario, ma la rappresentazione nuda e cruda di quello che è avvenuto in quella serata londinese: quindi il concerto puro, senza interviste o backstage.

I nostri proporranno una scaletta di sedici brani (con qualche sorpresa), scelti un po’ da tutti i loro dischi, tranne il postumo Coda e il poco amato In Through The Out Door, con una predilezione chiaramente per il loro quarto album senza titolo e per Physical Graffiti, ma con stranamente un solo pezzo da III, e niente Celebration Day, che pure dà il titolo al progetto. La cosa che però più importa è che è un concerto straordinario, con i quattro (i tre superstiti più il figlio di Bonham, Jason, grande batterista, anche nei Black Country Communion) in forma strepitosa, una regia (Dick Carruthers) molto classica, ma dinamica e con un grande senso dello spettacolo, una definizione di immagine super ed un audio insuperabile.

Come già detto, i quattro (tre) Zeppelin sono in serata di grazia: Jason Bonham, calvo e muscoloso come si conviene ad un batterista, ha una forza ed una tecnica spaventose, e non è molto distante dal padre, o da grandi delle pelli come Keith Moon e Ian Paice; John Paul Jones, magro come un chiodo, è il prototipo del perfetto bassista: misurato, preciso, puntuale (ma si difende alla grande anche all’organo e tastiere varie); Robert Plant, con i famosi riccioli d’oro e pizzetto d’ordinanza, tira fuori il meglio dalla sua ugola, confermandosi come una delle voci più belle della storia del rock, con sfumature che vanno dall’aggressivo al sexy (ultimamente sapevo di qualche colpo a vuoto da parte sua, ma stasera non ne sbaglia una); Jimmy Page, ovvero quello dei quattro sul quale c’erano più dubbi (è arrugginito, ha l’artrite alle mani, ecc.) si dimostra per quello che è, cioè il più grande chitarrista di tutti i tempi dopo Jimi Hendrix (e appena prima di Stevie Ray Vaughan, almeno per me, ma tutti fanno le classifiche dei chitarristi e quindi perché non io?), che viaggia tra lo strepitoso ed il mostruoso, e solo la zazzera completamente bianca (e un po’ di pancetta) mostrano i segni del tempo.

Il concerto si apre così come il loro primo album, cioè con Good Times, Bad Times: bella versione, sufficientemente tirata, anche se danno ancora l’impressione di essere in rodaggio, così come nella seguente Ramble On (anche se Page e Bonham iniziano a tirare fuori le unghie).

La famosa Black Dog funge da spartiacque tra l’inizio relativamente “tranquillo” ed il seguito del concerto: il traditional In My Time Of Dying (era su Physical Graffiti) fa partire la serata come un treno in corsa, una versione semplicemente da urlo, con Plant che si lavora la folla da marpione qual è, e gli altri tre che imbastiscono la prima jam session della serata.

La cosa incredibile è che il pubblico in sala (non a Londra, ma qui al cinema), si agita, batte le mani ed esulta come ad un vero concerto: le uniche due volte che ho visto il pubblico applaudire al cinema è stato durante Rocky IV, quando Stallone caricava di botte Ivan Drago, e, a New York, in Air Force One, quando il presidente/Harrison Ford butta giù dall’aereo il terrorista/Gary Oldman al grido “Get out of my plane!”.

For Your Life è proposta dal vivo per la prima volta in assoluto (era su Presence, forse il loro disco più sottovalutato) e non è affatto male, anche se con Trampled Under Foot (che Plant introduce come la loro versione di Terraplane Blues di Robert Johnson) siamo su un altro pianeta: Jones si sposta alle tastiere, mentre Page fa i numeri con la sua sei corde (come in tutti i brani d’altronde).

Nobody’s Fault But Mine chiude in maniera sontuosa la parte blues del concerto, con Plant che si cimenta in un riuscito assolo di armonica; la tetra No Quarter vede Page suonare la chitarra con l’archetto, con il quale tira fuori sonorità spaziali, per l’entusiasmo del pubblico, mentre Dazed And Confused non ha bisogno di presentazioni (Plant canta come se fosse l’ultima cosa che fa nella vita).

Stairway To Heaven arriva un po’ a sorpresa, dal momento che Plant non ha mai amato molto farla, ma stasera la canta in omaggio ad Ertegun: versione definitiva di quella che per me è la più bella canzone rock di tutti i tempi, ed il celebre finale con il botta e risposta tra l’ugola di Plant ed i riffs di Page è quasi meglio che sul disco originale.

The Song Remains The Same non è mai stata fra le mie favorite, ma stasera mi piace anche lei; Misty Mountain Hop, potente, fragorosa, vede Plant duettare alla voce con Bonham, mentre Kashmir viene accolta da un vero boato (anche al cinema).

Il brano di punta di Physical Graffiti è proposto in una versione da sballo, con Plant che canta come quando era un ragazzo, per poi osservare compiaciuto gli altri tre che si lanciano in una jam pazzesca: Page suona come un dio, Jones non sbaglia un colpo, e Bonham ci mostra la differenza tra picchiare sui tamburi e suonare la batteria.

I due bis finali, Whole Lotta Love e Rock’n’Roll sono una scelta prevedibile finché volete, ma quando ci troviamo di fronte alla storia del rock dobbiamo solo stare zitti ed ascoltare: degno finale di una serata magnifica.

Peccato solo che non abbiano voluto omaggiare anche il loro lato folk: una a scelta (o anche tutte e tre) tra Going To California, The Battle Of Evermore e Gallows Pole ci sarebbe stata proprio bene.

Bene hanno fatto, alla conferenza stampa di presentazione del film poche settimane fa, ad insistere sul fatto che non ci saranno altre reunion: questo è il finale perfetto di un romanzo splendido, una doverosa postfazione ad una storia che si era conclusa tragicamente con la morte di uno dei componenti del gruppo.

All’uscita del cinema sono tutti in estasi, mancano solo i venditori di magliette ed i chioschi che vendono panini con salamella.

Se questo doppio CD non va in testa a tutte le classifiche del mondo i casi sono due: o gli acquirenti di musica si sono bevuti il cervello, o me lo sono bevuto io.

Marco Verdi

Novità Di Luglio Parte II. Jimi Hendrix, Strawbs, Kathryn Roberts & Sean Lakeman, Hank Williams Jr., Cassandra Wilson, Jerry Douglas, Robert Plant, Rhonda Vincent, Eccetera

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Questi sono i titoli in uscita martedì 10 luglio e qualche “recupero” di album sfuggiti al primo giro.

Partiamo con un paio di DVD e la ristampa in CD di Hendrix.

Robert Plant ha concluso la sua avventura con i Band Of Joy ma mentre è in tour con il nuovo gruppo dei Sensational Space Shifters (la formazione comprende Patty Griffin e alcuni membri dei “vecchi” Strange Sensation), esce questo DVD (o Blu-ray) registrato nel febbraio del 2011 al War Memorial Auditorium di Nashville, Tennesse, Live From The Artists Den della durata di 77 minuti che accanto ad alcuni dei brani tratti dal disco della band propone anche 6 cover dei Led Zeppelin. Oltre a Plant e alla Griffin sono della partita anche Buddy Miller, Darrell Scott e Marco Giovino. Regista Jojo Pennebaker (parente?) per questo eccellente concerto registrato in una fredda e nevosa serata. Etichetta Decca/Universal.

Jimi Hendrix Live at Berkeley o Plays at Berkeley, come preferite chiamarlo era già uscito in CD e DVD nel 2003 per la Universal.  Il CD, 2nd Show 10PM, è del tutto identico (ok, cambia il marchietto, c’è scritto Sony/BMG) per cui mi sembra superfluo, per il DVD o Blu-ray in effetti, oltre ad una nuova digitalizzazione dal negativo del 16mm originale, si passa dagli originali 56 minuti a 72 minuti, con ben 15 minuti extra di documentario e frammenti di brani (anche se è difficile pensare che Voodoo Child (slight Return), Hear My Train A-Comin’ e Machine Gun completi durino solo quindici minuti circa, però…). Se non lo avete preso al primo giro, si tratta di uno dei concerti più famosi di Jimi Hendrix con gli Experience seconda edizione, in caso contrario tenete conto che DVD e Blu-ray contengono anche nelle Special Features il concerto completo audio del 2° spettacolo, quello di 67 minuti che esce anche come CD a parte. Anche se leggendo le note del “vecchio” DVD, che ho appena controllato, il concerto audio Bonus c’è pure in quello e i tre brani citati come extra appaiono pure nell’edizione 2003, mah. La durata riportata sul DVD è addirittura 49 minuti, mistero! Vedremo, ma occhio alla penna e ai soldi!

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Sempre a proposito di “fregature”, direi che i tipi che hanno pubblicato questo doppio CD The Lowdown dei Counting Crows, si sono superati. Già il nome dell’etichetta, Sexy Intellectual, è un programma, se poi aggiungiamo che si tratta di un doppio che contiene nel primo dischetto una biografia del gruppo recitata da una voce femminile e nel secondo varie interviste non saprei dire a chi possa essere indirizzato questo prodotto. Loro dicono che è destinato ai fans e ai collezionisti!

Un paio di titoli già usciti ma che erano “saltati” (dimenticati) dalla rubrica delle novità.

Quello di Jerry Douglas, Traveler, su etichetta Entertainment One Music/Membran/Koch, direi che è imprescindibile per gli amanti della buona musica. Il grande dobroista e pluristrumentista americano che per la prima volta si cimenta anche come vocalist nel brano d’apertura On A Monday, un brano molto ry cooderiano, ha radunato una serie di musicisti strepitosi: Eric Clapton, nella versione super rallentata di Something You Got, un brano di Chris Kenner che cantava ai tempi anche Wilson Pickett, l’accoppiata Mumford & Sons e Paul Simon per una versione strepitosa di The Boxer, Keb’ Mo’ con Dr.John al seguito per un salto a New Orleans con High Blood Pressure, un ispirato Marc Cohn nella bella ballata Right on Time, gli Spain nell’ottima American Tune e ancora Alison Krauss e gli Union Station per Frozen Fields. Aggiungete Bela Fleck e Omar Hakim e molti altri ottimi musicisti per una serie di vorticosi brani strumentali. Un vero gioiellino. Prodotto da Russ Titelman.

Stessa etichetta per il nuovo album di Cassandra Wilson, Another Country. Registrato in quel di Firenze, sotto la guida del chitarrista italiano Fabrizio Sotti e con la partecipazione di Mino Cinelu, Lekan Babaiola, Nicola Sorato, Julien Labro oltre al Nocca Center Choir, un gruppo vocale originario di New Orleans. 18° album, il primo per una etichetta indipendente dopo 8 dischi per la Blue Note, si tratta di un CD prevalentemente acustico ma non solo, molto intimo, con la chitarra acustica in evidenza e nove composizioni originali di Cassandra Wilson e una sola cover, una versione di O’ Sole Mio che è molto meglio di quello che paventavo.

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Un altro trio di uscite interessanti.

Kathryn Roberts & Sean Lakeman sono marito e moglie. Lui è anche il fratello del più famoso Seth Lakeman, altro ottimo cantante di area folk. Tutti e tre, con l’aggiunta di Kate Rusby, che però se ne era già andata prima della pubblicazione del loro unico album Hazy Daze, facevano parte degli Equation, un piacevole gruppo di folk-pop che incideva per la Blanco Y Negro nella seconda metà degli anni ’90. La Roberts, a 20 anni, nel 1995, aveva anche pubblicato un album omonimo in coppia proprio con Kate Rusby. La voce e lo stile musicale sono in quel filone folk, bella voce tra l’altro, un po’ alla Mary Black, di quelle chiare e limpide e in questo Hidden People che esce per la Navigator Records (?!?) ci sono anche una valanga di ospiti: Seth Lakeman ovviamente, Cara Dillon, il cantante dei Levellers Mark Chadwick, la brava cantante americana Caroline Herring, Greta Bondesson che è una delle svedesi Baskery, Dave Burland, uno dei nomi storici del folk britannico e molti altri. A prescindere da tutto, il disco, a un primo veloce ascolto, mi pare ottimo per gli amanti del genere e non solo.

Sul versante americano esce un nuovo CD di Rhonda Vincent, “The New Queen Of Bluegrass” come l’ha definita il Wall Street Journal (ma chi era la vecchia regina?). Questo Sunday Mornin’ Singin’ è un disco dal vivo, edito dalla INGROOVES per il mercato americano, dove in 16 brani, accompagnata dal suo gruppo The Rage, la Vincent si dedica ad un repertorio di marca gospel. Se vi piacciono Alison Krauss o le “Old Queens” come Emmylou Harris o Dolly Parton, quando fanno bluegrass o country acustico, qui c’è Trips For Cats, trippa per gatti!

Sempre in ambito country ecco il nuovo album di Hank Williams Jr, questo Old School New Rules esce per la sua etichetta Bocephus (che è anche il suo soprannome) con la distribuzione WarnerMusic Nashville negli Usa. In questa riuscita miscela tra vecchio e nuovo country ci sono anche un duetto con Brad Paisley I’m Gonna Get Drunk And Play Hank Williams (che era il babbo) e uno con Merle Haggard, sempre a proposito di bevute, I Think I’ll Just Sit Here And Drink. Per il resto, solito country robusto ed elettrico con venature southern. Ho perso il conto ma secondo me, tra album di studio, live e compilations, deve avere pubblicato una settantina di dischi, c’era un periodo negli anni ’60 che ne uscivano anche tre all’anno.

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Oltre alla sua attività con gli Spectrum Road, Jack Bruce, che l’anno prossimo compirà 70 anni, si divide anche con la His Big Blues Band con la quale pubblica questo doppio CD dal vivo Live 2012, che peraltro era già uscito come instant live nel mese di marzo. Registrato allo Stables di Milton Keynes il 19 marzo di quest’anno, in effetti il concerto avrebbe dovuto essere quello del giorno prima ma per problemi tecnici non si era potuto fare. Visto che copertine e materiale erano già pronti, sulla confezione è rimasta la data del 18 marzo. Nella formazione a otto c’è anche il chitarrista Tony Remy, una sezione fiati e, per non farsi mancare nulla, un secondo bassista quando Bruce passa al piano. Questa versione esce sempre per la Concert Live.Tra le sue attività ci sono anche i Cuicoland Express e nei ritagli di tempo incide anche con Robin Trower. Son ragazzi!

Dopo la collaborazione con Bjork nel progetto benefico di Mount Wittenberg Orca, tornano i Dirty Projectors con un nuovo album, Swing Lo Magellan, sempre per la Domino Records. Non c’è la controparte femminile di Dave Longstreth per questo progetto, Angel Deradoorian che si è presa un periodo sabbatico e il suono del gruppo sembra quasi più pop e soul del solito ma i vecchi fans saranno comunque contenti (o no ?).

Per finire, un tuffo nel passato. Dave Cousins nella sua continua ricerca negli archivi della band, questa volta ha fatto saltar fuori un intero album inedito registrato nel periodo a cavallo tra il 1967 dell’album degli Strawbs con Sandy Denny, All Our Own Work e il primo, omonimo, del 1969 per la A&M. Questo Of A Time, oltre al trio originale, e con la produzione di Gus Dudgeon e Tony Visconti, vede la partecipazione di John Paul Jones, Nicky Hopkins e Ray Cooper. In aggiunta ai 12 dodici brani originali ci sono anche altre 12 tracce con versioni alternative, singoli dell’epoca (mai usciti) e remix vari. Il tutto per la loro etichetta, la Witchwood Media.

Anche per oggi è tutto.

Bruno Conti

Last But Not Least! I Migliori Del 2010 Di Jam

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Album Dell’Anno

Robert Plant  Band Of Joy

Io lo so che non mi dovrei fare i fatti degli altri ma… La rivista Jam pubblica nel nuovo numero “I Migliori dell’anno secondo Jam”, i cosiddetti Jammies 2010 divisi per categorie, uno per genere e poi ci sono le preferenze dei collaboratori uno per uno che ho scorso velocemente e dato che ho una memoria fotografica piuttosto attenta mi è sembrato di notare una anomalia. A questo punto ho controllato attentamente e facendo la somma delle preferenze mi è risultato il seguente conteggio: Arcade Fire 11 voti, Robert Plant 9 voti, Neil Young 8 voti. Ho ricontrollato ma viene sempre così, però Robert Plant è nella lista del direttore Ezio Guaitamacchi (un blogger malizioso!), forse i suoi voti valgono di più? Oppure è solo un mezzuccio per fare vincere quel particolare disco? Notare prego che pur piacendomi entrambi anch’io avrei una leggera preferenza per Robert Plant ma la matematica non è un’opinione (o meglio in questo caso l’aritmetica) e quindi…!

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Album Italiano

Paolo Conte Nelson

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Album Live

Jackson Browne & David Lindley Love Is Strange

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Album Folk & Roots

Court Yard Hounds Court Yard Hounds

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Album Black

Eric Bibb Booker’s Guitar

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Box Set

Jimi Hendrix West Coast Seattle Boy

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Vintage

Bruce Springsteen The Promise

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Colonna Sonora

Artisti Vari Crazy Heart

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DVD

The White Stripes – Under Great White Northern Lights

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Emergenti

Harper Simon Harper Simon

Ne ho scelti 10 tra le varie categorie per par condicio con le altre liste. Di solito non commento (ma qua e là nei vari Post è successo) ma due o tre cose mi scappano. Partendo dal fondo, il disco di Harper Simon è uscito il 13 settembre del 2009. Il DVD dei White Stripes dal vivo in effetti è una confezione CD con DVD allegato, ma Springsteen a Hyde Park non era meglio? Sempre riguardo a Springsteen: OK per il premio al Box di Hendrix ma quello da avere di Bruce non è il doppio The Promise ma il cofanettone di Darkness On The Edge Of Town (che dentro ha comunque The Promise). Se no a questo punto conviene fare le categorie “Migliore Ristampa di un disco dei Beatles” o “Migliore Ristampa di Exile On Main Street dei Rolling Stones”. Per finire, una notazione, 3 voti pari merito al CD di Natalie Merchant Leave Your Sleep e a Innerspeaker dei Tame Impala!

Con questo, in attesa dei poll dei lettori delle varie riviste, ma ci vuole un po’ di tempo, direi che vi ho fatto un resoconto ampio e gratuito di molte delle classifiche di gradimento di fine anno. Se ne vedo qualcuna sfiziosa magari una appendice ci scappa, in caso contrario, That’s All Folks!

Bruno Conti

Ulteriori Migliori Dischi Del 2010. La Stampa Estera: “Q”

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Altro capitolo della “saga” dedicata ai migliori dischi del 2010, questa volta tocca allo storico mensile inglese Q.

Q Magazine Best Albums of 2010

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Album Of The Year

Arcade Fire – The Suburbs

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2) Robert Plant – Band Of Joy

3) Plan B – The Defamation Of Strickland Banks

4) Laura Marling – I Speak Because I Can

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5) Vampire Weeeken – Contra

6) John Grant – Queen Of Denmark

7) Gorillaz – Plastic Beach

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8) The National – High Violet

9) Paul Weller – Wake Up The Nation

10) MGMT – Congratulations

Qui siamo siamo più sulla mia lunghezza d’onda, in parte. Alla prossima lista.

Bruno Conti

I Migliori Dischi Del 2010 – Parte II (Ripensamenti E Aggiunte)!

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La statua si chiama “Uomo che pensa”. Quando arrivi a fine anno e devi fare la tua lista dei migliori dell’anno (dopo averci pensato a lungo), quando l’hai pubblicata cominci ad avere i primi ripensamenti dovuti a clamorose dimenticanze o più semplicemente 10 titoli sono pochi e allora qual’è il vantaggio di avere un Blog personale se non per fregarsene delle convenzioni? Quindi vaffa alla lista dei dieci (che rimane valida) e pensa che ti ripensa, quando sono arrivato ad avere altri 30 titoli da aggiungere alla lista mi sono detto: meglio fermarsi qui ma anche che è stato un anno non male per la musica. Giudizi ovviamente personali (quelli della stampa estera ed italiana dai prossimi giorni, visto che sto lavorando alle nuove recensioni del Buscadero per gennaio e non ho tempo per scrivere altre recensioni userò quelle, le potrete leggere in anteprima e “a gratis” nei prossimi giorni): dicevo giudizi personali ma serve anche per ricordare e ricordarvi dischi sfuggiti al primo giro e anche come consigli per acquisti e regali natalizi. Visto che sono tanti dischi, in questo post ne ho inseriti una ventina (sempre in ordine sparso) e una decina (gli outsiders) in un altro post nei prossimi giorni (se volete approfondire li trovate tutti nel Blog).

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Elton John & Leon Russell – The Union

Robert Plant – Band Of Joy

Arcade Fire – The Suburbs

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John Grant – Queen Of Denmark

Tom Petty & The Heartbreakers – Damn The Torpedoes Deluxe Edition

Peter Wolf – Midnight Souvenirs

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Ray Charles – Rare genius

Los Lobos – Tin Can Trust

Duke And The King – Long Live The King

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Avett Brothers – Live, Volume 3 (CD o DVD)

Who – Live At Leeds Box Set

Delaney & Bonnie – On Tour With Eric Clapton Box 4 CD

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Huey Lewis and the News – Soulsville

Southside Johnny and The Asbury Jukes – Pills and ammo

Gaslight Anthem – American Slang

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Sandy Denny – Box Set 19 CD

Mavis Staples – You Are Not Alone

Ray LaMontagne and The Pariah Gods – God WIllin’ and The Creek Don’t Rise

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Ryan Adams – III/IV

Eric Clapton – Eric Clapton

John Mellencamp – No better Than This

Me ne stanno già venendo in mente altri “duecento” meglio che mi fermo. Nei prossimi giorni gli outsiders e una appendice sui DVD. Oltre alle “classifiche” degli “altri” a partire con quella di Mojo che è già uscita, magari domani (i primi 2 ci sono anche nella mia lista di oggi)!

Bruno Conti



Novità Di Settembre Parte I. Phil Collins, Robert Plant, Linkin’ Park, Seal, Sharon Corr, Grinderman, Mavis Staples Eccetera

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Dopo la pillola di qualche giorno fa con alcuni aggiornamenti sulle uscite dei primissimi giorni di settembre veniamo alle altre uscite importanti.

Filippo Phil Collins rompe un silenzio che durava da 8 anni, interrotto solo da alcune antologie e live, con il nuovo disco Going Back: devo dire che non ha avuto alcun problema a calarsi in questa nuova prospettiva del mercato che vuole edizioni a iosa di ogni nuovo disco e quindi non si è fatto mancare niente (la sua casa discografica ovviamente).

Si tratta, come da titolo, di un album che raccoglie una nutrita serie di cover che risalgono alla sua adolescenza, soprattutto materiale Motown e Soul in generale con qualche concessione al pop di quegli anni (Goin’ Back di Carole King/Byrds, Some of Your Loving di Dusty Springfield). Questo nella versione standard con 18 brani, poi c’è la versione Deluxe CD+DVD con 25 brani e il DVD con il dietro le scene, ci fa vedere il suo studio di registrazione, la sua casa, durata 90 minuti, avrà una casa grande! Non manca la versione doppio vinile, ma attenzione, questo mancava, c’è anche il cofanetto con 15 7″ (i vecchi 45 giri) per un totale di 30 brani (lato A e B). Quindi per avere la versione con il maggior numero di brani occorre comprare questa versione e avere un giradischi ancora funzionante, anche a 45 giri, complimenti al geniale pensatore! Prezzo oltre i 40 euro.

Questo è il contenuto del Box, per deduzione arrivate al contenuto delle versioni in CD:

1.HEATWAVE / IN MY LONELY ROOM
2.STANDING IN THE SHADOWS / SOMETHING ABOUT YOU
3.GIRL / AIN’T TOO PROUD TO BEG
4.GOING TO A GOGO / TEARS OF A CLOWN
5.NOWHERE TO RUN / JIMMY MACK
6.LOVE IS HERE / YOU KEEP ME HANGING ON
7.AIN’T THAT PECULIAR / TOO BUSY THINKING ABOUT MY BABY
8.TALKING ABOUT MY BABY / YOU’VE BEEN CHEATING
9.PAPA WAS A ROLLING STONE / DON’T LOOK BACK
10.GOING BACK / SOME OF YOUR LOVING
11.BLAME IT ON THE SUN / NEVER DREAMED YOU’D LEAVE
12.UPTIGHT / LOVING YOU IS SWEETER
13.TAKE ME IN YOUR ARMS / TOO MANY FISH IN THE SEA
14.DANCING IN THE STREET / YOU REALLY GOT A HOLD ON ME
15.DO I LOVE YOU / MY GIRL (Live From New York)

Data di uscita dovrebbe essere il 14 settembre.

Anche Robert Plant torna con un nuovo disco che non è l’annunciato secondo capitolo con Alison Krauss ma la rifondazione del suo primo gruppo degli anni ’60, i Band of Joy: della formazione originale non c’è più nessuno, ovviamente, ma sono più che degnamente sostituiti da…Buddy Miller, che oltre a suonare la chitarra co-produce il tutto con T-Bone Burnett, Darrell Scott, altro grande musicista che suona una miriade di strumenti a corda (e che è notevole cantautore anche in proprio, ottimo il doppio A Crooked Road di qualche mese fa), nonché, dulcis in fundo, la grande Patty Griffin che non fa rimpiangere Alison Krauss e che quest’anno ha pubblicato l’ottimo Downtown Church patty-griffin-downtown-church-o-forse-no.html, sempre prodotto da Buddy Miller ( i due, con l’aiuto di Emmylou Harris e Shawn Colvin hanno anche girato gli States come Three Girls and their Buddy, registrando anche una puntata di Soundstage, veramente molto bella e che ho goduto appieno). Il disco di Robert Plant con i Band Of Joy è veramente bello ed uscirà il 14 settembre per la Universal, mi riprometto di tornare a parlarne più diffusamente prima dell’uscita, ma le recensioni, al momento, sono tutte ottime.

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Per gli amanti del rock duro, sempre il 14 settembre, esce il nuovo disco dei Linkin’ Park, A Thousand Suns, co-prodotto con Rick Rubin (che in questo caso viene ricordato come produttore di Metallica, Slayer, Red Hot Chili Peppers ma che ha prodotto anche Johnny Cash, Neil Diamond e le Dixie Chicks, tra mille altri, “Un uomo per tutte le stagioni”). Naturalmente (ormai è un rito) non manca la limited edition con DVD, con il Making Of dell’album. Distribuzione Warner Music.

Stesso giorno, altra casa, sempre la Mute non più EMi ma distribuita in Italia dalla Self, esce il secondo dei Grinderman, Grinderman 2, esatto! Anche qua versione Deluxe che si limita alla confezione, che nella prima tiratura conterrà un libretto di 60 pagine e un poster. Il vinile, viceversa contiene un libretto da 16 pagine e il CD!! Ma per complicare il tutto, la settimana prima uscirà un mix 12″ in vinile rosso, Heathen Child che contiene una collaborazione con Robert Fripp dei King Crimson, inedita nell’album Ma allora ditemelo che mi in…zzo come l’automobilista di Gioele Dix!

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Sempre il 14 settembre (giornata ricca) sono attesi anche il nuovo Seal, 6 Committment e il primo album solista di Sharon Corr (la sorella violinista del gruppo irlandese), intititolato Dream Of You. Entrambi distribuzione Warner e senza versioni “strane”.

Per la Anti/Epitaph/Self esce anche il nuovo, atteso album di Mavis Staples You’re Not Alone, prodotto da Jett Tweedy dei Wilco, che ha anche scritto due nuovi brani per l’occasione. Non mancano cover di Randy Newman, John Fogerty e babbo Pop Staples, oltre ad una versione del traditional In Christ There Is No East or West che ricordo in una strepitosa versione strumentale di John Fahey.

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Altre uscite di metà mese. Il nuovo Blackmore’s Night, Autumn Sky, il primo per la propria etichetta Spineform, distribuzione Universal… non manca naturalmente la moglie di Blackmore, Candice Night, anche perchè se no dovrebbero cambiare nome (ho fatto la battuta!, dico sempre, non vorrei che si offenda qualche fan).

Jamey Johnson è un ottimo cantautore country (ma di quello di qualità) e questo The Guitar Song, di cui si dice un gran bene, è il suo terzo album, un doppio, diviso in White Album e Black Album, 25 canzoni registrate negli studi di Jimmy Buffett. Disco country dell’anno?

Eccola di nuovo! Nina Hagen con un nuovo album, Personal Jesus (negli altri paesi europei è già uscito da un mesetto): c’è il brano dei Depeche Mode, ma anche Gospel e Blues Tradizionale oltre che una versione di All You Fascists Bound To Lose di Woody Guthrie, per un disco che non finisce mai di stupire.

Per oggi potrebbe bastare anche se mi sono dimenticato di citare il nuovo Jerry Lee Lewis Mean Old Man che esce la settimana prossima, il 7 settembre, stranamente in due versioni, una da 10 e una da 18 brani(proprio mentre sto scrivendo il post mi dicono che il 7 uscirà solo la versione normale, la digipack deluxe settimana dopo), entrambe singole non è chiaro a chi sia destinata quella con 8 brani in meno? Misteri della discografia. Sono della partita Ronnie Wood, Eric Clapton, James Burton, Mick Jagger e Keith Richards, ma in brani diversi. E ancora Tim McGraw, Jon Brion, Slash, Kid Rock, Sheryl Crow, Merle Haggard, Shelby Lynne, Gillian Welch, Solomon Burke, Ringo Starr, John Mayer, John Fogerty, Willie Nelson, Mavis Staples, Robbie Robertson e Nils Lofgren. E quanti ce ne sono! Veramente per tutti i gusti. E pare che sia molto bello. 71 anni ma non molla, prodotto dal batterista Jim Keltner esce per la Verve/Universal.

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Il meglio del resto del mese alla prossima!

Bruno Conti